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Il futuro dei siti produttivi Stellantis


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Ma magari....esistesse DAVVERO un costruttore interessato a Cassino altro che manfrina. Gli stenderebbero tutti il tappeto rosso, anzi, glielo stenderebbe marchionne in persona.

Il fatto che non succeda, non va venire qualche dubbio? :pen:

Sta ancora cercando di vendere gli stabilimenti dismessi della Val Ufita e di Termini Imerese.

Modificato da EC2277
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Ma allarghiamo ulteriormente la prospettiva.

In Europa occidentale c'è forse una domanda per gli impianti produttivi?

Qualcuno vuole comprare?

Perchè mi pare di ricordare che ovunque le alternative siano solo 3:

- impianto produttivo e vicino alla saturazione, tenuto ben stretto da chi lo possiede;

- impianto sottoutilizzato che sta passando o cercando di passare la crisi grazie a incentivi, riconversioni o finanziamenti pubblici di vario carattere

- impianto sottoutilizzato che rischia di chiudere chiudere o ha già iniziato il cammino verso la chiusura

L'offerta di impianti c'è ed è abbondante.

La domanda dove starebbe?

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L'unico compratore che mi viene in mente è la Chery, ma ha deciso di rinviare tutto a data da destinarsi ed aveva già accordi con la Magna-Steyr…

Poi ci sarebbe la Mazda, ma quella al massimo affitterebbe un'ala di Pomigliano.

Insomma, la domanda non c'è.

Modificato da EC2277
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Aspettate a scavare le fosse: la situazione è talmente instabile che potrebbero chiudere anche due o tre stabilimenti; come potrebbero rimanere tutti aperti.

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Ma allarghiamo ulteriormente la prospettiva.

In Europa occidentale c'è forse una domanda per gli impianti produttivi?

Qualcuno vuole comprare?

Perchè mi pare di ricordare che ovunque le alternative siano solo 3:

- impianto produttivo e vicino alla saturazione, tenuto ben stretto da chi lo possiede;

- impianto sottoutilizzato che sta passando o cercando di passare la crisi grazie a incentivi, riconversioni o finanziamenti pubblici di vario carattere

- impianto sottoutilizzato che rischia di chiudere chiudere o ha già iniziato il cammino verso la chiusura

L'offerta di impianti c'è ed è abbondante.

La domanda dove starebbe?

Devi escludere peró l´UK. Per via del CW. ;)

T!

Factum abiit, monumenta manent.
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Aspettate a scavare le fosse: la situazione è talmente instabile che potrebbero chiudere anche due o tre stabilimenti; come potrebbero rimanere tutti aperti.

Aspettiamo il 30 ottobre e lo sapremo. Inutile fasciarsi la testa prima di essersela rotta.

"Ah! Rotto solo semiasse, IO KULO ANKORA!" (cit.)

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[h=1]Marchionne: «Fiat resta»[/h] [h=2]«In Italia con i soldi guadagnati all'estero».[/h] yFYNb0z8XbC4w5jfUXazwAAAABJRU5ErkJggg==

l43-sergio-marchionne-fiat-120907183741_medium.jpg(© LaPresse) Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat.

La Fiat non vuole lasciare l'Italia. Parola di Sergio Marchionne.

«In questa situazione drammatica, io non ho parlato di esuberi, non ho proposto chiusure di stabilimenti, non ho mai detto che voglio andar via, non mollo. Mi impegno, ma non posso farlo da solo. Ci vuole un impegno dell'Italia». Così l'amministratore delegato del Lingotto in un'intervista a Repubblica.

«ABBIAMO PERSO DI COLPO QUARANT'ANNI». «Non sono l'uomo nero», ma «l'Italia dell'auto è precipitata in un buco di mercato senza precedenti», «abbiamo perso di colpo quarant'anni» e qualcuno «vorrebbe che la Fiat si comportasse tranquillamente come prima? O è un'imbecillità pensare a questo, o è una prepotenza, fuori dalla logica».

Marchionne ha replicato anche agli attacchi del patron della Tods', Diego Della Valle.

«FIAT È UN BERSAGLIO GROSSO, PIÙ DELLE SCARPE». «Tutti parlano a cento all'ora, perché la Fiat è un bersaglio grosso, più delle scarpe di alta qualità e alto prezzo che compravo anch'io fino a qualche tempo fa: adesso non più. Ci sarebbe da domandarsi chi ha dato la cattedra a molti maestri d'automobile improvvisati. ma significherebbe starnazzare nel pollaio più provinciale che c'é. Fintanto che attaccano, nessun problema. Ma lascino stare la Fiat».

L'amministratore delegato del Lingotto risponde anche alle critiche di Cesare Romiti: «Il mondo Fiat che abbiamo creato noi non è più il suo» E, ha aggiunto, «anche la parola cosmopolita non è una bestemmia».

Il numero uno di Fiat si dice disponibile a incontrare il governo, «ma poi? Sopravvivere alla tempesta con l'aiuto di quella parte dell'azienda che va bene in America del Nord e del Sud, per sostenere l'Italia, mi pare sia un discorso strategico».

«PERDITE DA 700 MLN IN EUROPA, REGGE PER SUCCESSI ALL'ESTERO». «Fiat», ha osservato Marchionne, «sta accumulando perdite per 700 milioni in Europa, e sta reggendo sui successi all'estero. Sono le due uniche cose che contano. Se vogliamo confrontarci dobbiamo partire da qui: non si scappa».

Il progetto fabbrica Italia era basato «su cento cose, la metà non ci sono più. Io allora puntavo su un mercato che reggeva,. ed è crollato, su una riforma del mercato del lavoro, e ho più di 70 cause della Fiom. Tutto è cambiato. E io non sono capace di far finta di niente. Anche perché puoi nasconderli ma i nodi prima o poi vengono al pettine. Ecco siamo in quel momento. Io indico i nodi: parliamone».

«CHI INVESTIREBBE CON LA CERTEZZA DI NON GUADAGNARE UN EURO?». Chi «se la sentirebbe di investire in un mercato tramortito dalla crisi, se avesse la certezza non soltanto di non guadagnare un euro», ha aggiunto Marchionne, «ma addirittura di non recuperare i soldi investiti? Con nuovi modelli lanciati oggi spareremmo nell'acqua: un bel risultato».

E ha spiegato: «Se io avessi lanciato adesso dei nuovi modelli avrebbero fatto la stessa fine della nuova Panda di Pomigliano: la miglior Panda nella storia, 800 milioni di investimento, e il mercato non la prende, perché il mercato non c'é».

«Le prospettive per le vendite», ha affermato Marchionne, «non sono buone: 'non vedo niente', nessun cambio di mercato fino al 2014. Per questo investire nel 2012 sarebbe micidiale».

Marchionne: «Fiat resta» - ECONOMIA

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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