Ho 17 anni scarsi ma un'idea me la sono fatta, considerando anche il fatto che mio padre si è (ri)sposato da meno di una settimana.
Il problema vero è che spesso le giovani coppie che si sposano lo fanno (ancora oggi, nel 2004) spinti dalle famiglie o dell'uno o dell'altro, ignorando il vero significato del matrimonio. Credo sia più la voglia di vivere un giorno "magico" e di dire "ho un marito" che il vero significato religioso e spirituale. Non voglio - sarebbe quanto di piu' sbagliato - generalizzare ma spesso è il valore sociale, lo status di "sposato e riconosciuto dalla chiesa" che conta di più, per se e per la propria famiglia.
Attenzione: Non voglio assolutamente denigrare il valore del matrimonio che, secondo me, se affrontato con consapevolezza rimane ancora oggi una forte colonna (e collante) della nostra società. Dico solo che forse bisognerebbe riflettere piu' profondamente sul significato del matrimonio, oggi.
Per quanto mi riguarda, non c'e' differenza tra una convivenza e un matrimonio se c'e' l'Amore, quello con la A maiuscola.
La penso esattamente come te...
L'unico problema secondo me, e che tante persone si sposano, e dopo un po' di tempo perdono di vista l'obbiettivo primario, cioè esser felici... :wink:
...essere felici, far felice l'altro, darsi gratuitamente al partner....tutte cose ke finkè si è fidanzati (e alla sera ognuno torna a casa sua) è facile portare avanti ma ke poi da sposati (vivendo sempre fianco a fianco e dopo anni) si finisce x perdere di vista