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isogrifo

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  1. Anche perchè i prezzi delle assicurazioni sono decisamente aumentati dal 2005, io con Genertel 15 cavalli fiscali, classe 5, unico conducente di 45 anni con franchigia, ho speso 450 euro.
  2. La rabbia poi è che si sia preferito il progetto truffa di Rossignolo a quello di Bollore con la Bluecar che in Francia sta dando grandi soddisfazioni. La Bluecar, se sostenuta come a Parigi dall'iniziativa Autolib avrebbe potuto essere vincente e salvare Grugliasco. Bollore, che a differenza di Rossignolo non voleva prendere i soldi e scappare, aveva però detto che non tutti i 900 lavoratori avrebbero potuto essere salvati ma al massimo la metà. Ai sindacati e alla Bresso questo non andava bene, e quindi...due anni di illusioni e poi tutti a casa con un buco a spese dello stato di 40 milioni!
  3. I fondi pubblici Rossignolo li ha intascati eccome ad esempio tramite acquisti e consulenze che fanno capo a lui (ad es. la TAS-Fissore). Da scoprire poi che fine hanno fatto i TFR degli ex Pininfarina. Vero è che ai sindacati andava bene così, prolungare la cassa nonostante il progetto Rossignolo fosse fallimentare già in partenza. Gli scopi di Rossignolo poi sono sempre stati noti a tutti, assurdo che si sia dato credito a una squadra (Rossignolo-Malvino) che già aveva sottratto soldi pubblici per poi scappare pochi anni fa con la Isotta-Fraschini. Grottesco è che anche il nome con cui agiscono Rossignolo e Malvino non è stato cambiato "Fissore"! Sicuramente Rossignolo merita il carcere anche se ha superato 80 anni, ma anche la Bresso ha le sue gravi colpe...
  4. Rossignolo merita più che la galera, ma purtroppo resterà impunito. Oltre ad avere sottratto finanziamenti pubblici tra fondi UE, della Regione Toscana, della Regione Piemonte e statali per lo sviluppo per circa complessivi 30 milioni, ha intascato anche i TFR degli ex dipendenti Pininfarina per circa 15 milioni. TFR che quando la De Tomaso sarà messa in liquidazione sicuramente saranno spariti e quindi sarà l'INPS a doverli pagare. Oltre a questo l'operazione De Tomaso è costata circa altri 15 milioni alla Regione Piemonte per l'acquisto dell'ex stabilimento Pininfarina dato poi in affitto a Rossignolo (ma lui non ha mai pagato nessuna rata). L'operazione De Tomaso è quindi costata circa 40 milioni oltre alla cassa integrazione per almeno 3 anni di tutti i dipendenti Pininfarina e di 4 anni di tutti i dipendenti ex Delphi. In questa voragine vanno aggiunti i danni creati dalla sottrazione di risorse pubbliche che veramente ssarebbero potute essere indirizzate all'innovazione e a progetti imprenditoriali veri. La vergogna è che tutti sapevamo da subito che si sarebbe giunti a questa fine ma nonostante questo le amministrazioni hanno arricchito Rossignolo. Ridicolo è che il copione messo su da Rossignolo era già stato messo in scena, anche se in misura minore, da lui stesso e dal suo socio Giuliano Malvino con la Isotta Fraschini pochi anni fa. Grottesco è che Rossignolo e Malvino insieme hanno imbastito nuovamente la messa in scena alla luce del sole dando vita alla TAS-Fissore azienda nata per veicolare i soldi sottratti da De Tomaso. Addirittura il nome TAS-Fissore riporta ai traffici di Malvino e della sua Rayton-Fissore poi Isotta Fraschini.
  5. Siciliaway giornale online Trasporti e Infrastrutture Messina (Idv):Termini Imerese, Dr Motor scelta sbagliata Ignazio Messina, deputato Idv Il deputato palermitano: Passera ha dato un ultimatum, a dimostrazione che forse la sua valutazione originaria era sbagliata Come è possibile che ad oggi si stia ancora valutando la copertura finanziaria di un progetto che già diversi mesi fa era stato definito fattibile, affidabile? "E' increbibile, aggiungo, è impensabile che per risolvere il problema della crisi della Fiat di Termini Imerese ci si sia affidati alla Dr Motor che è già in crisi. I dati di Dr Motor, la società che dovrebbe prendere in gestione lo stabilimento di Termini, sono questi: la società nell'ultimo anno ha dimezzato il bilancio portandolo da 26 a 16 milioni di euro con una perdita di 11 milioni di euro, e ha interrotto la produzione nello stabilimento 'madre' del Molise. Pensare che si debba affidare il rilancio di Termini Imerese a chi non è stato in grado di sostenere la propria impresa la dice lunga. Si aggiunge che nessun impegno economico viene assunto da Dr, che va a prendere 80 milioni di finanziamenti a fondo perduto, aspetta 20 milioni dalle banche ed ha altri 90 milioni di garanzie prestate dalla Regione. Penso che a queste condizioni chiunque poteva prendere in gestione lo stabilimento di Termini Imerese, sarebbe stato, ed è più opportuno, affidarsi a soluzioni vere, perchè in caso contrario sarà un nuovo spreco di denaro e sarà un modo poco elegante di chiudere i battenti. Aggiungo che si pensa addirittura di fare intervenire una società finanziaria della Regione, società che in questo momento è in liquidazione. E' chiaro che l'obiettivo della Regione è prendere tempo, prendere in giro quei lavoratori che sperano di essere reintegrati e prendere in giro l'intera regione che spera in un'iniziativa economica che potrebbe non vedere mai la luce". Come mai nel corso della trattativa autunnale i ministri dello Sviluppo Economico, prima Romani poi Passera, hanno assecondato il volere della Regione siciliana? "Bisognerebbe chiederlo a Passera. Una cosa è certa, ed è che ieri il ministro, nell'incontro con sindacati e Invitalia, ha dato un ultimatum per il 3 maggio, a dimostrazione che forse la sua valutazione originaria era sbagliata. Probabilmente se si fosse informato meglio sulla vicenda non avrebbe fatto perdere tempo ad un territorio che di tempo non può perderne". 3 aprile 2012, 17.50 Ivan Gabrielli
  6. Massima attenzione per Jag-LR perchè Chery è un partner estremamente inaffidabile nelle JV, un vero vampiro di tecnologia, è per questo che nonostante molti contatti con produttori europei-americani e giapponesi (anche Fiat) non è ancora riuscita a intraprendere alcuna JV.
  7. Tutti italiani i “cinesi” della De Tomaso - Lo spiffero, quello che gli altri non dicono Tutti italiani i “cinesi” della De Tomaso Scritto da. Christian Benna Pubblicato Venerdì 23 Marzo 2012, ore 13,19 Il giallo sulla misteriosa acquisizione dell’azienda riserva continui colpi di scena. Scavando tra le scatole “cinesi”, per l’appunto, si scopre che il socio è la torinesissima Bim, mentre nella newco ci sono tre personaggi che sembrano perfette teste di legno È nato a Napoli il 27 novembre 1972 e si occupa di supermercati il presidente del Cda “cinese” che sarebbe disposto a investire mezzo miliardo di euro nella nuova De Tomaso. Mentre è torinesissimo il socio unico della Srl e corrisponde alla Bim fiduciaria, Banca Intermobiliare. Almeno questo è quanto risulta dalla lettura dei dati aziendali della CL Investimenti Srl, la newco italiana figlia dei cinesi di Hotyork – registrata a Milano il 10 febbraio 2012 dal notaio Cesare Gattoni– che dovrebbe, secondo le dichiarazioni della famiglia Rossignolo, subentrarle alla guida dello storico marchio automobilistico. Il presidente al volante della nuova società si chiama Sergio Avitabile, napoletano con residenza a Cologno Monzese. Di mestiere fa il procuratore speciale, carica che tuttora occupa per conto di Sma, gruppo Auchan, per progetti di gestione e sviluppo immobiliare. Gli altri amministratori sono Pietro Pappalardo, 37 anni, catanese, ma residente a Monza e Francesco De Giosa, nato a Brindisi nel 1979. Tre amministratori e un socio unico, appunto Bim fiduciaria, la boutique della famiglia Segre, ora nell’orbita di Veneto Banca. In cassa, Cl Investmenti, come la capogruppo Hotyork, non dispone di grandi risorse. Se la capogruppo cinese iscrive a bilancio un capitale sociale di 100 mila euro (soglia minima per costituire una società per azioni), la controllata italiana non supera i 10 mila euro, conferimento minimo per una società a responsabilità limita. La sede è ancora provvisoria. E corrisponde all’indirizzo dello studio legale LCS, specializzato in diritto internazionale, in via Sant’Andrea, nel quadrilatero della moda a Milano, che rappresenta, nella persona dell’avvocato Simone Brambilla, la Hotyork in Italia.
  8. De Tomaso, giallo con delitto - Lo spiffero, quello che gli altri non dicono De Tomaso, giallo con delitto Pubblicato Mercoledì 21 Marzo 2012, ore 13,15 Epilogo della pochade dei Rossignolo. Né la famiglia né il fantomatico socio cinese si sono presentati al tavolo ministeriale. Ora si tratta sulla cassa integrazione per cessata attività CLOSED De Tomaso, ex Pininfarina Fumata nera per la De Tomaso. Il giallo, inteso come finanziatore cinese - tal Qui Kunjian, presidente del gruppo HotYork, società "conchiglia" di Hong Kong che aveva annunciato l'intenzione di rilevare l'azienda, si è dileguato. Così come si è data alla macchia la famiglia Rossignolo, dopo quasi tre anni di tira e molla, di annunci, promesse, avvertimenti. Tempo sufficiente però a drenare una quantità, questa sì, industriale, di denaro pubblico e della vecchia gestione Pininfarina: a partire dai 15 milioni di denaro in cassa dei Tfr dei lavoratori, ai contributi per l'innovazione agli anticipi sulla formazione professionale. Tutto in fumo. Il nuovo socio cinese individuato dalla famiglia Rossignolo non si è presentato oggi all’incontro al Mise, ministero per lo Sviluppo economico, e soprattutto non ha fatto pervenire la documentazione relativa ai finanziamenti annunciati, ben 500 milioni. «L’incontro - dichiara Giuseppe Anfuso della Uilm - ha dato esito negativo, infatti non sono arrivate garanzie dal socio cinese, di conseguenza, la cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione non può essere concessa. Si è in attesa di verificare col Ministero del Lavoro, per un incontro urgente, la concessione della cassa straordinaria per crisi. Siamo molto delusi come sindacato per questo progetto che doveva garantire ripresa e tutela dei lavoratori, e che invece è un grosso buco nell’acqua». Condanna espressa anche dalla Fismic, che per bocca di Luigi Risi: «Era la terza riunione ed era una riunione importante in cui si doveva discutere del futuro dei lavoratori della De Tomaso, ma la De Tomaso non si è presentata. Siamo di fronte a un'’zienda non credibile, che non ha un piano industriale. E' ora di dire basta all’elargizione di fondi pubblici per aziende che si comportano in questo modo». E attacca i colleghi del sindaco di Landini, da sempre in prima fila a dare credito alla famiglia Rossignolo: «Vorremmo ora sapere dal Segretario della Fiom di Torino, Federico Bellono, di quali notizie fosse in possesso per avere cosi' tante certezze sulla presenza al tavolo dei sedicenti soci cinesi».
  9. MF Dow Jones - Economic Indicator - Borsa Italiana De Tomaso: Fismic; non credibile, basta fondi pubblici ROMA (MF-DJ)--"Era la terza riunione ed era una riunione importante in cui si doveva discutere del futuro dei lavoratori della De Tomaso, ma la De Tomaso non si e' presentata. Siamo di fronte a un'azienda non credibile, che non ha un piano industriale. E' ora di dire basta all'elargizione di fondi pubblici per aziende che si comportano in questo modo". Cosi' Luigi Risi, responsabile dell'Ufficio sindacale della Fismic, commenta in una nota l'incontro di stamattina al ministero dello Sviluppo Economico. Alla riunione non erano peraltro presenti i presunti soci cinesi, che dunque non hanno fatto pervenire alcun finanziamento, come invece avevano promesso. "A questo punto - prosegue Risi - il nostro obiettivo principale e' quello di tutelare e salvaguardare i lavoratori con una richiesta di cassa integrazione per crisi, rimodulabile nell'arco del tempo se l'azienda presentera' un piano di ristrutturazione". Il tavolo al ministero dello Sviluppo Economico resta comunque aperto nell'attesa della richiesta di cassa integrazione per crisi da parte dell'azienda. Vorremmo ora sapere dal Segretario della Fiom di Torino, Federico Bellono, di quali notizie fosse in possesso per avere cosi' tante certezze sulla presenza al tavolo dei sedicenti soci cinesi. com/mur rosario.murgida@mfdowjones.it
  10. De Tomaso, incontro in salita i soldi dei cinesi non ci sono - Torino - Repubblica.it De Tomaso, incontro in salita i soldi dei cinesi non ci sono All'incontro di questa mattina di fronte ai tecnici dei ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico non ci sarà il presidente della HotYork, possibile acquirente dell'azienda. L'avvocato della società spiegherà che i 500 milioni da Hong Kong non sono ancora arrivati. E potrebbe scattare la cassa integrazione per crisi, preludio dei licenziamenti di STEFANO PAROLA Quello di stamani a Roma sarà un incontro tutto in salita per il futuro della De Tomaso. Perché le operazioni di acquisizione da parte del gruppo cinese HotYork e il relativo aumento di capitale da 500 milioni non sono ancora stati chiusi. I ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico aveva dato più tempo all’azienda per consentirle di presentarsi con un nuovo assetto e soprattutto con le risorse necessarie ad andare avanti. Ma oggi quelle risorse ancora non ci sono. Nell’incontro di questa mattina il legale della HotYork, Simone Brambilla dello studio milanese Lsc, non sarà accompagnato dal presidente della società cinese, Qiu Kunjian. Però cercherà comunque di mostrare ai tecnici dei due ministeri i progressi fatti in questi giorni. Per esempio, dimostrerà che la divisione europea del gruppo HotYork sta lavorando a supporto dell’acquisizione della De Tomaso. Ma non sarà semplice né per lui né per la famiglia Rossignolo (la vecchia proprietà, che dovrebbe rimanere in azienda con una quota di minoranza) convincere il ministro Elsa Fornero a firmare il decreto per la cassa integrazione per ristrutturazione destinata ai 900 addetti della fabbrica ex Pininfarina di Grugliasco. L’esponente del governo Monti aveva chiesto precise garanzie e già durante l’incontro del 29 febbraio aveva concesso (malvolentieri) una proroga. L’incontro definitivo avrebbe dovuto svolgersi venerdì scorso, ma l’azienda ha chiesto di avere altro tempo. Così si è arrivati all’appuntamento di oggi. Che rischia di essere risolutivo, ma in negativo: se i proprietari vecchi e nuovi della De Tomaso non dovessero essere abbastanza persuasivi, il ministero farà scattare la cassa integrazione per crisi. Un ammortizzatore che è il preludio dei licenziamenti. (21 marzo 2012)
  11. De Tomaso: allarme Fim, temiano ultima beffa di Rossignolo 19 Marzo 2012 - 18:18 (ASCA) - Torino, 19 mar - Allarme della Fim Cisl sul caso De Tomaso a poche ore dal previsto vertice dl 21 marzo. Secondo il segretario torinese Claudio Chiarle c'e' infatti il fondato sospetto che l'investitore cinese che deve acquisire l'80% della societa' dalla famiglia Rossignolo non si 'materializzera'' entro dopodomani. Il rischio e' che quindi non vi sia la proroga ella cigs per ristrutturazione, ma la concessione della indennita' per 'cessata attivita'', togliendo ogni speranza ai dipendenti di tornare al lavoro. ''Temo molto l'ennesima beffa della famiglia Rossignolo, perche' se il compratore cinese non si presentera' all'incontro sara' anche difficile ottenere la cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione. Purtroppo a pagarne il costo piu' alto saranno i lavoratori. - dichiara Chiarle - Chiedo al Ministero uno sforzo fuori dall'ordinario per rinnovare la cigs perche' i mille lavoratori della De Tomaso non possono subire le conseguenze di scelte industriali inconcludenti dell'attuale proprieta'''. ''Tutto il Sindacato dovrebbe riflettere sulla vicenda De Tomaso, un'azienda che per tre anni ha prodotto un'auto sola, senza un portafoglio clienti e senza un macchinario per costruire auto non aveva speranza tranne quella di trovare un compratore a cui vendere un'effimera idea. - osserva il segretario della Fim di Torino che conclude -: Farsi da parte e' l'unica scelta giusta che oggi possono fare sperando che non sia troppo tardi e che il cinese ci sia davvero''.
  12. Se Rossignolo ha architettato la farsa della De Tomaso solo per prendere soldi pubblici e farli sparire è gravissimo! Ha sputtanato un marchio che era nella storia dell'auto italiana (Mangusta, Pantera, Deauville, Longchamp); Ha sottratto finanziamenti e soldi pubblici pare per circa 30 milioni oltre alla cassa integrazione; Ha impedito che sugli stessi stabilimenti si sviluppassero altre iniziative vere, come la Pininfarina-Bollorè (ridimensionata proprio per mancanza di finanziamenti). Naturalmente abile come è nelle scatole cinesi sarà impossibile riprendere un solo euro dai Rossignolo, e data l'età sarà impossibile vederlo in carcere.
  13. De Tomaso: Di Maulo (Fismic), socio cinese e' ennesima finta - - liberoquotidiano.it De Tomaso: Di Maulo (Fismic), socio cinese e' ennesima finta Economia Torino, 15 mar. - (Adnkronos) - "Fino a prova contraria gli imprenditori cinesi che hanno manifestato l'interesse a rilevare l'80% del capitale della De Tomaso, sono finti". Ne e' convinto il numero uno della Fismic, Roberto Di Maulo, che a margine dell'attivo dell'organizzazione piemontese, aggiunge: "sono l'ennesima finta di Rossignolo per attingere soldi dalle risorse pubbliche". "Mi domando infatti - prosegue di Maulo - come un gruppo che ha manifestato l'intenzione di intervenire con un investimento di 500 mln di euro non abbia neppure un sito internet. Per questo chiediamo al Governo, se mai si fara' l'incontro che era in programma oggi ma che e' stato spostato al 21 marzo, di chiedere precise garanzie". 15/03/2012
  14. Scopo dei sindacati in questa triste vicenda è quello di metterci una pezza e garantire la cassa più a lungo possibile anche se sanno benissimo che De Tomaso non produrrà mai una sola auto. In effetti a novembre la cassa era stata garantita per tutto il 2012 e il 2014 per ristrutturazione, poi il vento è cambiato e la Fornero ha voluto approfondire...
  15. L'origine dice Rossignolo che è coperta da segreto... _______________ De Tomaso, ancora giallo sul socio cinese - Lo spiffero, quello che gli altri non dicono
  16. Ecco una nuova puntata De Tomaso, cessione con giallo - Il Sole 24 ORE De Tomaso, cessione con giallo TORINO Ennesimo rinvio nella vicenda della De Tomaso: l'incontro che i vertici aziendali avrebbero dovuto avere domani, al ministero per lo Sviluppo economico, è stato rinviato al 21 marzo. Su richiesta dell'azienda, ovviamente. Ma la mancata conclusione della vicenda relativa al tentativo di rilanciare lo storico marchio automobilistico acuisce dubbi e perplessità. Le uniche certezze riguardano i numeri dei dipendenti in attesa di una risposta sicura: 980 a Torino e quasi 150 a Livorno. Per il resto tutto rimane avvolto nel mistero. A cominciare dall'acquirente cinese dello stabilimento ex Pininfarina, rilevato dalla famiglia Rossignolo e ora destinato a passare sotto il controllo di Hotyork Investment Group. I cinesi di Hong Kong sono gli ultimi (sino ad ora) potenziali compratori, dopo misteriosi indiani e altrettanto misteriosi malesi. Neanche sulla cifra che verrebbe trasferita alla Barclays Bank di Londra (che cura l'istruttoria) esiste chiarezza. A metà febbraio, con l'assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Claudia Porchietto, si era parlato di 45 milioni lievitati nei giorni seguenti a 60 milioni. Ma nel successivo incontro al ministero la cifra era arrivata a 500 milioni. Ma il trasferimento del denaro, annunciato, non era avvenuto, ufficialmente per intoppi legati alla normativa antiriciclaggio. E mancano indicazioni precise sull'utilizzo dei 7 milioni di euro destinati ai corsi di formazione. Non a caso il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha manifestato l'intenzione di trasformare la cassa integrazione per ristrutturazione in cassa per crisi, preludio di una chiusura definitiva. E non è detto che, in assenza di una documentazione rassicurante, Fornero accetti questo nuovo rinvio. «Ma l'assessore Porchietto – spiega Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic – ha avuto il coraggio di anticipare la cassa, per garantire un reddito ai lavoratori torinesi. Ovviamente ringraziamo assessore e Regione, ma non possiamo illuderci che possano continuare a lungo». D'altronde un altro assessorato della Regione Piemonte non intende stabilizzare 200 precari interni, per ragioni di bilancio. Di Maulo non nasconde di essere molto dubbioso sull'investitore cinese: «Abbiamo già avuto una fregatura di questo tipo per l'Irisbus di Avellino; ovviamente speriamo di sbagliarci e ci auguriamo che i lavoratori possano tornare a fabbricare auto, ma i dubbi non diminuiscono certo con i continui rinvii». Più ottimista è invece Fabrizio Bellono, segretario della Fiom torinese. «Noi siamo convinti che l'investitore cinese esista davvero – spiega – se no i vertici aziendali non sarebbero volati a Londra per un incontro fasullo. Ma è ovvio che questa deve essere l'ultima chance per la famiglia Rossignolo, non si può andare avanti all'infinito». Anche per Bellono, però, si tratta solo di sensazioni. Positive, nel suo caso, con la convinzione che non si tratti di un bluff. Indubbiamente investitori ed industrali cinesi sono interessati al settore automobilistico italiano. E altri gruppi del Paese asiatico avevano dichiarato di voler acquistare aziende della componentistica. A Torino operano già aziende cinesi nel settore del design automobilistico e carrozzieri torinesi, storici come Bertone o giovani come Up design, lavorano per case automobilistiche cinesi. E nonostante le difficoltà del mercato, il presidente dell'Amma, Vincenzo Ilotte, ha ricordato che la sede torinese della Gm continua ad assumere, così come la Italdesign Giugiaro passata sotto il controllo Volkswagen. Dunque disporre di uno stabilimento a Torino per la produzione di vetture di alta gamma avrebbe un senso per investitori cinesi. Con la realizzazione dei motori affidata allo stabilimento di Livorno e la carrozzeria ed il montaggio concentrati nell'ex stabilimento Pininfarina. Anche se il progetto aveva suscitato perplessità sia sotto l'aspetto tecnico, sia in rapporto al momento del mercato, sia per quanto riguardava la rete di assistenza.
  17. Speriamo di essere arrivati al capolinea. Il socio Cinese è chiaramente una bufala, se gli concedono la cigs è uno scandalo! Meglio finirla qui!
  18. De Tomaso/ Regione Piemonte: Il 29 febbraio tavolo a Roma su piano Incontro con ministro Fornero su cassa integrazione straordinaria Inserito 17 ore fa da TMNews E' stato fissato il 29 febbraio a Roma al ministero dello Sviluppo economico il tavolo sul nuovo piano industriale della De Tomaso. Lo ha annunciato l'assessore piemontese al Lavoro Claudia Porchietto, all'indomani dell'acquisizione della maggioranza della società da parte dell'investitore cinese Hotyork Investment. Il tavolo romano tra azienda, sindacati, rappresentanti delle Regioni Piemonte e Toscana, Province e rappresentanti dei Comuni sede degli stabilimenti della De Tomaso intende fare il punto sul passaggio di mano della società stessa dalla famiglia Rossignolo ai soci cinesi. "Siamo venuti a conoscenza che rispetto ai tempi previsti in principio si sono verificati dei ritardi la scorsa settimana dovuti a problemi tecnici e che quindi saranno necessarie al massimo due settimane per vedere definita nella sua totalità l'operazione" ha spiegato l'assessore Porchietto che oggi ha incontrato il legale della famiglia Rossignolo. "L'avvocato ci ha comunque chiarito che entro fine mese l'operazione troverà una sua conclusione" ha precisato l'assessore che tuttavia non ha nascosto preoccupazioni per il fatto che non sia stato ancora firmato il decreto per l'erogazione della cassa straordinaria agli oltre mille lavoratori della De Tomaso. "Oggi stesso chiederò un incontro personale con il ministro Elsa Fornero per definire i tempi di sblocco della cassa straordinaria" ha concluso l'assessore Porchietto, per cui sarebbero intollerabili "ulteriori ritardi" nei pagamenti agli operai, oltre a quelli già subiti in passato. Come dicevamo ieri... Sempre più “giallo” all’ex Pininfarina - Lo spiffero, quello che gli altri non dicono
  19. Relativo mega-stipendio è possibile, ma le responsabilità penali sono tutte di Gianmario. La figlia Emanuela è addetta stampa e PR, il figlio Edoardo è responsabile sviluppo prodotto e l'altro figlio Gianluca è responsabile tecnico. Nessun figlio di Rossignolo pare quindi avere responsabilità penali in caso di bancarotta. Credete di avere a che fare con dei dilettanti? Questi sono dei professionisti del "prendi i soldi pubblici e scappa"!
  20. Sono molti i dubbi su questo presunto investitore cinese. Se si va a cercare Hotyork in internet non appare niente...molto strano. Il gruppo che poi acquisterebbe parte della De Tomaso non è la Hotyork ma la Car Luxury Investment appena costituita a Milano. Un gruppo così importante di cui non esiste traccia da nessuna parte? Mi sa di una nuova bufala di Rossignolo dopo quella dei 1500 ordini già in portafoglio per la Deauville, dopo quella della vendita della licenza della Deauville a un gruppo cinese (di cui non ha mai dichiarato il nome). Tra l'altro poichè il nuovo socio Hotyork ha proprio come scopo la vendita in Cina della Deauville come si concilia col fatto che i diritti sarebbero già stati venduti a dei cinesi? Tralasciando il fatto che la Deauville presentata è un grossolano ricarrozzamento di una Cadillac SRX, e' vergognoso come decine di milioni di euro siano già stati dati ai Rossignolo senza la minima garanzia e trasparenza! Credo che tutti sappiamo come andrà a finire questa vicenda. P.S. Adesso pensiamo agli ex Pininfarina - Lo spiffero, quello che gli altri non dicono
  21. E' un'altra sceneggiata della famiglia Rossignolo per guadagnare tempo, e sussidi. In realtà non esiste nessuna cordata di investitori ma è un giro che fanno a loro stessi. La realtà non cambia, ovvero nessuna attrezzatura è mai stata installata (e mai lo sarà) nello stabilimento ex-Pininfarina. Rossignolo credo che non abbia mai voluto produrre niente ma solo raccogliere finanziamenti statali secondo un copione già attuato e incassare i TFR dei dipendenti Pininfarina. Fino ad ora circa 30 milioni è riuscito a prenderli, quindi il progetto ha funzionato.
  22. De Tomaso, a Rossignolo l'ultimatum della Regione - Torino - Repubblica.it Torino 24 gennaio 2012 I lavoratori De Tomaso in corteo I lavoratori della De Tomaso hanno manifestato questa mattina davanti lo stabilimento di Grugliasco, che conta 900 dipendenti, contro il rischio del mancato pagamento della cassa integrazione a gennaio e l'incertezza sul futuro dell'azienda. Un gruppo di lavoratori ha raggiunto poi in corteo la prefettura di Torino per chiedere un incontro. Molti gli slogan urlati dai operai della De Tomaso contro la famiglia Rossignolo. "Investitori fantasma; diapositive di autoveicoli che dovevano essere prodotte a breve, ma senza linee di montaggio per realizzarle; denaro che doveva entrare grazie alla cessione di una licenza tecnologica mai vista; mancato versamento degli stipendi; fornitori che chiedono il pignoramento; forse un sequestro di vetture aziendali per il mancato rispetto delle rate leasing; riscaldamento spento". Così Giuseppe Failli, responsabile Fismic per la De Tomaso, riassume la situazione della De Tomaso. "La Fismic - afferma Failli - ritiene indispensabile a questo punto l'intervento delle istituzioni e valuterà azioni conseguenti in grado di tutelare il futuro di migliaia di famiglie. Questo nella speranza che imprenditori che possano ritenere una risorsa, come in effetti lo è, i circa mille lavoratori della De Tomaso, si facciano avanti con proposte affidabili e concrete".
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