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Stai visualizzando i contenuti con il più alto punteggio, pubblicati in data 21/12/2020 e localizzati Tutte le aree/sezioni

  1. "Web edition" fa tanto fine anni '90 - inizio 2000
    6 punti
  2. L’Europa ha dato l’ok. Dovrebbe essere tutto fatto entro un mese.
    5 punti
  3. GROSSA DELUSIONE non vedere una delle "foto" di presentazione con questo sfondo
    5 punti
  4. beh anche qui in Europa ci fu una vera e propria moda per gli impianti hi-fi delle auto In particolare modo ricordo le francesi La renault 25 con equalizzatore manuale con equalizzatore digitale ma anche su renault 11 e Fuego
    5 punti
  5. Il punta tacco sul 80% delle vetture moderne è impossibile farlo, spesso hanno l'acceleratore troppo disassato o troppo indietro rispetto al freno. Per partire da fermo in salita senza hill holder non c'è miglior modo che usare il freno a mano e fare pratica
    4 punti
  6. Buongiorno! Dopo il periodo di quarantena, ritorna il ... Buon Lunedì! Bonus "Cavallino rampante" Bonus "Che occhi grandi che hai e/o a volte ritornano... le treccine" Bonus "Il riposo del gatto di ISO, dopo le abbuffate di pop corn" Bonus "FAKE" Buon Natale!
    4 punti
  7. Credo che abbiano azzeccato le stime di vendita: 15 esemplari 🤣
    3 punti
  8. La Y del 1996 aveva le migliori finiture che abbia mai visto su di una utilitaria fino ad oggi...non 1 scricchiolio, plancia di unico colore e groffatura, alcantara migliore di quello di divani premium...perfetto anche dopo 12 anni.... come anche la plancia della prima Punto... dopo di loro c'è stato un progressivo decadimento delle finiture
    3 punti
  9. Esatto - Countryman tradizionale come successore della F60 diventera un po' piu grande e avra versione ICE, Phev e Bev, tutti prodotti in Germania, invece il fratellino piccolo, membro della famiglia JV Spotlight, sara solo in versione Bev.
    3 punti
  10. La passione dei giapponesi per le scritte descrittive è qualcosa di speciale. Gli adesivi esterni per evidenziare caratteristiche tecniche salienti sono un classico degli anni Settanta e Ottanta, in realtà sconfinato fino ai primi Novanta (vedi la Primera di cui si parlava). Ma tra la fine anni '70 e l'inizio anni '80 esplode nei giapponesi la mania di porre scritte descrittive anche all'interno, nell'abitacolo, apparentemente per indicare la funzione di ogni comando. Guardando bene però, più che sull'aspetto ergonomico, cioè sull'aiutare il guidatore ad eseguire rapidamente e facilmente un'azione, questa pletora di etichette sembra finalizzata specialmente ad evidenziare la presenza del tale o talaltro componente o accessorio. Compaiono indicazioni come "digital clock" (o almeno "quartz"...), "power mirror" sui comandi elettrici degli specchi esterni (ma non c'è scritto "manual mirror" quando c'è solo la levetta manuale...), "power windows", "trip computer", "automatic air conditioning" etc etc In particolare tutto ciò che è elettrico o elettronico è evidenziato con una assolutamente ovvia e inutile scritta descrittiva, che altra funzione non ha, se non quella di attirare l'attenzione sulla presenza di tali dotazioni, per la soddisfazione (e lo sfoggio) del proprietario. Mentre nel resto del mondo ci si accontenta di una semplice etichetta "STEREO" come nuova frontiera delle autoradio, nella patria di Technics, Clarion, Pioneer... non bastava più una normale autoradio, si doveva portare in auto un impianto audio degno di questo nome! E da qui parto per il tema di oggi: la moda "stereo hi-fi" che coinvolse anche il mondo auto e che in un periodo particolare (i primi anni Ottanta) portò a una breve fase in cui vari costruttori giapponesi sembrava volessero replicare sulla plancia delle automobili gli stessi impianti stereo di casa. Dimensioni, modularità, funzioni, stile... Ecco quindi una scelta dei modelli più emblematici in questo senso, con Nissan in prima linea direi. Nissan Gazelle, ma vale anche per le altre serie S110 del periodo 1979-1983 di quella che nel resto del mondo era normalmente chiamata Silvia: scritte ovunque (tipico giapu il volante con il nome del modello - e non il marchio), ma ovviamente focus sull'impianto audio, assai esteso e notevolmente dotato pensando al periodo. Nissan Skyline (1984) : forse in linea con la sportività più accentuata del modello, l'ambiente appare più semplice, benché appena più recente. Comunque lo stereo spicca decisamente, con moduli specifici di dimensioni non standard e finitura anodizzata... Nissan Bluebird Maxima (serie U11, 1985) : impossibile elencare le mille scritte, ma autoradio (termine riduttivo...) sugli scudi, con integrazione estetica, finiture e tecnologia (tutta digitale, anche la cassetta) davvero superiori. Sempre Nissan, di nuovo con Silvia (serie S12, 1986) : stesso impianto di Maxima sopra, con il modulo cassetta separato e semplificato però... E il volante... niente marchio, niente nome, solo DOHC TURBO, in rosso! Per non parlare della realizzazione del rivestimento in pelle sulle razze: oggi si uccide per molto meno... E con Nissan finiamo in... Gloria! Un classico tra le berline di lusso giapponesi, qui nella sofisticata versione V30 Turbo della serie Y30 (1984-87). Impianto sofisticatissimo, tutto digitale, sportellino copri pulsanti secondari, prese per jack cuffie. E persino un "TV TUNER"! E' quella manopolina in basso a sinistra: in pratica un sintonizzatore per ascoltare canali TV. Mah... Comunque uno dei picchi giapponesi nei confronti della concorrenza in quanto a dotazioni, davvero uniche per il periodo. Inclusi i comandi riscaldamento separati per la zona posteriore (è il pannellino tra TV tuner e climatizzatore). O i comandi radio e cruise control sul volante. Volante a sua volta esclusivo per l'idea della porzione centrale fissa (come poi Citroen C4, venti anni dopo!), appunto per tenere i comandi in posizione fissa. Stessi anni, si cambia casa. Mazda Cosmo (serie HB, 1981-83). Da noi c'erano Alfa 6, Lancia Gamma e Fiat Argenta. Il Giappone era nel futuro... Fantastico il lettore musicassette a sportellino, uguale a quello degli impianti casa o professionali. Non tralasciamo ovviamente Toyota, ad esempio la sua coupé Supra del 1986: Interessante la sua autoradio che segna il passaggio tra la finitura alluminio anodizzato e quella in plastica nera più tipicamente anni Ottanta. Ovviamente l'avanzata elettronica giapponese finì per influenzare anche i marchi europei e ancor più quelli americani, ma nessuno arrivò a simili vette di raffinatezza. Penso alla Renault 25, forse il caso europeo più emblematico, ma anche agli esempi americani più particolari tipo Chevrolet Camaro Berlinetta 1982 o Buick Reatta o Cadillac Allanté. Avanzatissimi anche loro magari, ma in nessun caso si aveva questa netta somiglianza con lo stile degli impianti audio home. Anche in Giappone comunque, gli anni successivi videro la standardizzazione degli impianti sulle classiche misure DIN (mono o doppio), con la finitura nero o grigio scuro generalizzata. E l'effetto WOW sparì...
    3 punti
  11. Staremo a vedere se i probabili, nuovi PP che Stellantis potrebbe mostrare per ogni marchio della galassia FCA verrà, verranno rispettati. Sinora FCA ci ha abituato a riempire spazi vuoti con modelli che ci rendevano entusiasti, ma poi scomparivano dopo dei continui ripensamenti.
    2 punti
  12. E pensare che a me insegnarono a scuola guida a fare il ‘bilancino’ con frizione e gas per tenere la macchina ferma su strada con leggera pendenza e ripartire. Mi chiedo cosa insegnino oggi
    2 punti
  13. anche su Espace 1984 tra l'altro in quest'ultima carrellata di foto di Renault metà ani '80 si notano vari dettagli curiosi come per esempio il satellite dei comandi al volante per il controllo della radio + levetta tergicristalli (con funzionamento assurdo: l'intermittente era verso l'alto, le due velocità continue invece verso il basso). A differenza di altre cose e di altri satelliti di altre marche (Fiat, Citroën), il satellite era ben fatto e dava sensazione di solidità. PD: per i feticisti, si noterà anche che Renault usava gli stessi bottoni su tutta la gamma, con quelli quadrati formato king-size più sulla gamma bassa, e con quelli rettangolari arcuati" tendenzialmente su gamma alta. Ma mischiandoli dove c'era bisogno
    2 punti
  14. Credo di si - design freeze era stato poche settimane fa.
    2 punti
  15. Beh, è già in vendita insieme ad EQV, ma sta passando proprio inosservata 😂
    2 punti
  16. Anche perché il diesel ha il non piccolo vantaggio emettere meno CO2 dei benzina.
    2 punti
  17. 🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣
    2 punti
  18. Aiutati con il freno a mano.... ti fermi, schiacci frizione e freno a pedale ,tiri il freno a mano . Quando devi ripartire molli il freno a pedale , alzi piano la frizione , pigi l'acceleratore , molli il freno a mano e parti.... prova però in strade di campagna , metti la macchina sulla salita mentre non c'è nessuno intorno , così non fai pasticci e non ti fai prendere dall'ansia. Viel Glück !
    2 punti
  19. Questo è il bodykit Orciari, realizzava anche kit per altre fuoristrada come le Tata Sport e Telcoline, Safari e per le Terracan. Alla fine divenne proprio una versione ufficiale e ne venero realizzate anche altre versioni sempre by Orciari ufficiali Lada vendute pure in Russia tipo la Everest
    1 punto
  20. oh no la Punto fanalona, nella foto sopra in accoppiata con la versione cinque porte che già pre FL non era un mostro di bellezza... e manco la Fiesta scherza.
    1 punto
  21. Logica sveva!! 😂 (ma neanche VW, Audi e BMW sono ad una strada lineare con i nomi per le Bev, e-tron (invece di e-tron Q6) ma e-tron Q4, i3 ma i440 ecc. ecc.)
    1 punto
  22. Anche Kia ha ormai quasi tutta la gamma MHEV incluso diesel
    1 punto
  23. L‘Alfa Romeo Giulia in Italia?! Non mi sembra molto affidabile... 😁
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  24. Per 6000€ la prenderei e investirei 1000€ in un tagliando in rete ufficiale, compresa distribuzione. Non è documentabile perché non ha fatto nulla o perché ha fatto in casa / in nero? ☏ SM-G985F ☏
    1 punto
  25. Ma un mhev 48v sul nuovo 1.6 diesel 130 cv? Non sarebbe il motore perfetto per auto come 500x ma anche Compass?
    1 punto
  26. Tra l'altro è una cosa che insegnavano ai miei tempi nella scuola guida. ☏ CPH1951 ☏
    1 punto
  27. A quanto pare monopolizzo la discussione. 😁 Vediamo allora gli avvistamenti di questa settimana. Parto dal basso con una VW Polo 1.0 CL del 1993 : Dello stesso anno questa Peugeot 106 XN : Di un anno più vecchia questa Autobianchi Y10 Avenue : L'immancabile Suzukino : un SJ410 del 1987. Di un anno più vecchia questa splendida BMW 320i del 1986 : Dello stesso anno, ma con targhe del 1990, questa Lancia Thema i.e : Gli do la caccia ogni volta che vado da lui, ma alla fine è stato mio zio a fotografare questa VW Scirocco del 1977 : Terminiamo al primo posto, giustamente, con questa Fiat Ritmo 65 Targa Oro del 1980 : Come Bonus questa ... "decorazione da giardino" in un autolavaggio/Pompa di benzina. Targhe del 1967 :
    1 punto
  28. Qui trovi i dati del 2019: https://www.terna.it/it/sistema-elettrico/statistiche/pubblicazioni-statistiche In sintesi: - Fabbisogno 319,6 TWH - Prodotta 284,0 TWH - Importata 44,0 TWH - Esportata 5,8 TWH - Capacità installata 119,3 GW Quindi se tutte le centrali e gli impianti potessero funzionare H24 avremmo una produzione annuale di oltre 1000 TWH, ma considerando l’intermittenza delle fonti rinnovabili e le manutenzioni, anche ipotizzando un funzionamento al 50% si avrebbe una capacità di 500 TWH. La percorrenza media in Italia è di circa 12.000 Km all’anno, un’auto elettrica fa in media 5 km con un kWh, quindi 2400 kWh all’anno, facciamo 3000 kWh con le perdite di trasporto e carica batterie, totale per 52 milioni di veicoli fa 156 TWH all’anno, che sommato agli attuali 320 consumati fanno 476 TWH., meno dei 500 TWH già oggi teoricamente disponibili.
    1 punto
  29. Dico solo 2 cose: Bentley invece di produrre quello sgorbio della "Bentacosa" dovrebbe fare questa di serie e guardate cosa questa può affrontare una mitica Seven 😆... la migliore delle 3... sullo stato di May alla guida della Catheram e sul destino della Focus di Hammond vi consiglio la visione...
    1 punto
  30. mah, io sono del parere opposto. ovvero che anche se mettessero kermit la rana le Ferrari le venderebbero comunque, visto che si vendono da sole. anzi a furia di mettere markettari al posto di gente con la passione per il marchio, ci troviamo delle rosse (a mio modesto parere) sempre più tamarre arabo-cinese oriented.
    1 punto
  31. Se proprio non possono mettere un italiano come COO dell’EMEA, almeno mettano Olivier Francois, che pur essendo francese è da una vita sui marchi italiani.
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  32. soprattutto per i motivi della cessione, cioè dare un po' di soldi agli azionisti...
    1 punto
  33. no... in quanto, essendo donna sceglie quello che le piace soprattutto anche se sotto la pelle fosse fiat 🤣 ma ha gia' avuto una Y10 (demolita in pochi anni)... la linea fiat in generale non le piace... e "in casa" non sono mai stati tanto "filo italiani" come auto... ma questa e' un'Alfa 😂 e quindi cambia tutto...
    1 punto
  34. Pieno d'accordo, sopratutto leggendo la prova comperativa di AM+S Tesla P100 contro Taycan turboS, quando tutti i due nel ciclo di AM+S "Sportfahrer" (guida sportiva anche con velocita alta su Autobahn) hanno avuto consumi di 45kWh (Porsche) e 47kWh (Tesla) per 100Km. Con consumi cosi anche una batteria a 100kWh e vuoto completamente dopo 200Km. Assolutamente inutilizzabile per una macchina che serve anche per viaggi lunghi.
    1 punto
  35. Beh sotto lui, la gamma era molto nella secondo me, non copriva tutti i segmenti, ma i prodotti erano buoni e sicuramente ha fatto anche capolavori. Poi non so come si può dire che Tavares sia più uomo prodotto di Marchionne... infatti dice anche lui che ha seguito più o meno la strada mostrata da Marchionne per raddrizzare PSA. Di prodotti, Tavares ne ha tagliato TANTI, e per il momento, non vedo prodotti fatto da lui a livelli da quelli fatti o frutti dall’era Marchionne... Se pensiamo, sotto Marchionne c’è stato la 5oo, le Alfa da dio, dalla 8C alla 4C e le « Giorgio », le Maserati, le Jeep, le Dodge vere « Muscle car » (quando prima di lui erano solo brutti anatroccoli...), le Abarth, la 124 (chi lo fa fare a Tavares una FIAT così...), le FIAT Brasile che prima di lui campavano più o meno solo sulla Uno del 1983, etc... Per non parlare di cosa ha fatto in Ferrari... Li fa sempre ridere quando la gente dice di Marchionne che non era un uomo prodotto perché ha tagliato 2 o 3 modelli non rimunerativi (come hanno fatto in tanto dopo di lui)...
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  36. Si, come il V8 nel vano motore della Ghibli 🤣
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  37. Visto che siamo entrati nell'argomento, condividerei quelle mie considerazioni più ampie cui accennavo, che scaturivano dalla plancia di Rover SD1, con una sorta di analisi retrospettiva. Su SD1, @slego non poteva descrivere meglio l'idea alla base del design di quegli interni. E poi abbiamo visto la questione curiosa della bocchette. Adesso vorrei allargare il discorso, perché SD1 mi pare sia "solo" un esempio di una scuola di pensiero propria di Rover, che ha attraversato i decenni traducendosi in pratica ingegneristica con applicazioni più frequenti di quanto non appaia. Per andare sul concreto: questi erano gli interni originali di Rover P6 (1963), cioè il modello precedente a SD1. Bastava invertire di posizione blocco strumenti, volante e pannelli inferiori. Stop. Andando più indietro, Rover P5 (1958) non molto diversa la situazione qui: invertire posizione allo sportello del portaguanti (è perfettamente rettagolare, qui non si nota, scusate non ho trovato foto "centrata" che aiuterebbe a capire meglio); il blocco strumenti è anche qui autonomo, "appoggiato" alla plancia, e il piantone è inserito tra la plancia e la mensola, spostabile senza modifiche. E prima ancora, Rover P4 (1949). Strumentazione e cassetto portaguanti intercambiabili! Lo sterzo... vabbè, un buco nel pavimento e via! Il concetto è evidente: simmetria estremamente chiara e disegno dei componenti pensato per la massima semplicità di cambio configurazione guida a destra/sinistra. Una "base" fissa e simmetrica, e dei componenti "mobili" da montare indifferentemente a destra o sinistra. Ma non è stato solo nelle grandi berline che Rover applicava questa idea. La medesima impostazione, infatti, la si ritrova anche negli altri modelli tipici della casa, i fuoristrada! Land Rover, qui nella crudezza di una gloriosa Series II del 1970: Si vede persino il tappo di lamiera nera avvitato a coprire il buco per il passaggio del piantone sterzo per la guida a destra! Poi anche la più civilised Range Rover (1970) E ancora nella Discovery del 1989 Basta scambiare cruscotto portastrumenti e maniglione (non mi meraviglierei se avessero gli stessi attacchi...); il piantone del volante si inserisce in quel pannello interscambiaile a dx/sx ed è sagomato attorno al profilo circolare della plancia: E dall'alto si nota meglio come la plancia sia sagomata alla stessa maniera davanti a guidatore e passeggero: Come avrete notato, si tratta di Rover in senso stretto, e non le sue commistioni con Honda o Austin o BMW... Anche se, in qualche modo, mi pare che questa ricerca di simmetria, più o meno spinta, sia stata abbastanza diffusa anche in altri modelli e marchi inglesi. Pensiamo a Mini e il suo cruscotto centrale... Sarebbe strano pensando allo spirito indipendente e un po' "autoreferenziale" tipico della cultura inglese e anche dei suoi costruttori, da sempre molto concentrati sul proprio mercato, ma mi viene il dubbio che la progettazione e produzione delle automobili con guida a destra o sinistra fosse una sfida vissuta con particolare sensibilità degli inglesi, proprio per la loro situazione "isolata" di unico mercato con guida a destra tra i mercati occidentali (Europa e America). Concludo divagando su un dettaglio curioso di Rover P5 e P6, che ad un certo punto proponevano tra le dotazioni a richiesta i poggiatesta. Be', cosa c'è di strano? direte voi. Nulla, assolutamente normale per i tempi, ma questi erano i poggiatesta anteriori: E non era tutto qui, perché con ulteriore esborso erano disponibili addirittura con la luce di lettura integrata! E' quel rettangolo cromato dietro all'asta di regolazione del poggiatesta. Lussi non esattamente per tutti, neppure oggi. Anche la forma dei poggiatesta è già abbastanza curiosa di per sé, così estesa in profondità per il fatto che conteneva l'ingombrante meccanismo di regolazione dell'inclinazione, allora per niente comune. Ma ancora non è la cosa più strana. Quando si parla di poggiatesta della P5... bisogna guardare dietro! Credo siano i poggiatesta con la forma più sorprendente che abbia mai visto. Ma attenzione, in realtà non è stravaganza fine a se stessa! Semplicemente questi poggiatesta non avevano un ancoraggio al divano, bensì erano appoggiati solamente. Quindi, per assicurare che stessero e rimanessero in posizione, avevano dato al cuscino questa forma a virgola per incastrarsi tra divano, cappelliera e lunotto! E infatti guardate cosa succedeva quando si richiedevano i poggiatesta su P6. Avendo il lunotto un profilo diverso e meno rastremato, cambiava di conseguenza anche la forma degli poggiatesta.
    1 punto
  38. lei sta già pregando inginocchiata per te, cosa vuoi di più
    1 punto
  39. https://www.media.fcaemea.com/it-it/alfa-romeo/press/giulia-fa-il-pieno-di-premi-in-germania-trionfo-agli-sport-auto-award-2020 Veni, vidi, vici
    1 punto
  40. Credo di ave visto due prototipi oggi sul Brennero (zona mantova). È che ste ibride camuffate son tutte uguale, mezzi suv con mezze code, ma veramente grandi. Peccato non avevo il cellulare a mano.
    1 punto
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