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Un mio prof delle superiori era al CRF all'epoca, avevano fatto pure una ritmo elettrica e l'energia era immagazzinata in forma cinetica in un volano posto sottovuoto: stessa autonomia della benzina (e poteva recupare energia frenando)

Modificato da ISO-8707
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10 hours ago, Cosimo said:

tutto scientificamente azzerato da mr Romiti, che ancora adesso pontifica e spiega agli altri come si deve lavorare 

Devo dire che ero troppo giovane per giudicare o meglio ricordare... Se mi baso su Wikipedia sembra essere stato un genio a livelli di Marchionne, ditta praticamente fallita portate a fare 40mila miliardi e utili a palate, molti modelli... evidentemente ci sono verità diverse. Non voglio fare polemica, semplicemente non so. Vero è che i prototipi innovativi sono prima e dopo di lui, fatturato e modelli venduti.. con lui. Credo che ad un certo punto si siano seduti sugli allori, provocando al primo momento anticiclico un forte declino.

Non ti curar di loro, ma sgomma e sorpassa....

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Quando ho fatto parte della tesi nel 1994 al CRF, una bella fetta della forza pensate era già in via di smantellamento. Non oso pensare ora (  ... sempreché if CRF esista ancora ).

 

Modificato da dindi
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Le opinioni sono come le palle: ognuno ha le sue

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49 minuti fa, Cosimo scrive:

 

ha dismesso tutto, l'ordine (su suo suggerimento al vecchio gagà) era differenziare gli investimenti ed entrare nella finanzia. Lui si era ritrovato tra le mani l'utilitaria più moderna del decennio, ne ha approfittato e si è buttato sull'editoria e sulle assicurazioni, ha smantellato i reparti ricerca e design,  si è affidato a esterni e ha bruciato un know how che ha segato le gambe al gruppo per almeno due decenni

 

 

In effetti uno dei non pochi meriti della buonanima è stato sganciare il gruppozzo dalle logiche strapaesane di via Filodrammatici, di cui Cesare era il portavoce in Fiat.  A sua parziale discolpa , non bisogna però dimenticare che tra fine anni '80 inizi '90 l'automotive con l'introduzione dei primi limiti antiinquinamento e della prima elettronica di controllo passò in una rivoluzione seconda solo a quella attuale , rivoluzione a cui Fiat insieme alle francesi era la casa meno pronta e più vulnerabile, avendo basato molte delle sue fortune sulla brillantezza ed economicità dei motori a scapito delle emissioni .  

 

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Archepensevoli spanciasentire Socing.

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e comunque sono quasi sicuro che all'epoca molti produttori facevano esperimenti del genere. nell'industria - e direi in generale nella vita - non conta chi ha avuto l'idea per primo (di solito le idee vengono a tanti allo stesso tempo), ma chi ha i mezzi la costanza e la capacità visionaria di portarle avanti, svilupparle, ecc.

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Interessante lo schema di trasmissione, senza il cambio ma con il convertitore di coppia.

"I rettilinei sono soltanto i tratti noiosi che collegano le curve" [sir Stirling Moss]

"La cosa più bella che può fare un uomo vestito è guidare di traverso" [Miki Biasion]

Seat Leon Copa 1.6Tdi  - Suzuki V-strom 650

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3 ore fa, stev66 scrive:

 

 

In effetti uno dei non pochi meriti della buonanima è stato sganciare il gruppozzo dalle logiche strapaesane di via Filodrammatici, di cui Cesare era il portavoce in Fiat.  A sua parziale discolpa , non bisogna però dimenticare che tra fine anni '80 inizi '90 l'automotive con l'introduzione dei primi limiti antiinquinamento e della prima elettronica di controllo passò in una rivoluzione seconda solo a quella attuale , rivoluzione a cui Fiat insieme alle francesi era la casa meno pronta e più vulnerabile, avendo basato molte delle sue fortune sulla brillantezza ed economicità dei motori a scapito delle emissioni .  

 

Io penso che la Fiat non abbia mai superato quella fase, appunto nel periodo suddetto, in cui si passava in Europa dall'essere mercati da prima motorizzazione, a mercati maturi.

Fiat e' stata storicamente fortissima quando si e' trattato di motorizzare le masse, di fare auto economiche, spaziose, facili da riparare, ecc.

Quando invece all'auto si e' chiesto qualcosa in piu' dell'essere una semplice scatola di latta capace di portare 4 persone da A a B, oppure nel caso dei brand piu' prestigiosi di cui e' man mano entrata in possesso, sembra che la Casa torinese si sia arenata.

In quel momento, invece, altri e soprattutto i tedeschi hanno fatto il salto di qualita' tecnico, stilistico e commerciale che li ha portati dove sono oggi.

Sistema paese che ha fatto quadrato, e concorrenza interna (mentre in Italia il paese non esiste, e la concorrenza era assente, essendo tutto in mano a Fiat).

In questo si e' innescato Romiti, che aveva intuito a modo suo (giusto o sbagliato che fosse, e' triste per noi, ma forse giusto per chi investe migliaia di miliardi) che il settore automotive richiedeva capitali sempre piu' ingenti, a fronte di ritorni sempre minori e piu' incerti.

Probabilmente, se si fossero valorizzati i brand "premium" (Alfa e Lancia, piu' Maserati) all'epoca, invece di risparmiare e umiliarli via via tecnicamente fino a farli scomparire, magari oggi FCA avrebbe una storia diversa, purtroppo la storia non si scrive con i se.

Modificato da Dodicicilindri

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

Automobili

Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv Viper Green (venduta)

BMW M4 DKG Competition Package 450cv Sapphire Black

Jeep Renegade 1.0 T3 Limited 

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D'accordo ma io pensavo più allo specifico dei motori .

Fiat si è presentata all'appuntamento con la catalizzazione con in pratica nessun motore catalizzabile senza interventi pesanti e pesanti riduzioni di potenza . Un po' per vetustà ( boxer e bialbero Alfa, Lampredi Bialbero ) un po' per scelte di progetto ( Fire ) un po' per entrambi ( Lampredi monoalbero ) . Di qui la perdita dagli anni 1988 -1994 della brillantezza ed affidabilità cher erano tipiche della marca .

 

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