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AleRPM

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Risposte pubblicato da AleRPM

  1. Per un gippetto che mi sembra meno brutto degli altri me lo cassi subito :mrgreen:

    Ma la nuova X1 non è sul pianale della Mini? Più risparmio di cosi muore :P

    Ti credo, è praticamente una Classe A, manco sembra un "gippetto" :D. La nuova X1 è sul pianale modulare UKL2, lo stesso di Active Tourer e Mini Clubman, ma almeno continua a montare tecnologia BMW. Se vuoi una GLA o ti becchi il 1.5 dCi Renault oppure passi al 2.1 che è un motore vecchio. Senza contare la qualità in discesa verticale. Almeno sulle BMW la premiumness la paghi ma la vedi pure.
  2. Sadman, ti capisco benissimo, perché anche io ho vissuto un periodo d'ansia di qualche mese, sebbene nel mio caso fosse molto meno giustificata che nel tuo. Considera che sono in affitto in un condominio romano popolare, anzi pieno di "poracci" come direbbe Baby George. Tuttavia, tre estati fa dei geni al piano ammezzato hanno deciso di dormire con tutte le finestre spalancate perché era caldo e un paio di delinquentelli sono saltati dentro arraffando quello che potevano, tipo cellulari e cazzate varie. A me bastò questo per farmi venire le paranoie e considera che stiamo al terzo piano. Poi col tempo mi sono passate anche perché è stato un episodio isolato.

    Venendo al dunque, secondo me i ladri vanno sempre a cercare dove sanno che trovano cose di valore. Ora non so cosa avete voi in casa, ma se il condominio è "succulento", non fa differenza, magari tu non hai nulla ma ogni appartamento è considerato buono. Purtroppo non ho molti consigli da darti e non credo esista una via più giusta in assoluto. Quello che non ho ben capito è se ormai avete individuato la banda, sono sempre gli stessi due?

  3. Non sono d'accordo,

    Le garanzie della capacità reddituale devono esserci.

    Sia per fidi che per mutui.

    Perchè sono la base del sistema bancario.

    Ma ovunque.

    Anche all'estero. Se non hai capacità reddituale stabile prestiti te li scordi. O li ottieni a condizioni svantaggiose (come accade per aziende e persino stati).

    Semmai, può e deve cambiare il rapporto con l'immobile. Iniziando a essere meno ossessionati dall'immobile di proprietà.

    Dove per la locazione è anche più facile chiedere alle istituzioni di porsi come garante.

    Il problema è che l'Italia sta andando da un'altra parte. Il giorno che anche l'indeterminato non sarà più una sicurezza (come in parte non lo è già ora, viste le ultime modifiche all'art.18) smetteranno di erogare mutui anche ai dipendenti, quindi?

    "Può" cambiare è un conto, "deve" chi lo ha stabilito? Per quale motivo dovrei pagare un affitto per 30 anni per rimanere con niente in mano?

    Ossessione? Per me avere una casa mia dove far crescere la mia famiglia è una necessità non un'ossessione. Eh si che devo sottostare tutta la vita a padroni di casa...

    Perdonami Tony ma questi mi sanno tanto di discorsi politici pre-confezionati, dello stesso tenore di quelli che ci fanno tanto incazzare sulle auto e sulle auto d'epoca. Evidentemente questo del mutuo prima casa per te non è un argomento sensibile, ma voglio vedere se da domani iniziassero a dire che le auto d'epoca si possono e si devono considerare come una cosa di elite e ti aumentassero le tasse rendendotele insostenibili. Ti darebbe fastidio no?

  4. Escutere una garanzia non è una cosa così semplice. Ne dà garanzia del rientro del capitale.

    Il senso del mutuo/finanziamento è ripagare il capitale prestato, non avvalersi della garanzia.

    Le P.iva non hanno la CERTEZZA della fine del reddito come un contratto a termine.

    E in ogni caso, mentre per il privato basta la busta paga, per le P.iva servono i modelli unici dei due anni passati e pagano interessi più alti.

    Poi, continuo a ripetere, i soldi erogati dagli istituti sono per la maggior parte soldi derivanti da raccolta diretta.

    Quindi soldi dei clienti. Obbligazionisti e correntisti.

    Persone che chiedono GARANZIE all'istituto di rimborso del capitale.

    Se quando diamo i soldi alla banca chiediamo garanzie, perché ci stupiamo che la banca chieda garanzie quando siamo noi a chiederli?

    Quella dei contratti a termine abusati é una stortura.

    Ma non si può correggerli con un'altra stortura.

  5. io ho posto un'obiezione ben precisa.

    ovvero che i problemi delle normative mercato del lavoro non li devono risolvere gli istituti bancari.

    Per il semplice fatto che sono a loro volta debitori obbligati nei confronti dei loro clienti.

    (correntisti, obbligazionisti, azionisti)

    E quest'ultimo assunto , mi spiace, ma è fatto incontestabile.

    Appunto.

    Gli istituti vanno dal culo perché concedono fidi in maniera NON rigorosa.

    Cara grazia che in Italia almeno lato mutui lo sono stati, sennò si finiva come la Spagna.

    È brutto da dirsi, ma come si può pretendere di concedere a cuor leggero una rateazione venti-trentennale a persone che sanno già che tra X mesi saranno senza reddito?

    La tua obiezione è giusta ma ti ricordo che dietro un mutuo prima casa c'è sempre la garanzia della casa stessa che ha comunque un valore. I soldi non vengono erogati al buio.

    Detto questo, la banca è una azienda che si muove all'interno di un tessuto sociale e deve seguirne i cambiamenti, altrimenti non può più vendere il suo servizio. Peraltro, le persone che sanno che tra X mesi potrebbero essere senza reddito, sono sempre di più, perché il mercato del lavoro sta andando in questa direzione.

    E con i professionisti come la mettiamo allora? Chi ha una P.IVA non può garantire nulla.

  6. Non si può però chiedere a istituti privati di sopperire a mancanze normative.

    Anche perché i soldi elargiti in mutui/fidi sono i soldi dei correntisti/risparmiatori.

    Che sono i primi a rivolere i loro soldi indietro senza sorprese.

    Non è così semplice.Intanto definirl "istituti privati" è già discutibile visto che vengono costantemente finanziati da soldi che arrivano dalla BCE e quindi, in ultima analisi, dalle nostre stesse tasee. Quanto poi al classico "mutuo prima casa", anche quando te lo concedono viene dato comunque un immobile a garanzia, quindi col culo per terra non rimangono mai. Prova ne è che le cosiddette "sofferenze" delle banche arrivano da tutte altre parti che dai mutui prima casa.

    Detto questo, il problema non è solo normativo, ma sociale. Se fino a venti anni fa un il contratto a tempo indeterminato era la norma e di permetteva di accedere a un mutuo, oggi non lo è più, ma l'esigenza di avere una casa rimane la stessa di prima. Allora o lo Stato si fa garante in qualche modo - erogando mutui, distribuendo un reddito di cittadinanza o con altri sistemi - oppure deve "invitare" le banche a cambiare le loro logiche. La terza via è che il Paese va a dare via il culo, ma tanto quello succederà a prescindere dai mutui.

    Ah, per inciso, siamo in via di estinzione: donna italiana 1,39 figli a testa, donna francese 2,2. Così, tanto per paragonarci a chi non sta molto meglio di noi e che consideriamo anche "di serie B".

  7. Caro Marcolino, non so se tu sia un blogger o un giornalista o nessuna delle due, anche perché dal tuo sito non si capisce. Non so nemmeno se la Tivoli che hai provato è un'auto stampa e se c'è dietro qualche tipo di operazione commerciale.

    Quello che so, visto che la macchina l'ho provata alla presentazione stampa insieme a decide di altri colleghi, è che la Tivoli è un'auto assolutamente inferiore rispetto alla media delle concorrenti in vendita sul nostro mercato. Lo è sotto tutti i punti di vista e in particolare su quelli che tu invece hai esaltato, come "piacere di guida" e prestazioni del motore.

    Aggiungo che diversi colleghi hanno fatto fatica a scrivere un pezzo che non la distruggesse completamente (me compreso) e a trovarle dei pregi.

    Quindi, delle due l'una: o non ci hai capito niente della macchina, oppure ci hai capito e, per qualche motivo, vuoi lo stesso parlarne bene.

  8. ehm...no, io perdo ore e giorni a scegliere il colore della macchina ed ev. degli interni. poi ho delle esigenze per audio, oggi anche per la connettività ecc..

    no, specialmente se devo spendere 50 sacchi.

  9. L ho comprato pure io sempre da Amazon, poi per restare in tema ho preso lo steam buster della blackanddecker, certo che una volta su internet più che pezzi per moto e auto non guardavo. ora vedo recensioni di aspirapolvere forni lavastoviglie , tra qualche giorno arriva il microonde e mi manca ancora la lavastoviglie
    si chiama "vecchiaia" ed è inesorabile :mrgreen:
  10. E' arrivato ieri! Dyson 37c total allergy, comprato su amazon con cospicuo sconto rispetto a quanto si possa trovare altrove.

    Oggi lo monto e lo provo, domani la signora che si occupa delle pulizie in casa darà il suo verdetto...

  11. Certo che le conosco quelle cose, mica vivo sulla luna come mi hanno affibbiato.

    Solo che come al solito la colpa è "dei lettori" "dei tempi" "eh, ma internet" "i contributi pubblici"

    Nella sezione stampa (ma anche in tanti altri settori) non senti mai dire "oh, ma che cazzo abbiamo sbagliato per finire così?".

    Imho, limitatamente al settore auto, l'errore enorme è stato legarsi in un abbraccio mortale con le case. Che all'inizio davano soldi. Ma ovviamente volendo comandare.....dettando le regole ricattandoti col soldi.

    E da lì, perdita di credibilità, perdita di copie e spirale verso il basso.

    E la rovina non è un destino inevitabile, perché come già detto una via d'uscita c'è.

    Ovvero il recupero della credibilità e professionalità.

    A parte i minchioni sui social (che tanto NON spendono a prescindere) le persone sono ancora disposte a spendere per acquistare contenuti di qualità.

    Ma di qualità. Ovvero frutto di lavoro serio e ben fatto.

    Per una rivista davvero di qualità non ho problemi a pagarla anche il doppio del prezzo di copertina attuale. Tanto è un mensile.

    Non copia-incolla di cartelle stampa e marchette giornalistiche.

    Perchè quelle, davvero, me le cerco sul web da solo e gratis.

    Purtroppo non è e non può essere come dici.

    Le copie sono calate proprio perché le persone non cercano la professionalità e la qualità. Prima di internet se volevi sapere di auto avevi solo le riviste, ora basta accendere il pc o usare lo smartphone. Prima, quando volevi cambiare macchina compravi 4R, ora non più.

    I soldi delle Case, quindi, sono rimaste l'unica forma di sostentamento sicura, almeno finché il sistema rimane questo.

    Una rivista seria a 10 euro in edicola? La compreremmo solo io, te e qualche altro impallinato, tutto il resto del pubblico abituale di 4R la butterebbe nel cesso.

  12. Tony, prima dell'era internet per le riviste cartacee vigeva la regola dei 3/3. Un terzo delle entrate arrivava dalle edicole, un terzo dagli abbonamenti e un altro terzo dalla pubblicità. Poi è arrivato internet e le regole sono saltate. Sai che 4R è passato dal milione di copie alle meno di 200.000? Sai quante riviste cartacee hanno chiuso nel frattempo. Per loro, come per tanti altri, la pubblicità è tutto!

    La tua proposta di non mettere pubblicità di auto non è praticabile per vari motivi:

    - sono quelli che pagano di più in assoluto

    - sono sicuri di arrivare al pubblico di riferimento

    - sono richieste dai lettori

    La pubblicità, poi, è solo quello che vedi chiaramente. Poi ci sono i cosiddetti "progetti speciali" pagati a parte e di quelli non sai mai nulla e quasi mai vengono evidenziati come "informazione pubblicitaria". Nel web poi, il marasma è ancora più grande. Ma sai che in ogni editoriale che si rispetti ci sono i commerciali che vanno a cercare soldi dalle Case? Le più piccole hanno il loro ufficio marketing (spesso insieme all'ufficio stampa), le più grandi hanno i "centri media" che distribuiscono il budget.

    L'editoria specializzata è quindi un mondo caratterizzato dal meretricio? Ebbene si, salvo pochissime eccezioni..

    Chiudo raccontandoti di un giornalista ormai ultrasettantenne, che per quasi 30 anni fu a capo della pagina motori di uno dei maggiori quotidiani nazionali, che ancora si vanta di quando litigò con Ford che gli chiuse la pubblicità per un anno, facendo perdere un miliardo di lire. "Erano tempi in cui potevamo fregarcene" racconta lui tronfio, io non sapevo, non volevo e non dovevo sapere a chi venivano venduti gli spazi pubblicitari e potevo far scrivere quello che volevo.

    La verità sai quale è? E' che il giornalismo, non solo quello di auto, sta morendo. Della verità, dei fatti, del commento serio, non frega più un cazzo a nessuno. Basta leggere le palle sparate da internet e che si trovano su facebook e va bene così. Ma sai quante volte vedo gente che prende per seri gli articoli di Lercio.it e li condivide?

    E' brutto dirlo, anche perché faccio questo lavoro, ma un giornalismo costretto a vivere di introiti pubblicitari è destinato a estinguersi. I soldi dei lettori non bastano. Ci vuole il contributo pubblico e lo dice gente con molta più reputazione di me.

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