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Giochi paralimpici di Pechino: si parte!


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Gli atleti:

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Repubblica

Paralimpiadi, Pechino si riaccende

Undici giorni di gare, 4200 atleti

PECHINO - Il presidente cinese Hu Jintao ha dichiarato aperta la XIII edizione dei Giochi Paralimpici. A meno di due settimane dalla fine dei Giochi, quindi, a Pechino si torna a respirare l'aria dei cinque cerchi. La cerimonia d'apertura della manifestazione si è tenuta nell'ormai famoso stadio Nido d'uccello davanti a più di 90mila spettatori. L'evento coinvolgerà 4200 atleti di 150 paesi, fino al 17 settembre. Ottantaquattro gli italiani, impegnati in 12 discipline.

La parata inaugurale. Introdotti dal conto alla rovescia tra cartelloni e scritte luminose, migliaia di coloratissimi ballerini con tanto di fuochi d'artificio e sventolio di bandiere hanno accolto gli atleti delle 147 nazioni che prenderanno parte all'evento. La folla ha tributato un lungo e fragoroso applauso alle coreografie, che il famoso regista cinese Zhang Yimou ha impreziosito aggiungendo il linguaggio dei segni alla potenza simbolica della danza.

La prima a sfilare, secondo i caratteri dell'alfabeto cinese, è stata la Guinea, seguita dalla Turchia e via via da tutte le altre delegazioni. Da brivido l'accensione del calderone olimpico con Hou Bin, tre volte campione paralimpico di salto in alto, che sulla sua carrozzella ha riacceso la fiamma spenta lo scorso 24 agosto.

In tribuna d'onore, tra gli altri, il presidente onorario del Cio Juan Antonio Samaranch, il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, quello tedesco Horst Koehler e il primo ministro sudcoreano Han Seung-Soo, tutti ricevuti in mattinata Hu Jintao, che dopo il grande successo dell'Olimpiade punta al bis. "L'attenzione ai disabili - ha detto il capo di Stato cinese - è un simbolo importante di civiltà e progresso. Il popolo e il governo del mio Paese hanno sempre dato grande rilevanza alla causa dei disabili".

L'augurio di Pancalli agli azzurri. "Sentiamo il Paese vicino. Sono convinto che questi splendidi atleti e atlete sapranno onorare l'Italia come già fatto dagli altri azzurri olimpici". Queste le parole del presidente del Comitato Paralimpico Luca Pancalli, "A Pechino si riaccendono i riflettori - ha aggiunto Pancalli - Saranno protagonisti fantastici atleti che saranno interpreti di messaggi unici che solo lo sport riesce a dare".

L'esclusa. Tra gli scontenti l'australiana Jessica Gallagher, che non potrà partecipare ai Giochi perchè non è "abbastanza cieca". Il suo occhio destro è rientrato nei criteri fissati per essere ammessi alla Paralimpiade cinese, ma quello sinistro è in buone condizioni. Così la 22enne atleta, iscritta a lancio del disco, salto in lungo, getto del peso, 100 e 200 metri di velocità, non potrà scendere in pista. La Gallagher, affetta dalla nascita da una rara malattia degenerativa, già prima di partire per Pechino era consapevole di essere al limite degli standard di handicap richiesti per gareggiare ai Giochi. Per una vera e propria beffa della sorte, le condizioni dell'occhio sinistro essendo in via di ulteriore deterioramento, fra dodici mesi sarebbe potuta essere ammessa. Grazie alla sua abilità come osteopata, tuttavia, resterà a Pechino con il resto del team australiano.

Antidoping da record. Saranno almeno 1.100 i controlli contro il doping annunciati dal "Bocog", il comitato organizzatore delle Paralimpiadi. Si tratta del numero più alto nella storia paralimpica: Ad Atene, quattro anni fa, ne furono effettuati meno di 700. La "squadra" anti-doping che a Pechino si occuperà dei test è formata da ben 480 persone.

Il calendario senza veli. Fra le iniziative più interessanti legate alla manifestazione quella della squadra tedesca. Come riporta il quotidiano tedesco Bild, infatti, Una parte degli atleti teutonici si è presentata senza veli in un calendario sexy a fini di beneficenza. Il quotidiano ha anche pubblicato le foto di 14 di questi atleti paralimpici, uno dei quali alza, 'senza veli', il bilanciere del sollevamento pesi dalla carrozzella su cui siede. Il calendario, intitolato "Fine Handicaps", è visibile sul sito della Bild e acquistabile on-line. Parte del ricavato andrà a sostegno finanziario della Federazione tedesca dello sport per handicappati.

(6 settembre 2008)

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repubblica

L'Italia all'assalto delle Paralimpiadi: 90 azzurri in gara. Obiettivo? Superare quota 20 medaglie...

Centocinquanta nazioni rappresentate e quattromila atleti che si contenderanno gli ori e gli argenti in impianti di gara avveniristici. Sono lontani i tempi in cui i Giochi Paralimpici (la prima edizione si tenne a Roma nel 1960) erano una versione scolorita e un po’ trascurata delle Olimpiadi. Oggi Pechino si prepara con grande entusiasmo a ospitare la tredicesima edizione delle Paralimpiadi Estive, che cominceranno il 6 settembre e andranno avanti fino al 16, quando si tireranno le somme e si farà il conto delle medaglie conquistate. E intanto cominciano a scaldarsi i 90 azzurri (84 atleti più 6 atleti guida), che rappresenteranno l’Italia in dodici discipline: atletica leggera, canottaggio, ciclismo, equitazione, judo, nuoto, scherma, tennis, tennistavolo, tiro a segno, tiro con l'arco e vela.

La speranza, ovviamente, è che l’Italia riesca a ottenere risultati ancora migliori rispetto ad Atene quattro anni fa, quando ottenne 19 medaglie: 4 ori, 8 argenti e 7 bronzi. Ma i responsabili tecnici delle squadre paralimpiche azzurre non azzardano pronostici e preferiscono incrociare le dita. Certo è però che l’Italia arriva a Pechino con grandi speranze, tra cui Francesca Porcellato, portabandiera della squadra italiana e una delle atlete di punta del movimento paralimpico italiano, che ha alle spalle già cinque edizioni dei Giochi Paralimpici e dieci medaglie.

Atletica leggera. Francesca Porcellano non è l’unica atleta che potrebbe salire sul podio per l’atletica leggera, la disciplina che quattro anni fa ad Atene ha fruttato il maggior numero medaglie. E che quest’anno, secondo Mario Poletti, responsabile tecnico della squadra italiana, presenta tutti atleti fortemente competitivi, che possono classificarsi ai primi posti. Tra coloro da cui ci si aspetta molto ci sono naturalmente Roberto La Barbera e Stefano Lippi, entrambi vincitori di una medaglia d’argento per il salto in lungo nel 2004. Molte aspettative anche sui tre maratoneti Andrea Cionna, Fabrizio Cocchi e Walter Endrizzi, che sono andati molto bene negli allenamenti.

Ciclismo. “Puntiamo al miglior risultato possibile, ovvero a confermare i due ori conquistati in occasione degli ultimi Mondiali di Bordeaux - dichiara il responsabile tecnico per il ciclismo, Mario Valentini - anche se ovviamente cercheremo anche di migliorarci e di portare le medaglie di bronzo ad argento e quelle d’argento a oro. Fari puntati, dunque, su Fabio Triboli (un argento e un bronzo nel 2004) e Fabrizio Macchi (un bronzo nel 2004), ma anche su Pierpaolo Addesi, Paolo Viganò, Cinzia Coluzzi e Silvana Vinci, che appare come una promessa del ciclismo paralimpico nonostante la sua giovane età.

Nuoto. Si tratta di una delle discipline più in salute nel panorama italiano. Dieci atleti, che a detta del responsabile tecnico Silvano Bisleri, sono pronti a giocare un ruolo di punta ai prossimi Giochi Paralimpici. Grande attenzione per Francesca Secci “un’atleta emergente”, secondo Bisleri, che pur essendo appena diciottenne detiene già il record europeo nei 100 farfalla. Anche il settore non vedenti ha grandi ambizioni in vista di Pechino, con Maria Poiani e Cecilia Camellini che, nonostante i suoi sedici anni, Bilseri definisce “l’atleta italiana più forte e competitiva che abbiamo in squadra”. La Camellini, infatti, “detiene la migliore prestazione nei 400 stile e mi aspetto molto da lei”. Per la squadra italiana maschile, invece, ci sono i veterani Carlo Piccoli e Luca Mazzone, atleti ancora capaci di grandi prestazioni.

Scherma in carrozzina. Sette atleti in gara, un oro paralimpico conquistato quattro anni fa da difendere e concrete possibilità di successo. Il responsabile tecnico della nazionale, Fabio Giovannini, mette da parte la scaramanzia: “I ragazzi sono competitivi e questo lo dicono i fatti e l’impegno che mettono in ciò che fanno”. Giovannini è uno che ama parlare chiaro: “Evito giri di parole e dico che da Alessio Sarri mi aspetto una medaglia”, dice. “Non voglio indicare il gradino, ma Alessio è quello che ha più probabilità di conquistare un podio”. Grandi speranze anche su Gerardo Mari e Rosalba Vettraino, un’altra possibile candidata al podio che a Pechino potrebbe fare il grande salto.

Tennistavolo. A Pechino gareggerà la delegazione azzurra più numerosa di sempre, e questo già di per sé rappresenta un traguardo. “Abbiamo girato il mondo in lungo e in largo”, spiega il responsabile tecnico Alessandro Arcigli. “Basta pensare ai tornei giocati a Taipei, Giordania, Irlanda, Slovenia, Romania, Serbia, Argentina e Croazia, oltre alle manifestazioni in Italia. Gare alle quali hanno partecipato una trentina di atleti italiani, aspetto che ci ha permesso di creare una squadra compatta e ben articolata".

Canottaggio. Questa disciplina rappresenta un esordio assoluto a una Paralimpiade: un elemento che sicuramente avrà un forte peso per gli azzurri, ma anche per tutte le altre squadre partecipanti. Ma si tratta di una questione sulla quale Paola Grizzetti, responsabile tecnico della squadra italiana, non se la sente di sorvolare: “"L'Italia, come del resto tutte le altre Nazioni, vivrà la situazione nuova di confrontarsi in occasione di un evento come i Giochi Paralimpici, un appuntamento che genera stati d'animo del tutto particolari anche se, a pensarci bene, parliamo di atleti che hanno avuto già modo di misurarsi in ambito mondiale”.

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Il Tricolore torna a sventolare su Pechino

Se il successo di un evento si potesse misurare dai biglietti venduti in anticipo rispetto al suo inizio, le Paralimpiadi di Pechino sarebbero già a un passo dall'eccellenza. A dispetto di tutti quelli che le danno per poco interessanti e commercialmente non remunerative, gli organizzatori della manifestazione hanno fatto sapere che a poco meno di una settimana dall'inizio delle gare era già stato venduto o assegnato iI 75 per cento dell'1,65 milioni di biglietti disponibili per le Paralimpiadi.

La richiesta di biglietti è andata talmente oltre le attese, che gli stessi organizzatori si sono visti "costretti" a mettere a disposizione altri biglietti per le gare più richieste che si disputeranno allo stadio Nazionale "Nido d'uccello" e al "Cubo d'Acqua". Il punto della situazione a quattro giorni dall'inizio vedeva quindi 1,19 milioni i biglietti emessi dalle biglietterie di cui 300 mila distribuiti gratuitamente a studenti, invalidi e altri cittadini.

Si potrà anche dire che è la solita esagerazione degli organizzatori i quali devono giocare al rialzo per non far crollare ulteriormente l'interesse e i guadagni, ma se per i media italiani che si occupano di sport, le Olimpiadi di Pechino sono chiuse definitivamente, gli altri seguono almeno le notizie provenienti dalle agenzie di stampa e ci parlano di una Pechino tornata tutt'altro che alla normalità.

Ve ne avevo parlato già in due post nei giorni scorsi, ma cominciavo a dubitare della serietà delle mie di fonti. Invece la Rai ha mandato in onda diversi servizi nel corso dei suoi Tg che dimostrano come invece il villaggio olimpico e Pechino si siano davvero trasformati a tutto vantaggio dei nuovi atleti e dei visitatori disabili. Altro che volontari finalmente in vacanza: sono tornati ai corsi per seguire al meglio i nuovi ospiti!

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Paralimpiadi: la scherma su sedia a rotelle

SPORT. La scherma in carrozzina è stata una delle prime discipline sportive praticate da atleti disabili grazie a Ludwig Guttmann che l'ha messa a punto allo Stoke Mandeville Hospital intorno agli anni '50. Tuttavia a livello internazionale, rispetto ad altre discipline, è relativamente poco diffusa, probabilmente anche a causa dei costi della attrezzatura, superiori alla media degli altri sport.

È entrata a far parte dei Giochi paralimpici di Roma nel 1960 e viene suddivisa in tre specialità - spada, fioretto e sciabola - le cui regole fanno riferimento allo stesso regolamento internazionale che utilizzano gli schermidori normodotati, con l'aggiunta di alcuni adattamenti. Gli atleti salgono, infatti, con le carrozzine su alcune speciali pedane, isolate, angolate tra loro di 110°, che consentono il fissaggio della carrozzina, la quale deve risultare solidale con la pedana e non deve poter compiere oscillazioni in nessuna direzione.

La principale differenza tra la scherma tradizionale e quella in carrozzina consiste quindi nel fatto che non c'è la mobilità dei due schermidori lungo la pedana di 14 metri.

Nelle fasi preliminari ogni incontro dura quattro minuti. Vince chi raggiunge i 5 colpi messi a segno o quello che ne mette a segno di più nel tempo massimo. Successivamente si passa a un sistema di eliminazione diretta dove gli atleti competere su tre tempi di 3 minuti ciascuno con un minuto di pausa tra i turni. Il vincitore è il primo che mette a segno 15 colpi o quello che ne mette a segno di più nel tempo massimo. In caso di parità si procede con un minuto aggiuntivo dove il primo che mette a segno il colpo vince.

Nelle gare di squadra il primo team di tre elementi che raggiunge i 45 colpi è il vincitore.

Le gare individuali e di squadra di fioretto e spada sono sia maschili che femminili, mentre le gare di sciabola (individuali e di squadra) sono riservate agli uomini.

Il sistema elettronico per l'attribuzione del colpi è lo stesso usato nelle gare dei normodotati (ulteriori informazioni sul regolamentole puoi trovare su Sportdipiù).

Nella scherma in carrozzina come nel basket, è possibile la competizione integrata con gli sportivi normodotati, a condizione che essi accettino di gareggiare stando seduti. Non sarebbe male vedere alla fine dei Giochi di Pechino un incontro tra gli atleti olimpici Tagliariol e Vezzali in testa con i paralimpici.

LE CATEGORIE. L'attuale sistema di classificazioni per la scherma in carrozzina è stato introdotto ai Giochi paralimpici di Seul 88. La versione finale presentata alle Paralimpiadi è una sintesi del sistema già proposto dalla tedesca Strohm, ai Campionati Europei di Glasgow 1987, ed in seguito parzialmente modificato in collaborazione con Luca Michelini, attualmente collaboratore del CIP come presidente della Commissione classificatrice.

Si tratta di una classificazione integrata, che consente ad atleti affetti da disabilità differenti (amputazioni, poliomielite, cerebrolesioni, paraplegia, ecc.), di competere insieme.

Come per altre discipline, ai fini dell'attribuzione della classe NON vanno considerati l'abilità schermistica, l'equipaggiamento, la tecnica o l'allenamento BENSÌ la forza muscolare, la mobilità articolare e la coordinazione motoria. La valutazione comprende quindi sia dei test funzionali specifici sia una valutazione clinica, definita dall'IWF bench test in quanto, analogamente ad altre discipline, prevalentemente condotta sul lettino per le visite mediche. Alcuni schemi esemplificativi che rendono meglio l'idea dei test si possono trovare nella presentazione pubblicata da Andrea Pontillo, Istruttore Nazionale di Scherma e Tecnico C.I.P. (Comitato Italiano Paralimpico) di Scherma in Carrozzina.

In termini molto semplici possiamo dividere le categorie in questo modo:

Categoria A: atleti con paraplegie basse, deambulanti, amputati, emiplegici, spastici, ecc;

Categoria B: atleti paraplegici non deambulanti;

Categoria C: atleti tetraplegici.

LA SEDE OLIMPICA. Allestita temporaneamente all'interno del National Convention Center, la Fencing Hall, facilmente raggiungibile dall'Olympic Green può ospitare 5.700 spettatori per assistere a tutte le gare di Scherma.

LA NOSTRA SQUADRA.

Matteo BETTI

Gerardo MARI

Andrea PELLEGRINI

Alessio SARRI

Alberto SERAFINI

Loredana TRIGILIA

Rosalba VETTRAINO

ATTESE AZZURRE. Come per le olimpiadi le nostre speranze per la scherma paralimpica sono alte, ma non impossibili da realizzare.

Sette atleti in pedana, un oro paralimpico (Alberto Pellegrini, sciabola) conquistato quattro anni fa da difendere, concrete possibilità di far bene: si presenta così la squadra italiana di scherma in carrozzina in missione a Pechino. Un gruppo, nel complesso, in crescita e che può ambire non solo a confermare il risultato di Atene ma anche ad ottenere qualcosa di più.

"Metto da parte ogni tipo di scaramanzia: dico subito che vorrei due medaglie da questa spedizione cinese - dichiara Fabio Giovannini, responsabile tecnico della nazionale italiana - i ragazzi sono competitivi e questo lo dicono i fatti e l'impegno che mettono in ciò che fanno". "Il compito peggiore, a Pechino, spetta sicuramente a Loredana Trigilia - afferma Giovannini - nella sue prove, quelle della classe A, la competizione è durissima. Devo però dire che Loredana si è impegnata tantissimo, come tutti gli altri, del resto".

"Evito giri di parole e dico che da Alessio Sarri mi aspetto una medaglia - prosegue il tecnico azzurro - non voglio indicare il gradino ma Alessio è quello che ha più probabilità di conquistare un podio". "Un'altra medaglia può arrivare da uno qualsiasi degli altri componenti - aggiunge Giovannini - Gerardo Mari è uno di questi. E' cresciuto moltissimo, un talento ritrovato. Anche Rosalba Vettraino è una candidata al podio: se avrà continuità a Pechino potrà fare il grande salto". "Matteo Betti ha lavorato con me in questi ultimi mesi ha solo i cinesi davanti a lui, ma sta studiando per batterli. Andrea Pellegrini è una scommessa. Non è più quello di quattro anni fa, il tempo passa per tutti, soffre da tempo per dolori alla schiena, ma è un atleta esperto e ha lavorato con criterio per tutta l'estate". "Alberto Serafini, infine, si è qualificato all'ultimo momento, ma ha fatto una buona preparazione. Non ci sono gare a squadre, vediamo come affronta il girone". "Nella scherma gli ostacoli sono dietro ogni angolo - conclude Giovannini - una stoccata può fare la tua fortuna o cacciarti fuori - ammonisce Giovannini - è uno sport ad eliminazione diretta, dove se azzecchi la giornata puoi fare faville".

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Arte e salute

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Sarò grullo ma secondo me le paraolimpiadi dovrebbero essere abolite e le gare dei disabili dovrebbero far parte delle Olimpiadi "serie".

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Pechino 2008, il medagliere: testa a testa fra Cina e Stati Uniti. Italia indietro

Come nella competizione olimpica, gli squadroni cinese e statunitense si contendono la leadership del medagliere: tengono testa al duo solamente Gran Bretagna e Australia. Fanno meglio dell'Italia anche Germania, Francia e Spagna

ROMA - E' testa a testa nel medagliere fra Cina, Stati Uniti e Gran Bretagna e Australia al termine della seconda giornata delle Paralimpiadi di Pechino 2008: le quattro formazioni sovrastano tutte le altre nel computo delle medaglie conquistate e promettono di darsi battaglia fino alla fine dei Giochi. Al comando al momento c'è lo squadrone cinese, il più numeroso dei Giochi, capace di collezionare in due giorni ben 28 medaglie: otto sono quelle d'oro, cui si aggiungono dieci argenti e dieci bronzi. Tengono il passo gli Stati Uniti, capaci di conquistare otto ori, quattro argenti e cinque bronzi, per un totale complessivo di 17 medaglie, ben 11 in meno - comunque - rispetto ai padroni di casa. Ottime prestazioni per il movimento paralimpico britannico, che con sette ori, cinque argenti e tre bronzi conquista in totale 15 medaglie. Quarto posto per l'Australia, che con sei medaglie d'oro, cinque d'argento e nove di bronzo si è assicurata finora ben venti medaglie, il secondo bottino più considerevole.

L'evidente superiorità di questi quattro paesi è confermata dal fatto che la quinta piazza del Medagliere, quella del Canada, è occupata con tre medaglie d'oro, due d'argento e quattro di bronzo, per un totale di nove atleti sul podio. Il primo paese europeo dopo la Gran Bretagna è la Repubblica Ceca, al settimo posto con tre ori e tre bronzi, mentre la Russia - pur con dieci medaglie totali - deve accontentarsi della dodicesima piazza con due ori, tre argenti e cinque bronzi. Davanti all'Italia, che finora ha conquistato solamente il bronzo di Fabio Triboli nel ciclismo (gli azzurri sono 37esimi nel medagliere), si trovano anche la Germania (particolarmente sfortunati con un solo oro, ben otto argenti e tre bronzi), la Spagna (un oro, sette argenti e due bronzi) e la Francia (un oro, tre argenti, un bronzo). (ska)

(8 settembre 2008)

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