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Autoritratto di Enrico Fumia


Lagarith

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On 27/3/2023 at 18:17, johnpollame scrive:

Semi OT

Sto affrontando il suo libro.

Ancora da Natale, che più di 3-4 pagine alla volta è francamente indigesto.

Ne scriverò una volta sgravatomi, ma mi sto facendo persuaso che il buon Enrico sia uomo testardamente di concetti e poco di disegni e modelli, e che questo, oltre ad averlo messo a volte in seria difficoltà nella vita professionale creandogli un'evidente frustrazione (trasuda ad ogni paragrafo), gli ha impedito tranne in pochi casi sparuti di concepire linee davvero belle, e pure in questi casi senza l'intervento "normalizzatore" di Colleghi e ingegneri del Committente, probabilmente le linee da lui definite sarebbero risultate poi eccessive tradotte nella plasticità del mondo reale.

 


Il suo libro l’ho divorato in poche sere. Con la prosa ci sa fare, poco da dire, e la quantità di curiosità, retroscena e maldicenze assortite è oggettivamente irresistibile. A me ha fatto sicuramente velo anche la comune avversione per le Lancia degli anni ‘90, per cui mi ritrovavo nelle sue opinioni.

Poi ho avuto modo di conoscerlo personalmente, ed è stato un incontro edificante, perché è un gentiluomo piemontese dotato di grande eleganza e abilità affabulatorie.

 

Parlando del suo lavoro, io sono un estimatore della 164, delle 916, della Y, per cui mi colloco nella schiera dei suoi estimatori, pur non apprezzando certe sue cose che per fortuna sono rimaste sulla carta, tipo quella orrenda Lancia tutta ondulata di cui mi sfugge il nome.

A proposito, giorni fa ho visto la foto di un’auto nuova che è praticamente identica, se qualcuno me la ritrova vince la mia stima perenne.

 

Quello che a mio modesto avviso non va (e che difatti perculavo bonariamente nel mio precedente post) è l’alone di santità che si è saputo creare attorno e che gli hanno creato attorno in molti, sulla spinta dei suoi giudizi tranchant.

 

Faccio un esempio pratico: io ho una Y restyling che amo molto e che volevo esattamente così com’è. Purtroppo lui nel suo libro ha bocciato esplicitamente il restyling (perché non l’ha fatto lui), per cui adesso io mi ritrovo (solo nel web, per fortuna) a discutere con vari collezionisti di Y (che per il 95% sono suoi seguaci) per i quali la restyling è poco più che un escremento, o peggio un reato di lesa maestà. 
Abbastanza antipatico che tra estimatori di uno stesso modello si facciano tali osservazioni, sulla base poi non di convinzioni personali, ma solo perché l’ha detto il Maestro.

 

In generale, vedo un discreto numero di “esperti”, tra giornalisti e appassionati, che nel parlare delle sue creature non fanno altro che ripetere a pappagallo quello che ha detto lui, e talvolta perfino quello che pensano lui abbia detto, con lo stesso tono apodittico.

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Anch'io sto leggendo, con molta calma, il suo libro. Un capitolo a settimana, da solo a casa, quando riesco a farlo con attenzione. 

 

Per ora mi ha colpito come abbia descritto, banalizzandola, la Hit di Ottina, rispetto alla sua antecedente Brio. 

Peccato che, al netto dell'ispirazione evidente, la prima sia molto più gradevole e moderna della seconda. 

 

In ogni caso, finora una lettura piacevolissima e illuminante. 

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Ho letto l'autoagiografia  autobiografia di Fumia e confesso di essere rimasto profondamente perplesso. Non credo di aver mai letto - nemmeno mai una volta - Giugiaro, Gandini, Scaglione (la figlia raccontava che mai ha sentito il padre averne a male quando un suo lavoro veniva successivamente modificato, vedi Giulietta SS o Lamborghini 350 Gt), o Bruno Sacco o Michelotti... bistrattare, ai limiti dell'insulto, il lavoro di loro colleghi come fa Fumia in questo volume e nei ripetuti attacchi sui social a suoi colleghi del passato e attuali, sempre incensando ed esaltando la propria visione a livelli quasi di dogma.

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A dire il vero, Fumia non è proprio l'unico designer dal grilletto facile. Su Youtube si può ammirare un video del buon De Silva a un incontro a tema Alfa 156, dove ne dice di cotte e di crude senza eccessivi riguardi ("Pininfarina propose [come stile per la 156] la solita Peugeot...", una delle cose più gentili che dice).

 

Quando ebbi l'onore di incontrare il grande Leonardo Fioravanti, anche lì non vi dico le bordate a certi colleghi (così come non mancavano gli elogi certi altri).

 

A me questo stile da corrida piace e diverte molto, quando proviene da personalità del loro calibro. Nel campo automotive, difficilmente ho sentito parlare di qualche geniaccio, che non avesse anche un carattere di m.

 

Tornando al libro (letto diversi anni fa, per cui la memoria può ingannarmi), è chiaro che non è un semplice parlare diretto, ma è proprio un regolamento di conti, fatto peraltro senza giri di parole, facendo nomi e cognomi e citando circostanze precise. Cosa che gli fa onore, dal momento che ci ha messo la firma e se ne assume ça va sans dire la responsabilità.

 

Mettere alla berlina le sconcezze politiche e stilistiche perpetrate nel gruppo Fiat e specialmente in Lancia in quel periodo è giusto: le orrende proposte di stile di I.de.A. per la Lybra, per la K, per la Y, gridano vendetta agli occhi di Dio.

Così come i ritardi, i pasticci, le faide (vedi la 916 già pronta a fine '88 e messa in commercio cinque anni dopo, la K coupè su pianale accorciato e con gli stessi sbalzi della berlina...).

Un sistema che è costato all'azienda il quasi fallimento, e che è giusto che i fatti siano stati messi a conoscenza di tutti.

 

Poi c'è la parte in cui si concentra sul suo lavoro, e lì indubbiamente si va a simpatia/antipatia. Io, come dicevo, sono molto affine alla sua filosofia, ben sintetizzata in alcuni "slogan". "Innovare e non R-Innovare", il "ciclo di riconoscibilità" ecc. ecc... mi piace molto.

 

Questo però non annebbia la mia obiettività. Il famoso quadrifrontale... quando ha provato a metterlo su un modello di serie (la Y, su cui - ipse dixit - nessuno gli tarpò le ali) si è ridotto un "monofrontale e mezzo" (timidamente riprodotto al posteriore), anche se a detta dei suoi seguaci: "aaaaaah la Y, unico veicolo al mondo dotato di quadrifrontaleeeh!!".

Lo "sguscio" sulla fiancata della 164, lui ne rivendica la paternità, mentre era una soluzione già vista e conosciuta su vari modelli.

O la sua Ferrari F90. Affascinantissima la sua genesi clandestina, ma credo onestamente che non aggiunga nulla alla Testarossa da cui deriva, anzi...

 

In sintesi, non condivido tutto quello che dice ma mi diverte il modo in cui lo dice. Molto meno il fondamentalismo di alcuni suoi estimatori.

 

 

 

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1 ora fa, Yakamoz scrive:

A dire il vero, Fumia non è proprio l'unico designer dal grilletto facile. Su Youtube si può ammirare un video del buon De Silva a un incontro a tema Alfa 156, dove ne dice di cotte e di crude senza eccessivi riguardi ("Pininfarina propose [come stile per la 156] la solita Peugeot...", una delle cose più gentili che dice).

 

Quando ebbi l'onore di incontrare il grande Leonardo Fioravanti, anche lì non vi dico le bordate a certi colleghi (così come non mancavano gli elogi certi altri).

 

A me questo stile da corrida piace e diverte molto, quando proviene da personalità del loro calibro. Nel campo automotive, difficilmente ho sentito parlare di qualche geniaccio, che non avesse anche un carattere di m.

 

Tornando al libro (letto diversi anni fa, per cui la memoria può ingannarmi), è chiaro che non è un semplice parlare diretto, ma è proprio un regolamento di conti, fatto peraltro senza giri di parole, facendo nomi e cognomi e citando circostanze precise. Cosa che gli fa onore, dal momento che ci ha messo la firma e se ne assume ça va sans dire la responsabilità.

 

Mettere alla berlina le sconcezze politiche e stilistiche perpetrate nel gruppo Fiat e specialmente in Lancia in quel periodo è giusto: le orrende proposte di stile di I.de.A. per la Lybra, per la K, per la Y, gridano vendetta agli occhi di Dio.

Così come i ritardi, i pasticci, le faide (vedi la 916 già pronta a fine '88 e messa in commercio cinque anni dopo, la K coupè su pianale accorciato e con gli stessi sbalzi della berlina...).

Un sistema che è costato all'azienda il quasi fallimento, e che è giusto che i fatti siano stati messi a conoscenza di tutti.

 

Poi c'è la parte in cui si concentra sul suo lavoro, e lì indubbiamente si va a simpatia/antipatia. Io, come dicevo, sono molto affine alla sua filosofia, ben sintetizzata in alcuni "slogan". "Innovare e non R-Innovare", il "ciclo di riconoscibilità" ecc. ecc... mi piace molto.

 

Questo però non annebbia la mia obiettività. Il famoso quadrifrontale... quando ha provato a metterlo su un modello di serie (la Y, su cui - ipse dixit - nessuno gli tarpò le ali) si è ridotto un "monofrontale e mezzo" (timidamente riprodotto al posteriore), anche se a detta dei suoi seguaci: "aaaaaah la Y, unico veicolo al mondo dotato di quadrifrontaleeeh!!".

Lo "sguscio" sulla fiancata della 164, lui ne rivendica la paternità, mentre era una soluzione già vista e conosciuta su vari modelli.

O la sua Ferrari F90. Affascinantissima la sua genesi clandestina, ma credo onestamente che non aggiunga nulla alla Testarossa da cui deriva, anzi...

 

In sintesi, non condivido tutto quello che dice ma mi diverte il modo in cui lo dice. Molto meno il fondamentalismo di alcuni suoi estimatori.

 

 

 

Sulla signorilità di De Silva infatti stenderei un velo pietoso, basta ripercorrere la genesi della 156, in cui fece incazzare Giugiaro (e ce ne vuole) oppure l'affare Proteo/Gtv Spider per il quale giustamente Fumia si è (eufemismo) risentito. Il mio punto è che un conto è parlare privatamente dei lavori altrui (avreste dovuto sentire Ercole Spada a Villa d'Este nel 2009, confrontando la sua Codatronca con la vicina TZ3 di Zagato, lui che di Tz se ne intende...), un conto è farlo pubblicamente e reiteratamente in maniera dispregiativa come fa Fumia, in particolare su Facebook, abitudine che non gli rende onore e che infatti fomenta l'orda degli adepti fanatici di cui scrivi tu. 

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  • 1 mese fa...
17 minuti fa, Yakamoz scrive:

Perdonaci, Enrico. Avevi ragione tu.

 

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Però non sono riusciti nella simmetria perfetta. 

Avrebbe comunque da ridire sul fatto che lui voleva farli risparmiare e invece hanno comunque preferito spendere soldi. (come per i fari posteriori della K Coupè) 😄

 

In ogni caso sembra davvero ci abbia visto lungo in questo caso. 

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12 ore fa, Albe89 scrive:

In ogni caso sembra davvero ci abbia visto lungo in questo caso. 

bè sono comunque due auto che hanno dei problemi sia nelle proporzioni sia nei dettagli e comunque non mi sembra un filone troppo diffuso in altri marchi da poter dire che sia un trend

inoltre penso che hyundai si sia ispirata a qualcosa di più "poschiano" piuttosto che a qualcosa di "fumioso"

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14 minuti fa, 3volumi3 scrive:

Diciamo che la seconda sembra meno sul punto di liquefarsi rispetto alla prima :)

 

Esatto :D:D:D:D 

 

12 ore fa, Albe89 scrive:

In ogni caso sembra davvero ci abbia visto lungo in questo caso. 

 

Se non altro la Ioniq 6 ha una fiancata bella liscia, con tanto di maniglie a scomparsa, e non quell'affare sotto al montante centrale, che, guardandolo, credo altro non sia che l'ennesima riproposizione (qui in versione miniaturizzata) del glorioso, illustre, nobile, eccelso quadrifrontale.

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