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Davialfa

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Risposte pubblicato da Davialfa

  1. Per me decisamente si. Gli interni li trovo fantastici, per quanto riguarda gli esterni sicuramente particolari (che un auto a tiratura limitatissima ci stanno) ma mi piacciono.

    Alla fine ok la bellezza delle linee pulite, però per oggetti con questi numeri di produzione, giustamente conta anche l'apparire e il non lasciare indifferenti. Fosse stato un modello di serie potrei capire che sarebbe risultata esagerata, ma su un modello limitato che richiama ad un modello (particolare) del passato, per me ci sta.

     

    Sia negli interni che negli esterni ha un che di batmobile, 

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  2. Ma come mai nel riepilogo in alto la quattroporte nuova è segnata come M9S mentre la levante come M6U? Se il numero definisce il segmento, ci sono 3 segmenti di differenza tra nuova qp e nuovo levante?? Pensavo nuovo Levante fosse un suv segmento E/F cosi come nuova qp 

  3. On 22/8/2023 at 13:56, Tommy99 scrive:

    Ah ok, allora il mio entusiasmo può svanire. Per come immaginavo io:
    F1H --> Panda
    F1X --> Multipla/Uno
    F2U --> Tipo SUV
    F2X --> Tipo Crossover
    E così avrebbe avuto maggiore senso in quando a codici i.m.h.o.

     

    Allora, prendilo con le pinze, ma per quello che vedo dalla slide qui sotto la F2 è la portaerei, quindi segmento molto piu grande della tipo suv, mentre f1 è acqua 

     

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    • Ahah! 7
  4. On 21/7/2023 at 22:26, 4200blu scrive:

    Stelvio internazionale e piu importante e Stelvio e anche molto di piu macchina business, quindi per questo modello la "frescezza" e piu importante, Giulia come sedan per appassionati avra sempre volumi bassi, vecchia o nuova.

     

     

     

    Da capire come sarà la nuova generazione della Giulia. Dubito che sarà una berlina tre volumi come l'attuale.

  5. Io comunque conosco diverse persone che hanno preso elettrico e ora se potessero tornerebbero indietro per comprare Ice. 

    Continuo a pensare che 2025 -2026 sono troppo vicine come date per prevedere auto solo elettriche. Una buona percentuale di chi ha elettrico oggi vive con l'ansia da consumo/rifornimento. Un tempo era ad appannaggio dei guidatori di Prius che si annusavano le scorregge a vicenda gareggiando a chi faceva piu km con un litro.. Adesso per i guidatori di BeV è veramente un ansia.

     

    Inoltre non mi è chiaro come riusciranno a far risultare competitive stelvio e Giulia Bev , mi sa tanto di bagno di sangue

    • Mi Piace 3
  6. 11 ore fa, Marco1975 scrive:

    Con il pensionamento di Wester parte un altro pilastro ex FCA 🥲.

    Faccio fatica a capire la logica di mettere François a capo di Fiat e di DS, marchi di poli diversi con strategie ben diverse. Avrei capito Fiat + Citroen visto che sono appaiate nel low cost. Ma Fiat e DS veramente strano. Fossi in DS sarei preoccupato …

    Anche a me è sembrato strano, anche se poi ero arrivato alla conclusione del "povera Fiat ad essere appiata con Ds"

  7. 38 minuti fa, HF integrale scrive:

     

    Fonte bilancio depositato presso la SEC americana. Credo abbia ragione @Stellaris nel commento sopra

     

     

    Si è questa l'impressione, oppure il ministro non si è voluto sbilanciare su una questione delicata, e un eventuale ingresso non va certo annunciato prima, facendo questa dichiarazione sibillina. 

     

    Sulla base della mia cultura economica, penso che gli Stati debbano entrare nelle aziende solo quando il mercato fallisce e quindi per preservare interessi strategici“, ha concluso Giorgetti.

     

    Quindi da una parte dice che non serve, dall'altra si riserva per interessi strategici. 

     

     

    Comunque andrei a guardare tutte le dichiarazioni di Giorgettti, anche quelle di febbraio 23 ad un convegno sull'auto:

     

    «Vogliamo privilegiare ciò che si produce in Italia. Se lo Stato mette importanti risorse pubbliche deve valorizzare ciò che viene prodotto nel Paese e non all’estero. Ma serve l’impegno di Stellantis che deve continuare a credere nella produzione in Italia».

     

    «In Italia si producono oggi 400.000-450.000 autovetture, in Spagna quattro volte tanto. Il tentativo di riportare produzioni in Italia è un imperativo, non facile, ma stiamo incalzando l’azienda su questo», ha affermato Giorgetti. Per quanto riguarda gli incentivi il ministro ha spiegato che «il governo ha deciso finalmente di stanziare risorse importanti che dovranno incentivare la domanda, ma l’auto elettrica non deve essere un bene di lusso. Gli incentivi devono favorire l’acquisto di vetture elettriche da parte di tutti. L’auto elettrica non deve essere la seconda vettura delle famiglie abbienti che hanno un’altra vettura per le lunghe percorrenze e la utilizzano per fare le incombenze cittadine».

     

    Mi pare che abbia ben presente i problemi finora nascosti sotto il tappetto. 

     

    Si anche se non ho mai sentito un ministro dell'economia sostenere il contrario dicendo "voglio che si costruiscano sempre meno macchine in italia".

    Diciamo che oltre alle parole, che negli anni sono state sempre abbondanti sull'argomento, si passi anche a qualche fatto. Snellimento di giurisprudenza e burocrazia dovrebbe essere al primo punto di ogni piano politico economico, però la realtà dice che è argomento talmente ostico che nessuno riesce a cavarci le gambe 

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  8. 2 ore fa, HF integrale scrive:

     

    Banca d'Italia a titolo di investimento, necessario eguagliare la presenza dei francesi.

     

    Major Shareholders

    As of February 21, 2023, the largest shareholders of Stellantis were Exor N.V. (“Exor”) (holding 13.99 percent of the outstanding common shares)

    MA sei sicuro? Io sapevo che exor aveva almeno il 14,3% , con il mio programma di monitoraggio aziende quotate ho trovato il 14,45%, ma io ricordavo sicuramente almenoo il 14,3%

  9. 1 ora fa, M86 scrive:

    Non mi risulta.

    Ti dirò di più: proprio in questi giorni Confindustria (attraverso il Sole24Ore) ha "suggerito" a CDP di entrare nel capitale Stellantis e lo stesso Elkann ha detto che non lo vogliono tra le pa... ehm... tra le scatole

     

    https://www.ansa.it/canale_motori/notizie/industria/2023/06/01/-elkann-stellantis-non-ha-bisogno-di-intervento-dello-stato-_bc78c308-42c3-4362-b629-247ef32b8de3.html#

     

     

    L'italia è dentro stellantis con Banca D'Italia che possiede l'1,14%,  la discussione che c'è stata questa settimana era se CDP dovesse entrare o meno dentro ed avere un rappresentante nel board .

     

    I top 10 Shareholders sono  

    Giovanni Agnelli B.V. 14.45%

    Etablissements Peugeot Freres 7.21%

    Bpifrance Participations SA 6.19%

    Amundi Asset Management 3,79%

    Dongfeng Motor Corporation 3,19%

    The Vanguard Group, Inc. 2.48%

    JPMorgan Chase & Co, Brokerage and Securities Investments 1.88%

    J.P. Morgan Asset Management, Inc. 1.18%

    Dodge & Cox 1.16%

    Banca d'Italia 1.14%

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  10. Elkann a specifica domanda ha detto che lo stato deve entrare qualora l’azienda abbia difficoltà. Non essendo il caso per Stellantis, non ne vede il motivo. Sostiene che lo stato francese era entrato in psa quando questa era in difficoltà …. Tutto giusto, ma ci deve spiegare perché lo stato francese non se ne e’ più andato.

     

    Anche io sinceramente sarei decisamente favorevole all’entrata dello stato italiano almeno fino a che vi è quello francese.


    Gli agnelli non saranno la fatebenefratelli, però un ricordo agli aiuti passati non farebbe male. Non dico che si deve tornare al vecchio modello del produrre in perdita per mantenere occupazione, però privilegiare paesi come ad esempio la Spagna mi sembra esagerato

    • Mi Piace 2
  11. ..

     

    ’ l’opinione dell’analista Tom Narayan di Rbc Capital, sottolinea l’enorme gap valutativo fra l’azienda europea e Ford e General Motors (NYSE:GM). Senza una quotazione primaria a Wall Street il titolo resterà penalizzato. Su questo dovrà lavorare la nuova Cfo Natalie Knight

    A fine giugno l’insediamento della nuova Cfo

    Mancano esattamente 30 giorni all’insediamento ufficiale di Natalie Knight come nuova Chief financial officer di Stellantis (BIT:STLAM) al posto dell’uscente Richard Palmer, e le aspettative del mercato sulla 51enne manager americana sono molto alte. Le ha esplicitate bene martedì 30 maggio Tom Narayan, analista di Rcb Capital, scrivendo che il compito principale della nuova responsabile delle finanze sarà quello di trasferire gradualmente il baricentro finanziario di Stellantis dall’Europa verso l’America.
    La tesi dell’analista è che soltanto avvicinandosi di più, anche fisicamente, agli investitori americani, Stellantis potrà colmare quel gap di valutazione che la penalizza rispetto agli altri due grandi gruppi Usa dell’automotive, Ford e General Motors.

    La differenza dei multipli fra le due sponde dell’Atlantico

    Alla quotazione attuale di 14,54 euro, Stellantis capitalizza 45,7 miliardi di euro, vale a dire solo 3 volte gli utili attesi nel 2024. E’ un multiplo leggermente inferiore a quello di Volkswagen (ETR:VOWG) (3,5 volte), ma drammaticamente più basso rispetto a Ford (capitalizza 7,1 volte gli utili 2024) e a General Motors (5,8 volte). A pesare non sono certo le diverse prospettive di crescita fra le aziende: il consensus degli analisti stima che gli utili di Stellantis saliranno del 3,3% nel 2024 arrivando a 15,5 miliardi di euro. La crescita prevista per Ford è del 4,4% e per GM il consensus stima un calo dei profitti nel 2024 del 2,5%.
    Questa la spiegazione della sottovalutazione di Stellantis, secondo Tom Narayan: le azioni Stellantis sono scambiate anche a New York, ma Wall Street non è la Borsa di riferimento del gruppo, con la conseguenza che Stellantis non fa parte di molti indici statunitensi e i fondi indicizzati e altri investitori che si confrontano con gli indici non sono motivati a comprare la società.

    Nel 2022 realizzato in Nord America il 60% dell’utile operativo

    Eppure il business di Stellantis è più americano che europeo: nel 2022 la società che ha come principale azionista la famiglia Agnelli-Elkann, ha realizzato in Nord America il 47,6% dei ricavi e in Europa il 35,2%. Grazie all’alta redditività dei marchi Ram e Jeep, che insieme rappresentano il 75% delle vendite di Stellantis,  negli Usa, il gruppo ha realizzato in Nord America il 60% dell’utile operativo dell’anno scorso.  “Se le azioni Stellantis ricevessero dal mercato una valutazione media fra quelle di Ford e GM, il titolo varrebbe il doppio”, scrive l’analista di Rbc Capital che sul titolo ha una raccomandazione Buy con target price a 20 euro.

    Fuga da Piazza Affari? Problema politico

    Stellantis, con sede in Olanda, è un gruppo europeo, quotato a Milano, Parigi e Amsterdam. Secondo Narayan bisognerebbe fare diventare Wall Street la Borsa primaria del gruppo, ma una scelta del genere non è tecnica, è una scelta con un forte impatto politico su due Paesi come l’Italia e la Francia i cui governi non vedrebbero di buon occhio la migrazione di una delle principali aziende europee.
    Può essere che ci sia del giusto nelle osservazioni di Narayan, ma la nuova Cfo Natalie Knight dovrà inventarsi una strategia di compromesso per avvicinare di più Stellantis agli investitori a stelle e strisce. Intanto è già deciso che la manager avrà la sua base operativa ad Auburn Hills, nel Michigan, e da lì farà trasferte in Europa e nelle altre regioni.

     

  12. 28 minuti fa, espresso scrive:

    La proprietá di una societá é IRRILEVANTE per stabilirne la nazionalitá. E per Stellantis neanche la proprietá é Italiana ma divisa.

     

    Stellantis é FRANCESIZZATA perché i top manager sono a Parigi, TAVARES é a Parigi. La parte italiana viene piano paino assottigliata e i ruoli chiave spostati tutti a Parigi.

     

    Chi non lo vuole capire nega l la realtá.

     

    Una volta che di ruoli chiave in Italia c'é il nulla, se la possono comprare pure Tronchetti provera e Lapo Elkann, ma sará una societá franco-americana

     

    Mah... sono in disaccordo anche con questa analisi. Come detto in Europa Stellantis è più psa centrica, nel resto del mondo piu fca centrica.

    Nell'ambiente finanziario risulta sempre come Italo-americana o olandese . Ha la sede legale in Olanda e la sede fiscale in Inghilterra. E' formata da aziende di diverse nazionalità e i brand stessi hanno diverse nazionalità. La Proprietà è italiana, il ceo è principalmente a Parigi. Nella fusione Psa è stata incorporata in fca.

     

    In quanto conglomerato di brand e multinazionale non mi verrebbe proprio di dire che è Francese, cosi come nonostante la sede sia in Olanda non la definirei un'azienda olandese. Così come non è americana o italiana. 

    Sinceramente per questo tipo di imprese è veramente complicato e forse inutile stabilire una nazionalità. Quello che vi posso dire è che se parlate con uno di Fca Usa e uno di Fca Brasile non vi dirà mai che l'azienda è francese 

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  13. 44 minuti fa, HF integrale scrive:

     

    In realtà la mia domanda non era polemica, volevo solo capire come la parte di Ricerca e sviluppo italiana e il CRF sono utilizzati, o se sono stati declassati di importanza rispetto a quello PSA.

     

    Per quanto riguarda la scarsa competitività del sistema Italia, a vedere i dati dell'export degli ultimi anni non mi sembra proprio un discorso riproponibile. (PS: l'auto recupera nel Q1 2023)

    L'industria italiana si è ristrutturata e rilanciata, non è vero che siamo solo fornitori o subappaltatori per l'industria tedesca, difatti l'Italia cresce anche se la Germania rallenta.

    Il problema è specifico del settore auto ed è dovuto anche all'assenza di una politica seria dei precedenti governi secondo cui non si doveva intervenire in questo settore in una logica nazionale ma europea, il che tradotto in pratica significa quello che vediamo tutti, ossia un calo della produzione di auto in Italia a vantaggio di altri paesi UE.

     

    Adesso credo che abbiano ben presente il problema (vedi dichiarazioni di URSO di ieri sul atto che gli incentivi hanno avvantaggiato per 80% auto estere) ma è anche più difficile intervenire se non fai come il governo francese che è presente nell'azionariato dei 2 gruppi auto nazionali, per "favorire" gli investimenti nel paese.

     

     

     

    Beh non mi pare che nessuno abbia scritto che siamo solo fornitori e subappaltatori per industria tedesca.

    Per quanto riguarda la crescita dell'Italia ni, devi considerare l'apporto del pnrr e che l'economia è crollata più di altre nazioni (tipo Germania) durante il covid.

  14. 45 minuti fa, Alain scrive:

    Confronto con Macan al congresso dei commercialisti di Mantova 

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    Lateralmente direi meglio Porsche , posteriore preferisco grecale.. Anteriore sono indeciso perchè la bocca Maserati per me è sempre molto bella, mentre  fanali della Grecale non mi convincono appieno (ma anche quelli di macan non mi prendono molto)

  15. Comunque per quanto riguarda gli investimenti in Italia e i modelli prodotti i problemi principali sono 

    1) il cambio generazionale dell'automotive col passaggio all'elettrico che come ampiamente detto ha ripercussioni sia sulla produzione diretta che, in maniera ancor maggiore, sull'indotto . Si spera che ad esempio le ridotte dimensioni di alcuni fornitori italiani determino una maggiore flessibilità ad adeguarsi al nuovo "mondo". Anche se per i due driver principali dell'elettrico (batterie e chip) possono essere solo appannaggio di aziende enormi.

     

    2) nel Triangolo Usa-Francia- Italia, il sistema paese è chiaramente quello più debole e con la transizione Green le aziende hanno bisogno di un forte supporto statale.

     

    Dall'altro lato c'è da considerare che in Europa (contrariamente alle Americhe e a Maserati) i piani investimento di Fca erano quasi al livello di dismissione, quindi partendo da un punto così basso è forse più probabile una crescita piuttosto che il contrario. I Marchi italiani hanno margini di crescita  percentuali ben maggiori di quelli francesi ad esempio.

     

    Il problema potenzialmente più grande per l'italia  io lo vedo invece in Germania, una nazione che costruisce una % molto forte del suo pil e delle sue esportazioni con l'automotive. 

    L'italia è uno dei principali fornitori dell'industria tedesca ed una sua eventuali crisi darebbe grandi problemi. 

    Oltre alle problematiche produttive (mancanza di grossi player in batterie e chip, competitività ridotta nei costi) credo ci sarà anche un problema commerciale. La Germania ha puntato forte in passato ad esempio nei mercati asiatici, principalmente in Cina. Il Mantra nell'automotive tedesco era che si doveva fare un all in in Cina in quanto più grosso mercato mondiale. Secondo me tra qualche anno invece potrebbe diventare una Caporetto 

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