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21 ore fa, KimKardashian scrive:

Il passo di Twingo II è 2367 mm, quello di Clio II è 2473 mm

E allora vuol dire che non l'hanno ridotto a sufficienza sulla twingo 2 scappano proprio da dietro ma comunque globalmente si vede che era un'auto disegnata alla peggio come la modus...

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  • 2 mesi fa...
On 28/8/2008 at 00:11, j scrive:

Renault Laguna II:

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Renault Twingo:

http://panick.free.fr/etstyle/renaulttwingo-projets.jpgrenaulttwingo-projets.jpg.6c2c2f01ae8f85a0bec032d6bca60f6d.jpg

Renault Velsatis :

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Retrospettiva Scenic :

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On 1/9/2008 at 19:13, j scrive:

Dato che è stata ufficializzata ecco la versione scartata o sbaglio?

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appena sarà ufficializzata anche la Scenic posterò pure quella ;)

 

On 13/10/2008 at 13:12, j scrive:

gli schizzi iniziali riguardo al Concept Scenic (1991)

http://panick.free.fr/lequement/imagesautos/scenic_sketch.jpg

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On 19/10/2008 at 23:14, PaoloGTC scrive:

Tiriamo fuori qualche "inside" anni 80.

Renault 21, vettura al cui sviluppo prese parte pure Marcello Gandini.

Versione scartata. (fonte Auto)

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On 19/10/2008 at 23:14, PaoloGTC scrive:

Altra maquette scartata, leggermente americaneggiante. D'altra parte gli influssi in casa Renault arrivavano a quei tempi, c'era sempre l'occhio all'America. Infatti poi per l'accordo con la AMC la 21, seppure riveduta, venne venduta come Medallion. (fonte Auto)

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On 6/11/2008 at 14:57, j scrive:

Frontale e posteriore scartato della Renault Sandero (penso la StepWay)

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«Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.>> Albert Einstein.

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On 15/1/2009 at 00:14, JOKEJOE scrive:

Un ipotesi di ammiraglia su base 25 ...x gli Usa?

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On 15/1/2009 at 00:19, JOKEJOE scrive:

Mini Espace Matra P42

E mini pure la foto !

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On 15/1/2009 at 22:28, JOKEJOE scrive:

R14

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On 15/1/2009 at 22:28, JOKEJOE scrive:

R18

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«Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.>> Albert Einstein.

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  • 4 mesi fa...

Nel lontano 1958 Renault avviò gli studi per la sostituta della sua ammiraglia dell'epoca, la Frégate.

Una prima proposta di stile arriva da Ghia, che in quel periodo collabora molto attivamente con Renault.

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Se il frontale è relativamente classico e americaneggiante, con i parafanghi protesi in avanti, dietro la linea si distingue in modo assai originale per la forte modanatura sulla fiancata e soprattutto per la coda spiovente quasi a due volumi, pur non prevedendo un portellone.

Il modello asimmetrico qui sopra, rivela anche il fatto interessante che la proposta prevedeva sia la soluzione a due porte (qui sopra), sia quella a quattro porte e sei luci (sotto la maquette):

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Il presidente Renault dell'epoca, Pierre Dreyfus, pensa in grande però, e intende sviluppare un'auto di livello superiore, in grado di competere anche nel ricco mercato statunitense, nel quale Renault si è lanciata da poco.

Il Progetto 114 viene avviato secondo questi obiettivi e prende corpo come una berlina tre volumi da 4,50x1,72 metri, dotata di un nuovo motore 6 cilindri in linea da 2,2 litri e 110CV circa, classica trazione posteriore con cambio a 4 marce, freni a disco sulle quattro ruote con servofreno Hydrovac.

Nel 1961 i prototipi sono già numerosi, con varie proposte di stile.

 

Dal prototipo denominato "Bagatelle":

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...che ha tutta l'aria di essere la trasposizione in scala reale del modellino già postato da @PaoloGTC tempo addietro, attribuito a Gaston Juchet e Luc Louis:

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Poi quello del designer Michel Beligond:

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Non molto distante nell'impostazione generale da quest'altra, su cui aveva lavorato ancora Ghia (attribuita a Sergio Sartorelli):Renault_projet-114_1961_Ghia-Sartorelli_alternativa_front-bn.thumb.jpg.77e4193ee3d47112b6bfeae776809c4c.jpg

...poi ulteriormente evoluta nel frontale e nella forma/dimensione del terzo finestrino laterale:

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Tuttora ne esiste un prototipo in colore azzurro nei musei della Régie:

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Visto che siamo in questa sezione, è chiaro che niente di tutto ciò ha mai visto la luce, perché nel 1961 il progetto 114 fu cancellato.

Perché? Le motivazioni furono ricondotte ai risultati deludenti di abitabilità, a previsioni sui costi di produzione giunte a livelli eccessivi, mentre la situazione di Renault nel mercato americano era assai meno rosea di pochi anni prima e tensioni attraversavano anche i mercati europei.

Dreyfus e i responsabili della Régie ritennero quindi necessario riformulare l'idea del nuovo modello di punta Renault, puntando un settore di mercato che si stava rivelando centrale nell'Europa di quel periodo, quello delle berline medio-superiori da famiglia, di cilindrata media, interpretato però in forme originali e innovative.

Nacque così il nuovo progetto 115, che fece tesoro di alcune delle esperienze del precedente 114 e finalmente portò nel 1965 alla presentazione della nuova R16.

 

Modificato da angeloben
aggiunto riferimento a maquette in scala di Juchet e Louis
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  • 3 settimane fa...

Riprendiamo il discorso da dove lo abbiamo lasciato, cioè dal progetto 115, avviato nel 1961 e chiuso nel 1965 con la commercializzazione della fortunata Renault 16.

E che ci facciamo qui nelle [MAI NATE] se parliamo di un prodotto finito e stranoto come R16?

Be', un motivo c'è. Anzi... sono tre!

 

[Micro semi-OT]

E non si tratta di una classica design story, ché quelle io le vedo meglio in apposite discussioni, mentre questi thread [MAI NATE] generali mi paiono più adatti a specifici progetti effettivamente mai portati in produzione. Ma è un mio punto di vista, per carità. :rolleyes:

[fine Micro semi-OT]

 

Dicevo... progetto 115.

Tutti conosciamo la R16 (chi non la conosce è chiaramente un neonato. :P O forse no? :saggio), un successone che dal '65 scavalcò tutti gli anni Settanta per concludere la propria carriera solo agli albori degli anni Ottanta, con quasi 2 milioni di esemplari venduti. E tutto con una sola configurazione di carrozzeria.

 

...ma anche lei ha i suoi scheletri nell'armadio... :ph34r:

Durante la gestazione infatti, l'idea di una versione sportiva della nuova "ammiraglia" di casa era stata affrontata con decisione. Si voleva probabilmente dare lustro alla nuova arrivata con un modello esclusivo e di immagine.

Ecco dunque non uno, ma ben due prototipi - che le fonti datano entrambi al 1963 - di coupé sviluppati all'interno del progetto 115.

Il primo è interessante perché il disegno appare del tutto scollegato dal modello di origine:

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Uno stile classico, forse non molto sportivo, ma raffinato ed elegante. Forse non è un caso che, secondo la fonte di questa foto d'epoca, si tratti della proposta di Bertone denominata "Ontario", realizzata nel '63 come già detto.

Ed ecco altre foto dell'esemplare tutt'oggi esistente e conservato, dalle quali emergono coda e (soprattutto) frontale come elementi caratterizzanti:

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Se questa sopra appare come un'idea decisamente a sé stante, lo stesso non si può dire di questa seconda proposta:

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Qui il collegamento con R16 è palese, sebbene alla fine solo il frontale sia davvero in comune con la berlina; proprio l'insufficiente condivisione di componenti - e quindi il costo - risultò alla base della decisione di non procedere, ma forse anche lo stile un po' troppo convenzionale non aiutò.

Peraltro, come è abbastanza evidente, proponeva una soluzione coupé-cabriolet, per mezzo di un hardtop asportabile.

Interessanti anche i paraurti posteriori arcuati, un dettaglio abbastanza di moda all'epoca, sebbene qui non trovi un'integrazione ottimale per via dell'uso degli stessi fari posteriori della berlina.

Ancor più degno di nota il particolare della calandra con il setto centrale in lamiera, in continuità con la scanalatura del cofano, a dividere realmente in due la calandra. Soluzione vista in più di uno dei disegni originali dello sviluppo di R16, e che per qualche ragione arrivò in produzione in versione "grigliata", perdendo gran parte dell'effetto stilistico.

Un'idea, questa della calandra bipartita, forse attribuibile al designer Philippe Charbonneaux, il quale è l'autore anche della terza mai nata di questo post:

la R16 tre volumi!

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E' indubbio che la scommessa più forte della nuova R16 fu la formula due volumi con portellone.  Tanto innovativa che persino a presentazione ormai già avvenuta (nel 1965), ancora i dubbi erano tali che uno dei designer di punta di Renault, Charbonneaux appunto, realizzò questa proposta a tre volumi a posteriori, just in case...

Evidentemente non ce ne fu bisogno.

E il prototipo lo ha conservato nella sua collezione lo stesso Charbonneaux, collezione poi passata al museo dell'automobile di Reims, dove si trova adesso:

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Stile molto "francese", ma non nella migliore delle sue espressioni a mio avviso.

 

Avevo detto di tre motivi per parlare di [MAI NATE] a proposito di R16, e allora qui mi potrei fermare.

Ma... oggi abbiamo il bonus! :b1

 

RAG (1966)

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Dopo la bocciatura delle coupé all'interno del programma 115, l'idea di una sportiva di gamma più alta non era evidentemente sopita in Renault.

E così, nel 1966 Renault, Alpine e Gordini si misero tutti insieme (da qui la sigla R.A.G.) per lavorare su una sportiva basata su meccanica R16.

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Una coupé due posti, pensata anche come spider con hardtop, dalla linea piacevolmente aggressiva a mio parere, ma che non ebbe seguito perché considerata troppo elitaria (due soli posti...) per il pubblico più familiare che Renault intendeva raggiungere. Obiettivo che si decise quindi di perseguire all'interno del programma 117 (in sviluppo per la R12), derivandone le note coupé a quattro posti (le R15 e R17) che usciranno nel 1971.

Modificato da angeloben
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  • 2 settimane fa...

Proseguiamo nel tempo con le travagliate vicende della Régie nell'alto di gamma.

Abbiamo visto come sul finale degli anni Cinquanta, Renault avesse provato ad alzare l'asticella con il progetto 114, con l'idea di realizzare una berlina di rappresentanza con motore 6 cilindri oltre i due litri. E anche come - già nel 1961 - questo fosse stato abbandonato in favore di un segmento più accessibile, con il progetto 115 e la R16 del 1965.

 

Passano pochi anni però e la situazione si ripresenta, in forme ancor più estreme...

 

La storia che segue è stata resa nota nei dettagli da Renault stessa in occasione del salone Rétromobile del 2020 e le info e foto che riporto provengono più in specifico dal sito CarDesignArchives.

 

E' il 1966 e l'orizzonte è quello dell'apertura del mercato comune europeo prevista nel 1968.

Vi rimando alla fonte per le informazioni più complete, ma in sintesi è passato appena un anno dalla presentazione della R16, e avviene che Renault e Peugeot firmano un'intesa strategica per condividere alcune attività industriali per ridurre i costi e accrescere la capacità di penetrazione nei mercati europei.

Se il primo sviluppo dell'intesa è il progetto comune M121 per le piccole berline che diverranno la Peugeot 104 e la Renault R14, nell'estate dello stesso 1966 parte anche un altro progetto, di tenore esattamente opposto: l'alto di gamma.

Si tratta del "Projet H" e questa volta si parla di un livello decisamente superiore: le due case vorrebbero detronizzare Citroen sempre al vertice dell'automobile francese con la sua DS e insieme affrontare la sfida europea contro le grandi tedesche, inglesi e italiane.

 

Il programma prevede la realizzazione di due vetture sorelle, una per ciascun marchio, che condividano la meccanica, mentre non è chiarissimo quanto si sarebbero potute differenziare all'esterno. Le specifiche sono di grande impatto: lunghezza intorno ai 4,90 metri per 1,88 di larghezza, trazione posteriore, sospensioni oleopneumatiche (derivate da quelle che Peugeot aveva sviluppato - senza mai metterle in produzione - su 404), motore addirittura V8 da 3,5 litri (anch'esso demandato a Peugeot come sviluppo).

Nel 1967 ci sono già i primi modelli di stile:

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Uno è presentato da Peugeot (è quello più  sinistra), che si è rivolta a Pininfarina.  [Ne parlo nella discussione su Peugeot, qui il link]

 

Gli altri tre sono di Renault: all'estrema destra la proposta del designer Jean-Claude Mornard, accanto (semi-nascosta) quella di Vincent Dumolard, più a sinistra quella di Michel Béligond.

 

Tutte condividono una fiancata a tre luci, ma rispetto all'elegante, equilibrata, classica - seppur moderna - Peugeot, le proposte Renault spiccano per un approccio stilistico sicuramente più originale e "trasgressivo", se mi passate il termine.

Un tratto comune di queste Renault sono i paraurti in classico acciaio cromato, ma dalla linea fortemente integrata nella carrozzeria.

 

Partiamo da quella in primo piano a destra, quella di Mornard:

il frontale è caratterizzato dal paraurti coi lati ricurvi verso l'alto (mi pare che qualcuno li avesse definiti "alla Dalì", ricordando i famosi baffi all'insù dell'artista spagnolo :-D) e che incorniciano la grande fascia con i proiettori nascosti, perfettamente integrati con la calandra.

Poi la fiancata:

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Una tre volumi, sì, ma dalla coda molto spiovente e il lunotto assai inclinato, tanto che qualcuno la definisce "2 volumi e mezzo".

 

Purtroppo non ci sono molte informazioni sulla maquette di Dumolard (quella parzialmente coperta nella foto di gruppo).

Dal dettaglio di un'altra foto (sotto)

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si evince che era tre volumi pura, mentre per il resto pare condividere l'estetica di tutta la sezione frontale e dei paraurti con la terza proposta Renault, quella al centro della foto d'insieme.

 

Proprio questa, la proposta del designer Michel Béligond, risulta l'unica sopravvissuta e conservata nel museo Renault, completa di meccanica e di interni.

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Peraltro è anche quella che si distingue per l'impostazione più originale, con la sua linea schiettamente due volumi (sebbene senza portellone), suggerendo l'intenzione di rendere tale formula un tratto caratteristico del design Renault, vista anche la R16 presentata poco tempo prima.

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Il profilo di coda concavo, così come l'estensione e la forma della terza luce laterale sono davvero inusuali.

La vista posteriore mette in evidenza i paraurti che inglobano le luci posteriori, ma anche lo spesso profilo cromato che corre lungo i montanti e il fianco del padiglione fino a terminare sulla coda, ai lati del cofano bagagli.

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Come dicevo, niente portellone, ritenuto fuori luogo per una limousine di questa classe. Il classico cofano dà accesso ad un grande bagagliaio, tutto rivestito come si conviene, ma dalla forme un po' tormentate...

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...anche per la presenza del bocchettone di rifornimento, dotato pure di sportellino dedicato, proprio sotto la maniglia del cofano bagagli:

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Se le linee esterne non fanno gridare al miracolo - per quanto coraggiose e moderne per i tempi - l'interno colpisce per la ricchezza delle sue dotazioni, obiettivamente non comuni per quegli anni, anche nel settore del lusso.

Il progetto degli interni fu affidato al designer Robert Broyer. Il disegno e la sua realizzazione sembrano ancora un po' approssimativi, rivelando una comprensibile distanza da un possibile modello definitivo:

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Tuttavia, la completezza e il disegno della strumentazione, nonchè la raffinatezza delle sellerie e delle pannellature rivelano chiaramente gli obiettivi di un altissimo livello di lusso e confort del progetto.

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Le dotazioni prevedono sedili con svariate regolazioni, poggiatesta e poggiabraccia assai estesi e regolabili sia davanti che dietro, persino una climatizzazione con doppia regolazione, anteriore e posteriore.

 

A livello meccanico, il prototipo adotta in effetti un V8 messo assieme da Peugeot accoppiando due 4 cilindri in ghisa, alimentato con due carburatori doppio corpo.

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Il cambio è un tradizionale quattro marce, con leva al volante, la trazione posteriore. Le sospensioni sono a doppi triangoli sovrapposti, con ammortizzatori classici.

 

La fine è sempre la stessa... :-(

Nuove analisi di mercato e l'avanzare del progetto mettono in evidenza i rischi estremi di redditività dell'intero programma, soprattutto a causa degli elevati investimenti richiesti per lo sviluppo. A metà 1967 il Progetto H viene chiuso.

 

Le ambizioni di alto di gamma dei due marchi vengono drasticamente ridimensionate, riformulando nuovi progetti assai meno arditi (projet 120 Renault e projet J Peugeot). Non venne del tutto abbandonata l'idea di un nuovo motore plurifrazionato, ma sarà "solo" un V6, che sfrutterà comunque l'esperienza degli sviluppi iniziali del V8 cassato col progetto H e diverrà il famoso PRV, che finalmente vedrà la luce solo 7 anni dopo, montato per la prima volta sulla nuova ammiraglia... Volvo 264!

Sì, perché nell'accordo Peugeot-Renault per il nuovo V6, ad un certo punto si era inserita anche Volvo come partner, ultima ad arrivare e prima a beneficiarne...

Modificato da angeloben
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Ormai stiamo ripercorrendo parte della storia delle [MAI NATE] Renault e siamo rimasti all'estate del 1967 con la stroncatura del più ambizioso dei progetti delle Régie, quello di una vera ammiraglia di lusso senza compromessi, in collaborazione con Peugeot.

E dicevamo che - lato Renault - la chiusura del Projet H aveva significato ridimensionare le ambizioni e riformulare le idee in un nuovo programma, che prese il nome di Projet 120.

Doveva essere la nuova ammiraglia, sì, ma più "ragionevole" del Progetto H e più compatta di una ventina di centimetri almeno (non più di 4,70 m quindi).

Un modello tutto nuovo, da posizionare chiaramente sopra R16, ma con una filosofia non troppo distante da quest'ultima: dalla trazione posteriore del Progetto H si passa alla trazione anteriore (come R16), e la carrozzeria deve essere anch'essa a due volumi, come R16 e come le coupé 15 e 17 che sono in via di definizione per uscire nel 1971.

 

Nel 1969 arrivano le maquette a scala reale:

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Il tema stilistico è chiaro: due volumi con coda piuttosto rastremata, fiancata a tre luci, paraurti dal disegno integrato nella carrozzeria, ma che adesso - a differenza dei prototipi del progetto H - non sembrano più in acciaio cromato bensì in un innovativo materiale plastico! 

 

R5 arriverà nel 1972, con i suoi innovativi paraurti in plastica, ma dal disegno meno raffinato di questi.  Le affinità con R5 però si possono trovare anche nel disegno dei fari anteriori (nella maquette di mezzo, con i fari rettangolari), ma persino nelle maniglie, con il loro curioso disegno verticale e incassato.

 

 

Qualcosa però non convince ancora. Le indecisioni sul futuro della gamma alta Renault continuano, il motore di punta pensato per questo nuovo modello (figlio del V8 del progetto H) non è assolutamente pronto, e soprattutto... sono passati quasi 5 anni dalla presentazione e nessuno ha ancora pensato ad un programma per la futura sostituta di R16!

E' vero che quest'ultima è un grande successo e non mostra segni di flessione alcuna, ma il tempo scorre per tutti e i rischi di trovarsi impreparati non li può correre nessuno.

 

E' così che la Régie si trova a cambiare ancora una volta i suoi programmi.

Il progetto 120 viene chiuso, anzi, trasformato nel 1970 nel nuovo projet 127 (poi X27 col cambio nomenclatura avvenuto nel frattempo).

E finalmente, dopo tanti ripensamenti - estetici e strategici - diverrà nel 1975 la nuova R30, assieme alla sorella "minore" R20, pensata per prendere l'eredità di R16.

 

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