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car low

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  1. car low

    I giovani e l'alcol

    Insomma, non esageriamo. Secondo me se c'è una cosa che contraddistingue i giovani italiani è il fatto che bevono poco. Vi siete mai fatti un giro nei paesi del Nord Europa, dall'Inghilterra, alla Germania ai paesi scandinavi? Lì non si concepisce uscire la sera a divertirsi senza tornare a casa ubriachi (e anche grazie a questo a volte si torna ad una casa che non è la propria, ma quella di qualche gentile fanciulla incontrata completamente cotta in qualche locale... ma questo non c'entra!). Il fatto è che lì sono abituati e attrezzati. La polizia è inflessibile e i controlli con l'etilometro sono la prassi. Quindi, quando si esce si va o in taxi (che hanno prezzi assolutamente affrontabili) o con i mezzi notturni. Invece, in Italia si beve molto di meno (almeno a Roma l'80% della gente esce la sera e si fa un cocktail o una birra) ma quella volta che si sgarra se non si ha l'amico astemio, si è comunque costretti a guidare l'auto fino a casa. Il risultato è che lì bevono molto di più che da noi ma non ci sono le stragi del sabato sera, invece qui, anche se la media beve poco, ci sono molti più morti.
  2. Motori boxer in alluminio raffreddati ad aria, traz anteriore e sospensioni idropneumatiche su una segmento C... Lasciamo perdere, ritorniamo al nostro bel mondo di medie con motore e traz. anteriore, motore a 4 cilindri in linea trasversale, sospensioni anteriori MacPherson e retrotreno a ruote interconnesse... e per chi vuol essere proprio originale, barre di torsione invece di molle elicoidali nelle sospensioni posteriori!
  3. Ragazzi, sulla storia della presenza di Israele come vulnus e dei profughi cacciati dagli israeliani nel 1948, credo che gli arabi dovrebbero fare i conti con la realtà. Dopo la seconda guerra mondiale la Germania perse una quantità enorme di territori (dalla Prussia orientale alla Slesia, alla Pomerania orientale, ai Sudeti), ed ebbe la bellezza di 15 milioni di profughi (mentre i profughi palestinesi del 1948 furono 1 milione). Anche noi perdemmo l'Istria e avemmo 300.000 profughi. Però i profughi in Germania e in Italia si sono rifatti una vita e non hanno continuato a vivere nei campi profughi per 60 anni come hanno fatto i palestinesi. Per me potrebbe essere un vulnus vedere i croati a Fiume, Pola e Zara e per i tedeschi vedere i russi a Koenigsberg e i polacchi a Stettino e Breslavia. Nè più e nè meno di quanto sia un vulnus per i mussulmani vedere gli ebrei a Gerusalemme. Ma nè l'Italia nè la Germania hanno mai preteso di riconquistare quelle terre e spazzare via quelli che ci abitano ora. Perché i mussulmani non prendono atto una volta per tutte che Israele è lì e, ormai, lì deve restare? Come si può pensare che Israele si fidi dei vicini, quando molti di essi non ne riconoscono nemmeno il diritto all'esistenza? Per quanto riguarda la dichiarazione di Ahmadinejiad, mi è venuto un dubbio. Tutto quell'insistere sulle divisioni fra mussulmani da evitare... non sarà che i veri destinatari sono gli estremisti sunniti che in Iraq stanno scatenando la guerra civile contro gli sciiti (ovvero i protetti dell'Iran)? (non so se è una boiata, o una tesi già discussa: in questi giorni non ho molto tempo per approfondire sui giornali)
  4. Vedete che tutto torna. Le nostre radici sono quelle: il medio oriente! I persiani sono quelli di Dario, il nemico dei greci, ma comunque il vicino di casa... Tanti secoli di storia ci hanno diviso, loro sono diventati mussulmani e noi cristiani, ma un cosa ancora ci unisce... ... La passione per i complotti e la dietrologia! Il complotto demoplutogiudaicomassonico è un nostra invenzione! il termine (quanto è bello: ti riempie la bocca!) lo coniò nientepopodimeno che il Duce! Ebbene sì, Ahmadinejiadd ha scoperto tutto. Gli ebrei hanno finalmente preso il potere in Italia nella persona di Lapo Elkann... Ma quando hanno firmato il contratto con la Fiat gli iraniani non lo spaevano che era ormai un feudo dei sionisti?
  5. Per i fautori del "tutto va ben, madama la marchesa", "non ci servono le riforme", "la Moratti uccide l'università italiana" riporto questo articolo dal Corriere della sera di oggi
  6. A parte l'interessante digressione su disgrafia e disortografia (ma non ci sarà pure qualcuno che fa errori di ortografia, non perché è affetto da malattie rare, ma solo perché scrive velocemente o non conosce bene le regole?), purtroppo la nostra discussione è emblematica dei mali dell'Italia. Oggi come oggi, una riforma dell'università in questi termini non è né di destra né di sinistra. Semplicemente va a toccare gli interessi di alcune categorie. La mia opinione ve l'ho detta. Gli unici che traggono vantaggi dalla situazione attuale dell'università sono i baroni e questa riforma tocca in minima parte i loro interessi. All'inizio si pensava di toccarli in misura maggiore (imporgli un numero minimo di ore di lezione: orrore!), ma le loro pressioni sono riuscite a ridurre i danni al minimo (se vi va leggetevi l'articolo su lavoce.info). Verranno in parte toccati anche gli interessi di quelli che oggi sono ricercatori di lungo corso e che stavano lì lì per diventare baroni... Quanto al precariato, se non mi sbaglio si pone un limite temporale: massimo due contratti di ricerca 4 + 4 anni, più i tre di dottorato. Insomma, se tutto andasse liscio, a 35, 36 anni la persona si troverebbe davanti all'alternativa: vincere il concorso per l'abilitazione o cambiare mestiere, invece di restare precario a vita come accade ora. Ogni riforma dell'Università che vada nella direzione giusta sarà sempre avversata dai baroni, che sono potentissimi (vorrei sapere quanti fra i parlamentari sono anche prof. universitari). Se al loro fuoco di sbarramento si aggiunge quello dell'opposizione, perché, per partito preso, la sinistra non ammetterà mai che una riforma fata dalla destra possa essere buona e viceversa, la situazione resterà sempre com'è oggi. A tutto vantaggio dei baroni e sulle spalle di studenti e ricercatori. E' la solita storia, mentre noi ci scanniamo sulle ca..ate, quelli continuano a fare i loro porci comodi.
  7. In fin dei conti ci si riappropria di un'idea italiana. Negli anni '80 la Lamborghini produceva una specie di Hummer potentissimo... E' vero che è del tutto inutile e poco pratico, ma non più inutile di una Cayenne, di un hummer o di (siamo onesti!) una supersportiva da 300 all'ora... Sono macchine che non si comprano perchè sono utili o pratiche, ma per sfizio, per status, per moda.. c'è gente disposta a spendere centinaia di migliaia di Euro per andare in giro con un carro armato e si sente pure figa per questo? E noi glielo diamo! (I trettrè dicevano :"a mme me pare 'na strunzata", ma i sadici piangenti dicevano:"Si nun ce stessero 'e fessi, nun campassero 'e dritti!") Fra l'altro avevo letto su un vecchio quattroruote che dal punto di vista militare l'iveco in questione era all'avanguardia.
  8. Torno sull'argomento, lo confesso, è un mio nervo scoperto. A suo tempo non volli piegarmi alle manfrine della gavetta del ricercatore e ora più sto nel privato e più rimpango la carriera accademica... (la soluzione è probabilmente l'emigrazione!). E vi segnalo che ieri hanno pubblicato un po' di articoli sulla materia sul sito www.lavoce.info . Sito gestito da professori universitari (quindi sappiamo quali sono i loro interessi) di economia, anche un po' di sinistra (criticare il governo, specie di questi tempi, è la loro passione). Ma in genere le analisi sono interessanti. Solo per chi è davvero interessato ad approfondire!
  9. Rischia, ma sono sicuro che correranno ai ripari e tutto si tradurrà nella ennesima operazione gattopardesca, di ridurre il potere dei baroni. Perderebbero il potere assoluto di piazzare il figlio scemo a fare il professore, dato che il concorso diventa nazionale, quindi meno soggetto al potere che il singolo barone ha nella sua università. Inoltre, gli leva un po' di potere nei riguardi dei ricercatori, dato che possono avere (mi sembra) massimo due contratti di ricerca, dopo di che, o passano il concorso nazionale per l'idoneità alla docenza, o cambiano lavoro (fra l'altro è sempre meglio fare questi cambiamenti a 35 anni che a 45...) Restano fregati nel mezzo della ricerca quelli che oggi fanno i ricercatori, che hanno portato la borsa per anni al barone e potrebbero non riuscire a ricevere il beneficio sperato, dato che si riduce il potere del barone di farli diventare professori. Per ovviare a questo problema, per loro sono state previste delle riserve nei concorsi nazionali. Come sospettavo gli unici che sono colpiti (ma solo in parte) sono i professori e ci sono voluti gli attributi della Moratti per portare avanti una riforma che va in parte contro di loro. Anche l'aspetto dei visiting professor stranieri e la possibilità per le imprese di pagare in parte ricerche e stipendi dei professori coinvolti a me sembrano novità positive. Sulla riforma delle superiori non mi pronuncio, a dire il vero non ho le idee chiare su cosa sarebbe utile fare per migliorarle.
  10. Ieri l'ho vista la manifestazione, quando mi hanno detto che studenti, ricercatori e professori manifestavano insieme mi è venuta in mente la citazione dell'Apocalisse: "E il lupo e l'agnello pascoleranno insieme". Parliamoci chiaro, gli interessi degli studenti possono forse coincidere con quelli dei ricercatori, ma queste due categorie sono assolutamente contrapposte a quella dei docenti. Per come la vedo io, attualmente l'università italiana fa schifo, e cura soltanto gli interessi dei docenti. Non cura gli interessi degli studenti. Siamo il paese con più bassa percentuale di laureati e il maggior numero di laureati dispoccupati. Siamo il paese dove il divario salariale fra laureati e non laureati è il più basso del mondo industrializzato. Non sarà che l'università non ci forma per il mondo esterno, ma ci viene insegnato solo quello che i professori vogliono, magari perché lo hanno imparato 40 anni fa e non gli va di aggiornarsi? non considerando che le nostre università sono quasi sempre molto più difficili delle università all'estero (chissà dove potremmo arrivare se ci venissero insegnate bene cose utili...). L'università non tutela minimamente i ricercatori. Dopo la laurea, chi ha il coraggio (io non l'ho avuto) di tentare la carriera universitaria si deve trovare un prof. padrino. Grazie al padrino vincerà un dottorato (durata tre anni, borsa 800 euri al mese, se la prende), dopo di che.... boh... il povero ricercatore continuerà a servire il prof. che, quando ne avrà la voglia e la possibilità, e sempre che non ci sia qualcuno più raccomandato cui dare la precedenza, gli farà avere qualche assegno di ricerca, qualche lezione a pagamento, e cose così... da assegno ad assegno, a collaborazioni ecc. ecc. il ricercatore va avanti fino a circa 45 anni (in media una ventina di anni dopo la laurea a portare la borsa), quando - forse - si saranno create le condizioni perché diventi professore anche lui. E, anche in questo caso, sempre che non ci sia qualcuno più raccomandato da sistemare. Per non parlare del rischio che, a metà del percorso, fai dopo 10 anni di portatura di borsa, il prof padrino schiatti... che fine farà il povero ricercatore? E infine i professori. Una volta raggiunta la sospirata catterdra, dopo una ventina d'anni di purgatorio, hanno, come si dice a Roma, svoltato! Nulla può più succedergli, possono insegnare le cose più assurde (nella mia università "economia industriale" era stata trasformata in "dottrina marxista", senza che nessuno potesse farci nulla), non presentarsi a lezione, insegnare malissimo, non fare un cavolo di ricerca, non aggiornare i programmi per altri 30 anni, nessuno potrà mai toccarli. E' ovvio che i docenti protestino contro ogni tentativo di riforma, e cercare il loro consenso sarebbe come chiedere al condannato di scegliersi l'albero cui impiccarsi: non lo troverà mai. Oh, poi della riforma Moratti ne so poco, so che ci sono dei passi avanti, ma pochini. Diciamo che più che un confronto fra situazione attuale e riforma vi invio uno sfogo rabbioso sui mali dell'università italiana...
  11. Ragazzi, posso fare l'avvocato del diavolo, ovvero della Chiesa Cattolica e della Moratti.. Ma secondo voi, fino a ieri, chi li pagava gli insegnanti di religione? Sarà cambiata la forma giuridica: prima non erano direttamente assunti dallo stato - ora sì, ma lo stipendio glielo pagava sempre Pantalone... Quanto ai professori di altre materie, la Moratti ha fatto belle infornate di precari, in barba al principio che si entra nello stato solo per concorso. Ma del resto se a uno gli fai fare per 20 anni il docente precario poi non puoi mandarlo via con un calcio nel sedere per fare posto a un giovane laureato che ha vinto il concorso. Le colpe vere sono di chi per decenni ha mandato avanti la scuola con i precari. Comunque da cattolico mi amareggia sempre quando la Chiesa si comporta da lobbista di bassa lega e tenta di accaparrarsi vantaggi economici dallo stato sfruttando il servilismo dei politici. A questo punto preferisco le battaglie di principio, tipo quella sui referendum (che pure non ho condiviso).
  12. Copco, provo a risponderti da meridionale, non da settentrionale che fa la ramanzina ai terroni lagnosi e sfaticati. Prima di tutto tu dici che l'arrivo della Barilla ha provocato la fine dei mulini locali. Scondo me il problema non può stare proprio in questi termini. Il mercato della farina è mondiale, o quanto meno nazionale. Se i mulini locali sono usciti dal mercato perché troppo piccoli per reggere la concorrenza, probabilmente questo sarebbe successo anche se la Barilla non avesse investito a Matera. Poi, la Barilla non è un ente di beneficenza. E' ovvio che quando ha investito aveva il suo interesse a farlo e che se ora vuole chiudere è perché non ha più questo interesse. Il problema è: perché ora per la Barilla non è più conveniente produrre a Matera? Sono circostanze oggettive e immodificabili, o con un po' di buona volontà si può andarle incontro? Se si trattasse della prima ipotesi, poco male. Vuol dire che non è più produttivo fare certe lavorazioni il Lucania, perché i salari sono troppo alti o le normative troppo stringenti o... non lo so perché. Paradossalmente è un segno di progresso, non di crisi. La Lucania deve reagire passando a produrre prodotti o servizi che è ancora conveniente produrre lì. Che so, trasformando le masserie in agriturismo e i vecchi mulini in musei, o magari riprendendo la vecchia tradizione semi artigianale producendo farine e pasta di alta qualità. Roba di nicchia, con margini molto più alti, che non interessa alla Barilla, ma può essere interessante per piccoli imprenditori. In conclusione io non credo che la Barilla abbia depredato Matera, ha investito e portato lavoro per anni. Ora se ne va perché non le conviene più restare... fa il suo mestiere, non si può pretendere altro. Se devo dirtela tutta, credo anche io che il Sud sia stato depredato, ma (oltre all'oro che si fottettero nel 1860 e le tasse che ci triplicarono, su cui sorvoliamo) il furto maggiore è stato quello della fiducia in se stesso, dell'orgoglio di provarci a fare le cose da soli, dell'idea che un giorno, prima o poi, a seguito di impegno e fatica e non di aiuti esterni, anche il Sud Italia possa trovare la propria via allo sviluppo. Purtroppo, mentre tanta gente al Sud si dà da fare e tenta di tirare su il sud col proprio lavoro, l'idea generale diffusa a livello di popolo e di classe politica meridionale, è che questi sfrorzi non porteranno mai a niente, che sono dei poveri illusi, e che lo sviluppo del Sud può derivare solo dall'aiuto dello stato, dagli investimenti delle grandi imprese, ecc. ecc. E' ora di crescere, nessuno ci aiuterà mai per beneficenza, gli altri investiranno da noi, verranno come turisti o compreranno i nostri prodotti, solo se ne avranno interesse, e sta a noi creare le condizioni perché questo avvenga.
  13. Sono d'accordo, però il discorso va ampliato. Uno stato può ridurre la libertà economica dei cittadini anche non intervenendo con tasse e spesa pubblica. Basta vedere tutti gli esempi fatti da duetto80, o al fatto banale che io che ho un'automobile e so guidare non posso fare il tassista. Per farlo devo comprarmi una licenza che al mercato nero a Roma pare valga 150.000 Euro, e lo stesso discorso vale per i farmacisti, ecc. ecc. La percentuale di pil spesa per il welfare non è più alta, ma nel paese c'è meno libertà. Poi, bisognerebbe vedere anche come vengono spese le risorse destinate al welfare. Si va da sistemi automatici che generano meno distorsioni, tipo un sussidio di disoccupazione: ogni disoccupato fa la domanda e ha il sussidio, a sistemi estremamente complicati, che creano molte più distoriasioni e possono generare corruzione, tipo i contributi erogati in Italia agli investimenti in determinate zone. Dove devi fare la domanda, che verrà esaminata con criteri più o meno sconosciuti da burocrati e politici, con il forte rischio che i soldi poi non vadano ai progetti migliori, ma a quelli meglio supportati...
  14. Ragazzi, anche io sono sulla stessa lunghezza d'onda, ma credo di essere un po' più giovane... Il ragionamento di duetto è verissimo, però... Come si mantiene tutta questa massa di parassiti? Ovvero di rendite di posizione? La spiegazione è semplice, da una parte c'è mezza Italia che lavora per mantenere se stessa e l'altra metà di parassiti, dall'altra si è accumulato un debito pubblico spaventoso. E' una situazione sostenibile nel lungo periodo? Io credo di no. Il debito pubblico ormai ha raggiunto livelli intollerabili e non può crescere oltre. In più, essendo entrati nell'Euro, ci siamo tolti l'unico mezzo "facile" che c'era per eliminarlo, cioè stampare cartamoneta, come si faceva negli anni settanta. Inflazione a due cifre, ma debito sotto controllo. E anche l'altra metà d'Italia, quella che lavora, non ce la fa più a portarsi dietro questo fardello. Ci sono due possibilità: o la classe politica trova la forza per affrontare almeno alcuni di questi problemi, come aveva fatto in parte negli anni '90, o precipiteremo sempre più in basso e toccheremo il fondo con una crisi stile Argentina. Berlusconi non ha fatto una mazza, speriamo nelle persone serie del centrosinistra (qualcuno c'è, fra di noi ce lo possiamo dire). Quanto alla domanda di stev66, non credo che esista un paese dove lo Stato non interviene nell'economia se non per far rispettare le leggi (puro modello liberista), meno che mai la Cina, ma ci sono decine di paesi dove l'intervento dello stato nell'economia e le pressioni delle varie lobby e corporazioni sono meno pesanti che in Italia, e quindi c'è maggiore concorrenza. Basta vedere le varie classifiche sulla competitività pubblicate dalle istituzioni internazionali, dove l'Italia sta sempre in basso. Io sono di destra: non credo che il mondo possa diventare perfetto (il sogno del paradiso in terra è tipicamente di sinistra), spero solo che si riesca a migliorare qualcosa, ad evitare il peggio.
  15. Scusa Renyuri, ma il buon Follini l'orgoglio per lasciare il partito lo trova solo dopo 4 anni di governo, all'avvicinarsi di elezioni che tutti i sondaggi dànno per perse e dopo aver imposto una riforma elettorale? Io ti domando, che cosa avrebbe dovuto fare la maggioranza perché Follini decidesse di restare e qual è stato il fatto nuovo e sconvolgente che lo ha spinto ad andarsene (se non puro calcolo)?
  16. Quoto. Aggiungerei che destra liberale di massa non può essere definita neanche quella pre fascista, dato che votavano in pochissimi. Quando poi si estese il voto a masse più ampie di popolazione i partiti liberali ebbero pochissimi voti e si affermarono socialisti, popolari e fascisti. Se il fascismo ha le sue colpe nell'aver fagocitato la destra sotto il cappello della destra nazionalista e sociale, non va dimenticato il ruolo della Chiesa (e già vedo ax che gioisce!). Infatti, il partito popolare prima e la Dc poi, hanno raccolto le masse non socialiste, ma non hanno mai proposto una politica liberale (il liberalismo era stato condannato dalla Chiesa) ma stranezze tipo "economia sociale di mercato", "forza di centro che guarda a sinistra" ecc. ecc. mentre ad esempio in Inghilterra, il partito conservatore è riuscito a mantenersi forza egemone del centro destra anche mano a mano che il voto veniva esteso a fasce sempre maggiori della popolazione.
  17. infatti è stato molto liberale... con se stesso e i suoi amici. Scherzi a parte, secondo me lui di politica ci capisce poco. E' bravissimo nella tattica, ma non nella definizione dei programmi e nel portarli avanti. All'inizio si porpose come campione della destra liberale, ma di liberale non ha fatto un cavolo. Del resto si è circondato di ex dc e socialisti, che non hanno la minima idea di cosa sia il liberalismo. I pochi liberali che ci sono in forza italia (Martino, forse Brunetta) sono sempre in minoranza e contano meno di zero.
  18. Ti quoto. Anche io sono di destra e spero che vinca il centrosinistra, almeno i nostri si beccano la lezione che si meritano e se ne tonrnano a casa! Fra l'altro sono arciconvinto che l'Italia abbia bisogno di politiche vere di destra: più mercato e meno stato, meno tasse, maggiore severità nel far rispettare la legge (destra seria, non berlusconiana delle leggi salva-ladri). Però le primarie secondo me sono state un successo e mi fa piacere. Se continuiamo così, fra l'elezione diretta di sindaci e presidenti di provincie e regioni, le primarie che richiamano milioni di cittadini di sinistra (quelli che storicamente sono sempre stati contrari ad ogni forma di presidenzialismo) alle urne, ecc. ecc. prima o poi qualcuno troverà il coraggio di prendere atto della volontà del popolo e darci un sistema dove sono i cittadini ad eleggere il capo del governo o il presidente della repubblica e non i partiti. Magari lo mettiamo come primo punto del programma della destra post berlusconiana (tanto per sognare un po'...)
  19. Scusate, ma di cosa dovremmo ringraziare Follini? Del fatto di aver rotto le scatole alla coalizione di governo per 5 anni senza mai impuntarsi contro le vere porcate (tipo leggi ad personam, condoni a gogo ecc. ecc.) ma sempre solo su stupidissimi capricci? Di essere riuscito ad imporre una riforma poporzionale che ci farà ritornare al caos della prima repubblica? O del fatto di essere stato il primo a fiutare il vento, insieme a quell'altro essere inqualificabile (gli insulti qui sono vietati) di Mastella, e a capire che col proprozionale le coalizioni sono destinate a finire e si tornerà al tutti contro tutti? E quindi a scapparsene in tempo utile per presentarsi da solo? Non mi parlate di coerenza. Quando si è coerenti, si mantiene la parola data... a me sembra che il caso di Follini sia diverso, qui c'è una nave che affonda, e il nostro vuol essere fra i primi a scappare, come i ratti! Quanto a Ferrara... lo confesso mi sta simpatico. Sarà un po' ondivago, ma è una persona molto intelligente, e soprattutto, non fa il politico, ma il giornalista. Non devo votarlo, mi limito a leggere o ascoltare le sue analisi e volta per volta posso condividerle o meno. Poi 8 e mezzo è senza dubbio il migliore programma di approfondimento di attualità che la televisione italiana offra (Il foglio mi piace un po' di meno).
  20. Io credo che si possano dire due cose: 1. Da sempre, in tutto il mondo e in tutte le civilità, c'è una piccola parte della popolazione che si sente attratta da persone dello stesso sesso. Il fatto stesso che questa situazione sia diffusa da sempre e ovunque mi porta a credere che non si possa trattare di effetti della società, o della famiglia. Sarebbero troppe le civiltà interessate (praticamente tutte!) e troppe le famiglie. Io sono convinto che ci sia una forte componente genetica, che magari interagisce con l'ambiente. Ma un fondo genetico ci deve essere e si ripropone in tutte le società e in tutti i tempi. 2. Esiste almeno una civiltà, quella greca e romana, dove la bisessualità era la regola e l'omosessualità pura o l'eterosessualità pura l'eccezione. Questo vuol dire che, probabilmente, quasi tutti sono potenzialmente bisessuali, ma è la cultura che li spinge ad essere unicamente eterosessuali. Però il ruolo che la cultura ha sulla formazione delle persone non va sottovalutato. Per analogia, se ci sono tribù dove tutti sono cannibali, dobbiamo ammettere che se fossimo nati lì saremmo cannibali anche noi. Quindi siamo tutti potenzialmente cannibali. Ma alla maggior parte di noi l'idea di mangiare carne umana fa anche più ribrezzo di quella di andare con una persona dello stesso sesso. Per quanto riguarda la moralità, a me sembra molto più immorale costringere delle persone a negare la propria identità o a una castità forzata che lasciare che facciano fra di loro quello che cavolo gli pare. Lo so che le religioni giudaica prima e cristiana poi, condannano l'omosessualità... ma per fortuna il giudizio universale (sempre che sia tutto vero) verrà fatto dal Padre Eterno, non da preti e rabbini!
  21. Vale a dire che devo necessariamente cambiare mestiere... Scherzi a parte, ci sono ancora prodotti che conviene produrre qui da noi, quando devi aggiungere i costi per i controlli sulla qualità, l'approvvigionamento di semilavorati buoni, il costo della manodopera specializzata o della formazione, ecc. ecc. il vantaggio dato dal basso costo della manodopera si riduce o si annulla, e conviene ancora produrre da noi. Certo quelli non si fermano e magari domani sapranno fare quello che oggi non sono ancora in grado di fare. Sta a noi inventarci qualcosa per restare sempre avanti... Sperando che mano a mano che imparano a lavorare in Cina comincino anche a pretendere stipendi più alti... Se no finiremo tutti a fare gli albergatori e i ristoratori, non è che possono copiare il Colosseo o gli uffizi e convincere i turisti ad andare da loro invece che da noi!
  22. E' certo che per avere governi più stabili si deve rinunciare in parte alla rappresentatività, all'idea che ci sia un partitino per ogni sfumatura politica degli elettori. Per ridurre la frammentazione si può pensare o a un sistema a doppio turno, dove al primo turno si fa la conta fra le varie anime della sinistra e della destra e si vede qual è quella maggioritaria (come in Francia o in Italia per i sindaci), o a un sistema turno unico dove la conta si fa con le primarie (come in america).
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