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«A Caorso nuovi laboratori sul nucleare»


Guest frallog

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Guest frallog

In un momento in cui Margheri (Ds) dichiara: «Nucleare, l’Italia deve riaprire il caso» (non riporto per esteso la notizia perche' non ho piu' il link) ci si rende conto che finalmente anche i politici stanno riaprendo gli occhi, e si rendono conto che l'Italia sta lentamente scivolando sempre piu' indietro ***anche*** per il costo dell'energia che e' il piu' alto d'Europa. Gia' perche' i verdi ci avevano promesso l'albero e il fiume pulito, dimenticandoci di aggiungere "e basta". Fortuna vuole che la fusione nucleare non sia troppo in la' da raggiungere (si parla del 2050 per le prime vere applicazioni commerciali) e che l'Italia a mezzo dell'Europa stia finalmente in un programma scientifico energetico di rilievo. Ecco che Caorso potrebbe avere nuova vita e rilanciare il nostro Paese nella ricerca di soluzioni vere al problema dell'energia. Perche' dico "vere"? semplice perche' non puo' essere una soluzione "vera" quella del carbone chiesto alla Cina quando migliaia di cinesi muoiono nelle miniere di carbone ogni anno. Cosi' dopo la giornata della vendetta libica prima o poi avremo anche la giornata del rancore cinese. Ancora non puo' essere una soluzione l'eolico per la sua densita' bassissima e per la sua elevata volubilita', come non puo' essere una soluzione "vera" il tutto solare perche' ad esempio si scopre subito che per il mondo dell'auto trazione (e dell'idrogeno) non ce la si fa. Ecco a voi la notizia corredata delle solite "gaf" politiche, il nostro ministro Mattioli pensa ancora all'idrogeno come una "fonte" di energia. Insomma se questi sono i nostri politici stiamo freschi......

Opinioni in merito sono gradite.

Regards,

Francesco 8)

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Link: http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=INTERNI&doc=CAORSO

«A Caorso nuovi laboratori sul nucleare»

Matteoli: il Mit ci ha chiesto di studiare lì la fusione calda, è la strada per le centrali sicure

ROMA - La centrale nucleare di Caorso cambierà vocazione: diventerà, molto probabilmente, un centro di ricerca internazionale sulla fusione nucleare calda, quella che alcuni considerano una delle possibili opzioni energetiche relativamente pulite del futuro. «E’ un’ipotesi che stiamo prendendo in considerazione e che non interferisce con le attività di smantellamento in corso. Abbiamo ricevuto un’offerta in tal senso dal Massachusetts Institute of Technology», annuncia il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, che oggi aveva in programma un sopralluogo in quello che fu il tempio dell’energia atomica italiana, ma che è stato rinviato all’ultimo momento per una sopravvenuta influenza. Nei giorni scorsi quando si è appreso dell’interesse di Matteoli per il futuro della ex centrale, in molti hanno pensato a un’iniziativa sull’onda della proposta del presidente del consiglio Berlusconi di riconsiderare l’opzione nucleare. «Ma neanche per idea - protesta il ministro dell’Ambiente -. Si tratta di una attenzione che coltivo da tempo per quella che è stata la vera centrale nucleare italiana e che ora è in fase di decommissioning , cioè di disattivazione e smantellamento della struttura, tanto che lo stesso combustibile irradiato sta per essere trasferito all'estero».

Però, fra i superstiti esperti nuclearisti italiani, c’è ancora chi è convinto che proprio da Caorso potrebbe ripartire il futuro nucleare italiano, sfruttando la preesistente autorizzazione per costruire una nuova centrale da 1000 megawatt. «L’autorizzazione era per la vecchia centrale e quindi non si potrebbe certamente riutilizzare - taglia corto Matteoli -. Sarebbe necessario avviare una nuova procedura, fare nuove opere perché una centrale nucleare non si può riaccendere così all’improvviso. L’idea è impraticabile».

Ma, secondo il ministro, chiudere col vecchio nucleare, non vuol dire che non si possa pensare al futuro: «Alcune parti della struttura di Caorso potrebbero essere riutilizzate come centri di ricerca. Mi è arrivata, ad esempio, una lettera dal Mit che suggerisce di utilizzare le strutture per attività di ricerca a livello internazionale sulla fusione, come potrebbe essere il progetto "Ignitor" del professor Bruno Coppi, attività queste che non interferirebbero con i programmi di smantellamento in corso».

Matteoli, in passato, si è espresso contro la riapertura del nucleare e ora ribadisce di non avere cambiato idea: «L’Italia con il referendum ha detto addio al nucleare. Oggi mi sembra problematico pensare di costruire nuove centrali, sia per i tempi, ci vogliono più di 10 anni, sia per l’opposizione delle comunità locali».

Invece che pensare ad un ritorno al nucleare, sarebbe più fruttuoso concentrarsi su nuove forme di energia, come l' idrogeno, propone il ministro. Ma sulla sortita di Berlusconi non ha dubbi: «Bene ha fatto a sollevare il problema dell’approvvigionamento energetico».

Diversa considerazione, per Matteoli, bisogna avere sulla ricerca relativa al nucleare: centrali a fissione sicure, centrali a fusione, altre possibili innovazioni: sono tutte opzioni da tenere aperte per rispetto ai centri di ricerca e agli studiosi.

Il paradosso è che mentre si riparla tanto di nucleare, vecchio e nuovo, rimane irrisolto il problema delle scorie. Dopo il grande flop di Scanzano sembra che la questione della localizzazione del sito nazionale di raccolta sia stata rimossa.

«Nessuna rimozione. Anzi la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha considerato incostituzionali le leggi di alcune regioni che bandivano sul loro territorio persino il transito di rifiuti nucleari, riapre il problema della ricerca di un centro di stoccaggio per le scorie nucleari italiane», assicura Matteoli, il quale ricorda che il trasporto dei rifiuti all’estero ci costa quanto la costruzione di un deposito in Italia: «La mancanza di un sito nazionale penalizza le imprese italiane e gli utenti che pagano in bolletta i costi maggiori di smaltimento».

Tempo fa il premio Nobel Carlo Rubbia fece scalpore affermando che avrebbe avuto qualche perplessità ad acquistare una casa a pochi passi da una centrale nucleare. E Matteoli? «Preferirei comperare una villa a picco sul mare, con la possibilità di arrivarci in elicottero e con un mega-yacht ancorato accanto», scherza. E aggiunge: «Una centrale nucleare, se è pericolosa, lo è sia a cento metri da casa sia a chilometri di distanza».

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Relativamente alla centrale di CAORSO..

vorrei raccontarti la storia del papà de mio più caro amico ,che lavorava per il nucleare

in Italia...

all'aepoca del referendum mi aveva regalato un'autoadesivo co su scritto

"Nucleare ...si grazie)

è morto a 62 anni ,con un tumore che l'ha stroncato in pochi mesi ,di una violenza

incredibile

era stato troppo esposto a certe cose .....ma il suo contratto di lavoro lo prevedeva.

Lavorava a CAORSO ...e a TRINO VERCELLESE .

Ciao Adriano.

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Guest frallog

Ciao Guglielmo, e' un piacere leggerti sulla mia nota. Sei sempre il benvenuto. Ma veniamo al dunque.

Oggi comunque certe cose non succedono con molta facilita'. Comunque io non dico che non ci siano rischi. L'energia stessa e' un rischio. Pero' permettere che migliaia di cinesi muoiano coperti da decine di migliaia di tonnellate di terra, perche' noi non sappiamo prenderci le nostre responsabilita' e' assurdo. Cosi' come e' assurdo che un ministro (che dovrebbe essere una persona che abbia un minimo di informazione) si permetta di fare dichiarazioni pubbliche che distorcono completamente la realta' come quella in cui il nostro buon Matteoli dichiara che l'idrogeno e' una fonte di energia.

Regards,

Francesco 8)

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Guest frallog

Ciao Autodeltone.

Beh prima cosa Chernobyl a parte, le statistiche dicono che chi vive nei pressi di un presidio nucleare e' altrettanto sicuro di chi vive lontano da esso. Ripeto Chernobyl a parte. Ma Chernobyl ha insegnato qualcosa a coloro che progettano centrali nucleari.

Regards,

Francesco 8)

(P.S. lo sai che chi mangia pasta al pomodoro introietta una quantita' di radiazioni enorme?)

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Beh sulla statale che va a cremona e passa proprio davanti alla centrale c'è pieno di cartelli con scritto "area denucleaizzata"

fra io sapevo che anche la pasta è a rischio perchè fanno crescfere il frumento applicando dei filtri ultravioletti x farlo crescere + alal svelta e + grande,è vera sta cosa?

è vero che i girasoli assorbono la radioattività del terreno?

 

花は桜木人は武士

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Guest frallog

I girasoli non lo so, ma ora ti racconto la pasta al pomodoro.

Beh questa e' una vecchia storia che io ho gia' raccontato su altri forum comunque, chi l'ha letta mi scusi per la ripetizione.

Quando accadde Cernobyl a fisica si misero a studiare tutti i cibi per tracciare la curva della radioattivita' in funzione del tempo. Tutto secondo le previsioni, una debole radioattivita' che andava crescendo, ma molto al di sotto della soglia di allarme. Tutto secondo le previsioni fino a quando si imbatterono nella pasta al pomodoro. Una radioattivita' che andava molto oltre i limiti consentiti dalla legge!

Studiarono la pasta al pomodoro per due anni, fino a quando non riuscirono a venirne a capo. Il pomodoro e' concimato a potassio che contiene una quantita' significativa dell'isotopo del potassio 40, che manco a dirlo e' radioattivo!

Fecero pure la pubblicazione, ma la cosa venne opportunamente fatta cadere nel dimenticatoio. Come dire a noi italiani che il piatto principe della dieta mediterranea e' radioattivo?

Risultato: anche io continuo tranquillamente a mangiare pasta al pomodoro, e quando sento parlare di fughe radioattive di lieve entita' sorrido e penso che forse se abitassi nei pressi di una centrale nucleare i pomodori radioattivi non passerebbero nel mio piatto.

Regards,

Francesco 8)

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