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Peugeot 205 GTI, Rallye e Turbo16: questi "piccoli" bolidi


Axel903

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In questo topic voglio dedicare la storia delle versioni sportive della Peugeot 205, utilitaria francese che adoro molto! :)

Buona lettura! ;)

[scritto con l'aiuto di Wikipedia e Automobilismo d'epoca]

1983 – Tutto cominciò con la GT

Sin dal debutto della 205, era disponibile una versione sportiva, ma soltanto con carrozzeria a 5 porte.

Si chiamava 205 GT, ed era spinta dal 4 cilindri in linea della famiglia XTU3 di 1360 cm3 ed erogava 79 CV a 5800 giri/min e raggiungeva una velocità massima di 170 Km/h. La caratterizzazione estetica era, però, poco sportiva e soprattutto poco notevole: all’esterno si poteva riconoscere per la scritta adesiva laterale GT e per lo spoiler posteriore. L’allestimento interno invece era uguale alla SR, e quindi: sedili in velluto, tergicristallo con funzione intermittente, fari allo iodio, reostato per la regolazione dell'illuminazione del cruscotto, retrovisori esterni regolabili dall'interno, predisposizione impianto stereo con casse anteriori e posteriori e maniglie di sostegno posteriori e con in più il contagiri e l’orologio digitale a cristalli liquidi al posto di quello analogico.

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1984 – Nasce la GTI

Nel 1984 arriva la 205 più cattiva, cioè la GTI che introduce le versioni a 3 porte. Alla nascita, peraltro, c’è già una sorella maggiore della GTI, l’impressionante ed esagerata Turbo16 pensata sin dal 1981 come arma vincente per il campionato del mondo rally. Vista la produzione limitata a 200 esemplari, necessari e sufficienti per l’omologazione nel Gruppo B, più 20 telai destinati al reparto competizione, è difficile considerarla una versione di serie. Da questo momento in poi il destino delle due versioni si intreccia in continuazione, con il braccio armato T16 impegnato a vincere campionati e la GTI a fare conquiste di vendite. La prima GTI, datata Febbraio 1984, è quasi disarmante nella sua semplicità. Si tratta di una “normale” 3 porte costruita partendo dalla base della 5, caratterizzata da codolini passaruota raccordati da un fregio in plastica nera con inserto di colore rosso, assetto leggermente ribassato, cerchi in lega (di disegno uguale a quelli della Turbo16) 5,5J x 14” con pneumatici ribassati, un piccolo spoiler sul portellone e uno anteriore che incorpora i fendinebbia e un’ampia presa d’aria, specchietti retrovisori esterni di nuovo disegno regolabili dall’interno e guarnizioni porta a doppio labbro per una migliore tenuta, oltre a una piccola paletta aerodinamica sulla racchetta del tergicristallo lato guida. I paraurti, neri con venatura rossa, riprendono e continuano l’effetto visivo dei fregi longitudinali. L’interno si differenzia poco dalle versioni “normali”: il cruscotto ha una palpebra per gli strumenti più pulita e squadrata e contiene il tachimetro (con fondo scala a 220 Km/h) ed il contagiri in due grandi strumenti circolari, una colonnina centrale con le spie e, ai lati, 4 strumenti circolari più piccoli per pressione olio, temperatura olio, temperatura acqua e livello carburante. I sedili sono profilati e il tessuto che li riveste ha una caratterizzazione cromatica decisa con due zone ben delimitate, una nero e l’altra grigio medio, suddivise in senso longitudinale, da una riga di colore rosso. Di un bel rosso acceso è anche la moquette del pavimento, la quale resterà una delle caratteristiche peculiari della GTI.

È però la meccanica che stupisce e decreta il successo del piccolo bolide Made in France. Sotto il cofano giace un 4 cilindri in linea della famiglia XU5JA di 1580 cm3 che eroga ben 105 CV a 6250 RPM/min e una coppia massima di 133,4 Nm espressa a 4000 RPM/min; ha l’efficace iniezione elettronica Bosch L-Jetronic, rapporto di compressione di 10,5:1, albero a camme in testa comandato da cinghia.

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1987: In arrivo la nuova 1.6 con 115 CV e la super GTI con 130 CV

Le vendite vanno a gonfie vele, e un aiuto arriva anche dal fatto che la Volkswagen sta sostituendo la Golf GTI prima serie con la nuova seconda serie, ch’è più grande, più pesante e meno cattiva. Nei due anni successivi la spinta arriva anche dalle vittorie della T16 nei rally : nel 1985 e nel 1986 domina, creando una sorta di “Mito 205”. La concorrenza non resta a guardare e, per resistere, si impone una crescita. Nella primavera del 1986 è presentata la versione da 115 CV della 1.6 (codice motore XU5JA-B6D). I 10 CV in più si ottengono grazie a valvole più grandi (all’aspirazione passano da 38,5 mm a 40,6 mm, allo scarico da 31,5 a 33 mm) e un albero a camme più spinto. Quest’ultima soluzione comporta un tipo di erogazione più sportiva, spostata verso l’alto; sotto i 4000 giri il motore si “svuota”. La versione da 115 CV è un opzione, perché la 105 CV resta comunque in listino. In contemporanea, la Peugeot presenta anche la versione CTI, ovvero la GTI con carrozzeria Cabriolet, mentre alla fine dello stesso anno nasce la GTI 1.9 con 130 CV.

Per chi non sa aspettare, in Francia era disponibile un kit ufficiale da 125 CV che offre come accessori una testata con albero a camme della 105 CV, e un relè che sposta l’entrata in funzione del limitatore. La modifica non intacca la garanzia ed è esposta una targhetta apposita nel vano motore. Se la 115 CV, era, sotto molti aspetti una miglioria della 105 CV, la nuova 130 CV, in vendita dal Gennaio 1987, è una vettura nuova sotto tanti aspetti. L’idea è semplice, ma concreta: invece di esasperare il 1.6, si prende un motore di cilindrata superiore (In pratica lo stesso della Citroën BX GTI), con buona potenza ma nulla più, e lo si monta su una vettura piccola e leggera. Questo motore, siglato XU9JA ha la corsa lunga (88 mm) che porta la cilindrata a 1905 cm3, ed è già usato su altri modelli Peugeot. L’iniezione è sempre Bosch, ma del tipo

LE2-Jetronic e il limitatore interviene a 6900 RPM/min. L’accensione è elettronica senza contatti e testata e blocco motore sono in alluminio. Il risultato sono 130 CV a 6000 RPM/min e 164 Nm di coppia espressi a 4750 RPM/min. Se ne ricava un’erogazione pronta fin dai bassi regimi: da 2000 RPM sono già disponibili 147 Nm di coppia. Il cambio resta lo stesso, ma vengono allungati i rapporti di prima e seconda e i freni diventano a disco su tutt’e quattro le ruote, con gli anteriori autoventilanti; la carreggiata anteriore si riduce di 10 mm, mentre la posteriore cresce di 12 mm.

L’estetica cambia poco, a parte le targhette d’identificazione che adesso riportano “1.9 GTI” e le ruote in lega con disegno diverso e di misura 6J x 15” con pneumatici ancora più ribassati. All’interno le modifiche sono minime. Il tachimetro ha il fondoscala a 250 Km/h, i sedili rivestiti in velluto possono avere i fianchetti in pelle nera con cuciture rosse e il volante ha la corona in pelle, che da questo momento si trova pure sulla 115 CV. Quest’ultima riceve la grafica aggiornata degli strumenti. La 1.9 dispone anche, a richiesta, dei vetri elettrici, della chiusura centralizzata e del tetto apribile, inoltre i ripetitori degli indicatori di direzione passano dal colore arancio al trasparente.

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1988 – Rallye: pronto gara

Nel marzo 1988 nasce la 205 Rallye, che diventa l’entry level della gamma sportiva Peugeot. Benché la cilindrata sia di soli 1,3 Litri, è la più sportiva delle 205. È più spartana delle GTI e predisposta ad essere omologata, con pochissime modifiche, per correre nei Rally e in pista nel Gruppo N. Ha un motore di 1294 cm3, derivato dal 1.1, con due carburatori doppio corpo Weber 40 DCOM 10, che sviluppa 103 CV a 6800 RPM/min. Sospensioni, freni, sedili, sono presi dalla GTI 1.6, mentre l’alternatore è da 1000 W per poter sopportare una batteria di fari supplementari, inoltre ha in più il radiatore dell’olio. Spogliata di tutto ciò che non serve su un’auto da corsa (fendinebbia, vetri elettrici, tergilunotto, chiusura centralizzata, consolle centrale, accendisigari, bocchette d’aria centrali e sbrinatore posteriore), allestita con la plancia delle versioni più economiche, la Rallye pesa, in ordine di marcia e con il pieno di 50 Litri di benzina, 790 Kg per un rapporto peso/potenza di 7,67 Kg/CV. Da buona auto destinata alle competizioni, è disponibile in un solo colore: il Bianco Meje che fa da base alla 205 T16 della squadra ufficiale, con i quattro fregi colorati

Rosso-Nero-Giallo-Azzurro della Peugeot Talbot Sport. Nel Luglio del 1988 le prime modifiche alla Rallye comprendono un colante a tre razze invece di due e con un cuscino centrale più imbottito, il cruscotto ammodernato, e i comandi della climatizzazione che passano da levette a manopola. Il pannello porta si ingrandisce e copre il piccolo pezzo di lamiera verniciata che prima restava a vista. Come accessorio è possibile montare l’aria condizionata.

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1984 – La belva disumana: 205 Turbo16

Presentata nel 1984 per contrastare l’Audi quattro nell’ambito del Campionato Mondo Rally Gruppo B, la 205 T16 riscosse da subito enorme successo sia tra gli appassionati dei rally, sia da tutti gli amanti della velocità e delle competizioni. Caratterizzata da un telaio a traliccio tubolare, un motore posteriore trasversale e dalla trazione integrale, la 205 T16 si presentò da subito come un degno competitor. Grazie infatti al peso contenuto (soli 960 kg), il 4 cilindri 1775 cm3 sovralimentato in grado di sviluppare ben 350 CV permetteva alla 205 T16 estrema maneggevolezza; già nel 1985 Audi e Lancia si resero conto ben presto che la piccola Peugeot era la macchina da battere. Al fine di omologare la propria vettura per il Gruppo B, Peugeot – Talbot produsse 200 unità da strada: unico colore disponibile grigio scuro, motore centrale, cambio a 5 rapporti, trazione integrale, 200 CV a 6750 RPM/min, passaruota ampi, sezione posteriore rialzata (per farci entrare il motore), interni in pelle e consumo di 13 L/100 Km. I 200 CV, permettevano alla T16 di toccare la velocità massima di 210 Km/h, di percorrere lo 0 – 100 Km/h in appena 6 secondi, e di passare da 70 a 120 Km/h in soli 16,2 secondi.

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La RALLYE.....la ebbi!!!!!

.....e "mirabile dictu"....sono ancora al mondo...... :mrgreen:

Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos' hanno prodotto? Gli orologi a cucù.( O.Welles)

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OT: Escludendo la miriade di modellini bburago delle varie turbo 16, benetton, grand raid :D in famiglia ne abbiamo avute 2 in scala 1:1, entrambe 1.1 a 5 porte (una GR beige del 1984 e una open bianca del 1990), ora diventate cubi di latta :(:(:(:(

mitica 205, è stata la mia prima auto... che divertimento, anche solo con un 1.1 da pochi CV

Perle d'autore

From Heel to Hell and back (Matteo B.)

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... Grazie infatti al peso contenuto (soli 960 kg), il 4 cilindri 1775 cm3 sovralimentato in grado di sviluppare ben 350 CV ....

Vabbe', sparatemi direttamente appena uscito dal concessionario, facciamo prima :muto::pz:mrgreen:

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Beschleunigung ist, wenn die Tränen der Ergriffenheit waagrecht zum Ohr hin abfliessen

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La 205 GTI aveva un retrotreno molto ( troppo ) reattivo , che era un godimento nei percorsi misti, ma molto difficile da gestire nellle manovre di tiro-rilascio ed in emergenza

Rilasciare l'acceleratore in curva era un modo sicuro per andare in testa coda

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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La 205 GTI aveva un retrotreno molto ( troppo ) reattivo , che era un godimento nei percorsi misti, ma molto difficile da gestire nellle manovre di tiro-rilascio ed in emergenza

Rilasciare l'acceleratore in curva era un modo sicuro per andare in testa coda

Esatto.... Il fenomeno sulla Rallye era un Po meno "marcato" in virtù della gommatura minore (165/70-13) o per meglio dire comunicava con anticipo le perdite di assetto....ciononostante in almeno 3 occasioni ho visto i sorci verdissimi...... Senza parlare del fatto che in città si scarburava "uso ridere".....

Pero' ricordo con piacere i pattinamenti delle ruote anteriori fino in terza, se si dava gas violentemente in uscita di curva.....

....comunque mi ritengo fortunato a non essermi MAI imbussato..... Sfiorava i 190 ed Era veramente di carta velina...:oops:

Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos' hanno prodotto? Gli orologi a cucù.( O.Welles)

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