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  1. Dunque dunque, anzitutto voglio dire che, come domandai quando accennammo all'argomento in questione, non so bene dove mettere questo topic... perché l'auto oggetto del papiro ancora storica non è, anche se ahimè non la fan più da un pezzo. Però non è neanche un'auto di produzione da mettere nella sezione Fiat... o si può? Insomma oh... io lo metto qui. Mettevetevelo un po' dove vi pare :D:D Dunque dunque nr.2 mi si chiede di scrivere qualcosa sulla genesi stilistica del Fiat Coupè. Anzitutto signorina la ringrazio per la domanda. (come diceva.... lui) Dunque dunque nr.3 anzitutto bisogna dire che il progetto per il coupè Fiat, che in principio si chiamava progetto “coupè S” fu avviato all'interno del CS nel marzo del 1990, periodo in cui responsabile del Centro era Fioravanti, affiancato da Maioli nel ruolo di coordinatore del design Fiat Lancia ed Alfa. Nello stesso periodo l'incarico riguardante la sportiva Fiat veniva affidato anche alla Pininfarina. Il cosiddetto “coupè S” nasceva da un'idea di Bangle, il quale in seguito sarebbe diventato direttore dello stile Fiat prima di andare in Bmw. I primi schizzi, suoi e del suo staff, mostravano una vettura veramente “coupè”, cioè tagliata nella parte posteriore, con un lunotto che si estendeva al di sotto della linea di cintura. Tale trattamento era ancora visibile nei primi modelli in polistirolo, che evidenziavano anche la presenza del motivo dei tagli in fiancata fin dall'inizio, benché realizzato in maniera diversa rispetto a quello che caratterizzò la vettura finita. (da buon feticista mi chiedo cosa sia quella "roba" di sfondo nella prima di queste tre immagini...il pesante restyling Thema che si diceva esistesse prima della K? Sembra una mega VW Vento ) Altre foto migliori delle maquettes Bangle. Tale proposta non risultò soddisfacente dal punto di vista aerodinamico, quindi fu evoluta e fu preso in considerazione anche l'inserimento di un meccanismo che permettesse alla parte posteriore di sollevarsi per fungere da spoiler, soluzione che poi fu giudicata troppo complessa. Il passo successivo vide la nascita di un codino, un piccolo terzo volume che modificava sostanzialmente la vista posteriore rispetto ai bozzetti iniziali. Anche l'anteriore assumeva una connotazione differente: scomparivano i fari lisci e la griglia di tipo tradizionale, e venne inserita la soluzione del “cofango” (corpo unico per parafanghi e cofano), un'idea di Pininfarina che veniva portata avanti sulla spider Alfa Romeo e che fu ripresa da Fiat anche per il suo coupè. In questa maquette vediamo spuntare il cofango ma manca ancora il codino. In questo bozzetto di Basso invece vediamo comparire il terzo volume con già un'idea di fanaleria a doppio tondo o ovale sovrapposto. Va detto che esisteva un'altra proposta, sempre dal CS, più tranquillla, che venne elaborata in due interpretazioni diverse. Alla presentazione delle prime proposte, nel gennaio del 1991, Fiat si dimostra orientata verso il modello di Pinin, che presenta un approccio fortemente diverso da quello espresso dal CS. Le forme sono al passo coi tempi ma l'impostazione è classica, con riferimenti a sportive passate e presenti (in particolare all'epoca si sottolineava una reminiscenza Ferrari Dino all'anteriore e Ferrari 456... che bene o male era in dirittura d'arrivo... come quarto posteriore). Una proposta più facile da assimilare insomma. (qui sopra a dire il vero io ci trovo qualcosa di molto piacevole per i tempi... normale ma molto piacevole... questa qui a destra io avrei voluto vederla in strada...) Andando a spulciare, si trovano tre differenti maquettes di Pinin. Questa, di cui purtroppo non abbiamo la vista anteriore... Quest'altra con fari ovali di cui invece ci manca il posteriore... E la terza, che viene presentata come quella scelta da Pinin per la sfida. (qui sopra con spoiler posteriore, e qui sotto in foto migliori con i cerchi definitivi del Coupè) I designer Fiat comunque proseguivano nello sviluppo del loro modello, con risultati per certi versi eclatanti e un'originalità formale che venne premiata. Cantarella infatti volle un prodotto innovativo e il nuovo Coupè così come era proposto dal CS Fiat rispondeva a questi requisiti. Così c'è il ribaltone, il CS torna in scena alla grande e la sua proposta viene eletta a sviluppo finale del progetto; così la Pininfarina trasferisce le verifiche tecniche di cui era incaricata sul modello Fiat, e siamo nel maggio del 1991. A questo punto riportiamo il pensiero dell'Ing. Nevio Di Giusto, che aveva seguito il progetto dal gennaio 91 come responsabile del CS Fiat e dal maggio del 92 come coordinatore dei tre Centri Stile del Gruppo (succedendo a Maioli), che spiega quali furono i criteri che motivarono questa decisione. “Non era questione di scegliere il modello più bello, o di fare dei confronti su basi puramente estetiche. La proposta di Pininfarina era molto curata, lineare, com'è tradizione dell'azienda, e probabilmente si prestava ad interpretare un marchio classico come, ad esempio, quello Lancia. Invece volevamo un po' di rottura, rinnovamento, aggressività anche, per dimostrare che il coupè poteva essere interpretato in modo nuovo. Il cofango, ad esempio, elemento molto apprezzato della vettura, è un messaggio ben preciso, un oggetto funzionale assai complesso, che funge da cofano, da parafango e da alloggiamento per i fari.” La soluzione scelta per i fari anteriori fu dettata da esigenze tecniche. Una volta stabilito il telaio, lo stesso della Tipo (sempre lei ) e definiti i parafanghi arrotondati, il faro doveva sporgere, proprio perché prosecuzione della curva del parafango stesso. Non si volle ricorrere ai fari a scomparsa perché ritenuti una negazione della sportività, pesanti e penalizzanti per l'aerodinamica. La doppia cupola che ricopre i proiettori fu quindi una scelta naturale, con molta attenzione alla forma ed uno sguardo al passato, ricordando da vicino la calotta ad “unghia” che riparava i fari delle vecchie sportive Ferrari come la GTO. Un riferimento storico analogo era rintracciabile anche per le luci posteriori e, ad osservare bene, per il trattamento della fiancata: molte sportive degli anni 50-60 presentavano linee del parafango di altezze diverse che si incrociavano all'altezza della porta, e la Fiat 8V del 1952 è una delle prime che vengono spontanee da ricordare. Le luci posteriori tonde erano anche un richiamo alle Ferrari, benché non fossero affiancate orizzontalmente. I designer non volevano dei fari piatti, e preferirono inserirli annegandoli nel breve volume di coda. A tal proposito sentiamo ancora Di Giusto: “Gli elementi che rappresentano un richiamo al passato, i fanali anteriori e posteriori ed il tappo della benzina, sono facilmente identificabili nel contesto di una superficie pulita.” La maniglia della porta, posta in alto, sul montante, per non turbare la linearità della fiancata là dove una normale maniglia a scomparsa avrebbe intaccato l'integrità della lamiera, era un esempio di questa filosofia e, al tempo stesso, di quella ricerca di funzionalità ed ergonomia propria dell'interpretazione Fiat del tema sportivo. Giusto in tema di funzionalità, per ottenere una luce d'apertura del bagagliaio di ampiezza soddisfacente, i designer rinunciarono alla soluzione che prevedeva la prosecuzione del taglio della fiancata sulla coda della vettura e lo sdoppiamento dei due motivi della fanaleria, uno sulla lamiera ed uno sul paraurti, perché ciò avrebbe comportato una battuta del portello molto alta, seguendo l'altezza della giunzione fra paraurti e lamiera. Il portellone fu invece scartato in primis, perché la rigidità torsionale doveva essere un presupposto imprescindibile. Parlando di interni, delle varie proposte abbozzate dal CS Fiat, una fu portata in tridimensione. Le linee erano molto tondeggianti, in accordo con la prima tendenza del design esterno. Ma presto tale proposta venne abbandonata in favore dell'allestimento disegnato da Pininfarina, che subito raccolse consensi unanimi (e lo credo... a titolo personale resta il più bell'interno Fiat degli ultimi 30 anni... ogni volta che la guardo mi ci perdo.. forse per me non solo parlando di Fiat... forse in generale è uno degli interni che ho amato di più... veramente stupendo). Riguardo la fascia in lamiera in tinta veicolo che dal cruscotto andava a correre sui pannelli porta, è da citare un aneddoto. Tale fascia era nata come prerogativa per il modello proposto da Pininfarina (non di interni, il modello vero e proprio, quello scartato perché troppo classico) che aveva una linea di cintura più bassa. In pratica questa fascia correva subito sotto il vetro, collegandosi attraverso di esso alla lamiera esterna della porta. Scegliendo il modello del CS Fiat, tale fascia fu conservata ma vista la cintura un po' più alta, divenne un inserto nel pannello, perché quest'ultimo andava a lambire il vetro con un bordo di plastica superiore. Riguardo la costruzione, il Coupè venne poi realizzato integralmente in lamiera con l'industrializzazione da parte della Pininfarina, che la produceva a Grugliasco. Il progetto comunque in una prima fase aveva preso in considerazione l'utilizzo di resine termoplastiche ed alluminio. La storia raccontata da Auto & Design si concludeva poi con una puntualizzazione che casca a pennello con alcuni discorsi che facevano l'altra sera, riguardo la possibilità di attribuire o meno la paternità di un progetto ad un unico designer oppure no. A&D infatti definiva un po' riduttivo riferirsi al Coupè Fiat come “il coupè di Chris Bangle”, perché come ogni auto, era il frutto del lavoro di una equipe. Chiudiamo con la dichiarazione di Peter Davis, direttore del design Fiat al momento della stesura della Design Story. “Secondo me Coupè Fiat è un messaggio dello Stile Fiat al mondo del design dell'automobile. Un messaggio che ha fatto discutere, ma ha suscitato ammirazione da parte di molti designer. Si potrebbe paragonare ad un quadro: esiste la tecnica 'fotografica', ma c'è anche Andy Warhol.” The end GTC :saggio
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