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La "self driving car" di Google tampona un'altra auto

07 Agosto 2011 | Riccardo Celi

Com'è noto, Google sta da tempo sperimentando l'auto "driverless", cioé che circola senza conducente. Sulle strade americane può capitare d'imbattersi in uno dei "muletti" utilizzati per i test, caratterizzati da una selva di antenne e da altri dispositivi elettronici ed elettro-ottici che sostituiscono il guidatore.

IL "MULETTO" NON S'È FERMATO - Qualche giorno fa, però, uno degli esemplari della vettura, una Toyota Prius, è rimasto coinvolto in un tamponamento a catena a Mountain View, in California, a poca distanza del quartier generale del famoso motore di ricerca americano impegnato nello sviluppo e nelle prove della futuristica vettura. A differenza che in passato, quando uno dei "muletti" di Google era stato tamponato, questa volta la responsabilità è tutta della "driverless": è stata lei a investire, per una singolare coincidenza, un'altra Prius in un incidente "tutto giapponese" nel quale sono state coinvolte anche due Honda.

FESTA MANCATA - Tuttavia, i nemici dell'iniziativa di Google, che giudicano pericolosa l'idea di una vettura senza guidatore e che subito si erano impadroniti della notizia bollandola come prova evidente dell'impossibilità di cavare qualcosa di buono dall'idea, per ora sono rimasti delusi. Un portavoce dell'azienda ha infatti confermato che nell'incidente è stato coinvolto uno dei prototipi, ma che al momento del tamponamento alla guida del veicolo c'era un più tradizionale e meno avveniristico essere umano. È stato lui, infatti, a non tenere la distanza di sicurezza e a finire addosso alla vettura che lo precedeva. «Una delle nostre priorità è proprio quella di evitare incidenti come questo, avvenuto mentre una persona stava guidando l'auto in modalità manuale», è stato l'abile commento del funzionario di Google.

Da: La "self driving car" di Google tampona un'altra auto
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La fotografia che vi mostriamo ritrae la Fiat 500 Capri di Muammar Gheddafi, ovvero la one-off elettrica realizzata dalla Carrozzeria Castagna di Milano nel 2009, mentre viene portata via dai ribelli. L'auto venne commissionata da Khamis Gheddafi, settimo figlio del Colonnello libico. L'immagine è stata scattata ieri, all'interno del compound di Tripoli, dove la vettura veniva regolarmente utilizzata dal Leader. Quella che sembra una 500 un po' più esotica, in realtà è un costosissimo esemplare unico pagato oltre 100.000 euro e fatto realizzare in fretta e furia, appena un mese, per accontentare i desideri di Gheddafi.

Elettrica. La Fiat 500 Capri di Castagna è stata ovviamente realizzata su misura: per poter circolare nelle zone chiuse del blindatissimo complesso di Gheddafi, il motore a scoppio è stato sostituito con un'unità propulsiva elettrica Ansaldo da 34 kW, che consente alla 500 Capri di raggiungere i 160 km/h e di superare pendenze del 30%. L'autonomia, grazie al doppio pacco di batterie agli ioni di litio, è di 260 km. Poiché il peso è di circa 1.600 kg (oltre 500 kg più di una Fiat 500 di serie), è stato necessario modificare le sospensioni, ribassando l'assetto di oltre 50 mm. Ma c'è di più: la minor altezza dal suolo era stata richiesta per migliorare l'accessibilità anche con le tradizionali tuniche arabe.

Verde come il libro. Come molte one off, anche la Capri è eccezionalmente rifinita. Al posto delle porte, una grande apertura con la soglia rifinita di legno massello. I rivestimenti degli interni sono di pelle color avorio, caratterizzata da una conciatura di prima qualità, particolarmente resistente all'infernale sole libico. I cadenini che contornano i sedili e la carrozzeria sono dello stesso colore verde del Green Book, il libro verde di Gheddafi, che riassume la sua ideologia. La capote è di tela color "Sabbia del deserto".

S'avvia col leone. Sul musetto, al posto del logo Fiat, c'è lo stemma della Jamahiriya, il nome con il quale Gheddafi aveva ribattezzato la Libia. I rivoltosi che la stanno spingendo non possono sapere che per avviare la 500 Capri sarebbe bastato sfiorare il leone che compare sullo schermo touch screen posto sul montante sinistro (con le batterie cariche, naturalmente).

Il precedente a Milano. Non è la prima volta che Quattroruote si occupa di questa vettura: nel febbraio del 2009, infatti, il nostro collega Marco Pascali di TopGear Italia l'aveva sorpresa davanti all'albergo Four Seasons di Milano. All'epoca, la 500 di Castagna era avvolta nel mistero. Nella galleria fotografica, le esclusive immagini di due anni e mezzo fa.

Libia - La vera storia della 500 di Gheddafi - Quattroruote

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