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F1 2018 - Giappone (Suzuka)


nubironaSW

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36 minuti fa, Aymaro scrive:

Non mi sembra che nei suoi 5 anni in rosso Alonso abbia vinto il titolo, o ricordo male? 

Però in quegli anni ha vinto innumerevoli famosi titoli morali. Vettel non ha avuto avversari temibili come Petrov ?

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Credo, dall'alto della mia ignoranza, che le cose siano un tantino più semplici da decifrare (nella loro complessità) di come appare dalle mille dietrologie giornalistiche ottenute mettendo insieme le parole Marchionne, Binotto, Arrivabene e Raikkonen.

Molto semplicemente, abbiamo visto negli anni il modo di lavorare del maglionato (uso questo soprannome con nostalgia): in FCA si dice avesse 81 linee di riporto, amava parlare della solitudine del capo, non si limitava a coordinare il lavoro altrui ma interveniva direttamente su ogni fronte.

La sua Ferrari era plasmata esattamente così, con un accentramento massiccio attorno alla sua figura e una rete di collaboratori stretti. Binotto e Arrivabene erano entrambi al vertice dei rispettivi ambiti e ugualmente "sottomessi" a lui e alle sue decisioni.

Venuto a mancare colui da cui promanano gli ordini a 360 gradi, nonché il "garante" della gerarchia interna del team, è abbastanza evidente che i due responsabili, sportivo e tecnico, di fronte ai primi clamorosi errori abbiano cominciato a scontrarsi sul piano della gestione della squadra, opponendosi reciprocamente i vari "se avessimo fatto come dicevo io...". Il tutto nel momento culminante della stagione, quando ogni minimo sbaglio si paga caro.

 

Situazione oggettivamente critica, anche senza bisogno di immaginare un Binotto che vuole fare le scarpe a Arrivabene perché Marchionne lo voleva piazzare al suo posto. Quando l'interessato non può più parlare è facile andare di fantasia.

Arrivabene, per come la vedo, aveva in Marchionne il sigillo della sua leadership, perché ne era il (valido) braccio destro. Adesso sopra la sua testa non c'è più il mantello di Marchionne, ma due ectoplasmi, e forse non ha nemmeno i poteri (non voglio dire la capacità) per subentrare di fatto in decisioni prima riservate esclusivamente al capo supremo.

Alla luce di questo sembra addirittura normale che un dirigente della levatura di Binotto abbia proposte e soluzioni divergenti, e di fronte a questa Caporetto si adoperi per vederle attuate, anche con qualche atto di forza.

 

L'unico limite congenito del sistema Marchionne è proprio la sua insostituibilità. La Mercedes nello stesso periodo ha patito i problemi di salute di Lauda, ma non solo non ne ha avuto un danno, è addirittura migliorata. Forse proprio perché lì dentro tutti sono utili ma nessuno indispensabile, tranne forse Wolff.

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20 minuti fa, Yakamoz scrive:

Credo, dall'alto della mia ignoranza, che le cose siano un tantino più semplici da decifrare (nella loro complessità) di come appare dalle mille dietrologie giornalistiche ottenute mettendo insieme le parole Marchionne, Binotto, Arrivabene e Raikkonen.

Molto semplicemente, abbiamo visto negli anni il modo di lavorare del maglionato (uso questo soprannome con nostalgia): in FCA si dice avesse 81 linee di riporto, amava parlare della solitudine del capo, non si limitava a coordinare il lavoro altrui ma interveniva direttamente su ogni fronte.

La sua Ferrari era plasmata esattamente così, con un accentramento massiccio attorno alla sua figura e una rete di collaboratori stretti. Binotto e Arrivabene erano entrambi al vertice dei rispettivi ambiti e ugualmente "sottomessi" a lui e alle sue decisioni.

Venuto a mancare colui da cui promanano gli ordini a 360 gradi, nonché il "garante" della gerarchia interna del team, è abbastanza evidente che i due responsabili, sportivo e tecnico, di fronte ai primi clamorosi errori abbiano cominciato a scontrarsi sul piano della gestione della squadra, opponendosi reciprocamente i vari "se avessimo fatto come dicevo io...". Il tutto nel momento culminante della stagione, quando ogni minimo sbaglio si paga caro.

 

Situazione oggettivamente critica, anche senza bisogno di immaginare un Binotto che vuole fare le scarpe a Arrivabene perché Marchionne lo voleva piazzare al suo posto. Quando l'interessato non può più parlare è facile andare di fantasia.

Arrivabene, per come la vedo, aveva in Marchionne il sigillo della sua leadership, perché ne era il (valido) braccio destro. Adesso sopra la sua testa non c'è più il mantello di Marchionne, ma due ectoplasmi, e forse non ha nemmeno i poteri (non voglio dire la capacità) per subentrare di fatto in decisioni prima riservate esclusivamente al capo supremo.

Alla luce di questo sembra addirittura normale che un dirigente della levatura di Binotto abbia proposte e soluzioni divergenti, e di fronte a questa Caporetto si adoperi per vederle attuate, anche con qualche atto di forza.

 

L'unico limite congenito del sistema Marchionne è proprio la sua insostituibilità. La Mercedes nello stesso periodo ha patito i problemi di salute di Lauda, ma non solo non ne ha avuto un danno, è addirittura migliorata. Forse proprio perché lì dentro tutti sono utili ma nessuno indispensabile, tranne forse Wolff.

D'accordissimo, l'unico appunto è che da quel che si intuisce, in questo momento wolff in MB è inostituibile per motivi sia tecnici che politici. 

In fondo comandano gli stessi da un decennio, che poi son quelli che hanno reso vincente anche la rossa. 

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CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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2 ore fa, weidman scrive:

Molto differente, invece.Giusto, ma Vettel non è Hamilton (ne Alonso, Ricciardo o l'olandesino) ed Arrivabene non vale Toto. Il problema a mio parere andrebbe risolto alla radice.

giusto che sia da riformare...dei piloti guarderei la testa...hamilton è un'astronauta e non si discute minimamente, ma prova un pò a metterlo al posto di alonso a guidare il trattore e vedi che fa come un pò di anni fa che torna  in depressione tanto da dover rivolgersi agli psicologi. Ripeto hamilton non si tocca, la maestria si vede tutta..ma vorrei vederlo quanto ci mette a ritirarsi se non facesse parte di un team vincente.Che poi sarebbe impossibile, perchè uno come lui, o si ritira o sarà sempre in un team vincente.soffriamo cari noi ferraristi soffriamo...verrà il nostro turno, anche se quello che c'è stato con l'epopea di kaiser schumi, mi sta facendo godere ancora adesso... ;) forza schumi preghiamo per te

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16 ore fa, lore #opclover scrive:

tutti che ribollivano per cambiare alonso che per 2 volte ha sfiorato il mondiale, per passare a vettel che arriva sempre secondo nel mondiale ma ben distante dal vincerlo...poi giustamente cambiamo raikkonen(se ne sono accorti, alla buon'ora) per mettere leclerc sponsorizzato dal suo amicone alberto di monaco.preferirei kubica con una mano sola o zanardi con due protesi.

Sfiorare il mondiale per 5 o 50 punti poco cambia sei comunque secondo. 

Ben venga Leclerc , almeno una novità promettente.

Modificato da carlo1967

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6 ore fa, Mattia92 scrive:

Dicono tutto sommato cose che avevo detto anche io, è la proprietà che deve intervenire perchè nella gestione delle auto da corsa non basta saper mettere ordine in un bilancio finanziario, ci si deve sporcare le mani con la gestione diretta, tecnica e sportiva di un sistema molto complesso

 

è ovvio e prevedibile che mancando marchionne è venuto a mancare chi decideva le linee guida e quindi ci sia uno sbandamento a livello decisionale nel team, ma appunto come la proprietà aveva trovano marchionne, ora deve trovare qualcuno che sia come lui ma che conosca il motorsport in tutti i suoi aspetti, come ho detto altre volte c'è il problema che in italia a parte ferrari non corre nessun altro e tra gli italiani la scelta è sempre stata  forzatamente limitata

 

quindi arrivabene o binotto o altri? è la proprietà che deve decidere, camilleri va bene per le auto di serie ma per le corse, enzo ferrari, forghieri erano degli attila in azione, enzo poi era un achab alla continua ricerca della balena bianca, dei dittatori ma che nel loro periodo migliore vedevano molto bene le cose e le intuivano anche prima di vederle, e anche todt non scherzava

 

quanto ai piloti oggi sono un po' tutti così, si demoralizzano facilmente, se non hanno l'auto definitiva tendono a perdersi, vettel è meglio di quello che appare e hamilton senza l'auto che ha non sarebbe galvanizzato come è al momento

 

in tutto questo, come sempre, si tratta di fare delle scelte

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5 ore fa, Aymaro scrive:

Non mi sembra che nei suoi 5 anni in rosso Alonso abbia vinto il titolo, o ricordo male? 

non mi risulta che la ferrari sia stata mai così competitiva in quei 5 anni di rosso.

ne alonso abbia fatto tutte quelle cappelle che ha fatto vettel in questi 2 anni

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PETIZIONE 125 in Superstrada e Autostrada

La Desmosedici è una moto difficile, quando dai gas vibra e si muove, ma è una sua prerogativa perchè se non ti fai spaventare vedi che tutto funziona. [Casey Stoner]

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6 minuti fa, LucioFire scrive:

non mi risulta che la ferrari sia stata mai così competitiva in quei 5 anni di rosso.

ne alonso abbia fatto tutte quelle cappelle che ha fatto vettel in questi 2 anni

2010 non era cosi scarsa la macchina, anzi ( esempio alonso e Vettel 5 vittorie a testa) idem nel 2012, la macchina da titolo l'avevano anche allora, ma sta di fatto che pur senza le cappelle di vettel il mondiale non l'ha vinto, quindi non è questo pilota che da solo fa la differenza, indi per cui (secondo me)  non avrebbe vinto nemmeno quest'anno

 

per evitare equivoci, tifafo alonso, e lo ritengo tra i migliori in griglia, ma non lo santifico retroattivamente, in ferrari ha fallito anche lui

Modificato da Aymaro
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C'è un'altra cosa, estremamente importante che devono mettere in chiaro, a metà stagione da sempre le auto devono avere importanti evoluzioni tecniche per restare competitive, ferrari non riesce a gestire questo "cambio di marcia" tecnologico a metà stagione, forse perchè lo programmano a livello di progetto troppo in ritardo e con tempi di sviluppo troppo brevi? devono chiarirsi questa faccenda

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5 ore fa, Yakamoz scrive:

Credo, dall'alto della mia ignoranza, che le cose siano un tantino più semplici da decifrare (nella loro complessità) di come appare dalle mille dietrologie giornalistiche ottenute mettendo insieme le parole Marchionne, Binotto, Arrivabene e Raikkonen.

Molto semplicemente, abbiamo visto negli anni il modo di lavorare del maglionato (uso questo soprannome con nostalgia): in FCA si dice avesse 81 linee di riporto, amava parlare della solitudine del capo, non si limitava a coordinare il lavoro altrui ma interveniva direttamente su ogni fronte.

La sua Ferrari era plasmata esattamente così, con un accentramento massiccio attorno alla sua figura e una rete di collaboratori stretti. Binotto e Arrivabene erano entrambi al vertice dei rispettivi ambiti e ugualmente "sottomessi" a lui e alle sue decisioni.

Venuto a mancare colui da cui promanano gli ordini a 360 gradi, nonché il "garante" della gerarchia interna del team, è abbastanza evidente che i due responsabili, sportivo e tecnico, di fronte ai primi clamorosi errori abbiano cominciato a scontrarsi sul piano della gestione della squadra, opponendosi reciprocamente i vari "se avessimo fatto come dicevo io...". Il tutto nel momento culminante della stagione, quando ogni minimo sbaglio si paga caro.

 

Situazione oggettivamente critica, anche senza bisogno di immaginare un Binotto che vuole fare le scarpe a Arrivabene perché Marchionne lo voleva piazzare al suo posto. Quando l'interessato non può più parlare è facile andare di fantasia.

Arrivabene, per come la vedo, aveva in Marchionne il sigillo della sua leadership, perché ne era il (valido) braccio destro. Adesso sopra la sua testa non c'è più il mantello di Marchionne, ma due ectoplasmi, e forse non ha nemmeno i poteri (non voglio dire la capacità) per subentrare di fatto in decisioni prima riservate esclusivamente al capo supremo.

Alla luce di questo sembra addirittura normale che un dirigente della levatura di Binotto abbia proposte e soluzioni divergenti, e di fronte a questa Caporetto si adoperi per vederle attuate, anche con qualche atto di forza.

 

L'unico limite congenito del sistema Marchionne è proprio la sua insostituibilità. La Mercedes nello stesso periodo ha patito i problemi di salute di Lauda, ma non solo non ne ha avuto un danno, è addirittura migliorata. Forse proprio perché lì dentro tutti sono utili ma nessuno indispensabile, tranne forse Wolff.

Ottima analisi, sono d'accordo.

 

Wolff alla fine è il capo anche a livello politico, ha il 30% della scuderia. Ha un interesse diverso e una forza diversa.

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