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isogrifo

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Risposte pubblicato da isogrifo

  1. 3 ore fa, fuzz77 dice:

    Vabbè

     

    Nella più probabile delle ipotesi avremo

     

    Panda

    500 Classic

    500 5p

    500x

    Tipo

    124 spider

     

    Praticamente come adesso solo che 500x verrà sostituita da una B sciccosa.

     

    Poi magari non ci vorrà niente a rimarchiare qualche prodotto Dodge in un operazione iso-freemont.

     

     

     

     

    Così dovrebbe essere la gamma Fiat prossimamente:

     

    Panda

    Panda Cross/4x4

    500 3p e Cabrio

    500 5p (che è una 3p a passo lungo come Mini 5p)

    500 L

    500 X

    500 XL

    Tipo 2V, 3V 3 SW

    124 spider

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  2. Siamo sicuri che sia la GTS con il motore V8?

    In attesa vi è anche la Hybrid, molto richiesta dalle flotte aziendali. Nelle policy aziendali vi è sempre più spesso un limite di CO2 che solo con un modello ibrido può essere superato (se poi è sensato e veritiero questo limite è un'altra storia...).

    Ghibli e Levante se vogliono vendere sui mercati delle flotte aziendali devono al più presto proporsi con queste motorizzazioni (X5, Cayenne, Macan ecc. già hanno modelli ibridi in listino)

  3. 31 minuti fa, Phormula dice:

    In realtà i mercati emergenti ancora oggi preferiscono le vetture a tre volumi, come dimostra il successo della Dacia Logan, che da noi ha venduto con il lumicino.

    Sono più "importanti" rispetto ad una due volumi di pari cilindrata e lo sbalzo posteriore consente di creare un bagagliaio più capiente, sufficiente per le esigenze di una famiglia (dove spesso è l'unica auto) o per l'uso come taxi. Tenendo bassi i costi di gestione per via della cilindrata ridotta.

     

    Poi ogni mercato ha le sue peculiarità.

    In Brasile fino agli anni '80 le vetture a quattro porte erano poco gradite, considerate poco sportive.

     

    In Spagna, il contrario, la clientela voleva o vetture a quattro porte possibilmente tre volumi, anche se piccole, o furgoncini ad uso promiscuo (che loro chiamano "furgoneta", in pratica veicoli come il nostro Fiorino ma con la panca posteriore come quella di una vettura e senza la grata (da noi obbligatoria per l'immatricolazione come autocarro) tra l'abitacolo e il vano bagagli. Vetture come la Renault Express e la Citroen C15 e la Seat Terra hanno venduto benissimo da quelle parti nella versione promiscua.

     

    Vero! In Spagna oltre alle piccole 3 volumi andavano molto i furgoncini promiscui come la Siata Formichetta, che oltre alla porta passeggeri aveva proprio una panchetta ribaltabile

     

     

    Siata Formicheta.jpg

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  4. Purtroppo Robinson ha interpretato malissimo la Lybra di Fumia (che forse non era nemmeno lei un capolavoro ma sempre meglio di quella prodotta) come ha interpretato malissimo le caratteristiche Lancia in generale.

    Le Lancia erano infatti auto eleganti ma non classiche nel modo inteso da Robinson, erano "elegantemente innovative" sia nella gestione originale di Vincenzo che di Gianni che anche di Pesenti.

    L'Aprila non era certo "classica", tantomeno l'Aurelia o la Flavia e la Fulvia per arrivare a tempi recenti.

    Secondo me Robinson, e chi era sopra di lui non ha capito lo spirito Lancia e ha portato il marchio alla morte con Lybra e Thesis.

    Più vicine a linee "elegantemente innovative" sono le Audi attuali che senza particolari connotazioni sportiveggianti delle BMW o della Alfa nascondo soluzioni innovative (carrozzeria in alluminio A8, trazione integrale, ecc..).

    Vicino allo spirito Lancia era la Delta prima serie (turbo, trazione integrale) specialmente secondo me nella versione 4WD che sotto a un aspetto elegante e sobrio nascondeva una meccanica all'avanguardia e sportiva.

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  5. On ‎02‎/‎05‎/‎2017 at 16:41, PapisHF dice:

    Il nuovo family feeling Lancia per gli anni '90. Y a grandi linee già definita e Dedra II (poi Lybra molto più tardi tra ripensamenti e discussioni), disegni di Fumia del 1992.

     

    2-Y-figurino-EF.jpg

     

    4-Lbra-primo-schizzo-EF-02.92.jpg

     

    Certo che tra la proposta di Fumia per la Lybra e l'infelice realizzazione di Robinson c'è una bella differenza...

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  6. 4 ore fa, T a u r u s dice:

    Seat non ha alcun diritto di usare il nome e l'heritage della 600 fuori Spagna. 

    Dauphine e R4 non hanno avuto mai lo stemma vero e proprio Alfa Romeo, erano modelli prodotti su licenza per volontà IRI per competere con FIAT in segmenti non coperti dalla gamma Alfa Romeo, e ovvio non hanno alcun posto tra le vetture marchiate con il biscione, solo ARNA(Nissan/Datsun Cherry) ha avuto il logo vero e proprio Alfa Romeo anche perché montava un motore alfa romeo. 

    Volkswagen era in pessime condizioni finanziare figuriamoci se poteva comprare Lancia, piuttosto sarebbe interessante se Fiat non aveva dismesso la partnership con NSU(Neckar) per la produzione di modelli Fiat su licenza in Germania. 

     

    NSU Neckar-Fiat e NSU erano distinte. La NSU poi acquistata da VW non era la (NSU) Neckar.

  7. 15 ore fa, lukka1982 dice:

     

     


    Ed infatti le indiscrezioni arrivate da fonti sindacali di Mirafiori parlano di avvio della produzione delle E CUV entro la prima metà del 2018...
    I miei soliti due cents... preview in salone americano ad inizio anno, poi Ginevra con vendite dopo l'estate '18.

     

     

    Le voci sindacali invece sono allamate perché non è stata confermata nessuna produzione Alfa Romeo a Mirafiori ma solo la prossima Maserati GT. D'alta parte ha poco senso una E SUV a Mirafiori dato che la base sarà Giulia/Stelvio e non Levante. La produzione sarà quindi più probabilmente Cassino.

    Quindi come già detto:

    Cassino: Alfa derivazioni di Giulia (Giulia, Stelvio, E CUV, E Sedan, D GT...) trazione posteriore e integrale motore longitudinale

    Pomigliano: Alfa derivazioni next Giulietta (Sedan, CUV...) trazione anteriore e 4x4 motore trasversale

    • Mi Piace 1
  8.  

    6 minuti fa, Matteo B. dice:

    isogrifo,  comunque quel plan non è più attuale al 100%.

     

    ci sono meno versioni a 4WD nelle sportive.

    Certo, è stato posticipato l'arrivo di Alfieri, se mai arriverà, la nuova Granturismo però arriva nel 2018 (è stata annunciata anche ai sindacati) e la Quattroporte 4WD pure.

  9. Il sequel della 4C è quasi certo (di certo in FCA non c'è niente, come più volte abbiamo visto...) d'altra parte la Adler che ne produce la scocca ha ottenuto fondi pubblici per oltre 30 milioni di euro per questo progetto, ha acquisito il know how grazie a Dallara (finanziamenti anche FCA), CNR e CRF e abbandonare il progetto ora nella piena maturità sarebbe una follia, senza contare oltre 100 dipendenti dedicati esclusivamente a questo prodotto in un territorio con grande tasse di disoccupazione.

    Una versione da affiancare a 4C inoltre era già prevista come Abarth, cosa che poi non ha avuto seguito.

    La speciality Lancia (New Stratos? o anche altro dato che anche la Lancia di specialities ne ha costruite diverse e tutte vincenti Rally 037, Montecarlo Turbo Gr5...) servirebbe a lasciare in vita il brand che visto l'orientamento "alta gamma" di tutta FCA (anche Dodge abbandona la Dart e Chrysler la 200C) potrebbe vedere nuovi sviluppi in un futuro non prossimo.

     

    Lancia, scusate se vado OT, negli ultimi mesi è nuovamente oggetto di discussione. E' giusto farla morire o in futuro potrebbe riprendere vita?

    Come per Alfa Romeo c'è stato un repentino e brusco cambio di orientamento (doveva scendere di aspirazioni e diventare concorrente di VW, vd. le opinioni di Wester nel "lontano" 2010 http://www.virtualcar.it/harald-wester-e-la-nuova-alfa-romeo-intervista-a-quattroruote-e-brevi-considerazioni/) così potrebbe avvenire per Lancia.

    Una speciality che tenga vivo il brand è quindi quanto mai possibile e di attualità.

     

     

     

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  10. 25 minuti fa, TONI dice:

    mi fa sorridere pensare a mirafiori, che nemmeno troppo tempo fa sfornava migliaia di utilitarie, con una produzione di un suv maserati, un suv ed un' ammiraglia alfa e due specialities alfa e lancia

     

    a sto punto potremmo chiudere maranello e fare pure le ferrari no ? :)

    E' così, oramai non è più possibile produrre in Italia auto economiche, la politica (giusta secondo me) di Marchionne è produrre in Italia auto di alto costo, quindi le Maserati a Mirafiori e Grugliasco, le Alfa seg.D/Dsuv/Dsp ed E/suv a Cassino e C/Csuv Pomigliano e le Bsuv 500x e Renegade a Melfi. Le ultilitarie in Polonia, Turchia e forse (se non verrà ceduto) Serbia.

    • Mi Piace 8
  11. Il piano Maserati è molto chiaro. Eredi di GT e GC a Mirafiori (ai sindacati è già stato comunicato) su pianale Ghibili-Levante-Quattroporte.

    A Mirafiori a presto la decisione per lo spostamento dell'evoluzione 4C (quasi certa) e della possibile derivata speciality Lancia (per non fare morire completamente il brand).

    A Modena non ci saranno più produzioni, ma nello storico stabilimento di via Ciro Menotti verranno concentrati i centri Maserati di via delle Nazioni (ex Qvale, Maserati Corse) e l'Alfa Romeo - Maserati - Development Building di via Emilia Ovest

     

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  12. Non sono d'accordo.

    1) Fu Suzuki a dichiarare VW un'azienda incapace di fornire tecnologia, e non viceversa.

    2) Al momento dello scambio di quote VW si disse pronta ad acquisire altre quote in futuro, ma Suzuki non era assolutamente obbligata a venderle.

    3) Suzuki e VW alla fine dell'arbitrato si sono riscambiate le rispettive quote senza esborsi da nessuna parte con le ovvie differenze di plusvalenza dovute agli andamenti azionari.

    Trovo che per Suzuki, che ha chiaramente e violentemente violato gli accordi con VW l'uscita sia stata molto soft.

    Io mi chiedo?

    1) Come mai improvvisamente Suzuki ha rifiutato i diesel VW scegliendo i Fiat?

    2) Come mai pur essendo gia' chiaramente in torto per avere rotto unilateralmente l'accordo , lo stesso Osamu Suzuki rilascio' dichiarazioni diffamatorie sulla tecnologia VW, aggravando potenzialmente una possibile richiesta di danni da parte di VW?

    3) Come mai alla fine si e' risolto tutto, nonostante i danni chiaramente avuti da VW, con un semplice ritorno alle rispettive quote azionarie, e con un "eventuale" risarcimento da parte di Suzuki da stabilire al termine di un "eventuale' arbitrato?

    Io da questa storia ne deduco che Suzuki sapeva della frode realizzata da VW proprio su quei motori che avrebbe dovuto montare sulle sue auto.

    Impossibile credere che Suzuki non abbia realizzato test approfonditi che coinvolgevano anche le emissioni su motori da adottare sulle proprie auto.

    Suzuki ha cosi' rotto violentemente l'accordo sicura che non ci sarebbero state ripercussioni (infatti non ci sono state).

    Rompere l'accordo e' l'unica cosa che Suzuki poteva fare una volta compresa la truffa dei motori VW.

    Folle sarebbe stato montare i diesel VW taroccati nelle emissioni e contrario alla cultura giapponese.

    Naturalmente Suzuki non poteva denunciare VW immediatamente ma ha costretto VW a un divorzio molto soft.

  13. Non penso: la Volkswagen non aveva fatto mistero che per lei la collaborazione era solo la prima tappa per arrivare all'acquisizione, Mentre la Suzuki voleva rimanere del tutto indipendente, pur mettendo in comune le tecnologie. Ora non rammento i particolari, ma se non erro la Suzuki passò alla Volkswagen le sue tecnologie ibride, mentre quest'ultima si limitò a fornire i motori a gasolio, senza mettere in comune nessuna conoscenza a riguardo. A causa di ciò la Suzuki decise di acquistare i motori dalla FIAT (quasi a voler dire che non avevano bisogno di un fornitore) e questo fu il "casus belli" che portò alla rottura. Ad ogni modo riguardava il 1600, non il 2000 e quindi un motore che non aveva nulla a che vedere con questo scandalo.

    Anzi a mio parere se avessero avuto sentore di quanto sarebbe successo, avrebbero potuto sfruttarlo durante l'arbitrato, ottenendo una risoluzione della disputa più rapida e favorevole.

  14. L'accordo era ad ampio raggio su tutti i motori diesel, i 1.4 poi sostituiti dai 1.3 mj Fiat, i 1.6 e appunto i 2.0 sostituiti anch'essi dai 2.0 mj di Fiat.

    Suzuki si spinse a dichiarare che la tecnologia di VW non era all'altezza di quanto richiesto da Suzuki. Ai tempi rimasi sconvolto da tali dichiarazioni e mi chiesi come mai, nonostante queste dichiarazioni, VW fu poi molto morbida nel divorzio da Suzuki.

    Alla luce di quanto visto oggi è chiaro, senza ombra di dubbio, che Suzuki aveva scoperto l'inganno di VW.

    - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - -

    Lo scontro tra VW e Suzuki fu proprio sui diesel. Suzuki accusò poi i diesel VW di non essere abbastanza evoluti da equipaggiare le Suzuki. VW nonostante le dichiarazioni di Suzuki (che ai tempi mi lasciarono un po sbalordito) decise di affrontare un divorzio molto morbido da Suzuki.

    Volkswagen e Suzuki: è rottura

    Dopo l'ultimatum dei tedeschi, la casa giapponese annuncia la fine dell'alleanza. Lo scontro sui diesel Fiat

    Volkswagensuzuki_b1--180x140.jpg Osamu Suzuki e Martin Winterkorn Ceo di Volkswagen Suzuki ha deciso di porre fine all'alleanza con Volkswagen. Lo ha annunciato questa mattina in risposta alla nota del gruppo di Wolfsburg diramata ieri. I tedeschi accusano il costruttore giapponese di aver violato i termini dell'alleanza siglata nel 2009. Questo per aver scelto la Fiat, anziché la Volkswagen, come fornitore del motore 1.6 Multijet II da 120 CV. Nel giugno scorso, infatti, la Suzuki ha annunciato che il diesel prodotto a Torino sarà impiegato sulla prossima generazione della Sx4 prodotta nello stabilimento ungherese di Esztergom(dove nasce anche la Fiat Sedici). Un accordo che va ad aggiungersi ad altri già esistenti, come quelli per la fornitura del 2 litri MJT da 135 CV e per la produzione su licenza in India del 1.3 Multijet da 75 e 90 Cv. La Volkswagen, che detiene il 19.9% del capitale azionario della Suzuki, aveva dato «alla Suzuki periodo di tempo di alcune settimane per rimediare all'infrazione». «E' un passo spiacevole», proseguiva il comunicato di ieri, «ma necessario. Suzuki rimane un investimento interessante». Questa è solo l'ultimo atto di una lunga sequela di accuse e contestazioni fra di due partner: progetti mai decollati, assenza di comunicazione e interventi sui giornali del numero uno Osamu Suzuki in nome dell'indipendenza da Wolfsburg, il matrimonio è finito in fretta. In un report finanziario della Volkswagen relativo al primo semestre dell'anno si leggeva che «la collaborazione procede più lenta del previsto». Nelle mire espansionistiche dei tedeschi, che puntano a diventare il primo produttore automobilistico mondiale nel 2018, l'accordo con la Suzuki doveva servire ad aprire le porte del mercato indiano dove i giapponesi sono ai vertici da anni. In cambio la Volkswagen avrebbe offerto l'accesso alle sue piattaforme e alle tecnologie motoristiche.

    corriere.it

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