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Transizione ecologica ed il futuro della mobilità


Messaggio aggiunto da J-Gian,

 

Messaggi Raccomandati:

On 21/1/2022 at 15:14, TonyH scrive:

 

Che vedranno di non farti usare.

E via pedalare (letteralmente)

 

Questa transizione forzata all'elettrico è il più grande autogoal di sempre, consegnerà l'industria dell'auto ai cinesi, con tutto ciò che ne conseguirà in termini di lavoro, indotto e sociale e priverà una buona parte degli europei della mobilità privata (senza rimpiazzarla con il trasporto pubblico).

Modificato da leon82
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1983 Citroen 2CV6 Charleston bordeaux/nera

2024 Alfa Romeo Tonale 1,5 160cv Sprint

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Tutti i dubbi dei big boss dell'auto sull'elettrico

Da Volkswagen a Stellantis, passando per Toyota e Renault, ecco come i numeri uno guardano con prudenza alla transizione energetica

L'elettrico è il futuro dell'auto. Ce lo ripetiamo da tempo e l'industria sta andando - inesorabilmente - in quella direzione. Eppure chi guida i colossi dell'auto non è immune dai dubbi che, spesso e volentieri, sono gli stessi di diversi addetti ai lavori e di molti automobilisti. Tutti riassumibili in un unico concetto: "Ma l'elettrico è davvero la soluzione definitiva?"

Un interrogativo straordinariamente complesso, su cui i presidenti e CEO dei primi 4 Gruppi mondiali dell'auto si sono tutti soffermati più o meno recentemente, da Carlos Tavares a Herbert Diess, passando per Akio Toyoda e Luca De Meo. I numeri uno rispettivamente di Stellantis, Volkswagen, Toyota e Renault l'elettrico lo guardano in modo a volte profondamente diverso, ma tutti con una certa prudenza. 

2035, l'anno della rivoluzione

Eppure la timeline è segnata e ha come paletto quel 2035 che segnerà lo spegnimento definitivo dei motori endotermici in Europa. Ancora 13 anni e poi addio alla vendita di auto benzina e diesel, col solo elettrico come scelta per gli automobilisti. Un obiettivo che molti brand anticiperanno al 2030, non senza difficoltà.

Perché, per citare Carlos Tavares in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, "L’elettrificazione è una tecnologia scelta dai politici, non dall’industria". Il problema più grande è rappresentato dai tempi, in un'industria che deve ripensarsi da capo, con investimenti monstre non solo per ripensare la meccanica delle auto, ma anche (e soprattutto) per creare una nuova filiera, nuovi stabilimenti e non solo.

Parole che seguono il pensiero di un altro big boss dell’auto come Luca De Meo, CEO del Gruppo Renault, secondo cui “la legislazione dovrebbe rispettare il principio della neutralità tecnologica, concentrandosi sugli obiettivi. Invece oggi questo dogma è venuto meno”. La politica che non si limiterebbe quindi a indicare la strada, ma imporrebbe binari da percorrere senza lasciare libertà di manovra.

 

Un punto che ha toccato anche Herbert Diess, che pure è tra i maggiori sostenitori dell'elettrico, nella lunga chiacchierata in un podcast di The Verge, commentando laconicamente che un passaggio del tutto indolore "è quasi impossibile". Il numero uno del Gruppo Volkswagen ha infatti sottolineato come, per arrivare all'obiettivo imposto dall'Europa, ci vorrebbero 30 Gigafactory nel Vecchio Continente. Immensi stabilimenti da 2 per 1 km, con un inimmaginabile movimentazione di merci e materie prime. "Non è solo questione di dire 'Ok, spegniamo le auto endotermiche'. È semplicemente impossibile”.

Come le ricarico?

E se far sorgere 30 gigafactory in 8 anni è una chimera, poi tutto quel cumulo di batterie come lo si ricarica? Si fa presto a dire “colonnine” e varare immensi piani di investimenti, con faraonici progetti per far sorgere colonnine di ricarica come fossero funghi.

Anche perché, come sottolineato ancora una volta da Diess, “le auto elettriche hanno senso solo se l'energia è rinnovabile - solo se l'energia è veramente verde e proviene dal vento o dal solare o dal nucleare. Finché abbiamo nazioni basate sulla produzione di energia elettrica dal carbone, non ha senso vendere veicoli elettrici lì”.

Diess ha fatto poi alcuni esempi “Pensate alla Polonia: credo che attualmente sia al 100% carbone. Prima di vendere auto elettriche, dobbiamo convertire il settore primario in 100% rinnovabili. Va già bene in Francia, in Norvegia, in Austria, in Europa, in alcune parti dell'America e in alcune parti del Canada - ma questo deve andare di pari passo con la conversione della produzione di energia primaria. Questo richiede tempo, ed è per questo che due piani ambiziosi non funzioneranno. Saranno addirittura controproducenti, perché far funzionare gli EV su impianti a carbone è ancora peggio che far funzionare le auto a benzina”.

“Si sta spingendo l’industria verso due sole tecnologie: le batterie e l’idrogeno. Questo perché vengono considerate a zero emissioni. Ma sappiamo che il peso reale nelle emissioni varia molto in base a come produci l’energia”. E no, queste non sono più parole di Diess ma del suo “collega” Luca De Meo, a dimostrare come il tema della produzione di energia sia trasversale e sentito da ogni costruttore.

“Per dirla semplice, non guardare l’intero ciclo di vita delle auto elettriche è molto riduttivo” ha commentato Tavares.

Una questione più volte sollevata da varie parti e che trova i numero uno di Volkswagen, Renault e Stellantis fare da sponda - seppur con gradi decisamente differenti - alle parole pronunciate ormai più di un anno fa da Akio Toyoda, secondo il quale “le auto elettriche sono sopravvalutate”. Un giudizio duro al quale il boss di Toyota ha poi aggiunto “Quando i politici dicono ‘Sbarazziamoci delle auto a benzina’, capiscono di cosa stanno parlando? Se il Giappone dovesse intestardirsi sul vietare le auto con motori endotermici l'attuale sistema economico collasserebbe, causando la perdita di milioni di posti di lavoro”.

Elettrico ed economia, un rapporto difficile

Quello dell’auto elettrica è un impatto non solo sulle emissioni ma anche sull’aspetto sociale, non solo per gli addetti ai lavori. Se infatti recenti ricerche parlano di un mondo del lavoro “trasformato” dall’avvento dell’elettrico, i dubbi dei numeri uno dei colossi dell’auto riguardano anche i consumatori.

“Non va perso di vista il fatto che ci saranno conseguenze sociali e rischiamo di perdere la classe media, la quale non potrà più comprare auto. Quindi è troppo presto per dire se l’approccio europeo è ragionevole” ha commentato Tavares nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, quasi a voler aumentare ulteriormente l’eco del commento di De Meo “Credo che le automobili, purtroppo, diventeranno molto più care nei prossimi anni”.

L’elettrico ha un costo che, ritornando a Tavares, alla fine si rifletterà per forza di cose sul consumatore: “La nostra battaglia ora è volta a limitare al massimo l’impatto dei costi supplementari del 50% dei veicoli elettrici. Significa avere in cinque anni aumenti di produttività medi del 10% all’anno, mentre l’industria automobilistica, in particolare in Europa, raggiunge tra il 2% e il 3%. In sostanza dobbiamo passare dal 2% o 3% al 10%”.

I piani ci sono

Al di là della prudenza generale, i primi 4 Gruppi automobilistici mondiali si stanno già muovendo verso un futuro 100% elettrico. Volkswagen è ormai già "in pista" con i sempre più numerosi modelli basati sulla piattaforma MEB (e non solo) per diventare completamente elettrica per il 2035.

Sarà invece il 2030 l'anno in cui Renault (inteso come brand) abbraccerà dall'Europa una filosofia 100% emissioni zero, stesso momento in cui Fiat, Opel e Peugeot abbandoneranno completamente i motori benzina e diesel, anticipate da Alfa Romeo che nel 2027 (in Europa) viaggerà unicamente a batterie. Un piano per il quale il Gruppo stanzierà 30 miliardi di euro.

Il 2030 torna anche in casa Toyota che per Lexus ha in programma un futuro emissioni zero, mentre come Gruppo intende lanciare 30 nuove auto elettriche nei prossimi 8 anni. Insomma, cautela sì, ma di fronte a un trend che appare ineluttabile dietro le quinte tutti si muovono per non farsi trovare impreparati.

 

Fonte: Motor1

"Qualche emiro che compra una Ferrari lo troverò sempre. Ma se il ceto medio finisce in miseria, chi mi comprerà le Panda?"

Sergio Marchionne

 

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Questa transizione forzata all'elettrico è il più grande autogoal di sempre, consegnerà l'industria dell'auto ai cinesi, con tutto ciò che ne conseguirà in termini di lavoro, indotto e sociale e una buona parte degli europei della mobilità privata (senza rimpiazzarla con il trasporto pubblico.
Ah recentemente l'assessore all'ambiente del Comune di Milano se ne è uscita dicendo di volere Milano senza auto private (quindi nemmeno senza elettriche) entro il 2050.

Ma sta gente vive sulla luna, c'hanno le scimmie urlatrici nel cervello.
Manco se la metropolitana arrivasse in ogni angolo del territorio comunale

Scusate, fine OT.

☏ SM-G996B ☏

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BMW 118d Msport 2020 (60.000km) 6.1l/100km

ex Mercedes A220 CDI Sport 2015 (144.000km) 5.7l/100km

ex VW Golf6 1.4 TSI 122cv Highline DSG 2011 (132.000km) 7.1l/100km

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32 minutes ago, Fabione90 said:

Ah recentemente l'assessore all'ambiente del Comune di Milano se ne è uscita dicendo di volere Milano senza auto private (quindi nemmeno senza elettriche) entro il 2050.

Ma sta gente vive sulla luna, c'hanno le scimmie urlatrici nel cervello.
Manco se la metropolitana arrivasse in ogni angolo del territorio comunale

Scusate, fine OT.

☏ SM-G996B ☏
 

 

come misura isolata con l'infrastruttura di oggi ovviamente non ha nessun senso. Invece ce l'ha pensando a una mobilità urbana radicalmente diversa, sia tecnicamente, sia economicamente, sia come abitudini sociali (quindi anche tutta l'infrastruttura di consumo e approvvigionamento).

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3 ore fa, v13 scrive:

 

come misura isolata con l'infrastruttura di oggi ovviamente non ha nessun senso. Invece ce l'ha pensando a una mobilità urbana radicalmente diversa, sia tecnicamente, sia economicamente, sia come abitudini sociali (quindi anche tutta l'infrastruttura di consumo e approvvigionamento).

 

Una città dove NON sia necessaria l'auto per vivere e che chi vuole può evitarsene i costi, è auspicabile.

Ma come l'ha messa giù l'assessore a Milano è brutto brutto brutto.

 

Una volta tolti gran parte degli spostamenti per dovere, se voglio averla nel box per piacere (passione auto o hobby che necessitano di particolari attrezzature o viaggi), devo poterlo fare.

Modificato da TonyH
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[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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4 ore fa, Fabione90 scrive:

Ah recentemente l'assessore all'ambiente del Comune di Milano se ne è uscita dicendo di volere Milano senza auto private (quindi nemmeno senza elettriche) entro il 2050.

Ma sta gente vive sulla luna, c'hanno le scimmie urlatrici nel cervello.
Manco se la metropolitana arrivasse in ogni angolo del territorio comunale

Scusate, fine OT.

☏ SM-G996B ☏
 

Nel 2050 l'attuale assessore sarà ormai lontana dalla politica quanto lo sono io ora. 

E le sue dichiarazioni hanno lo stesso valore delle mie. 

 

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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On 22/1/2022 at 15:17, jameson scrive:

 

non se ne piò più di sta cosa...

 

Cita

L’auto non era infatti più coperta da garanzia perché il meccanico ha scoperto che il precedente proprietario aveva già cambiato le batterie, modificandole da 60 kWh a 90 kWh, con – oltretutto – alcune riparazioni effettuate anche da parte di officine non autorizzate. Non solo. Ciliegina sulla torta: probabilmente l’auto non era neanche europea ma era stata importata dagli States.

 

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