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Auto Elettriche disponibili ed errori di base


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Sono pienamente d'accordo per i dettagli : inutile perdervisi come nel sistema di frenatura. Ritengo valide tutte le altre osservazioni ma non vedo approfondito nè in senso positivo che in quello negativo il problema di base del propulsore ( negli interessanti  articoli citati chiamato Il motore del mozzo della ruota). Potranno o non potranno aver un seguito i molti studi sui quattro motori ( a forziori elettrici ) ognuno posto, assieme agli accessori di regolazione sia in orizzontale che in verticale,  entro una ruota? Io credo che questa sia un elemento fondamentale  che meriterebbe ulteriori interventi di esperti come i capaci  interlocutori di cui sopra.

Modificato da marcello meneghin
Miglior descrizione
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Non ho capito una cosa dell'ipotesi iniziale del topic, ovvero come potrebbe la soluzione del motore-ruota riuscire a far venire meno la necessità di sospensioni come interfaccia tra ruota stessa e autotelaio.

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1986 Renault 4 950 TL

1994 Volvo 940 2.0i Polar

La mia pagina su bikepics: http://www.bikepics.com/members/caronte/

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Nella ruota con motore che da tempo è in fase di studio Vedi figura allegata) figura a sinistra un tipo di sospensione attiva. Il tutto deve rientrare all'interno della ruota sospensione compresa

motore in ruota.jpg

Modificato da marcello meneghin
errotre di scrittura cancellata lettera errata
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Sono soluzioni che potrebbero andare bene per veicoli dalla grande massa, per veicoli leggeri è una soluzione terribile. Il rapporto tra le masse sospese e le masse non sospese renderebbe pessima la dinamica del veicolo e il comfort di guida.

 

Questo è il più grande limite dei motori nelle ruote. Peraltro questo layout ha pochissimi vantaggi (solo quello dello sfruttamento dello spazio) rispetto ad una soluzione con motori singoli posti all'interno, sull'asse longitudinale del veicolo, e semiassi di trasmissione, ma avrebbe moltissimi svantaggi:

- pessimo comportamento dinamico della ruota

- masse spostate agli estremi del veicolo, quando invece dovrebbero essere accentrate per migliorare la dinamica

- organi vitali, come i motori, esposti a carichi maggiori e a rischi maggiori di urto rispetto a quelli posti all'interno della vettura.

 

Questo tipo di ruota ha senso all'unico scopo di rendere ibride vetture che non nascono per esserlo e che hanno poco spazio a bordo, ma comunque è una soluzione di grande compromesso.

 

Basti pensare agli hub motor che vendono per rendere elettriche le bici: hanno una esperienza di guida e comfort terribile, rispetto invece ai motori integrati nel movimento centrale o che comunque sono ancorati al telaio e agiscono sulla catena di trasmissione.

Modificato da jeby
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Mazda MX-5 20th anniversary "barbone edition" - Tutto quello che scrivo è IMHO

k21x8z.png

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jeby

Le tue dotte spiegazioni mi hanno convinto che il principio di base sul quale si basava il mio sogno di autovettura a quattro ruote autonome è totalmente errato e quindi tutto il sogno è un fallimento totale. Infatti l’andare a spostare le masse proprio sugli elementi più delicati ed importanti come sono le quattro ruote in linea di principio è proprio una  follia. Ciò mi porterebbe inevitabilmente a dichiarare la fine ingloriosa del mio sogno di partenza.

Al tempo stesso la mia passione per la tecnica e soprattutto per le risoluzioni anche assai difficili ma che la tecnica moderna alle volte riesce spesso a risolvere mi induce a giudicare ancora più piacevole, più bella la discussione inerente il sogno stesso e quindi mi spinge a tentarne il prolungamento . Non per niente il mio sito internet si chiama “altratecnica”

In realtà nello stilare le mie note avevo previsto il pericolo di cui si tratta ma lo avevo sottovalutato a causa di alcuni miei errati punti vista. Infatti io supponevo che la massa dei quattro piccoli motori elettrici ( magari di nuovo tipo che limita al massimo i pesi delle varie parti) fosse molto più piccola di quanto è nella realtà nel mentre i grandi pesi da piazzare nel baricentro basso del veicolo fossero costituiti dagli accumulatori i quali, proprio per il maggior spazio disponibile e per la necessità di montare molti accumulatori onde aumentare l’autonomia della vettura, componessero la massa di base di cui si parla. Ne ho fatto qualche accenno nelle note dove pensavo che la traiettoria altimetrica delle grandi masse così descritte venisse definita dal computer in tempo reale ed in funzione dell’andamento effettivo della pavimentazione stradale rilevata dai sensori. Ed era in funzione di tale traiettoria che il veicolo procedeva senza scossoni verticali ed imponendo vai via alle ruote di alzarsi ogni qual volta si presentava un gradino e di abbassarsi nel caso delle buche . Essendo quattro le ruote indipendenti la traiettoria effettiva faceva base  solo sulle ruote che corrono su pavimentazioni lisce e concentrando il moto delle altre ruote a movimenti verso l’alto o verso il basso, tesi soltanto a seguire le asperità del suolo, accarezzandone la superficie ma senza subirne conseguenze dannose proprio per il fatto che la traiettoria da seguire era tassativamente prefissata. In questo senso avevo accennato alla presenza di strutture particolari come ad esempio il giroscopio ed atte sempre alla definizione della traiettoria ideale che il veicolo avrebbe dovuto rispettare in ogni caso. Capisco benissimo che torniamo a pure ipotesi teoriche ma si tratta degli argomenti che io amo particolarmente..

Alla fin fine tutto il mio racconto, pur se minato alla base da errori come quelli citati, sarebbe servito solo a dare un’idea di una ipotetica auto elettrica e totalmente basata , come accade in tutti i settori dell’industria, su sistemi di logica programmata detta anche controllo numerico.

Modificato da marcello meneghin
errore di grammatica
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Giusto come riferimento, un motore brushless industriale di recente generazione e potenza continua di 6kw (più del doppio di potenza dinamica) misura 215mm di diametro, 260mm di lunghezza, pesa 33.6 kg:

 

http://products.danahermotion.com/v41/ModelDetail.aspetta?PkgOrder=395&User=ServoMotor&Rnd=376

 

Secondo me lo schema attualmente migliore, per un nuovo progetto, è un motore elettrico trasversale al retrotreno, con trasmissione a ingranaggi cilindrici e differenziale.

Modificato da bik
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"I rettilinei sono soltanto i tratti noiosi che collegano le curve" [sir Stirling Moss]

"La cosa più bella che può fare un uomo vestito è guidare di traverso" [Miki Biasion]

Seat Leon Copa 1.6Tdi  - Suzuki V-strom 650

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10 minuti fa, stev66 dice:

meglio due, così elimini anche il differenziale :)

 

Però devi controllare i due motori separatamente, prevedendo la curva con appositi sensori (giroscopio, accelerometro), può essere interessante se colleghi direttamente i motori agli alberi di trasmissione (da valutare gli ingombri), ma se metti una coppia cilindrica, quindi necessiti di una "zona olio" tanto vale che risparmi il motore e i controlli aggiuntivi e metti un collaudatissimo differenziale.

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"I rettilinei sono soltanto i tratti noiosi che collegano le curve" [sir Stirling Moss]

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  • J-Gian ha modificato il titolo in Auto Elettriche disponibili ed errori di base

Secondo me prevedere ancora il differenziale significa non aver capito il concetto base delle nuove auto che consiste nell’ eliminare tutte le azoni casuali sostituendole con comandi razionali definiti da computer in tempo reale e in funzione della situazione effettiva. Il compito del differenziale è soltanto quello di dare ampia libertà alle due ruote motrici di agire l’una rispetto all’altra ma senza alcuna azione attiva. Faccio un esempio. Se un’auto tradizionale sta partendo con una ruota motrice su uno strato di ghiaccio il differenziale la fa girare vorticosamente mentre l’altra motrice è ferma: l’auto non si muove. La nuova macchina impartisce ordini razionali a tutte quattro le rote mettendo in folle quella su ghiaccio e facendo partire l’auto con le altre tre. La stessa cosa accade durante la corsa in curva: il differenziale svolge l’azione passiva di lasciare ampia libertà alle due ruote motricI ma ciò è cosa ben diversa dall’impartire ordini precisi ruota per ruota in funzione del raggio di curvatura, della velocità e delle condizioni del manto stradale, della tenuta di ogni ruota rispetto alla pavimentazione, della pressione reale delle gomme in funzione della temperatura ecc. ecc.

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