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nunoHGT

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Certe università hanno minacciato i studenti che parlare del cablegate sulla internet o leggerli, avrebbe consequente sul loro futuro lavoro.... cercati su Google se non mi credette .

Hanno arrestato un 16 anni in Olanda ... io temo che tra crisi economica e wikileaks questa storia esca fuori controllo, e ci troviamo con una guerra tra i statti e la gioventù ...

premssa: non c'e' l'ho con Te e ionfatti ho cercato (cio' che gia' in realta avevo letto )

l'universita' in questione non e' un istituto qualsiasi ma la famosissima Columbia University School of International and Public Affairs,

l'universita' che si occupa appunto della formazione del personale diplomatico degli yankee e che (forse per nascondere l'imbarazzo)

ha fatto di necessita virtu' ordinando ai propri studenti di non commentare on line la questione ,

...perche' certi discorsi e' meglio farli solo verbalmente come facevano una volta i veri ambasciatori

(.... quelli che c'erano ai tempi dei marines come john wayne, non come i soldati di adesso di adesso che scattano foto digitali al fronte e le diffondono senza controllo.)

p.s. al di la' che sia giusto o meno pubblicarli, ormai che lo sono :

una raccomandazione a tutti i cable (come tutte le notizie) LEGGETELI INTEGRALMENTE, non vi fidate del riassunto o peggio del "TITOLONE" di tizio o caio

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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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... ... per me questo e' censura pura.

nor make comments on social media sites such as Facebook or through Twitter

In qualche modo pero sembra che hanno tolto la minaccia.

State Department To Columbia University Students: DO NOT Discuss WikiLeaks On Facebook, Twitter

Columbia University Walks Back Anti-WikiLeaks Advice

"The trouble with the world is that the stupid are cocksure and the intelligent are full of doubt." -Bertrand Russell

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se DOMANI devono fare i diplomatici o i politici e' REALMENTE meglio evitare qualsiasi tema su FB e TW:

basta vedere anche solo i tanti casi di cronaca nostrana che hanno costretto alle dimissioni svariati politici italioti

p.s. e piu' in generale tutti dovremmo ragionare su come trattare tutte le informazioni digitali in modo piu' appropriato

Modificato da owluca
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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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E finalmente esce qualcosa anche per Oltretevere:

Wikileaks sul Vaticano: “Scarsa collaborazione

in inchieste su pedofilia”

I cablogrammi fanno riferimento alle indagini sugli abusi in Irlanda. In altri dispacci diplomatici si parla del segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone: "E' solo uno Yes man". La reazione: "Sono opinioni di chi ha redatto i documenti"

Il cardinal Tarcisio Bertone è uno “yes man” che non ha esperienza diplomatica. Wikileaks continua a pubblicare dispacci delle ambasciate. E per la prima volta le informazioni riguardano il Vaticano. A definire “yes man” il segretario di Stato Vaticano è il numero due dell’ambasciata statunitense presso la Santa Sede, Julieta Valls Noyes, in un dispaccio del 20 febbraio 2009 anticipato questa notte dal quotidiano spagnolo El Pais. E la diplomatica, secondo quanto si legge nel Pais, aggiunge: “Per esempio, parla solo l’italiano”.

Ma non è tutto, perché c’è un pacchetto di cablogrammi anticipato dal Guardian che riguarda questioni aperte e spinose come lo scandalo pedofilia. Così, stando alle informazioni raccolte dai rappresentanti diplomatici Usa presso la Santa Sede e comunicate a Washington, il Vaticano è stato giudicato poco disponibile a collaborare nell’ambito dell’inchiesta irlandese sugli abusi sessuali da parte di religiosi e ha manifestato resistenza non permettendo a suoi rappresentanti di testimoniare. La Santa Sede, poi, risulta seccata dal comportamento dell’Irlanda: “Le richieste della commissione Murphy hanno offeso molti in Vaticano (…) perchè sono state interpretate come un affronto alla sovranità della Santa Sede. I responsabili vaticani sono rimasti seccati dal fatto che il governo irlandese non si sia impegnato perchè la commissione seguisse le procedure standard nelle comunicazioni con la Città del Vaticano”, si legge nel dispaccio del 26 febbraio 2010 siglato dall’ambasciatore americano presso la Santa Sede Miguel H. Diaz.

Le informative indirizzate a Washington parlano anche di una profonda frattura tra il Vaticano e la Chiesa anglicana, un crisi che ha raggiunto il suo livello più profondo da 150 anni in seguito all’apertura del Papa alla conversione per gli anglicani che si oppongono al sacerdozio femminile. Un ‘apertura pericolosa che, a giudizio dell’ambasciatore britannico presso la Santa Sede citato nel cable, è talmente ‘inflammatory’ (provocatoria, ndr) “che potrebbe portare a discriminazioni e anche la violenza contro i cattolici in Gran Bretagna”. Ma c’è di più. E si arriva alla geopolitica. In uno dei cable anticipati dal Guardian si fa riferimento allo scetticismo mostrato da Joseph Ratzinger ancora cardinale, nel 2004, verso l’adesione della Turchia islamica all’Unione europea, a differenza della posizione di neutralità assunta dal Vaticano sulla questione. Viene poi rivelato il ruolo di Benedetto XVI che contribuì alla liberazione dei 15 marinai britannici catturati in Iran tre anni fane.

Immediata la reazione della Santa Sede: il contenuto dei documenti diffusi da Wikileaks riguardanti il Vaticano “riflettono le percezioni e le opinioni di coloro che li hanno redatti”, ha detto il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi (anche lui citato nei cable in cui è considerato uno dei pochi ad avere un blackberry, mentre i vertici del Vaticano sono definiti “tecnofobi”), che ha definito “grave” la pubblicazione di documenti riservati e confidenziali e ha poi aggiunto: “L’attendibilità delle informazioni diffuse da Wikileaks sulla Santa Sede va valutata con riserva e con molta prudenza”.

Il Fatto Quotidiano » Mondo » Wikileaks sul Vaticano: “Scarsa collaborazionein inchieste su pedofilia”

"Se passi una vita noiosa e miserabile perché hai ascoltato tua madre, tuo padre, tua sorella, il tuo prete o qualche tizio in tv che ti diceva come farti gli affari tuoi, allora te lo meriti."  Frank Zappa

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  • 1 mese fa...

da corriere.it

Il banchiere infedele finisce in manette - Corriere della Sera

SVIZZERA. DOPO LA CONDANNA AL PAGAMENTO DI 7.200 FRANCHI SVIZZERI

Il banchiere infedele finisce in manette

Elmer accusato di violazione del segreto bancario. Aveva passato a Wikileaks i dati di 2 mila clienti

Rudolf Elmer (Epa) MILANO - Le prime vittime di Wikileaks «perdono la testa» a Ginevra e a Francoforte. La polizia svizzera ha fermato l'ex banchiere Rudolf Elmer dell'istituto svizzero Julius Baer che lunedì aveva consegnato al fondatore di Wikileaks, Julian Assange, i dati di 2mila persone con conti correnti in Svizzera, tra cui 40 politici. Elmer aveva consegnato pubblicamente il 17 gennaio ad Assange due cd con i nomi di oltre 2.000 potenziali «grandi evasori». L'accusa nei suoi confronti è di aver violato la segretezza del sistema bancario elvetico.

SEGRETI VIOLATI - «L'ufficio del procuratore sta valutando se Elmer abbia violato le leggi bancarie svizzere consegnando i cd ad Assange», si legge in un comunicato ufficiale congiunto della polizia cantonale di Zurigo e del procuratore generale dello Stato.

Poco prima del provvedimento di fermo, Elmer era stato condannato per lo stesso reato di violazione del segreto bancario per aver già fornito ad Assange tre anni fa i dati di alcuni clienti di banche con sede alle isole Cayaman. La Corte lo ha condannato al pagamento di 7.200 franchi svizzeri (5.600 euro) con la condizionale. L'accusa aveva chiesto otto mesi di carcere e una pena di 2.000 franchi. Lo svizzero già dal 2002 aveva tentato di denunciare alle autorità fiscali le attività a suo dire illegali della banca. Poi la decisione di mettere tutto online su Wikileaks: la pubblicazione scatenò la reazione di un giudice californiano, che nel febbraio 2008 ordinò al provider che gestiva il dominio di Assange e compagni di oscurare il sito.

SOUVENIR DALLE CAIMAN - Il tribunale diurigo lo ha giudicato colpevole di «aver violato il segreto bancario a più riprese». Ma anche di coercizione e minacce in diversi momenti alla Julius Baer. Il giudice Ha considerato che Elman ha approfittato dell'aver fatto parte per anni del mondo bancario. le motivazioni di Elmar non sono, secondo il giudice Aeppli, la lotta all'evasione fiscale ma il suo licenziamento. Rudolf Elmer che era stato dirigente della banca alle Isole Caimans per otto anni, era stato dal suo liquidato per disaccordi. Furioso, il dirigente aveva abbandonato dai «paradisi fiscali». Ma non a mani vuote. Si era portato via diversi documenti.

GALILEO - Berry Smutny è l'altra vittima della piattaforma online WikiLeaks. La casa madre della società tedesca Ohb System, coinvolta nella realizzazione del progetto satellitare Galileo lo ha licenziato in tronco, a pochi giorni dalla rivelazione dei suoi commenti spregiativi sul sistema di navigazione satellitare europeo, rimbalzati attraverso WikiLeaks al quotidiano norvegese Aftenposten e da qui in tutto il mondo. Parlando con diplomatici statunitensi nell'ottobre scorso, quando era stato da poco nominato amministratore delegato di Ohb, con sede a Brema, nel Nord della Germania, Smutny aveva bollato il progetto Galileo come «una stupidaggine. E uno spreco di danaro pubblico per fare l'interesse dei francesi», che puntano ad appropriarsi del know-how tedesco, per un progetto di solo prestigio, che copierebbe in realtà i servizi del Gps americano senza portare vantaggi concreti. Ma nell'era di WikiLeaks non c'è più spazio per i commenti privati. Perché la sua critica affrettata, a mesi di distanza, è finita nelle pagine della piattaforma online fondata dall'australiano Julian Assange e ripresa da Aftenposten. E ora Smutny è il primo a pagare di persona. Perché Ohb Technology, casa madre della società di Brema, ha deciso di liberarsi al più presto del manager tedesco. Spiegando attraverso il ceo altoatesino Marco Fuchs, che «non avremmo potuto arginare il danno alla nostra reputazione, se non agendo al più presto». Anche perché Ohb ha vinto la gara bandita dalla Commissione per cooperare alla produzione di 14 satelliti del progetto Galileo per il futuro "Gps" europeo, per un valore di 566 milioni. E ora Smutny si difende. E pur ammettendo l'incontro avuto con i diplomatici americani, sostiene di non avere mai fatto "le dichiarazioni che mi sono attribuite". Un autentico giallo, emerso a due giorni dall'annuncio del Commissario europeo all'Industria Antonio Tajani, per l'operatività di Galileo a partire dal 2014, con 18 satelliti (con costi aggiuntivi di 1,9 miliardi, oltre ai 3,9 miliardi già stanziati). Che permetteranno progetto europeo Galileo di affrontare la concorrenza del Gps americano, in un mercato globale stimato intorno ai 240 miliardi nel 2020..

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Interessante anche che qualcuno dica le cose come stanno su Galileo, questa non me l'aspettavo proprio.... Tra l'altro che strano che servano 2 miliardi in più per queste splendide opere scientifiche che sforano del 70% il budget iniziale (già alto)

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