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Genesi della Fiat Regata


PaoloGTC

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Dopo aver letto il post sulla Regata, l’altro giorno mi sono soffermato a riflettere un pò su come è cambiato il mercato dell’auto specie negli ultimi 10 anni dove seondo me sono cambiate molte cose a ritmi vertiginosi. Volendo non disquisire sullo stile delle vetture odierne (e ne avrei da dire non poche) la mia attenzione è stata catturata dai dettagli, dalla componentistica, dagli allestimenti. Ne viene fuori che ricordo perfettamente quanto le case all’epoca investissero in questo senso. La componentistica interna della Regata all’epoca era quasi unica ovvero, pochi elementi erano condivisi con auto della stessa marca o gruppo. Un esempio su tutti la plafoniera sull’imperiale. Aldilà che è un oggeto che ha sempre attratto la mia attenzione come design (lo trovavo estremamente hi-tech all’epoca con luce di cortesia, spot di lettura, orologio digitale ben visibile a tuti gli occupanti, controllli del tetto apribile), era indiscutibilmente progettato solo per Regata. Croma ne aveva uno suo, Ritmo anche, decisamente più povero, e persino la Uno nelle sue varianti più ricche come SX o Turbo. Non ci si ferma qui perhè Lancia con Delta, Prisma e Thema e montava altre osì come la Y10. magari la struttura interna era identica ma il design era specifico.. ergo design dedicato, personalizzazione... la tanto sbandierata personalizzazione sulle vetture odierne è pressochè fittizia ed inesistente rispetto alle nostre mitiche anni 80. Se guardiamo le varie 500, Ypsilon, idea, Bravo... motano tutte la stessa povera plafoniera in policarbonato trasparente con due tastini plasticosi...che povertà.La stessa cura con cui le auto venivano ben distinte tra loro avveniva all’interno del modello stesso in base agli allestimenti. Ricordo, come detto nel post precedente, quanta differenza correva tra la versione 70 base della Regata e la Super... veramente un’infinità. A partire dai gruppi ottici, la super aveva un filino cromato intorno (a partire dalla II atto), qelli posteriorii nglobavano la luce targa ed erano contornati da un filo nero. Cambiavano cerchi pneumatici e copriruota, la Super montava i 14, la base i 13 pollici. La super prevedeva doppio specchio esterno con regolazione dall’interno, la base ne aveva uno e dovevi, con le dita fuori dal vetro, fare pressione sugli angoli dello specchio per regolarlo. Nell’abitacolo poi vi era un’abisso. La base era scarna scarna, vale a dire tessuti più economici, condotti dell’aria a vista (i sottoplancia) vetri a manovella, chiusure non centralizzate, comandi a leve (ventilazione).. La Super era ultra rifinita con il suomobiletto centrale, con la strumentazione completa di contagiri, econometro (ma ci rendiamo conto... ome sulle BMW) ed il tanto discusso check panel da cui ancora oggi sono estremamente attratto.Rendiamoci quindi conto di quanto in fondo la case investissero, tempo e denaro in ricerche di mercato, analisi componentistica, differenziazione insomma! Chi comprava la base aveva la base, certo stessa auto ma la base.. la Super era quasi un segmento superiore.. Questa filosofia si è protratta fino almeno alla Punto 93 dove dalla base alla ELX passava un treno. La differenza era pesante e palese addirittura dai paraurti in tinta al colore degli indicatori di direzione. Così come nell’abitacolo. Oggi non saprei distinguere una Punto Evo base dalla Top di gamma. Questo ovviamente per un risparmio generale di costi ed un’impoerimento globale a livello di stile ed emozionalità.

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Secondo me le differenze tra versioni base e lusso si sono assottigliate perchè c'è stato un notevolissimo livellamento verso l'alto delle versioni base e non viceversa. Le differenze un tempo erano così notevoli perchè le versioni base erano veramente ultra-base ed avevano senso di esistere perchè avevano ancora mercato. Oggi sarebbe impensabile vendere una Punto o una Bravo con paraurti neri, senza copricerchi, senza vetri elettrici, senza tergilunotto, senza chiusura centralizzata, senza servosterzo, con rivestimenti scarni, lamiere a vista ecc. ecc.. Oggi siamo abituati bene sin dalle piccole e siamo molto poco propensi ad accettare compromessi e rinunce sin dalla Panda, figuriamoci salendo di categoria.

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il colore è il classico grio quartz molto in voga ai tempi!

Grazie dell'info, non lo sapevo. me lo memorizzo.

- - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - -

Questa era un'elaborazione del 131 stescion fatta da Quattroruote. Se non sbaglio il servizio (molto ricco di immagini e descrizioni) fu pubblicato nell'83.

Pensa che mi ricordo di averlo letto pure io... e forse ne avevo una copia da qualche parte... ognuno ha la sua spelonca...

Fiat 127 - 903 ab | Fiat Regata 100 S i.e. | Daewoo Nubira SW 1600 SX-Fiat Panda Young 750 ab ('89) | Fiat Punto Easy 1.2 Nero Tenore

Camper Adria Coral 655 Sp su Ducato Maxi 2.8 jtd 127cv

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Secondo me le differenze tra versioni base e lusso si sono assottigliate perchè c'è stato un notevolissimo livellamento verso l'alto delle versioni base e non viceversa. Le differenze un tempo erano così notevoli perchè le versioni base erano veramente ultra-base ed avevano senso di esistere perchè avevano ancora mercato. Oggi sarebbe impensabile vendere una Punto o una Bravo con paraurti neri, senza copricerchi, senza vetri elettrici, senza tergilunotto, senza chiusura centralizzata, senza servosterzo, con rivestimenti scarni, lamiere a vista ecc. ecc.. Oggi siamo abituati bene sin dalle piccole e siamo molto poco propensi ad accettare compromessi e rinunce sin dalla Panda, figuriamoci salendo di categoria.

Sicuramente si, mi soffermavo però a riflettere come oggi venga tanto sbandierata la personalizzazione del mezzo con Decal, sistemi Info ecc... ed invece sono cose fittizie, vi era più personalizzazione all'epoca... ma a noi sembrava normale

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