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  1. A seguito della mia seconda visita dell’ex stabilimento Bugatti di Campogalliano in maggio 2015 – questa volta con potente macchina fotografica al seguito – ritengo doveroso modificare questa mia discussione integrandola con foto migliori delle precedenti (scattate con uno smartphone…), più altre nuove. In questo modo mi auguro che il lettore apprezzerà, ma soprattutto coglierà, ancora di più la magia di questo luogo, che non è solo una fabbrica abbandonata, ma LA fabbrica dove si produsse l’ultima vera Bugatti sanguigna e passionale, prima che un’altra Casa ne facesse di lei un mero sfoggio di tecnologia totalmente asettica, un robot “senz’anima”, in contrasto con colei che la precedette. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- “Hic Sunt Leones”, tradotto letteralmente dal latino all’italiano significa “Qui ci sono i leoni”. Si dice che questa locuzione fosse utilizzata sulle carte geografiche dagli antichi romani, in riferimento al territorio africano, non tanto riferendosi ai felini che abitano quelle terre, quanto per i popoli che si batterono strenuamente e ferocemente (come dei leoni, appunto) all’avanzata romanica. Tornerò su questa frase alla fine….. L’avventura della Bugatti Automobili S.P.A. è durata una batter di ciglia (1987-1995, anche se la commercializzazione della prima vettura - la EB110 - è avvenuta nel 1992), ma per chi ci ha lavorato, per coloro che hanno preso parte a questa realtà, questi anni sono sembrati un sogno. Un sogno che hanno interrotto troppo presto e troppo bruscamente. Quello che vedrete è ciò che rimane dell’ex impero di Artioli. Iniziamo la visita! Nulla fu lasciato al caso, nemmeno la toponomastica. Inoltre il paese di Campogalliano, in quel periodo, attuò un gemellaggio con la città di Molsheim (che il sindaco successivo al fallimento, cancellò): L’insegna al di fuori della fabbrica troneggia, di un blu che ancor oggi non tende ad appassire: Per accedere all’interno bisognava citofonare, oppure inserire una tessera magnetica: L’edifico cilindrico, visto da lontano: I clienti parcheggiavano la vettura in questo parcheggio (i dipendenti in un altro, sulla sinistra): E poi accedevano all’interno dell’edificio a forma di parallelepipedo, attraverso un ingresso ora sommerso dalla vegetazione: Fotografia dell'epoca che mostra i due edifici e l'ingresso: (IMMAGINE TRATTA DAL SITO: Benedini & Partners) La sbarra d’ingresso per chi accedeva con la vettura: La sicurezza prima di tutto!: Scorcio di fabbrica dalla collinetta: L’edificio a forma di parallelepipedo, sede della dirigenza: Vialetto d’ingresso (poco dopo inizia il ciottolato bianco): REPARTO DIRIGENZA e PROGETTAZIONE Si entra da qua, l’uscita sul retro, quella da cui accedeva il personale la mattina: Questo è il punto in cui si congiungono i due edifici, quello cilindrico e quello a parallelepipedo: Hall principale, dove venivano accolti i visitatori: Ecco come si presenta l’ingresso principale, visto dall’interno: Un tempo qui era presente il busto di Ettore Bugatti, prima che qualche delinquente lo rubasse: La scrivania gestita dalle segretarie. Chissà quante chiamate sono passate da qui…Ecco ciò che rimane della strumentazione dell’epoca: A fianco è ancora presente la bandiera del Giappone, ricordo della presentazione della EB110 nel Pese del Sol Levante nel 1993: Vista panoramica della main hall (i lampadari sono una chicca): Fotografia dell'epoca che mostra la main hall: (IMMAGINE TRATTA DAL SITO: Benedini & Partners) Sala riunioni: Piccola salettina sul retro (non so cosa ci fosse…): Locale allarme: Sulla sinistra (dalla hall) si accede a quello che era il salone dei ricevimenti e dei grandi eventi, come presentazione di nuove vetture e cene di gala. Mi dispiace non aver scattato una foto migliore con il grandangolo, perché questo salone, da solo, “vale il prezzo del biglietto” da tanto è magnificente: Vi sono ancora affissi i manifesti dell’epoca, che raffigurano alcuni prodotti del brand “Creazioni Ettore Bugatti”, come il profumo Bugatti, gli occhiali da sole, lo spumante, i servizi da tè e caffè, ecc.: Da notare lo stile grandioso del soffitto, disegnato dall’architetto Benedini ispirandosi ai cerchi di una Bugatti Type 59. Mai visto niente di così grandioso: In un angolo sono ancora presenti tazzine di caffè, presumibilmente risalenti all’ultimo evento qui svolto: Per salire al primo e al secondo piano si utilizzavano gli ascensori: 1° PIANO Salite le scale, ci ritroviamo al primo piano. Quella che vedrete era la sede creativa e progettuale della Bugatti. Qua gli ingegneri progettarono la leggendaria EB110 e la splendida EB112. L’accesso era consentito solo al personale autorizzato: Una volta ottenuta l’autorizzazione, si sarebbero aperte le porte: E si sarebbe acceduti a questa stanza. Magnifica: Fotografia dell'epoca che mostra uno scorcio di sala, con i tecnici al lavoro: (IMMAGINE TRATTA DAL SITO: Benedini & Partners) Un po’ di preistoria informatica, d’altronde si parla di primi anni ’90…: Il corridoio del primo piano, che unisce i due edifici: Anche qui, tecnologia preistorica non meglio identificata (elaboratori, presumo): Armadi, armadi, nient’altro che armadi. Le pareti sono gli armadi stessi. Non potevo misurarli, ma ad occhio e croce sono alti almeno 3,50m, il che obbligava ad utilizzare scalette metalliche per accedere ai ripiani più alti. Sinceramente non comprendo l’esigenza di tutto questo spazio a disposizione. Un tempo, tra un armadio e l’altro, c’erano bellissimi disegni raffiguranti Bugatti del passato e altri stilemi Bugatti, ora sono totalmente spoglie.: Tutto il contenuto di questi armadi venne portato via dopo il fallimento, tranne questi faldoni. In essi sono contenuti tutti gli ordini effettuati dall'azienda tra il 1988 e il 1991: Il bagno al primo piano. L'ingresso porta i segni inequivocabili del sisma che colpì l'Emilia-Romagna nel 2012...: Lattine "vintage" al suo interno, bevute in uno degli ultimi momenti di pausa al lavoro: 2° PIANO Ecco la sala progettazione al secondo piano. Purtroppo la copertura del tetto è degradata dal tempo e dall'usura, con i conseguenti effetti. Davvero un peccato lasciarla così....: ...vedendo come era all'epoca: (IMMAGINE TRATTA DAL SITO: Benedini & Partners) Il corridoio del secondo piano: I bellissimi oblò che illuminano il locale. E' anche da scelte come queste che questo stabilimento fu definito "il più bello stabilimento automobilistico della sue epoca": Dettaglio: Grande stanza, presumibilmente luogo di alcuni vertici dirigenziali: Un luogo magico, il prossimo. La sede dell'ufficio del Presidente, Romano Artioli: Ecco come appariva l'ufficio del presiedente a chi solcava la soglia d'ingresso (da notare il vaso con la pianta, tutt'ora presente nel medesimo punto): (IMMAGINE TRATTA DAL SITO: Benedini & Partners) La stanza comunicante: Questa era la saletta dedicata, probabilmente, ai meeting con i clienti e i soci. Eccola in una foto dell'epoca, con protagonista il Presidente Artioli: Vista d'insieme dei due locali: Fotografia dell'epoca che mostra le due stanze. (IMMAGINE TRATTA DAL SITO: Benedini & Partners) Avviso che ormai non viene più rispettato.....: La fabbrica vista dall'alto del tetto: Porzione di pista di prova: Ma ora scendiamo ed usciamo, per dirigerci all'edificio che sta di fronte, ovvero il reparto di prova motori e trasmissione. REPARTO PROVE MOTORI, TRASMISSIONE ED EMISSIONI Vista dei due edifici. Nello specifico, quello color blu di Francia era il reparto delle prove motori, mentre quello bianco era il reparto dedito a trasmissione ed emissioni. Tutti i reparti avevano un nome e un numero di riferimento. In questo caso PM4 significa "Prove Motori 4": Iniziamo proprio da questo reparto. Qui dentro venivano testati i motori in ogni modo possibile (celebri i test di durata che duravano giorni e giorni): Interno sala (N.B.: purtroppo non disponevo del flash per la macchina fotografica, così sono dovuto ricorrere al cellulare in questi reparti): Quel che resta dei cavi all'esterno....: Altro reparto PM: Stesso locale, all'epoca. Qui eravamo ad inizio 1991, con la EB110 prototipo ancora con le linee di Gandini: Spostiamoci nell'edificio adiacente. Subito incontriamo il Laboratorio Emissioni: Vista della sala con le apparecchiature dedicate: Ciò che rimane delle apparecchiature dell'epoca: Interno sala, dove c'era il banco su rulli: Relazione su scarichi sperimentali: Sala parecchio "ingolfata" di lamiere, condutture e tubi: Taniche Bugatti. Chissà cosa contenevano...: Taniche "sponsor" della ELF, utilizzate per indicare il percorso da seguire all'esterno dello stabilimento: Un po’ di foto dell’esterno. Su questa parete c’erano gli sponsor e il grande logo Bugatti. Era anche lo sfondo prediletto delle foto scattate per la presentazione delle vetture e di quelle consegnate ai clienti (ad esempio la EB100 SS gialla consegnata a Michael Schumacher): Alcuni tra i fornitori "sponsor": E quel che rimane del logo, che a differenza di quanto si potrebbe pensare, non si è scolorito né è venuto via. E’ stato semplicemente coperto da un grande adesivo di colore blu, su volontà del curatore fallimentare. Ma sta inesorabilmente riemergendo….: Un paio di foto dell'epoca, scattate davanti a questo edificio: Ed infine, dirigiamoci verso l'ultimo edificio, i capannoni dove si assemblava la EB110. REPARTO PRODUZIONE, ASSEMBLAGGIO ED ESPERIENZA Reparto Produzione 2 e 3: Carrellata dell'interno del Reparto di Produzione: Foto dell'epoca del reparto: Sempre Reparto Produzione: Parte dell'unico macchinario rimasto: Quadro di controllo: Qui c'era il resto: Come si può notare in questa rara foto dei tempi: Lampada di ispezione delle vetture. Sono ancora tutte qui: Questo non saprei dire a cosa servisse (colonnina dell'acqua per gli operai?): Grandangolo dei due reparti produttivi appena visti: Locale magazzino, vuoto: Il reparto Esperienza, dove si mettevano a frutto nuove idee applicate all'auto: Immagini che fanno male... Archivio Esperienza: Innumerevoli disegni tecnici della EB110 e EB112 alla rinfusa: Altri faldoni, trattati come fossero carta straccia: Nella stanza a fianco sono presenti quadri elettrici e condotti vari: Reparto verniciatura (anche se le scocche arrivavano già verniciate, che sappia io da Bra (con)...): Qui venivano posizionati i contenitori con i pezzi delle vetture: I bagni del reparto produzione ed esperienza: SM 13. Sviluppo Motori 13? Altro magazzino. Non so che pezzi siano quelli sopra gli scaffali: In fondo la porta per accedere alla mensa, comune a operai e dirigenti. La scalinata per accedervi: Due raffigurazioni presenti in sala mensa. Anche qui automobili!: Qualche foto dell'esterno. I capannoni mostravano con fierezza e una certa ridondanza il logo di Ettore Bugatti: Qui si univano i due reparti, produzione ed esperienza (il primo, sulla destra, presente fin dalla nascita dello stabilimento, il secondo costruito in un secondo momento): Da più lontano: Due reparti diversi sia nelle lavorazioni che nell'architettura: L'edificio circolare della progettazione visto da dietro: Ingresso sul retro, da cui si accedeva direttamente ai reparti produttivi (presumo che i camion passassero da qui). La scritta "Bugatti Automobili" era identica a quella sul davanti, ma negli anni è stata rubata lettera per lettera....: Ed ora, per concludere, immagini che accrescono ulteriormente la nostalgia. Questo foto sono il ritratto della quotidianità di una delle aziende più speciali della propria epoca. Una quotidianità spezzata all’improvviso, come un ciclone che si porta via tutto, lasciando solo misere macerie. Un quadernetto sulla scrivania d'ingresso con le chiamate da effettuare in tale giornata. L’ultima data riportata risale al luglio del 1995 (l'inizio della fine, potremmo dire). Questa pagina è invece datata 07/03/1995: Il quaderno con il riepilogo delle chiamate ricevute e passate in quella giornata (questa pagina specifica è relativa ad un giorno di febbraio 1995): Quadernetto raccoglitore con gli ultimi veri Campioni della F1: Il foglio di una comunicazione interna, diramato e firmato dall’architetto Benedini in persona: Una raccomandata e un blocchetto di fatture: Una chicca. Questo poster riepiloga le relazioni e il tipo di relazioni tra le maggiori case automobilistiche nel 1991: Un calendario del 1993, ancora affisso in un ufficio della dirigenza. Su tutto, spiccano i giorni di prova a Nardò. Dopo quelle prove la Bugatti EB110 si fregiò del titolo di “Auto più veloce al mondo”, con le stratosferiche velocità di 342 km/h per la versione GT e di 351 km/h per la versione SS, poco tempo dopo: Una comunicazione interna, presente nei faldoni lasciati in dirigenza. Nella fattispecie, si parlava degli snodi delle sospensioni: Un foglio nel reparto assemblaggio con il riepilogo dei numeri interni di tutti i dipendenti dell'azienda al 10/04/1995: La pubblicità di un’agenzia di viaggi (tutt’ora esistente) in cui si proponeva una vacanza in Giordania: Una “Gazzetta dello sport” dell’11/09/1995 (pochi giorni prima della bancarotta): Un autentico PEZZO DA MUSEO. La porta originale della prima fabbrica Bugatti fondata a Molsheim da Ettore Bugatti. Molsheim 1909 - Campogalliano 1990 E' posta in fondo alla scalinata che conduce alla sala mensa. Viene da piangere solo a vederla......Pensare cosa voleva rappresentare e sapere com'è andata a finire.... Fax inviato il 22 settembre 1995 Chissà quanti pensieri si affollavano nella mente di una persona che stava vedendo trasformarsi il proprio sogna divenuto realtà sprofondare in un incubo... Comunque siano successe certe cose, rimane la nostalgia per qualcosa che era e non è più potuto essere, in un'epoca che era e non sarà più. Ed infine la foto più triste ma forse, paradossalmente, più significativa ed emozionante di tutte. Ricordate la frase con cui ho iniziato il “tour virtuale” e con cui ho detto che avrei concluso? Eccola. Una pagina di un calendario, risalente al settembre del 1995. E sulla data del 23 settembre, cerchiata in blu (un blu ormai scolorito dal tempo ma ancora presente), qualcuno scrisse: HIC SUNT LEONES Qui ci sono i leoni. Leoni che hanno vissuto un sogno e che hanno combattuto per mantenerlo in vita. Come gli Africani durante l’invasione delle loro terre da parte dei Romani. In entrambi i casi, sappiamo com’è andata a finire. L’importante però, anche se l’avversario è più grosso e forte di te e non hai scampo, è combattere come un leone, per non essere mai dimenticato. Bugatti Automobili S.P.A. fallì ufficialmente il 23 settembre 1995. Con lei se ne andò il sogno di un visionario diventato il sogno comune delle 240 persone che ivi lavorarono. E con lei se ne andò anche una parte di automobilismo Italiano, sanguigno, passionale e insuperabile, che troppo spesso - oggi - possiamo solo ricordare. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Qualche riferimento a pagine e video Il miglior sito dedicato alla Bugatti Automobili SpA. Foto dell'epoca, registro di tutte le auto vendute (con relative foto) e dei prototipi. Un appassionato non può trovare niente di meglio! The Bugatti EB110 Registry Bellissimo documento dal titolo "Bugatti in Italia". Tutto da leggere, ma la parte che più interessa a noi inizia a pagina 28. PDF da scaricare dal sito dell'AISA - Associazione Italiana per la Storia dell'Automobile AISA - Associazione Italiana per la storia dell?Automobile Video dell'epoca, realizzato all'incirca nel 1993/1994, molto interessante perchè mostra uno spaccato di realtà dell'azienda: Video sulla Bugatti di Artioli, con interviste al Presidente, al collaudatore Bicocchi e al Capo Progettista iniziale della EB110, Stanzani. Una gemma rara e preziosa, di quella che può considerarsi a tutti gli effetti una delle più belle avventure automobilistiche di ogni epoca: Video realizzato nel maggio 2014 dal collezionista, broker e venditore svizzero Kidston, con interviste importanti (Artioli, Bicocchi, Sighinolfi, Trombi, Pavesi), due EB110, una GT e una SS, più qualche spezzone di filmato d'epoca: ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Per coloro che volessero visitare come me questo autentico "tempio" dell'automobilismo, ecco nome e numero di telefono del custode dello stabile (su richiesta esplicita dello stesso): EZIO - 338 9313173 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ALTRE NOTIZIE, APPROFONDIMENTI, OPINIONI E TESTIMONIANZE, SEGUIRANNO NELLE PAGINE SUCCESSIVE ! GRAZIE A TUTTI PER LA LETTURA E IL CONTRIBUTO.
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