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Prospettive passate e future per Lancia


Inoterb

Messaggi Raccomandati:

1 ora fa, Poverello dice:

 

Quanto era bella la VERA Croma! :wub:

 

Quando ero soltanto un bambino, era il sogno di mio padre. Sogno che si realizzò oltre le sue più rosee aspettative, quando la Saeco gli regalò una Lancia Thema 2.0 16V con telefono cellulare. Che ricordi, che bei tempi...

Bei tempi in generale, se un'azienda regalava un auto a un dipendente, seppure di alto livello. Oggi ti regalano 4 calci dove non batte il sole!

58 minuti fa, Tony ramirez dice:

tanto per capire quanto siamo andati a ritroso in Lancia.

la Thema 8.32 aveva 2 attacchi per le cuffie per i posti posteriori....

6470bbca26d6519ca3caa3c6c9370f.JPG

 

e che bellezza leggere le scritte in italiano su questa plancetta rivestita in pelle Frau...

mi sta risalendo l'omicidio plurimo meglio che la smetto di guardare ste cose...

Toh guarda parlando di Lancia...

notizia fresca fresca

https://www.carscoops.com/2018/02/petrolheads-rejoice-new-stratos-coming-geneva-550hp/

 

la nuova stratos a ginevra con 550 puledri....

La vite a vista non e' Premiuuuummm, Ghidella dimettiti!

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"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

BMW M4 DKG Competition Package 450cv Sapphire Black

Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

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2 minuti fa, passionealfaromeo dice:

La Milano 3.0 montava di serie i sedili Recaro poi montati in Europa sulle ASN/Limited Edition e i cerchi da 15 a "ruota di telefono" opzionali sulle America e Quadrifoglio Verde.

Alfaroma-75-Milano-640x777.jpg

Chiuso OT

Quest'auto grida ancor'oggi VIUULENZA DI TRAVERSO!!!!

 

Tornando all'impoverimento di Lancia (ma non solo), mi son ricordato di un articolo tecnico di 4ruote di taaaanti anni fa, in cui parlavano (non so se prima, durante o dopo il lancio di Tempra/Dedra/155) di quanto fosse giusto, in nome delle economie di scala (o come altro le chiamarono all'epoca... boh) cassare tutte le diversità meccaniche per fare auto diverse "fuori" ma uguali "sotto". E citava l'esempio degli USA, dove a meccaniche uguali si contrapponevano componentistiche differenti per diversificare auto povere da auto di lusso. Alla fine, sappiamo invece come andò (male) ad un marchio nobile come Cadillac il passare alle meccaniche "plebee", cosa poi accaduta anche ai marchi nostrani. 

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Statisticamente, il 98% dei ragazzi nel mondo ha provato a fumare qualsiasi cosa. Se sei fra il 2%, copia e incolla questa frase nella tua firma

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14 minuti fa, Sandro dice:

Quest'auto grida ancor'oggi VIUULENZA DI TRAVERSO!!!!

 

Tornando all'impoverimento di Lancia (ma non solo), mi son ricordato di un articolo tecnico di 4ruote di taaaanti anni fa, in cui parlavano (non so se prima, durante o dopo il lancio di Tempra/Dedra/155) di quanto fosse giusto, in nome delle economie di scala (o come altro le chiamarono all'epoca... boh) cassare tutte le diversità meccaniche per fare auto diverse "fuori" ma uguali "sotto". E citava l'esempio degli USA, dove a meccaniche uguali si contrapponevano componentistiche differenti per diversificare auto povere da auto di lusso. Alla fine, sappiamo invece come andò (male) ad un marchio nobile come Cadillac il passare alle meccaniche "plebee", cosa poi accaduta anche ai marchi nostrani. 

Questo era un problema già noto durante la gestione Ghidelliana, infatti la 55 fu deliberata un pò per forza di cose (così come la 64) ma nella sua mente era già chiao che Alfa DOVEVA avere la TP, infatti cercò invano l'accordo con la Ford poi fatto saltare dalla sua caduta. le piattaforme comuni inaugurate da Fiat sotto la guida illuminata di Ghidella furono la risposta alla crisi petrolifera degli anni 70 e i tumulti operai che partirono dal 68 per terminare con la marcia dei 40.000, non furono la soluzione ma un ripiego a mio modo di vedere, Ghidella aveva ben chiaro cosa fossero le identità del brand.

Fatto sta che nonostante la condivisione di pianali all'epoca forse in pochi accostavano una plebea Ritmo ad una pluripremiata Delta. All'ultimo automoretrò qui a Torino quella più economica te la portavi via con 70.000€. 

sembra pazzesco per un auto che 10 anni fa ballava dai 10 ai 15.000€

www.idecore.it

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2 ore fa, Tony ramirez dice:

Lui era il numero uno! oggi saprebbe lui cosa dirci per far risorgere la Lancia, son sicuro che conoscerebbe la strategia giusta!

Tendo a dubitarne.

Ghidella, mi si diceva, già considerava Lancia un morto deambulante negli anni '80, per puro caso sopravvissuto ai '70,

secondo lui nonostante i buoni successi domestici era sostanzialmente un blasone di nicchia, se non sconoscuto, nei mercati che contavano e ne presagiva l'incertissimo futuro, e non sembrava interessato ad investire quanto si sarebbe dovuto per garantire alla Lancia un futuro nelle automobili di livello.

 

E fosse stato per lui le Alfa Romeo degli anni '90-2000 non sarebbero state delle Fiat Veloce, ma delle Fiat e basta:

" In I.DE.A avevo già finito ed approvato il modello Tipo3, che verrà poi commercializzato come Tempra nel 1990, e l’ing. Ghidella mi propose di trasformarla in Alfa Romeo mettendo davanti lo storico scudetto. La vettura non avrebbe avuto nessun altro family-feeling AR a così fortunatamente convinsi l’amministratore delegato di Fiat-Alfa di proporre un nuovo modello più Alfa Romeo sempre utilizzando il concetto delle parti comuni con variazioni caratterizzanti il marchio Alfa Romeo. "

Ercole Spada

 

Ghidella geniale e pervicace nell' aver portato i concetti di qualità totale nella progettazione e nella produzione,

della razionalizzazione dei componenti, delle sinergie di gamma e di gruppo,

grande uomo d'industria, un manager dalla visione tecnica, pragmatica, ma distante dalla pancia e dal cuore dell'automobilista:

credo che con lui si sia comunque mancato il cambio di passo alla saturazione dei mercati,

quando l'automobilista medio cominciò sempre più a cercare nelle automobili valori emozionali, mettendo via via in second'ordine quelli meramente funzionali/razionali/utilitari/economici,

su cui nei decenni precedenti si era fondato il successo della marca sabauda.

 

Poi arrivarò Romiti, che provò, quasi riuscendoci, a far crollare la baracca, che per lui l'auto era solo un onere per le ovine finanze.

 

Poi Cantarella con Testore a tener moccolo, che per non saper né leggere né scrivere già che c'erano provarono ad appiciar fuoco a tutta la baracca,

che, inopinatamente, in qualche modo gli sopravvisse.

 

Poi il Maglione.

 

 

 

Modificato da johnpollame
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11 minuti fa, johnpollame dice:

Tendo a dubitarne.

Ghidella, mi si diceva, già considerava Lancia un morto deambulante negli anni '80, per puro caso sopravvissuto ai '70,

secondo lui nonostante i buoni successi domestici era sostanzialmente un blasone di nicchia, se non sconoscuto, nei mercati che contavano e ne presagiva l'incertissimo futuro, e non sembrava interessato ad investire quanto si sarebbe dovuto per garantire alla Lancia un futuro nelle automobili di livello.

 

E fosse stato per lui le Alfa Romeo degli anni '90-2000 non sarebbero state delle Fiat Veloce, ma delle Fiat e basta:

" In I.DE.A avevo già finito ed approvato il modello Tipo3, che verrà poi commercializzato come Tempra nel 1990, e l’ing. Ghidella mi propose di trasformarla in Alfa Romeo mettendo davanti lo storico scudetto. La vettura non avrebbe avuto nessun altro family-feeling AR a così fortunatamente convinsi l’amministratore delegato di Fiat-Alfa di proporre un nuovo modello più Alfa Romeo sempre utilizzando il concetto delle parti comuni con variazioni caratterizzanti il marchio Alfa Romeo. "

Ercole Spada

 

Ghidella geniale e pervicace nell' aver portato i concetti di qualità totale nella progettazione e nella produzione,

della razionalizzazione dei componenti, delle sinergie di gamma e di gruppo,

grande uomo d'industria, un manager dalla visione tecnica, pragmatica, ma distante dalla pancia e dal cuore dell'automobilista:

credo che con lui si sia comunque mancato il cambio di passo alla saturazione dei mercati,

quando l'automobilista medio cominciò sempre più a cercare nelle automobili valori emozionali, mettendo via via in second'ordine quelli meramente funzionali/razionali/utilitari/economici,

su cui nei decenni precedenti si era fondato il successo della marca sabauda.

 

Poi arrivarò Romiti, che provò, quasi riuscendoci, a far crollare la baracca, che per lui l'auto era solo un onere per le ovine finanze.

 

Poi Cantarella con Testore a tener moccolo, che per non saper né leggere né scrivere già che c'erano provarono ad appiciar fuoco a tutta la baracca,

che, inopinatamente, in qualche modo gli sopravvisse.

 

Poi il Maglione.

 

 

 

Caro il mio john, 

corrono così tante "voci" e "si dice" su tutto ciò che è Ghidelliano che non si sa più a cosa credere.

Sicuramente non era un uomo di pancia ma molto razionale.

Però per non saper ne leggere ne scrivere io anziché ascoltare voci e si dice preferisco affidarmi ai fatti e a come il tempo li cristallizza.

L'ultima epoca florida per Lancia fu quella sotto l'egidia Ghidelliana.

è vero che tolse la Uno per darla alla Fiat, ma è altrettanto vero che prese Panda e ne fece Y10, ed Y10 fu un gran successo almeno qui in patria.

La Delta con tutte le sue versioni sportive e pepate furono varate sotto la sua guida, idem i successi sportivi.

La Thema fu forse l'ultima berlinona italiana (senza andare a scomodare la Quattroprte) per di più in varianti sportive e Wagon.

 

Chissà se avesse continuato... la Dedra in fondo (credo sia un suo lascito) fu un ottima auto, teneva certamente il passo della concorrenza come la nascente Audi 80.

 

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Tempra, Dedra, Prisma, Tipo, Argenta, Duna, Regata e compagnia cantante sono le uniche auto italiane che davvero non mi dicono nulla. Nulla nel design degli esterni ma soprattutto in quello degli interni, con quei cruscotti tutti neri e tristi. Non a caso sono sparite dalla circolazione e le poche rimaste si vendono al prezzo del ferro. Le piccole Panda e Uno avevano un design molto più di carattere, idem Croma e Thema. Ma i segmenti che ci stavano in mezzo... :disp2:

 

P.S. ci aggiungo anche Palio e Marea in mezzo alle ignave:D

Modificato da AlessioAlfa
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No, la Tipo non era insignificante.

 

A suo tempo era innovativa, carrozzeria in acciaio completamente zincato, uno spazio interno che nessuna auto, in 4m. di lunghezza, è riuscito a eguagliare, sospensioni posteriori a ruote indipendenti.

 

Tutto fuorchè insignificante.

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"I rettilinei sono soltanto i tratti noiosi che collegano le curve" [sir Stirling Moss]

"La cosa più bella che può fare un uomo vestito è guidare di traverso" [Miki Biasion]

Seat Leon Copa 1.6Tdi  - Suzuki V-strom 650

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6 minuti fa, AlessioAlfa dice:

Tempra, Dedra, Prisma, Tipo, Argenta, Duna, Regata e compagnia cantante sono le uniche auto italiane che davvero non mi dicono nulla. Nulla nel design degli esterni ma soprattutto in quello degli interni, con quei cruscotti tutti neri e tristi. Non a caso sono sparite dalla circolazione e le poche rimaste si vendono al prezzo del ferro. Le piccole Panda e Uno avevano un design molto più di carattere, idem Croma e Thema. Ma i segmenti che ci stavano in mezzo... :disp2:

Beh... occhio, i gusti son gusti ma Regata aveva dei signori interni, a partire dalle plastiche morbide utilizzate per rivestire la plancia, strumentazioni complete, comandi aria a led, sportello copri autoradio.. 

 

532f422f-18dc-49d3-99e9-2a13d5fd08c5_fia

 

Tempra anche con la sua strumentazione digitale oltre che il design innovativo del quadro strumenti a due lame non è che fosse così tanto triste

fiat--tempra-berline--1990-m-4.jpg

 

idem la Tipo,

 

prisma e Delta avevano un plancia divisa a 2 livelli, un concetto molto simile a quello appena visto con la recente classe A ma in analogico

lancia-prisma-831-ab-%5B4845%5D.jpg

 

Dedra aveva la strumentazione optoelettrica...

011.jpg

 

cioè poi i gusti son gusti ma non è che la concorrenza facesse chissà quali voli pindarici...

le uniche a mio parere che sperimentavano così tanto erano le francesi come Renault e Citroen

 

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@Tony ramirez e purtroppo alla fine, chi ha vinto?

I grigi tedeschi.

Con la loro idea della lenta innovazione (l'ultima loro rivoluzione sull'auto? La Golf I. Figlia di una Fiat 128 e di Giorgietto Giugiaro, la più italiana delle germaniche :§), mantenere i punti di forza e cambiare i punti di debolezza... ed eccoli là, sull'Olimpo (tranne Opel, ma questa è un'altra storia).

Noi italiani e francesi, sempre dietro a sperimentare, a rivoluzionare.. alla fine l'abbiam presa nel Q (automobilisticamente parlando...o non solo?) 

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