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Alfa Romeo e Volkswagen - 24/9 M: "l’Alfa Romeo non è in vendita" - 27/9 Piech: "Abbiamo tempo"


sareste favorevoli alla vendita di Alfa Romeo a VAG?  

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  1. 1. sareste favorevoli alla vendita di Alfa Romeo a VAG?

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I più attivi nella discussione

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Come lo vuoi il ban Matteobi,formato convenienza o formato premiummm?:mrgreen::mrgreen:

Nothing can't stop me...Manco i pilastri del corridoio di casa:sh::muro::ammic::ammic::ammic:

Ora pregiatissimi utenti,se abbiamo concluso questo momento di comicità indescrivibile,acclarato che l'elemento disturbatore è stato allontanato,posso invitarvi ad una discussione piu' serena,senza ulteriori off-topic e senza ulteriori strascichi polemici?

Grazie per la collaborazione.

Modificato da sarge
la grammatica
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alur, in che equivoco sono caduto?

si tende a confondere il successo commerciale con alcune specifiche qualità (che un'Alfa DOVREBBE avere, poi quello che hai scritto sopra è innegabile, il succo è che non frega più un chezz a nessuno di certe cose) e che NESSUNA auto VAG (fascia di prezzo entro i 60mila euro) ha (o ha comunque molto poco)

per il resto TUTTO gioca a favore di VAG, poi bisogna vedere che taglio darebbero alla loro Alfa.....

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Ad arese non c'e più nessuno, ma a Moncalieri ci sono già un bel pó di italiani che stanno assumendo il know-how di inglostad a dosi massicce... Un posto che può far anche da centro stile (ad arese manca anche quello...)...

Sa, mi preparo e vado a giocare con 4 anelli...

Ti ringrazio per il chiarimento,so che parli con cognizione di causa ;) Però...

Si perche' e' normale comprare una azienda per TrasferiLE Know-how

mi sento di quotare questo pensiero senza nessuna vena polemica sia chiaro. Messa così mi sembra una soluzione ibrida,cioè ne tedeschi di VAG ne Italiani di FGA. Siamo sicuri che possano apportare qualcosa di diverso,più Alfa oriented,rispetto al dogma della casa madre?? Oppure si tratta di gente che ha già fatto il salto della barricata?? Mi piacerebbe capire questo aspetto.

Se pensi che alla VW lavora gente come De Silva, De Meo, Manzoni.. mentre in Alfa l'amministratore delegato è un certo Harald J. Wester.. mi sembra che il rischio che corriamo è che si italianizzi un po' :-D

Hai ragione anche te!! :lol: Sarai d'accordo con me però che però le macchine non si fanno in tre persone ;) Anzi due,Manzoni non è rientrato in Ferrari??

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Oposso invitarvi ad una discussione piu' serena,senza ulteriori off-topic e senza ulteriori strascichi polemici?

Grazie per la collaborazione.

Aggiungo anche un'altra cosa: sarebbe gradito veder cessare le varie diatribe personali, "riferimenti puramente casuali" e botta-risposta poco costruttivi.

Se avete cose da riferire, torti da chiarire, ecc... V'invito ad utilizzare la messaggistica private ed a contattare gli utenti direttamente interessati, senza coinvolgere l'intero forum.

Di leggere battibecchi "da comare" onestamente non se ne può più. Personalmente vedere l'atmosfera che aveva a suo tempo il forum andare a rotoli in questo modo è una cosa che non sono più disposto ad accettare.

Ovviamente trattasi d'invito rivolto a TUTTI GLI UTENTI e valido in TUTTI i TOPIC, perché TUTTI possono contribuire in modo positivamente o negativamente.

Passo, e chiudo.

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ciao, visto che il topic sulla trattativa VW/FIAT per alfa è chiuso, posto qua un articolo uscito sul corriere ieri, magari se vogliono i mod spostano e/o cancellano:

Corriere della Sera di martedì 7 dicembre 2010, pagina 48

Salviamo l'Alfa Romeo (anche dalla Fiat)

di Bragantini Salvatore

di SALVATORE BRAGANTINI Alla Romeo è patrimonio di tutta l'Italia, e della città di Milano, prima che della Fiat; per questo è venuto il momento di dire una cosa spiacevole, ma ormai evidente. La Fiat è una matrigna per l'Alfa, anche perché divenuta tale controvoglia. L'Alfa è nel gruppo dal 1986, quando Fiat la soffiò alla Ford — che voleva comprarla — all'unico fine di impedirle di entrare in Italia, e dalla porta principale, acquistando un nome così prestigioso. Fiat però non aveva alcun disegno in positivo per la casa milanese, che infatti imboccò da allora un mesto declino, sporadicamente interrotto da qualche modello ben riuscito. Una casa automobilistica però non può prosperare solo perché ogni tanto ne azzecca qualcuna. Deve programmare a lungo termine i modelli, investire tanti soldi, con tanta convinzione. La sabauda, militaresca Fiat, arroccata a Torino, non ha mai amato Milano e la sua creativa ma un po' sprecona Alfa. Avrebbe potuto, essendo l'azionista unico, darle la disciplina di controllo dei costi che le mancava, senza spegnere l'identità del suo marchio, anzi coltivandola. Ne ha invece mortificato modelli e tecnici, buttando via il bambino insieme con l'acqua sporca. L'impianto di Arese, alle porte di Milano, è chiuso da anni. Oggi l'Alfa realizza a mala pena Zoo mila auto l'anno, e la meta del piano Fabbrica Italia — 5oo mila auto — pare tanto remota. Qualcosa però è cambiato. Ferdinand Pie-ch, numero i di Volkswagen (Vw) vorrebbe comprare l'Alfa, per completare la sua vasta scuderia di storici marchi che vanno dalla Vw stessa all'Audi, alla Porsche, alla Lamborghini. Adesso vorrebbe aggiungere l'Alfa, dove ha lavorato per quasi 15 anni Walter De Silva, oggi alto dirigente di Vw. «È una marca», dice Piech, «che potrebbe tornare a fiorire col minimo sforzo e investimento. È riuscita a non fallire nonostante INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA Salviamo l'Alfa Romeo (anche dalla Fiat) prodotti non sempre adeguati». La Fiat però non ci sta. Sergio Marchionne, con uno scherzo che però la dice lunga, si è infatti detto disposto a negoziare davanti a un'offerta da zo miliardi (ben due terzi della capitalizzazione di mercato del gruppo torinese). Il fatto è che Fiat conta anche sull'Alfa per raggiungere l'ambiziosa scala di produzione cui punta, e la realizzazione dei modelli Alfa è integrata nel gruppo. Tutto ciò crea difficoltà, che però sarebbero superabili se lo si volesse. La Volkswagen ha fatto crescere i propri marchi con un lavoro di lunga lena; pare voglia fare lo stesso con l'Alfa, rilanciando il solo originale, autentico Biscione milanese. Ricordiamo che negli anni 70 Audi — oggi al top — era un marchio poverello. A Piech interessa solo il marchio dell'Alfa, non gli impianti: secondo la stampa, in questa prospettiva Vw avrebbe discretamente sondato, anche in incontri con la Regione Lombardia, la possibilità di realizzare ad Arese un impianto nuovo di zecca. E qualche idea deve averla anche quel comune che ha bloccato all'ultimo istante la variante al piano regolatore per l'area ex Alfa, per preservarne la natura di sito produttivo. Piech certo non somiglia a Babbo Natale, se riuscisse nel proprio intento probabilmente concluderebbe con i sindacati accordi simili a quelli in vigore in Germania. Vw investirebbe ad Arese, non in Serbia: forse pensa che i tecnici e gli operai italiani, ben conosciuti in Germania, valgano la fatica, e che il sindacato sia un interlocutore ragionevole, oltre che necessario. A Wolfsburg sanno che i duelli titanici non fanno vincitori, ma solo nuovi conflitti, di cui non c'è bisogno in tempi come quelli che viviamo. La Fiat farà i suoi conti, ma delle due l'una. O trova i soldi e la voglia di investire in Alfa Romeo, per rendere credibile il traguardo delle 50o mila auto — vere Alfa però, non Suv marchiati Alfa — oppure è meglio che incassi un po' di soldi e si liberi delle perdite causate dalla figliastra che tanto le pesa. Se no, fra due anni qualcuno lo raccoglierà col cucchiaino, il marchio Alfa Romeo. Sarebbe brutto vederlo usato strumentalmente, con quel che rappresenta, per gridare al mondo quanto è retrogrado il nostro sindacato, così da poterlo meglio bastonare. Il sornione Piech, che conosce molto bene l'Italia, guarda avanti: «I tempi non sono ancora maturi. Ne riparliamo fra un po' di tempo, diciamo fra due anni». L'affido sabaudo è fallito, è meglio, anche per il gruppo Fiat — sempre più americano —, consentire l'adozione, però non fra due anni, ora. Il marchio, la tradizione, le capacità tecniche dell'Alfa — che ancora resistono — lo meritano.

La Volkswagen vorrebbe comperare l'Alfa per completare la sua vasta scuderia di storici marchi I.,'affido sabaudo è fallito. È meglio, anche per il gruppo Fiat, sempre più americano, consentire l'adozione ***

ps. ma è vera sta storia della variante al piano regolatore per preservarne l'idoneità a sito produttivo?

"Dobbiamo capire: stiamo analizzando i dati"

"La Ferrari 2023? E' nata bene..."

Mattia Binotto, TP Scuderia Ferrari, 2019-2022

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Der VW-Patriarch würde den Autobauer am liebsten als 13. Marke in sein Reich holen. Noch ist Fiat-Chef Marchionne nicht bereit, die Tochter zu verkaufen. Er will beweisen, dass er die Marke selber retten kann. Doch Wolfsburg bereitet sich schon auf Alfa vor.

Für den 100. Geburtstag einer Diva ist die Feier schwach besucht. Nur wenige Mäntel baumeln an diesem nasskalten Oktoberabend an der Garderobe des Autohauses an der Hanauer Landstraße in Frankfurt. Mit einer Vernissage ehrt der Autokonzern Fiat seine glamouröseste Marke: Alfa Romeo.

In den 60er-Jahren waren die italienischen Sportwagen der Inbegriff von Avantgarde und Abenteuer. Im Hollywood-Klassiker "Die Reifeprüfung" brauste Dustin Hoffman im Alfa Spider durch Kalifornien. Bei der Feier in Frankfurt erinnern nur großformatige Bilder der Kultmodelle und ein paar Oldtimer an die glorreichen Zeiten. Kein Zweifel: Der Lack ist ab.

Wieder einmal kämpft die Traditionsmarke gegen den Verfall. Bislang stand Alfa Romeo auf der To-do-Liste von Fiat-Chef Sergio Marchionne weit unten. Die Hauptmarke Fiat, Lancia, der zugekaufte US-Autobauer Chrysler: Stets gab es anderswo im Konzern Dringenderes zu tun. Erst jetzt hat Marchionne erkannt, dass er bei Alfa Romeo zügig handeln muss. Es ist ein Wettlauf gegen die Zeit – und gegen VW-Patriarch Ferdinand Piëch, der die Marke im Falle eines Scheiterns liebend gern unter seine Fittiche nehmen würde. icon_aktie_ausgabe.gif VW hat in der Lombardei schon vorgefühlt - und eine Deligation geschickt, die sehr konkrete Vorstellungen über Investitionen mitbrachte. icon_aktie_ausgabe.gif VW dementiert offiziell, eine Delegation geschickt zu haben. Auch Fiat verneint jede Verkaufsabsicht.

Seit Fiat Alfa Romeo 1986 übernahm, hat die Autoikone ihre einstige Strahlkraft fast völlig eingebüßt. Es fehlt an allem, was nötig ist, um gegen die Konkurrenz zu bestehen: Modelle, Märkte und Moneten. Voraussichtlich 120?000 Autos wird Alfa in diesem Jahr verkaufen – das schafft Audi in etwas mehr als einem Monat.

Dass es die Marke überhaupt noch gibt, ist nicht zuletzt Liebhabern wie Hans-Jürgen Döhren zu verdanken. Seit 35 Jahren kauft, fährt und restauriert er Alfas, zum Ehrentag in Frankfurt trägt er das Markenlogo am Revers. Sein historischer Alfa 1900 ist der Star des Abends. Alfisti wie Döhren halten den Mythos lebendig, sie glauben unbeirrt an die Zukunft der Autos. "Für mich ist Alfa Romeo die faszinierendste Marke der Welt", sagt er.

Mit dem Erfolg im Massenmarkt vernachlässigte die Marke ihre Wurzeln. Den Rennzirkus sparte sich die Firma bald, die Modelle wurden kantiger, plumper. Hinzu kamen Qualitätsprobleme. Der 1972 vorgestellte Alfasud rostete schneller, als er fuhr – der traditionsreiche Hersteller aus Arese bei Mailand wurde zum Übernahmekandidaten

Es ist eine Ironie der Geschichte, dass icon_aktie_ausgabe.gif Volkswagen Alfa 1986 zum Kauf angeboten wurde. Der damalige Vorstandschef Carl Hahn winkte ab und legte sich stattdessen Seat zu. Jahrelang versuchten die Wolfsburger, den spanischen Autobauer zum Alfa-Rivalen aufzubauen. Doch an das Image des Vorbilds kamen die iberischen Allerweltsautos nie heran.

Fiat erhielt den Zuschlag und führte Alfa zu einer erstaunlichen Zwischenblüte. Der keilförmige Alfa 156 glänzte mit modernster Dieseltechnik, 2001 verkaufte die Marke mehr als 200?000 Autos. Seither geht es bergab.

"Unter Fiat wurde Alfas Kern als Sportwagenmarke ausgehöhlt, durch uniforme Gleichteile, schwere Plattformen, schlechte Motoren", kritisiert Stefan Bratzel vom Center of Automotive Management in Bergisch Gladbach. "Mit den alten Markenwerten haben heutige Modelle nichts gemein."

Die Turiner waren so sehr mit der eigenen Sanierung beschäftigt, dass für die ehemals hübsche Tochter weder Zeit noch Geld übrig war. Während andere Hersteller in alle Welt expandierten, blieb Alfa in Westeuropa festgenagelt. Egal ob Entwicklung, Marketing oder Vertrieb, überall hieß es sparen, sparen, sparen. Und manch einer fragt sich: Warum spart sich Fiat nicht gleich die ganze Marke?

Rostig und verblasst hängt das Alfa-Logo auf dem Dach eines Fabrikgebäudes in Arese unweit von Mailand. Büsche umwuchern die alten Hallen, drinnen tropft Wasser von den Decken in ölige Pfützen. In einem Versammlungssaal der Firmenzentrale stehen noch die Stühle vor dem Podium als warteten sie darauf, dass von irgendwoher ein Erlöser kommt, eine mitreißende Rede hält und alles wieder wird wie früher. Er wird nicht kommen. Zumindest nicht hierher.

Zu viele Baustellen

Nach der Übernahme haben die neuen Herren Herz und Seele von Alfa nach und nach stillgelegt. Als Letztes zog im Frühjahr das Designzentrum ins Fiat-Hauptquartier nach Turin. Hier und dort stehen noch Maschinen herum, daran Schilder mit der Aufschrift "verschrotten" oder "nach Turin abtransportieren". Wie zum Trotz feierten Mitte Juni Alfisti aus aller Welt in Mailand den Geburtstag der Kultmarke. Kein Fiat-Vorstand ließ sich blicken.

Zu groß ist die Zahl der Baustellen, um die sich die Führungsriege kümmern muss. Die Fiat-Zahlen sehen seit einiger Zeit wieder besser aus, doch zurzeit sind die Turiner vor allem damit beschäftigt, den maroden US-Hersteller Chrysler zu integrieren – eine Mammutaufgabe, an der sich bereits der Daimler-Konzern verhoben hat. Experten fehlt der Glaube, dass Marchionne quasi nebenbei Alfa Romeo zu altem Glanz verhelfen kann: "Es wird 15 Jahre dauern, bis man Alfa wieder auf eine erfolgreiche Spur gebracht hat", sagt Jan Dannenberg, Berater bei Oliver Wyman.

Es sei denn, Marchionne würde einen Schnitt machen – und die Marke verkaufen. Zum Beispiel an Ferdinand Piëch.

Teil 3: VWs Masterplan für Alfa

Der 73-Jährige hat bereits einen Masterplan: Alfa Romeo soll zwischen icon_aktie_ausgabe.gif VW und Audi positioniert werden, sportlicher und emotionaler als ein Golf, weniger staatstragend als ein A6. Die Alfas made by icon_aktie_ausgabe.gif Volkswagen sollen helfen, BMWs Mini auszustechen und nebenbei noch Seat aus der Krise ziehen. Alles Gedankenspiele. Piëch kann Alfa kaufen, muss es aber nicht. Für ihn ist die Marke ein reines Lustobjekt. Wie Bentley oder Bugatti. VW-Chef Martin Winterkorn kühlt das Gemüt der Italiener daher etwas herunter: Alfa Romeo sei "nur ein Traum".

Personell wäre in Wolfsburg alles vorbereitet für den Tag, an dem es sich Marchionne doch anders überlegt. Der frühere Alfa-Chef Luca de Meo führt seit 2009 das Marketing der Marke icon_aktie_ausgabe.gif VW, er könnte einen Neuanfang unter deutscher Regie glaubwürdig vertreten. Das für die Gestaltung vieler Alfa-Modelle verantwortliche Studio Italdesign-Giugiaro haben die Wolfsburger erst kürzlich gekauft, Volkswagens Chefdesigner Walter de’Silva arbeitete früher für die Italiener, ebenso Wolfgang Egger, sein Kollege bei Audi. Erst im September lief Fiats Marketingexperte Giovanni Perosino zu den Deutschen über.

Technisch und finanziell wäre eine Integration von Alfa Romeo erst recht kein Problem. icon_aktie_ausgabe.gif VW sitzt auf 17,5 Mrd. Euro, mit den Teilebaukästen des Konzerns ließe sich die Modellpalette schnell ausweiten, der weltweite Vertrieb würde die Verkaufszahlen allein dadurch in die Höhe treiben, dass er Märkte wie die USA oder China erreicht, in denen Alfa bislang nicht vertreten ist.

So weit Plan B. Marchionne setzt Plan A dagegen: Flexible Plattformen aus Fiats Regal, schnittiges Design und ein kräftiger Schuss Historie sollen Alfa wieder flottmachen. Mit dem Mito besetzt die Marke erstmals das Kleinwagensegment, die neue Giulietta soll die Kompaktklasse aufmischen. Für 2012 ist ein neuer Spider geplant, der Nachfolger des erfolglosen Alfa 159 wird mit dem traditionsreichen Namen Giulia antreten, und Geländewagen made by Chrysler sollen die Marke in die USA zurückbringen.

Mehr Modelle, mehr Gleichteile, mehr Markenprofil – dass der Plan wirkt wie in Wolfsburg abgepaust, ist kein Zufall. Seit Januar führt Harald Wester Alfa Romeo. Der Deutsche hat sein Handwerk im VW-Konzern gelernt, wo er als Leiter der Entwicklung und später als Audi-Baureihenchef diente.

Kleine Marke, große Ziele

Wester träumt von einer "generellen Markenpositionierung", die gegen icon_aktie_ausgabe.gif BMW und Audi gerichtet ist. Eines Tages könne es wieder eine große Alfa-Limousine geben, lässt der Markenchef durchblicken. Und Konzernboss Marchionne schwärmt bereits von einer Rückkehr in den Motorsport.

Doch das alles kostet Geld. Viel Geld. "Damit Alfa wieder lebt, braucht die Marke rund 2,5 Mrd. Euro", schätzt ein ehemaliger Fiat-Manager. Marchionne ist bereit, hohe Summen zu investieren. Um sein Versprechen zu halten, muss er jedoch vom kommenden Jahr an wieder kräftig Schulden machen. "Früher fehlte eine Strategie. Heute fehlt das Geld", fasst ein Unternehmensberater aus Italien die Lage zusammen.

Ferdinand Piëch wird sich aus der Ferne anschauen, ob Fiats Plan aufgeht. "Die Not ist noch nicht groß genug", sagte der Herr über zwölf Automarken kürzlich süffisant. "Wir sind geduldig. Wir können warten."

Volkswagen: Pichs Masterplan fr Alfa Romeo - Empfehlungen Deutschland & Europa - BÖRSE ONLINE

Articolo che riassume un po' tutta la facenda.

Non mi sembra che ci sia qualche cosa di clamoroso : si parla della famosa delega di VW ad Arese, dell'Alfa che sarebbe oggetto di desiderio per Piech, ecc.

L'articolo allude pure al fatto che tutto in VW è pronto per accogliere Alfa : il personale e l'aspetto tecnico; Alfa potrebbe giovare della rete di vendita VW, che si estende ai quatro lati del mondo; Alfa potrebbe inoltre usufruire di una banca organi molto ricca e che gli consetirebbe di rapidamente allargare la sua gamma.

Secondo questo articolo, l'Alfa sarebbe posizionata tra VW e Audi; sarebbe qualcosa di più "sportivo e emozionale di Golf" e meno "di rappresentanza" di A6.

Si dice che Marchionne sarebbe pronto a investire in Alfa. Però, se prima mancava la strategia, ora mancherebbero i soldi.

Infine, si riprende alcune dichiarazioni di Piech, nelle quali dice che "il bisogno in Fiat non è ancora abbastanza forte", che lui è "paziente" e che può "aspettare".

Ecco Piech... sta lì, sulla sponda del fiume... ;)

"But before the most charismatic car maker of them all finally went, they left us with a final reminder of what they can do, when they try" (Jeremy Clarkson, Top Gear)

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ps. ma è vera sta storia della variante al piano regolatore per preservarne l'idoneità a sito produttivo?

Mah in verità in paese si dice che la crisi abbia bloccato il nuovo centro commerciale e che i comuni interessati non siano tutti d'accordo (principalmente per una questione di grano). Poi invece può anche essere eh..

Fiat Punto I 55 sx '97

Fiat Punto II restyling 1.2 60cv '04

Toyota Prius V2 '06

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By John Reed in London and Daniel Schäfer in Frankfurt

Published: December 3 2010 19:40 | Last updated: December 3 2010 19:40

Volkswagen wants to buy Alfa Romeo, Fiat’s racy but chronically lossmaking car brand.

Sergio Marchionne, the Italian group’s chief executive, insists it is not for sale.

By any logic, the story about VW’s designs on Alfa Romeo – first aired publicly by Ferdinand Piëch, chairman, at the Paris car show in September – should have ended there.

But reports and rumours about VW-Fiat meetings, even working groups to discuss selling Alfa Romeo, echoed around the industry this week.

Automotive News, a trade publication, reported that Fiat and VW had been discussing the sale of Alfa Romeo for the past four months.

Two people briefed on the matter confirmed that VW and Fiat discussed Alfa Romeo, but it remained unclear if the contacts amounted to more than a sounding-out.

VW denied that there had been formal negotiations.

“It is a fact that there neither have been, nor that there currently are any talks,” the company said.

Fiat declined to comment.

It continues to speak of Alfa Romeo as a pillar of its strategy to pool carmaking operations with partner Chrysler and produce 6m cars jointly by 2014.

Last week Fiat, as part of negotiations with Italian unions, agreed its flagship plant in Mirafiori would build a replacement for the Alfa Romeo 159 based on Chrysler’s Compact Wide architecture, along with unspecified Jeep models.

So why do the rumours persist?

One answer may be the determination at VW, whose team includes two Fiat veterans: Luca de Meo, who used to run Alfa Romeo, and Walter de’Silva, who once headed the brand’s design.

“We closed the door and now they’re trying to come through the window,” one Fiat insider said.

Mr Piëch is the mastermind of VW’s unsolicited advances on Alfa Romeo.

The head of Europe’s top carmaker, dubbed the “oracle of Salzburg”, has said he is fascinated by the brand, which could be revived “with the least effort”.

As past decades have shown, the 73-year-old patriarch of the Porsche family has in the end always got what he wanted.

In the past two years, Mr Piëch triggered management changes at MAN, the truck manufacturer, and Porsche, the sports car maker, which he is integrating into VW’s stable of 10 brands, and added a stake in Japan’s Suzuki to the carmaker’s portfolio.

VW would probably seek to take production of Alfa Romeo to Spain to pool operations with Seat, a perennial lossmaker for VW.

However, Fiat would be unlikely to contemplate selling the marque, which is closely integrated with its volume-brand cars, without unloading one of its Italian plants.

Mr Marchionne may have an interest in keeping speculation of an Alfa Romeo sale alive as an implied warning to unions.

Fiat’s head has said that if he cannot obtain agreements to produce cars competitively in Italy, he will move operations elsewhere.

Fiat, which like other carmakers regularly talks to rivals abut speculative ventures, appears to feel no pressure to sell.

If it did, it would probably demand a high price.

Mr Marchionne last month said jokingly that he would be willing to dispose of the brand, which will sell 120,000 cars this year, for €20bn.

But one person familiar with VW’s thinking said a price of even €1.5bn would be “out of the question”.

Mr Piëch, who collects ceremonial daggers, appears to be playing a typically long game.

His remarks in Paris suggested he thought Mr Marchionne would eventually fail with his platform strategy for Chrysler and Alfa Romeo.

“The misery is not large enough yet”, he said. “We are patient and we can wait.”

VW in hot pursuit of Alfa Romeo
Articolo di 10 giorni fa del Financial Times

FT.com / Companies / Automobiles - VW in hot pursuit of Alfa Romeo

Anche qui, nulla di nuovo... tranne forse le due frasi che ho messo in neretto.

Secondo l'articolo, che riporta le parole di un'insider, VW starebbe tentandole tutte per ottenere Alfa Romeo. (la frase esatta è "abbiamo chiuso la porta, ma stanno provando ad entrare dalla finestra.") Si allude forse alla delega di VAG che ha incontrato il presidente della regione Lombardia Formigoni ? Cioè, che VAG sta facendo pressione su leve politiche per arrivare alla vendita. Secondo me.

Poi, secondo una persona "familiare con il "VW-pensiero", si dice che in VAG escludono di pagare 1.5 milliardi di € (o di più) per il solo Marchio Alfa Romeo.

Il che sembra "normale", quando si sa che un'azienda come Ferrari, completa di fabbrica, know-how immenso, grande prestigio internazionale, è stata stimata tra i 2.6 e 3.1 milliardi di €...

Modificato da Quo.Lore

"But before the most charismatic car maker of them all finally went, they left us with a final reminder of what they can do, when they try" (Jeremy Clarkson, Top Gear)

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Articolo di 10 giorni fa del Financial Times

FT.com / Companies / Automobiles - VW in hot pursuit of Alfa Romeo

Anche qui, nulla di nuovo... tranne forse le due frasi che ho messo in neretto.

Secondo l'articolo, che riporta le parole di un'insider, VW starebbe tentandole tutte per ottenere Alfa Romeo. (la frase esatta è "abbiamo chiuso la porta, ma stanno provando ad entrare dalla finestra.") Si allude forse alla delega di VAG che ha incontrato il presidente della regione Lombardia Formigoni ? Cioè, che VAG sta facendo pressione su leve politiche per arrivare alla vendita. Secondo me.

Poi, secondo una persona "familiare con il "VW-pensiero", si dice che in VAG escludono di pagare 1.5 milliardi di € (o di più) per il solo Marchio Alfa Romeo.

Il che sembra "normale", quando si sa che un'azienda come Ferrari, completa di fabbrica, know-how immenso, grande prestigio internazionale, è stata stimata tra i 2.6 e 3.1 milliardi di €...

Chiaramente, come avevo anticipato tempo fa, con dovizia di argomentazione "tecnico-economica" a riguardo.

Il piano che è stato a grandi linee preventivamente presentato al Pirellone, SE MAI dovesse andare in porto, dovrebbe far ingoiare lingua e tanti cappelli di Rockerduck :mrgreen: a parecchi ;)

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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