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Il futuro dell'auto (elettrica)


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Come si sta muovendo l'EU per quel che riguarda il tema batterie?

A giugno 2021, T&E ha provato a fare il punto della situazione:

 

 

[...]

Lo studio. Una delle ultime ricerche in grado di fornire “un punto della situazione” è stata diffusa dall’organizzazione non governativa Transport & Environment all’inizio di giugno, quando ancora non erano stati annunciati in dettaglio i progetti della Renault per Douai, della Nissan per Sunderland e del gruppo Stellantis per Termoli. In sostanza, lo studio contava - alla data del 31 maggio 2021 - 38 impianti in fase di costruzione o in programma tra Unione Europea e Regno Unito, per un totale di quasi 40 miliardi di euro di investimenti e 44 mila posti di lavoro creati o salvaguardati. In poche parole, un vero e proprio boom che consentirà agli europei di cogliere due grandi obiettivi: conquistare buona parte della catena del valore delle batterie e, soprattutto, ridurre il ritardo rispetto a cinesi e coreani, finora i leader del settore. 

[...]

I volumi attesi. Se tutti i 38 progetti saranno completati, allora l’Europa si sarà dotata di una capacità produttiva di oltre 460 GWh entro il 2025 e di più di 1.140 GWh entro il 2030, 13 volte più degli attuali volumi (87 GWh). In sostanza, il Vecchio Continente sarà in grado di passare da una quota del mercato globale delle batterie del 7% a una superiore al 30% nel giro di una decina di anni. In tal modo dovrebbero essere soddisfatte le aspettative della Commissione europea, che ha varato numerose iniziative, tra cui la European Battery Alliance, e approvato miliardi di aiuti pubblici per ridurre la dipendenza dalla Cina, quantomeno per i prodotti finiti (la questione delle materie prime, invece, è lungi dall’essere affondata con lo stesso piglio e la stessa determinazione). La realizzazione delle 38 fabbriche, ovviamente, avrà un impatto sulla produzione di vetture elettriche, visto che la loro attivazione sarebbe sufficiente a sostenere il 50% delle vendite di auto elettrificate in Europa nel 2035 (32% per le sole Ev) e oltre il 90% nel 2030 (75% per le elettriche). Secondo Transport & Environment, si avrebbe di riflesso anche un impatto sulle emissioni di anidride carbonica: -44% nel 2025, -62% nel 2027 e -91% nel 2030.

[...]

 

Vi consiglio l'articolo completo: https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2021/08/09/mobilita_elettrica_gigafactory_europa_investimenti_capacita_produttiva_dati.html

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29 minuti fa, Aymaro scrive:

ecco, esattamente quello che intendevo, ti limiti a guardare un solo punto di vista (lotta al Co2) e applichi una soluzione (auto elettrica) senza valutare tutti gli scenari, economici, finanziari e geo-politici.

C'entra col Co2 perché la decisione di andare solo verso l'auto elettrica farà si che l'industria automobilistica europea sarà costretta a rivolgersi alla Cina per avere i materiali per le batterie (detiene il 90% delle materie prime, non sul territorio ma per accodi che ha stretto in vari paesi e continuerà a stringere, vedi esempio dell' afghanistan in questi giorni, dove si sono già detti disponibili ad appoggiare l nuovo governo dei talebani, e non di certo perché ne condividono i valori, loro i mussulmani li ammazzano in patria, ma perché l'afghanistan è ricco di terre rare e risorse che serviranno in futuro..) e le batterie stesse, oltre alle minori competenze in campo di elettrico della nostra industria. Questo fa si che tutta l'industria automobilistia europea dipenderà dalla Cina esattamente come oggi dipende da Taiwan per i microchip, e sono gli stessi che oggi dichiarano che non dipenderanno più dall'Asia ad aver deciso portare lil più grosso settore industriale continentale alla dipendenza dalla Cina.

A me pare un controsenso bello e buono.

 

Il problema non è l'auto elettrica, il problema è il come !

Innanzi tutto ogni transizione tecnologica è avvenuta perché conveniva, non per imposizione.

Poi come detto, la stanno portando avanti nel modo sbagliato, sia da un punto di vista economico (motivi di cui sopra) sia da un punto di vista del risultato che vogliono ottenere (cioè riduzione del Co2).

Perché se non sai come produrre l'energia, sarai costretto a rivolgerti al carbone per produrla (e tanto vale..) e poi perché si stanno concentrando solo su un campo.

I trasporti valgono il 16% della produzione di Co2 mondiale (in UE immagino sia più bassa) e l'europa contribuisce si e no al 10% del Co2 mondiale...

 

ora no sono bravo con i numeri, ma il 16% del 10% a me pare poca cosa....

 

l europa e sempre stata avanti a tutti per civilta e responsabilita, io sono tutta la vita per questa transizione sul quale il pianeta non puo aspettare. se l europa deve essere un'altra volta la prima che sia cosi.

 

poi scusate finiamola con sti discorsi che "non si puo imporre", perche di fatto tutto cio e imposto dalla salute del pianeta.

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5 minuti fa, ravanellidiciamo scrive:

 

l europa e sempre stata avanti a tutti per civilta e responsabilita, io sono tutta la vita per questa transizione sul quale il pianeta non puo aspettare. se l europa deve essere un'altra volta la prima che sia cosi.

 

poi scusate finiamola con sti discorsi che "non si puo imporre", perche di fatto tutto cio e imposto dalla salute del pianeta.

ecco, io ti porto esempi, fatti concreti, numeri e tu mi rispondi con lo "slogan" l'europa e l'avanguardia!! O non hai capito quello che intendevo (e cioè che è giustissimo cercare di azzerare il Co2, ma così si ottiene poco o nulla ed in più si fanno danni) oppure ritieni che abbia torto, ti faccio una domanda allora:

Nei fatti, cosa c'è di errato in quello che ho detto dato che non concordi?

 

Sull'imporre, non è una questione ideologia e di essere contro le imposizioni, è una questione di risultato che si vuole ottenere. 

Se si deve imporre un qualcosa e non avviene in modo naturale, è perché l'auto elettrica non conviene a chi la deve comprare e soprattutto, non è così risolutiva per il problema...

C'è il rischio che sia un flop e crei seri danni all'economia del continente, poi altro che avanguardia

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35 minuti fa, Aymaro scrive:

ecco, io ti porto esempi, fatti concreti, numeri e tu mi rispondi con lo "slogan" l'europa e l'avanguardia!! O non hai capito quello che intendevo (e cioè che è giustissimo cercare di azzerare il Co2, ma così si ottiene poco o nulla ed in più si fanno danni) oppure ritieni che abbia torto, ti faccio una domanda allora:

Nei fatti, cosa c'è di errato in quello che ho detto dato che non concordi?

 

Sull'imporre, non è una questione ideologia e di essere contro le imposizioni, è una questione di risultato che si vuole ottenere. 

Se si deve imporre un qualcosa e non avviene in modo naturale, è perché l'auto elettrica non conviene a chi la deve comprare e soprattutto, non è così risolutiva per il problema...

C'è il rischio che sia un flop e crei seri danni all'economia del continente, poi altro che avanguardia


non ci sono fatti i numeri concreti quando si parla di questi argomenti. la tua posizione sarebbe quella di aspettare il gioco al massacro con costi sociali che pagheremo tutti primo poi.

 

te saresti favorevole farei lavorare i bambini a due all’ora di notte o importare i neri dall’Africa per raccogliere il cotone per essere piu competitivo?

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1 ora fa, mikisnow scrive:

Come mai la Francia tutta atomica, il Paese industrializzato con il minore tasso di emissione di CO2 al mondo, ha prezzi alti?

 

...hmmm...Francia prezzi alti??????? 19ct/kWh contro 30,5ct in Germania - a me sembra molto economico la Francia...

 

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11 ore fa, mikisnow scrive:

Se bastasse, chissà 😅.. 

 

"

Il nucleare, i giacimenti e le rinnovabili non risolvono

Il nucleare, che non emette CO2, e le altre fonti non fossili, come le rinnovabili, aiutano ma non bastano a mitigare il fenomeno dei rincari. Come mai la Francia tutta atomica, il Paese industrializzato con il minore tasso di emissione di CO2 al mondo, ha prezzi alti? E prezzi alti nell’Austria idroelettrica? Semplice. I produttori rinnovabili e nucleari quando vendono le loro partite di corrente alla borsa elettrica cercano di spuntare il miglior prezzo possibile e collocano le loro offerte a un valore immediatamente inferiore di quello dei concorrenti fossili, conseguendo così margini interessantissimi per i loro azionisti.... "

 

https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/AE1Fxji

 

 

Questo però è un problema di mercato, non di disponibilità energetica. Se il nucleare fosse diffuso a scapito del termico la concorrenza sarebbe più agguerrita

11 ore fa, Aymaro scrive:

 

I trasporti valgono il 16% della produzione di Co2 mondiale (in UE immagino sia più bassa) e l'europa contribuisce si e no al 10% del Co2 mondiale...

 

ora no sono bravo con i numeri, ma il 16% del 10% a me pare poca cosa....

 

È ancora meno, perché il 16% sono i trasporti in totale, di cui circa la metà è ascrivibile alla somma di auto private e trasporto light duty.

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Mazda MX-5 20th anniversary "barbone edition" - Tutto quello che scrivo è IMHO

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la "transizione accelerata" verso cosa? questo è il problema di tanti interventi qui dentro. Date per scontato che questa transizione è verso l'auto elettrica. Deformazione normale su un forum come questo, ma non esattamente aderente alla realtà. La transizione è più complessa e amplia verso un assetto diverso della produzione, del consumo, della mobilità e dell'urbanismo. I problemi sono enormi: poca coordinazione fra paesi (e zero cultura per portarla a termine, grazie anche alla visione a breve termine di molti politici); consumatori viziati (il famoso dopobarba su Amazon Prime); seri problemi di approvvigionamento di materie prime (batterie dalla Cina, ma anche gas da Russia o petrolio da pochi paesi). E non ultimo, l'urgenza: chi sfotte il cosiddetto green new deal (che per altro è poco più di uno slogan rispetto a quello che andrebbe davvero proposto) forse non ha fatto bene i conti di quello che costa già oggi l'imprevedibilità del clima. E quando dico imprevedibilità mi riferisco proprio a problemi matematici e statistici di modelli che all'improvviso non predicono più e su cui ci si basava per rotte marittime, coltivazione, previsioni di approvvigionamento, pianificazione finanziaria, ecc. E c'è qualcuno che comincia anche a fare i conti del costo di migrazioni massicce per spopolamento di interere regioni... Si parla di persone, stato sociale e soldi, non solo di valori astratti.

 

In tutto questo l'auto elettrica è solo una piccola parte a cui si dà molto peso più che altro perché la vediamo e la tocchiamo e perché fa comodo per dire che si sta facendo qualcosa. Nessuno "sta consegnando il continente alla Cina", o almeno non più di quanto sia stato fatto negli ultimi 30 anni.

 

Che poi i tentativi di transizione si stiano facendo in modo disordinato e in balia di ogni tipo di lobbismo, ANCHE di produttori automobilistici (che sono ben lungi dall'essere le vittime, suvvia), beh purtroppo pure questo è vero.

Modificato da v13
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