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Come è nata - Lancia Delta 1979


PaoloGTC

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Il buon Giugi pensava di disegnare il muso di una mini Maserati 4P III quando ha fatto questa. :D:D

A parte il solito richiamo al fatto che ha diesegnato Golf I.......(uffa che palotas, quando uscirà Golf XXIII mio figlio dovrà sorbirsi sta solfa :lol::lol: ) molto interessante come intervista.

Alla fine è stata l'auto che ha salvato Lancia (like Panda con FIAT) nei difficilissimi 1980/1.

Del resto Beta non aveva avuto il boom sperato, Gamma non vendeva più di tanto, Montecarlo era di nicchia.

Solo Delta poteva salvarla e rilanciarla.

Poi è un'auto piacevolissima da guidare tuttora, sembra strano che abbia quasi 29 primavere sulle spalle.

PS, non so se hai letto l'altro mio post nel th della Fiat130.. che riguarderebbe guardacaso proprio una Delta 1500 1s, se parliamo della stessa persona ;-)

Btw, a me Giugiaro non mi è mai piaciuto molto, nel senso che le sue auto non mi hanno mai emozionato, erano qualcosa di troppo razionale, prive di quel fascino "romantico" che distingueva altri disegnatori italiani.

Certo pero' bisogna ammettere che le sue auto sono fra quelle che poi nel tempo hanno mantenuto una certa attualità, senza invecchiare precocemente e certamente, come si capisce anche qua in questo bellissimo TH di Paologtc, come lui sia stato quasi piu attento prima a razionalizzare spazi e modernizzare concetti e fare auto di grande diffusione piu che a creare auto che dovevano affascinare: infondo era poi quello che richiedeva la Lancia per gli anni 80 dopo i modelli anni 70 di medio successo (IMHO piu colpa della qualità assemblaggi/materiali/affidabilita che non delle auto in se), cosa che ha fatto egregiamente con la Delta (e possiamo pure dire Prisma) e poi sulla gloriosa Thema ma ancora dippiu per quelle Fiat anni 80 che hanno effettivamente venduto tantissimo, Panda, Uno, Tipo ecc.. successi che purtroppo non si riesce a ripetere oggi

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PS, non so se hai letto l'altro mio post nel th della Fiat130.. che riguarderebbe guardacaso proprio una Delta 1500 1s, se parliamo della stessa persona ;-)

....

:D;)

Il mondo degli amanti ferrivecchi è un mondo di vecchie comari.

Non puoi mai parlare di uno che capiscono di chi parli. :lol:

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:D;)

Il mondo degli amanti ferrivecchi è un mondo di vecchie comari.

Non puoi mai parlare di uno che capiscono di chi parli. :lol:

ehehe.. è che alla fine il ns mondo degli amanti dei ferrivecchi è ristretto... se non fosse cosi' a chi le venderebbero quei nuovi "gioielli" pieni di elettronica :-)

piuttosto... visto il tema della giornata che ti è consono... sabato prossimo andrai a trovare l'amico "al lavoro"?

btw tornando IT e collegandolo alla discussione, credo sia davvero bello leggere questa LUNGA storia che riporto dal sito del ClassicClubItalia-sezLancia, storia in 2 fasi di una Delta 1500, datata 1980 proprio quando cioè è stata fatta l'intervista a Giugiaro del thread e la Delta era la nuova Lancia nonchè l'auto dell'anno e una delle auto piu desiderate del tempo e di un appassionato che poi.... appena pochi mesi fa... ne è ritornato possessore! Una di quelle storie rare che credo ogni collezionista appasionato vorrebbe vivere... :-D

1980, Lancia Delta 1500

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Pur cercando di non voler annoiare il Gentile lettore, bisogna che collochiamo l'innamoramento nel contesto dell' anno, della situazione economica e delle prospettive future. Siamo nella primavera del 1980 io, classe 1961 stavo frequentando la5^ Elettronica all' Istituto Benedetto Castelli di Brescia (36 ore settimanali). Inoltre dal 1° giugno 1978 lavoravo come apprendista, in una Televisione Privata chiamata Brescia Telenord. Lavoro serale che mi dava allora molta soddisfazione, e che mi permetteva mese dopo mese di mettere da parte i soldini per potermi comprare appena diplomato la tanto agognata vettura... La Delta voi direte ? nemmeno per l'idea. Il mio grande amore era L'Alfa Romeo Alfetta 1,8, punto di riferimento per me e che nei vari studi e confronti che avevo fatto negli anni,non era stata scalfita, ne dalla nuova Opel Ascona B 20e, ne' dalla Ford Taunus 2.0 Ghia, dalla BMW 316,318,320, ne dalla ultima Audi 80 GTe o dalla Golf GTI prima serie. Per completare il quadro della situazione aggiungero' che non avevo una ragazza fissa, che nel tempo libero usavo la 500 F di mia madre, e che a mio padre l'anno prima avevo fatto comprare la Kadett C 1.0 S "berlinetta" colore rosso inglese. (vettura che mi riportai a casa nel 1994).

Fatte queste doverose premesse, dove la Delta era solo una nuova vettura incrociata sulle strade del Sestriere nell' estate del 1979, veniamo ad un evento singolare, il Salone dell' Automobile del 1980. Il 25 aprile con fratello, mamma e papa' e la mitica Kadett C ci recammo a Torino in quel del Valentino, sito rimpianto e romantico del salone dell' auto per valutare da vicino che auto avrei potuto comprare.

Purtroppo anche qui' devo deludere il lettore che pensa sia stata questa l'occasione dell'innamoramento. Niente di tutto cio'. Quello che ricordo dello Stand Lancia era che Vi era una Delta di colore carta da zucchero ed il resto era ressa di gente. Mi soffermai invece a valutare la Beta coupe' 1.6, anche se ero un po' restio al discorso coupe', visto che ero abituato ad andare in gita con i miei genitori e mia madre aveva alcuni problemi all'anca. Stessa cosa vale per la Alfasud Sprint Veloce 1500, altra candidata, ma con lo stesso problema della Beta. Per la cronaca allo Stand Alfa era esposta una Alfetta 1,8 Amaranto con l'ultimo restyling, ossia portiere con le maniglie incassate del 20, e senza piu' i deflettori alle portiere. Costo 11.500.000. Altre candidate improbabili: La Talbot Solara 1,6 con un primordiale computer vocale, e la Giulietta 1,6 che aveva un baule ridicolo rispetto alla Alfetta. Nei giorni successivi al salone ci fu anche la prova garage per il concessionario Audi con la 80 GTE e Opel con la Ascona B 2.0 E. E viene maggio. In maggio avevo organizzato per la mia 5^ classe una gita scolastica a Firenze ed e' li che avvenne il fattaccio.

Stavamo andando da Piazza della Signoria verso L'arno, passando per la galleria degli Uffizi, quando colpita da una raggio che passava tra i palazzi notai Lei... Una Delta 1300 4m Rosso Corsa.... Fu come un colpo di fulmine!!!. Tornato a casa andai a riprendere tutto cio' che avevo tra Quattroruote e Gente Motori sulla Delta e proprio su Quattroruote la prova era di una Delta Rossa. Alla fine arrivai alle seguenti conclusioni: La Delta mi andava bene per le seguenti ragioni: Era larga come l'Alfetta, pero' era piu' corta, aveva 5 marce come L'Alfetta, era ben rifinita, aveva una linea giovane, era un nuovo modello e soprattutto costava 9.200.000. Taglio la storia del giro dei concessionari in cerca di sconto, diro' solo che mi offrirono una Beta Hpe 1,6 sempre rosso corsa con lo sconto di 1.000.000, mentre alla fine per la Delta il massimo fu di ricevere 90.000 di sconto.

A questo punto il problema era , da una parte riuscire a prendere la maturita', dall' altra ordinare la vettura per poterla avere in tempo per poi andare al mare. Compromesso con i genitori.. La ordini dopo gli scritti. Detto, fatto. Il 3 luglio pomeriggio dopo lo scritto di elettronica, ordinavo con 300.000 una Delta 1500 Rossa con vetri atermici al prezzo scontato di 9200.000. Con la clausola che se non avessi passato gli orali potevo disdire l'ordine perdendo ovviamente le 300.000 Lire. Altro ordine dalle scuderie. che da quel giorno fino al superamento degli orali, non si sarebbe piu' parlato in casa della Delta, ma ci si sarebbe concentrati solo sullo studio. Rispettai la consegna, anche se le volte che mi rilessi il libretto di uso e manutenzione e pari alle volte che il mio piccolo Roberto oggi si guarda la cassetta dei Pokemon. Il 25 luglio passai l'orale. Nel pomeriggio passai dal concessionario e gli diedi conferma che quanto prima aspettavo la vettura. Dopo una settimana mi dissero che ne avevano trovata una che aveva pero' un accessorio in piu': Le cinture di sicurezza posteriori. Ma vi rendete conto... Credo di essere stato tra i primi clienti Lancia ad avere una Delta con le cinture posteriori, quando allora non si usavano nemmeno quelle anteriori. Costo 90000. Da quel giorno ogni pomeriggio alle 14,30 come un bravo lavoratore , mi recavo a vedere se vi erano notizie. Il 12 agosto appena varcata la porta della concessionaria "E' arrivata,e'di la' in deposito". L'emozione fu tanta.Era un po' impolverata, ma profumava di nuovo. Ricordo che montava i Veltro Ceat che non mi piacevano come disegno e chiesi

cortesemente di scambiarmeli cone i Kleber V10 di un' altra Delta beige che avevano in vetrina. Il 14 agosto del 1980 ricevevo il numero di targa Bs689373. Ritirai la vettura ancora al lavaggio insieme ad altre sorelle Delta, una bianca ed una carta da zucchero. Feci subito un bel pieno aggiungendo la famosa pillola STP che si usava allora per migliorare la qualita' della benzina. Il 15 Agosto prima gita al Parco della Sigurta' di Valeggio sul Mincio e relativa foto ricordo. Ero al settimo cielo..

17 Agosto 1980. Di buon mattino , ore 5.00 si parte per il mare. Delta preparata con la cera Shado, pieno di benzina Fina con pillola Stp, polvere arbre magic nel portacenere al profumo di mela verde. Qui' la prima positiva sopresa. La Delta anche se carica non si inclina, come ad esempio la cugina Ritmo, e per me cultore degli assetti ante litteram ossia "alti" cio' fa piacere. Il viaggio conferma le valide doti di confort della vettura, il motore non viene sollecitato piu' dei 4000/4500 giri e comunque si viaggia ai 130 140. Ai caselli ti chiedono se e' un 1300 0 1500. Ad un casello dico che e' un 1300 e mi fanno pagare di meno. Sono partito e mi sono sentito un piccolo ladro ! mai piu'. Tra le caretteristiche della Delta il serbatoio di 47 litri. Il problema non e' la quantita', quanto che dopo 20.000 Km sempre registrati, posso dire che il consumo medio della vettura e' di 9,8 Km con un litro. Non vuole essere un giudizio negativo o positivo e' solo un dato da tenere presente. Tra le doti apprezzate dal sottoscritto, abituato alla tranquilla Kadett C da 47 Cv, lo spunto nei sorpassi e le possibilita' offerte dalla quinta. Bisognera' aspettare la fine del 1982 perche' anche la Opel la introduca sulle Kadett e Ascona... Certo il motore e' quello della Ritmo/derivazione 128, pero' e' piacevole, se si esclude il problema di una vibrazione sotto la parte centrale al minimo che viene provvisoriamente (quando la cedetti era ancora cosi') risolto, avvolgendo la marmitta centrale con della lana di vetro. Credo che l'impianto di scarico delle Delta sia poi stato modificato nel 1983.

Ma torniamo al mare. Sapete, al mare dicono ci sia la salsedine. Ed allora io , giovane proprietario di una sudata auto nuova, ogni mattina ero giu' in cortile prima di colazione per togliere la rugiada della notte affinche' asciugandosi non restasse depositata la sabbia. Non chiedetemi come abbia fatto a non rigare la vettura, ricordo delle miscele di vetril ed altre cose, che pero' sortivano l'effetto desiderato.

Una mattina si decide di andare a Gradara , la Rocca di Paolo e Francesca. Tiro fuori la vettura del parcheggio, ed inserisco i blinker (dette frecce di emergenza). Arrivano i miei, tolgo i blinker e vado. Allo Stop devo girare a dx, inserisco la freccia, inserisco la freccia.... dove e' la freccia ?. La Freccia non funziona piu'. Un momento di panico. Preso subito il libretto della assistenza. C'era una concessionaria proprio sulla strada per Gradara. Con molta attenzione e molta paura che qualcuno mi venisse addosso, arriviamo in questa concessionaria, dove un capofficina molto cortese ci accoglie e si occupa subito del problema. Mi e' sembrato come se da Chivasso avessero mandato una comunicazione ai concessionari, per la quale se si fossero presentate delle Delta con dei problemi, bisognava subito provvedere. Del resto sul lunotto della mia vettura capeggiava l'adesivo, ben visibile, "Lancia Delta auto dell' anno 1980". Questi sono stati i miei unici inconvenienti tecnici in 20000 Km di utilizzo e 3 anni e 1/2 di proprieta'. Non so se le Lancia di oggi vadano meglio o peggio, quello che so che quella vettura fu , sebbene con il motore Fiat, una degna Lancia, peccato che vistone poi il successo commerciale, pensarono poi di inpoverirle nelle finiture, dalla serie successiva. Due piccoli particolari. La mia Delta aveva il rivestimento interno del portellone in moquette, la serie successiva.. un foglio di preformato plastico. Il parabrezza ed il lunotto avevano la cornice cromata... La serie successiva nera. Comunque credo di essere stato l'unico turista della riviera Romagnola a rientrare a casa con l'auto pulita, e soddisfatto del mio acquisto.

Ripreso il lavoro, passai al turno di giorno 9-17 e questo mi porto'a fare una scelta. No alla universita', ma mi iscrissi ad un corso serale della Regione Lombardia per programmatori di computer linguaggio Cobol., episodio che segnera' una svolta importante nella mia vita personale ed in quella della rossa Delta...

E venne la prima sera di Scuola. Mi recai con la 500F un po' in anticipo, cosi' da verificare come era la situazione parcheggi e cominciare a prendere conoscenza dei compagni di ventura. Nella classe allargata c'era un amico di mio padre e suo figlio anche lui perito industriale . Ma quello che mi colpi' fu che qualche minuto prima dell' inizio delle lezioni, entro' in classe, trafelata, una spaurita ragazzina con un sacchetto di un noto negozio di scarpe locale (Bata il nome). Si sedette sulla stessa seconda fila ma nella coppia di banchi a sinistra. Ora il lettore ricordera' la sensazione che provai a Firenze quando vidi la Delta Rossa, ebbene umanizzatela ed otterrete la stessa sensazione (dicesi colpo di fulmine) . Purtroppo la classe allargata duro' poco e la divisione delle classi comporto' che la ragazza delle scarpe era nell'altra classe. Per fortuna avevamo gli stessi insegnanti, tra cui una simpatica professoressa di inglese tecnico, che aveva un difetto: non era fisionomista. Per ovviare all' inconveniente, aveva chiesto a tutti di portare una foto tessera, ed aveva quindi prepararato un suo registro con tutti i dati di ognuno di noi. Cosi' un giorno, mentre era andata a premdersi un caffe' prima di riprendere le lezioni, frugando nel suo registro, carpii i dati della ragazza delle scarpe. Ora ella aveva, un nome un cognome ed un indirizzo. Mancava solo l'occasione per un appuntamento.

Nel frattempo durante il tempo libero, pensai che era opportuno montare un antifurto sonoro oltre al mitico Bloster, a tutt' oggi in servizio. La scelta cadde su un Philips con radar per gli interni e pendolino al mercurio per gli scuotimenti. Niente telecomando, un interruttore nasconto e 30 secondi per inserirlo o disinserirlo.

Ma veniamo a novembre. L'amico Costanzo , allora Caporedattore del quotidiano "La Notte" ed ex direttore artistico di Brescia Telenord ove lavoravo, mi telefona per dirmi che aveva due biglietti per domenica 16 novembre per il Teatro Grande per assistere al Saggio della Forza e Costanza, ove, nella seconda parte, le "Grandi" mettevano in scena "Sogno di una notte di mezza estate". Corsi venerdi' 14 a recuperare i biglietti, ma non avevo ancora la compagna per il secondo biglietto.. La chiamo ? e se mi dice di no ? Sabato 15 era organizzata una cena sociale della televisione. L'amico Giuliano (oggi responsabile Tecnico della Televisione), mi chiese se potevo passare a prendere Lui e Sua moglie, in quanto il vecchio 128 prima serie comprato usato nel 1978 aveva avuto uno dei suoi vari acciacchi. Per la cronaca sempre quella sera mentre andavamo a cena sulla Kadett C rosso inglese di mio padre (nessuno sapeva a Telenord che avevo preso la Delta), la moglie, Anna, a bruciapelo mi chiede : " E tu quando ti sposi ? ". Risposi senza pensarci molto: "Quando trovo quella giusta !". Ora a distanza di tempo, credo che quella domanda e quella risposta siano state la spinta che mi porto' a fare quella telefonata.

Domenica mattina ore 10.00. Con ancora addosso l'accappatoio decido di chiamare... Risponde Lei... Mi qualifico, realizza chi sono, passo alla proposta del teatro ed attendo la reazione..... " Si va bene !" La mente scioccata ma pronta realizza il punto a canestro e mette subito la palla al centro.."Ok vengo a prenderti oggi alle 15.00 ! Ciao ! I 30 secondi successivi sono equiparabili, per chi e' un appassionato di calcio,a quando ci fu' il fischio finale nel 1982 ed eravamo campioni del mondo ! Ha detto si !!!!!.. Lo sgabello ove ero seduto cadde per terra con disappunto dei miei e degli inquilini di sotto, ma chi se ne importava "Ha detto si!".

A questo punto solo un piccolo dubbio: Con che auto vado a prenderLa ' Con la Delta dira' il lettore.. Uhm troppa esibizione .., con la 500F cosi' non la illudiamo di aver trovato Rock Feller... E.. se poi mi prende per un poveraccio.. Ci sono, con la Kadett C. Non sembra ma la Kadett C "berlina" con le sue varie cromature, questo colore metallizzato particolare , l'interno in vellutino Beige, era un'auto semplice, ma al tempo stesso elegante, in piu' era di mio padre, quindi una situazione neutra che non mi creava problemi. In piu' L'auto era pulita perche' l'avevo preparata per la serata precedente. Per il lettore diro' che la Kadett sorti' un effetto positivo e rassicurante in tutta la vicenda, ed e' anche per questo che dal 1994 e' tornata a far parte della nostra famiglia. Aggiungo che la Kadett e' stata la apripista alla prima Convention dell' Asi-No di Sirmione.

L'appuntamento ando' bene e si mise una pietra importante, per il futuro. Dal giorno successivo, sarei andato a prenderLa al lavoro tutte le sere per andare a scuola insieme e poi ovviamente l'avrei accompagnata a casa. Con che auto ? Glielo dissi chiaro, con la 500f di mia madre. Per la serie, le coincidenze, Francesca, cosi' si chiama la predestinata, lavorava nello stesso cortile ove aveva sede allora la televisione, eravamo agli angoli opposti del cortile. Lei lavorava da un commercialista che aveva preso da poco una Lancia Trevi dorata con motore 2000.

E qui chiedo scusa al lettore, ma devo narrare un fatto, molto semplice, ma che mi fece realizzare che avevo fatto Bingo.. La prima sera con la 500F. Usciamo da scuola e le auto erano avvolte in quella brina notturna che toglie visibilita' ai vetri. Lei senza che nulla le chiedessi, preso il panno antiappannante che vi era sul portaoggetti si mise a pulirmi i vetri.. Ero semplicemente entusiasta..

Ma il lettore dira'.. e della Delta quando glielo hai detto ?. Allora, domenica 23 uscimmo in centro ancora con la Kadett. Domenica 30 avevamo programmato una passeggiata a Sirmione. Alche' mentre preparavo la Delta pensai: "Certo che insieme fate una bella coppia" . Domenica ore 15,00 sono sotto casa con la vettura. Fu un po' sorpresa della vettura e nello stesso tempo direi preoccupata. Per il suo carattere apprensivo, che ancora non conoscevo bene, ella al momento, non realizzo' che questa vettura era frutto del mio lavoro e dei miei risparmi, ma mi spieghera' piu' avanti, ebbe il timore che potessi essere addirittura coinvolto in chissa' quali loschi traffici.

Comunque la vettura le piaque. Lo specchietto di cortesia dentro al cassetto portaoggetti, L'orologio digitale sul cielo della vettura, i vari tastini della consolle centrale che diceva Lei , le dava l'aspetto di un aereoplano . Il pomeriggio scorse veloce, il tramonto si stava avvicinado e in fondo alla penisola di Sirmione verso le grotte di Catullo , scattammo una foto al tramonto, che poi Lei da sposati incornicio' insieme alla scritta "Dio C'E'" . La fine del 1980 si stava avvicinando, ed il 1981 sarebbe stato un anno di belle escursioni per la Delta e Francesca.

Il 25 Dicembre ci fu la presentazione ufficiale al parentado della Francesca. Non mi riferisco solo alla mia presentazione, ma anche la Delta naturalmente preparata come si conviene per l'occasione, faceva la sua bella presenza nel cortile del caseggiato. Inoltre nel pomeriggio si decise di andare al paese natio della famiglia a trovare gli altri parenti. Si partiva cosi' per Seniga, piccolo paese della bassa bresciana al confine con il cremonese. In pratica il fiume Oglio divide il paese: da una parte e' provincia di Brescia , dall' altra provincia di Cremona. La bassa padana e' famosa per le sue nebbie da taglio con il coltello. Quella sera scese una nebbia non della peggiore specie, ma realizzai che va bene che la Delta , unica nel suo genere aveva non uno ma bensi' due fari retronebbia, ma forse valeva la pena di pensare a montare dei fendinebbia anteriori, visto poi che la vettura aveva gia' degli alveoli ove posizionarli. Cosi' poi feci, commettendo pero' un errore dovuto ad un puro disorso economico. Ossia, per risparmiare le allora 5000 lire dello apposito interruttore per i fendinebbia, feci collegare i fari in parallelo con i retronebbia. Cosi' ogni tanto mi capitava che alcuni mi facevano i fari in quanto i retronebbia erano molto efficienti, ma addirittura due davano fastidio.

Il 26 dicembre di buon mattino invece partenza verso L'Aprica, una strada che la Delta imparera' a memoria. Meta, andare a trovare i miei zii , la Zia Franca, sorella di mia madre e suo marito lo Zio Luciano, incontro nuovo anche per Francesca con loro, ed incontro molto significativo, perche' neanche lo si poteva immaginare che sarebbero poi stati loro i futuri depositari della vettura.

Ma veniamo al 1981. La Delta ormai era diventata la nostra vettura ufficiale per le nostre giornate o momenti liberi. Solo che mi accorsi che mi mancava la musica, che avevo sia sulla Kadett che sulla 500, dove avevo fatto montare un modesto lettore di cassette. Cosi' composi il nostro impianto cosi' siffatto: Antenna Bensi per il tetto (in quanto l'alloggiamento previsto lato posteriore sinistro per mettere una antenna a scomparsa non mi piaceva), Autoradio Sharp digitale con memorizzazione delle stazioni (questa radio oggi e' montata sulla Kadett C, mentre la Blaukpunt tradizionale che era sulla Kadett C l'ho montata sulla Kadett B holiday del 1972), amplificatore Zendar con fader e 40W di potenza. Qui' bisogna poi fare un appunto a chi ha progettato la vettura in merito all'alloggiamento previsto per gli altoparlanti. Sulla prima serie erano previsti al lato del cambio, con un concetto stereo che mi lasciava un po' perplesso. Optai invece per la seguente soluzione: Anteriormente fissati in maniera originale, con un biadesivo, due Tweeter della Piooner messi ai lati della plancia, dietro fissati con dei piccoli fori sulla cappelliera due casse a bauletto Canton. Queste casse oggi fanno parte dell' inpianto stereo di casa dei miei. Per completare il quadro aggiungo che lo Zendar e gli altoparlanti anteriori, sono poi finiti sulla Ascona C 1,6 S che sara' l'erede della Delta.

Fatta questa lunga esposizione sull' impianto, potevamo tornare alle nostre gite. Avete mai provato a fare turismo d'inverno ? Noi si, e devo dire che almeno 20 anni fa quando si trovavano delle belle giornate era bello girare senza tanto traffico, trovando parcheggio, potendosene stare un po' tranquilli.. Una delle piu' significative esperienze di quel periodo fu il giro del Lago di Garda che facemmo in occasione di San Valentino, Salo', Gardone Riviera, Maderno, Limone, Campione, Riva del Garda, Malcesine, Punta san Vigilio ecc. Ci fu un memorabile scambio di medagliette ricordo, che da 22 anni ormai ci portiamo indosso.

Per il mio 20° compleanno 11/03/81, mi feci regalare un accessorio un po' particolare, che tutt'oggi e' sulla Kadett C. Le famose mitiche, pubblicizzate sulla rivista "L'automobile" dell'Aci, pelli di montone Merinos per i sedili anteriori. Oggi mi chiedo perche' tanto entusiasmo avevo per queste pellicce, ma allora fu per me e rimane, come ricordo utilizzato. Nel contempo, proseguivano le studi serali, Pasqua ancora all' Aprica dagli Zii, poi gli esami a giugno, che passammo con soddisfazione. A questo punto era ora di pensare alle ferie estive. Dove andiamo ?

Come il gentile Lettore avra' intuito la storia di una vettura, non puo' essere isolata dalla vita del proprietario, pertanto abbia pazienza, se ogni tanto, si aprono parentesi di vita privata. Dicevamo le vacanze.. La new entry di Francesca ci fece portare a scegliere per le vacanze 1981 la montagna, e per la precisione Torre Pellice, localita' nelle vicinanze di Pinerolo, gia' da noi conosciuta e punto di ristoro per amene passeggiate ed escursioni. Essendo ormai in cinque a muoverci, ed anche per avere la nostra indipendente mobilita', si decise di muoversi con le due auto. Pertanto all'inizio della seconda settimana di Agosto , sempre di buon ora , la Kadett e la Delta si mettevano in viaggio con armi e bagagli appresso. Il viaggio ando' con tranquillita'. Non esisteva ancora il limite dei 130, ma del resto la Kadett C era accreditata per una velocita' max consigliata di 130 Km orari, pertanto questa ultima fece da staffetta. Lungo l'autostrada incrociammo in senso contrario, le ultime bisarche di Fiat che partite da Torino, prima della chiusura ferragostana, andavano a raggiungere la loro destinazione nelle concessionarie. Arrivati a Torre Pellice, venimmo alloggiati, non nelle solite camere della Foresteria, che ben conoscevamo, ma bensi' nella Torretta del Convitto Valdese (scuola secondaria ormai chiusa), ossia in quello che

una volta era l'appartamento del rettore. Nel cortile interno, tutto per noi, il parcheggio per le nostre due vetture che comunque parcheggiammo ordinatamente una in fianco all' altra.

Le strade collinari e la montagna, sono le strade indicate per la Delta, per due motivi. In primis la vettura e' corta, meno di 3 metri e novanta, e stretta, 3 metri e 62 . In secondo luogo, peche' la potenza del 1500 85 Cv era erogata, non come velocita' massima, ma bensi' come accellerazione, quindi presentava buone doti di arrampicabilita'. Inoltre contrariamente ad altre vetture della produzione Fiat non presentava sensibili variazioni di temperatura dell' acqua. Tra le gite degne di menzione : Sestriere, strada che i collaudatori Lancia fecero varie volte nel 1979 per i collaudi delle prime Delta, Borgone si Susa, per visita agli zii e cugini di Francesca, con salita alla nota Basilica di San Michele, e la Vaccera, localita' montana a 1500 metri , sopra Angrogna, avvolta nel silenzio rotto solo dallo scampanio dei campanelli delle mucche, il ronzio degli insetti e noi... alla ricerca dei mirtilli!!! I primi giorni, inserii il famoso antifurto Philips, solo, che mi resi conto, che ogni tanto si metteva a suonare indesideratamente. Forse un gatto che andava a parcheggiarsi sul cofano. Decisi pertanto di non inserirlo in seguito... Torre Pellice era noto a noi come localita' tranquilla .. Purtroppo anche le oasi di pace, ogni tanto vengono disturbate. Nella notte tra il 14 ed il 15 agosto, alcuni vandali, animati da chissa' quali istinti repressi, operarono dei danni nella zona. Fra questi anche la nostra Delta fu oggetto di questi loschi e malsani individui. La poverina ricevette un asse per ben due volte sul parafango anteriore sinistro, con il conseguente rimbalzo sul cofano anteriore,una volta, e sul parabrezza l'altra. Per il colpo lo specchietto retrovisore interno si stacco' cadendo e crepandosi. Ancora oggi a raccontarlo, mi ribolle il sangue. Cosa aveva fatto la povera Delta per ricevere si vile trattamento ? Vabbe' che era rossa, ma amenoche' non si trattasse di persone, ma di "Tori" e' ingiustificato questo accanimento. In piu' proprio il giorno del suo primo compleanno ! Comunque , non riesco oggi a rendere lo sconforto che mi prese. L'unica cosa che posso dire e' che per giorni non toccai e non mi avvicinai alla vettura, tanto che se dovevamo uscire prendevamo la Kadett.

Questo blocco psicologico duro' finche' la buona Francesca, non prese in mano la situazione e mi disse : Mi porti con la Delta a Torino ? Voglio andare sulla Mole Antonelliana. Dopo un attimo di riluttanza, acconsentii e mi riavvicinai alla Delta. Appena tornati a Brescia, corsi in concessionaria per il cambio dello specchietto (costo 17.500 lire), poi mi recai dal nostro carrozziere di famiglia, marito di una amica di mia madre, per la riparazione della carrozzeria. Valutammo che il segnetto sul cofano, che non aveva tolto la vernice ed il segno sul parabrezza, potevano per il momento stare li' e si decise solo per il rifacimento del parafango anteriore sinistro. Costo del lavoro 90.000 lire . Riportata alle condizioni da mio standard, riprese la normale routine lavorativa e privata, ma qualcosa si sarebbe mosso repentinamente ed avrebbe cambiato i destini lavorativi e locativi della Delta.

Viene un giorno in cui uno si chiede se tutto deve andare avanti cosi' o e' ora di cambiare lavoro. Orbene, il lavoro in televisione, mi e' sempre piaciuto. Pero' da un po' di mesi le cose stavano cambiando. Per quanto riguarda il lavoro si stava passando dalla televisione privata , alla televisione

privata "commerciale" con vendite televisive, aste ecc. Inoltre il responsabile tecnico, aveva coniato un turno, che poco aveva di ortodosso. In pratica la prima settimana si riposava sabato e domenica, la seconda venerdì e sabato e cosi' a scalare. Quindi il risultato era che si aveva libera una domenica su sette. Ora con tutto il rispetto per il lavoro, ma l'idea di usare una domenica su sette la Delta e di poter passare una domenica su sette con la mia ragazza, non mi stava per niente bene. Urgeva prendere provvedimenti... Un collaboratore della televisione , lavorava per la Olivetti. Sapendo del corso che avevo frequentato alla Regione Lombardia per i computer mi combino' un colloquio di lavoro con il capo del personale di Brescia. Mi recai tutto speranzoso di poter introdurmi nel campo della programmazione.. Scopri' con dispiacere che mi proponevano un posto come agente per la vendita dei computer. Senza esitare risposi ringraziando che il prodotto computer in se' non stimolava il mio interesse alle vendite. Questa situazione pero' mi apri' la mente ad una ipotesi: Se dovessi andare a vendere un prodotto, deve essere qualcosa di stimolante. La risposta arrivo' qualche giorno dopo, quando su di un annuncio economico (che conservo tutt'ora nel portafoglio) diceva cosi' "Saigarage Concessionaria Opel per Brescia, cerca giovane, dinamico intraprendente. Interessante retribuzione" . Realizzai... Se devo vendere qualcosa, queste sono le automoibili.

Mi candidai per il posto. Il Capovendite fu un po' perplesso per la mia giovane eta' (20 anni). Proposi di mettermi alla prova. Questa proposta fu ben accolta dall' allora Procuratore di Filiale. Inizia cosi' in parallelo alla televisione un lavoro a part time di prospezione nelle aziende. La prima vendita ufficiale fu' il 13 dicembre 1981 alla azienda "Tessitura di Mompiano", con la fornitura di un Rekord Delivery van, ritirando in permuta una Rekord berlina gialla 20d del 1976, ancora la versione con il cambio al volante. Nel contempo mi diedi da fare per far circolare la voce della mia nuova collaborazione. Questo mi fece produrre alcune vendite di vetture usate all' interno della televisione . Nella primavera del 1982 , dopo 6 mesi di part-time, mi fu proposto di passare a tempo pieno. Dopo un consulto con la ragazza, la decisione fu per il si. Cosi' domenica 16 maggio terminai la mia

collaborazione con la televisione, e lunedi' 17 maggio, inizio' la mia nuova avventura nel mondo dell' auto. Cominciarono in quegli anni i primi porte aperte, motivati da concorsi a premi, che allora richiamavano molta gente, per la "novita'" della oparazione. Pero' la sicurezza di poter contare su tutte le domeniche e su 2 sabati al mese, ci permettevano di poter guardare con roseo ottimismo il futuro.

Si cominciava a mettere su casa, e la Delta accompagnava le nostre escursioni. Per l'estate si decise ancora per Torre Pellice, pero' dopo la triste esperienza avuta dalla Delta, si decise di andare in vacanza con una sola auto ,la Kadett C. Facciamo pero' un passo indietro per raccontare di una situazione che mi si era venuta a creare dal 17 maggio. Ora, andando a vendere le Opel, non potevo andare al lavoro con una Lancia Delta praticamente nuova. Concordai quindi con mia madre che riprendevo ad usare la sua 500 per recarmi al lavoro. Tutto cio' mi permetteva di conservare al meglio la Delta e non crearmi imbarazzo al lavoro. Tutto cio' ando' avanti cosi' fino ad inizio novembre, dopodiche' mamma comincio' giustamente a richiamare la mia attenzione sul fatto che anche a lei serviva l'auto. Dovevo trovare una soluzione...

E ora ' opportuno e ritengo interessante aprire una parentesi su di una occasione molto importante accorsa nella primavera del 1982. Mi riferisco al 25 aprile 1982 giorno nel quale Francesca, la Delta ed il sottoscritto si recarono a Torino in visita al Salone della Automobile. Era una splendida giornata primaverile, e mai mi sarei immaginato che quella giornata potesse avere un valore tanto importante, per me ovviamente. Innanzitutto a distanza di 21 anni esatti quello fu il primo ed unico salone che ebbi l'onore di visitare con quella che di li' ad un anno sarebbe diventata mia moglie, nonche' sopportatrice della mia passione, secondo non avrei mai immaginato che quello sarebbe stato l'ultimo Salone che si sarebbe tenuto nel Parco Esposizioni del Valentino, terzo ci fu per me un incontro... che tanto somiglia a quello avuto in piazza della Signoria, a Firenze, nella primavera del 1980. Q uesto incontro fu con il lancio della nuova Maserati Biturbo. E' vero nel proseguio il Biturbo verra' criticato, snobbato, denigrato. Ma per me il contatto con questa vettura mi fece scoprire che potevo amare una donna, ma ero sicuramente incapace di poter tenere la passione per una sola auto. Devo dire per la cronaca che il personale dello Stand Maserati brillo' per antipatia, ma la vettura era perfetta sotto tutti i punti di vista. Anche il prezzo era equilibrato, soprattutto riguardo alle dotazioni che erano complete ed alle prestazioni di tutto rispetto. Mi piaque talmente che arrivai a definire il Biturbo, la degna erede estetica della Delta... Ora con un po' di fantasia, se ci si applica si notera' che: I paraurti erano del colore della carrozzeria con la finitura centrale nera, Sotto i paraurti vi erano gli stessi alveoli di predisposizione per il montaggio dei fendinebbia, La mascherina era similmente trapezoidale, La fiancata laterale nella parte bassa aveva la stessa carenatura con la scavatura centrale, Entrambe avevano delle grandi cornici cromate su lunotto, parabrezza e gocciolatoio, Passando all'interno, entrambe avevano il volante a quattro razze, Il cruscotto squadrato rettangolare, i tasti dei servizi similari, Lo stesso stile del rivestimento del cielo , e per ultimo, L'orologio digitale. Per il momento non potevo fare altro che studiarci sopra e sognarla. Si stava mettendo su casa e tutto era rivolto a recuperare i mezzi per comprarci l'appartamento. Il sogno sarebbe restato nel cassetto per un po'.

Comunque anche se era sbocciato un nuovo innamoramento automobilistico, la Delta non dovette soffrire di gelosia, in quanto le cure alle quali era abituata non calarono, anzi forse ne ebbe di piu'.. Chiusa questa parentesi, che ritengo fosse doverosa per la Storia della Delta , possiamo tornare al novembre 1982.. Come il lettore avra' intuito dalla scorsa puntata, vuoi perche' in mente si aveva una vettura che al momento non ci si poteva permettere, vuoi perche' avevamo appena comprato casa e bisognava quindi pagarla, cominciai a pensare che dovevo trovare una seconda auto. Premesso che 20 anni fa i costi dei passaggi di proprieta' erano umani, e le assicurazioni pure, si trattava di trovare un' auto economica come acquisto, come costi di gestione, ma per mio difetto doveva anche piacermi. Per non fare nomi e cognomi la classica Panda non rientrava nella mia Shopping list. La risposta alle mie esigenze arrivo' di li' a poco, quando una sera, scendendo giu' in officina, vidi una auto appena arrivata che desto' subito la mia attenzione. Era azzurra carta da zucchero, stretta con due pinne posteriori, 2 porte. Un' auto che ricordavo bene della quale avevo il modellino della Dinky Toys e che aveva anche avuto sia il padre di un mio compagno di classe delle elementari e medie, che un nostro vicino di casa. Era una Opel ed anche questo mi piaceva come idea . Si trattava di una Kadett A Lz del 1963, impianto a 6 volt , il classico motore 993 cc. La vettura aveva 58.000 Km e la conferma che erano originali arrivava sia da come girava il motore, sia dal fatto che posteriormente montava ancora, anche se ormai alla fine, le sue gomme originali con la fascia bianca grande. Me ne innamorai subito. Gia' me la immaginavo preparata come si conviene. Avviai subito la trattativa. Il costo di carico era stato stabilito in 220.000 lire. Poteva fare al caso mio. Chiesi pertanto al procuratore di filiale (attuale mio titolare), se me la vendeva e quanto dovevo dargli. Mi chiese: "Cosa vuole farne?" Risposi: "Pensavo di prepararmela ed utilizzarla per venire a lavorare". Replico' :" Se e' cosi' e si impegna a restaurarla bene e a non venderla ad altri, gliela regalo ad un prezzo simbolico 10.000 lire !"

Ovviamente accettai di buon grado. Ricordo che pagai 125000 di passaggio, e 230.000 di carrozziere. Francesca non ci credeva che avevo comprato un'auto per 10.000 lire ! La vettura si comporto' molto bene ed il suo collaudo fu fatto seriamente a fine anno, quando il classico fine anno alla Aprica

decidemmo di farlo con la Kadett, che il mattino seguente, nonostante i suoi 6 volt e la temperatura sotto zero, parti' prontamente per portarci a Tirano per prendere il trenino per S. Moritz. La kadett inoltre alevvio' le incombenze della Delta per le varie spese e trasporti per l'allestimento di casa. Un ultima nota per il cortese lettore. Rispettai la consegna. La Kadett oggi anno 2003 esiste ancora, ha 98.000 Km , e' in splendida forma e vive la sua "terza eta'", affidata all' uso accorto e fidato di mio fratello. E' la nostra mascotte, la vettura che mi ha fatto e ci ha fatto avvicinare alle auto d'epoca, l'inizio della nostra collezione. E' vero, anche nelle ultime righe si e' parlato poco della Delta, ma anche questo e' storia della Delta .

Il 1983 e' l'anno decisivo e di svolta sia per la mia vita personale che per il futuro della Delta. Ma andiamo per ordine. Nel gennaio del 1983 ci rechiamo a Orvieto, (viaggio in treno) per il giuramento di mio fratello partito per assolvere alla chiamata di leva nel dicembre 1982. Cito questo viaggio in quanto era uscito in edicola il numero di Quattroruote con la prova della Biturbo e comprai la rivista proprio in stazione, prima della partenza, e me la gustai approfonditamente lungo il viaggio.

Altra attesa importante era il concorso che doveva decretare il passaggio di ruolo per il lavoro di Francesca. Fatto il concorso, fu purtroppo annullato per problemi formali che nulla avevano a che vedere con la situazione di Francesca... Dopo questo risultato che riapriva il problema fino a quando, non si sapeva, decisi di prendere in mano la decisione: "Ci Sposiamo" . Decisione presa il giorno del compleanno di Francesca 25 Marzo, visto il calendario data matrimonio 7 maggio. Si trattava di organizzare quindi tutto, nell' arco di 1 mese e mezzo. Impossibile direte.. Noi ci provammo. Innazitutto la Delta fu coinvolta nel viaggio sul lago per trovare il ristorante. Si era convenuto per un discorso ecumenico di sposarci nella chiesina Protestante-Cattolica di Gardone Riviera. Una piccola chiesina molto carina appena all'inizio della salita per il Vittoriale. Non ci crederete ma trovammo anche il ristorante sotto la chiesa in riva al lago con una veranda veramente bella. Tutto il resto, partecipazioni, bomboniere ecc. funzionarono alla perfezione. Per l'automobile, riuscii a farmi inviare dalla Saigarage di Milano una Buick Royale azzurra metallizzata. I reparti post vendita del lavoro, in particolare i lavaggisti ed i carrozzieri, mi fornirono un doppio regalo, nel senso che fu un regalo per me e la Delta. I lavaggisti si occuparono di un lavaggio di fino interno, motore telaio, il carrozziere si occupo' della rifinitura finale con una lucidatura ad hoc.

A questo punto sebbene un po' sconvolti eravamo pronti per il gran evento. Il giorno prima, come da copione,black out nei collegamenti tra i fidanzati, ed io per sicurezza non guidai l'auto, tanto che le bomboniere andammo a ritirarle con la Kadett C guidando mio padre. Il giorno 7 il tempo meteorologicamente parlando non fu dei migliori, ricordo le foto fatte sotto una pioggerellina leggera, ma presente. Tra i vari complimenti ed auguri , anche la Delta parcheggiata davanti al ristorante ebbe la sua parte. Ricordo la osservazione di mio cugino Paolo (figlio della Zia Franca e dello Zio Luciano, di cui abbiamo gia' detto), che osservo' la pulizia dei cerchi che diceva "sembrano appena usciti dalla fabbrica".

Il viaggio di nozze fu con la Delta in Val d'Aosta. All' andata l'aprirsi del tempo al sole ci fece pensare ad una bella settimana tra le vallate. Purtroppo da martedi' l'acqua a secchiate rovino' i bei panorami che ci attendevamo, ma non fermo' ne noi ne la Delta. Ogni giorno ci dedicavamo ad una vallata, che piovesse o nevicasse. Ricordo che al' ingresso della Val Ferre' un cartello ci diceva: "Chi avanza lo fa a suo rischio e pericolo !" Ed ancora alla Thuille fummo accolti da una bufera di neve, che in considerazione che eravamo sprovvisti di catene, ci consenti' di fare una foto veloce alla vettura sotto la tormenta e fuggire... Un po' di conforto lo trovammo verso fine settimana ove la Delta ci porto' a compiere un giro del lago di Ginevra, con un tempo accettabile.

Era gia' tempo di tornare, e la pioggia ci accompagno' per tutto il viaggio di ritorno. La beffa fu quando parcheggiata l'auto nel nuovo garage, sporca come mai era stata, spunto' un sole da manuale. Ovviamente nel pomeriggio la prima cosa che feci, fu un serio lavaggio seguito da una sana lucidata. Confortato quindi di aver ripristinato la vettura agli standard a cui era abituata, passata la seconda settimana nella organizzazione della nuova vita familiare, si poteva riprendere il lavoro. Ritornato dal viaggio di nozze, ritirai la Kadett A dalla officina ove l'avevo lasciata per fare il tagliando e soprattutto i freni, che probabilmente nel sali e scendi in Valtellina cominciavano a risentire della eta'. E qui' cominciai ad apprezzare il fatto che avendo preso una Opel, anche se come seconda vettura, avere la disponibilita' della officina e magazzino alla portata di mano, non era male... . Per completare l'opera decisi tramite una seconda plancia estraibile di utilizzare la radio della Delta anche sulla Kadett. La Kadett era gia' dotata di antenna d'epoca cromata anteriore e 2 altoparlanti: uno nel cruscotto ed uno sul lunotto posteriore. In pratica era stato concepito per un impianto mono , ma che desse un buon ascolto sia a chi era davanti, sia a chi era dietro. Ovviamente si fece una conessione stereo anche se l'impianto risultava un po' sbilanciato rispetto alle orecchie degli occupanti. Comunque la sua resa c'era.

Nello stesso periodo entrai in contatto con un salonista della Valtrompia (attualmente titolare di una Concessionaria Seat) che all' epoca trattava anche le Maserati, quindi aveva in esposizione il Biturbo. Entrato in confidenza, chiesi di poterla provare. La vettura della prova fu un Biturbo di colore Marrone metallizzato come quella riportata sul libro di Orsini sulla storia della Maserati. Fu una breve prova su e giu' per le stradine di Lumezzane, ma la soddisfazione fu tanta e soprattutto la convinzione, che quella era la mia auto ! Per riflesso o per reazione, feci alcune modifiche alla Delta. Credo di poter dire che siano state le ultime modifche che feci alla vettura prima della cessione. Innanzitutto una frivolezza: sulla scia del nuovo modello GT uscito in quell'anno, inserii nella mascherina la scritta Gt. Una scritta ad incastro, che per i cultori della originalita' a tutti i costi puo' essere sempre tolta senza difficolta'. Le altre due modifiche sono piu' indirizzate ad un discorso di vera utilita', oltre che di funzionalita'. La prima riguarda il montaggio dello specchietto retrovisore destro. Da quel momento su tutte le vetture che ebbi nel proseguio cercai di avere ove possibile questo accessorio, che oltre a completare esteticamente la vettura e' un elemento di sicurezza e di praticita', specie nelle manovre di retromarcia. L'altra modifica riguarda i nottolini di collegamento della cappelliera al portellone. Sin dal primo giorno questi nottolini a forma di boa al contrario, avevano il vizio, in particolare quello sinistro, di staccarsi alla chiusura del portellone. La conseguenza era che ogni volta che aprivi il portellone la cappelliera rimaneva sbilanciata. Nella seconda serie, gia' dalla fine del 1981, e per intenderci le Delta con la borchietta centrale nera, questi nottolini

e relativo aggancio erano stati sostituiti con dei piu' logici ganci ad innesto. Adottai quindi questa modifica, che non alterava la originalita' della vettura, e sicuramente ne migliorava la funzionalita'.

Nel frattempo il lavoro proseguiva. Il primo anno di attivita' era trascorso ed ero soddisfatto della scelta fatta. L'unica cosa che ogni tanto comincio' a turbare la mia tranquillita', furono alcune osservazioni,battute che mi venivano fatte da alcuni, secondo i quali, essendo un venditore Opel dovevo viaggiare con una Opel . Sicuramente il fatto che ero giovane, mi trovava impreparato a rispondere prontamente e sinteticamente a quella che magari era solo una battuta, pero' uno dei difetti di quando si e' giovani e' appunto la inesperienza che porta a volte a sopravvalutare certe affermazioni fatte da altri.. Comunque al momento erano altri i pensieri.. Dove andiamo in vacanza con la moglie ? Per andare sul sicuro si decise di andare alla nostra cara pensione "Il Villino" a Rivazzurra di Rimini, posto che la Delta gia' ben conosceva e che mi dava tranquillita' anche per il parcheggio della vettura. Non ci si credera' ma la scitta Gt desto' la curiosita' di alcuni che mi chiedevano se era un nuovo modello. Per Francesca era la prima volta che veniva a Rimini, e piu' che la spiaggia le piaque l'entroterra: S. Marino, S.Leo, Gradara. Ricordo una bellissima foto fatta a S.Leo, dove fotografata da una feritoia, sul piccolo obiettivo si vedeva la Delta. Vicino alla Fiera di Rimini vi era un salonista che vendeva un Biturbo di 6 mesi blu' met. con 7000 Km. Ovviamente mi fermai per andarla a vedere da vicino. Francesca per la paura di essere coinvolta resto' in auto. Era proprio una bella occasione, ma... non era ancora tempo.. In quel momento non sapevo ne pensavo che di li' a poco sarebbe stato deciso il futuro dei prossimi 20 anni della Delta..

Verso fine Agosto del 1983 la Contessa M., amica di famiglia dell' amministratore delegato del Saigarage di Milano, ci commissiona una Opel Ascona 1.3 Luxus 5 porte per una loro persona di fiducia all' interno dello stabilimento M. di Schio. Consegna ... per Ieri... Ci attiviamo subito per la ricerca della vettura e la troviamo dal concessionario "Paltrinieri Auto" di Modena, un antico Concessionario Opel che ha cessato l'attivita' 2 anni fa. Vengo incaricato del recupero della vettura. Parto di buon mattino dalla stazione di Brescia con il trenino per Modena. Il viaggio subisce vari rallentamenti per lavori sulla linea, tanto che arrivati a Parma ci fanno scendere ed il viaggio prosegue via pulman. Arrivo in concessionaria per le 11,45, giusto in tempo per ritirare la vettura, il documento di conformita' e fare benzina. Il titolare mi consiglia un ristorante a poca distanza. Approfitto del consiglio, che si rivela ottimo sotto tutti i punti di vista. Riparto verso le 14,30. La prima cosa che mi viene in mente, e' che non avevo ancora avuto l'occasione di poter fare un 200 Km con la Ascona, quindi mi predispongo per provare la vettura. Nel contempo compare sul cruscotto un grillo, che per tutto il viaggio non si muovera' dalla sua posizione di partenza.. Forse che sia una spia della moglie per verificare che non corra ? Comunque il viaggio scorre piacevolmente, la vettura e' silenziosa maneggevole, sto cominciando a gustarmela, quando arrivo a Brescia. Allora abitavo a 2 chilometri dal lavoro e pertanto passai dalla strada di casa per tornare in concessionaria. Vedo mia moglie che scende dall' autobus, probabilmnete che rientrava dal lavoro, le suono e mi fermo per salutarLa. Volevo raccontarLe la storia del grillo. ma... il grillo non c'era piu'. Forse aveva esaurito la sua funzione, visto che ormai ero arrivato a casa. Cosi' invece le dico? "Sai che non e' male L'Ascona, potrebbe essere la sostituta della Delta !!!" Lei mi guarda con aria perplessa ma non contrariata e mi dice: "Ne parliamo piu' tardi" . Rientrato in concessionaria, dopo aver sistemato un paio di pratiche, comincio ad elaborare la possibile Ascona per noi. Si trattava di strutturare una vettura che potesse rispondere al mio gusto alle nostre esigenze, ma che doveva stare in un certo budget di spesa. Preparato lo studio, vettura, colore, accessori, costo, affrontai la trattativa con la moglie, puntando innanzitutto sul discorso di avere una Opel di buona presenza, che doveva fungere anche da mio personale biglietto da visita, per promuovere la mia nuova attivita'. Di fronte a questo discorso Francesca non fece altro che annuire, ma mi presento' soltanto il problema, che non era da poco, che bisognava trovare le risorse, tra cui la cessione della Delta. Qui' per la prima volta, dico la prima, perche' anche in futuro questo principio verra' utilizzato, dovevo trovare le persone giuste a cui dare la vettura. Non si trattava solo di un discorso economico fine a se stesso, si trattava di trovare qualcuno che conoscendomi potesse apprezzare la vettura, e per me, di poter tenere un contatto con essa per il futuro. Questo a dire

la verita' non lo esplicai piu' di tanto, ma a distanza di tempo, credo che l'embrione del collezionista, cominciava ad essere in incubazione. Valutate varie possibili allocazioni, pensai a mio cugino Alberto che all'epoca aveva una 127 prima serie, passatagli da sua Zia Maria che poco prima che io prendessi la Delta aveva comprato una Fiat Ritmo 65 Cl 2porte azzurro metallizato. Lo chiamai al telefono e gli accennai alla mia idea di sostituire la vettura. Scoprii cosi' che la vettura forse sarebbe potuta andare bene per i suoi genitori, e lui avrebbe preso la loro Alfasud L bianca del fine 1975. Comunque di tutto cio' avremmo parlato domenica durante la consueta gita in alta Valtrompia a "Cima Caldoline" , classica festa della montagna con messa all'aperto, e desco preparato dagli alpini in collaborazione con la Ditta Ambrosi azienda casearia per la quale lavorava mio Zio Luciano.

Domenica pero' non mi recai in montagna con la Delta. Il tempo minacciava e pertanto con Suoceri e cognata andammo con la Kadett A. La pioggia ci colse lungo il percorso piuttosto irto che la Kadett con i suoi 5 occupanti a bordo affronto' con stoico coraggio. Unico inconveniente e' che dopo un po' che viaggiavamo sotto l'acqua, gli occupanti posteriori si trovarono con i piedi bagnati. Probabilmente la guarnizione del parabrezza anteriore, faceva trafilare acqua all'interno che poi per la pendenza andava a creare una sorta di piscina nella parte posteriore. Arrivati e dopo aver preso il mitico caffe' alla montanara, una tazzona di caffe' caldo, con una miscela segreta di chissa' quali liquori, tra cui sicuramente del Vov, comunque di una squisitezza unica, si parti' per la passeggiata che ci avrebbe portato alla baita degli alpini. Nella serenita' della montagna, con calma affrontammo il discorso della vettura, il perche' pensavo di sostituirla, cosa offriva la vettura e perche' avrei tenuto di darla a loro. Nel pomeriggio mentre rientravamo verso le nostre auto mi dissero? Possiamo vederla ?. "Certo venite a casa nostra!"

Arrivati a Brescia, la giornata si era aperta ed era uscito uno splendido sole. Estrassi la Delta dal garage e rammento che pensai. "Le manca solo la parola" . La trattativa corse veloce. Ricordo che espressi l'intenzione di togliere i fendinebbia, e l'impianto radio. Per l'impianto nessun problema, non interessava. Mi fu pero' richiesto di lasciare i fendinebbia. Per la consegna, a loro stava bene in dicembre, in quanto gli dovevano entrare dei soldi. A me stava bene, in qunto la nuova vettura che sarei andato ad ordinare, sarebbe stata prodotta in ottobre per consegna novembre, ed era mia intezione di targarla a gennaio. Brindammo quindi all'accordo e ci salutammo. L'indomani ricevetti una telefonata della Zia Franca sul lavoro, con la quale mi confermava la vettura e mi dava quindi il via libera affinche' mettessi in ordine la nuova vettura. L'eccezione che conferma la regola, nel settore automobilistico, vuole che tanto per un ordine non hai fretta, tanto piu' l'auto arrivera' prima. Questa eccezione venne confermata anche questa volta. Cosi' una mattina della prima meta' di ottobre arrivando in concessionaria, trovai la bisarca che stava scaricando la mia Ascona. Poco male, avevamo 60 giorni di franchigia per pagarla alla Opel ed intanto mi occupai di prepararla secondo le specifiche che avevo in mente e che non avevo potuto richiedere in fabbrica. Si trattava di sostituzione dei pneumatici con altri di sezione piu' larga e ribassata, montaggio dei poggiatesta posteriori, sostituzione dei braccioli anteriori, e soprattutto montaggio dell' impianto stereo 6 casse, + antenna elettrica, la radio e amplificatore equalizzato di provenienza dalla Delta, trombe ed antifurto con telecomando. Fatto questo, telo e messa a riposo in deposito.

Ma nel frattempo era successa un'altra cosa. La proprieta' aveva deciso una bella iniziativa per noi venditori. Dava a tutti l'auto aziendale con bollo, assicurazione, benzina o gasolio pagati e lavaggio. Con pero' un distinguo, ossia: Chi nell' anno precedente o al 15 ottobre aveva venduto 100 auto nuove, aveva diritto all'auto nuova, chi era sotto ad una auto usata, sempre Opel. Considerando che ai tempi la Opel aveva il 3% del mercato, oggi siamo al 9% , che in concessionaria eravamo in 4 venditori piu' il capovendite, solo un venditore aveva diritto all'auto nuova + il capovendite. A noi altri 3 misero a disposizione delle Opel Ascona B 2.0 Diesel di fine full leasing. Io ne scelsi una rosso arancio versione lusso chiamata "Berlina" del 1979 con 120.000 Km. Aveva due soli difetti: era lievemente grandinata e sotto tiro fumava un po', tanto che all'epoca mi soprannominarono "Nuvola Nera". E' ovvio che tutti gradimmo l'iniziativa. Si trattava di avere una auto da poter usare sempre, un' auto da vendere, e che apriva un ciclo in quanto chi prima vendeva la sua, prima sceglieva tra le altre auto Opel disponibili nell' usato. Ora pero', mi trovavo con un'auto in piu', la Kadett A, che a questo punto diventava una terza auto. Solo che non ero ancora nella situazione abitativa per cominciare la collezione. Dovevo trovarle una collocazione, ma non potevo venderla per la parola data. Fortuna volle che mio fratello che era ancora militare ad Orvieto, in una telefonata con mia madre, manifesto' l'interesse alla vettura, che aveva visto appena prima di partire per militare. Cosi' decisi di regalargliela. Restava in famiglia , come gia' detto esiste ancora oggi, e cosi' accontentavo tutti. Venerdi' 7 dicembre 1983 feci l'ultimo viaggio ufficiale con la Delta, meta il garage dei miei zii. Concordai che per i primi due anni nel periodo estivo, mi sarei premurato di passare a darle una lucidata, cosa che onorai di fare. E venne l'8 dicembre, data che cito non solo perche' mio fratello era tornato da militare, ma in quanto era invitato il parentado al pranzo che i miei avevano organizzato al ristorante Gentiluomo per festeggiare il loro 25° di matrimonio. Doveva essere la prima uscita della Delta con i nuovi proprietari. Invece vedo tutta la famiglia arrivare ancora con la Alfasud..

Forse che abbiano visto il tempo incerto ed abbiano avuto paura di sporcarla ?.. Purtroppo niente di tutto cio'. La Delta si era rifiutata di partire, o meglio la batteria della Delta, la sua batteria originale di tre anni e 20000 Km percorsi aveva deciso, forse anche agevolata da una luce lasciata accesa, di dichiarare forfait. Poco male. A parte un po' di delusione, ma non solo per loro, ma soprattutto per me, lunedi' mi premurai di prendere una nuova batteria e rimetterla in "riga". Se uno psicanalista avesse voluto analizzare il comportamento della vettura nel frangente, sarebbe arrivato a dire, che la vettura voleva ravvisare il tradimento al quale non era preparata. Niente di tutto cio', solo una batteria che accusava probabilmente lo scarso utilizzo dell' ultimo periodo, e che portata sotto il livello di soglia, non reagiva piu' alla ricarica. Questa la storia dei primi tre anni della Delta 1500 Rosso Corsa che feci adottare da dei bravi proprietari, che oggi dopo altri 20 anni, cominciano ad avere altre esigenze, e forse anche la Delta comincia ad avere altre esigenze e.... come concordato da tempo, tutto e' pronto per ricevere di nuovo il testimone di questa vettura, per farle passare la terza eta' con la discrezione che si usa alle auto anziane, che hanno bisogno di un po' di cure, perche' l'eta' passa anche per loro.

Ringrazio il cortese lettore, sia per la pazienza con la quale a seguito la storia, e ringrazio l soprattutto l'editore, perche' mi ha sollecitato a mettere su carta questa storia personale, che solo dei veri appassionati di automobili possono apprezzare. Mi scuso ancora se alle volte ho dovuto dilungarmi su fatti personali, ma ribadisco, la storia di un'automobile non e' fatta solo di ferro e bulloni, sono anche i piloti e le scuderie che fanno si che un'auto arrivi al traguardo.

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Settembre 2008: seconda puntata!

Nel corso della nostra storia (pubblicata nel patrimonio Lancia) piu’ di una volta abbiamo ribadito come la storia di un’ auto si intreccia con la vita delle persone a lei vicina. Purtroppo questo comporta che anche la morte , che fa parte della vita come conclusione di essa, tocchi anche un’automobile.

E’ così successo che a fine maggio 2005 2 mesi e mezzo prima del 25° della Delta lo zio Luciano dopo una lunga malattia ci lasciò.

Ne parlo perche’ nella visita di commiato allo zio, mai mi sarei immaginato che mia zia mi dicesse la

seguente frase: “Vai giu’a vedere la Delta perche’ c’è la cuffia del cambio che si è rotta e mi da fastidio vederla così”. Che mia zia sia una donna di fede, non si discute, ma realizzai anche che mi chiedeva un aiuto per dare un occhio alla Delta, visto che mio zio non avrebbe più potuto farlo.

E così eccomi in una giornata mesta faccia a muso con la mia Delta. Ci guardammo come per dirci :”Come stai ?, passa il tempo!” La vernice sembrava implorarmi : “dammi un po’ di cera!”. La grandine aveva colpito in alcuni punti e vi erano tre punti di formazione di ruggine.

Rientrato dissi alla zia che me ne sarei occupato appena possibile. Cosi’ una mattina passai e cominciai con un po’ di pasta a vedere come reagiva la vernice. La risposta era positiva allora partii alla grande e dopo due ore di intenso lavoro la Delta era ringiovanita di 20 anni.

A novembre in occasione di un blocco della circolazione feci un maggior lavoro di fino dal quale sono uscite le foto che mi vedono fotografato con la vettura dopo 25 anni. Lunedi’ mattina poi terminai il lavoro con visita dal gommista per la convergenza e cambio dell’olio con un trattamento di additivi

speciali e il passaggio ad olio sintetico di derivazione formula 1.

Ma il ritorno all’origini è cosa recente sempre maggio ma 2006. Il Lancia Classic Team per festeggiare il centenario del marchio organizzò in Valsesia un raduno appunto in Terre di Lancia. Infatti Vincenzo Lancia è nato a Fobello , meta del raduno. Per questa occasione ove non poteva mancare la Delta 1^ serie auto dell’anno 1980 mi feci dare la Delta una settimana prima e grazie alle cure dell’amico Marcello carburatorista eccelso, ed oggi anche con un socio meccanico, feci fare un tagliando particolare alla Delta: sostituiti gli ammortizzatori, che erano ancora i suoi originali,

revisione completa della carburazione, registrazione del gioco valvole. Naturalmente pieno di V-power 100 ottani. La macchina fu superba e sulle colline biellesi ritrovò la sua naturale collocazione. Non posso certificarlo, perche’ bisognera’ che faccia altre prove, pero’ ad andatura da codice, soprattutto in autostrada, grazie alla revisione alla carburazione, ma anche al nuovo olio sintetico con gli additivi aggiunti, toccai i 14 Km con un litro, meglio che da nuova.

Quando la domenica sera riportai la Delta a mia zia ero contento per lei, perchè ora la vettura era affidabile, per la Delta perchè si era riconfermata una vettura vincente, per me perchè in quei due giorni ero ringiovanito di 25 anni.

A gennaio 2008 come un buon samaritano mi occupai di montare la cuffia del cambio che dopo lunghe ricerche avevo trovato in Sicilia. Visto che la zia aveva sospeso l'assicurazione per il periodo invernale, stante i blocchi alla circolazione, trattenni la vettura fino a fine mese passandola di fino con una pulizia meticolosa. Mi venne in mente che a maggio avrei festeggiato il 25° di matrimonio e pensai: “Perche' non farlo con la Delta (proprio come 25 anni fa?)”. Pensai però che avrei dovuto trovare una degna sostituta per la zia. La ricerca cadde su una Lancia Y del 1998 blue scuro Lancia, interno alcantara blue, full optional 70.000 Km. Mi sembrava l'auto ideale. Non me la regalavano ma ero pronto a fare scambio alla pari con la Delta. Prima di riportare da mia zia la Delta tentai quindi l'operazione scambio. Ma la zia, pur ringraziando declinò l'offerta. A maggio quindi la seconda luna di miele per festeggiare il 25° la facemmo con la Biturbo che anch'ella festeggiava il suo 25° essendo stata immatricolata nel 1983.

Come avevo fatto nel 1980 dal periodo dell'ordine della Delta , fino al superamento dell' esame orale di maturità, non si parlò più in casa della Delta, come una speranza scaramantica che impedisse che sogni diventassero disillusioni....

Ma una sera di settembre mi chiama mia zia e mi dice : “Ho deciso di vendere la Delta !”

Deglutii e dissi: “ Guarda , mi è arrivato giusto stamattina il libretto degli assegni della banca che ha cambiato per l'ennesima volta nome, è pronto da inaugurare.. Dimmi che importo devo mettere !”

Mi dice l' importo ... In altre occasioni, per altre vetture, con altre persone, avrei sfoderato tutte le mie conoscenze per trattare il prezzo, ma per la mia Delta rossa ho detto : “Vengo a prenderla domani pomeriggio!!”

Eccomi così sabato 27 settembre 2008 in macchina con mio figlio, che mi accompagna a riprendermi la Delta. Per strada ripenso a quel 14 agosto del 1980 quando si accesero le due luci di retromarcia e la tirarono fuori dal lavaggio per consegnarmela.... Sembra ieri ma sono passati più di 28 anni e quante cose sono accadute.....

La Delta parte al primo colpo dopo aver azionato lo starter automatico. Dopo averla portata fuori dal garage foto ricordo con la zia che mi consegna le chiavi .

Saluti, baci e abbracci e partiamo. Mi rendo conto che la frizione slitta, ma ormai il dado è tratto e l' obiettivo è arrivare a casa. Non so come, ma riusciamo ad arrivare a casa. Nel parcheggiarla nel suo nuovo spazio riservato in garage, mi accorgo che anche la portiera posteriore sinistra ha ricevuto le attenzioni di qualche muro, che probabilmente era ,lui, al suo posto.

Tutto questo non toglie che sebbene da preparare, ora la Delta 1500 rosso corsa consegnata nel 1983 a 20.000 Km e ripresa a 89324 Km il 27 settembre 2008 è finalmente ritornata a casa pronta a farsi curare, coccolare e a ripercorrere sicuramente alcuni percorsi che fece tra il 1980 ed il 1983, sapendo in carburator suo una cosa certa... Che non ci separeremo mai più !

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E' stata proprio la Sua Delta in occasione del Raduno in Valsesia (il sab. sera siamo venuti alla cena con la sua) che mi ha fatto riscoprire la guidabilità della Delta, di quella normale, oggi si tende troppo ad identificare Delta con le versioni Integrali.

Delta è stata prima di tutto Delta.

Dopo, ma dopo un bel pò è divenuta auto da competizione (4WD, integrale, evoluzione ecc. ecc.).

Sabato non sarò da lui, mi aveva inviatato (se ci vai con un'alfa storica hai diritto anche a parcheggiare dentro) ma non c'è la faccio.

Oltre tutto c'è il raduno autopareri. 8-)

Spero domani pomeriggio di riuscire a fare un salto a Novegro, devo ritirare dei pezzi. 8-)

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Dico solo avrei dovuto cenare come ogni sera in cucina, ma mi sono portato la pasta qui davanti al pc perchè non riuscivo a staccarmi dalla lettura.

Quant'è vero, che le nostre auto non sono solo auto, ma sono... "noi".

Penso sia bellissimo averne una insieme per così tanto tempo (vicina o lontana) e passarci insieme gran parte della vita.

Purtroppo a me non è ancora capitata l'occasione, nella vita, di cominciare una storia così... chissà se capiterà in futuro.

Comunque, un racconto meraviglioso.

p.s. La prossima volta che venite in Valsesia, mi chiamate, vero? ;)

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Proseguiamo con la seconda parte della storia sulla sua genesi, con questo testo che ho elaborato attingendo da osservazioni dell'epoca (sempre da Gente Motori).

In particolare ora parleremo delle molte qualità insite nel suo progetto,e di come vennero sviluppate e testate.

LA QUALITA' DELTA

Qualcuno la definì una piccola Rolls Royce.

Per certi aspetti non era un'esagerazione: la Lancia Delta era una macchina fatta a mano, perlomeno quanto le vecchie Lancia di buona memoria.

Prendiamo per esempio la lastratura delle lamiere, che in genere era un'operazione altamente automatizzata: la scocca della Delta...

lanciadeltascoccaprovayi8.jpg

... pesava in tutto 240 chili e aveva in totale 4247 punti di saldatura (quasi 1000 in più rispetto alla Ritmo) e ben 4070 venivano dati a mano; soltanto 177 erano eseguiti da macchine automatiche.

Era un dato molto significativo, che indicava una precisa scelta qualitativa: rifiuto dei più moderni sistemi produttivi e ritorno ad una lavorazione quasi artigianale, l'unica in grado di garantire un prodotto di qualità superiore rispetto agli standard “robotizzati” dell'epoca.

Quel prodotto di cui i fedeli lancisti sentivano da tempo la mancanza: una vettura non solo piacevole da vedere e da usare, ma anche e soprattutto, robusta, sicura e fatta per durare.

Ciò non significava certo che la produzione Lancia degli anni immediatamente precedenti non avesse dato garanzie di durata e robustezza. Un modello come la Beta non poteva essere certo considerato fragile e poco affidabile. Al contrario: si trattava di un modello che aveva sostenuto più che degnamente il difficilissimo ruolo di anello di congiunzione tra la vecchia e ormai esausta gestione Lancia e il nuovo corso segnato dall'intervento della Fiat.

Una vettura storica, dunque.

La nuova Delta nasceva nel cuore di Torino, al Lingotto, lo stabilimento più tradizionale della Fiat Auto.

Non era un caso che la produzione della nuova Lancia fosse stata assegnata a una fabbrica esperta, in cui nascevano vetture Fiat di particolare qualità, come la X1/9, la 124 Spider America e la Campagnola.

Era una tangibile dimostrazione del potenziale e dei mezzi su cui la Lancia poteva contare nell'ambito del Gruppo (poteva... :( ) per il rilancio dei propri prodotti e della propria immagine.

La progettazione, la costruzione dei prototipi e la sperimentazione furono invece condotte completamente dalla Lancia, che utilizzò però l'imponente struttura tecnica della Fiat: dai laboratori di ricerca altamente specializzati alle piste di prova.

(la seconda e terza foto sono barbaramente ritoccate, ma non sono stato io :) )

lanciadelta3ph5.jpg

lanciadelta4mh0.jpg

lanciadelta5hg8.jpg

Della Fiat furono utilizzate anche componenti meccaniche di alto contenuto tecnologico, come il motore Ritmo, opportunamente elaborato e adattato alla filosofia Lancia.

DIECI CAVALLI IN PIU'

L'affidabilità fu uno dei concetti fondamentali che ispirarono il progetto Delta. In omaggio a tale concetto fu deciso di adottare un motore sicuro e collaudatissimo.

Il propulsore della Delta, che beneficiava delle esperienze fatte prima sulla 128 e poi sulla Ritmo, aveva ormai raggiunto il massimo grado di perfezione.

Forse qualcuno avrebbe preferito vedere nel cofano della Delta un motore completamente nuovo, cosi com'è nuovo e originale tutto il resto della vettura.

Ma agli effetti della durata, dell'affidabilità e del rendimento, era difficile pensare che un motore di nuova progettazione potesse dare da subito maggiori garanzie.

Pur essendo nato dodici anni prima, il quattro cilindri monoalbero della Fiat era ancora un motore modernissimo.

Dopo numerosi interventi fatti dalla Lancia, esso guadagnò 10 cavalli, sia nella versione 1300 che in quella 1500.

Le modifiche riguardavano la sostituzione del carburatore monocorpo con un Weber doppio corpo, e il diverso disegno del collettore di aspirazione che determinava un migliore riempimento delle camere di scoppio.

Ciò consentì di guadagnare potenza con limitatissimi aumenti di consumo di carburante.

Anche l'impianto di accensione fu migliorato: sulla versione 1300, il ruttore meccanico (che sulla Ritmo era montato sul basamento motore) fu spostato sull'albero a camme in testa.

Un accorgimento adottato, specie nelle auto sportive, in quanto evitava macchinosi rinvii meccanici che potevano causare sfasamenti e abbassare il rendimento del motore.

Anche nella versione 1500 il distributore d'accensione era in testa.

Inoltre il sistema era elettronico, del tipo a impulsore magnetico a scarica induttiva, che garantiva una maggiore affidabilità e durata perché mancavano in esso tutti i contatti meccanici.

Anche il filtro dell'aria fu riveduto dai progettisti della Lancia: il disegno era completamente cambiato e fu inserita una presa d'aria termostatica per garantire una corretta miscelazione dell'aria aspirata che, in funzione della temperatura ambiente, in parte era calda (riscaldata dal collettore di scarico) e in parte fredda (prelevata direttamente dall'esterno).

Si trattava di un accorgimento sofisticato per l'epoca che consentiva di ottenere dal motore un rendimento ottimale.

La sostanziosa coppia massima (a soli 3500 giri/min) e l'elevata potenza (85 cv a 5800 giri/min nella versione 1500) furono ottenuti anche grazie alla migliorata efficienza del collettore di scarico. Tutto il preesistente impianto della Ritmo fu riprogettato.

URTO A 50 ALL'ORA

Per collaudare nel modo più probante (all'epoca) il grado di sicurezza della vettura, furono sacrificati tre esemplari in prove distruttive.

Le tre Delta furono lanciate contro una barriera rigida a 48,4 km/h, prova che corrispondeva ad un urto frontale fra due vetture a 70-80 km/h.

Sul primo prototipo il volante fece registrare un arretramento dinamico orizzontale di poco superiore ai 127 mm previsti come limite massimo dalle norme di sicurezza CEE.

Fu quindi rinforzata la scocca in corrispondenza del cruscotto.

crash2wv3.jpg

crash1ne6.jpg

FATTA PER DURARE

Nella Delta infatti esso era composto da tre tratti e tra il primo ed il secondo fu inserito un raccordo flessibile in acciaio inox che assorbiva le vibrazioni del motore garantendo una maggior durata della tubazione e una elevata silenziosità di funzionamento.

Dove si notava di più che la Delta era una vettura nata per durare nel tempo era nella scelta dei materiali impiegati, nella cura delle finizioni, nelle tecnologie d'avanguardia adottate per la realizzazione di particolari come il paraurti e la plancia.

Prima di dare il via alla produzione di preserie, i prototipi dovettero superare molte prove di resistenza e fatica.

Una delle più severe era quella definita “for life”.

Consisteva nel percorrere con una vettura 10 mila km senza sosta su percorsi particolari e prefissati:

-3800 km su strada sterrata con fondo accidentato;

-2800 km su pista di ciottolato

-4080 km su normale pista asfaltata

con l'aggiunta di 2400 attraversamenti di un guado con acqua fangosa e salata.

Tutto questo ad elevata velocità. Al termine delle prove i rilevamenti tecnici indicarono i punti più soggetti alla ruggine, e per preservare queste parti furono presi provvedimenti eccezionali.

Per esempio gli elementi esterni che componevano il perimetro esterno del pavimento furono sostituiti con altri in lamiere zincrometal.

La loro resistenza alla corrosione era cento volte superiore rispetto ai particolari trattati con normali processi antiruggine.

Nella scocca della Delta vi erano 16 particolari in zincrometal; molti, considerato che in vetture di questa classe i pezzi trattati in zincrometal non erano più di sei o sette, generalmente.

lanciadelta2un8.jpg

lanciadelta1zb0.jpg

Molte prove furono fatte per mettere a punto l'impianto di ventilazione, senza dubbio uno dei più perfezionati fra le vetture della categoria della Delta.

Basti pensare che partendo da freddo, con temperatura esterna di -20° e viaggiando in quinta ad appena 42 km/h, in soli dieci minuti la temperatura della zona guidatore saliva a +15°: un salto quindi di 35° con il motore a soli 1500 giri/min.

Era un risultato ben superiore agli standard delle vetture di media cilindrata dell'Europa continentale.

Per avere aria fresca in abbondanza furono studiate soluzioni che consentivano una portata d'aria di 380 m3/ora contro i 260-300 m3/ora della maggior parte delle rivali.

Nelle fasi finali dei test ci furono le prove di “debugging”, metodo di verifica iniziato in Fiat ai tempi della 127 restyling, facendo test generali di vetture di preserie in modo da verificare l'insorgere di inconvenienti “dell'ultim'ora” e segnalarli per tempo alla produzione.

Dal gruppone di 300 vetture preserie costruite per i vari test, vennero prelevati scalarmente e a caso quattro lotti di 25 vetture, uno alla settimana.

Quindi, 100 Delta, equamente suddivise fra 1300 e 1500 cc.

Ognuna percorse circa 3000 km su percorsi misti. La prova durò un mese e alla fine di ogni settimana veniva accertato che la produzione avesse effettivamente posto rimedio agli inconvenienti segnalati dai collaudatori.

Ovviamente, riferendoci al gruppo totale di 300 vetture, i km percorsi furono centinaia di migliaia, su strade e climi di ogni genere, dala Scandinavia all'Africa.

Nella foto qui sotto la vediamo durante l'attraversamento del villaggio senegalese di Tambacounda, 500 km ad est di Dakar.

testsenegal1lc9.jpg

L'INNOVAZIONE DELTA

Tra i particolari interni più interessanti della Delta c'era la plancia: non solo vantava una linea molto originale ideata da Giugiaro, ma era soprattutto nuova per il suo sistema di realizzazione.

Era infatti costruita in PVC con il processo slush moulding, che costituiva una novità assoluta in Europa.

Esso era nato negli Stati Uniti, dove il 5 per cento delle vetture in circolazione, essenzialmente le ammiraglie delle grandi Case, montavano plance così costruite.

Lo slush moulding, rispetto ai tradizionali sistemi di stampaggio, consentiva di ottenere una plancia particolarmente morbida, robusta e soprattutto sicura, perchè in grado di assorbire energia in caso di urto e salvaguardare l'incolumità degli occupanti.

Il sistema americano permetteva inoltre di dare alla plancia forme molto complesse, con curve e disegni di svariate forme, impossibili da ottenere con i processi di stampaggio utilizzati fino a quel periodo.

Un'altra grossa novità era costituita dal paraurti. Qualcuno si chiedeva, all'epoca: “Dov'è? Non sarà per caso quella semplice banda di gomma incollata sulla carrozzeria?”

No di certo. Il paraurti c'era, ed era grosso, solo che non si vedeva, perchè era diventato parte integrante del corpo vettura ed era verniciato nello stesso colore della carrozzeria.

L'idea (di Giugiaro) era ingegnosa e fu possibile metterla in pratica grazie ad un prodotto che non era mai stato utilizzato su vetture italiane: l'SMC.

Una speciale materia plastica termoindurente che poteva essere stampata, rifinita e verniciata in forno a 150°, come tutte le parti in lamiera della carrozzeria.

L'effetto estetico che offriva era notevole, ma i vantaggi di questa soluzione andavano più in là: il paraurti era più leggero (in lamiera il peso sarebbe stato quasi doppio), resisteva senza deformarsi a urti fino a 4 km/h e se restava scalfito lo si poteva stuccare, seppiare e verniciare come qualsiasi altra parte della carrozzeria.

E poi non arrugginiva, anzi, riparava la stessa carrozzeria dall'acqua e dal fango.

Un paraurti del genere rappresentava una novità assoluta per Lancia e per la stessa Fiat.

(per quanto, ndGTC, mi pare che Fiat non fosse per niente arretrata in questo, visto lo scudo Ritmo 78... anche se, se non ricordo male, l'accento sulle sue straordinarie capacità venne fatto più tardi all'epoca di Ritmo 82 e il suo paraurti brevettato, dalla grande resistenza... in effetti non ricordo se fosse già così anche per la prima serie... forse il primo fu davvero quello Delta... fine ndGTC)

Infine, un'occhiata alle finiture. Risparmio di materiali di certo non ne era stato fatto: bastava osservare da vicino le cornici dei vetri ed i gocciolatoi, tutti in alluminio anodizzato, come su Mercedes e Bmw dell'epoca.

La moquette, oltre che il pianale, rivestiva interamente anche il vano bagagli dove erano ricavati in corrispondenza dei passaruota, due vani chiusi da sportellino: uno per la borsa dei ferri e l'altro per il martinetto.

A quei tempi, una raffinatezza degna d'altri.. tempi (per la categoria, ovviamente).

COMFORT E LUSSO

Sedersi a bordo dava una sensazione di confortevolezza e protezione. Il rivestimento del soffitto rompeva con i sistemi tradizionali in quanto copriva tutto il cielo della vettura, sino al filo delle porte.

Era composto da una parte centrale in velluto (identico a sedili e pannelli porte) e da un bordo laterale in finta pelle sellato a mano. Il tutto contribuiva a creare una sensazione soft ed inoltre attutiva gli urti del capo degli occupanti.

I sedili anteriori avevano il molleggio in pulmaflex e lo speciale velluto di cui erano rivestiti era ignifugo e antimacchia.

Inoltre i sedili stessi si spostavano sulle guide con estrema dolcezza perchè erano montati su speciali rulli.

La gomma che seguiva i profili delle porte non era a sezione tonda né era montata sull'anello del vano porte come di consueto, ma aveva un profilo a labbro ed era applicata direttamente sulle portiere, realizzata in un solo pezzo.

Un neo che all'epoca, seguendo i dettami dell'accessoristica, si poteva trovare alla Delta? Mancavano le tendine parasole sul lunotto posteriore.

Ma, data l'inclinazione del vetro, era difficile che i raggi del sole potessero infastidire i passeggeri posteriori.

Insomma, la Delta aveva argomenti sufficienti a far sorridere di soddisfazione gli affezionati lancisti.

La Lancia aveva voluto fare una berlinetta d'élite e ci era riuscita.

E non era stata seriamente un'operazione di poco conto.

Fine... per ora. Successivamente attraverseremo il momento del suo approdo sul mercato, l'impressione che fece alla stampa specializzata, per poi seguire con l'evoluzione della sua gamma, le prove, le versioni e.... le corse. ;)

Buona lettura! ;)

PaoloGTC

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"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Paolo, ti rinnovo di nuovo i complimenti per il tuo immenso e dettagliato archivio e per gli spunti interessantissimi che ci ofrri sempre!!!

Detto questo e parlando di Delta, ho sempre ammirato la 1° serie anche nelle versioni "normali" elegante, ben rifinita, ottima meccanica....

Parlando degli interni, se non sbaglio nei primi anni di produzione delta aveva un quadro strumenti un pò bruttino, con tachimetro e contagiri separati dagli altri strumenti che erano disassati sulla sinistra e poco leggibili.... Solo sucessivamente (con l'inizio produzione di Prisma) anche Delta cambia plancia utilizza il bellissimo, completo e leggibile quadro della sorella maggiore che racchiude tachimetro, contagiri e gli strumenti secondari tutti insieme.... Paolo, tu hai qualche foto a suffragio?!?!

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'90 Fiat Tempra 1.4 ('99 - '00) - '96 Fiat Coupé 1.8 16v ('00 - '01)

'92 BMW 316i ('01 - '05) - '03 BMW 318Ci 2.0 16v ('05 - '15)

'09 BMW 320d xDrive ('15 - now)

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bike: special su base Ducati Monster 800S i.e.

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Paolo, ti rinnovo di nuovo i complimenti per il tuo immenso e dettagliato archivio e per gli spunti interessantissimi che ci ofrri sempre!!!

Detto questo e parlando di Delta, ho sempre ammirato la 1° serie anche nelle versioni "normali" elegante, ben rifinita, ottima meccanica....

Parlando degli interni, se non sbaglio nei primi anni di produzione delta aveva un quadro strumenti un pò bruttino, con tachimetro e contagiri separati dagli altri strumenti che erano disassati sulla sinistra e poco leggibili.... Solo sucessivamente (con l'inizio produzione di Prisma) anche Delta cambia plancia utilizza il bellissimo, completo e leggibile quadro della sorella maggiore che racchiude tachimetro, contagiri e gli strumenti secondari tutti insieme.... Paolo, tu hai qualche foto a suffragio?!?!

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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