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Lisse

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  1. Con i primi tepori primaverili, inizia la sete di Riesling teutonico, così ho stappato una boccia di WEINGUT JOHANNISHOF Rheingau Riesling Kabinett Trocken "Rüdesheimer Berg Roseneck" '11 - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Prima di scrivere qualcosa della bottiglia, vediamo se qualcuno dei lettori ha delle curiosità sui vini teutonici..
  2. A Bordeaux ed in gran parte del mondo, la barrique ha capacità di 225 lt; in Borgogna viene chiamata "pièce" e tiene 228 lt; in Champagne, spesso è da 205 lt. So che esiste la démi-barrique, da circa 110-115 lt. Per i tagli inferiori alla barrique, in Italia usualmente si usano i termini "carato" o "caratello". - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Quel giorno (agosto 2006) tornai bambino...:D:D
  3. Questa sarebbe l'eccezione.. normalmente si tosta, più o meno. - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - "Botte di rovere" genericamente... tonneau è considerata ancora una botte piccola, diciamo dai 350 ai 700 litri o poco più. - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Certo, la vinificazione dei vini base (i "vins clairs" che dicevo prima) si può fare sia in acciaio che in legno (di tutti i formati)... sono diversi gli Champagne che provengono da vinificazioni in legno.
  4. Fût de chêne = botte di rovere... se sia della reputatissima foresta di Tronçais (dipartimento dell'Allier) non è dato sapere.
  5. Peccato per la Giorgi: per il secondo anno consecutivo battuta in finale a Katowice, da avversaria teoricamente inferiore, dopo avere sconfitto in semifinale la Radwanska.. Credo sia ora si cerchi un coach decente, per cercare un poco di continuità ad alto livello, distaccandosi dal padre-allenatore.
  6. Quelli sono i "vins clairs". - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Nix - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Visto che scrivevo di "metodo classico", oggi ho stappato il "Grand Brut Ultradition", lo Champagne di base dei fratelli LAHERTE.. grande spalla acida, viva freschezza, buona mineralità, fiori e frutta bianca, crosta di pane, estrema facilità di sorso.. una bolla relativamente facile, ma anche rigorosa e che a me piace sempre molto a tavola. Comprando on-line in Francia si trova a prezzi decenti. Molto bella la contro-etichetta, con tante informazioni utili e che raramente si trovano: 60% Pinot Meunier, 30% Chardonnay e 10% Pinot Noir (col 40% di vini di riserva) vinificazione in legno fermentazione malolattica parziale, con sei mesi di affinamento sulle fecce fini dosaggio 6-8 grammi/litro, quindi un brut abbastanza secco sboccatura luglio 2014... sono passati nove mesi, quasi il minimo per goderne.
  7. Non so se sia corretto chiamarli così, i "vins de réserve" sono i vini invecchiati che si aggiungono al vino d'annata quando si fa la cuvée, prima di aggiungere lieviti e zucchero. Per me è comunque un "liqueur d'expédition".
  8. Sì, alcuni produttori, per alcune selezioni, aggiungono solo lo stesso vino..
  9. Oggi parliamo degli spumanti “a metodo classico”, ovvero rifermentati in bottiglia. Parliamo, per esempio, in Italia di spumanti che riportano in etichetta “Franciacorta”, “Trento”, "Alta Langa", “Talento”, in Francia “Champagne” e “Crémant”. Come si producono? Perché costano più degli altri vini? Brevemente e con tutti le varianti del caso, in base ai vari disciplinari di produzione, possiamo dire che, dopo la vinificazione, al vino fermo (ed imbottigliato in vetro) vengono aggiunti zucchero e lieviti, con la successiva chiusura con tappo a corona (rarissimi i casi del tappo in sughero) ed accatastamento per alcuni mesi (da 8-10 mesi, fino a 40-50-60…). I lieviti si mangiano lo zucchero e producono anidride carbonica (le bollicine), provocando anche l’aumento della gradazione alcoolica di circa un grado. Alla fine, i lieviti, non avendo più zucchero per alimentarsi, muoiono e si depositano sul fondo della bottiglia. Per la loro rimozione, i francesi si sono inventati le “pupitres”, dei cavalletti di legno dove le bottiglie sono infilate dal lato del collo e quotidianamente ruotate di circa 1/8, aumentando l’inclinazione. Dopo 30-35 giorni, le bottiglie sono quasi in verticale (a collo in giù) e tutto il deposito è nel collo. Questa operazione manuale, molto dispendiosa, viene ora (spesso ma non sempre) eseguita tramite macchinari automatici chiamati “giropalette”. Ora bisogna togliere dal collo i residui… l’operazione chiamata “dégorgement” in francese e da noi “sboccatura”. Il collo delle bottiglie viene immerso in azoto liquido, all’interno si forma un ghiacciolo che racchiude i sedimenti, viene tolto il tappo a corona e la pressione presente nella bottiglia (circa 6 atmosfere) espelle il ghiacciolo. A questo punto, prima della tappatura col sughero “a fungo”, serve rabboccare la bottiglia. Con cosa? Col “liqueur d’expédition” che è il “segreto” di ogni casa produttrice.. si tratta di una miscela di vini di riserva, alla quale possono essere aggiunti altri aromi (non meglio identificati:roll:) e perfino distillati. Fondamentale è l’aggiunta di zucchero, che determina il grado di dolcezza dello spumante. Chissà quante volte avrete letto o sentito la parola “Brut” e vi siete chiesti il significato.. Allora: se non viene aggiunto zucchero, lo spumante si definisce “Pas Dosé”, anche detto "Nature", “Non Dosato”, “Dosaggio Zero”… se la quantità aggiunta è minima avremo un “Extra-Brut”, per una quantità poco maggiore un “Brut”… queste sono le tipologie più diffuse. Non Dosati ed Extra-Brut sono le tipologie più secche e spesso gradite ai super-appassionati (anch’io!) perché meglio lasciano leggere le caratteristiche del vino; i Brut sono leggermente più morbidi, graditi a tutti e più "gastronomici".. il dosaggio maggiore, poi, permette di uniformare maggiormente le produzioni delle varie annate, cosa ricercata dalle grandi case (per le quale il vino dovrebbe sempre essere uguale.. ma così non è!). Salendo ancora con la quantità di zucchero avremo gli Extra-Dry, come sono la maggior parte dei Prosecco (che però sono quasi sempre metodo “Charmat”, rifermentati in autoclave), ed i Dry, praticamente già abboccati (tipo i Prosecco “Cartizze”).. poi ci sarebbero i Sec ed i Demi-Sec, che dovrebbero essere quasi dolci… ma gli Champagne Demi-Sec che ho provato io erano ancora “troppo poco” dolci per poterli abbinare ad un dessert.. Come avete letto (se siete riusciti ad arrivare fino qui:idol:..) la procedura è ben più complessa e con tempi molto più lunghi rispetto a quella per produrre un vino fermo e giustifica un costo maggiore.. se trovate in commercio uno spumante metodo classico ad 1,99… beh, ci deve essere qualcosa che non quadra…
  10. Ed io che avevo una 500R del '74...... pero aveva il tettuccio in tela:mrgreen:
  11. Nella mia "lezioncina", mi sono scordato:roll: di darvi il mio parere su come conservare le bottiglie. La situazione ideale sarebbe avere una cantina molto interrata, buia, con temperatura costante fra i 12° ed i 14°C tutto l’anno, con umidità 70%-80% (la poca umidità secca i tappi ed è un guaio, la troppa umidità rovina le etichette delle bottiglie e provoca qualche muffa, ma è un danno minore), lontana da fonti di vibrazioni… chi ne può disporre è a cavallo e può dimenticarsi i suoi Bordeaux e Barolo in cantina per cinquant’anni, senza problemi. La realtà è ben diversa e ci si deve arrabattare… iniziamo dalle priorità: se veramente voglio acquistare vini all’uscita sul mercato ed invecchiarli lungamente (quindici-venti anni come meritano Barolo e Brunello, anche di più i Bordeaux), devo ricreare condizioni simili. Serve trovare un locale da isolare al meglio (almeno 6-8 cm. di materiale, mi dicono che il polistirene estruso sia quello più economico fra gli idonei) ed acquistare un condizionatore da cantina, cioè macchine che possono portare la temperatura al livello richiesto.. per esempio, cercate EUROCAVE su Google.. la loro macchina per condizionare un ambiente di 25 mc costa attorno ai 2.800 euro. Se le mie esigenze sono limitate, diciamo che voglio conservare i miei vini per 4-5 anni prima di berli, posso allargare la forbice delle temperature: meglio che d’inverno non si scenda sotto i 10°C e meglio non passare i 20° d’estate… in questi casi, a qualcuno potrebbe essere sufficiente un po’ di isolamento, senza condizionatore. E’ particolarmente importante che la variazione di temperatura sia il più graduale possibile (gli sbalzi sono deleteri). Invece, se compro bottiglie e le smaltisco nel giro di 6 mesi.. beh, cercherò di non tenerle alla luce diretta, sul terrazzo di casa, oppure piazzate sulla mensola del caminetto (acceso)... un minimo di cura e non riuscirò a rovinarle. Due parole sulle “cantinette” oppure “armadi-cantina”: si va da prodotti estremamente basic, da 2-300 euro per stivare 20-30 bottiglie, a prodotti professionali, da centinaia di bottiglie e molte migliaia di euro. Quelli più semplici sono praticamente solo dei refrigeratori, dove tenere qualche bottiglia da stappare nel giro di qualche mese.. l’importante è che ci sia il controllo dell’umidità: un frigorifero asciuga troppo l’aria (seccando i tappi) e che non ci siano vibrazioni. Io non le vedo mai come soluzione ottimale, se non per casi particolari: il vero appassionato non ha mai spazio a sufficienza e gli armadi di grande volume e di qualità (che permettono l’invecchiamento per anni delle bottiglie) costano uno sproposito, oltre ad essere ingombranti… meglio condizionare un ripostiglio, ci stanno più bottiglie e si spende meno;).
  12. Nella zona pedonale. Castello non visitato, però andai a vedere il Musée des Blindés... me-ra-vi-glio-so... - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Nix blog. - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Le passioni sono PASSIONI!
  13. Bottiglia che più "smart-buy" non si può: quando comprai (fine 2012 o inizio 2013) chiedevano 50 euro per la scatola da sei, oppure 8,90 cadauna sfuse.. in etichetta riporta "Chianti Colli Senesi", ma sarebbe un Rosso di Montalcino, solo che la vigna si trova ad una quota maggiore rispetto a quanto prevede la DOC ed il produttore deve "declassare" a Colli Senesi.. Seguo LE RAGNAIE da un lustro, non solo per il Colli Senesi, ma anche il Rosso di Montalcino ed i Brunello (base, "Vecchie Vigne" e "Fornace"), riponendo fiducia nel bravo Riccardo Campinoti e quest'anno se ne sono accorti un po' tutti... infatti fioccano punteggioni (anche 100/100) per i suoi Brunello 2010.
  14. LA MAGIA mai bevuto... un appunto sulla classificazione in stelle delle annate fatta dal Consorzio: è sempre esagerata (devono pur vendere:roll:).. per me, le annate CINQUE STELLE della scorsa decade sono 2001-2004-2006-2010... la 2007 non va oltre le tre e mezza. Circa il Tignanello, spero che ti piacerà, però, da almeno un decennio, è solo l'ombra del bel vino che veniva prodotto fino agli anni '90... l'hai pagato ancora nella fascia 45-50? Sono un sacco di soldi.. Di buono, il Tignanello aveva che non necessitava di stappature anticipate*.. aprivi, versavi ed era già buono. - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - *Forse è il caso di fare quattro parole sulla stappature delle bottiglie.. Le convinzioni sono le più disparate e quelle che riporto sono semplicemente le mie, date dall’esperienza e comunque opinabili e sindacabili a volontà… Difficile dare delle regole generali: ogni tipologìa di vino vorrebbe le sue, da differenziare in base all’età della bottiglia. Prima mia convinzione: odio il decanter e lo utilizzo raramente.. caso tipico quando il sughero si sbriciola () e finisce dentro la bottiglia… allora travaso nel decanter, filtrando con un colino. C’è chi vorrebbe utilizzare il decanter per i vini molto giovani, che a volte possono faticare ad espandare i loro profumi alla stappatura, chi invece lo userebbe per i vini molto vecchi, per ri-ossigenarli dopo 20-30-40 anni di vetro (troppo ossigeno, però, potrebbe fare “morire” in pochi minuti un vino molto maturo… è successo più volte:(). Generalmente, i vini bianchi si possono stappare al momento o pochi minuti prima. I vini rossi strutturati è necessario aprirli qualche ora prima (2-4-6 o più).. io preferisco la “stappatura alla borgognona”: stappo, verso un bicchiere di vino e lo faccio roteare un po’, lo lascio nel bicchiere 10-15 minuti, poi lo rimetto nella bottiglia.. che a volte ritappo, altre volte la lascio senza sughero, in base all’impressione che ho… succede che ripeta l’operazione dopo un po’ di tempo, se lo ritengo necessario. Alcuni vini, addirittura, andrebbero stappati il giorno prima per essere goduti.. ma qui è necessario conoscere bene produttori, vini ed annate.. uno di questi è il Montepulciano d’Abruzzo del Maestro VALENTINI. - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Mi pare il caso di proseguire, scrivendo qualcosa sulla temperatura di servizio del vino.[TABLE=width: 100%] [TR] [TD]Importantissima: tante volte ho visto buoni vini rovinati da qualche grado in più od in meno. I vini bianchi vanno bevuti freschi, ma non gelati.. se qualche Prosecco può andare bene a 4°, bollicine più valide ne vogliono 6°-8°.. diciamo più il vino è semplice, più freddo può essere servito.. un bel bianco fermo deve stare attorno ai 10°, per arrivare a bianchi corposi e vecchi che reggono anche i 12-14°. I vini rossi più semplici vanno bene a temperatura “fresca di cantina” (circa 14-15°), per quelli più strutturati si può andare sui 17, max 18°C… non lasciatevi abbindolare da chi dice “temperatura ambiente”, sopra i 20°C il vino diventa brodo e perde moltissima piacevolezza. Come regola generale: meglio un paio di gradi in meno che uno in più! Ricordatevi che bastano pochissimi minuti per fare prendere un paio di gradi al vino nel bicchiere, perché il vino va lasciato almeno qualche minuto nel bicchiere.. non si deve versare e tracannare![/TD] [/TR] [/TABLE] - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Termino con le informazioni propedeutiche, accennando ai bicchieri. Qualsiasi vino minimamente decente merita di essere servito in un bicchiere con lo stelo: immediatamente diventa più buono, provate e mi direte.. io mi rifiuto di bere vino in un bicchiere non corretto:(r. Bicchieri ovviamente di vetro trasparente, il più sottile possibile (ma poi diventa fragile, fare molta attenzione, soprattutto nell'asciugatura).. al supermercato, con 2-3 euro li trovate. Per gli appassionati esistono tutta una serie di bicchieri “dedicati”, che possono essere professionali, belli, soprattutto costosi, da scegliere secondo le indicazioni del fabbricante o secondo il proprio gusto.. l’importante è che vengano lavati con detersivo neutro, che non lasci profumi; gli esagerati dicono di lavarli solo con acqua distillata, ma non si puliscono veramente.. specialmente se hai mangiato pesce o cibi grassi:roll:.
  15. Ho dato un’occhiata rapida agli articoli linkati… rapida perché si tratta di argomenti ormai consunti, oggetto di discussione ogni volta che ne capita l’occasione ed ormai me ne sono stufato. Mi sono segnato qualche punto da commentare, però… Per iniziare: io non ho preconcetti, valuto quello che mi trovo nel bicchiere, senza volere sapere se si tratta di vino biologico, biodinamico, industriale o altro. E’ certo, però, che vorrei sempre bere un vino figlio di uve coltivate nella maniera più rispettosa per l’ambiente e prodotto con pratiche di cantina le meno invasive possibili. In Italia, nel decennio passato, c’è stata una corsa al vino “naturale”, bio-qui, bio-là, ma molti produttori si sono improvvisati/arrabattati e ci siamo trovati nel bicchiere vini tutt’altro che irreprensibili, con un ampio catalogo di puzzette/odori sgradevoli, rifermentazioni, ossidazioni precoci ecc. ecc…. tutto questo ha decisamente danneggiato il movimento “bio”. Invece, chi ha lavorato bene, con cognizione, è riuscito comunque a produrre vini ottimi e tecnicamente perfetti; i cugini francesi hanno iniziato prima di noi (come sempre:roll:..) e sono maestri pure in questo La questione anidride solforosa.. devo averne già scritto pagine fa, fare vini durevoli senza solforosa è difficilissimo, la questione è aggiungerne quantità ridotte (è possibile e molti produttori già lo fanno), tanto più che i limiti di legge sono abbastanza permissivi. Ma oltre alla solforosa, ci sarebbero tanti, troppi ingredienti/additivi che sono permessi ed andrebbero eliminati/limitati/dichiarati in etichetta… provate a googlare “additivi permessi nel vino” e probabilmente vi passerà la sete… Cosa intendo io per “produttore artigianale”? Un produttore che coltiva direttamente tutte le uve che poi vinifica, affina ed imbottiglia, senza “intrusione” di terzi. Un produttore che ha dimensioni limitate di vigna e pertanto ridotta produzione di bottiglie (butto lì un numero: 100.000). Per finire, una battuta su BIONDI-SANTI: il suo Brunello Riserva viene tirato fra le 10 e le 20mila bottiglie/annue (e non esce sempre), il Brunello annata fra le 40 e le 70mila; pensate che il “Sassicaia” supera le 200mila (ed uscì pure in quell’annata ùrenda che fu la 2002)… chi sarebbe l’industriale? N.B.: so che BIONDI-SANDI fa anche Rosso di Montalcino e Toscana Rosato… ma i numeri sono sempre ridotti. N.B. bis: Franco Biondi-Santi ci ha lasciati due anni fa, gli appassionati tremano al pensiero di quello che faranno il figlio Jacopo:(r e la sorella.
  16. Appena avrò tempo mi leggerò i link.. per iniziare: DOMAINE DE L'ECU no Ecru (come scritto nel corsivo).. è un ottimo Muscadet Sèvre et Maine; DOMAINE HUËT mi raccomando la dieresi, che cambia la pronuncia: con la dieresi è UETT, senza è UÉ.. anni fa, in un'enoteca di Saumur, assolutamente non capivano la mia richiesta di una bottiglia del DOMÉN UÉ... quando indicai la boccia sullo scaffale, mi guardarano con sufficienza e poi: "ah, DOMÉN UETTTTT"...... comunque, HUËT produce grandi/grandissimi bianchi a base di Chenin, dalla tipologia secca, alla demi-sec, alla dolce, allo spumante... peccato che la 2009 sia annata balorda in Loira (e comunque troppo giovane); se Sabre è FANNY SABRE si tratta di giovane e simpatica produttrice, che conobbi a Cerea qualche anno fa... peccato che la 2009 bianca sia balorda anche in Borgogna; definire il Brunello BIONDI-SANTI un vino "industriale" mi fa accapponare la pelle:shock:... può darsi lo diventerà in futuro (gli eredi non promettono bene:(), ma la 2009 è ancora figlia del fu Franco Biondi-Santi...
  17. Il "Conte della Vipera" è un Sauvignon Blanc, prodotto nella tenuta umbra degli ANTINORI (il CASTELLO DELLA SALA, dove viene prodotto il più famoso taglio Chardonnay-Grechetto "Cervaro della Sala")... sono refrattario ai Sauvignon italici e non l'ho mai assaggiato... ma nemmeno l'ho mai visto stappare dagli amici della mia cerchia di eno-strippati:pen: Il "Badia a Passignano" è un Chianti Classico Riserva, credo che nelle ultimissime annate sia uscito come tipologia Chianti Classico Gran Selezione... l'ho bevuto una volta diversi anni fa: per me, prodotto industriale (sulle 100mila bottiglie, anche poche per gli standard ANTINORI), tecnicamente ben fatto, ma zero emozione. Secondo il mio gusto "da appassionato", si tratta di due vini di discreto livello, destinati a chi voglia mettere in tavola una bottiglia "di prestigio" (d'altronde, siamo nella fascia dei 20 euro: chi spende queste cifre?) oppure a chi voglia fare un regalo idem.. "Da appassionato": non avranno i miei soldi..
  18. Gravissimo lutto nel mondo del vino: il giorno di Pasqua, a soli 59 anni, è morta Madame Anne Claude Leflaive, proprietaria e gerente del leggendario DOMAINE LEFLAIVE di Puligny-Montrachet, fondato nel 1717 e da sempre nell'olimpo dei produttori bianchisti mondiali. Viene dal DOMAINE LEFLAIVE il più costoso bianco in commercio: una bottiglia del suo Montrachet (prodotto in 200-300 esemplari annui ed uno dei pochissimi top-wines che non sono ancora riuscito ad assaggiare:() si trova solo sborsando cifre nell'ordine dei 5mila euro.. anche di più per le annate migliori.. - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Al prossimo evento, devi premettere che al vino ci pensi tu!
  19. C'avrei scommesso un euro: sono bottiglie messe in commercio da realtà industriali, imbottigliatori con scarsa attenzione alla qualità.. se sei appassionato di vini, queste bottiglie non devono più apparire sulla tua tavola;)
  20. Ero convinto di non avere più nulla da tempo della disgraziata annata 2006/bianca/Borgogna, ma durante l'ultimo riordino della cantina mi è ricomparsa ancora una boccia (avevo preso la scatola da sei) di questo Montée de Tonnerre (il 1er Cru di Chablis più reputato, quasi un Grand Cru mancato) Verticale e fresco nonostante l'annata balorda, caratteristici sentori di conchiglie, colore giallo pallido brillante, minerali e rocce, agrumi, grande eleganza, sorso a ripetizione.. Produttore poco seguito in Italia (attualmente credo non sia distribuito ufficialmente), ma che io adoro e reputo inferiore solo ai due grandi di Chablis: RAVENEAU e VINCENT DAUVISSAT.
  21. V.S. sarebbe il produttore? - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Dicci qualche tua impressione su quanto bevuto..
  22. Pranzo pasquale da mammà, assieme alla moglie... l'altro ieri stavo giusto pensando a quale bollicina portare, quando mammà mi comunica che ha ripescato dalla sua cantina (rinomata solo per le bottiglie di acqua ed olio e per i flaconi di detersivo) uno spumante che aveva comprato un anno e mezzo fa (in previsione di un arrivo di parenti poi non verificatosi), quindi avremmo bevuto quello... vabbè, almeno nelle feste comandate facciamo contenta mammà Beh... non lo assaggiavo da almeno un anno (e si trattava di un calice, non una boccia), ma, contestualizzando e relativizzando, a me è piaciuto e non vedo nessuna bolla, almeno fra quelle che ho bevuto (tante:mrgreen:), che gli possa stare davanti nella sua fascia di prezzo (mammà disse 9,99 all'IperCoop, con tanto di astuccio).. Prodotto industriale e circa quattro milioni di bottiglie/anno.. sarà forse la sboccatura 2013 ed il tempo passato in cantina a maturare, però il sorso era gradevole, bollicina a posto, un po' grasso, ma con buona freschezza ed acidità, pur senza essere una lama di quelle a me gradite. Chapeau! - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - A seguire, con la colomba, non poteva mancare il Moscato d'Asti, abbinamento d'elezione.. Buono ma, poffarbacco, le bolle dove erano?... giusto qualcuna ogni tanto... Ne ho bevute diverse (non dell'ultima annata, però) ed era sempre stato uno dei Moscato migliori... già inviato segnalazione al produttore.
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