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Il Museo Alfa di Arese riaprirà al pubblico dopo 2 anni di chiusura


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  • 2 settimane fa...

Museo storico Alfa Romeo di Arese: i senatori della Lega Nord intendono tutelarlo

Garavaglia: "No alla vendita di pezzi del Museo Storico del biscione"

Roma, 4 dicembre 2010- I Senatori della Lega Nord Massimo Garavaglia e Cesarino Monti, ricevuta la segnalazione del ventilato intento di vendere due pezzi gloriosi del Museo Alfa Romeo, sono intervenuti con un’interrogazione al Ministero per i Beni e le Attività culturali, per sollecitare attenzione e tutela di quanto considerano patrimonio del territorio. Il Museo Alfa Romeo dal 1976 offre al pubblico l’esclusiva collezione di 110 vetture, pezzi unici da corsa, di produzione, prototipi, dalla prima vettura A.L.F.A. alle leggendarie vincitrici delle ‘Mille Miglia’, l’Alfetta 159, vetture di F1, la Giulietta icona degli anni ’50, ecc. Un Museo che accoglie migliaia di visitatori, un pubblico eterogeneo che proviene oltre il 50% da Paesi esteri e promuove iniziative culturali, il cui fil rouge è il mondo dell’automobile. Per gli Alfisti, ma non solo, è quindi importante la difesa del Museo, testimone oltre che della storia dell’automobilismo anche di quella di migliaia di persone del territorio che hanno lavorato all’Alfa Romeo, memoria di un pezzo della loro vita. Una fabbrica ora smantellata, in cui hanno faticato in tanti, partecipi invisibili ma orgogliosi delle vittorie e del successo del marchio del Biscione. Preoccupa quindi la notizia che ci sia l’intenzione di vendere due pezzi che, si vocifera, da soli valgono quasi quanto il museo che era stato ceduto alla Fiat per 11 miliardi di vecchie lire. Voci, finora non confermate, parlano dell’Alfetta 159 con cui Giuseppe Farina vinse il campionato del mondo nel 1952 e vetture con cui hanno corso miti quali Ascari e Nuvolari. Gioielli da non sottrarre a questo importante patrimonio, che, come dice il presidente Adriano Provera, del Comitato Amici del Museo Alfa Romeo di Arese , costituito lo scorso 25 ottobre, «occorre inventariare per intero, includendo gli eventuali pezzi prestati anche da diversi anni ad altre esposizioni quanto è in attesa di manutenzione negli scantinati ed il prezioso, copioso materiale recuperato dal centro Stile, prima che venisse smantellato. Si tratta di bozzetti e disegni per la progettazione, documenti importanti. Il Comitato chiede alla Sovrintendenza ai Beni culturali di verificare l’effettivo patrimonio Alfa Romeo, che appartiene a tutti e che, ritiene, debba rimanere dov’è nato. Il Comitato chiede anche di portare a termine al più presto la procedura di vincolo, richiesta dall’amministrazione comunale di Arese, parallelamente a un’azione di vigilanza ed ispezione al fine di evitare eventuali alienazioni…». I parlamentari del Carroccio, ritengono auspicabile maggiore attenzione e oculatezza da parte del Lingotto e chiedono con un’apposita interpellanza di fare chiarezza sul destino del Museo Alfa Romeo, confidando nel sostegno del ministro per i Beni culturali Sandro Bondi.

V.A.

Museo storico Alfa Romeo di Arese: i senatori della Lega Nord intendono tutelarlo

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  • 1 mese fa...

Museo Alfa, ora si pensa al vincolo

E il sindaco apre alla Volkswagen

MILANO - Questione di giorni. Forse di ore. Entro lunedì prossimo, 31 gennaio, la Soprintendenza regionale per i beni ambientali dirà la sua sul museo Alfa Romeo di Arese. Le 130 auto esposte (e le altrettante nei sotterranei) potrebbero essere vincolate insieme con l'edificio che le ospita. Il procedimento è partito nel giugno scorso su istanza del Comune di Arese. In questi sei mesi le voci di un interesse di Volkswagen sull'area hanno man mano acquistato concretezza. A dicembre diverse delegazioni arrivate dalla Germania hanno visitato il sito. Per ultimi sono comparsi, venerdì scorso, alcuni giornalisti di Autobild, il Quattroruote tedesco. Ora la concreta possibilità che l'ultimo simbolo Alfa Romeo presente sull'area venga legato in maniera indissolubile al suo territorio fa sognare gli alfisti. Oltre a chi spera in un rilancio della zona che non spezzi il filo rosso di una storia fatta di motori e carrozzerie.

«Se speriamo che arrivino i tedeschi? Certo, magari! - dice il sindaco di Arese, Gianluigi Fornaro, Pdl -. Di sicuro qui ci sarebbe più lavoro. Quantomeno il centro stile che nel 2009 è emigrato a Torino tornerebbe nella sua sede naturale». Ma come si può essere certi che i tedeschi valorizzerebbero il marchio nella sua terra natale? «Ci sono ragioni più che valide per pensarlo - continua Fornaro -. Basti guardare a come Volkswagen ha rilanciato la Lamborghini senza sradicarla dal suo territorio. Mentre Fiat ha lasciato solo ruderi».

Dal canto suo l'azienda torinese in questi mesi si è opposta con determinazione al vincolo. Se la decisione della Soprintendenza andasse verso la tutela delle auto e dell'edificio che le contiene, c'è la concreta possibilità di un ricorso che potrebbe essere doppio: al Tar e al ministero dei Beni culturali. Tra le novità da segnalare anche l'insediamento, giovedì scorso, del tavolo tecnico per la definizione di un nuovo accordo di programma sull'area. Dopo la bocciatura del Comune di Rho, il progetto precedente (che prevedeva la trasformazione di parte dell'area da industriale a commerciale e residenziale) è stato cancellato con un colpo di spugna. Si ricomincia da capo. «Tutto ciò non fa che agevolare il progetto Volkswagen - fa notare il sindaco di Arese -. Se la casa tedesca fosse pronta a rilevare l'area la destinazione d'uso sarebbe già quella giusta».

Certo è che il prossimo aprile scade la cassa integrazione per gli ultimi 160 tra tute blu e impiegati Fiat Auto e Power Train presenti nel sito. «Nell'ultima riunione Fiat ci ha prospettato la possibilità di un loro trasferimento a Torino», dice Maria Sciancati, segretario generale della Fiom-Cgil di Milano. Tornando alle auto del museo, stimare il valore presente è impossibile. Un museo americano avrebbe offerto venti milioni di euro soltanto per l'Alfa 158 che alla guida di Nino Farina vinse il primo Gran premio nel 1950. Nell'insieme si parla di centinaia di milioni di euro. D'altra parte qui ci sono le auto che fecero dire a Henry Ford: «Quando passa un'Alfa Romeo mi tolgo il cappello».

Rita Querzé

25 gennaio 2011

Museo Alfa, ora si pensa al vincolo E il sindaco apre alla Volkswagen - Milano

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Beh, che il sindaco di Arese veda di buon occhio una acquisizione da parte di Volkswagen mi sembra scontato. Ma mi sembra incredibile il fatto che appassionati possano continuare a difendere l'operato fiat anche in vista di questo. Si è passati per una serie inifinita di compromessi, dicendo ogni volta:"eh, ma arriverà la svolta", ogni volta che fiat toglieva dalla lista qualcosa...per arrivare a questo, all'ultimo pezzo rimasto integro...E fiat vuole eliminare anche l'ultimo tassello rimasto dell'alfa che fu...Io non capisco davvero la logica di tutto questo, almeno lasciare al marchio un minimo di credibilità...Perchè fare totalmente terra bruciata di un marchio che non possono rilanciare? Certo, il passato è scomodo per fiat, ma svergognarsi così di fronte all'opinione pubblica denota anche il più totale menefreghismo per la propria immagine.

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Alfa Romeo: si decidono le sorti del Museo di Arese

di Massimo Colombo

Siamo davvero agli sgoccioli. Lunedì prossimo, 31 gennaio, scatterà l'ora x per il Museo dell'Alfa Romeo di Arese. La Soprintendenza regionale per i beni ambientali, braccio lombardo del ministero dei Beni culturali, dovrà infatti esprimersi definitivamente sulle sue sorti, dopo il vincolo apposto sia al contenuto (a cominciare dalle circa 250 auto conservate) sia al "contenitore", cioè l'edificio che lo ospita, lo scorso ottobre.

Gli appassionati del Biscione di tutto il mondo stanno facendo pervenire in queste ore decine e decine di appelli al blog nato appositamente per sostenere la causa del mantenimento del Museo nella città che lo ospita da sempre (fu fondato nel 1976), ultima vestigia di un marchio nobile e unico, icona planetaria dell'auto sportiva per eccellenza, che - prima dell'infausto passaggio alla Fiat nel 1986 - ha fatto fremere di ardore seguaci di ogni continente.

Intanto, com'era prevedibile, a Torino non sono stati con le mani in mano. Evidentemente indispettita (per usare un eufemismo) dalla decisione della Soprintendenza di Lombardia, che appose il vincolo su richiesta del Comune di Arese e in primis del suo sindaco, Gianluigi Fornaro (Pdl), e del Consiglio comunale, pare che Fiat abbia fatto fuoco e fiamme a Roma per ribaltare la posizione del ministero.

E proprio quella di un clamoroso ribaltone è la spada di Damocle che pende sulla testa dei sostenitori di Arese e che è vissuta in queste ore come un vero e proprio anatema. Così, si va avanti a sperare, battendo sul tam tam del passaparola, che ha messo in agitazione mezzo mondo.

Dal canto suo, il sindaco Fornaro - tetragono sulle sue posizioni condivise da tutti i fan del Biscione ma anche dal mondo sindacale - non fa neanche un mezzo passo indietro, affermando anzi che l'eventuale acquisizione di Alfa Romeo da parte di Volkswagen sarebbe la manna dal cielo. Ecco le sue parole: "Se speriamo che arrivino i tedeschi? Certo, magari! Di sicuro qui ci sarebbe più lavoro. Nella peggiore delle ipotesi il Centro stile, che nel 2009 è anche formalmente emigrato a Torino, tornerebbe nella sua sede naturale. Per non parlare del museo e del suo contenuto".

Del resto, sul fatto che Volkswagen sarebbe la scelta giusta per valorizzare il marchio milanese, nessuno ha dubbi: "Basterebbe guardare a come il gruppo tedesco ha saputo e voluto rilanciare la Lamborghini, senza sradicarla dal suo territorio, mentre qui Fiat ci ha lasciato solo ruderi", taglia corto Fornaro il quale, dalla sua, sa di poter contare su vere e proprie "divisioni" di sostenitori.

Alfa Romeo: si decidono le sorti del Museo di Arese - Milano - ilGiornale.it del 27-01-2011

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C'è anche un appello dell'Alfa Club Milano...

Cari amici Alfisti,

ieri sera e in tutta la giornata di oggi mi sono giunte voci, da fonti molto attendibili, che il nostro amato Museo è ancora a rischio di smembramento, nonostante il vincolo del Ministero dei Beni Culturali.

Stanno arrivando altissime pressioni a Roma per cercare di modificare il vincolo, il loro intento non è solo quello di vendere alcuni dei preziosi gioielli, ma quello di vendere la struttura intera, per poi spostare tutte le vetture rimaste a Torino e chiuderle in un capannone come è stato fatto per Lancia.

Ci chiedono una prova “tangibile” da parte di tutti gli appassionati del marchio più amato al mondo, un serie di messaggi uno dietro l’altro per manifestare il proprio affetto verso quello che per noi Alfisti è la nostra Casa, ma purtroppo non c’è tantissimo tempo: a fine mese infatti scadrà il periodo entro il quale il Ministero dei Beni Culturali dovrà verificare le opposizioni e le relative richieste di modifica, presentate dalla proprietà, dopodiché il Consiglio dei Ministri dovrà emettere il decreto prendendo in esame le ragioni di chi ha “promosso” questa iniziativa e di chi invece sta cercando in ogni modo di modificarla.

E’ stato creato un blog tanto semplice quanto spartano, con un messaggio unico, non vi resta che passare parola, cliccare sui commenti, e dire la vostra, anche solo un commento da parte di tutti noi può aiutare tantissimo. Il sito internet del blog è www.alfaromeoarese.com

Potete farlo anche senza iscrivervi, basta solo dire chi siete nel testo del messaggio, in questi giorni questo blog verrà monitorato costantemente da chi sta lavorando, per impedire che il vincolo venga modificato.

Andrea Vecchi

Alfa Romeo Club Milano

Presidente

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hai presente a chi andrebbero a pestare i piedi mettendo un bell'articolo che spiega per bene lo scempio che stanno facendo ad Arese???

Hai presente quale è il potere sui giornali italiani della famiglia e del gruppone?

Stai tranquillo questo silenzio non sarà rotto.

E se non esistesse internet non sapremmo nulla di quanto accade...

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