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  1. 1) Perdere il peso in eccesso. 2) Mai usare tacchi rigidi. 3) Le sedie dei computer fanno stragi. 4) Muoversi a piedi invece che in macchia, tutte le volte che è possibile. 5) Mai caricarsi di pesi che vadano oltre una piccola busta della spesa. 6) Nuoto o bicicletta. Io preferisco un pò di bicicletta in tutto relax. 7) Sole e mare. L'ernia se ne andrà da sola.
  2. No Ax, se la cultura dell'illegalità in Campania è così diffusa un motivo ci sarà pure. Vogliamo chiamarlo assenza dello Stato? Lo so, ho bestemmiato e mi vuoi venire a parlare di autodeterminazione. Beh, è vero: a Napoli la gente aspetta ancora il Re che arriva a mettere le cose a posto. Ma quello era ed è a tutt'oggi il Regno delle due Sicilie. A volerlo fondere al resto dell'Italia siamo stati tutti quanti e ce lo dobbiamo tenere. Non possiamo buttarlo nel cesso dopo averlo spolpato. Possiamo anche dire che è marcio il popolo campano. Geneticamente marcio. Risolveremmo forse qualcosa? Diremmo solo una falsità totale sapendo di dirla e perpetuando la propaganda post-unitaria magistralmente allestita sin da quei tempi da Camillo Benso e a tutt'oggi persistente nei libri di storia che i ragazzi studiano a scuola. La cultura dell'illegalità a Napoli c'è. E' esattamente la stessa cultura dell'epoca del brigantaggio. Trattasi di una cultura dettata dalla rabbia e dalla disperazione. Queasto dovrebbe farci riflettere prima di parlare di popolo marcio. Se il popolo napoletano fosse marcio non si capirebbe come cacchio fa a ritagliare e cucire un abito di altissima moda che Angelina Jolie indossa nelle sfilate a Manhattan. Il tutto lavorando 10 ore al giorno per cinquecento euro al mese. No Ax, la gente della Campania non è affatto marcia. E' gente intelligente, creativa, laboriosa, professionale e di cuore. Umana come tutta l'altra gente, salentina o lombarda che sia. Solo più diperata e arrabbiata. Il tema della camorra è davvero complesso e coinvolge l'intera società del paese ed una grossa fetta del PIL nazionale. Non puoi semplificare Ax. Capisco la tua rabbia ma le semplificazioni non risolvono i problemi. Esclusa la Ferrari, la camorra è coinvolta in tutto il made in Italy considerato come il nostro fiore all'occhiello. E' coinvolta nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani e in una grossa fetta dell'intera edilizia nazionale. Le griffes italiane appaltano le loro produzioni in Campania grazie alla camorra. Che deve fare la gente napoletana? Deve rinunciare anche a quei cinquecento euro al mese? E se lo facesse non diventerebbe ancora più disperata e arrabbiata di prima? Di gente onesta che voleva opporsi alla camorra ne è morta ed è morto pure qualche prete che tanto disprezzi. E' scomparso il contrabando di sigarette ed è subentrata l'alta moda, ma nulla è cambiato; della serie... i cazzi cambiano ma i culi sono sempre gli stessi. La colpa non è della remissività dei napoletani onesti. La colpa è dell'intero sistema e di una Italia unita che stiamo ancora aspettando. Io che vivo in Toscana vedo quanto ci impiega una ditta edile toscana a costruire una villetta e quanto ci impiega una ditta campana a costruire un palazzo. Ti assicuro che finisce prima la ditta campana di quella toscana. Non solo. La ditta campana ti confeziona il palazzo con una qualità di primissimo ordine. E magari chi s'è aggiudicato l'appalto è un camorrista e gli operai della sua ditta lavorano senza assicurazione. E' quì che subentrano le colpe di tutti quanti. Io sono forse fortunato: la mia azienda mi ha fatto fare un training sull'etica aziendale. Regola numero uno: riguardo ai fornitori la cosa più importante non è la qualità dei loro prodotti ma che i prodotti siano ottenuti senza speculazioni o discriminazioni sui lavoratori che producono quei prodotti. Te lo ricordi quando l'uomo di Arcore tranquillizzava tutti quanti circa l'economia nazionale dicendo che ci salvava il sommerso? E come mai l'uomo di Bologna fiata così poco? Se qualcuno andasse da lui dichiarandosi capace di eliminare la camorra ci sta che il curato di campagna si trasformerebbe di colpo in una tigre della malesia! Il PIL viene prima della camorra, a costo di cuccarsi centinaia di morti ammazzati per camorra ogni anno.
  3. E' indubbio: in Campania c'è una cultura dell'illegalità impressionante. I camorristi sono visti spesso come eroi se non addirittura come martiri. Una cultura diffusissima. Ogni tanto scoppiano delle mini-rivoluzioni popolari contro le forze dell'ordine che reprimono lo spaccio o che tentano di arrestare qualcuno. E' successo addirittura che un turista americano è riuscito a non farsi scippare il rolex bloccando lo scippatore: la gente del rione è scesa in strada ed ha riempito di botte il turista per liberare lo scippatore. Ma... c'è un ma. Io ti dimostro che in tutto ciò c'è una colpa di primissimo piano di Dolce&Gabbana, Valentino, Versace, Armani, Gucci, Prada, Biagiotti etc. etc.. e di tutta la stramilano da bere, compreso anche tutto il resto del Nord produttivo e industriale. Quando vuoi.
  4. La soluzione adottata finora è stata quella di fare finta che non abbiamo la camorra. Rai, Mediaset, La Repubblica e il Corriere della Sera l'hanno adottata da sempre. Ci hanno detto qualcosina solo sporadicamente, giusto per dire che oggi ne sono morti tre, uno sgozzato e due sparati. Il giorno dopo giù a parlare di pacchi, di ghigliottine che dimezzano premi, di inutili discussioni su leggi elettorali, di Bruno Vespa e i suoi piaggiati, di identità nascoste, di notizie strisciate e di paperissime. Domani andrò a pagare 106 euro di canone. Facciamo finta che non c'è camorra. Mettiamo la testa sotto la sabbia. Strategia sbagliata per una serie infinita di questioni: 1) Se la gente non è informata non può manco incazzarsi contro ciò che non funziona. 2) Se la gente non si incazza, questo o quello è la stessa cosa e finisce che vende il suo voto per un pacco di pasta. 3) Se la gente vende il suo voto per un pacco di pasta vincono sempre i furboni che vendono il pacco di pasta per un voto. 4) Se vincono i furboni vince la camorra. I politici hanno immense responsabilità. Prima dei politici ce l'hanno i giornalisti che non ci raccontano i fatti. E se non siamo informati capillarmente ed ossessivamente sui fatti mai e poi mai potremo essere una società civile che sa da chi farsi rappresentare nei palazzi del potere. Hai mai sentito parlare del processo "Spartacus"? Probabilmente no. Eppure il processo spartacus è stato il più imponente processo degli ultimi dieci anni in Italia! A Santa Maria Capua Vetere c'erano 200 uomini delle forze dell'ordine, cani anti-bomb-bombbomba, elicotteri di sorveglanza, aule bunker. Nessun invato Rai, nessuno del Corriere della Sera, nessuno di Repubblica e nessuno di Mediaset. Del processo "Spartacus" i cui imputati principali erano quelli della famiglia dei casalesi se n'è accorta di più la stampa estera. E cos'è il clan dei casalesi? Beh, è quello che incamera fiumi di miliardi lucrando sui rifiuti che stanno asfissiando ancora oggi Napoli e la Campania. Tu vuoi mettere in galera i camorristi? Io vorrei mettere in galera (prima dei camorristi e prima dei politici) i giornalisti. E la questione dei rifiuti in campania non è certo una questione di cui il resto d'Italia si può disinteressare! Le mozzarelle di bufala, gli ortaggi e la frutta campana la mangiamo tutti. I campi campani vengono concimati con il compost ricavato dai più bei rifiuti provenienti dalle fabbriche del Nord: Stagno, Piombo, Mercurio, ceneri sottili cancerogene, diossine, atrazine, morchie dell'industria dei coloranti, Cromo, Nikel, Trizio, Molibdeno, Uranio, Fosforo radioattivo, Arsenico. Le bufale pascolano su quei campi. I frutteti e gli ortaggi crescono su quei campi. Buon appetito! Nella mozzarella di bufala sappi che ci trovi anche qualcosa della famigerata Moby Prince, quella nave che prese fuoco, che nessuna ditta di smaltimento al mondo volle smaltire e che infine fu accolta amorevolmente dalla camorra campana.
  5. Fintanto c'è la camorra le cose restano come sono. Se va bene. Se va male peggiorano. Bassolino dovrebbe dimettersi, sono d'accordo, e non solo lui. Ma non serve a nulla. Chiunque verrà dopo di lui non sarà in grado di fare nulla. La storia ha ampiamente dimostrato che se un politico vuole fare politica senza scendere a compromessi con la camorra succede una cosa semplice: lo prendono, lo sparano, lo buttano in un pozzo artesiano, ci buttano dentro due o tre bombe a mano e festa finita. Onestà? Sì, ma come la mettiamo con la vita? Nessuno riesce ad essere onesto in Campania se non è un suicida. Chi fa l'onesto è libero di farlo ma deve sapere che verrà schiacciato come una mosca. OK. Quindi non è che non ci sono persone oneste. E' che proprio non ci possono essere, nel senso che quando se ne trova una la prendono e la cancellano dalla faccia della terra. Quindi il problema dell'onestà non si pone neanche. Non fintanto comanda la camorra. La situazione in Campania è che i politici che devono assurgere al ruolo di amministratori sono solo quelli sponsorizzati dalla camorra. Dice: va bene, ma allora è semplice. Eliminiamo la camorra così finalmente chi ha voglia di essere onesto può farlo. Non è così. La camorra non si elimina. Puoi catturare o ammazzare tutti i capi clan e tutti i bracci destri e i braccetti piccoli. La camorra sarà sempre verde: la camorra non è le persone criminali. La camorra è un sistema. Il camorrista è un eroe. Un eroe altruista. Quando sceglie di fare il camorrista sceglie di morire ammazzato oppure di finire in galera vita natural durante. A patto che alla sua morte o alla sua galera sopravviva il sistema. Un patto di sangue sottoscritto al momento dell'affiliazione. La famiglia deve comunque sopravvivere. Il sistema deve sopravvivere ad ogni costo. E perchè uno fa una scelta tanto scellerata? Beh, è semplice: per non fare la vita dello schiavo che facciamo tutti noi che aspiriamo ad essere onesti. Meglio pochi anni al comando che un'intera vita da schiavo. E si sa: comandare è meglio che fottere. Un sistema quindi. Un sistema talmente radicato ed efficiente che per eliminarlo devi radere al suolo l'intera Campania a colpi di bombe nucleari. Ammazzare tutti quanti, compresa la moltitudine degli innocenti. Quando avrai raso al suolo Casal di Principe, Secondigliano, Scampia, Napoli, Caserta, Nola etc. etc. fino al più microscopico paesello campano avrai un deserto che non appena la radioattività si abbasserà sarà ricolonizzato dal sistema camorristico sopravvissuto nel resto del mondo. Dalla Scozia all'Australia, da Milano a San Francisco, dall'Ucraina all'Argentina, dal Brasile alla Russia, dal Manzanarre al Reno. Non abbiamo risolto un cazzo! Possiamo far saltare in aria il mondo intero al solo scopo di eliminare il sistema camorristico? No, non ne abbiamo le capacità tecniche. Anche quando avrai usato tutti gli arsenali nucleari dell'intera umanità qualche cavernicolo sopravviverà lo stesso portandosi dentro il germe del sistema camorristico. Dobbiamo solo sperare nella provvidenza divina: un bell'asteroide di cinquecento chilometri di diametro che colpisce la Terra a trecentomila chilometri orari mandandola in frantumi nello spazio. Non c'è altro modo di eliminare la camorra. Aspetta: forse ce n'è uno! I soldi! Crbbio! I soldi! Tagliamo i soldi ai camorristi e la camorra scomparirà come per incanto! Avevamo la soluzione a portata di mano e non ce n'eravamo accorti. Ho appena scritto e sottomesso una recensione per il libro "Gomorra" di Roberto Saviano. Se me la pubblicano vi metterò il link. In quella recensione ho scritto una cosa che Saviano mi ha indotto a pensare. Eccola: Saviano non lo dice mai, né nel libro e né nell'articolo che ho citato, ma ci costringe violentemente a pensarlo: il territorio campano è un vero Eden ben gestito dal governatore della Campania, dal sindaco di Napoli e dal presidente della Provincia. Un trio uno e trino insediato su delle poltrone rese immacolate dal voto popolare comprato. Un trio malato diventato sano poiché scelto da un popolo malato. Un popolo malato diventato sano scegliendosi un trio malato. Squillino le trombe, trombino le squillo, ora pro nobis, amen. Un'altra cosa che Saviano non scrive ma ci costringe a pensare è che, grazie a San Gennaro, a Napoli non si tocca mai il fondo dell'abisso: tutte le volte che si sta per toccare il fondo di un abisso si apre una botola sotto la quale c'è un altro abisso il cui fondo è dotato di un'altra botola che si apre da sola per attraversare un altro abisso ancora più in fondo. Insomma: il fondo del fondo non si tocca mai. Si trova sempre un'altra botola di salvezza che si apre automaticamente impedendo che la caduta per gravità faccia spiaccicare l'intera società partenopea sull' ultimo fondo. A volte è un fondo nazionale, a volte è un fondo comunale, altre volte è un fondo europeo e altre volte è un fondo provinciale. C'è una miriade di fondi che si avvicendano, si intersecano e si interscambiano. Una serie di fondi che si chiudono solo se se ne apre un altro. A Napoli un fondo che si apre alla bisogna si trova sempre, quindi nessuno si fa mai veramente del male come Dio comanda. Sempre grazie a San Gennaro, ma, occorre riconoscerlo, anche grazie a qualche commissario straordinario che, abbi pietà santissimo San Gennaro, fa il miracolo di istituzionalizzare l'emergenza trasformandola in emergenza vita natural durante con grande sfoggio di pecunia pubblica ben distribuita in giuste mani pigliatutto.
  6. D'accordo: sono un beato che non capisce un cazzo. Infatti a me di Waltervio Veltrusconi non me ne può fregar di meno. Almeno finchè non mette il Caballer Bandan Belbucon De Belbuconi di fronte alle sue responsabilità riguardo alle televisioni, alle frequenze televisive e al conflitto di interessi. Solo allora Waltervio Inciucion Veltrusconi ridiventerà Walter Veltroni. In caso contrario rimarrà un lacchè non dissimile da quelli che infestano il centro-destra. Mi frega invece se un sindaco o un giornalista, di qualsiasi sfumatura cromatica essi siano, fanno almeno il minimo che ogni sindaco o ogni giornalista deve fare. Non è poco visto che i sindaci che trionfano sono quelli che vietano il fumo nei giardini pubblici ma non la camorra, oppure quelli che licenziano dieci dirigenti poco ossequiosi per assumerne novanta ossequiosi e con stipendio triplicato. Ricordando solo Napoli e Milano, per par condicio geografica e cromatica.
  7. Una cosa sola: guarda cosa è successo nella lotta alla mafia durante il precedente governo. Poi guarda cosa sta succedendo nella lotta alla mafia oggi. Fai il confronto e poi trai le tue conclusioni.
  8. Da che mondo è mondo l'esempio deve venire dall'alto. E' tuo padre che ti educa, non sei tu che educhi tuo padre. E tuo padre ha autorità per poterti educare solo se è un uomo retto che crede ed osserva i principi dell'onestà e della moralità. Sono le istituzioni che devono dare l'esempio altrimenti perdono di autorevolezza. La giustizia prodotta da un sistema basato sulla mafia, sulla corruzione, sul falso, sulla prepotenza, sui privilegi e sul malaffare non può che essere malata. E se la giustizia è malata succede che chi corrompe un giudice fa il premier invece di finire in galera. Chi è mafioso fonda il più grosso partito italiano invece di finire in galera. Chi usa un aereo militare per scorrazzare la famiglia in lungo e in largo a spese dello Stato fa in comandante generale della Guardia di Finanza invece di finire in galera. Chi è a libro paga della Rai fa il giornalista per Mediaset invece di finire in galera. Chi demolisce Pirelli e Telecom se ne va a fare regate veliche invece di finire in galera. Chi demolisce Alitalia prende uno stipendio miliardario invece di finire in galera. Chi porta Fiat sull'orlo del fallimento se ne va a casa con 200 miliardi in tasca invece di finire in galera. Chi va in giro carico di tritolo diventa un legittimo guerrigliero invece di finire in galera. Chi fa fotografie da usare come arma di ricatto diventa un vip invece di finire in galera. Chi preconfeziona l'esito delle partite di calcio prima che si disputino fa il commentatore sportivo invece di finire in galera. Chi sequestra un'ambulanza per bypassare il traffico di Roma fa il parlamentare invece di finire in galera. In un sistema marcio e degenerato fatto nel suddetto modo è ovvio che chi uccide quattro persone riceve un contratto pubblicitario da 40.000 euro invece di finire in galera. Ci può essere ancora speranza? Credo di sì, qualche piccolo segno c'è. L'altro giorno a Roma il capo dei vigili urbani ha fatto il furbetto ed ha perso il posto di lavoro. In un colpo solo abbiamo visto dei giornalisti de "Il Messaggero" fare i giornalisti e un sindaco di Roma fare il sindaco di Roma. Un fatto piccolo, ma visto il panorama di degrado generale, una grande rivoluzione.
  9. In questo paese chi viene condannato per mafia non va in galera: riceve l'incarico di direttore artistico del teatro lirico di Milano. Non solo! Continua pure indisturbato a fare il parlamentare in barba all'interdizione dai pubblici uffici. Se invece corrompi un giudice il minimo che ti possa capitare è di essere assolto per poter fare il premier. Tu dici che un rom ubriaco che ammazza quattro persone dovrebbe stare in galera? Sono pienamente d'accordo. Solo che prima di vedere la pagliuzza conviene vedere la trave.
  10. Uh! Meno male! Siamo salvi. Meglio un mondo pieno di Al Capone che si arricchiscono col proibizionismo che un mondo senza accise.
  11. C'è anche chi ha costruito un reattorino da 250.000 euro che con 50 euro di deuterio (un litro) ottiene la stessa energia contenuta in un milione di litri di benzina (che alla pompa costa un milione e 377 mila euro). Considerato che su ogni litro di benzina il 70% che paghiamo sono tasse, se ne evince che chiunque si azzardasse ad adottare quell'infernale reattorino per produrre energia sottrarrebbe allo Stato quasi un milione di euro di entrate fiscali per ogni 50 euri di deuterio bruciati. Questi sono pazzi! Cosa ci ho scritto io qua? Giocondo? Come cacchio camperebbe lo Stato se invece di bruciare benzina bruciassimo deuterio? Mettete in galera i gaglioffi che inventano ste minchiate e buttate via la chiave! Anche quand'anche fosse che si tratti solo di bufale, il solo pensiero va condannato col carcere a vita. Ma a scanso di equivoci conviene prepararsi ad una eventualità del genere. Dice che nel 2012 finirà il calendario Maya ad altri calendari. Comincerà una nuova era senza petrolio e conosceremo la fine di tutte le guerre. Una sciagura umanitaria che da sola supererà tutte le sciagure della storia dell'umanità messe insieme! Pare che non sapremo più a quale santo votarci per fare a cazzotti e continuare così a mandare avanti il globo terracqueo in santa pace come abbiamo sempre fatto negli ultimi 100.000 anni.
  12. Ax, Coop paga le tasse come qualsiasi altra impresa. Certo non può pagare le tasse sugli utili che è costretta per legge a reinvestire nell'impresa. Quegli utili non sono tassabili e persino Tremonti fece delle leggi che detassavano gli utili reinvestiti nelle SpA. Abbiamo sviscerato la cosa sul sito di Uby. Riguardo al fisco le cooperative sono oggi molto simili alle SpA. Coop ha sempre avuto prezzi più convenienti. Prezzi che hanno calmierato i mercati. L'unica eccezione si è verifivata dopo la storia dello spionaggio industriale operato da SL a spese di Coop, negli ultimi due anni. Matteo, non stiamo litigando! Stiamo discutendo.
  13. Alcuni vorrebbero vedere Coop scendere in campo a fare battaglie mediatiche sui giornali per controbattere e magari delegittimare Caprotti esattamente come Caprotti ha fatto con Coop. Come se Coop fosse come Caprotti, o come se Coop fosse come un Marco Travaglio, un Peter Gomez o un Gian Antonio Stella che non avendo mezzi e squadre di avvocati a disposizione sono costretti ad usare la sola penna. Ma non ne possiamo più delle delegittimazioni mediatiche! Se chi le fa si prefigge scopi inconfessabili finisce che, lungi dal fare luce sulle vicende, getta ombre sui fatti, offusca la mente di chi vorrebbe vederci chiaro, sotterra le verità e fa vendere i giornali dei farabutti che le pubblicano. Le campagne di delegittimazione sono oramai diventate un vero cancro della nostra società e democrazia, producendo solo vittime senza mai far luce sui fatti e senza mai riuscire a riabilitare nessuno. Quanto a Travaglio & co. sembra che oramai se non sei nel loro mirino non conti un cazzo, quindi le loro denunce favoriscono invece di svantaggiare l'oggetto da demolire, per quanto serie ed argomentete possano essere le loro denunce. Occorre tornare a mettere i piedi per terra. Io parto dal concetto semplice che se qualcuno ha seri motivi di denunciare una ingiustizia deve rivolgersi al suo avvocato, non al suo giornale. La giustizia fatta da scrittori e gionalisti, a botta di giornalate e libri, produce solo eserciti di giustizieri che allestiscono baldacchini sulle pubbliche piazze ed aspettano che gli capiti a tiro il malcapitato di turno per appenderlo alla forca. Ma noi vogliamo una giustizia da Far West o vogliamo una giustizia giusta sentenziata nelle aule dei tribunali istituzionali? Certo! Sempre che riusciamo a far funzionare una giustizia istituzionale che è praticamente moribonda ed assolve anche i terroristi che se ne vanno in giro carichi di tritolo. No! Caprotti ha scritto un libro per infangare la Coop. Magari quel libro contiene anche delle sacrosante verità. Ma Caprotti non è Travaglio. Caprotti ha interessi personali enormi da difendere ed ha i mezzi e gli sghei per seguire la legge. Se avesse voluto denunciare davvero Coop per le sue angherie e malefatte sarebbe andato dagli avvocati. Invece è andato da un editore, gli ha fatto stampare un libro ed ha regalato quel libro a cani e porci tentando di vendere così la sua sola verità. E' vero, la Coop potrebbe fare altrettanto; gli argomenti non gli mancano. Né gli mancano le capacità, le menti ed i mezzi. Beh, ma poi è certo che Coop si macchierebbe di un peccato imperdonabile: quello di contribuire anch'essa al ritorno di un Far West dove alla fine vince chi è più bravo e preciso a sparare. E magari sul terreno ci rimane poi chi è un pò più onesto. Per carità! Ho letto le dichiarazioni di smentita alle accuse di Caprotti che i vertici Coop hanno rilasciato. Bastano ed avanzano. La sfida di Coop non è quella di difendersi da un Caprotti improvvisatosi pistolero e bounty killer alla tenera età di 82 anni! Coop ha altre e più nobili sfide. Ne cito solo una: quella di impiantarsi in Sicilia col compito di portarvi lavoro, sviluppo e una civiltà che si rifiuta di pagare il pizzo alla mafia. Buona fortuna alla Coop! Ne ha bisogno e se la merita, come grande fortuna meritano quelli di “Libera” e chiunque si batta per una società più equa, solidale e civile, contro tutte le mafie.
  14. Fa quello che Barilla fece a Matera: demolì un'economia secolare e poi chiuse battenti Quando si dice che l'impresa, quando si insedia in un territorio, dovrebbe darsi una missione non limitata al solo profitto. Hai letto il libro di Mariolina Venezia? Te lo consiglio. Vi si narra di un commerciante che vendeva sempre a credito e che prestava soldi senza mai chiedere interessi. Sembrava coglione, ma così facendo fece il commerciante per tutta la vita con discreto successo. I suoi eredi smisero di vendere a credito e cominciarono a chiedere interessi sui soldi prestati. L'economia di Grottole si fermò e poco dopo devettero chiudere battenti.
  15. Chissà quanto ci godono quelli di Carrefour, Auchan, GS, Pam, Finiper e Sma. Fra i due litiganti...
  16. La storia dei reperti etruschi che c'erano per Caprotti ma non c'erano per la Coop è strana (stavo per dire falsa, ma mi sono astenuto altrimenti dicono che sono tracotante). L'autorizzazione a Coop è stata data quando c'era la giunta Guazzaloca, che certo comunista non era. Coop è totalmente estranea alla vicenda e su questo punto Caprotti è stato smentito. COOP ADRIATICA: NESSUNA IRREGOLARITA’ SUL SUPERMERCATO COOP DI VIA ANDREA COSTA A BOLOGNA IL PROGETTISTA MASI SMENTISCE “FALCE E CARRELLO” DI CAPROTTI Nel libro di Caprotti “Falce e carrello”, ripreso nei giorni scorsi da alcune testate e emittenti nazionali, si insinuano e si suggeriscono presunte irregolarità e responsabilità di Coop Adriatica nell’iter amministrativo che portò alla realizzazione del supermercato Coop di via Andrea Costa, in un sito dove erano stati rinvenuti alcuni reperti etruschi. Le illazioni avanzate dal libro risultano tanto più gravi dal momento che la Cooperativa aveva già fornito oltre un anno fa ampie spiegazioni pubbliche sulla propria completa estraneità alla realizzazione dell’immobile. Ripercorriamo dunque la vicenda a difesa del buon nome di Coop e per ristabilire la piena verità dei fatti. Coop Adriatica ha acquistato l’8 maggio del 2000 - con un contratto preliminare di acquisto di cosa futura registrato il 24 dello stesso mese - un edificio finito “chiavi in mano” in via Andrea Costa a Bologna. All’epoca il Comune di Bologna era guidato dalla giunta di centro-destra di Giorgio Guazzaloca. A cedere l’immobile era la società Andrea Costa 2000, il cui amministratore delegato era il dottor Franco Goldoni; il progettista era l’architetto Gianfranco Masi. L’edificio, di circa 7 mila metri quadrati, e la porzione di parcheggio annesso acquistati da Coop Adriatica, fanno parte di un più vasto intervento edilizio che si trova nella ex area Hatù-Ico, dove sorgeva l’omonima fabbrica fondata dalla famiglia Goldoni. Nell’edificio divenuto di sua proprietà, Coop Adriatica ha successivamente allestito il proprio supermercato. Per l’immobile e i parcheggi annessi, come sempre avviene in questo tipo di contratti, la Cooperativa non aveva avuto alcun ruolo né nell’iter delle autorizzazioni urbanistiche, commerciali e amministrative, né nei rapporti con la Sovrintendenza, che anche in questo caso sono state di esclusiva competenza e responsabilità del costruttore. Inoltre, Coop Adriatica non era a conoscenza di quali rapporti commerciali la Andrea Costa 2000 avesse intrattenuto in precedenza con eventuali altri soggetti interessati allo stesso insediamento. A questo proposito, l’architetto Masi, incaricato da Andrea Costa 2000 di seguire il progetto a suo tempo, ha autorizzato la Cooperativa a rendere nota la sua ricostruzione dei fatti, che smentisce la ricostruzione fornita da Caprotti e che riportiamo di seguito. Bologna, 25 settembre ‘07 Ufficio stampa Coop Adriatica Leggerò il libro, ma francamente sembra proprio che Caprotti abbia scritto cose non degne di una immagine che s'era costruita in una vita di lavoro. Cause? Querele? Battaglie legali da parte di Coop contro Caprotti? E' una possibilità, ma non tutti sono uguali. Coop sta comunque aprendo una causa civile per chiedere 300 milioni di danni a Caprotti per la questione dello spionaggio industriale in cui Caprotti è già stato condannato. Cioè, quando ci sono questioni solide e dimostrabili, le vie legali vengono regolarmente seguite. Per il resto (ossia per il fumo, la propaganda, lo sberleffo e la delegittimazione mediatica) ti riporto quello che ne pensa Aldo Soldi, presidente dell'ANCC/COOP: credo non si sia mai vista una situazione in cui un concorrente non usa solo le armi del mercato (in questo lo rispettiamo) ma getta sospetti, si inventa complotti, scrive libri, vuole cambiare le leggi, attacca personalmente i dirigenti dell’impresa concorrente. E’ questo il mercato che vogliamo? E’ questa la competizione di cui c’è bisogno? Noi crediamo di no, che non serva né al mercato né al vivere civile. Semmai rigiro a te la domanda: perchè Caprotti non ha denunciato e portato in tribunale la Coop invece di scrivere un libro-denuncia? Vuoi vedere che in mano non aveva nulla di serio? E' andato solo a piangere in Europa presso le addette commissioni, ma dopo la storia dello spionaggio industriale Coop gli farà un culo come un paiolo anche in Europa.
  17. Ma infatti non è mia intenzione difendere ad ogni costo Coop, solo che, come spesso accade, la ragione non sta mai tutta da una parte sola. E' per questo che occorre sentire anche l'altra campana dopo aver decantato e sviolinato i meriti di Caprotti e il suo libro. Se ci sono farabutti vanno evidenziati, da qualsiasi parte stiano. Stranamente, nonostante che i comunisti impazzino ovunque in rete (così si dice), di questa vicenda predomina alla grande la campana di Caprotti. Ovviamente è per le sue interviste rilasciate ai giornali e per il suo libro, che hanno suscitato clamore sia per quello che dice sia perché il personaggio era sempre stato riservato prima di questo attacco alla Coop. Per sentire anche l'altra campana son dovuto andare a parare addirittura nella tana del lupo, ossia nel sito di Coop Italia.
  18. Nessuna prosopopea e nessuna tracotanza Ax. Mi limito a fare la voce fuori dal coro basandomi su considerazioni ovvie. La più ovvia è che è falsa l'affermazione che le amministrazioni rosse abbiano ostacolato Esselunga dall'impiantarsi nelle regioni rosse, prova ne sia che Esselunga vi si è impiantata. Poi qualche caso particolare può anche esserci stato, tenendo anche conto che Coop è una realtà molto eterogenea. Non solo: dopo essersi impiantata sul territorio già occupato da Coop, Esselunga ha poi dovuto fare i conti con i prezzi bassi praticati da Coop. Per poter competere con Coop sul piano dei prezzi (e spostare clienti nei suoi punti vendita) a un certo punto Esselunga è addirittura arrivata a fare spionaggio industriale per poter riuscire a praticare prezzi più bassi di quelli Coop. Solo che quando è stata sgamata ha poi dovuto subire l'onta di una condanna per concorrenza sleale.
  19. Sì, certo, ma allora? Non è forse anche attraverso lo sviluppo che si abbatte la mafia? Tu dici che chi detiene il monopolio della GDO nel meridione (gli stranieri di Auchan, GS, etc...) paga il pizzo? Può essere! Ma a mio avviso il commercio e l'imprenditoria devono essere in prima linea contro tutte le mafie. Ci sono pricipi anche etici e sociali da rispettare, caro Matteo. Non può essere che esista solo ed esclusivamente il profitto. Nè può essere che ti vendi l'intera Standa per non subire le angherie di totò riina e di qualche altro totò indagato per mafia ma che è nel pieno delle sue funzioni in qualità di governatore di una grande regione meridionale!
  20. A chi dobbiamo credere? Io il libro non l'ho letto ma basta girare un pò in rete per vedere che la tesi principale del libro è falsa. Non è vero che i comunisti hanno impedito a Caprotti di impiantarsi in Emila e Toscana. Nonostante il territorio fosse già "monopolizzato" da Coop, Esselunga ha impiantato molti supermercati proprio in quelle regioni. Pare che in città rosse, tipo Parma, Esselunga è più presente di Coop. Inoltre c'è una questione che mi piacerebbe capire: come mai Coop prova a fuoriuscire da zone tranquille e tenta di espandersi anche nel meridione mentre Esselunga rompe i coglioni solo laddove Coop s'era già impiantata prima di lei? Francamente ci vedo qualcosa in più rispetto ad una sana battaglia commerciale. Sembra quasi che sotto sotto ci sia qualcosa davvero di ideologico.
  21. Avevo letto da qualche parte che il libro "Falce e Carrello" era in vendita anche alla Coop. Allupato ed aizzato da Ax presso il sito di Uby, la prima cosa che ho fatto stamattina, quando col cinquino sono andato alla Coop a fare la spesa settimanale, è stata quella di correre agli scaffali della libreria per prendere sto famigerato libro. Delusione! Nisba! C'è da dire che qui da me non ci sono ipermarcati Coop e forse il libro di Caprotti lo vendono solo agli ipermercati che hanno una libreria abbastanza fornita. Dato che avevo messo già in conto la spesa per il libro, ho dirottato il capitale su un mortaietto con pestello in legno di ulivo proveniente da Betlemme. 16 eurazzi! Sticazzi! Ma così facendo ho aiutato quei comunistazzi degli artigiani palestinesi e stanotte potrò dormire tranquillo. Vorrà dire che per l'acquisto del libro di Caprotti chiederò un mutuo al Rural Monte di Accettura ed andrò da Feltrinelli, sul corso, evitando accuratamente di inciampare presso la libreria Mondadori di Banana Rocherdhck. Pazienza. Tornato a casa, alle ore 13 butto nel tegame due chili di agnello, un paio di chili di patate sbucciate in fretta e furia ed una melanzana spezzettata. Metto in forno a 200 gradi e mi dedico a sistemare il resto della spesa. Alle quattordici rientra a casa mia moglie e mio figlio. La consorte manco entra in cucina e, allertata dall'odore, già brontola accigliata: "che cacchio stai cucinando?" L'agnello con le patete, gli dico. Oggi niente lasagna e pollo arrosto comprati al banco della gastronomia. Oggi si mangia di lusso! A che ora l'hai messo in forno? Mi fa lei. All'una. Gli dico. Bene! Oggi non si mangia: ci vogliono almeno due ore! Mi fa lei. OK, no problem! Gli faccio. Ho comprato le baguette, il pecorino, il vino novello, il capocollo, le nocciole sbucciate... Insomma: panini! Vorrà dire che per stasera avremo una cena bell'e pronta a base di agnello con le patate. Si pranza in santa pace, stile braccianti terroni (ci siamo abituati) discutendo del capo stronzo e del preside che si caga sotto all'idea di presentarsi alla scuola media per reclutare studenti nell'ambito del piano di orientamento per la scelta della scuola superiore. A fine pranzo, mentre in TV qualcuno sentenzia che il programma di governo richiede cinque anni per essere attuato, mi accendo una Marlboro e mi appropinquo al PC per venire da voi e lurkare se dite cagate o meno. Passando accanto al tavolo del soggiorno mi cade l'occhio sul giornaletto mensile della Coop che era buttato lì. Mi dico: "aspetta un pò! Fammi vedere se dice qualcosa del libro di Caprotti!" Giro la copertina...et voilà! Ecco l'editoriale di Turiddo Campaini, il capo di Unicoop Firenze. Bel colpo! E' quello che mi ci voleva per spiezzare in due quella manica di farabutti di Autopareri! Così sentono cosa dice anche l'altra campana! Riporto fedelmente: Le cooperative associate a Coop Italia sono 135: alcune più grandi, altre molto più piccole. Sono realtà diverse che hanno una centrale acquisti in comune, Coop Italia appunto, ed è sbagliato parlare di un’unica Coop a livello nazionale. Ogni cooperativa ha una sua fisionomia. In Unicoop Firenze, ad esempio, accanto alla rete moderna ed efficiente ci sono anche negozi piccoli e piccolissimi che hanno una funzione di vicinato e servono a tenere bassi i prezzi particolarmente nei piccoli paesi, non appetibili per realizzare grossi supermercati privati. Infatti la filosofia del mondo cooperativo è diversa da quella di altre imprese, perché è al servizio di persone e soci. Noi non lavoriamo solo per il profitto né con una logica esclusivamente economica, anche se i conti alla fine devono tornare e il bilancio dev’essere in attivo, altrimenti si chiude. I confronti fra le aziende devono essere omogenei per essere obiettivi. Non si può, come si è fatto in pagine pubblicitarie sui giornali e nel libro "Falce e carrello", confrontare un’azienda leader nella grande distribuzione con "la MEDIA di nove cooperative" aderenti a Coop Italia. Occorre confrontare azienda con azienda e si scoprirà che ci sono condizioni molto diversificate. Unicoop Firenze paga le tasse, ha una gestione commerciale attiva, una gestione finanziaria che non copre le magagne di quella commerciale e remunera in modo equo il prestito dei soci. Ma soprattutto fa i prezzi più bassi e costringe gli altri operatori ad adeguarsi. Nel libro "Falce e carrello" si dice che a Siena i negozi con insegna Coop hanno la più alta quota di mercato, ma non si dice che a Siena i prezzi sono uguali a quelli di Firenze e Pisa, cioè molto più bassi di quelli che Esselunga pratica a Milano, Bergamo o Bologna. Insomma, concorrenza o non concorrenza, a Empoli come a Firenze, a Borgo San Lorenzo come a Pisa, i prezzi dei supermercati dell’Unicoop Firenze sono gli stessi. Cosa che non si verifica in un’azienda come Esselunga, che a Milano, Bergamo e Bologna ha prezzi più alti che a Pisa o Firenze. Si può quindi dire che i supermercati di Unicoop Firenze hanno i prezzi più bassi di qualsiasi altra impresa in Italia. Su questi elementi i soci ci devono giudicare e già lo fanno con l’ampio consenso che manifestano quotidianamente alla loro Unicoop Firenze.
  22. E' davvero sconcertante: in questo posto non si trova un comunista manco a pagarlo oro! Una sola domanda: chi c'è dietro a questa manovra anti-coop rosse? Per indovinare la risposta occorre tenere presente che l'editore del libro ha mandato decine di migliaia di copie gratis ad amministratori, imprenditori, giornalisti etc., come già fece un tizio che prima delle elezioni politiche regalò un libro-verità a tutti gli italiani. Se badate alla strategia e alla tecnica e cercate di immaginare il regista avrete una sola risposta: c'è un manovratore che si comprerà tutto. A patto che il venditore ultra-ottantenne compia prima un'operazione di bonifica del territorio per permettere al nuovo padrone di presentarsi come il salvatore della patria. Ecco spiegato come mai Caprotti ha aspettato di oltrepassare gli 80 anni per decidersi ad andare per la prima volta sui media e nelle librerie. Chi sarà quindi questo nuovo padrone lestofante? Il primo che indovina vince un carro armato che gli consegnerò personalmente a domicilio. Un piccolo aiutino: si tratta di uno che dice che non ha mai dato spallate ma si ritrova con la spalla semi-rotta. E, mistero dei misteri, invece di fargli male la spalla, gli fa male il culo, nonostante le cure di quattro grossi partiti pieni di curanderos che gli si prodigano instancabilmente intorno leccandogli quel culo con tutta la loro expertise sciamanica. Ve ne dò un altro di aiutino vàh, altrimenti dite che sono arcigno: si tratta di quel tizio che emise un editto bulgaro prontamente eseguito dalla sua riserva personale di federali, squadristi, aguzzini, lacchè e camicie nere della rivoluzione. Santoro, Luttazzi, Guzzanti etc. vennero purgati in base a quello storico editto. Uno dei tanti purgati, a nome Biagi Enzo, è passato a miglior vita l'altro giorno e, miracolo! Oggi viene santificato da quello stesso dittatore che gli calò l'olio di ricino come già fece con Indro Montanelli. Vi dò un ultimo piccolo aiutino per essere certo di apparirvi magnanimo : si tratta di uno che è passato alla storia come il teorico dello sciopero fiscale, dell'evasione fiscale, del condono, della depenalizzazione del falso in bilancio, dell'indulto, dell'inappellabilità delle sentenze di primo grado che lo assolvevano, dell'appropriazione indebita e della corruzione di giudici in cui chi corrompe è assolto mentre il postino che porta i soldi al giudice viene condannato. Chiudo il post. Ora chiudete pure il topic, com'è vostra consuetudine quando qualcuno si decide ad esporre opinioni diverse da quelle ammesse dallo statuto monocromatico qui vigente.
  23. http://zambardino.blogautore.repubblica.it/2007/07/26/in-memoria-di-dragan-cigan-per-aiutare-la-sua-famiglia/#comment-3133
  24. "Fare i giudici è da disturbati mentali". El Caballero de la Bandana Blanca Sobre la Cabeza Tutti i giornali, 4 settembre 2003. Le decine di persone oneste, morte sul campo combattendo la mafia, ringraziano ancora; col conforto incondizionato di Falcone e Borsellino.
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