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Scelte strategiche FCA (Piano industriale 2018 da pag 97)


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chi parla di situazione di fca triste ha davvero una conoscenza  parziale dell'industria automobilistica, tutti i gruppi mondiali hanno parecchi problemi, tranne  toyota che è una corazzata inarrivabile. Volkswagen è marginale in USA che è certamente il mercato con i margini migliori al mondo. Nissan renault hanno gorssi problemi di governance e sono in crisi in europa (dove nissan perde) e in usa. Honda è marginale in diversi mercati, Gm ha dovuto vendere le attività europee ed è in netta perdita in Sud america, Forde perde in europa e in Sud america ed è in calo visto so in Cina. Quando si parla di fca bisogna guardare il contesto. FCA oggi è forse il gruppo meglio posizionato in nord  e sud america. in europa ha retto nonostante tutto anche quest'anno con ford e nissan ad esempio che perdono, in asia sta partendo da zero e ci vorrà tempo. In europa aveva un piano  ( spero continui ad avere) non troppo fantasioso ma che la porterebbe a recuperare buona parte del gap, con un numero non eccessivo di modelli ma ben posizionati, fiat auto piccole, jeep suv, alfa sportive e maserati lusso. Con un modello elettrico e tanti ibridi. Piano che l'avrebbe portata alla piena occupazione.

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41 minuti fa, falconero79 scrive:

infatti.. son passate ere geologiche dal quasi fallimento.

Mica tanto eh, Fiat ha rischiato nel 2005/2006, Chrysler nel 2009, con una crisi economica mondiale in mezzo.

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8 minuti fa, GL91 scrive:

Mica tanto eh, Fiat ha rischiato nel 2005/2006, Chrysler nel 2009, con una crisi economica mondiale in mezzo.

Tutto verissimo, anche altri gruppi ne hanno risentito  però è passato un decennio dai fatti sopra menzionati; non voglio sempre parlare del caso VAG altrimenti vengo linciato, però il costo della porcata dieselgate è del 2014 ed ormai è qussi totalmente alle spalle.

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17 minuti fa, carlo1967 scrive:

Tutto verissimo, anche altri gruppi ne hanno risentito  però è passato un decennio dai fatti sopra menzionati; non voglio sempre parlare del caso VAG altrimenti vengo linciato, però il costo della porcata dieselgate è del 2014 ed ormai è qussi totalmente alle spalle.

 

Beh giustamente ognuno ha una sua ricetta per la sopravvivenza, ma per far fronte alla cosa hanno tagliato molto, tra motori in sviluppo e modelli e prodotto tutta serie di auto fotocopia dai bassissimi costi industriali che solo loro riescono a farsi accettare!

Hanno in portafoglio marchi che nei propri paesi fanno volumi di vendita altissimi.

Hanno diminutivo drasticamente la qualità dei materiali plastici all’interno delle auto.

Hanno investito prima sull’elettrificazione, questo si è gliene va dato atto!

Ma non poteva essere altrimenti viste le normative cinesi e vista la massiccia presenza di VAG in questa macro area commerciale.

 

Per contro si son presi parecchio indietro con Audi e Porsche con le nuove omologazioni, e grazie al loro marketing hanno coperto molto bene la faccenda del dieselgate (buon per loro, un po’ meno per i consumatori!).

 

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51 minuti fa, carlo1967 scrive:

Non direi e comunque è molto ben messa in tutte le altri parti del mondo Russia ed asia compresa.

 

http://carsalesbase.com/us-car-sales-data/volkswagen/ solo VW e non VAG.

 

Considerando i miliardi che Vag ha pagato al Governo americano in multe ho i miei dubbi che Vag abbia fatto grandi profitti in Usa

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22 minuti fa, Davialfa scrive:

 

Considerando i miliardi che Vag ha pagato al Governo americano in multe ho i miei dubbi che Vag abbia fatto grandi profitti in Usa

 Ha giustamente pagato per le porcate del Dieselgate; la mia risposta era al fatto che abbia volumi marginale di vendite.

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Stralci di un'intervista:

 

"La Fiat si è data un'impegnativa strategia di sviluppo, però facciamo i conti con la situazione critica dei mercati, con la stagnazione dell'economia che la sfiducia e l'incertezza sul futuro contribuiscono ad accentuare".

...

"Infine c'è l'Europa Occidentale, che appare incapace di arrestare una caduta di competitività legata ai costi dello stato sociale e alle rigidità  che bloccano il necessario dinamismo dell'economia. La crisi dell'Europa è anche politica: di fronte ai grandi mutamenti in atto sulla scena mondiale manca una strategia forte e unitaria.

Questo produce sfiducia, pessimismo, il timore di perdere il benessere raggiunto.Produce egoismi, rivendicazioni corporative, chiusure entro i confini dei propri stati se non delle proprie regioni. In Italia poi si aggiunge lo smarrimento di fronte a un travagliato processo di cambiamento che è insieme istituzionale e politico."

 

"Negli ultimi cinquant'anni il nostro continente ha costruito sistemi di "welfare state" che esprimono una forte sensibilità  sociale. è un valore importante e testimonia una cultura con radici antiche. Ma non c'è vera solidarietà , non c'è progresso nel distribuire risorse che non ci sono, come si è fatto in Europa e soprattutto in Italia per molti anni». Oggi si parla molto in Europa di una generalizzata riduzione dell'orario di lavoro. Ma in questo momento, quando la competitività  è legata alla riduzione dei costi e a modelli organizzativi più efficienti, questa scelta bloccherebbe di fatto l'evoluzione del sistema economico, impedendo il raggiungimento di livelli di costo concorrenziali con il resto del mondo e danneggiando ulteriormente l'occupazione. Simili proposte, ha osservato il presidente della Fiat, testimoniano la tendenza dell'Europa a chiudersi in se stessa, dietro barriere difensive che risulterebbero più una prigione per chi sta dentro, che un ostacolo per chi è fuori."

 

Mike Manley? No, Giovanni Agnelli nell'articolo Un'azienda nuova per superare la crisi, illustrato fiat, n.1, gennaio 1994. I temi sono alquanto attuali: rigoroso contenimento dei costi, dei turni di lavoro, revisione profonda delle strutture commerciali.

 

Rifacendomi ad un commento lapidario di qualche post precedente, e premesso che non voglio minimamente generare una polemica, ma stimolare un dibattito costruttivo dove ognuno può uscirne accresciuto, mi sembra improprio parlare oggi di "pura decadenza" come se in passato fosse stato tutto rose e fiori.

 

Le difficoltà ci sono e questo è innegabile, come è innegabile che questo 2019 sarà lungo e avaro di novità. Certamente masticheremo amaro in occasione dei più importanti Saloni dell'automobile quando l'Auto del Popolo presenterà una mitragliata di SUV, SUVVONI, SUVVINI, SUVVETTONI, SUVVETTI con i fari all'"avanguardia della tecnica" mentre Noi saremo lì con l'ennesima Fiat 500 Collezione con interni tigrati di Lapo con il milleddue Fire e la Giulietta Diesel al prezzo del benzina; sicuramente saremo costretti a mandar giù in silenzio i commenti acri e carichi di scherno dei nostri connazionali mentre definiscono,abbagliati dal fascino dei loro fulledde, le auto FCA come vecchi rottami; molto probabilmente vedremo il segno negativo fra le schermate che condivide con noi il sempre cortese 4200blu alla fine del mese; sarà inevitabile tollerare il riecheggiamento dei bei tempi antichi quando la Deltona vinceva su tutti i terreni del mondo ed ora la Lancia è ridotta ad un uovo con le ruote; ma cortesemente non immedesimiamoci in moderni Efialte, che non potendo per ragioni fisiche difendere la propria patria (Sparta), passò alle file nemiche barattando le proprie speranze di gloria con la devozione totale all'avversario, cedendo alle adulazioni Persiane. Pur con i mezzi spuntati e le attrezzature obsolete, facciamo come Enrico Toti: lanciamo metaforicamente le nostre Panda Pop contro il nemico, come lui lanciò la sua gruccia contro gli austro-ungarici, e rispediamo al mittente le proprie T-roc tedesche costruite in Portogallo assieme a tutte le arieti o le sue Mini, emblema del British-stile di proprietà tedesca con il motore americano Chrisler (Tritec), ma costruito in Brasile, oppure della PSA. Non concediamo al germanico il lusso di vederci girare sulle sue vetture e di godere del fatto di averci conquistato spiritualmente ed economicamente.

A noi la scelta, ma non cerchiamo scuse nel "misero" 2019 per comprare la Golf TiDDiAi.

 

Consiglio la lettura integrale di questo interessante articolo e rimando al link, dove potrete trovare tutta la collezione di illustratofiat:

http://www.byterfly.eu/islandora/object/librif:16711#mode/2up

http___150_145_48_48_8080_fedora_objects_librif_16730_datastreams_JP2_content.thumb.jpg.66f50917b8429d5870b6f72fc64b6ec4.jpghttp___150_145_48_48_8080_fedora_objects_librif_16753_datastreams_JP2_content.thumb.jpg.a82da46968925725836c45fd42a23e61.jpghttp___150_145_48_48_8080_fedora_objects_librif_16729_datastreams_JP2_content.thumb.jpg.fa2b5814be0eaad9ae18f7b6cf236df3.jpg

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"in ferie da cosa?!?"

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6 ore fa, davos scrive:

Si possono fare tutti i ragionamenti che si vogliono sui ritardi di fca sull'elettrico. Bisognerebbe sempre ricordare che è un miracolo che fiat sia ancora in piedi, perché era sull'orlo del fallimento con tutto quello che avrebbe comportato per il paese. Siamo in un paese che ha pochi spazi di manovra per i voli di fantasia. Germania e Francia lottano con il coltello tra i denti per agevolare l'industria nazionale e con la vendita di opel a psa si è capisce anche dove vanno a parare. In questo contesto un governo serio avrebbe fatto un tavolo col produttore nazionale( come in francia) e concordato la via da prendere. Incentivi sulla rottamazione della auto vecchie inizialmente e progressivamente incentivi sulle auto ibride ed elettriche. Dando così il tempo a fca di adeguarsi e nel mentre dando un grosso aiuto a occupazione e pil. Ma qui pare che fare auto in Italia sia una colpa così coem muovere pil e creare occupazione oltre che ricerca scientifica 

 

Anche ad aprire un tavolo, su cosa si potrebbe basare la politica per incentivare il produttore nazionale? Emissioni basse? Non le hanno. Veicoli ibridi? Idem. Incentivi di rottamazione? Andrebbero a beneficio di tutti i costruttori.

Francamente per quanto mal congegnata, la soluzione attuale è equilibrata. Non colpisce in maniera apprezzabile il costruttore, ma al contempo incentiva acquisti di auto elettriche e plug-in. Quando fiat arriverà, anche le sue auto godranno dei benefici. Anche perchè ad aspettare 2/3 anni (se va bene) che fiat sviluppi tali vetture, tutti i concorrenti le avranno già in listino.

Il discorso di fare un tavolo per incentivare le peculiarità del produttore nazionale può avere un senso se questo ne ha alcune, ad esempio (stupido) solo loro producono ibridi a metano, incentiviamo quelli. Ma FCA non procude nulla di innovativo su cui si possa fondare una politica di incentivi, quindi...

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