ahahahaa, è una cosa trovata in internet non è per offendere e non rompete troppo, è bellissima!
- La linea.
Già da lontano una emozione insopportabile mi percuote l'animo come un
tamburo e mi provoca una pericolosa tachicardia, al solo scorgere
l'incredibile ed unica linea a "sacco" della Tipo: l'aspetto di uovo é
evidenziato anche dalla verniciatura bianca non metallizzata, che
richiama
un passato glorioso che però non le appartiene.
Purtroppo la Fiatina ha entrambe le fiancate in stile "Uno Sting": tale
customizzazione, facilmente ottenibile anche su altre vetture, e molto
di moda a Roma, é dovuta a precedenti incidenti laterali, curati
malamente, nei casi più gravi, con l'aquisto e la sostituzione di
portiere
usate e comunque ugualmente rovinate in parte, da uno degli
sfasciacarrozze
della Magliana.
Inoltre un tamponamento doppio in autostrada l'ha anche
accorciata in maniera discreta: il tutto ha reso il ruotino di scorta
dal
cerchione colore rosso Ferrari sfilabile con difficoltà dalla sua sede,
parzialmente occlusa dalle lamiere ripiegate; e la serratura del
portellone, che
sul momento non chiudeva, essendo la zona paraurti rientrata rispetto ad
essa,
é stata modificata artigianalmente nella sua nuova posizione con
sapienti colpi
di sassate. Il dettaglio del raccorciamento comunque accentua
ulteriormente la
linea ad uovo, allontanando la vettura da qualsiasi criterio razionale
di
aerodinamica anche apparente.
Non si può far a meno di notare il contrasto tra la linea pulita ad uovo
ed
il colore della verniciatura: esso, una volta puro e bianco come un
giglio,
é ora somigliante più al colore del gusto stracciatella, per via di vari
strati di
zozzo vegetale (sono nate in primavera alcune piccole piantine
all'interno della guarnizione sopra la portiera) ed animale (deve essere
un
incrocio tra un piccione e un diplodoco preistorico, o forse un canarone
transgenico, ad aver cacato quell'enorme escremento, grosso come il buco
dell'ozono,
che occupa gran parte del parabrezza) che formano una patina indistinta
insieme
a varie macchiette, bozzi, escrementi, crepe dovute a resina non tolta
in tempo ed altro.
I grandiosi fari non sono a scomparsa, e non evocano nessun ricordo di
un
passato glorioso e inconfondibilmente racing: ma é una fortuna, perché
si
sarebbero sicuramente rotti uno chiuso ed uno aperto.
Maschili cerchi di lamiera nera (ma perché nera?), liberati alla vista
dal precedente inculamento di borchie da parte di qualche bastardo morto
di
fame, e prontamente non sostituiti, sembrano guardare,
minacciosi di futura instabilità verso chi si avvicina con l'ardire di
voler guidare, dal basso della loro misura sottodimensionata: 165x65x13.
Chi offre di meno?
- La posizione di guida.
Cerco di aprire la portiera, ed allora mi ricordo che la serratura lato
guida é stata forzata più volte fino a rendere inservibile anche il solo
pulsante: entro allora dal lato passeggero, dopo aver provocato la
distorsione delle falangi del pollice nel titanico tentativo di premere
il
pulsante con una mano sola. Con poche ed esperte contorsioni, passo al
lato
guida, aiutandomi con i capelli a togliere una ragnatela dallo
specchietto
centrale.
Che bello!!! I sedili sono molto, molto contenitivi perché si sono
sfondati,
ed alcune tristi scuciture sembrano sorridere, lasciando intravedere la
gomma
piuma gialla e parte delle molle.
La posizione di guida è perfetta: viene subito voglia di correre sui
prati
(ma a piedi).
Il grosso volante Fiat, che ricorda quello degli autobus, offre anche
una
pessima presa, essendo costituito solo da una plastica di incredibile
durezza: in
caso di incidente, se non si sono allacciate le cinture, diventa una
vera
arma "contro un dente".
La pedaliera richiama facilmente il punta tacco (=via a gambe levate e
passo
di tip-tap, finché si é in tempo...): un gommino di quello
dell'acceleratore
é stato invertito per permetterne l'ulteriore consumo.
Il cambio, dalla leva lunga come il manico di una vanga, fuoriesce dal
basso
come un cipresso: eccellente, soprattutto l'assenza di qualsiasi logo in
bell'evidenza: non essere e non apparire é il massimo del minimalismo.
Il cruscotto é finemente ricoperto da una plastica rumorosa e dura,
della
stessa qualità di quella dell'involucro giallo delle sorpresine Kinder.
I
riflessi del sole su di essa impediscono di vedere la strada in modo
sicuro,
creando uno stato di ansia che può essere attenuato solo decidendo di
andare
a piedi.
Il quadro strumenti, finemente decorato con una serie di tragiche
righine
incrociate in quadretti che ricordano molto le tovaglie usate nei
pic-nic, impedisce
una chiara lettura dei pochi indicatori, gravemente deficitari anche
del banale contagiri, a causa di una "non-retro" illuminazione
assolutamente
inadeguata in colore verde speranza.
- Il motore.
All'apertura del cofano, l'astina che lo dovrebbe reggere si sfila dalla
sede, rimanendo nella mano incredula che lo aveva solo toccato, e che
non
voleva affatto fargli del male.
Il motore é una esemplare dimostrazione estetica di come non vanno
disposte
le varie parti di esso: suggerisce l'idea che i pezzi siano stati
gettati alla
rinfusa, e ciò provoca nell'atterrito proprietario la sensazione che il
tutto funzioni per miracolo. Alcuni aghi di pino infilati un po'
ovunque,
fanno subito capire che tale motore rispetta la natura, almeno
formalmente.
Nel motore e altrove troviamo e ricordiamo con piacere immenso alcune
parti
sostituite.
1) La fessurazione di una valvola, avvenuta inspiegabilmente a circa
80.000
Km, che ha costretto ad alcuni sottili interventi alla testata,
sostituzione
valvole e cinghia, per sole £962.000.
2) La rottura di un giunto della leva del cambio, avvenuta durante
un'inversione ad u, la quale mi lasciò col cambio moscio come se lo
avessi
masturbato per un mese di seguito, ed una sensazione di stupore
paralizzante
che ha richiesto l'aiuto dei miei cari per farmi uscire dallo stato di
coma.
3) La bobina, cambiata almeno una volta.
4) Lo spinterogeno, cambiato almeno una volta.
5) L'alternatore, cambiato almeno una volta, e poi ulteriormente
riparato da
un elettrauto buon samaritano, che ha avuto pietà di me e non me lo ha
fatto
ricomprare nuovo.
6) La pompa dell'acqua, cambiata una volta.
7) La guarnizione del servofreno, cambiata una volta.
8) Il set di cavi delle candele, cambiati due volte.
9) La frizione, cambiata una volta, caratterizzata da un parastrappi che
quando piove, sciopera.
10) Il filtro dell'aria, la cui sostituzione ha sempre comportato degli
aumenti
di prestazioni impercettibili.
11) Il carburatore doppio corpo, già smontato con sostituzione
dell'intero kit
di gommini.
12) Il braccetto dello sterzo anteriore sinistro, sostituito.
13) Il giunto omocinetico anteriore mi pare destro, sostituito.
14) Il cilindretto posteriore destro del freno a tamburo: la
sostituzione, da
parte di una officina autorizzata Fiat, con uno non di marca e di
diametro
diverso dall'originale e quindi da quello sinistro, ha probabilmente
causato
quelle evoluzioni coreografiche della vettura che si sono tenute durante
una piovosa
notte sul curvone del viadotto della Magliana: mi sono accorto di ciò,
perché il mezzo
non ha passato la prima revisione, con ulteriore spesa del ripristino di
altro
cilindretto.
15) Le pasticche dei freni, sostituite davvero troppe volte: costano
come
quelle dell'Audi, ma si consumano prima e frenano peggio.
16) I cuscinetti a sfere, sostituiti innumerevoli volte.
17) Gli ammortizzatori, cambiati con dei Monroe gas-olio, che hanno
funzionato
bene per un anno.
18) I silent-block, cambiati senza apprezzabili risultati.
19) Il motorino del tergilunotto, bruciato: costa quasi £200.000 (come
quello
di una lavatrice), ed é per questo che si trova ancora in negozio.
Riesce ad
iniziare la corsa, ma si ferma dopo il primo guizzo vitale di mezzo
centimetro, continuando però ad utilizzare la corrente: l'ho dovuto
staccare,
perché mi ha già fregato una batteria.
20) Una serie sterminata di lampadine di vario tipo, cambiate senza
soluzione
di continuità (quelle originali degli anabbaglianti non erano neanche
alogene, e non servivano a molto).
21) La pompa dell'acqua, sostituita perché piangeva troppo.
22) La batteria, sostituita, che io ricordi, almeno due volte con una da
60
ampere (di serie erano quaranta).
23) Il radiatore: non é stato ancora sostituito, ma zampilla come la
Fontana
dell'Organo di Villa D'Este.
24) ...(in questo momento non ricordo altro).
E' chiaramente una vettura da hobbisti ed appassionati molto, ma molto
convinti.
- I consumi.
Per carità... un'auto da emiro arabo...
- La prova su strada.
Bando alle ciance, ora veniamo al brutto: la strada.
Non é affatto necessario dirigersi in luoghi deputati alle prove:
qualsiasi
condizione stradale, di fondo e di traffico, é già in grado di mettere a
dura prova la vettura e lo sfortunato conducente, al quale sono
richieste
delle palle di titanio per sopportare lo stress psicofisico, in grado di
uccidere anche un astronauta sopravvissuto alla Mir.
Comincio a regolare il sedile, la cui tenuta dello schienale é ormai
compromessa: meglio non sedersi di scatto, altrimenti ci si sdraia con
tutto
il sedile sui posti dietro.
Accendo il motore: in poco meno di dieci secondi il motorino
d'avviamento
riesce a far partire il brioso e bizzoso 4 cilindri 8 valvole,
producendo il
caratteristico suono delle Fiat per famiglie sfigate, o per
neopatentati castiga-vetture. E' una fortuna che sia andata
così, perché la batteria, parzialmente scarica, non é in
grado di sostenere una seconda partenza ripetuta nell'immediato.
Mentre il motore gira, sfilo la chiave (lo permette il blocchetto,
particolarmente
consumato) e vado ad aprire il portellone, il cui
blocchetto é anch'esso rotto e costringe ad arcane bestemmie in fenicio
per
favorirne l'apertura: prendo la bottiglia d'acqua e faccio il pieno nel
radiatore, non senza essere prima rimasto con l'astina reggi-cofano in
mano.
Subito l'acqua comincia a zampillare, cosa che mi spinge ad affrettare
la
partenza.
Prendo la cintura e cerco di allacciarla, ma la sede é parzialmente
rotta, e
devo assolutamente guardare dove la infilo, altrimenti non ce la farò
mai.
Alcuni crepitii di natura elettrica, simili nel suono alla preparazione
di
una padellata di pop-corn, provengono dalla centralina elettrica del
porta-fusibili, collocato in maniera strategica vicino al pedale della
frizione, dove all'occorrenza i fusibili possono essere agevolmente
colpiti
dalla punta delle scarpe: consiglio gli anfibi chiodati per ottenere
risultati
inequivocabili e definitivi. Il crepitio é, da alcune indiscrezioni,
dovuto
ad una diciamo poco curata progettazione di una guarnizione situata sul
lato anteriore sinistro del vano motore verso il parabrezza: l'acqua
piovana
ha così modo
di colare sulla centralina dei fusibili, dando di notte una tale
quantità di
lampi da ricordare i fuochi pirotecnici nelle notti estive delle feste
patronali di paese. Un relè é cotto e pronto per essere servito con
contorno
di fusibili, uno dei quali in particolare somiglia molto ad una gomma da
masticare usata: il libretto non mi
é di aiuto, perché si é persa proprio la pagina dei relè.
L'aria cond... ehm... l'impianto di aerazione é abbastanza inefficiente:
accendo la ventola, e nell'abitacolo già lercio entra dalle bocchette
una
quantità inverosimile di polvere, foglie, pollini, farfalle morte,
soffioni,
il tutto
permeato da odore di muffa, olio-motore e benzina. La ventola funziona,
sia
pure un po' rumorosamente: ma la gestione dei flussi é imprecisa e la
leva
talvolta
si blocca, mentre la leva della temperatura é rotta (si muove senza
produrre
effetto), fissa su un leggermente tiepido che d'inverno non serve a
niente,
e
d'estate é assolutamente sgradito.
Va beh..., si parte.
Ovviamente non spingo più di tanto per ovvie ragioni: quel poco che
ancora
funziona potrebbe rompersi, e comunque non otterrei risultati
apprezzabili,
se non un insopportabile aumento della rumorosità e vibrazioni interne,
nonché dei consumi, già elevati anche con una guida accorta.
Il rumore dei cuscinetti emerge con prepotenza sul suono del motore, e
l'urlo di dolore che s'ode provenire da un giunto omocinetico o dal
braccetto di sterzo durante una curva affrontata allegramente, mi
consiglia
di moderare la velocità ulteriormente, almeno in curva.
Dalle prime curve affrontate, noto subito l'incredibile imprecisione
dello
sterzo: davvero ENORME!! Vi sembrerà un'eresia ma si avvicina molto a
quello
della Delta Martini di un videogioco nuovo che provi per la prima volta,
usando però le frecce della tastiera del pc invece del volante.
Cerco di prendere confidenza con la TP (=Tipo), ed inizio a divertirmi
(...é
con l'ironia che si supera la disperazione).
Il motore ha un'erogazione piatta con un leggero sussulto sui 4000 g\m
(o
5000?... e chi lo sa, mica ho il contagiri...), e delude già ai bassi
regimi. La botta di coppia non c'é. La rumorosità, i rimbombi, gli
scricchiolii, i consumi sono invece ai massimi livelli della categoria:
per
avere di più, bisogna passare direttamente ai Caterpillar, o ai
Savoia-Marchetti della prima guerra mondiale pre-restauro.
La mia esperienza sulla TP mi ha permesso in passato, premendo il pedale
a
tavoletta, di arrivare a oltre 180 Km/h in discesa sull'autostrada con
vento
sicuramente favorevole (al massimo andrebbe a 150...), durante un
trasferimento in Abruzzo percorso alla PERICOLOSISSIMA media di 150 Km/h
tenuta per un'ora, cosa che ha provocato uno sgradevole odore di cera
cotta
che ho sentito provenire dal motore quando alla fine sono sceso.
Il piantone-sterzo del volante vibrava imbizzarrito, neanche un cow-boy
campione di rodeo ce la potrebbe mai fare senza allenamento e assunzione
di
mix di droghe sintetiche. L'auto non aderiva, ma si staccava, direi
quasi
decollava, dando
l'impressione di essere su un motoscafo. Ogni giunto dei viadotti
faceva sobbalzare il già leggero retrotreno, quasi come un cavallo che
cerca
di disarcionarti scalciando. Assetto e stabilità regnano altrove:
sovrasterzi, sottosterzi e sesterzi sono particolarmente presenti, e
costringono a manovre molto impegnative che non sempre hanno buon esito.
Il
differenziale non autobloccante Fiat per fortuna non si é ancora rotto.
Poco-nulla è lasciato al confort ed alla silenziosità: crediamo non sia
una
cosa voluta, ma dovuta ad impressionanti deficienze nella
insonorizzazione.
Ed è giusto che sia così: è una familiare non sportiva, dedicata alle
famiglie sfortunate, che non possono permettersi una automobile, ed alla
fine ripiegano su una Tipo 1.4.
Regala sensazioni uniche: sound in grado di rendere i discorsi
incomprensibili, manovrabilità eccezionalmente limitata (soprattutto, in
manovra, il
raggio di sterzata da Boeing e la durezza dello sterzo, che va girato 4
volte: servosterzo? cos'é?), gomme che fischiano da ferme e retrotreno
che
parte e
arriva prima di te, rispettando il biblico "beati gli ultimi che saranno
i
primi" (una auto da parrocchia?).
La lancetta della temperatura giunta sui 130 gradi, ed un sinistro suono
di
ribollori vari dal motore, mi indicano che l'acqua si é già esaurita:
peccato..., cosi
presto..., stavo quasi divertendomi... ho detto quasi!... mi rimangio il
divertendomi... stavo quasi rimettendo.
Conclusioni (meno male...).
Ho provato una Audi 80, e tra questa e una Tipo non avrei neanche un
secondo
di esitazione...
Un'auto familiare, o da tassinaro, che regala emozioni e divertimento...
con
le mani fra i capelli (...aargh...), o intente con funzione apotropaica
in
un vano tentativo di contrastare durante la guida i violenti attacchi di
orchite.
Impagabile, nel senso monetario-economico del termine.
Da consigliare solo a Piloti con la P come Pisello maiuscoli entrambi.
Alla prossima (se sopravvivo...)."