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lachi deferito alla commissione disciplinare della Lega Calcio Calcio, si allarga lo scandalo-scommesse Nel mirino della procura di Genova anche il derby tra Roma e Lazio dello scorso maggio. Le rivelazioni di Bazzani: d'accordo in 7 o 8 GENOVA - Si allarga lo scandalo del calcio-scommesse su cui sta indagando la Procura di Genova. Secondo le indiscrezioni pubblicate oggi dal quotidiano Il Secolo XIX, nel mirino degli investigatori ci sarebbe il derby romano dello scorso 15 maggio, finito con uno 0-0 noioso ma comodo entrambe le squadre. LE RIVELAZIONI DI BAZZANI - Il quotidiano ligure riporta alcune dichiarazioni dell’attaccante della Sampdoria Fabio Bazzani (all’epoca dei fatti alla Lazio) ascoltate dalla Procura. «Ricordo di aver detto a Flachi che su Roma-Lazio sette o otto giocatori si erano messi d’ accordo», avrebbe detto Bazzani, per poi aggiungere: «Di Canio non sapeva nulla. Ricordo di aver detto che Di Canio, se avesse voluto, avrebbe potuto fare i nomi dei giocatori ai capi tifosi e che li avrebbero ammazzati tutti». Anche Francesco Flachi, secondo il quotidiano, avrebbe confermato le parole di Bazzani. Entrambi i giocatori sono stati ascoltati dalla procura lo scorso luglio. Le indiscrezioni emerse parlano poi anche di altre partite della scorsa stagione finite nel giro del calcio-scommesse, tra cui Livorno-Juventus e Sampdoria-Inter. IL DEFERIMENTO DI FLACHI - E Francesco Flachi è stato deferito alla Commissione disciplinare della Lega Calcio. «Nel corso degli accertamenti svolti dall'Ufficio Indagini in ordine alla partita Genoa-Venezia della passata stagione sportiva - spiega l'ufficio stampa della Federcalcio in una nota -, la Procura della Repubblica di Genova ha trasmesso nei mesi scorsi allo stesso Ufficio anche lo stralcio di alcune conversazioni telefoniche intercorse fra tesserati e aventi per oggetto la gara Roma-Lazio del girone di ritorno del campionato di serie A 2004\2005. In merito ai fatti oggetto di tali conversazioni, l'ufficio indagini della Figc ha provveduto - come già comunicato a suo tempo - a sentire tutti i tesserati, sia quelli intervenuti nelle conversazioni, sia gli altri comunque citati nelle medesime, effettuando a riguardo ogni più opportuno riscontro. Al termine dell'attività svolta, la relativa relazione è stata trasmessa per gli adempimenti di competenza alla Procura federale, unico organo istituzionalmente deputato a valutare, attraverso i relativi provvedimenti di deferimento o archiviazione, le risultanze degli atti compiuti dall'ufficio indagini». 24 ottobre 2005 corriere.it
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certo. libertà di espressione nel rispetto delle idee altrui e soprattutto delle persone. se non ci sono questi presupposti non è possibile discutere. per 350z, o come lo vuoi chiamare, è un problema di modi, non di idee.
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il problema è credere o meno a queste classifiche. se le prendiamo per buone, questo è l'articolo che ci riguarda: LEGAL ENVIRONMENT: 9 POLITICAL ENVIRONMENT: 13 ECONOMIC ENVIRONMENT: 13 TOTAL SCORE: 35 Status: Partly Free Freedom of speech and the press are constitutionally guaranteed. Legislators moved in July toward abolishing prison sentences for libel, a development welcomed by media organizations, but the proposed amendments have yet to be adopted. Politicians and their allies filed several libel suits against journalists during 2004; in February, journalist Massimiliano Melilli was sentenced to 18 months in prison and ordered to pay 100,000 euros (US$124,400). In July, a 76-year-old journalist and senator was placed under house arrest, relaxing his 2002 sentence of 29 months’ imprisonment for libel. Press freedom organizations criticized two separate government raids on journalists’ homes and offices, owing to the journalists’ refusal to reveal their sources for controversial, investigative reports. Most press outlets are privately owned but are often linked to political parties or run by large media conglomerates that exercise some editorial influence. In December, journalists at Italy’s leading and highest-selling daily, Corriere Della Sera, protested increasing editorial interference and pressure in the newsroom from its shareholders. The newspaper is owned by RCS Mediagroup, in which 15 of Italy’s major conglomerates have a stake. Concerns about the concentration of media ownership have been an issue since the election in 2001 of Silvio Berlusconi, a media magnate and Italy’s wealthiest individual, as prime minister. The print media, which consist of eight national newspapers, two of which are controlled by the Berlusconi family, continue to provide diverse political opinions, including those critical of the government. However, Berlusconi controls or influences six of the seven national broadcast channels. Mediaset, a company in which he has a major interest and the largest private broadcaster in the country, owns three national channels, while the state-owned network (RAI), traditionally subject to political pressure, controls three. Questions continue to be raised about the political impact of Berlusconi’s control of the media. The Osservatorio di Pavia, an independent media watchdog, reported that in the month of February, Berlusconi’s presence on television accounted for 42 percent of the time dedicated to politicians. During the year, the head of RAI, Lucia Annunziata, and one of its star television broadcasters, Lili Gruber, quit in reaction to Berlusconi’s domination of the media. A long awaited conflict of interest bill, which was intended to resolve the contradictions between Berlusconi’s private business and his role as prime minister, was passed in July. Although the bill limits the managing control politicians have over their holdings, it does not bar them from owning companies. As a result, the bill, which was criticized as being toothless by critics, will have little impact on Berlusconi’s media empire. In April, the parliament adopted a law on broadcasting reform, known as the Gasparri Law, which ostensibly introduces a number of reforms, such as the switch-over to digital broadcasting (scheduled to take place in 2006) and the partial privatization of RAI. The law was initially vetoed in December 2003 by President Carlo Ciampi, who was urged to do so by media organizations claiming the law threatened press freedom and undermined news pluralism. Although the revised law has a clause that limits the maximum revenue a single media company can earn, it excludes interests in publishing, cinema, and the music industry. Critics of the law still say that it reinforces Berlusconi’s power over the media. The new law also allows one of the three Mediaset channels, Retequattro, to continue terrestrial broadcasting. The decree runs counter to a 2002 Constitutional Court ruling that demanded the channel switch to satellite by January 2004 to ensure competition. The shift to satellite would have led to a considerable loss in the station’s market value.
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non è il fatto che è un'auto straniera (che non c'entra nulla), è proprio che non mi piace! una linea originale ma brutta. già non mi piaceva la prima serie e questa ha peggiroato il mio giudizio. forse la plancia, che a sporting non piace, è l'elemtno più riuscito, ma di un altro colore. tutto IMHO.
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da quel poco che ho visto su blob, direi di SI! però il pezzo più forte è stata la canzone di crozza!
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la classifica pubblicizzata in questi giorni perchè riportata dal messia adriano è questa: http://www.freedomhouse.org/ però ancora non ho trovato quella che riguarda la stampa, ma solo i diritti civili/politici.
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può essere, ma ti ricordo che i warn non sono visibili agli utenti.
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mi sono permesso di controllare. nella sezione OT, nelle prime 20 pagine sono stati chiusi una dozzina di topic dei quali: - 2 recentemente dei quali stiamo parlando, - poi ci sono quelli su Lapo e la cocaina. - gli altri chiusi come doppioni. quello sicuramente, nessuno è perfetto, soprattutto i moderatori.
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ma quale gioco sarebbe, che ancora non l'ho capito?...
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d'accordo che qualche sprovveduto paragona al sicilia al nord africa, ma l'elenco che hai fatto non regge prorpio con un collegamento sicilia-calbria l'asse che dici tu berlino-palermo c'èe si ferma a gioiatauro, primo scalo merci nazionale, che se solo avesse priorità di collegamenti ferroviari, aeroportuali e autostradali degni di questo nome, potrebbe ambire a ben altri traguardi.
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francamente, non lo so. anche perchè non è un comportamento nuovo o di questo o quel governo,centrale o locale. il vizio purtroppo è vecchio ed è destinato a non scomparire. però, ti porto la mia esperienza. lavoro in una grande società nazionale. quando la prorpietà decide di cambiare AD o COO, inizia il valzer delle nuove nomine. ognuno si porta i suoi scudieri fidati a prescindere del valore dei precedenti. sbagliato, giusto. non lo so.
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c'è un accordo tra petrolieri? probabile, anzi quasi sicuro. sta a noi consumatori premiare la benzina meno cara, boicottare quelle più care e quelle che fanno i bollini premio a favore di quelle più economiche, magaris scegliendo faidate o marche meno conosciute che di solito sono più economiche. solo che, se sul prezzo della benzina il 70% se lo prende lo stato, e il rimanente va alla compagnia, anche se queste ammattite di colpo dimezzassero la loro parte, il prezzo sarebbe attualmente di 1euro e 10 cents invece di 1.30. certo la differenza per l'utente è apprezzabile, ma il prezzo rimarrebbe pur sempre troppo alto.
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il problema della benzina sono le tasse e le accise. però se un iper mercato si può permettere di vendere benzina meno cara, lo possono fare anche le reti di distribuzione ufficiali, lasciando invariati i margini per il gestore. questo accadrebbe in un paese dove la concorrenza è vera e dove la rete è ben distribuita e organizzata.
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maschilisti! ma che sarà mai? a voi non è mai successo di accelerare, invece di frenare?
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ed io ti ho detto, che quando un giornale le riporterà , le leggerò. intanto, per mio sfizio personale, ho controllato corriere, giornale, foglio, stampa: nisba! però ancora non mi hai risposto sulle assunzioni. non leggerai certe cose? guarda che si discuteranno a breve alle camere, non dico repubblica, ma un'occhiata a libero dagliela. p.s. apri un topic sulla devolution, così ne parliamo, che in fondo non dovrebbe essere una brutta cosa.