Io sono un grande tifoso juventino, ma prima di tutto sono un grande amante del calcio. Mi sembra dunque doveroso tralasciare momentaneamente quelle che sono le rivalità cittadine e dedicare oggi un pensiero ad un pezzo importantissimo di storia del calcio: 55 anni fa moriva a Superga in un incidente aereo il grande Torino, una delle più grandi squadre esistite al mondo da che esite il gioco del calcio.
E' giusto che questa squadra, prematuramente scomparsa, non venga mai dimenticata da tutti gli amanti del gioco del calcio, indipendentemente dalla fede:
Da toro.it:
"SI PUO' far coincidere l'inizio dell'epopea del Grande Torino, una delle squadre più forti della storia del calcio, con il 1939, anno in cui Ferruccio Novo diventa Presidente del sodalizio granata. Se le prime due stagioni della gestione dell'imprenditore torinese si possono considerare di preparazione e la terza di prova generale, il quarto segnò l'inizio di una delle più belle e tragiche leggende dello sport mondiale.
Nell'estate del 1942 Novo acquista dal Venezia Ezio Loik e Valentino Mazzola, due interni di valore assoluto. Alla fine della stagione 1941-42 il Torino si era piazzato al secondo posto e l' acquisto dei due "gemelli veneziani" poteva rappresentare il salto di qualità decisivo.
Ai nastri di partenza del torneo 1942-43 l'undici su cui l'allenatore ungherese Andrea Kutik poteva contare era il seguente: Bodoira, Piacentini, Osvaldo Ferrini, Baldi, Ellena, Grezar, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ferraris II con Cavalli, Cassano, Ossola e Gallea come prime riserve. Dopo un avvio titubante, con Janni che subentra a Kutik, il Torino conquista Scudetto e Coppa Italia.
La guerra impone al calcio due anni di stop ma il 14 ottobre del 1945 si può far festa: riparte il Campionato Italiano. Il Torino, dopo aver vinto il campionato dell'Alta Italia ed il mini torneo conclusivo, conquista lo Scudetto 1945-46. Alla guida della squadra Ferrero, ex giocatore granata. Era stata rinnovata tutta la difesa che contava su Bacigalupo in porta, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti e Casigliano. Davanti nessuna rivoluzione con Ossola al posto di Menti, rimasto nella sua Firenze. Nonostante un inizio non esaltante il Torino stravince anche il campionato 1946-47 con Mazzola capocannoniere con 29 reti.
La stagione 1947-48 segna l'apoteosi dell'epopea: ogni record, ogni primato appartiene al Torino. Il Milan tiene il passo ma alla fine i punti di distacco sono 16, con 125 gol segnati. Per il torneo 1948-49, confermati il valido difensore Sauro Tomà e l'ottimo Martelli, Novo acquista i francesi Grava e Bongiorni e il danubiano Schubert. La formazione tipo, guidata da Sperone, però non cambia: Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. Il Torino è imbattibile ma il fato è in agguato. I granata partono alla volta del Portogallo per tenere fede alla promessa di onorare con una gara amichevole l'addio al calcio del capitano del Benfica, Ferriera. L'aereo che deve riportare a casa il Mito, complice una giornata grigia e piovosa, si schianta sulla collina di Superga. Torino e l'Italia piangono. Il Grande Torino non c'è più."