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Il futuro dell'auto (elettrica)


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Paradossalmente, ma non troppo, fca basso di gamma non dovrebbe essere penalizzata dall'effetto in questione, perché le piccole a benzina da 10/15k ad oggi non hanno alternative bev in pratica, e neppure limiti grossi di circolazione presenti o futuri.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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personalmente non sono interessato a fare battaglie di retroguardia (anzi a fare battaglie di nessun tipo per la verità..)

 

se i poteri forti hanno deciso "elettrico" facciano cosí, certo che come dicevo e non solo io un massacro generalizzato dell'industria automobilistica é comunque inevitabile, anzi a mio parere siamo alla fine di un ciclo economico complessivo n cui tutti i parametri che hanno fatto funzionare l'intera industria consumistica per molti decenni si stanno disgregando e sembra evidente che sostituirli con qualcosa d'altro sarà non facile e non rapido

 

se comunque tesla si sposta da produttore a principalmente fornitore per me va bene, c'é nikola motors (con agganci anche Fca) che dice l'anno prox presenterà batterie con doppia capacità delle attuali da portare poi in produzione entro il '25, se la capacità é veramente quella che dicono allora sí, sarà elettrico

 

ma ad ogni modo una "semicatastrofe" potrebbe esserci comunque, puó anche essere che la decrescita felice, parlo in termini di economia generale sarà, comsí o comsà, la strada che si finirà per percorrere

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1 ora fa, tonyx scrive:

eh certo

 

in altri parti del mondo l' aumento del inquinamento è notevole e costante però...

 

sempre e solo l' europa che deve auto infliggersi queste stupidaggini

 

qui é il vero problema, perché le auto elettriche?

 

non certo per l'inquinamento, ci sono ragioni geopolitiche che hanno messo urgenza ai poteri forti: il controllo delle riserve petrolifere é in mano a stati che si vogliono "allargare" sempre piú, di fatto russia e arabi, gli anglosassoni sono in guerra in un modo o nell'altro con la russia fin dal 1700 (anche se sui nostri libri di storia ovviamente non si dice niente) é quello che in inglese hanno sempre chiamato " the big game" ed é iniziato mooolto prima che arrivassero i film di 007

 

idem per i muslim, tra idee di califfati ed emirati sono ormai pericolosi, quindi diventa indispensabile ridimensionare l'importanza del petrolio entro il 2050, come ha detto anche l'Eni

 

di fronte a simili "corazzate in manovra" di cui i personaggi come musk sono solo i portavoce c'é poco da fare, l'unica é cercare di passare senza esserne travolti

 

ad ogni modo cambiamenti economici di simile portata sono complessi non semplici non veloci, come dico alla fine si potrebbe scoprire che la decrescita felice non si puó evitare, altro che eliminare il reddito di cittadinanza, lo si dovrà ampliare invece, comunque é presto per dire, i "manovratori" sono in azione, vediamo che combinano...

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6 ore fa, shadow_line scrive:

ad ogni modo cambiamenti economici di simile portata sono complessi non semplici non veloci, come dico alla fine si potrebbe scoprire che la decrescita felice non si puó evitare, altro che eliminare il reddito di cittadinanza, lo si dovrà ampliare invece, comunque é presto per dire, i "manovratori" sono in azione, vediamo che combinano...

 

Anche io penso che si andra' verso un futuro dove c'e' sempre meno lavoro e per sempre meno persone.

Purtroppo non nasciamo tutti scienziati, lo sviluppo industriale ha assicurato per decenni (per non dire due secoli e mezzo) lavoro a grandi quantita' di persone.

Cosa fara' adesso tutta questa gente?

Sono sempre piu' convinto che le persone nate intorno al 1945 siano state quelle che hanno potuto usufruire del miglior tenore medio di vita e delle migliori occasioni.

Per noi, e per chi verra' dopo, e' tutto "down the line".

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"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

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  • 4 settimane fa...
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Auto, la Cina riparte, maxi incentivi per due anni. Ma solo per le elettriche

Sussidi per due anni a tutti: costruttori, concessionari e clienti

 

https://www.repubblica.it/motori/sezioni/attualita/2020/04/06/news/auto_la_cina_riparte_maxi_incentivi_per_due_anni-253266087/?ref=RHPPLF-BH-I253270427-C8-P2-S3.3-T1

 

In sostanza la Cina fa il contrario di quello che hanno fatto in USA cancellando i limiti delle emissioni.

 

Cosa faranno in Europa ?

 

Le case tedesche e francesi hanno investito pesantemente nell'elettrico, quindi penso che faranno come la Cina.

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L’auto elettrica rischia davvero così tanto con il Coronavirus?

Deloitte è convinta della frenata e ritiene necessario uno slittamento dei target CO2. Ma bisogna davvero puntare sui fossili?

Anche se Case come Volkswagen e Volvo hanno già chiarito di tenere la barra dritta sull’elettrificazione, non manca chi è convinto che la crisi innescata dal Coronavirus rallenterà il cammino verso le emissioni zero. È il caso di Deloitte.

Pur partendo dall’assunto che “la transizione globale verso la mobilità elettrica non è in discussione”, la società di consulenza prevede infatti una frenata “di breve-medio termine nella transizione globale verso la mobilità elettrica”, appoggiando anche la causa di chi chiede un sostanziale time-out dei vincoli ambientali Ue, “per favorire il rilancio dell’industria automobilistica”.

Il problema dell’offerta

A livello globale Deloitte prevede quest’anno un crollo della produzione di veicoli leggeri pari a circa 11 milioni di unità, dagli 88,9 milioni del 2019 ai 77,9 milioni per l’anno in corso. A livello di macro aree, il calo della produzione sarebbe di 2,219 milioni di unità nel Nord America e 2,956 milioni in Europa . “E l’emergenza”, rimarca la società, “potrebbe prolungarsi per almeno 4-6 mesi”.

Per la transizione elettrica sarebbe quindi “ragionevole” secondo Deloitte attendersi una frenata. “Il blocco degli stabilimenti in Cina, il principale produttore di batterie al mondo con una quota superiore 50%”, evidenzia lo studio, “avrà significative ripercussioni sulla filiera internazionale, con un aumento dell’incertezza sulle tempistiche di trasformazione del settore e sulle stime per il 2020”. Certo è però, a dire il vero, che moltissime fabbriche cinesi hanno riaperto i battenti a tempo di record.

 

Le incertezze sulla domanda

Altro discorso è quello legato alla domanda. “I modelli elettrici scontano prezzi di listino ancora elevati rispetto alla media del mercato, un aspetto rilevante in un contesto caratterizzato da crisi economica e incertezze reddituali”, fa notare sul punto Deloitte, azzardando che “per rivitalizzare il mercato dopo il crollo dei volumi, imprese e governi non possono che puntare sulle auto più popolari, motorizzate a benzina e diesel, che nel 2019 hanno rappresentato in rispettivamente il 58,9% e il 30,5% delle vendite sul mercato europeo”.

 

Resta in ogni caso il fatto, e questo lo riconosce la stessa Deloitte, che “il mercato della mobilità elettrica mantiene notevoli potenzialità di sviluppo in un’ottica di lungo periodo”. E oltretutto, aggiungiamo noi, la transizione energetica può rappresentare un volano per la crescita sostenibile da non sottovalutare.

 

La questione delle multe

Infine, come accennato, la società di consulenza prende posizione anche sulla questione delle multe sulla CO2. “Il mantenimento degli attuali vincoli emissivi di CO2 e delle relative sanzioni rappresenterebbe un ulteriore colpo inferto alle finanze dei produttori”, riassume Deloitte, auspicando “lo slittamento temporale dei target di almeno uno o due anni, che consentirebbe alle imprese di ritrovare l’ossigeno di cui hanno bisogno per tornare poi ad investire in innovazione”. Inoltre, si punta sulla necessità di un “sostegno alla rottamazione dei veicoli più inquinanti tramite incentivi statali” e di benefici fiscali.

Una posizione questa sostanzialmente allineata con la richiesta che l’associazione europea dei costruttori, ACEA, ha trasmesso nelle scorse settimane alla Commissione Ue.

 

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Non sappiamo ancora come si evolverà questa pandemia, quanto durerà il distanziamento sociale, però anche dovesse tornare tutto alla normalità in breve tempo c’è da considerare che alcune cose sono cambiate e potrebbero influire sulla mobilità del futuro.

 

Pensiamo ad esempio allo smartworking e smartlearnig, quanti lavoratori e studenti hanno continuato a lavorare e studiare senza più spostarsi due volte al giorno, con notevole riduzione di traffico, inquinamento e costi.

 

Tutto questo difficilmente verrà spazzato via completamente, una fetta consistente verrà mantenuta anche dopo il ritorno alla normalità, quindi calerà notevolmente la richiesta di mobilità e di nuovi veicoli.

 

La riduzione del chilometraggio e la crisi economica aumenteranno la vita media dei veicoli già in circolazione, per cui l’acquisto di un veicolo nuovo sarà veramente relegato ad un numero più ristretto di clienti.

 

In quest’ottica tutta l’industria dell’auto andrebbe ripensata, bisogna capire se prevarrà una restaurazione con massicci aiuti di stato o un’evoluzione ragionata sul mondo che ci aspetta.

 

 

Modificato da xtom
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2 ore fa, xtom scrive:

 

Pensiamo ad esempio allo smartworking e smartlearnig, quanti lavoratori e studenti hanno continuato a lavorare e studiare senza più spostarsi due volte al giorno, con notevole riduzione di traffico, inquinamento e costi.

 

 

Nel mio piccolo (cerchia di familiari, amici e conoscenti), non ho questi grandi feedback positivi, su tele-lavoro e lezioni di gruppo on-line.

Sicuramente sono la scialuppa di salvataggio nella situazione attuale ma sento le persone che si lamentano dell'accavallamento delle situazioni, delle maggiori difficoltà nel concentrarsi e nella mancanza di discontinuità nel flusso della giornata.

Secondo me, tele-lavoro e smartworking sono situazioni veramente favorevoli a pochi.

Quello in cui andrebbe investito con convinzione sono i trasporti pubblici ma questo è un argomento che qui dentro, discutiamo da anni.

 

 

 

Modificato da Jack.Torrance
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I'M IN LOVE!:pippa:

"La 6° marcia, K@zzo!"

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