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Energy Catalyzer, fusione a freddo italiana


alettone75

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Ultime news dal blog di Passerini:

Arriva il partner USA

per l'Energy Catalyzer

di Mats Lewan - Ny Teknik (

ENG) (SWE)

tradizione di Alex Passi e Vanesio

riproduzione autorizzata in esclusiva per 22passi.blogspot.com

Mats Lewan

Andrea Rossi, l’inventore dell'energy catalyzer, ha raggiunto un accordo con una nuova società negli Stati Uniti. L’accordo parte da contatti pluriennali con persone legate al Ministero dell’Energia.

Il nuovo accordo delinea dei progetti commerciali nell’America settentrionale e meridionale per l'energy catalyzer — l’apparecchio che sembra produca grandi quantità di energia attraverso una reazione nucleare finora ignota e non pienamente compresa.

Secondo l’accordo, una nuova società, l’Ampenergo, riceverà parte della royalties di tutte le licenze e i prodotti costruiti sull'energy catalyzer nelle Americhe.

I legami con le autorità USA sono evidenti.

I fondatori di Ampenergo sono Karl Norwood, Richard Noceti, Robert Gentile e Craig Cassarino.

Due di essi sono stati fondatori della società di consulenza LTI - Leonardo Technologies Inc. — che per 10 anni ha lavorato con contratti del valore di diversi milioni di dollari per i Ministeri della Difesa e dell’Energia USA, e di recente con un contratto con il Ministero per l’Energia per un valore di 95 milioni di dollari.

Robert Gentile è stato anche Sottosegretario all’energia per l’energia fossile presso il ministero dell’Energia nei primi anni Novanta.

I tre fondatori conoscono Rossi dal 1996 e hanno già lavorato con lui. Anche Rossi è stato uno dei fondatori della LTI, ma ha venduto le sue quote alla fine degli anni Novanta.

Formalmente, l’accordo è stato stretto tra Ampernergo e l’azienda americana di Rossi, la Leonardo Corporation (da non confondersi con la LTI).

Craig Cassarino, lei che è vicepresidente dell’Ampenergo, quando ha firmato l’accordo?

Cassarino: L’abbiamo firmato due mesi fa.

Perché avete fondato una nuova società?

Cassarino: Abbiamo fondato Ampenergo, perché Ampenergo e LTI coinvolgono persone diverse e sono società distinte che fanno cose completamente diverse. LTI si occupa di ingegneria e consulenza nel campo dell'energia, mentre Ampenergo sarà focalizzata sullo sviluppo e commercializzazione dell'Energy Catalyzer.

Quanto avete pagato per l’accordo.

Cassarino: Mi dispiace, è riservato.

Avete già fatto dei pagamenti a Rossi?

Cassarino: Sì.

Quanto?

Cassarino: Diciamo che si è trattato di una parte importante dell’equazione.

Avete cercato nuovi finanziamenti?

Cassarino: Assolutamente sì. Siamo in contatto con grosse aziende negli Stati Uniti e nell’America del Sud, aziende di investimento, perché qui non stiamo solo creando una tecnologia industriale. Per costruire questa matrice sono molti i pezzi che devono combaciare, molte le parti del puzzle che necessitano di un pensiero strategico, su come effettuare la transizione a una nuova fonte di energia. È quello che rende tutto ciò molto stimolante. Si sa che non ci sono mai abbastanza quattrini per realizzare tutto.

Potrebbe dare qualche chiarimento?

Cassarino: Nel momento in cui si vanno a vedere le diverse applicazioni che se ne potrebbero fare, nello spazio, oppure per realizzare centrali termiche o elettriche, ogni applicazione comporta delle sfide ingegneristiche proprie. Ecco dove concepiamo la progettazione strategica e il modo per far partire questa industria. Mettiamola così: se le cose verranno fatte nel modo giusto, qui c'è il potenziale per cambiare il mondo. Sa, tutto -- dal carbonio nell’atmosfera, alla fornitura di energia a basso costo su scala globale a gente che non può permettersi nemmeno il cibo.

Quando arriveranno i primi prodotti sul mercato americano?

Cassarino: Speriamo di far arrivare qualcosa da queste parti verso la fine dell’autunno o all’inizio dell’anno prossimo (2012), come prodotto dimostrativo. Non seguiremo la stessa strada dei greci (Defkallion Green Technologies), ossia lo sviluppo di sistemi di riscaldamento domestici; per noi non sarà quello il risultato facile da conseguire.

Quale sarebbe il vostro primo tipo di prodotto?

Cassarino: Penso questo da un megawatt (come quello previsto in Grecia - ndr) per riscaldamento ed energia elettrica sarà probabilmente il primo, vuoi in versione autonoma [indipendente dalla rete di distribuzione - ndt] vuoi in versione mobile.

E la Leonardo Corporation di Rossi si occuperebbe in un primo tempo della fabbricazione dei prodotti?

Cassarino: Si, credo che questo probabilmente sia sensato. Stiamo tentando di capire, in discussioni, come anticipare questa parte [la produzione - ndt] per la commercializzazione. Ma certamente [Rossi] sarebbe il primo produttore.

Vedreste altre applicazioni future, oltre all'energia termica o elettrica?

Cassarino: Oh si, una delle imprese colla quale stiamo parlando vede questo come un tipo di carburante ad alta densità. Si può usare la propria immaginazione fino agli estremi - viaggi nello spazio, o automezzi che trasportano carburante al fronte di un campo di battaglia. Penso che le applicazioni siano illimitate, e addirittura non ancora immaginate.

Che tipo di problemi vi aspettate, ad esempio le repliche amatoriali?

Cassarino: Ci abbiamo pensato, ma non siamo arrivati a delle conclusioni su come gestire tutto ciò. E penso che Lei abbia ragione, penso che una volta uscita la magia dal sacco, saranno in molti a provare variazioni sul tema, e queste cose non sono realmente controllabili da alcun punto di vista.

Penso che uno dei problemi che abbiamo discusso concerne la “reazione nucleare”, e come potrebbe essere permessa [omologata - ndt]. Ma non è radioattivo, dunque è diverso - nessuno ha realmente avuto la possibilità di studiare questa tematica.

Quando uno di voi ha visto l'e-cat per la prima volta?

Cassarino: Erano due anni e mezzo fa, tardo 2008 o inizio 2009. Rossi aveva invitato Bob e uno degli scienziati che lavora per noi al “National Lab” a recarsi Bologna dove [Rossi] aveva la sua azienda. Ovviamente come può immaginare, quando iniziammo a parlare di questo c'era molto scetticismo.

Sa, solo per il fatto che conosciamo Rossi da 15 anni, conosciamo le sue capacità, e io sapevo che lavorava a questo [progetto], e uno degli scienziati che abbiamo coinvolto aveva lavorato nel campo LENR (Low Energy Nuclear Reactions) per 20 anni. Dunque erano convinti, e dopo aver visto tutto questo e descrivendone il lato scientifico, hanno creduto di avere qualcosa.

Nutre un qualsiasi dubbio che la cosa potrebbe, alla fine, non funzionare?

Cassarino: Abbiamo fatto tre dimostrazioni qui negli Stati Uniti, e non erano dimostrazioni pubbliche. Fu presente un gruppo di scienziati che capivano esattamente cosa succedeva, e abbiamo contribuito all'allestimento delle dimostrazioni.

Ovviamente continuiamo a non capire cosa capita all'interno, ma [Rossi] ha [scoperto] qualcosa, ed è questo che crediamo.

Come reagiscono le persone a cui si rivolge?

Cassarino: Ovviamente ci sono delle persone molto importanti con cui abbiamo avuto colloqui, che non possono essere associate a questo, e non parlo solo di agenzie governative, la stessa cosa la vediamo con grandi aziende colle quali stiamo discutendo. E ci sono due lati.

Da una parte vogliono assicurarsi che questa cosa funzioni senza ombra di dubbio. Dall'altra, dovessero avere dei dubbi e non crederci, poi ad un tratto la cosa si dovesse rivelarsi reale, capirebbero che hanno mancato un'opportunità per contribuire al suo lancio, e ci perderebbero. Così cercano di non sbilanciarsi.

Perché avete serbato il silenzio?

Cassarino: Abbiamo voluto assicurarci che tutto fosse pronto, che non si trattasse solo di ingigantire qualcosa. Perché questa cosa è molto grossa, e non vogliamo solo uscire in piazza e annunciarla al mondo. Vogliamo essere preparati per questo.

E dal lato strategico, effettivamente si tratta di associarsi alle aziende giuste. Sa, non si tratta solo di denaro, non si tratta solo di tecnologia, non si tratta solo di aziende e loro rispettive competenze. Si tratta di tentare di capire in che modo tutti questi pezzi si congiungono.

Ventidue passi d'amore e dintorni : Ny Teknik svela il contratto USA di Rossi

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  • 3 settimane fa...
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Un professore di fisica dell' Università di Bologna che parla saggiamente del rapporto tra metodo scientifico e questa storia della macchina di Rossi-Focardi, bell'editoriale alla luce della ragione:

Fusione fredda: un'energia da matti!

(pubblicato su SocialNews di Maggio 2011 -

link)

L’atteggiamento dello Scienziato non dovrebbe mai essere quello di negare a priori un Evento. Dovrebbe, piuttosto, essere quello di dichiarare, eventualmente, che non possiede, allo stato attuale, una spiegazione scientifica. La Scienza, insomma, è fatta meno per negare, che per affermare.

Dai giorni della malaugurata “fusione fredda” di Fleischmann e Pons (1989), la comunità scientifica si è divisa. Una minoranza (che per comodità chiameremo “i Matti”) insiste ad affermare che qualcosa accadeva, in quegli esperimenti, e che quel qualcosa, anche se molto inferiore a quanto proclamato inizialmente, valeva la pena studiare. Una larga maggioranza (i Sani) afferma, invece, la totale inconsistenza del fenomeno. Nel ventennio successivo, i canali di informazione dei Matti hanno più volte riportato di anomale emissioni di energia, in condizioni diverse e difficilmente controllabili, con gradi diversi di attendibilità. Unico fattore comune a quasi tutte queste anomalie era il fatto che si verificavano in metalli idrogenati o deuterati: Palladio e Nichel, ad esempio. Questi metalli funzionano da “spugne” di Idrogeno (o Deuterio): lo catturano nella gabbia formata dai loro nuclei e ne assorbono l’unico elettrone fra quelli che formano i legami strutturali del metallo stesso (tecnicamente, elettroni di valenza).

Perché si parla di emissioni “anomale”? Perché la potenza prodotta in questi eventi appare molto più elevata di quanto ci si aspetta dalle reazioni chimiche. Reazioni nucleari, allora? No, perché semplici calcoli ed evidenze sperimentali su nuclei “nudi” (non facenti parte di una struttura solida) mostrano che tali reazioni nucleari sono talmente improbabili da non fornire alcun effetto pratico. Un bel dilemma, dunque. Sempre che non si pensi ad una gigantesca truffa trans-nazionale dei Matti, o ad una loro totale imperizia nell’effettuare le misure. A favore dei Sani, giocava fino a ieri il fatto che queste emissioni erano spesso elusive, di difficile ripetibilità, molto intense, magari, ma sostanzialmente imprevedibili. Quindi, difficilmente catalogabili come Fatti. I Fatti vanno distinti dagli Eventi: i primi sono ripetibili e controllabili, i secondi avvengono e basta. Da Galileo in poi, lo Scienziato si occupa dei primi ed esita a parlare dei secondi. Nel corso della storia, però, molti Eventi sono stati ricondotti alla categoria dei Fatti: i fulmini, le meteore, le comete, le eruzioni vulcaniche, i terremoti. Persino la manna biblica (pare). Proprio per questo, l’atteggiamento dello Scienziato non dovrebbe mai essere quello di negare a priori un Evento. Dovrebbe, piuttosto, essere quello di dichiarare, eventualmente, che esso non possiede, allo stato attuale, una spiegazione scientifica. La Scienza, insomma, è fatta meno per negare che per affermare.

Tornando all’argomento specifico, la situazione, fino a pochi anni fa, era che le emissioni anomale di energia si presentavano come Eventi (un po’ come le Madonnine che piangono lacrime di sangue), il che le esponeva al dubbio sulla loro autenticità (un Fatto è sicuramente reale, un Evento può essere simulato e manipolato) o, comunque, all’impossibilità pratica di accertare la concatenazione cause-effetti, che prevede, come condizione essenziale, la ripetibilità dell’esperimento. Oggi, la situazione appare radicalmente mutata. Studi condotti da Sergio Focardi (Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna), prima in collaborazione con Francesco Piantelli (Università di Siena), poi proseguiti da solo, hanno reso possibile un’emissione di energia da Nichel idrogenato, moderata, ma tale da non potersi spiegare in semplici termini chimici. Di recente, poi, un’apparecchiatura inventata e brevettata da Andrea Rossi, sempre basata sul Nichel idrogenato, ha permesso di produrre una potenza termica molto maggiore, variabile da 25 a 40 Kwatt, a fronte di un’immissione di potenza elettrica nell’ordine di centinaia di watt. Per intenderci: dalla potenza necessaria a tenere accese alcune lampadine ad incandescenza, si ottiene quella assorbita da 10 o 20 lavatrici. La durata delle emissioni supera certamente la decina di ore, né si è ancora rilevata traccia di esaurimento. L’effetto è riproducibile e controllabile.

In pratica, si è passati dall’Evento al Fatto, dal “si dice” al “si misura”. Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna (Ennio Bonetti, Enrico Campari, Giuseppe Levi, Mauro Villa ed io), oltre a Sergio Focardi (in pensione come Professore Emerito) possono ora studiare l’apparecchiatura di Rossi in modo continuativo ed approfondito. Ci si offre, per la prima volta, una concreta possibilità di vederci chiaro. Stabilito con precisione come avviene il fenomeno (ecco l’importanza della ripetibilità e della controllabilità), si confida che, prima o poi, emergerà anche il perché. Posto che lo si accerti, ciò che rende affascinante l’effetto è che non esistono, a tutt’oggi, spiegazioni convincenti: qual è il “combustibile” che produce l’eccesso di energia? In quanto tempo verrà consumato? C’entra davvero l’energia nucleare? Questa è la curiosità dello Scienziato, la prima e migliore molla possibile verso una ricerca seria. Poi c’è la possibilità di un enorme impatto economico-ambientale. Cosa chiedere di più? Per una volta, mi sembra davvero il caso di dare ascolto ai Matti.

Loris Ferrari

Professore Associato di Fisica della Materia

Università di Bologna Alma Mater Studiorum

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Un papavero della NASA che parla delle LERN:

Ventidue passi d'amore e dintorni : Capo scienziato NASA da credito ad Andrea Rossi

Capo scienziato NASA da credito ad Andrea Rossi

dennisbushnell.png

Bushnell (NASA): le LENR costituiscono l'energia alternativa più promettente, e non si tratta di fusione.

Intervista a Dennis Bushnell, scienziato capo del Langley Research Center della NASA, ospite di J. William Moore

[Parziale trascrizione - fatta da Steven Krivit di un podcast di estratti sulle LENR - Copyleft 2011 di New Energy Times. È autorizzata la riproduzione purché integralmente fedele all'originale e comprensiva di tutti i credits]

Fonte del podcast originario: EV World | File mp3: EV World Podcast | Data della messa on line: 23 aprile 2011

Traduzione di AC/DC dall'inglese all'italiano

per Ventidue passi d'amore e dintorni

MOORE: Mi piacerebbe dare un'occhiata ad alcune delle alternative energetiche che dal tuo punto di vista sono più promettenti.

BUSHNELL: Al momento le più interessanti e promettenti, a lungo termine ma forse non così lontane, sono le LENR (reazioni nucleari a bassa energia).

In 22 anni c'è stata gente in grado di produrre energia senza sapere come, noi pensiamo di conoscere la teoria alla base di ciò. Vengono prodotti decadimenti beta e calore senza radiazioni. La ricerca su questi fenomeni è molto promettente e se dovesse avere successo, risolverebbe letteralmente sia i nostri

problemi ambientali che quelli energetici.

MOORE: Trovo estremamente eccitante il fatto che questa cosa possa funzionare, quindi cosa pensate che accada a livello atomico?

BUSHNELL: Permettimi di ricapitolare un attimo. Stanley Pons e Martin Fleischmann 22 anni fa vennero fuori con un esperimento che etichettarono come Fusione Fredda e che andò incontro a problemi di replicazione. Tutti i teorici della fusione dichiararono che assolutamente non si trattava di fusione e, ovviamente, avevano ragione in quanto non si tratta di fusione.

In 20 anni le LENR sono state oggetto di massiccia sperimentazione in tutto il mondo, in quasi tutte le nazioni, dove molti sono stati capaci di riprodurne l'effetto. Tutti questi esperimenti di "fusione fredda" effettuati negli ultimi 22 anni però non sono stati in grado di produrre sufficiente energia nemmeno a far bollire l'acqua del tè. Per questo motivo l'opinione pubblica non se ne è mai interessata troppo e nessuno capiva di cosa si trattasse esattamente.

Intorno al 2005/2006, Allen Widom e Lewis Larsen vennero fuori con una teoria, basata sul modello della meccanica quantistica, che affermava che non si trattava di "fusione fredda" ma di interazioni deboli. In pratica affermarono che se si configura correttamente un reattore, non è necessario utilizzare

Deuterio e Palladio in quanto anche Idrogeno e Nichel funzionano.

Mettendo in pratica questa teoria si producono connessioni tra elettroni e protoni che danno vita a neutroni ultra deboli e, se sono presenti i bersagli giusti, ci sarà produzione di decadimenti beta che produrranno calore.

A questo punto, nel 2006/2007, ci interessammo a questa teoria e iniziammo a preparare una serie di esperimenti, che finalmente sono quasi pronti per partire, con i quali cercheremo di verificare se la teoria di Widom-Larsen sia veramente in grado di spiegare questi fenomeni.

Successivamente, come ricordato da te, nel Gennaio di quest'anno Andrea Rossi, supportato da Sergio Focardi, che ha lavorato su questi fenomeni per molti anni realizzando uno dei migliori lavori in tutto il mondo, vennero fuori con una dimostrazione che ripeterono poi in Febbraio e in Marzo.

Durante queste dimostrazioni presentarono un piccolo reattore che continuò a produrre per alcuni giorni energia in un range tra i 10 e i 15 kw, ampiamente sufficiente per far bollire l'acqua del tè. Anche loro affermano che non si tratta di Fusione Fredda ma di Interazioni Deboli.

Arrivati a questo punto penso che abbiamo quasi superato il problema del "non capiamo il fenomeno". Penso che abbiamo quasi superato il problema del "questo fenomeno non produce niente di utile", quindi penso che ci sarà un'evoluzione piuttosto rapida d'ora in poi. Se tutto andrà bene, questa tecnologia sarà in grado, da sola, di modificare completamente gli scenari geo-economici e geo-politici e di risolvere una buona parte dei problemi energetici.

MOORE: La scorsa settimana o la settimana precedente ho raccontato personalmente questa storia. Mi sono documentato, hanno usato Idrogeno e Nichel, penso che abbiano usato Idrogeno gassoso e lo abbiano inserito nell'apparecchio. Guardando il filmato e le fotografie, sembra essere all'incirca delle dimensioni di un pugno, ha funzionato dalle 10:45 della mattina fino a circa le 4:30 quando è stato spento ed ha generato, non ricordo bene quanto, ma era una quantità significativa di energia in forma di vapore.

BUSHNELL: Produce calore e lo ha fatto per giorni in un range compreso tra i 12 e i 14 kW, inoltre produrranno un impianto da 1 MW utilizzando molti di questi apparecchi.

MOORE: Questa è una cosa molto eccitante. Pensi che questa teoria che è stata sviluppata - erano questi scienziati della NASA che lavoravano a quella teoria?

BUSHNELL: No, la teoria è stata sviluppata da Widom e Larsen. Widom è un insegnante e membro della facoltà alla Northeastern e Larsen ha un'azienda a Chicago.

MOORE: Quindi tutto ciò sembra promettente e da ciò potrete generare vapore e, chiaramente, questo è esattamente quello che fanno i reattori nucleari e le centrali elettriche a carbone. Sono li per produrre vapore e far girare una turbina che produce elettricità.

BUSHNELL: Una volta ottenuto calore, si può fare quel che si vuole. Abbiamo immaginato di utilizzare le LENR per alimentare un razzo spaziale e concettualmente aveva migliori prestazioni rispetto ad un razzo nucleare termico convenzionale.

MOORE: Wow! Eccitante.

EDIT:

Per chi vuole saperne di più sulla teoria di Widom e Larsen, naturalmente basata sulla meccanica quantistica (aka: il determinismo è morto :) ):

http://newenergytimes.com/v2/sr/WL/WLTheory.shtml

Modificato da Maxwell61
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  • 2 settimane fa...

un chiarimento sul lenr e in particolare sull'ecat.

video davvero bello!

Low Energy Nuclear Revolution on Vimeo

In principio fu lo scudo, poi i bulloni, quindi i cerchi a turbina, poi i fari,quindi i led,poi il pianale,quindi il nome,poi venne il turno della plafoniera, non fu da meno il bagagliaio, infine (per poco ancora) il volante con i tasti della punto. Ho dimenticato qualcosa? :mirror:

Ah si, il peso dichiarato rispetto la Bravo, il feeling dello sterzo, lo schema delle sospensioni, i motori.

Ovviamente anche il devioluci ed il prosciutto, la maschera della plancia.

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Annuncio di Press Conference della DEFKALION che dovrebbe far partire ad ottobre la centrale di 1MW a E-CAT:

Symeon Tsalikoglou

Defkalion_logo.jpg

Press Conference

Invitation

GREECE's ANSWER TO THE INTERNATIONAL CRISIS

HYDROGEN & NICKEL EXOTHERMIC REACTION

CHEAP, CLEAN & GREEN ENERGY

Thursday 23rd June, 2011 @ 14:30

Municipality of Palaio Faliro

Terpsihoris 51 & Artemidos

RSVP: [omissis] A Reception will follow

Today, there is great pessimism regarding the future energy needs of our planet. Energy will soon become universally cheap, clean and readily usable.

Andrea Rossi and Sergio Focardi have discovered and patented a technology that will change the world’s energy field. This technology will be made commercially available by Defkalion Green Technologies s.a., a Greek company.

By combining Hydrogen and Nickel to create an exothermic reaction (at room temperatures and in a device that can be safely placed in households and also industry) heat is emitted on a 24-hour basis. This energy is produced at a fraction of the cost in comparison to currently available energy sources, it is clean and totally green. Furthermore, using conventional, readily available third-party technologies, the heat can also be used to produce electricity.

Defkalion Green Technologies s.a. has secured exclusive distribution rights for the entire world, except for the USA and military applications. It will start production and first distribution of its products from its factory in Xanthi for the Greek and Balkan markets, initially. Two more factories are scheduled within 2012. International sales are already strong in demand, which will spur exports.

Suffice to say, that
Greece possesses 83% of Europe’s Nickel deposits
, a key strategic consideration. Furthermore, at this time of the global financial crisis, Greece is faced with a golden opportunity to become energy self-sufficient, gain in employment in one of its most underdeveloped regions, as well as become a technological leader in this new scientific field.

The press conference will comprise of undisclosed to-date information relating the technology’s commercial and industrial applications, the company’s strategic placements, as well as commercial issues that are of interest not only to Defkalion’s future customers, but also to the political society of our country. It goes without saying that such an important development also possesses a strong international dimension in many aspects.

Sincerely,

Defkalion Green Technologies s.a.

Dal solito blog di Passerini:

Ventidue passi d'amore e dintorni : Press Conference Defkalion il 23/06/11

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Ormai è pace fatta tra il gruppo dell'E-CAT ed il CICAP, e perfino Passerini e Bagnasco si scambiano mail cordiali. Meno male perchè lo spirito critico del CICAP serve molto anche a noi pubblico.

Query on line ha quindi intervistato ieri il Dr. Levi dell'Università di Bologna, che ormai tutti conosciamo. Allego di seguito.

Di molto interessante c'è che in questa intervista il Dr. Levi parla del contratto tra Rossi e l'Università di Bologna per far effettuare tutte le misure e i test sull'E-CAT dalla task force di specialisti indipendenti che l'Università ha approntato. Contratto che si dà per sottoscritto in questi giorni. Finalmente delle misure ad hoc ed in piena autonomia dovrebbero dissipare le ultime nebbioline sulle quali qualcuno cerca ancora di marciare, a torto o a ragione non so.

Per i molto curiosi Passerini dà qualche dettaglio su questa storia del contratto qui:

Ventidue passi d'amore e dintorni : Accadde il 21 aprile...

L'intervista della rivista del CICAP è invece questa:

E-Cat: intervista a Giuseppe Levi

Da Query OnlinePubblicato: 23 giugno 2011Postato in: Il terzo occhioTags: E-Cat, fusione fredda, Levi, Rossi

ECAT_-300x225.jpg Dopo alcune settimane, facciamo di nuovo il punto sulla vicenda dell’E-Cat. Come abbiamo raccontato in una serie di articoli, il dispositivo produrrebbe energia grazie a qualche forma di reazione nucleare a bassa energia (LENR) simile alla fusione fredda di Fleischmann e Pons, fenomeni la cui esistenza non è accettata dalla maggior parte della comunità scientifica. Poco dopo la conferenza di Sergio Focardi a Pavia, il giornalista svedese Mats Lewan di Ny Teknik aveva partecipato a una nuova dimostrazione dell’apparecchio. Nonostante qualche accorgimento volto a tentare di migliorare le misure, la visita di Lewan non aveva aggiunto molto rispetto alle precedenti; in quella circostanza anzi la potenza sviluppata dall’E-Cat era più bassa, intorno a 2,5 kW.

Nel frattempo è proseguito il dibattito sulle misure effettuate a Bologna, e in particolare la stima del contributo al bilancio energetico di un’eventuale frazione di acqua liquida nel vapore in uscita dall’apparecchio. Il dibattito ha raggiunto il suo culmine con la visita dell’americano Steven Krivit, direttore di New Energy Times, che ha mosso obiezioni al modo usato per tener conto di questo contributo.

La documentazione resa disponibile sulle dimostrazioni effettuate fino a ora non è sufficientemente completa e rigorosa da permettere una valutazione precisa dell’apparecchio. D’altronde gli stessi autori parlano di misure preliminari e, quindi, potenzialmente affette da problemi. Dovrebbe essere in vista una serie di verifiche molto più rigorose da parte di un’istituzione qualificata come l’Università di Bologna (il contratto è stato firmato proprio in queste ore); per questo abbiamo preferito non entrare ancora nel merito tecnico delle misure.

Probabilmente alcune delle critiche mosse in queste settimane sono fondate, ma ci riserviamo di esprimere la nostra posizione soltanto quando sarà pubblicato un rapporto ufficiale che permetta di sapere esattamente come sono state svolte le misure definitive, oppure qualora Rossi manchi all’appuntamento con il gruppo di Bologna.

In attesa delle sperimentazioni ufficiali, abbiamo intervistato Giuseppe Levi, il ricercatore che più ha contribuito alle misure effettuate finora.

Dottor Levi, Steven Krivit ha recentemente visto un E-Cat all’opera a Bologna. In un report preliminare, ha criticato le misure fatte durante i vostri test. Come risponde a queste critiche?

Che è una persona totalmente incompetente e non ha capito nulla di cosa abbiamo fatto. Gli è stato spiegato più volte, le abbiamo provate tutte: da questo momento proporrei di ignorarlo. Il peggiore dei miei studenti capisce di più di quel signore. Tutta la critica era su questa storia della misura del vapore; su questo mi arriverà un documento ufficiale di Galantini [il chimico che ha effettuato le misure].

La seconda domanda era proprio questa: esiste un report scritto su questa misura?

Esiste una documentazione su quanto è stato usato; il report scritto l’abbiamo chiesto e la persona che ha fatto la misura e che quindi ne è responsabile me lo manderà. Comunque la cosa è molto semplice: questo tipo di misure viene dato sempre come percentuale di massa, perché darlo come percentuale di volume non ha senso. Dovresti fare un integrale su un certo volume, lì sei in un volume aperto, quindi non capisco neanche come possa essere fatta la misura. Le tabelle psicrometriche sono tutte con la massa, quindi la cosa è assolutamente ridicola.

Una volta che mi si dice 1,7 come percentuale di massa di acqua residua nel vapore, io sottraggo il corrispondente calore di evaporazione in modo lineare. Il grafico che [Krivit] ha mostrato, che conoscevo da mesi, è un documento pubblico del Naval Research Laboratory [...] presentato a un congresso in India sulla fusione fredda, in cui evidentemente per monitorare il funzionamento usavano qualche altro metodo di misura: lì si parla di percentuali in volume. Dato che ovviamente l’acqua liquida occupa meno volume che un gas le cose sono molto diverse. Ho provato a spiegarlo a Krivit in tutti i modi e ho concluso che aveva bisogno di qualche notizia clamorosa per il suo piccolo blog che segue relativamente poca gente… ho deciso di ignorarlo punto e basta. La cosa era già stata affrontata: il mio report era stato mostrato prima che uscisse al direttore del Dipartimento di Chimica che non aveva trovato niente da dire, lo hanno visto gli svedesi e non hanno trovato niente da dire neanche loro.

Una critica da parte nostra: la documentazione dei test è inadeguata. L’unico test con dei report scritti non ha i dati disponibili, e su quelli successivi ci sono solo indiscrezioni.

Se avessi avuto in mano tutti i dati per fare una pubblicazione scientifica con tutti i crismi a questo punto non avreste visto un report ma un articolo su Physical Review. L’evento del 14 gennaio è stato fatto soprattutto per Sergio Focardi, che essendo anziano temeva di non arrivare neanche ad annunciare la cosa ai colleghi; allora uno fa con quello che ha in mano in quel momento. Facendo con quello che uno ha in mano in quel momento ci siamo accontentati di queste evidenze. Le altre indiscrezioni riguardano prove tecniche interne, anche se i grafici parlano chiaro: se volete posso trasmettervi i dati. Quello che produrrà i report completi sarà tutta l’attività sperimentale che da questo momento si farà. Ci vorrà parecchio tempo e sarà una cosa estremamente seria.

Parliamo di questo, allora. Tutti gli esperti che hanno assistito ai primi test (i fisici Hanno Essèn e Sven Kullander, il giornalista svedese Mats Lewan, il direttore dell’INFN Antonio Zoccoli, e a questo punto anche Krivit) concordano sulla necessità di test definitivi. C’è anche un accordo di ricerca tra Rossi e l’Università di Bologna. A che punto è la trafila?

Attendo a ore la copia firmata da Rossi, mi ha detto che oggi [20 giugno] me la manda. È stato già approvato in dipartimento ed è già stato firmato dal nostro direttore, quindi è ormai questione di ore. Ci saranno poi tempi tecnici amministrativi, le solite cose, comunque l’accordo c’è.

L’accordo c’è, quindi voi dovreste avere a un certo punto a disposizione uno di questi apparecchi per poterlo esaminare a vostro piacimento.

Sì, almeno per fare tutta una parte di misure. Ripeteremo le misure calorimetriche, ma questa volta con un setup completamente diverso e con tempi di misura completamente diversi. Non penso che prima di qualche mese, diciamo dieci, forse sei se facciamo molto presto tra costruzione dell’apparato e tutto quanto, uno possa emettere un rapporto completo. Faccio notare che questa volta sarà una storia totalmente diversa.

Quello che pensiamo di fare è un sistema autocalibrante con dei check di consistenza interna; vuol dire anche per esempio iniettare durante la misura un segnale in calore che uno poi deve andarsi a ritrovare nelle misure stesse, […] vuol dire usare circuiti chiusi, vuol dire usare, tra le altre cose, acqua distillata e così via. Faremo anche almeno una misura senza la famigerata transizione di stato, usando solo acqua liquida, anche se questo richiederà la collaborazione di Rossi. In ogni caso pensiamo anche di far condensare tutto il vapore in uscita per avere misure precise.

Avrete poi la libertà di pubblicare i vostri risultati, immagino.

Assolutamente sì. Questa era of course una conditio sine qua non. In questa parte totale libertà di pubblicare i risultati che siano positivi o negativi. Nella parte di misure siamo totalmente liberi di farlo.

Ci sono già state indiscrezioni sui componenti il gruppo di lavoro. Ce le può confermare?

Sì, saremo io, il prof. Ferrari, il prof. Bonetti, il prof. Campari, il prof. Villa, questo è diciamo il core del gruppo di lavoro. Stiamo poi chiedendo anche la consulenza ad altri professori; in particolare ci sarà un gruppo di peer review interno. Prima di pubblicare i risultati li faremo vedere ad altri colleghi interni al dipartimento i quali ci faranno “le bucce” essendo però esterni al gruppo di ricerca. Se sei interno al gruppo di ricerca è difficile riuscire a fare il peer reviewing di te stesso; questa è una cosa nota anche in tutti i gruppi di lavoro di software. Se io costruisco un software il mio software lo faccio debuggare a un altro collega perché è difficile vedere eventuali errori nel proprio lavoro. Chiaramente cercheremo di fare in modo che di questi errori ce ne siano il meno possibile; uno cerca di metterci tutta la testa e tutta la sua professionalità. […]

In una seconda fase, dopo l’analisi calorimetrica, quando andremo a parlare di fisica (ma qui si parla di un futuro un po’ lontano, perche le misure prenderanno tempo) saranno coinvolti anche esperti di nucleosintesi, atmosfere stellari e quant’altro per vedere se questi fenomeni possono in qualche modo avvenire anche in natura.

Tornando alla prima fase delle misure, una delle critiche che erano state fatte alle misure di Fleischmann e Pons era stata che i team di fisici trovavano l’eccesso di calore ma non le radiazioni, mentre i team di chimici trovavano le radiazioni ma non il calore. Le persone che ha citato sono tutti fisici, pensate di avere anche un chimico nel gruppo?

Già la prima relazione è passata tra le mani del prof. Zerbetto, il direttore del Dipartimento di Chimica. Sicuramente avremo dei collegamenti; la nostra [situazione] è completamente diversa da quella di Fleischmann e Pons, comunque sì, sicuramente dentro l’Università di Bologna ci sono tutte le capacità necessarie, se uno ha bisogno della consulenza di un chimico se la va a cercare. Tra l’altro, a me piacerebbe far fare il peer reviewing, o almeno chiedere una qualche consulenza (anche se siamo piuttosto sicuri) sul progetto che stiamo facendo dell’apparato di misura energetica dai colleghi ingegneri del dipartimento di energetica, perché no. Quella di Bologna è una grandissima università; avere dei pareri da parte dei colleghi può essere una cosa estremamente utile.

Un’ultima domanda. Tutti concordano nel ritenere necessario un test definitivo e indipendente, e lei stesso dice che comunque i vostri dati sono preliminari. Ma l’impressione che si è formato è che l’apparecchio funzioni o no?

Quando parliamo di impressioni o speranze siamo fuori dall’ambito scientifico. Diciamo che i dati che abbiamo in mano, pur con le approssimazioni che ci sono, ci inducono a pensare che l’oggetto funzioni. Abbiamo provato a pensare, in una prima fase, a come sarebbe stato possibile ricostruire un oggetto con le stesse funzioni senza che avvenisse una reazione. Non so se a voi è venuta qualche idea, a me e a un gruppo di persone che hanno provato a fare qualche esercizio non è venuta. [...] A questo punto, quando uno ha questi clue, questi indizi, io ritengo sia doveroso fare un’attività sperimentale. Io non faccio un’attività sperimentale per confermare qualcosa, ma qui c’è un oggetto che apparentemente produce dei kilowatt: mi sembra difficile simulare un oggetto del genere senza un effetto.

E-Cat: intervista a Giuseppe Levi
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Il premio Nobel per la fisica Brian Josephson che spiega l'E-Cat di Rossi e che ritiene non plausibile che sia una bufala.

Trascrizione del video a: eCatNews » Nobel Laureat on Rossi’s eCat

Nobel Physicist Speaks Out

Added Jun 25, 2011, Under: Media/Blogs,Videos

Nobel Physicist Brian Josephson is a true champion – a high achiever, pretty damned smart and a ‘to-hell-with-closed-minds’ fire in his belly. He is not a documentary film maker. Even so, he and his colleague, Judith Driscoll, had a go in an effort to inform people about Rossi’s eCat. The video is well worth the watch. If, like me, the technicalities are too distractiing, the following transcript is excellent – with credit to ecatreport.com:

[An audio insert of EV World's interview]

Dennis M. Bushnell, NASA Chief Scientist, Langley Research Center: “This is capable of, by itself, completely changing geo-economics, geo-politics, and solving climate and energy”.

[end of audio clip] [Note, Bushnell is reported to have complained that the phrase 'If it's real...' was ommited from the clip.]

Judith Driscoll: What’s this Rossi reactor then? Why do you consider it so important?

Brian Josephson: This picture shows Rossi with his device [being shown to Sven Kullander, chairman of the Royal Swedish Academy of Sciences’ Energy Committee, and Hanno Essén, associate professor of theoretical physics and member of the board of the Swedish Skeptics Society, who carried out one of the investigations], which he calls the ‘Energy Catalyzer’, or E-cat for short. He says what’s happening is that there’s a nuclear reaction involving nickel and hydrogen. And since nuclear reactions produce so much more energy than ordinary chemical reactions, this means you can get a vast amount of energy with very little consumption of fuel. Furthermore, you won’t get any greenhouse gases produced.

JD: What’s the evidence that a nuclear process is involved?

BJ: Well, there’s some suggestion that copper is produced, that nickel has been transmuted into copper. But clear evidence is in regard to the amount of energy it produces. There’s a maximum amount of energy you can produce in a chemical reaction, so if the device produces vastly more energy than that, there must be something else going on, either a nuclear reaction or some unknown process. It’s been investigated a number of times, teams have come in to investigate it. For example, in February this year a test was carried out that ran for 18 hours. The amount of heat produced during that time was measured at 270 kWh. And that is the amount of energy you’d get from 25 kg of petrol. And since the size of the reaction chamber is only 50 ml, this rather rules out the idea of energy being generated by any conventional source. This appears to be pretty good evidence [various sources are mentioned at this point, repeated in subtitles. The Wikipedia article on the reactor is currently good, but is subject to the whims and prejudices of editors.

However, there are some problems with the idea that it is a nuclear reaction, because first of all conventional theory says that you need extremely high temperatures to get the reaction to go at a measurable rate, so people are skeptical on those grounds. On the other hand, there may be something wrong with the theory, because here we've got something happening in a solid; it's not in a gas with isolated protons going round. It's in a solid, so maybe many protons can cooperate and intensify the effect. So I think that's not such strong grounds for rejecting it.

Another argument people have against this is to say not many gamma rays are produced -- an extremely small amount of gamma rays [relative to what would be expected], and thess fusion processes normally generate gamma rays. But then again we’ve got a very different kind of situation to what happens in thermonuclear processes. You can see what might happen in this slide. Imagine two different situations. One is a rock that is falling in air; it falls with a crash on some surface. The other situation is where it’s falling through water, and when it’s falling through water the energy is just gradually getting transferred to the water, there’s no big crash. That’s just an explanation [in general terms] of why you mightn’t get gamma rays. There’s really very little in the way of theory — actually lots of attempts have been made to explain it [cold fusion] but there isn’t enough evidence to show which is right. I think it’s not impossible that an explanation will be found.

JD: How is the amount of heat measured?

BJ: Well, this is really just school physics. You’re putting cold water in and you’re getting hot water or steam coming out, and if you know how much water’s going through you know how much heat is being produced, that’s all there is to it really[1].

—–

[1] In principle, but in practice one has to look carefully into what additional sources of heat there may be. Also, when steam is generated there are complications. The various investigations have attempted to address these issues.

—–

Also, there’s quite a big difference in temperature, in some experiments there’s [at least] a five degrees temperature rise; in other cases the water actually boiled. So you can’t say that errors in measuring the temperature are responsible for it.

JD: Why does energy need to be fed into the reactor to keep it going? Can’t the energy it generates be fed back into the reactor, so it can keep going with no energy input?

BJ: According to Rossi you can do that — he says it can be run in a mode where you aren’t feeding energy in, but you it’s then difficult to stabilise it; … in practical applications you want a reactor that can easily be stabilized. So the devices he’s building have energy being fed in, and you control it by altering how much current is being fed into the device.

JD: You say no greenhouse gases are involved, but what about radioactivity?

BJ: Well, Rossi says there are no radioactive residues. It’s not like ordinary reactors where you have radioactive residues that go on emitting radiation and heat as well for a very long time. And also he says should there be something like, say, and earthquake, then the hydrogen would escape and the reaction would stop. So he claims, at any rate, that it’s all very safe.

JD: Is it possible that Rossi’s just fooling people, he’s made it seem as if the reactor is heating up water, but he’s just trying to persuade people to invest in it, or to buy it, but it actually doesn’t really work.

BJ: Various people think that this is all a scam, but it’s not that plausible an idea because he allows people to investigate it; they can decide what to measure, how to measure it, they can also look inside, peer inside; the only thing they can’t look at is the reactor that contains his secret catalyst. But it doesn’t matter if you can’t look inside as what you’re trying to do is to see if it can produce this vast amount of heat which has been measured, and no matter what ordinary process it is you can’t produce more than a certain amount of energy in that amount of volume. So it doesn’t really matter if you can’t look inside. The reason he doesn’t want people to look inside is that they might discover how he does it and obviously, since it’s a commercial enterprise he doesn’t want other people to be able to make it so that he would lose what he gets back by selling the devices.

JD: Can’t he protect the invention by patenting the ideas?

BJ: Well, the trouble is, patenting is a rather tricky process if you really want to protect [your invention]. He has got some patents but it’s not fully protected.

JD: If this is as important as you believe it is, how is it we haven’t heard about it?

BJ: Well, that’s a very interesting question. One wonders about this. What isn’t Nature [Journal], say, writing this up, I mean, [this information] is available, but Nature doesn’t seem to be interested. However, if you were in Sweden you would know about it because there’s a Swedish technology journal called Ny Teknik, and someone there called Mats Lewan has been following it — somebody told him about it — and he at any rate was interested, he’s been following it and in fact he was responsible for [arranging] some of the setups. He’s written a great number of articles over that time.

It’s funny that people aren’t interested, but it has its historical precedents. One thing that was pretty similar was when the Wright brothers — they got their first flying machine and people had seen it, and you’d have thought this would be of tremendous interest, but very little was published. The publisher of the local journal [the Dayton Daily News] said, when he was asked about it later, “Frankly, we didn’t believe it.” And then there’s a typical account with skepticism was a newspaper which said “The Wrights have flown or they have not flown. They possess a machine or they do not possess one. They are in fact either fliers or liars. It is difficult to fly. It’s easy to say, ‘We have flown’”. So this shows … the skeptical mind at work, dismissing something in that way. So, in the case of the Rossi reactor, people are saying “it is easy to overlook something”. But the question is, what has been overlooked. It is such a simple measurement that it is not clear what could have been overlooked [by people who have looked carefully at the device].

But of course, part of the problem is the history of cold fusion. Pons and Fleischmann brought out their original spectacular claims in a press conference they were rather pushed into and there was a lot of skepticism, they were attacked. … People tried to reproduce the experiment … they thought it was a very easy experiment — you just [feed in] an electric current and lo and behold the reaction would go, but it wasn’t actually that simple. So the result was, a lot of people failed to get anything out and they denounced Pons and Fleischmann, and said ‘this is all incompetence’, and somehow their voice was heard more loudly than the other people, who were successful. The skeptics got in first. And so, the skepticism bandwagon rolled, and somebody invented the phrase ‘fiasco of the century’ to describe it, and it had become the ‘well-established fact’ that cold fusion was a delusion. So Rossi had to fight against that general viewpoint.

But he’s really not so bothered about what the scientists think. In fact he wasn’t that keen on having scientists investigate it. His original plan had been simply to make a big reactor, producing so much power that people couldn’t say ‘nothing’s happening’. So that’s how it went.

JD: Is the reactor claim really so unbelievable?

BJ: Well, it looks unbelievable at first sight, but always in physics there are things you haven’t thought about, and I think here one possibility is that you’re getting energy concentrated into a point, as I said before. A familiar example of getting energy into a point is just hammering in a nail. The energy you have wouldn’t be able to get you into wood or whatever, but because it all gets concentrated into a point that forces its way in [sLIDE]. And so something like this may be happening, you may be pushing the hydrogen into nickel and there’s some obstruction or bottleneck, the [enhanced] flow of energy is produced at that point.

That’s one possibility. Another thing which is really quite similar, which people haven’t thought of in this context: someone called Seth Putterman — he and his colleagues got a device to work which actually produced nuclear reactions in a table-top experiment, and the way he did this was something called pyroelecticity. You heat up a substance and an electric field is produced. And that electric field he focussed on to a point, and there was a very strong electric field at that point. He had his crystal in deuterium gas, and that ionized the deuterium, and the electric field imparted so much energy to it that there were nuclear reactions and neutrons were produced. So … it shouldn’t really be thought so impossible. Fleischmann’s original idea was having a material where hydrogen was pushed in with high density with an electric current to see if anything happened, and lo and behold it did happen.

So, it’s been a gradual development. Rossi’s advance would appear to be to discover his secret catalyst, which makes the reaction go much faster, and make it a practical source of energy.

JD: So what do you think is going to happen?

BJ: Well, as I see it, there are two different worlds, there’s the world of the academic, and the world of the practical person. The academic is mired in theory, and wanting absolute proof, and says ‘this is nonsense’ — at least that’s the general view. Meanwhile Rossi is going ahead in the practical sphere, … he’s building these reactors and people will — one hopes — see that they’re producing lots of energy. His first reactor is due to be produced in October, and he has a buyer for it. People, by the way, don’t have to pay until they’re convinced it is working, which is not what fraudsters do. So I think gradually it will take off.

The unfortunate thing is there’s been a delay; there will be a delay in it getting going because the journals, and the media who follow the scientists, are refusing to publish anything. That delay will have consequences. It really does matter, from that point of view, that the scientists and the media are looking away

http://www.youtube.com/watch?v=DAJnZZi41YA&feature=player_embedded#at=45

PS: Ottimo il video di DREAMCAR, grazie!

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Stanno nascendo a raffica siti e blog incentrati sull' E-Cat, con critiche a pioggia sulla mancata copertura mediatica dei mass-media istituzionali. Qualcuno di questi siti è piuttosto interessante e lo segnalo:

ecatreport.com

Chi sono? --->

About

Ecatreport.com was founded in 2011. Intrigued and fueled by curiosity of the new revolutionizing energy technology, the Energy Catalyzer also know as the E-Cat, a group of physicists from Sweden and England decided to bring two passions together; physics and internet. As true believers and long time followers of alternative energy sources, the result became Ecatreport.com.

From one of the founders; “We aim to bring the latest up-to-date information, from all E-Cat related news, to the world in an attempt to further spread and inform the public of it´s great magnitude.”

We hope that you will enjoy reading our reports.

Mi sembra il primo sito che riporti i video e i comunicati della conferenza.

Comunicato il nome commerciale del primo modello ECAT in vendita, che genera calore, si chiama HYPERION !

Modificato da Maxwell61
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Defkalion ha divulgato un "white paper" ufficiale e anche aperto un forum, senza moderazione, per fare domande.

Il white paper si può scaricare in PDF qui: http://www.22passi.it/downloads/White%20Paper_DGT.pdf

Viene annuciata una produzione di 300,000 unità/anno ed è stata precisata la gamma di potenza e applicazione:

Defkalion Green Technologies has taken the Andrea Rossi E-Cat and created its products

around it. Our products produce heat only – not electricity. Our current product line

ranges from kW units (5 - 30kW) to MW units (1.15 - 3.45 MW). The actual E-Cat forms

only the kernel of our products; it is the black-box so to speak. Building around the ECat,

we have developed a complex unity of machinery and electronics that comprise the

overall product, which we have named Hyperion.

8. Product Range

Although Hyperion models produce only heat energy, electricity can be generated with

the application of existing third party technology.

With regards to electricity generation, consumers will be able to receive a total solution

based on mutually confirmed interoperability with third party technologies such as

steam turbines and micro-steam turbines, Rankin new generation CHP, as well as

intelligent heat management systems.

Hyperion products have different configurations, most notably:

• Series A: Single tube single module CHP: By this configuration, 5-10Kw heat

power will be released to operate micro-CHP/micro turbine configurations

• Series B: Multi tube single module CHP: By this configuration, multiples of 5 or

10Kw heat power (max 30kW) can be integrated in the same box , when product

has to operate (heat) bigger CHP/micro-CHP or steam turbine configurations

• Series C: Single tube single module heat only: By this configuration, 5-10Kw heat

power will be released to operate small steam or hot water demands such as

agricultural applications (green houses)

• Series D: Multi tube single module heat only: By this configuration, multiples of

5Kw heat power can be integrated in the same box , when product has to

produce substantial amounts of heat for energy demanding applications

• Series E: Single or multi tube modules in parallel: To face the energy demands of

big industrial installations at the range of MWs. Such products consists of arrays

of A, B, or D series rack-mounted

• Series F: Single or multi tube modules in series: To accelerate power in different

configurations

All kW range products have the following dimensions: 55x45x35cm

All MW range products are built within a 20” sized container

All products are connected to Defkalion main computers through on-line GSM for

monitoring.

Modificato da Maxwell61
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