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Lancia di Lancia: 1120 cv...


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queste operazioni in campo nautico hanno dei precedenti in salse miste. Non sono mai servite a niente se non ad un pò di effimera pubblicità ad un salone nautico e le barche relative mai entrate in produzione...

I proprietari di barche non amano passare da cartelloni pubblicitari.... lo fanno solo i bimbiminkia tunizzati che, per fortuna, non comprano barche.

Ecco, appunto e con questo si torna al mio intervento precedente: cosa vendi a quello che, dopo aver visto il canotto Lancia da miiiiille cavalli, decidesse d'acquistare una Lancia?

Un'Autobianchi Bravo Limousine deluxe?

Seeeeee, bonanotte! :roll:

Modificato da EC2277
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Troppo giusto Emi. Non solo chi compra una barca di quel tipo non compra Lancia e chi compra Lancia non ha i soldi per quella barca, ma anche come semplice sponsorizzazione pubblicitaria non vale più di far comparire un marchio sul palco di in una sagra di paese, anzi, almeno quelli ti comprano la Y.

Nemmeno Ferrari ( o i cantieri delle relative barche) è riuscita ad avere un ritorno di immagine dalle barche sportive che ha sponsorizzato con stile o motori, figurati Lancia.....

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  • 8 mesi fa...

Invece di stare sempre sull'asfalto, oggi mi butto in acqua.

(“ecco, legati qualcosa di pesante ai piedi prima”, direte voi :D)

Perchè vado a ripescare (visto che in acqua siamo) questo topic?

Perchè ieri scartoffiando ho finalmente ritrovato questo articolo, che ripropongo interamente, cominciando da una domanda che propongo anche come titolo del pezzo.

Si tratta di un “precedente”, riguardo questa nuova vicenda del Lancia di Lancia.

Forse ai tempi era qualcosa di più serio, però...

QUANTO FA 8.32 PER 4?

A tu per tu con Cesare Fiorio e l'equipaggio del “Martini Bianco”.

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Coadiuvato da un supercampione come Renato Molinari, il direttore dell'Abarth è un vero professionista della specialità – Cosa vuol dire gareggiare con gli ultrapotenti scafi da offshore – Il parere del pilota e degli altri membri della squadra.

“Malgrado la collocazione geografica e la storia che la vuole terra di marinai e naviganti, l'Italia non ha mai vissuto gli sport del mare con grande trasporto popolare.

La vela ha avuto un boom con quel piccolo capolavoro di promozione che è stata la prima uscita di “Azzurra” nelle acque di Newport, per poi tornare ad ardori più miti, mentre l'offshore è rimasto per anni un capriccio di pochi e solo da alcune stagioni sta aumentando vertiginosamente la propria popolarità con un sempre maggiore interesse dei media.

Cresce l'offshore negli interessi del pubblico e, parallelamente, si registra l'arrivo di sponsor 'da F1' mentre nella tecnica siamo giunti a livelli altissimi, al punto che questa disciplina non può più essere catalogata come gioco per chi ha denaro da spendere, ma richiede che di ogni equipaggio faccia parte almeno un 'throttle-man' (colui che governa le manette che fungono da acceleratore) professionista o comunque super-esperto.

In questo contesto ha fatto il suo ingresso nel mondo dell'offshore la Lancia, fornendo i propri motori al 'Martini Bianco', un monocarena costruito nei cantieri di Renato Molinari e portato in gara dallo stesso Molinari in veste di 'throttle-man', con Cesare Fiorio al volante e Carlo Bodega navigatore.

I motori, quattro, derivano da quelli che equipaggiano la Thema Ferrari 8.32 (e la barca corre infatti col numero 832) che hanno, nella versione di serie, 215 cv di potenza.

Nella versione nautica con turbocompressore i cv diventano 575 per motore, per un totale di 2300 cv; questi motori venivano definiti 'molto simili” a quelli che equipaggiavano le Lancia Martini LC2 Gruppo C delle gare Endurance.

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Si tratta di un progetto rivoluzionario per il mondo dell'offshore, che sta ancora pagando gli errori di gioventù, ma che viene osservato da esperti ed avversari con curiosità e timore.

Il tutto mentre sulle strade la Thema Ferrari sta raccogliendo un enorme successo come ammiraglia italiana dell'ultima generazione.

A Torino, negli uffici dell'Abarth, si festeggia quindi il matrimonio fra terra e mare, mentre qualcuno si chiede se, lo stemma dello scorpione (retaggio dei tempi di Carlo Abarth) finirà anche nei cieli.

Di Cesare Fiorio direttore generale dell'Abarth, e dei successi da lui raccolti come team manager sui campi di gara dei rally e delle corse Endurance, ormai sappiamo praticamente tutto.

Solo chi è anche appassionato di nautica sa invece che Fiorio ha alle spalle una nutrita carriera sportiva sul mare.

Ha regatato per dodici anni, con barche di vario genere: dai piccoli F.D. , fino al prestigioso 'Mandrake' di Giorgio Carriero, una barca ben nota agli intenditori, che è 'antenata' del 'Mandrake' selezionato recentemente per la partecipazione italiana all'Admiral's Cup.

Al mondo dell'offshore Fiorio si è avvicinato nel 1972 ed è attualmente colui che vanta una più lunga attività fra coloro che partecipano alle gare della stagione 1987.

Ha al suo attivo 31 vittorie in gare di campionato ed ha fatto parte di equipaggi che hanno vinto due campionati del mondo e sei titoli europei.

'Ho incontrato per la prima volta Renato Molinari in occasione della finale del campionato del mondo 1979 – racconta Fiorio – quando, conseguentemente ad alcune defezioni, ci siamo ritrovati sulla stessa barca. Il suo prestigio di grande campione era tale che gli offrii di prendere il posto ritenuto giustamente più importante, quello di throttle-man, che inizialmente avrebbe dovuto spettare a me.

Dopo quella esperienza, lui tornò alle gare di velocità inshore, e le nostre strade si separarono fino allo scorso anno, quando decidemmo di correre insieme a Montecarlo, con lo scafo Falcon che lui aveva appena costruito.

La vittoria che ottenemmo ci spinse a pensare ad un programma da fare insieme ed a poco a poco prese consistenza il progetto Martini Bianco, realizzato quest'anno.'

D – La maggior parte degli offshore con propulsori a benzina utilizza due motori aspirati. Perchè la scelta dei quattro Lancia V8 turbo?

'La crescita delle potenze verificatasi negli ultimi anni ha creato problemi di trasmissione alle barche dotate di due motori. L'avere scelto di utilizzare quattro motori di cilindrata inferiore con turbocompressore implica l'utilizzazione di quattro trasmissioni. La messa a punto è sicuramente più difficile, ma una volta raggiunta quest'ultima, potremo godere di un grosso vantaggio derivante dalla maggiore affidabilità delle trasmissioni, che dovrebbe permettere di sfruttare al massimo la potenza dei motori.'

D – Qual'è la posizione odierna dell'offshore di fronte al pubblico italiano ed ai suoi indici di interesse?

'E' sicuramente lo sport che oggi è in maggiore espansione, sia come numero di praticanti, che per la quantità degli spettatori ed anche per ciò che riguarda gli spazi che vengono riservati dai mezzi di informazione.

Questo non solo in Italia, basti dire che in Francia solo tre anni fa l'offshore era inesistente, mentre oggi vi si organizzano quattro gare ed in testa al Campionato Europeo di Classe 2 troviamo un equipaggio francese. Certamente questo sport ha in Italia un grosso limite, dovuto al fatto di essere sempre stato dipinto e presentato come un gioco, per il quale è sufficiente avere a disposizione un grosso budget economico per potere gareggiare e vincere.

Oggi l'offshore è invece uno sport altamente tecnologico ed anche rischioso. Certo esiste ancora la componente mondana, anche perchè in barca c'è posto per tre persone, quindi succede che il personaggio più noto alle cronache mondane che non a quelle sportive abbia la possibilità di procurarsi una barca competitiva e la presenza a bordo di un throttle-man e di un pilota professionisti, ma questo non deve portare la gente a credere che chiunque possa salire su una barca da oltre 2000 cv, portarla in giro per il mare e vincere delle gare.'

D – L'Abarth ha svolto la preparazione 'marina' dei motori Lancia V8 che equipaggiano il Martini Bianco e questa non è l'unica vostra operazione extra-automobilistica, visto che avete studiato anche la realizzazione di un bob (come ha ricordato quest'anno Sergio Limone nel suo “Le Abarth dopo Carlo Abarth”, ndGTC). Continuerete su questa strada? E' pensabile che si giunga in futuro anche alla realizzazione di scafi?

'No, la realizzazione degli scafi è impensabile. Parimenti l'Abarth è una fabbrica di “cose da competizione”. Alla fine tutti gli sport si assomigliano e tutte queste esperienze portano ad un denominatore comune che è la tecnologia avanzata di certi studi unita al professionismo con cui viene fatto l'approccio al singolo sport.

Abbiamo affrontato questa prima esperienza nella motonautica con un progetto rivoluzionario. Sapevamo di dover pagare uno scotto iniziale per poter fare certe esperienze, ma fin dalla prima uscita abbiamo dimostrato che il potenziale della soluzione da noi adottata è elevatissimo.'

Del resto, un nome come la Lancia ed una fabbrica come l'Abarth non potevano approdare in un ambiente per loro nuovo ricalcando orme già impresse da altri.

I quattro motori turbo del Martini Bianco sono stati considerati da qualcuno, alla loro prima uscita, una megalomane follia.

Ma del resto un identico commento venne fatto alle spalle della Renault quando, in una brumosa mattinata inglese, accese per la prima volta un motore turbo nei box di un Gran Premio di F.1.

E solo pochi mesi dopo l'esordio del Martini Bianco, se ne parla come la barca da battere nella seconda parte della stagione e come indiscusso protagonista del campionato 1988.”

Fine dell'articolo principale. Proseguiamo ora con alcuni specchietti che erano a corredo del servizio, cominciando con la scheda tecnica (e qualche foto in azione) del Martini Bianco.

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(foto da italiaspeed.com)

Scafo: struttura mista di legno, fibra di carbonio e kevlar.

Lunghezza: 13,90 m.

Motori: 4 Lancia 8 cilindri a V di 90°, 4 valvole per cilindro

Cilindrata unitaria: 2925 cc.

Alimentazione: ad iniezione elettronica Weber-Marelli

Sovralimentazione: a due turbocompressori KKK dotati di scambiatore di calore aria-acqua.

Cilindrata totale: 11700 cc.

Potenza complessiva: 2300 cv.

Vediamo ora un approfondimento su Renato Molinari e Carlo Bodega

L'ASSO DELL'ELICA E QUELLO DELLA BUSSOLA

Renato Molinari, 42 anni (nel 1987, ndGTC), comasco, è certamente il personaggio numero uno del nel circus dell'offshore.

molinari.jpg

Vanta infatti un curriculum motonautico unico con:

-18 titoli di Campione del Mondo

-11 titoli di Campione Europeo

-15 titoli di Campione Italiano

-12 record mondiali di velocità.

Questo background lo rende un po' inviso a chi ha scelto l'offshore come passerella personale e quindi non regge il confronto con un vero campione dello sport. Qualcuno dice che è antipatico, in realtà Molinari è solo un professionista che fugge per temperamento le occasioni mondane e preferisce rimanere nel paddock, a stretto contatto con la propria barca ed i tecnici che lavorano con lui.

“C'è stato un tempo in cui l'offshore era riservato a dilettanti che lo praticavano perchè avevano una gran passione per il mare ed i mezzi economici per disporre di imbarcazioni potenti, – spiega Molinari – quando la competizione si è fatta sempre più agguerrita, questi dilettanti hanno scelto per lo più di passare al ruolo di navigatori e procurarsi invece i servigi di piloti e throttle-men professionisti.

C'è posto per tutti, anche se il problema della sicurezza sta acquisendo importanza primaria. Con oltre 2000 cv di potenza, gli offshore moderni possono essere molto pericolosi in mano a chi non abbia la necessaria esperienza: alla partenza, un minimo errore di pilotaggio può avere conseguenze drammatiche.

Ecco quindi che si evidenzia la necessità di istituire una super-licenza per gli equipaggi che corrono in Classe 1, come del resto avviene da tempo nell'automobilismo.”

D – Con quali criteri ha operato le scelte che hanno portato alla realizzazione del Martini Bianco?

“Ho scelto un monocarena perchè i catamarani hanno si una maggiore velocità, a parità di potenza, e sono avvantaggiati su mare calmo, ma è altrettanto vero che, non appena le condizioni del mare peggiorano, la loro instabilità è tale da costringerli a ritirarsi.

Il monocarena invece offre il miglior compromesso: non ha rivali col mare mosso e con mare calmo può amministrare lo svantaggio conquistando comunque una posizione onorevole.”

D – Com'è la convivenza in barca con Cesare Fiorio, che è stato un abilissimo throttle-man e con lei invece ricopre il ruolo di pilota?

“Si tende a considerare abitualmente come determinante il ruolo del throttle-man perchè è colui che dispone della velocità della barca.

Per questo ruolo l'esperienza è fondamentale, perchè non bisogna commettere errori: tenere il gas a fondo quando la barca plana, essere pronti a toglierlo quando si pensa che le eliche stiano per uscire dall'acqua,ma farlo il più tardi possibile, essere pronti a ridare gas nel momento in cui le eliche tornano in acqua.

Quest'ultima operazione va fatta con tempismo, se no la barca 'si pianta' e si perdono svariati secondi per riportarla alla massima velocità.

Se poi si lasciano girare le eliche fuori dall'acqua, quindi a vuoto, i motori vanno in fuorigiri e possono scoppiare.

Il pilota, nel nostro caso Cesare, è altrettanto importante perchè deve fare in modo che la barca non si scomponga nei salti, per permettermi di sfruttare al meglio in momento in cui dare e togliere gas.

Diciamo che se throttle-man e pilota sono due professionisti, come nel nostro caso, l'intesa è perfetta.”

Ora vediamo la figura del navigatore, il signor Carlo Bodega.

bodega.jpg

Industriale 48 enne nel settore dell'alluminio, residente a Lecco, Bodega è dal 1969 nel mondo della motonautica che lo ha visto conquistare diversi titoli italiani 'inboard' e classificarsi per tre volte secondo nel campionato del mondo di questa categoria.

Quest'anno, per la prima volta, fa il navigatore nell'offshore, ma è previsto che passi al volante nel caso in cui concomitanti impegni di lavoro (sul ponte di comando dell'Abarth) tengano Cesare Fiorio lontano dalle gare.

“Conosco Molinari fin dai miei primi passi nella motonautica – racconta Bodega – con lui e Fiorio c'è una lunga amicizia e devo dire che proprio questa mi ha spinto ad accettare il ruolo di navigatore sul Martini Bianco, che mi dà sicuramente più soddisfazione che non uno posto come throttle-man o navigatore in un altro team.

Il fatto di abitare sul lago di Como, a pochi chilometri dai cantieri di Molinari, mi permette poi di seguire tutti i test di collaudo della barca cui non può partecipare Fiorio che ha base a Torino ed è spesso all'estero per lavoro.”

D – Quali sono i compiti del navigatore in un equipaggio composto al 100% da professionisti?

“Ho di fronte a me tutti gli strumenti relativi ai quattro motori Lancia che equipaggiano il Martini Bianco, ad eccezione delle manette del comando della pressione del turbo che sono davanti a Fiorio.

Devo quindi tenere sotto controllo i dati fornitimi dagli strumenti, avvertirne la minima irregolarità, prima che si produca un'avaria grave e tenere informati pilota e throttle, tramite l'interfono che ci collega, della situazione.

Contemporaneamente devo tenere sotto controllo la rotta: quando percorri in mare cento chilometri andando diritto, una approssimazione di un grado alla partenza significa che ti puoi ritrovare tanto lontano dalla bola da avere un handicap di chilometri!”

In conclusione, inseriamo due foto di Cesare con la sua Thema 8.32 personale, testimone del collegamento fra Abarth e mare in questo frangente; fu grazie alla posizione di Cesare, di rilievo in entrambi gli ambienti, che fu possibile questa accoppiata Lancia-offshore.

fioriothema1.jpg

fioriothema2.jpg

GTC chiude qui il suo mattoncino per oggi ;)

Gli anni 80 andavano anche così... con questi tre che correvano sull'acqua in mezzo ai colori Martini e alle scritte che non facevano altro che ricordare il desiderio che c'era di essere i più forti.

(frase così.. . Messa lì... giusto per....)

triom.jpg

p.s. Vista la voglia di upgrade-Thema Ferrari che c'era in giro, non si poteva, passando alle quattro ruote motrici, fare un trapianto inverso e prendere uno dei 4 bestioni da 575 cv e metterlo nel cofano Thema? :D (povero telaio T4 :D)

p.s 1: le foto di qualità migliore, come ho già scritto fra parentesi, vengono da italiaspeed. Nel caso fossero di disturbo, le rimuoverò prontamente.

Riguardo i volti che ho inserito nel topic, l'ho fatto perchè comunque all'epoca erano stati pubblicati dalla rivista che mi ha fatto da supporto (Starter, ragassuoli, voi che pensate che era solo centro pagina peloso :D e niente più) pertanto nel mio piccolo le ritengo pubblicabili.

Se così non fosse, ditemelo che le rimuovo subito.

GTC :b37:saggio

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Ho scordato una cosa oggi.

Qualcuno esperto di sport marittimi sa cosa fece poi questo Martini Bianco sul campo (o meglio in acqua)?

Gareggiò? Qualche vittoria? Qualche figuraccia?

Perchè io ho trovato questo ma poi negli anni a venire (come cartaccia) e anche sul web oggi non ho trovato nulla di nulla sul seguito di questa storia.... non se ne fece nulla?

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Ricordo che non ottenne nessun risultato degno di nota (le barche di Renato Molinari in classe 1 non credo che l'abbiano mai fatto) anche perchè la superiorità dei catamarani rispetto ai monocarena era già schiacciante all'epoca.

Ma tutto è andato nelle nebbie e non ricordo più nulla dei dettagli........ probabilmente assetti troppo orizzontali (bassa velocità causa grande superficie bagnata d'attrito) e peso/potenza non sufficiente.

Ricordo che mi piaceva esteticamente ed in più ero un amatore dei monocarena, dovrei aver conservato molte foto di questa barca prese durante gli alaggi in banchina quando frequentavo i circuiti di classe 1 per lavoro.... credo a Montecarlo.

Modificato da Maxwell61
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Grazie Max per la delucidazione!

Se le trovi (e se non sono troppo invadente) sarebbe bello vederle, queste foto... io riconosco di non essere un grande appassionato, anzi ne capisco direi zero, però questa storia mi ha affascinato e quel che ho trovato sul web è veramente poco.

Infatti le tue parole su risultati mica tanto da ricordare mi hanno confermato il dubbio che avevo... e cioè che alla fine non avesse combinato chissà che... perchè se l'avesse fatto, probabilmente avrei trovato qualche info "storica" in più.

Vedere che non si trovava nulla, mi ha fatto appunto pensare che alla fine non ci fossero stati tanti momenti da ricordare. :)

Però resta una storia Lancia piuttosto affascinante, imho... in primis perchè si colloca in quella era che per me sarà sempre magica (ma riconosco che sono di parte :D in questo... )

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Appena posso vado a ravanare tra le ragnatele Paolino, era ancora l'epoca dei rollini a stampa :-) Comunque era bella esteticamente.

Probabilmente ci sarà stato anche il problema della marinizzazione del motore (delicato questo qui) terrestre: molti di questi tentativi non sono stati di gran successo a meno che non si intendesse preparare grandi produzioni che implicavano la modifiche di tutti i particolari necessari ed anche profonde modifiche delle curve di coppia (in acqua le coppie in basso possono essere particolarmente utili).

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