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(CHN) Peugeot 408 (2018)


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Fanno come VW insomma, 3000 varianti della stessa minestra, la 408 dovrebbe essere la berlina più classica e la 308 sedan è una sorta di coupè sportivo (mi scuso per la blasfemia, ma è giusto per darle un minimo di inquadramento nelle logiche di noi occidentali) a 5 porte

È una tipicità del mercato cinese per (quasi tutte) tutte le case straniere che operano in Cina.
Il fatto di avere enne-varianti derivate da un unico modello è da impuntarsi al fatto che un produttore straniero, per poter produrre in loco, deve obbligatoriamente appoggiarsi ad un produttore locale e stabilire una partnership.
Accade quindi che la stessa casa possa stringere più accordi con diversi costruttori: è per questo che vi sono più modelli simili che partono dalla stessa base.
Ad esempio, Toyota vende sia la Levin (realizzata dalla Guangzhou-Toyota) che la Corolla (realizzata dalla FAW-Toyota): sono due varianti della stessa sito, prodotte da due partnership diverse, con la Corolla come auto più tradizionale e Levin come variante più sportiveggiante.
Sulla stessa falsariga operano altri costruttori: Hyundai, Honda, VW etc
In altre parole: il costruttore stringe accordi con un produttore locale e quest’ultimo si accorda per la produzione di un modello per il mercato cinese in grado di essere competitivo e di avere successo e se un altro produttore è interessato al medesimo modello o segmento ne potrà realizzare una sua variante, partendo dalla stessa base, ma modificandola più o meno profondamente.
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19 minuti fa, MarcoGT scrive:


È una tipicità del mercato cinese per (quasi tutte) tutte le case straniere che operano in Cina.
Il fatto di avere enne-varianti derivate da un unico modello è da impuntarsi al fatto che un produttore straniero, per poter produrre in loco, deve obbligatoriamente appoggiarsi ad un produttore locale e stabilire una partnership.
Accade quindi che la stessa casa possa stringere più accordi con diversi costruttori: è per questo che vi sono più modelli simili che partono dalla stessa base.
Ad esempio, Toyota vende sia la Levin (realizzata dalla Guangzhou-Toyota) che la Corolla (realizzata dalla FAW-Toyota): sono due varianti della stessa sito, prodotte da due partnership diverse, con la Corolla come auto più tradizionale e Levin come variante più sportiveggiante.
Sulla stessa falsariga operano altri costruttori: Hyundai, Honda, VW etc
In altre parole: il costruttore stringe accordi con un produttore locale e quest’ultimo si accorda per la produzione di un modello per il mercato cinese in grado di essere competitivo e di avere successo e se un altro produttore è interessato al medesimo modello o segmento ne potrà realizzare una sua variante, partendo dalla stessa base, ma modificandola più o meno profondamente.

Comunque è una distorzione del mercato bella e buona questa... I cinesi tengono veramente per le palle qualsiasi azienda che deve fare affari con loro. Il loro miliardo e 3 di consumatori è oro per le aziende, però quanti compromessi che si pagano e si pagheranno in futuro

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Comunque è una distorzione del mercato bella e buona questa... I cinesi tengono veramente per le palle qualsiasi azienda che deve fare affari con loro. Il loro miliardo e 3 di consumatori è oro per le aziende, però quanti compromessi che si pagano e si pagheranno in futuro

Diciamo che potrebbe essere una sorta (ma molto alla lontana) di protezionismo malcelato, con i suoi pro e i suoi contro.

Giustamente tengono alla crescita delle loro aziende (know-how prezioso, sopratutto dall’ultimo decennio a questa parte) e, contemporaneamente, incentivano produttori e aziende straniere ad investire nel loro paese (anche tramite sgravi o esenzioni fiscali etc): di certo la concorrenza, in questo modo, c’è ma è comunque controllata, ergo il mercato è un po’ forzato e pilotato, come hai giustamente ricordato anche tu.

Però in qualche modo creano lavoro, indotto e stimolano i produttori locali ad essere sempre “sul pezzo” e competitivi sia nei prodotti che nella loro qualità.

Ovvio, ci sono molti limiti che probabilmente verranno mostrati a lungo termine: il mercato cinese è un mercato di difficile ingresso e permanenza, complici le norme rigide, i dazi e le varie barriere all’ingresso.

Altri paesi, come il nostro, per enne motivi (che tralascio) hanno sempre ostacolato e impedito che produttori (nel caso specifico di automobili) potessero insediarsi e quindi mettere a repentaglio una situazione favorevole ai produttori (o meglio, produttore) nazionale: ma questo è un’altro paio di maniche, ben più complesso e fuori tema in questa sede.

Fine O.T.

Edit:

O come anche l’industria inglese, che dopo gli anni ‘70 ha conosciuto sempre più difficoltà e che il tutto ha incentivato produttori (specie giapponesi) ad investire lì, il tutto senza particolari vincoli o limitazioni.

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