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Audi Q5 Hybrid Fuel Cell Concept (Foto Ufficiali)


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ROMA - L'inedita Q5 HFC, Hybrid Fuel Cell, nuova visione Audi sulla mobilità del futuro, esordisce in questi giorni a Berlino, durante la partecipazione del marchio all'11mo Challenge Bibendum Michelin. La casa automobilistica ha già sfornato non meno di cinque veicoli diversi, ad alimentazione alternativa, in occasione delle competizioni rally dedicate e dei test drive. Tra questi è compresa la Q5 HFC, acronimo che significa Fuel Cell Hybrid, in altre parole ibrido a celle di combustibile. La nuova auto rappresenta, in effetti, uno studio tecnico dell'Audi utilizzato per esaminare il potenziale dei sistemi a celle di combustibile.

La concept della casa dei quattro anelli si affida soprattutto alle sinergie tecnologiche, utilizzando numerosi componenti presi dai futuri modelli ibridi della marca. Secondo quanto dichiara la casa automobilistica tedesca, per stivare l'idrogeno alla pressione di 700 bar sarebbero utilizzati due capienti cilindri. La membrana polimerica elettrolitica (PEM) delle Fuel Cell consente di ottenere una potenza di 133 CV. La batteria agli ioni di litio contiene 1,3 kWh di energia elettrica. L'unità è equipaggiata con due motori elettrici, accanto alle ruote motrici, che consentono di erogare la potenza massima combinata di circa 122 Cv e fino a 420 Nm di coppia.

La Audi Q5 HFC alimentata dal sistema di alimentazione a celle a combustibile ha partecipato ieri al Rally InterCity, che si corre su un percorso di 300 km nello stato tedesco del Brandeburgo. Il rally è una competizione sulla lunga distanza per veicoli passeggeri e comprende anche un test di sicurezza.

Esordio al Bibendum per la Audi Q5 Hybrid Fuel Cell HFC - Mobilità Sostenibile - Motori - ANSA.it

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E la madonna, 700 bar!? Ma l'idrogeno non liquefa intorno ai 300?
Tra i 200 ed i 300 bar a seconda della temperatura, solo che per stoccarne un quantitativo sufficiente sono ricorsi ad i nuovi serbatoi in composito che possono raggiungere pressioni superiori ai 700 bar...

Follia pura! :) Sia per i rischi che si corrono, sia per lo spreco energetico di tutta la catena...

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Tra i 200 ed i 300 bar a seconda della temperatura, solo che per stoccarne un quantitativo sufficiente sono ricorsi ad i nuovi serbatoi in composito che possono raggiungere pressioni superiori ai 700 bar...

Follia pura! :) Sia per i rischi che si corrono, sia per lo spreco energetico di tutta la catena...

Probabilmente sto per prendere un abbaglio clamoroso, ma una volta liquefatto un fluido non è ulteriormente comprimibile. Quindi oltre i 300 bar che ci vanno a fare? :pen:

Io sapevo che i serbatoi in composito si usano a prescindere per limitare pesi ed ingombri, ma sempre per pressioni attorno ai 300 bar.

Non è che 700 bar è la pressione di mandata alla PEMFC?

Modificato da Edolo

Alfa Romeo MiTo 1.4 MultiAir TB 135 CV TCT Distinctive, 2012

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Aspetta, quotando il tuo messaggio in pratica ti ho risposto male... :) Perché le pressioni che ti ho indicato son quelle che conosco come comuni pressioni di stoccaggio e trasporto (solitamente 200 bar), ma si parla ancora di stato gassoso... ;)

Non trovo dati, ma presumo sia allo stato gassoso anche 700 bar :)

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Aspetta, quotando il tuo messaggio in pratica ti ho risposto male... :) Perché le pressioni che ti ho indicato son quelle che conosco come comuni pressioni di stoccaggio e trasporto (solitamente 200 bar), ma si parla ancora di stato gassoso... ;)

Non trovo dati, ma presumo sia allo stato gassoso anche 700 bar :)

Ho cercato qualche dato in giro.

Direi che è così, a meno che l'interno di quelle bombole non sia mantenuto sotto i -254°C. :)

Alfa Romeo MiTo 1.4 MultiAir TB 135 CV TCT Distinctive, 2012

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Io non ne so nulla di questa nuova tipologia di movimentazione ma una cosa credo di averla capita. E cioè che l'intera industrializzazione di questi futri modelli sono una bella gatta da pelare nel riuscire a dargli una produzione che abbia costi vicini a quelli attuali con riflesso quindi sul prezzo d'acquisto e sulla loro manutenzione. Credo che per i prossimi 10 anni ci sarà sempre più un'invasione di modelli ibridi, elettrici ed termico+elettrico con quest'ultimo che la farà da padrone per i futuri 20'anni almeno.

Sfruttando il medesimo ragionamento delle attuali ibride credo che i primi timidi esempi di indutrializzazione di un modello dotato di simile tecnologia non li vedremo prima di 25-30'anni, sempre che le politiche energetiche e di inquinamento dei paesi, anche e sopratutto di quelli emergenti non subiscano una drastico cambiamento.

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