Mediaset: prendi i soldi e scappa
23/11/2005 -
Il Digital Video Broadcasting Handheld (in sigla: Dvbh) è un sistema di trasmissione televisiva sui telefonini che funzionerà solo sui cellulari di ultimissima generazione. Pare sia una grossa torta: Tim, ad esempio, ha già firmato con Mediaset un contratto di cinque anni per veicolare sui videocellulari i contenuti delle tv di Cologno, calcio compreso. Vodafone in Italia trasmette contenuti Rai, Mediaset e Sky tramite Umts, ma si prepara a lanciarsi nel nuovo sistema Dvb-h l'anno prossimo. Ma davvero ha un futuro la tv sul cellulare? La svolta, assicurano i gestori, arriverà quando fra pochi mesi entreranno in commercio questi telefonini 'tutto schermo' con cui guardare un programma (in aeroporto, in treno o aspettando un taxi) non dovrebbe essere più un esercizio per aguzzare la vista. Nokia N92 Dotato di uno schermo antiabbagliamento da 2,8 pollici con 16 milioni di colori e di tasti 'media' dedicati, questo telefonino consente fino a 4 ore di visione dei programmi tv che possono essere anche registrati. È possibile impostare i promemoria per i programmi preferiti. Lg V9000 Presentato lo scorso settembre sarà sul mercato nel primo trimestre del prossimo anno. È un Umts ed è provvisto di una fotocamera da 1.3 Megapixel. Supporta la tecnologia Bluetooth (non l'infrarossi) ed è anche lettore mp3. Pantech PT-S130 Questo cellulare dell'azienda coreana Pantech supporta lo standard Digital Multimedia Broadcasting (Dmb, una tecnologia di trasmissione tv digitale diversa dal Dvb-h e attiva in Corea del Sud). Ha uno schermo da 2,4 pollici e una memoria di 1,5 GB. Samsung SCH-B100 Lo spettro è la vittoria del centro-sinistra. E di conseguenza il possibile rogo in piazza della famigerata legge Gasparri. Così Mediaset ha messo il piede sull'acceleratore del digitale terrestre. Tanto da avere già pronta una nuova concessionaria di pubblicità nel caso in cui l'Antitrust o l'Autorità per le Comunicazioni bloccassero Publitalia che si occupa già della raccolta dei canali Premium sul Dtt. Sarebbe Radio & Reti, società fondata nel 1988 da Enzo Campione, che ne è presidente e ad, la concessionaria candidata a sostituire Publitalia nella vendita di spot per il digitale terrestre Mediaset. Radio& Reti, non a caso, sta aprendo un apposito settore Sport. E ha già nel suo portafoglio la pubblicità di Sport Italia, creatura di Tarak Ben Ammar e Angelo Codignoni, berlusconiani doc. Mentre Mediaset avanza a passi da gigante sul digitale con calcio, cinema e Boing (il canale dedicato ai bambini), la Rai annaspa. Con i conti sofferenti, la tv di Stato non potrà permettersi di investire nel Dtt. Non solo. Nel piano presentato qualche settimana fa dal direttore generale Alfredo Meocci, i pochi canali creati per il digitale, come per esempio Rai Futura o Rai Utile, hanno una sorte incerta. Per il resto, viale Mazzini sul Dtt si limita a replicare i suoi canali satellitari (Rai Sat Sport, Rai News 24, Rai Educational etc). Tutto secondo copione, sostengono alcuni analisti: la nascita di quei pochi canali digitali serviva solo a fare da spalla alle grandi manovre di Mediaset. A dimostrare quanto il digitale terrestre fosse una delle prime urgenze del paese, almeno secondo la Gasparri. E a sostenere la ragion d'essere del contributo pubblico per gli acquisti di decoder. Un aiuto definito 'fuorilegge' da Sky, che ha fatto ricorso alla Ue e dall'inizio del 2006 con ogni probabilità non trasmetterà più i canali berlusconiani. Ma intanto a Mediaset potenziano la squadra per il Dtt: dalla Rai è in arrivo Davide Bogi, già di Stream, poi a viale Mazzini a fianco di Deborah Bergamini (l'ex assistente di Silvio Berlusconi, ora in carriera alla tv pubblica). Solo sul calcio in digitale, Mediaset ha messo in campo quasi 80 persone. Anche la nuova struttura partita a ottobre, dopo l'acquisizione di Canale D (cioè MediaShopping, il canale digitale dedicato al tele commercio), sta prendendo piede: dieci conduttori, una massiccia campagna di spot per Natale. Ci sono anche i primi dati. Lombardia, Lazio e Campania hanno il maggior numero di acquirenti. Grandi manovre in corso dunque. Anche perché secondo molti il digitale terrestre è solo una tecnologia transitoria e Mediaset deve cercare di trarne guadagno nel minor tempo possibile. Tutti gli esperti sono d'accordo nel prevedere che dopo il 2010 il protocollo più diffuso sarà quello della tv via Internet, che passa attraverso la rete telefonica. Dunque cambierà tutta la logica industriale. E cosa farà l'uomo più ricco d'Italia? Cercherà di trovare il modo di entrare in Telecom, riducendo la sua quota in Mediaset. Magari facendo anche la vittima, gridando che è stata la sinistra a costringerlo a vendere. D.P.
http://www.italiatv.it/