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Telecom


roberto

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che c'è di male se tronchetti proverà è il soggetto economico in telecom pur avendo speso pochissimi soldi...?! e adesso vorrebbe solo riavere indietro quei soldi che ha speso, dopo averla spolpata per bene, riempita di debiti e fatto cedere tantissime attività internazionali.

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non mi fate parlare, c'è tanto di quel marcio sotto che si fa fatica a solo immaginarlo...

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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E intanto il piccolo risparmiatore la preso in quel posto e lui con i soldi e ricordiamocia anche con le infrastrutture di fatto pagate dagli italiani si

è fatto Pirelli re e tutto il resto. Altro che mafia è gente come questa

il tumore dell'italia, che vanificano tutto quello che milioni di persone fanno

di buono

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Questo non è un forum di finanza, però, bene o male qualcuno che se ne intende si trova in ogni campo, e allora pago da bere a chi mi risolve un enigma su cui mi scervello da ieri. Per quale motivo AT&T e il messicano dovrebbero pagare a MTP 2,82€ ad azione per una quota del 20% di Telecom quando in borsa le azioni Telecom vengono (venivano) scambiate a 2,1€?

E' ovvio che esiste il premio di controllo, ma lo si paga a chi ha effettivamente la quota di controllo, magari superiore al 50%, non a chi ha un misero 20%! AT&T e il mex non potrebbero rastrellare in borsa il 21% (al di sotto degli obblighi di opa, che scattano solo quando si raggiunge il 30%) e fare il bello e cattivo tempo alla prossima assemblea dei soci? Inoltre, pagano un premio di controllo per acquistare il 20%, ma che "controllo" acquistano se c'è sempre il rischio che arrivi qualche altro "capitano coraggioso", magari italiano e pesantemente appoggiato dalla politica, che rastrellando azioni in borsa gli faccia le scarpe? Ripeto, stavolta non ci sarebbe nanche bisogno di fare una costosa opa totalitaria come all'epoca di Colaninno.

Certo, c'è il fatto è che, acquistando da MTP, AT&T e il messicano non dovrebbero pagare effettivamente il 20%, ma grazie al sistema delle scatole cinesi, gli basterebbe acquistare il 66% di Olimpia per controllare il 20% di Telecom, quindi in pratica pagherebbero solo il 13,2% di Telecom. Ma anche questa tesi vale fino a un certo punto, dato che MTP pretende una put per il restante 33% di Olimpia, quindi prima o poi dovranno comprare anche quello.

Di tutti gli articoli di giornale che ho letto ieri, solo uno sul Foglio faceva questa osservazione e concludeva che probabilmente la mossa di MTP è un bluff per alzare il prezzo con le banche italiane...

Boh, attendo lumi!

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che sia un bluff è anche possibile, ma ci credo poco...

secondo me, un'attacco diretto (rastellamento di azioni) da parte di AT&t e American movil sarebbe considerato ostile o cmq ci sarebbero ancora + muri che si alzerebbero contro l'invasione.

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Quindi tu sostieni che preferiscono pagare magari qualcosina in più (almeno nel lungo periodo, dato che cmq in prima battuta pagano meno), ma entrare dalla porta princiale e con l'appoggio di MTP, che è sempre un uomo dell'establishment, piuttosto che sfidare tutto e tutti con un rastrellamento in borsa... Forse hai ragione.

In ogni caso, ho visto che c'è un articolo di Mucchetti sul Corriere in cui parlava di possibili manovre delle banche in borsa ma per ora ho letto solo titolo e sottotitolo. Spero di riuscire a leggerlo stasera e di scoprire qualcosa.

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Quindi tu sostieni che preferiscono pagare magari qualcosina in più (almeno nel lungo periodo, dato che cmq in prima battuta pagano meno), ma entrare dalla porta princiale e con l'appoggio di MTP, che è sempre un uomo dell'establishment, piuttosto che sfidare tutto e tutti con un rastrellamento in borsa... Forse hai ragione.

l'hai detto molto meglio tu...

In ogni caso, ho visto che c'è un articolo di Mucchetti sul Corriere in cui parlava di possibili manovre delle banche in borsa ma per ora ho letto solo titolo e sottotitolo. Spero di riuscire a leggerlo stasera e di scoprire qualcosa.

Mah...le opzioni sono molte...secondo me gli unici soggetti ad avere soldi da spendere in telecom sono le banche (e tutto ciò che gli è vicino), magari appoggiate da un operatore europeo. In ogni caso sono contento che MTP lasci telecom, anche se ho i miei dubbi su i corteggiatori americani e messicani. Infatti, anche se sono buone società che potrebbero portare in telecom nuovi stimoli, il rischio è che facciano uno spezzatino dell'operatore italiano.

Il discorso è sempre lo stesso...sono state fatte delle privatizzazione in modo sbagliato. A volte non serve vendere ai privati, l'importante e liberalizzare.

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Guest DESMO16

SEMI(OT): ..gli americani mettono sempre paura.. :D

Così l'Italia respinse la Ford e pagò i conti dell'Alfa Romeo

Roma - Arrivano gli americani! Non è la prima volta che l'allarme risuona nel Belpaese: viene subito in mente l'avventura del presidente della Ford Motor Company, Donald Petersen, che si presentò a Roma per acquistare l'Alfa Romeo e se ne dovette rientrare a Detroit con le pive nel sacco, nonostante la sua offerta (in realtà mai resa pubblica nei particolari) fosse, secondo molti addetti ai lavori, più vantaggiosa di quella della Fiat.

Sono passati ventun anni da allora, era il 15 ottobre del 1986 quando Petersen, accompagnato dall'ambasciatore degli Stati Uniti a Roma Maxwell Rabb, fece il suo ingresso a palazzo Chigi per incontrare il presidente del Consiglio Bettino Craxi. Il presidente del colosso di Detroit illustrò al premier le opportunità e i vantaggi per l'economia italiana di un accordo tra Ford e Alfa Romeo, che perdeva centinaia di miliardi l'anno e rappresentava una vera e propria palla al piede di Finmeccanica. L'Iri guidato da Romano Prodi, almeno ufficialmente, appariva favorevole all'intesa con gli americani. Molti anni dopo il Professore disse: «Volevo vendere l'Alfa alla Ford per avere in Italia due grandi case automobilistiche, ma fecero di tutto per impedirlo e ci riuscirono». Una ricostruzione che non ha mai convinto Fabiano Fabiani, l'ex amministratore delegato di Finmeccanica che conduceva le trattative per la cessione della casa di Arese: «Non ho percepito un opposizione di Romano Prodi all'acquisizione dell'Alfa da parte della Fiat».

Petersen, un ex marine del Midwest, non era certamente abituato ai bizantinismi della politica italiana. Al termine del colloquio con Craxi, incontrò i giornalisti italiani nella sala stampa di palazzo Chigi per dire che l'acquisto dell'Alfa sarebbe stato «il più grosso investimento mai compiuto da una società americana in Italia» e avrebbe rappresentato «un vantaggio per l'intera economia italiana». Al suo fianco, l'ambasciatore Rabb annuiva, osservando che «questa offerta indica la stima da parte nostra delle possibilità di investire nel vostro Paese». Molti dei giornalisti presenti - fra cui alcuni corrispondenti dagli Stati Uniti di giornali italiani - commentarono fra di loro: Petersen crede di avere l'Alfa in tasca.

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SEMI(OT): ..gli americani mettono sempre paura.. :D

Il Giornale

Fu la rovina della Lancia e dell'Alfa, oltre ad essere uno spreco di risorse in senso assoluto, dato che la Fiat si trovò a dover rinnegare tutto il lavoro che aveva fatto negli ultimi 20 anni per dare a Lancia un'immagine sportiveggiante. "Contrordine compagni!" le Lancia tornano ad essere dei piombi sottomotorizzati e con linee poco emozionali nella tradizione del peggiore Pesenti, e guai a chi osa ricordare cose come la Delta integrale o la Stratos!

Sulla storia di Telecom e la paura degli stranieri pensavo a una cosa. Il capitalismo italiano si basa su tutto un insieme di regole scritte e non scritte volte a far controllare tutto ai soliti noti, anche quando non hanno i soldi per farlo. Scatole cinesi, patti di sindacato, incroci azionari, rapporti incestuosi con le banche, ecc. ecc. Poi quando viene uno straniero e vuole comprare, ovviamente secondo le regole, cioè sfruttando anche lui questi begli strumenti, tutti gli saltano addosso.

"Ma come?" gridano indignati "Si comprano Telecom con quattro soldi!". Ma perché le altre grandi imprese italiane come sono cotrollate? MTP quanto ha di Pirelli? e gli Agnelli di Fiat? Perché loro sì e gli americani no? La risposta c'è, ma non si può dire ad alta voce: se controllare una società con una quota di capitale bassissimo genera benefici (più o meno stimabili e più o meno legali) - e indubbiamente ne genera - questi devono restare fra di noi, nel salotto buono, fra quelli che contano, mica devono andare agli americani! E' la stessa storia di quando Gianni Agnelli diceva che le azioni non si contano, si pesano.

Resta la rabbia degli altri italiani, quelli che stanno fuori del salotto buono, quelli che vendono le azioni in borsa a 2,40€ mentre MTP le vende a 2,82€, che certi sistemi vorrebbero vederli aboliti per tutti e non tollerati quando avvantagginao i soliti noti e condannati quando qualcuno fuori del guiro vorrebbe utilizzarli.

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