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Pechino 2008


Jack.Torrance

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Taekwondo: Sarmiento è d'argento

In finale l'azzurro sconfitto 6-4

Mauro Sarmiento ha vinto la medaglia d'argento nel taekwondo categoria 80 kg. Sfumato quindi il sogno dell'oro. In finale l'azzurro è stato sconfitto dall'iraniano Hadi Saei' date=' che si è imposto con il punteggio di 6-4. In semifinale l'atleta di Casoria (NA) aveva battuto per 6-5 il britannico Aaron Cook.

22 agosto 2008

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da SPORTMEDIASET

Modificato da Navarre75

Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Abbiamo anche l'oro nella marcia 50km uomini :D

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Pensavo l'avesse già postato qualcuno...ma rimedi

o:

Schwazer' date=' marcia trionfale[/color']

L'altoatesino vince d'autorità, e con il record olimpico, la 50 km davanti all'australiano Tallent e al russo Nizhegorodov. Settimo oro per la nostra spedizione a Pechino

PECHINO, 22 agosto 2008 - Pronti, partenza e via. Così è iniziata la corsa all’oro di Alex Schwazer. Una medaglia d’oro olimpica che ancora una volta viene dalla marcia. Come succede spesso all’Italia. Poche specialità hanno dato ai colori azzurri tanto quanto quella del tacco-punta. L’oro della fatica, per questo spesso ancora più bello ed emozionante.

ABISSO - Schwazer non ha solo vinto, ha dominato da vero campione. Ha vinto di potenza, come il muscolo fatto vedere in tv per dimostrare il suo stato di forma, dopo 3 ore e 10' di gara. Migliora il record olimpico di 1 minuto e 20'' con il tempo di 3:37'09''. Stacca gli avversari di oltre due minuti. Tallent arriva secondo in 3:39'27'' e Nizhegorodov terzo con 3'05'' di distacco. Dopo di loro il vuoto vero, con lo spagnolo Garcia quarto a quasi 7 minuti di distanza. Fin dai primi chilometri se n’è andato insieme ai compagni di fuga Jared Tallent e Denis Nizhegorodov. Per quasi 35 km con loro anche il cinese Li Jianbo che però non ha retto il ritmo forsennato dettato proprio dall’azzurro. Alla fine, lungo la strada, li ha fatti scoppiare tutti.

ALLUNGO - Dopo 3 ore e 5 minuti di gara, intorno al 40° chilometro, Alex Schwazer ha deciso di cambiar marcia, nel vero senso della parola, lasciando di stucco i due compagni di fuga. Il primo a cedere è stato l’australiano Tallent (che poi ha recuperato fino ad arrivare secondo, aggiungendo una seconda medaglia al bronzo della 20 km). Poi, tre minuti dopo, è stato il turno del russo. Da quel momento per Schwazer è stato un assolo.

TRADIZIONE - Dopo Dordoni (Helsinki 1952) e Pamich (Tokyo 1964), arriva il terzo oro per l’Italia nella gara più dura e impegnativa dell’Olimpiade. Come sempre la marcia riserva ai colori azzurri una delle pagine più belle ed emozionanti della storia dello sport, non solo dell’atletica. E, ancora una volta, c’è lo zampino di Sandro Damilano che ha preparato il marciatore con dovere per una vittoria olimpica. Un lavoro iniziato diversi anni fa (inizio 2005) ma che è davvero partito lo scorso anno con le due prove al mondiale di Osaka. In Giappone Schwazer aveva gareggiato sia nella 20 che nella 50km. La prima per preparare la seconda.

PRONOSTICO RISPETTATO - Ed è proprio la 50km di Osaka ad avergli fatto capire che l’oro olimpico era non solo alla sua portata ma che poteva essere lui il grande ed unico protagonista di questa gara. E non si è fatto smentire. Lo scorso anno era finito in bronzo con rabbia, con ancora troppe energie in corpo da poter usare a gara finita, come disse anche prima della sua gara di oggi: "Quello che non voglio è finire con rammarico – aveva detto due giorni fa Schwazer –. Qualunque sia il mio risultato vorrei solo finire avendo speso tutto, anche se non dovessi vincere". Ma in cuor suo Alex ha sempre saputo che se le cose gli andavano per il verso giusto, avrebbe concluso la gara da vincitore. E così è stato!

Francesco Liello

da La Gazzetta dello Sport: foto e video di calcio, formula 1, ciclismo, motomondiale

Modificato da Navarre75

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E ancora dall'acqua...

Scaduto-Facchin' date=' che sprint

Delusione Rossi nel K4[/size']

Nel K2 1000 metri l'equipaggio italiano con una rimonta strepitosa negli ultimi 250 metri ottiene la medaglia di bronzo. Oro alla Germania, argento alla Danimarca. Ottave, invece, le ragazze del K4. Rossi e compagni solo quarti nel K4 1000

PECHINO, 22 agosto 2008 - Il bronzo che non ti aspetti. O quasi. In quello che doveva essere il giorno di Antonio Rossi, che ha solo sfiorato il podio, chiudendo 4° con il K4 1000, è la barca che lo stesso lecchese era abituato a portare in alto, con la quale vinse l’oro ad Atlanta (in coppia con Daniele Scarpa) e a Sydney (con Bonomi), oltre all’argento di Atene, che regala all’Italia una bellissima medaglia. È il quarto podio consecutivo per il K2 1000, ormai una piacevole tradizione della canoa italiana. La rimonta di Antonio Scaduto e Andrea Facchin, settimi ai 250, quarti ai 500 e quinti ai 750 metri, è stata coronata sul traguardo.

CREDERCI - Cinque soli centesimi sui polacchi, ma sufficienti per gioire. "Noi ci credevamo, Oreste (Perri, lo storico c.t., ndr.) ci credeva - attacca Scaduto, 31enne di Augusta (Sircausa), già bronzo ai Mondiali 2005 nel K4 500 - È una gioia immensa. Dedico la medaglia ai miei genitori, che sono qui in tribuna. Penso che mio padre sarà svenuto...". "Io invece credevo più nei 1000 di domani...", ammette Facchin, bronzo nel K4 500 agli Europei 2002. I due azzurri hanno anche approfittato del crollo degli ungheresi, a lungo in testa. "Ce lo eravamo detti prima della gara - aggiunge Facchin, 30enne padovano delle Fiamme Gialle - Cerchiamo di star lì, attaccati ai migliori, qualcuno cederà. Ed è proprio andata così".

ROSSI DA LEADER - Il K4 di Rossi, Benedini, Piemonte e Ricchetti arriva quarto in 2’57"62, dietro a Bielorussia (2’55"71), Slovacchia (2’56"59) e Germania (2’56"67), ma davanti a Polonia, Ungheria e Russia. Antonio porta sul volto i segni della fatica e della delusione. E parla, come sempre, da leader: "Fa male arrivare lì, a un passo, a un secondo dal podio - spiega il finanziere - Fra poco inizierò a pensare a cosa avrei potuto fare in più, alzarmi prima una mattina in cui invece sono stato pigro o un allenamento in più. Comunque non è una sconfitta, ho dimostrato di poter fare ancora bene, di non essere il vecchietto del circo. Sarebbe stato ben diverso se avvessi chiuso la mia ultima Olimpiade al nono posto". La leggenda del Bell’Antonio invece non si scalfisce con questa medaglia mancata, per la prima volta in un’Olimpiade. Diventa ancora più bella, perché la sua onestà, etica del lavoro, e il suo amore puro e incontaminato per la canoa lo fanno restare un gigante agli occhi dell’Italia che lo ha inneggiato quando su quel podio invece ci saliva. Possiamo solo dirgli grazie, e sperare di trovare un altro Rossi, in attesa di una nuova Idem. Ammesso che la "vecchia" non continui a stupire. A partire da domani, nell’attesa finale del K1.

K4 RAGAZZE - Il K4 500 di Stefania Cicali, Alessandra Galiotto, Fabiana Sgroi e Alice Fagioli ha chiuso invece all’8° posto la finale vinta dalla Germania, davanti a Ungheria (con la Kovacs, avversaria numero uno della Idem nel K1 500 di domani) e l’Australia, che ha strappato il bronzo alle polacche per soli 5 centesimi. Era la prima volta che un K4 femminile azzurro centrava una finale olimpica, quindi già esserci e non aver chiuso all’ultimo posto va considerato un successo.

dal nostro inviato

Massimo Oriani

da La Gazzetta dello Sport: foto e video di calcio, formula 1, ciclismo, motomondiale

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La noble art...

Splendido Russo: è finale

Picardi' date=' bronzo col sorriso[/size']

In attesa di Cammarelle (ore 15.46) una vittoria e una sconfitta per i nostri pugili nelle semifinali. Il massimo di Marcianise batte lo statunitense Wilder, mentre il napoletano soccombe davanti al forte thailandese Jongjohor

PECHINO, 22 agosto 2008 - Un bronzo sicuro, si può sperare in un oro. In attesa del match di Roberto Cammarelle il bilancio odierno dell'Italia della boxe è di una vittoria e di una sconfitta. La vittoria, quella di Clemente Russo nella semifinale dei 91 kg; la sconfitta, sempre in semifinale, di Vincenzo Picardi nei 51 kg.

Russo-Wilder 7-1

Clemente Russo combatterà domani sera per il titolo olimpico dei pesi massimi, la categoria regina: un risultato esaltante che premia il talento e l’esperienza del pugile di Marcianise, ormai una certezza granitica. Dopo il Mondiale del 2007, dunque, Clemente potrebbe conquistare una doppietta storica, mai riuscita ad alcun azzurro, e riportare in Italia un oro olimpico che manca da vent’anni, dal successo di Parisi a Seul nei piuma. E in attesa di Cammarelle, che disputerà la semifinale dei supermassimi nel pomeriggio italiano. L’americano Deontay Wilder, che si è avvicinato alla boxe per guadagnare soldi per la figlia malata, è una montagna d’ebano alla quale Russo concede almeno dieci centimetri in altezza. Ma la superiorità in allungo del moro non è accompagnata da una tecnica sopraffina: Russo lo aspetta senza forzare e quando Wilder porta il diretto sinistro di sbarramento l’azzurro prova ad anticiparlo con il destro, come avviene allo spirare del primo round, nell’unico punto assegnato dai giudici nella frazione. Non è una bella sfida, l’americano fa davvero poco, è attendista e quando parte non trova mai il bersaglio. Russo è forse contratto, potrebbe sfruttare meglio la sua velocità quando l’altro si scopre, ma non corre mai rischi. Quando finalmente si scioglie, nel terzo round, mette un destro d’incontro (forse sulla spalla dell’avversario) e poi un diretto sinistro che lo portano dal 2-0 al 4-0, praticamente una polizza. Liberato dal peso del pronostico, Clemente nel quarto round si concede finalmente qualche azione delle sue, mette serie a due mani e vola fino al 7-0, macchiato solamente da un colpo preso a 4" dalla fine, con la guardia abbassata di chi sta già festeggiando. E’ il 7-1 dell’apoteosi, di un’altra finale con Chakhiev, già battuto ai Mondiali: un avversario solido, mancino, allievo di una scuola vincente come quella russa. Ma non un mostro. Forza Clemente, si può fare.

Picardi-Jongjohor 1-7

Si ferma in semifinale la marcia di Vincenzo Picardi nei 51 kg: per il pugile di Casoria, comunque una delle più bella realtà della categoria, resta la soddisfazione di un bronzo meritato, che si accompagna al podio già ottenuto l’anno scorso ai Mondiali. L’avversario, il thailandese Jongjohor, è una vecchia conoscenza: campione del Mondo nel 2005, alla rassegna iridata 2007 di Chicago incrociò Vincenzo in semifinale, battendolo con buon margine. Un rivale assai ostico, più alto dell’azzurro, con colpi dritti pronti a scattare sulle avanzate di Picardi e un’abile tecnica difensiva poggiata su un rapido movimento di gambe. Il nostro parte tuttavia senza timori ed anzi piazza il primo punto con un saettante sinistro. Come aveva annunciato alla vigilia, contro uno sfidante nettamente superiore in allungo, il campano cerca di accorciare la distanza con un pressing continuo, ma i diretti del thailandese sono veloci e precisi: 2-1 per lui. Nel secondo round il copione non cambia, ma la maggior precisione e pulizia stilistica di Jongjohor scavano il primo solco con due destri secchi in pochi secondi portati durante un furioso corpo a corpo. Il 4-1 sul tabellone adesso permette all’asiatico di controllare, mentre Picardi molla gli ormeggi e ad inizio terzo round prova l’assalto all’arma bianca: pane per i denti del rivale, che piazza un diretto destro e un gancio sinistro che in pratica chiudono la sfida. Vincenzo ci proverà coraggiosamente fino all’ultimo gong, meriterebbe probabilmente di più di quell’unico punticino iniziale, ma esce dal torneo a testa altissima. Per Jongjohor, sicuramente atleta di talento, finale con il cubano Laffita, capace di superare 9-8 il russo Balakshin grazie a un colpo messo negli ultimi 10" del match.

dal nostro inviato

Riccardo Crivelli

da La Gazzetta dello Sport: foto e video di calcio, formula 1, ciclismo, motomondiale

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Brasile di bronzo

con tanti rimpianti

I verdeoro battono 3-0 il Belgio nella finale per il terzo posto. Gara chiusa già nel primo tempo' date=' con i gol di Diego e Jo, che fissa il punteggio a fine partita. Ronaldinho gioca solo a sprazzi, calando nella ripresa[/size']

SHANGHAI (Cina), 22 agosto 2008 - Come nel 1996: al Brasile il bronzo e i rimpianti per aver lasciato ad Argentina e Nigeria la possibilità di giocare, domattina, per quell’oro che continua ad essere il suo grande tabù. E rimpianti anche per l’Italia, dopo aver visto Dembele (il suo giustiziere nei quarti di finale) e tutto il Belgio squagliarsi in una partita grigia, molle, senza pretese. Il Brasile ne ha approfittato per fare senza problemi quello che era considerato ormai un semplice dovere; Ronaldinho un po’ meno per giocare una partita che cancellasse le perplessità sorte dopo la semifinale con l’Argentina: il milanista ha giocato ancora una volta a sprazzi, nella ripresa è calato abbastanza vistosamente, e ha lasciato sulla partita due soli, nitidi ricordi: un rigore (non fischiato) subito nel primo tempo e un tocco di classe non sfruttato da Marcelo. C’è ancora abbastanza da lavorare, ma il Milan lo sa.

CAMBI - Dunga non ha cambiato granché la formazione umiliata in semifinale dall’Argentina: un cambio obbligato - Ramires per lo squalificato Lucas - e uno per scelta, a conferma dei problemi incontrati fino ad oggi nel trovare un assetto offensivo collaudato. O meglio: un centravanti "vero", in grado di finalizzare il teorico lavoro fatto alle sue spalle da due fantasisti come Ronaldinho (seconda punta solo in alcune circostanze) e Diego. Dunque, dopo aver iniziato il torneo con Pato e averlo rimpiazzato dopo tre partite con Sobis, il c.t. ha scelto Jo, nella speranza di avere se non altro un po’ di centimetri contro una difesa dura e chiusa come quella belga. Oggi meno impermeabile del solito, in verità. E si è visto dopo quasi mezzora di noia, passata ad aspettare da entrambe le squadre uno spunto, un guizzo.

SPRAZZI DI RONNIE - Ci ha pensato Ronaldinho - fino a quel momento piuttosto sotto ritmo e con un raggio di azione molto circoscritto - al 26’: ha puntato De Roover, lo ha lasciato lì, ma l’austriaco Einwaller, inspiegabilmente, ha scambiato un netto fallo per una simulazione. Il rossonero ha sorriso, ha invitato l’arbitro ad ascoltare i fischi del pubblico a cui ha fatto un gesto chiarissimo ("Voi sì che avete visto bene") e poi si è rimesso a giocare. Anzi, ad esultare, perché un minuto dopo il Brasile ha spezzato la fitta ragnatela eretta dal Belgio fra centrocampo e attacco: cross di Rafinha dalla destra, Diego sceglie bene tempi e forza della deviazione, rendendo inutile il tentativo di Haroun.

BELGIO - E’ stato a quel punto che il Belgio ha dato il meglio, con le sue ripartenze di cui sa bene più di qualcosa l’Italia: Mirallas al 34’ ha mancato di poco il tap-in su invito di Martens; lo stesso Martens al 40’ ha concluso con un gran tiro deviato in extremis da Breno un’azione da tre passaggi e blitz in area; Vermaelen al 41’ di testa ha messo fuori di un niente su corner di De Mul. Comprensibile, dopo questi brividi inattesi, l’esultanza di Dunga quando il Brasile, subito prima del riposo, ha messo al sicuro il risultato. Stavolta Ronaldinho ci ha messo il piede, mostrando a Ramires, attivato sulla destra, la strada verso la porta: Bailly ha fatto quel che ha potuto, ma sulla sua respinta Jo - complice la latitanza di Simaeys - ha usato bene il suo 1.89 per raddoppiare di testa.

FISCHI - La partita, di fatto, è finita lì, come hanno testimoniato anche i fischi del pubblico cinese, che già nel primo tempo aveva manifestato il suo disappunto per un accenno di melina dei brasiliani e nella ripresa ha proprio fischiato, quando la gara ha finito per trascinarsi blandamente. Neanche Ronaldinho, che nella ripresa è sparito per lunghi tratti, ha fatto granchè per ravvivarla, fatta eccezione per un quasi assist a Marcelo, messo davanti alla porta, con mezzo miracolo di Bailly. Solo a tempo scaduto, il Brasile ha punito il Belgio con le sue stesse armi: Jo lanciato in contropiede ha segnato il terzo gol, mettendo la seconda firma personale su questo bronzo che sa tanto di semplice consolazione.

dal nostro inviato

Andrea Elefante

da La Gazzetta dello Sport: foto e video di calcio, formula 1, ciclismo, motomondiale

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Volley: Italia-Brasile 1-3

Per il bronzo sarà Italia-Russia

La nazionale di Anastasi non ce l'ha fatta. In 4 set un Brasile obiettivamente più forte' date=' ha avuto ragione di un'Italia falcidiata dagli infortuni (nel corso della gara si è bloccato anche Mastrangelo). La finale olimpica sarà [b']Brasile-Usa. Per gli Azzurri, che hanno lottato punto a punto con i verdeoro, ci sarà la Russia. Obiettivo: coronare una bella avventura con un inaspettato bronzo. Brasile b. Italia 3-1 (19-25; 25-18; 25-21; 25-22)

Il Brasile è stato più forte. Ma l'Italia del volley esce a testa alta, anzi altissima. I verdeoro sono un'autentica bestia nera che la Nazionale non riesce a battere da cinque anni. Ma questo torneo olimpico, in cui gli uomini di Anastasi sono partiti da autentica outsider, ha rischiato di regalarci un'altra gradita sorpresa. Dopo il primo set, vinto dagli Azzurri, si è assistito a 3 battaglie punto a punto che la sfortuna, ancor prima che i brasiliani, ci ha sottratto. La nazionale brasiliana è fortissima e forse non avrebbe avuto bisogno degli infortuni di Corsano e di Mastrangelo (durante il match) per avere ragione di quest'Italia gagliarda che, fino all'ultimo, ha cercato di resistere a queste avversità. Adesso lo scoglio verso un sorprendente è graditissimo bronzo si chiama Russia. Una sfida dura, ma il carattere e l'umiltà di questa Nazionale meritano ogni augurio.

22 agosto 2008

da SPORTMEDIASET

Modificato da Navarre75

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