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Mercato del lavoro o mercato delle prese per il sedere?


TonyH

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1 ora fa, gianmy86 scrive:

 

Scusa, ma questa cosa che sostieni è fuori dal mondo.

Arriva un momento in cui devi dare quasi tutto te stesso al lavoro, per crearti un'esperienza, una credibilità, per apprendere ogni sfumatura di quel lavoro stesso e cercare, non dico di essere il migliore, ma quantomeno uno dei.

E se quest'opportunità hai LA FORTUNA che possa capitarti a 19 anni, non c'è scusa che tenga, interesse o passione che tenga (almeno che non sfoci in una professione, ma non mi pare questo il caso)

 

Addirittura fuori dal mondo? :mrgreen: 

Premesso che il mondo del lavoro è una cosa stranissima e molto personale e condizionata dalle esperienze di carriera ti posso dire che la mia, vicina ai 10 anni, mi ha insegnato che il lavoro è fondamentale ma è altrettanto importante avere rispetto per la propria vita privata e dare il giusto spazio alla propria personalità fuori dall'ambiente lavorativo...ma sono consapevole che questa regola non vale e non può valere per tutti.

Questo non vuol dire non avere voglia o altro, semplicemente capire e trovare cosa ti fa stare bene e ti dia mangiare allo stesso tempo...e, se posso permettermi visto il post successivo, non avere una tabella di marcia prefissata per la vita.

Nulla di personale ma questo mi sembra fuori dal mondo anche perché con i tempi attuali per i trentenni come me e te è davvero dura. A voler essere provocatorio e maligno se mi guardo e guardo la mia fascia di età e ragionassi in obiettivi prefissati (da chi, quali obiettivii e con quale criterio?) credo che il 70% di noi avrebbe dovuto prendere corda e sgabello da tempo.

Però si rischia un OT gigantesco.

 

 

Tornando al ragazzo non lo sto difendendo e ribadisco secondo me sta sbagliando ma troppo spesso si fa passare il messaggio che uno a 19 anni deve accettare tutto a priori.

 

PS: troppo spesso tra i vari fattori non si considera anche quello geografico. Non conosco bene il mercato bolognese-emiliano vivendo in Lombardia ma sono sicuro che se il ragazzo abbia davvero voglia di cercare un lavoro più vicino alle sue esigenze  qualcosa possa trovare mentre al sud Italia la faccenda è più complicata e si deve lottare e  a volte accettare quello che passa in convento, almeno vedendo anche situazioni di parenti e amici. 

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17 minuti fa, SaiKiSono scrive:

il lavoro è fondamentale ma è altrettanto importante avere rispetto per la propria vita privata e dare il giusto spazio alla propria personalità fuori dall'ambiente lavorativo...ma sono consapevole che questa regola non vale e non può valere per tutti.

 

Questo è indubbio, ci mancherebbe. 

Ma scartare un colloquio di lavoro per un'ora o due di viaggio mi pare follia. Almeno valuti e inizi un'esperienza. Poi, se ti trovi male male puoi sempre cambiare...

 

17 minuti fa, SaiKiSono scrive:

A voler essere provocatorio e maligno se mi guardo e guardo la mia fascia di età e ragionassi in obiettivi prefissati (da chi, quali obiettivii e con quale criterio?) credo che il 70% di noi avrebbe dovuto prendere corda e sgabello da tempo.

Però si rischia un OT gigantesco.

 

Nel mio caso personale, evidentemente ingenuamente, a 21 anni contavo di poter arrivare ai 30 nella condizione economica di poter comprare casa mia, e avere una moglie e un figlio, e magari un'auto decapottabile in garage.

Oggi ho 33 anni, convivo ma non ho spese di affitto e 3 dei 4 obiettivi di cui sopra potrei facilmente sostenerli senza patemi solo se la partner avesse un contratto a tempo indeterminato.

Ma siccome il tempo, anche quando rispetti i tuoi interessi e le tue passioni, purtroppo il modo di essere tiranno o esattore lo trova sempre, questa situazione inizia a pesarmi. Tutto qui.

 

 

 

PS: Per corda e sgabello, l'unica volta in vita mia in cui m'è solo vagamente sfiorata l'idea, scoppiai a ridere pensando a quanti di loro conoscevo che secondo me, per mille motivi, avrebbero dovuto opportunamente precedermi. Avrò avuto 17 anni...
Uno di quelli poi davvero c'ha provato, ma è sopravvissuto ad un lancio dal quinto piano: con leggero imbarazzo mi ritrovai pure a consolarlo, mia nonna per un arto rotto si trovò ricoverata nello stesso reparto.

Modificato da gianmy86

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11 minuti fa, Damynavy scrive:

Ci mettevo un giorno per recarmi al lavoro...

 

Auto, tangenziale (o Mi-Va).

Aereo (fino a Francoforte).

 

Ogni tanto aereo-2 (Francoforte Monaco)

 

Poi, andavo a lavorare.

 

Non per essere indiscreto o per tacciarti di alcunche', ma lo stipendio che presumo ti dessero giustificava probabilmente lo sbattimento.

Il ragazzino in questione prendera' 800/1000 euro al mese. Cio' non toglie che dal mio punto di vista, almeno il colloquio dovrebbe farlo.

 

P.S.: io napoletano accettai di trasferirmi a 700 km da casa per il primo lavoro, con contratto di 6 mesi a 500 euro al mese. Perche' credevo fosse un'occasione di crescita personale e professionale e che fosse bene lavorare e non rimanere solo detentore di un pezzo di carta.

Modificato da Dodicicilindri
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1 ora fa, SaiKiSono scrive:

...PS: troppo spesso tra i vari fattori non si considera anche quello geografico. Non conosco bene il mercato bolognese-emiliano vivendo in Lombardia ma sono sicuro che se il ragazzo abbia davvero voglia di cercare un lavoro più vicino alle sue esigenze  qualcosa possa trovare mentre al sud Italia la faccenda è più complicata e si deve lottare e  a volte accettare quello che passa in convento, almeno vedendo anche situazioni di parenti e amici. 

 

Il mercato in questo settore è relativamente vivace, qualche anno fa era meglio, ma la richiesta di ragazzi diplomati in Meccanica è sostenuta, sopratutto dal tecnico, dal professionale meno ma si trova.

Il problema è cosa si trova come primo impiego, per il suo percorso professionale sopratutto montaggio e assistenza, ma tra le grandi aziende tendono ad assumere personale proveniente dal tecnico, oppure ti propongono un contratto in cui la libertà personale è molto limitata, l'alternativa è una ditta che si occupa di assemblaggio conto terzi, ed in quel caso le condizioni sono varie, quello di cui parliamo è, invece, una piccola azienda che ha sempre demandato il montaggio a terzisti che cerca una persona da formare per avviare a gestirli, sicuramente da approfondire ma le prospettive sono interessanti.

Ovviamente, visto il tipo di lavoro, il minimo che chiedono tutte le aziende è la disponibilità alla trasferta extranazionale.

 

44 minuti fa, Dodicicilindri scrive:

...Non per essere indiscreto o per tacciarti di alcunche', ma lo stipendio che presumo ti dessero giustificava probabilmente lo sbattimento.

Il ragazzino in questione prendera' 800/1000 euro al mese. Cio' non toglie che dal mio punto di vista, almeno il colloquio dovrebbe farlo.

 

A 800€/mese lo aveva già contattato un terzista in zona, ma le prospettive non erano allettanti e, giustamente, ha declinato la proposta. Se hai prospettive di crescita immediata sia lavorativa che economica si può partire da quelle cifre, poi devono crescere, anche considerando che, in caso di trasferta, le cifre in ballo aumentano decisamente.

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1 ora fa, Dodicicilindri scrive:

 

Non per essere indiscreto o per tacciarti di alcunche', ma lo stipendio che presumo ti dessero giustificava probabilmente lo sbattimento.

Il ragazzino in questione prendera' 800/1000 euro al mese. Cio' non toglie che dal mio punto di vista, almeno il colloquio dovrebbe farlo.

 

P.S.: io napoletano accettai di trasferirmi a 700 km da casa per il primo lavoro, con contratto di 6 mesi a 500 euro al mese. Perche' credevo fosse un'occasione di crescita personale e professionale e che fosse bene lavorare e non rimanere solo detentore di un pezzo di carta.

 

Il mio commento era ironico.

 

Lo stipendio giustificava lo "sbattimento".

 

Dopo AMI, EN e LH-I, in Italia non avevo prospettive.

 

Mi sono rimesso in gioco, e ho accettato quello che mi veniva offerto.

 

Dovrei valutare nello specifico (stipendio, tipologia di lavoro, prospettive ecc.) l'offerta.

 

La distanza 2h + 2h è notevole.

 

Ognuno decide in base alle proprie esigenze.

Modificato da Damynavy
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Ripeto quello che dicono tutti, secondo me il ragazzo almeno il colloquio lo deve fare. E' sempre meglio parlare con i datori di lavoro e discutere, mettere le carte in tavola e le proposte prima di rifiutare o accettare.

 

Vi porto il mio fortunato esempio. Dove lavoravo prima (a tipo 15 minuti da casa) ho lavorato per tre anni e mi sono fatto un fegato come una zampogna perché avevo a che fare con gente incompetente, ma lo stipendio era buono, ero vicino casa e il gioco valeva la candela: possibilità di crescita 0.

Ho scelto di guardarmi attorno per cercare qualcos'altro quando hanno cominciato a ridurre le ore di lavoro senza dare spiegazioni plausibili. Ho passato oltre 6 mesi a mandare curriculum e poi ho mi è stato offerto il posto di lavoro che ho ora: 3 anni di apprendistato a 40 km da casa.
Inizialmente non mi entusiasmava, azienda piccola un po'di nicchia, eppure dopo un paio di colloqui (3 in tutto) e soprattutto dopo aver spiegato e messo in chiaro le mie condizioni (orario flessibile in modo da non essere obbligato a fare 2 ore di pausa pranzo inutilmente, crescita personale e formativa per raggiungere un certo ruolo/competenza) ho accettato. Non è stato tutto rosa e fiori perché i costi di usura auto + carburante si sentono sullo stipendio, ma ad oltre un anno dal cambio sono più che soddisfatto di lavorare in un ambiente così. 

Fortunatamente sia con il capo che con i colleghi mi trovo sulla stessa lunghezza d'onda e per i km sto provando a vedere come ridurli in futuro magari con un trasferimento. 

 

Per contro la mia compagna ha provato mille concorsi pubblici, due lauree in lingue, esperienza in mansioni amministrative, migliaia di curriculum inviati...e nulla si muove...

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Ragazza Laureata discipline Economico-Finanziarie.

Tre Concorsi vinti.

Ormai ha solo l'imbarazzo della scelta.

Credo finirà al Ministero delle Finanze.

Complimenti alla sua bravura (!!!), alla sua volontà e determinazione.

PS Isterica come tutte le donne in "carriera"...

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11 ore fa, bik scrive:

Recentemente un fatto mi ha fatto riflettere su problematiche relative al mondo del lavoro e alla disponibilità dei giovani a mettersi in gioco.

Mi telefona un amico, suo figlio si è diplomato recentemente (Professionale meccanico), al momento è disoccupato, ha inviato il curriculum all'azienda dove aveva fatto lo stage ma non lo hanno, al momento, richiamato. Mi chiede se nell'azienda dove lavoro cercano una figura professionale coerente con il suo percorso di studi, gli dico che, al momento, non cercano quel tipo di figure ma di presentare la domanda e inviarle un curriculum, fornendogli anche i nomi di altre aziende a cui inviarlo.

Nei giorni scorsi parlo con il rappresentante di un nostro fornitore,  mi dice che una piccola azienda in zona ha un picco lavorativo e cerca delle figure professionali, di cui una che potrebbe interessare il figlio del mio amico. Gli parlo del ragazzo e ci accordiamo di sondare i rispettivi interessi.

Chiamo il mio amico, le dico della opportunità, l'azienda è piccola ma solida e senza problemi sui pagamenti, le prospettive di crescita per un neodiplomato sembrano interessanti, il posto di lavoro non è comodo, visto che è dalla parte opposta di Bologna, ma niente di drammatico, con i messi pubblici si parla di massimo 2h di viaggio, dimezzabili con l'auto propria. Ma per il ragazzo (e anche per i genitori) è troppo lontano.

Nel frattempo mi contatta il rappresentante, l'azienda sembra seriamente interessata a un colloquio conoscitivo, ricontatto il mio amico, gli consiglio di essere disponibile al colloquio, senza impegnarsi ma facendosi conoscere, in attesa che si muova qualcosa di più appetibile, ma, al momento, non sembra intenzionato al colloquio.

Che dire, capisco se hai delle prospettive quasi sicure, ma, in assenza di ciò, io mi sarei comportato diversamente.

Boh io non lo capisco secondo me ha perso una bella opportunità. Ti parlo della mia esperienza: appena diplomato ho lavorato 6 mesi per un officina a 45km da casa per 800€ al mese, poi mi si é aperto casualmente un portone e ho lavorato per un anno a Maranello in gestione sportiva (ancora più lontano da casa mia). Poi rimasto a casa per scelte personali (che non rifarei) ho trovato lavoro in in officina a 10 minuti da casa e ho fatto la trafila apprendista-operaio e ora ne sono copropietario. La morale é che non bisogna mai chiudersi a delle opportunità perché non puoi sapere cosa ti riserva il futuro e l’esperienza che ti fai lavorando ha un peso notevole sul suo curriculum e anche personalmente. E se il suo problema sono gli orari beh io allora dovrei spararmi dato che faccio in media 11 ore al giorno e prima delle 8.30 di sera non sono mai a casa.

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