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20/11/11Addio Scaglietti' date=' si chiude un’epoca

E’ morto stamattina Sergio Scaglietti, il carrozziere-artista che ha partirito a colpi di mazza le Ferrari più belle della storia. Aveva 91 anni e fino alla fine ha partecipato a raduni, rievocazioni storiche e ha preso parte alla “vita” della Ferrari. Si, perché una Ferrari è una marca che fa macchine che vivono di vita propria una volta formate con il soffio divino del Drake. Era questo quello che pensava Sergio ed era questo che alla fine era perfettamente visibile nelle opere del suo genio: la GTO, la Testa Rossa, la California e tutte le Rosse del periodo d’oro.

Di lui si diceva che fosse capace di realizzare un uovo perfetto partendo da una lastra di alluminio: pochi colpi di mazza e via, il capolavoro prendeva vita fra le sue mani. D’altra parte realizzare un parafango di una 250 SWB partendo da un mascherone di legno non era molto diverso… Oggi Scalglietti lo definiamo carrozziere ma era, ovviamente molto di più. Un vero artista delle forme, capace di realizzare qualsiasi capriccio di Pinin Farina e il Commendatore: ovvio che Ferrari se ne innamorò alla follia, fino a fargli realizzare – di fatto in esclusiva – tutte e sue auto.

Nato a Modena nel 1920 Sergio Scaglietti inzia a lavorare a soli 17 anni alla Scuderia Ferrari, prima come martellatore lattoniere per riparare i parafanghi delle auto da corsa, poi come carrozziere-scultore vero e proprio quando lo stesso Ferrari affidò alla sua carrozzeria la realizzazione della “pelle” delle rosse più belle. All’epoca infatti le macchine non avevano la scocca ma un telaio in tubi, sui quali veniva forgiata la carrozzeria dell’auto. E per vetture di piccole serie – come tutte le Ferrari – non c’era presse, ma solo le sapienti mazzate dei battilastra.

Bam, bam, bam: Sergio batteva e Ferrari ringraziava. Nascevano così le auto che facevano sognare il mondo, ma anche tutte le fuoriserie per re e regine. Perfino la MM che Rossellini regalò alla Bergman nacque così. E fu proprio Scaglietti a fare a mano (non si sa come) quella pazzesca presa d’aria rovesciata sulla fiancata. A suo modo una specie di capolavoro inimitabile, che la Ferrari volle riprendere come citazione stilistica sull’erede della 456, la 612, battezzata appunto “612 Scaglietti” in onore del maestro.

In realtà questo non è stato il solo omaggio fatto dalla casa di Maranello a Scaglietti: già la 456 venne prodotta in un allestimento bicolore battezzato “Scaglietti”, mentre tutta la linea di personalizzazione delle Rosse aveva lo stesso nome. Così come per Sergio fu un grande onore vedere la sua carrozzeria “annessa” alla Ferrari stessa nel 1975.

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da Addio Scaglietti, si chiude un’epoca » BlogMotori - Blog - Repubblica.it

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