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Spam - Phishing - UFO - BUFALE Varie


The Summarizer

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Guest EC2277

No, è lui che lo deve dire a noi, visto che lui ha deciso di prendere la parola ed esporci le sue teorie.

Lui ha deciso di parlare?

Allora lui deve fare in modo che la sua platea sappia di cosa sta parlando. È così che lavorano gli scienziati ed è così che dimostrano d'avere ragione: dando modo a tutti di confutare le loro teorie.

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Guest EC2277

L'ho trovato io:

Dr. Eric W. Davis on New Light-Speed Breaking Science ? G4tv.com

:disp2:

Per capirci stiamo parlando di uno scienziato od un ingegnere (non si capisce) che starebbe facendo retro-ingegneria su dei non meglio specificati UFO e che sta lavorando ad un progetto per raggiungere la velocità warp. Ma in giro per la rete non si trova uno straccio di pubblicazione che sia sua od un solo accenno al suo lavoro. Si trovano solo siti di "ufologi" che parlano di lui senza chiedersi chi sia.

«Abboccherà, una scarpa forse non sarà

…»

Modificato da EC2277
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Ho fatto un po' di compiti.

Lo scienziato in questione, Davis, non si occupa affatto di UFO, extraterrestri e navi aliene.

E' un fisico teorico e si occupa di teorie sulla propulsione iper-luce. In pratica lo studio di ipotetici sistemi di viaggio a velocità superiori alla luce, come la curvatura dello spazio (che richiama così bene il mondo di Star Trek da goderne in visibilità) o i tunnel (wormhole) spaziali.

Lui studia questo o almeno si occupa di divulgazione su questi argomenti. Ha scritto un libro a riguardo e fa mini-conferenze sull'argomento.

E qui entra in gioco la questione UFO/alieni.

Viene evidentemente invitato spesso a eventi legati o incentrati sull'ufologia e argomenti simili. In USA c'è tutta una sub-cultura sull'argomento e ci sono tutti i curiosi, appassionati o fanatici che si vogliono, a riguardo.

A questi incontri e convegni lui parla di propulsione a curvatura, di wormhole, di energia negativa, di viaggio interstellare, sempre in modo principalmente divulgativo, ma relativamente scientifico.

E poi gli fanno le evitabili domande. "Crede agli UFO?" "Quello di cui ha parlato è stato ricavato dagli studi sugli UFO?" "State studiando gli UFO?" "Cosa c'è dietro?".

Cosa volete che si risponda davanti ad una platea di ufologi, appassionati di avvistamenti, "rapiti" ecc?

"No, non centra nulla" "No, sono in gran parte cazzate" ?

Ovviamente no. Lui fa il possibilista e sta anche un po' al gioco.

Dice che, talvolta, alcuni aspetti degli studi sulle propulsioni iper-luce, sono stati incrociati con le informazioni derivanti da avvistamenti UFO o presunti incontri con alieni. E sono stati dettagli non contrastanti. Come l'aspetto luminoso di un presunto wormhole o i movimenti particolari e quasi incredibili di alcuni ufo.

Ma questa non è ingegneria inversa. Questo è possibilismo e diplomazia. Questo è vendere il proprio prodotto (i libri e le ospitate ai convegni) dicendo all'ascoltatore e potenziale cliente un po' di quello che vuole sentirsi dire.

Questo scienziato sicuramente fa anche presentazioni a convention di fantascienza. Pensate forse che, se un fan di Star Trek gli chiede "Il vostri studi sulla curvatura si basano sulla tecnologia del motore a curvatura dell'Entrerprise?", lui gli risponda "No di certo. Non mischiamo la scienza con la fantascienza." ??

Ovviamente no. Risponderà che in parte si ispira a quello, che alcune idee sono venute anche fantasticando sul Star Trek.

Come sarà in parte pure vero. Stessa cosa per gli UFO, gli extraterrestri e le astronavi aliene. Sono in parte uno stimolo.

Ma da a dire che ci sono navi aliene studiate per ricavarne il motore a curvatura ci sta la differenza tra parlare dell'argomento e rischiare di passare (IMHO giustamente) per dei ciarlatani.

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Guest EC2277

Io devo ancora capire come hai fatto a trovare informazioni su quel tizio: le ho cercate, ma sono finito sul sito di uno studioso di buddismo!

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“Sono io l’alieno che disegna i misteriosi cerchi nel grano”

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Un programmatore di software spiega la formula: “Paletti, corde e tavole di legno”

Laura Secci

Asti

Da quando sono apparsi quei cerchi di grano tracciati alla perfezione nella notte del 29 giugno, nel piccolo Comune astigiano di Robella (cinquecento abitanti), si sono riversati oltre seimila turisti, arrivati un po' da tutta Italia (e qualcuno anche da Francia e Inghilterra): tutti volevano toccare con mano la presenza degli alieni e, magari, valutarne anche lo strano estro creativo.

Il cerchio, disteso su una grande collina, è grande 130 metri. Adagiato nel grano reso biondo dal sole, assomiglia a un animale stanco più che a un simbolo dell’equilibrio cosmico. Ma la processione di curiosi e «fedeli» ha sfidato, in religioso silenzio, il caldo torrido d’inizio luglio, snodandosi tra quei solchi armonici disegnati da una mano che, finora, era rimasta ignota. Un rituale, questo, che si ripete ogni volta che un campo si trasforma «misteriosamente» in opera d’arte. È successo anche in occasione di uno degli ultimi «episodi famosi», a Poirino, nel 2011.

Ora l’autore è uscito allo scoperto, ridando ai cerchi la veste poco extra e molto terrestre che in pochi volevano fargli indossare. Lui è Francesco Grassi, nato a Taranto 47 anni fa, ingegnere elettronico laureato all’Università di Pavia e direttore tecnico di un’azienda informatica di Milano che si occupa di sviluppo di progetti software e gestione dati. Grassi non si può esattamente definire un allievo di Margherita Hack, dato che fin da ragazzo si è interessato ai fenomeni paranormali, ma nonostante questa simpatia per l’ignoto sui «circle crops» non ha dubbi.

«Tutti i cerchi di grano sono realizzati da esseri umani - spiega -: gli alieni non c’entrano». E, se qualcuno volesse combattere l’insonnia dedicandosi a questo originale passatempo notturno, l’ingegnere svela gli strumenti e le tecniche. «Servono - dice - metri a nastro di qualità, come le cosiddette “rotelle metriche”, perché consentono di essere riavvolte facilmente dopo l’uso. La lunghezza massima dev’essere considerata in base alle misure della formazione e si disegna prima su carta. Per creare un cerchio di 20 metri di raggio, una rotella di 10 non sarà quindi sufficiente».

Altro «step». Individuare i sistemi di marcatura dei punti chiave sul terreno. «Tutte le formazioni, anche quelle meno complesse, devono avere punti che siano facilmente individuabili di notte». Vanno bene dei paletti molto fini con una bandierina sulla sommità e un numero scritto a caratteri grandi, in nero su sfondo bianco. Quando i paletti (si deve sempre trovare un compromesso tra solidità e dimensione del diametro) verranno rimossi, si dovrà stare bene attenti a non lasciare traccia dei piccoli fori creati nel terreno.

Poi, si prendono le tavole di legno già preparate in precedenza: devono avere una corda fissata ai due bordi in modo da poterle tenere sotto il piede, man mano che si procede con la fase di appiattimento del grano. «Quanto più lunga è la tavola tanto più ampia sarà la fascia di vegetazione che si può appiattire, permettendo così di stringere i tempi - sottolinea l’ingegnere -. Bisogna trovare - aggiunge - il giusto compromesso tra trasportabilità ed efficacia dello strumento. In genere si possono utilizzare tavole lunghe intorno al metro».

Ma anche la larghezza è importante. Se sono troppo larghe, risultano ingombranti. Se non lo sono abbastanza, rischiano di danneggiare la vegetazione, alterando il risultato finale. «Le tavole larghe sui 16 centimetri possono andare bene».

Una volta sul campo, la matita sarà sostituita dai piedi. Per disegnare dei bordi perfetti è importante usarli «a passo laterale», vale a dire non di punta. «Un team di 5 “circlemaker”, che non sia alle prime armi, può realizzare benissimo un’opera grande e complessa come quella di Robella in una sola notte, dall’imbrunire all’alba». Poi, a dare all’opera un’aura di magia, non possono mai mancare i richiami simbolici. Secondo alcuni, per esempio, il cerchio di Robella conterrebbe una formula relativa all’energia. «E, infatti, c’è chi va sempre alla ricerca di messaggi occulti e, per ogni realizzazione, su Internet si trovano specifiche interpretazioni». Si va dalle formule di una reazione nucleare a bassa energia a quelle relative a presunti orologi al trizio.

«Difficile dire se queste interpretazioni equivalgano davvero alle intenzioni di chi ha creato il progetto - dice Grassi -. È molto più probabile che il tutto sia il frutto della volontà di voler vedere a tutti i costi cose che non ci sono». E allora che cosa spinge un ingegnere di software a realizzare opere «misteriche», destinate ad attrarre migliaia di persone, e poi a tenerne segreta (com’era successo finora) la paternità? «L’unico modo per condurre un valido esperimento scientifico era quello di creare una formazione in segreto, annotando tutte le reazioni della comunità». Insomma, creare il mistero e «stare a vedere l’effetto che fa», per dirla con Jannacci.

Fonte: La Stampa - ?Sono io l?alieno che disegna i misteriosi cerchi nel grano?

:ufo:

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