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Albizzie

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  1. ho dubbi che quella foto sia stata scattata a Roma. cme tra prati-pinciano la situazione è quella.
  2. non ho esperienze estere, però ricordo gli utlimi saloni di torino, sembrava un concessionario fiat, con il retro bottega multimarche
  3. ma secondo logica non dovrebbe essere il contrario? dove sono forte (?) faccio un intervento mirato, all'estero, dove devo conquistare terreno e clineti, faccio un'esposizione coi controcazzi per fare meglio apprezzare il prodotto. questo spiegherebbe anche il disinteresse delle case straniere verso il salone italiano: loro vendono lo stesso, non gli serve pubblicità.
  4. il primo articolo (l'antefatto) è di aprile, il secondo (il punto sulla situazione) è di ieri.
  5. quanti di voi hanno il decoder digitale terrestre? ma soprattutto... quanti LO USANO???
  6. anche se... DTT travolto dalla fretta tutta italiana? Ci sono paesi molto più avanti nella diffusione del DTT ma non intendono lasciare l'analogico così presto. Breve viaggio di Punto Informatico nella situazione del digitale terrestre in alcuni dei paesi-chiave Roma - La Tv digitale in Italia langue e molti dei "servizi interattivi" che dovevano sfruttare il nuovo mezzo ed aiutare il cittadino sembrano già morti nella culla. Parlando oggi con gli amministratori dei nostri enti locali circa le sperimentazioni sul digitale terrestre, l'idea che se ne ricava è quella di una brusca frenata. Scemato l'entusiasmo iniziale, si cerca di trovare risposte ai problemi concreti che sono sorti con la sperimentazione. Si naviga a vista. Per esempio a Bologna il dirigente comunale del settore tecnologico, Osvaldo Panaro, al riguardo confessa: "Siamo partiti l'anno scorso a spron battuto credendo nelle potenzialità della tecnologia. Oggi siamo più dubbiosi sulla efficacia, per una serie di motivi: diffusione molto lenta, utilizzo dei decoder troppo diversi, molti problemi legati ai pardigmi di navigazione tutti da capire, assenza assoluta di feedback". Eppure si era partiti con una sperimentazione di sei mesi con grandi gruppi che è servita a capire le difficoltà del mezzo. La diffusione è ancora scarsa ed i problemi irrisolti si sono accantonati per pensare ad altro, con buona pace, almeno per ora, del t-government. Eppure lo switchoff, il momento in cui si abbandonerà la Tv tradizionale per il solo DTT, è dietro l'angolo (subito nel gennaio 2006 per Val d'Aosta e Sardegna, fine 2006 per tutte le altre regioni). Andando a curiosare in quel che succede negli altri paesi maggiormente sviluppati si scopre che la conversione al DTT soltanto in Italia è stata programmata per il 2006. Altrove se ne parla in termini ben diversi: dal 2007 in poi; con molti, come il Regno Unito, dove la diffusione DTT è già molto avanti, che non hanno alcuna intenzione di lasciar cadere la Tv tradizionale per altri 5, 6 o 7 anni. Questo si traduce nella possibilità per gli utenti di acquistare decoder più evoluti e a prezzo migliore tra qualche anno, per le sperimentazioni di procedere senza accelerate d'ufficio e per i primi canali digitali di concorrere l'uno con l'altro alla creazione della propria audience: il tutto in un quadro che sembra condiviso dai diversi attori, non come accade in Italia, dove il DTT è da tempo nel mirino di consumatori e contribuenti. Ma ecco un breve excursus nella situazione del DTT in alcuni dei paesi ricchi. USA Si è iniziato a parlare di DTT dal ‘93. Oggi gran parte del lavoro è stato portato a termine. L'anno prossimo si stima che tutto il territorio sarà coperto. Il Senato, qualche giorno fa, ha fissato il nuovo limite inderogabile per le società radiotelevisive per le trasmissioni analogiche. Il D(igital) Day è stato fissato per il 7 aprile 2009 e non potrà essere prorogato poiché è stato incluso nel piano finanziario quadriennale. Quella data considerata "opportuna", secondo il Governo, dovrebbe permettere a milioni di americani di comprare il decoder per le loro vecchie tv. Spesa stimata totale: 3 miliardi di dollari. Gli stanziamenti statali tuttavia dovrebbero ammontare almeno a circa 1 miliardo di dollari. Per l'Associazione nazionale delle emittenti lo spostamento della data al 2009 rappresenta una vittoria per milioni di americani, che rischierebbero di rimanere senza segnale a causa di un passaggio al digitale più ravvicinato. Il Senato ha inoltre stanziato un altro miliardo di dollari per le nuove tecnologie di trasmissione delle radio digitali. Insomma il paese che corre, e va sulla Luna, stima equo il passaggio analogico-digitale in 4 anni. UK È il paese, secondo alcune fonti, a più alta penetrazione di DTT nel mondo. Le emittenti stanno lavorando molto in questo campo e la sperimentazione è arrivata già al secondo anno. Il problema anche qui era quello di assicurare comunque il segnale a chi possedeva apparecchi tv vecchi. E ci sono siti di interesse pubblico, come questo, che cercano di offrire una utile guida e risposte a ogni quesito degli utenti. Da parte sua Ofcom, l'Autorità indipendente per le comunicazioni, informa che il Governo britannico, a settembre, intende sostituire il segnale analogico televisivo con quello digitale entro quattro anni, con un programma a tappe a partire dal 2008. Dunque, per la fine del 2012 il segnale sarà interamente digitale. Al momento, sempre secondo Ofcom, il 63 % delle famiglie britanniche segue la tv digitale con un incremento mensile di 200mila famiglie. Si stima che un 10% del totale delle famiglie sia restio al cambiamento volontario o trovi difficoltà. Il prezzo del decoder entro il 2008 non supererà le 26 sterline. Il costo medio per due televisioni ed un videoregistratore è stimato in 132 sterline, il consumo energetico delle apparecchiature digitali si aggira tra le 2 e le 8 sterline annue. Riuscire a convincere lo zoccolo duro del 10 per cento a passare al digitale negli anni 2008-12 costerà alla comunità 572milioni di sterline (vedi anche il Digital TV Action Plan). Sono 13 milioni gli inglesi che sono passati al DTT. Germania Il processo ha previsto due tappe ed è iniziato nel 2003. Le trasmissioni digitali sono partite in fase sperimentale nelle regioni di Berlino e Brandeburgo, dove vengono offerti più di 20 canali e dove il DTT è diventato il vero competitor della tv via cavo. Dalla fine del 2004 le trasmissioni digitali hanno raggiunto quasi tutto il resto del paese e durante il 2005 dovrebbe essere completata la transizione anche per la radiodiffusione digitale. La situazione è variegata per la presenza sia di tv satellitari che via cavo ed il rallentamento del processo di digitalizzazione, secondo molti, sarebbe causato dalla presenza monopolistica passata di Deutsche Telekom. Secondo i più, avrebbe impedito l'aggiornamento e nuovi investimenti nel settore. Lo switchoff è comunque previsto per il 2010. Francia È piuttosto in ritardo sulla copertura del DVB-T. Dopo un breve periodo di sperimentazione, alcuni canali hanno cominciato a trasmettere in digitale. I principali canali nazionali (TF1, France2, France 3, Canal+) trasmettono in digitale, sia in chiaro che criptato. Altri canali digitali a pagamento si stanno affacciando in questi mesi utilizzando il formato MPEG4, diversamente dal resto d'Europa che invece utilizza l'MPEG2. La fine dell'analogico è previsto per la fine del 2007 per i 14 canali presenti. A settembre 2005 appena metà della popolazione era raggiunta dal segnale sperimentale mentre si stima che entro il 2006 la popolazione in grado di percepire il segnale digitale arriverà al 65%. Sempre secondo le previsioni, al momento della chiusura delle trasmissioni analogiche il 15 per cento rimarrà al buio (sempre che l'attuale termine non sia procrastinato). Altri paesi Per il resto c'è da segnalare che la Russia avrà bisogno ancora di un decennio almeno per il passaggio al digitale. Al momento, esiste un solo canale attivo con molti problemi di ricezione. Si stima che entro 6 anni metà dei russi avrà un decoder. L'analogico andrà in pensione il 2016. Il Giappone tecnologico ha adottato un unico sistema, l'ISDB-T. Le trasmissioni sono iniziate a dicembre 2003 nelle principali città. L'analogico cesserà il 24 luglio 2011. I prossimi swithoff previsti sono (oltre l'Italia, e parte della Svizzera, tra i primissimi) il 31 agosto 2007 per la Finlandia, il 2007-2008 per Nord Irlanda, il 2010 per la Spagna (che ha anticipato dal 2012). Tuttavia secondo alcuni studi l'ultima trasmissione analogica terminerà intorno al 2030. Alessandro Biancardi http://punto-informatico.it/p.asp?i=56330
  7. DTT: SARDEGNA E VALLE D'AOSTA FARANNO DA APRIPISTA CAGLIARI- Sardegna e Valle d'Aosta saranno le prime regioni italiane a 'spegnere' il sistema analogico e a passare al digitale terrestre - almeno nelle aree principali - già entro il 31 gennaio 2006, dunque in anticipo rispetto al 31 dicembre, fissato dalla legge per la transizione definitiva al nuovo sistema. Ad ufficializzarlo, i protocolli di intesa firmati oggi a Santa Margherita di Pula (Cagliari) dal ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, dai presidenti della Regione Sardegna Renato Soru e della Valle d'Aosta Carlo Perrin e dal presidente dell'associazione DGTVi, Andrea Ambrogetti. "Queste intese - ha sottolineato Gasparri - dimostrano che non c'é solo la volontà di non procrastinare il traguardo verso il digitale, ma semmai di anticiparlo. Nella Finanziaria 2005 sono stati stanziati 10 milioni di euro per le aree 'all digital', cioé destinate ad anticipare questo passaggio, e sono state scelte queste due regioni per caratteristiche e numero di abitanti. Sarà compito e impegno di tutti, comprese Rai, Mediaset, La7 e tutti gli operatori locali, cogliere questa occasione per diffondere servizi di t-government e trasmettere anche contenuti relativi alle attività istituzionali". Si tratta di "un momento storico", ha commentato Ambrogetti. "Da domani inizia un lavoro importante, in vista di un obiettivo ambizioso: spegnere il 31 gennaio 2006 il segnale analogico in via sperimentale nei capoluoghi di provincia di queste due regioni, per estenderlo poi al resto delle aree. E' una novità che interessa circa 400mila famiglie e che richiede il massimo impegno, anche a livello di informazione: bisognerà spiegare a tutti che cosa succede e con quali modalità". Ministero e regioni si sono dati trenta giorni di tempo per approfondire in dettaglio le iniziative da intraprendere.
  8. Albizzie

    amor Patrio o lavoro sicuro?

    A un anno dalla fine della naja oltre centomila richieste, ma i posti in caserma sono molti di meno. Tre candidati su quattro sono in possesso di un diploma Boom di richieste, record al Sud i giovani e la "leva volontaria" di SIMONE CERIOTTI Una giovane recluta al primo giorno di lavoro La leva obbligatoria non esiste più, ma da quando le Forze armate sono una libera scelta, i giovani fanno la fila per assicurarsi un posto in caserma. Nel 2005 (a un anno dall'abolizione del servizio militare), le richieste di arruolamento come "volontario in ferma prefissata" per 12 mesi sono andate ben oltre le attese degli uffici di reclutamento: l'Aeronautica ha ricevuto 12 mila domande per 680 posti, all'Esercito sono pervenute 76 mila richieste per un bando da 23 mila unità e anche la Marina, pur con cifre più contenute, ha confermato il trend. Prevedibile, ma forse non in termini così netti, la geografia della provenienza dei nuovi soldati: circa il 70 per cento delle aspiranti reclute vengono dal Sud o dalle isole. La regione più fedele alle Forze armate è la Puglia, da cui giungono circa un terzo delle richieste complessive (si supera il 50 per cento nel caso della Marina). Seguono Campania e Sicilia, sempre con percentuali molto alte, più distaccato il Lazio e poi tutte le altre regioni, con numeri decisamente marginali. I dati dell'Esercito italiano, che ha suddiviso le domande in tre macro aree, parlano chiaro: 65 per cento dal Sud, 21 per cento dal Centro, 9,5 dal Nord, poi la Sardegna considerata a parte per la forte componente territoriale della Brigata Sassari, che da sola arriva al 4,5 per cento. La provincia italiana più affezionata all'Aeronautica è quella di Napoli, con oltre il 10 per cento delle domande di adesione alla ferma prefissata per quel corpo. Del resto per i ragazzi di 20 o 21 anni, età in cui si registra il picco delle iscrizioni ai concorsi (ma la rosa degli aspiranti va dai 17enni ai 38enni), un anno di servizio a 800 euro al mese - 900 con la promozione a caporale - è una soluzione da prendere in considerazione, specie in quelle zone del Paese dove trovare un lavoro è tutt'altro che semplice. La maggior parte dei giovani fa però anche una scelta di lungo periodo. Al termine dei 12 mesi, le Forze armate danno infatti la possibilità di proseguire per altri quattro anni oppure di provare a partecipare ai concorsi per entrare nelle altre forze di Polizia. Secondo il nuovo ordinamento, infatti, la ferma prefissata rappresenta la strada principale (e in futuro, forse, l'unica) per entrare a far parte di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Corpo forestale. L'accesso è regolato da una graduatoria in cui l'unico requisito scolastico valutato è il giudizio conseguito alla scuola media inferiore (cui si aggiungono eventuali titoli di preferenza e di merito). Ciò nonostante, tre "candidati" su quattro sono in possesso di un diploma, che può tornare utile, eventualmente, nei concorsi successivi. Si contano invece sulle dita di una mano i laureati che iniziano la carriera militare partendo dalla ferma prefissata di un anno: soltanto quattro, nel caso della Marina militare. Sebbene siano i ventenni ad avanzare il maggior numero di richieste (la metà delle iscrizioni proviene da 20-22enni), la rosa degli aspiranti è molto più ampia: l'Aeronautica ha ricevuto le domande anche da alcuni over 35, un'esigua minoranza con pari possibilità di accesso dei ragazzi più giovani. Infine, le donne-soldato. Chi pensa che, al di là delle pari opportunità, la carriera militare sia appannaggio degli uomini, commette un errore. Le "quote rosa" sono in continua crescita, la loro incidenza sul totale delle domande pervenute quest'anno è del 10 per cento nell'Esercito e del 13 nell'Aeronautica. Tradotto in numeri significa circa 9 mila domande in totale da parte di ragazze. Minoranza, sì, ma sempre più corposa. (22 novembre 2005)
  9. a parte che non capisco cosa centri i commenti finali, ma se il tuo macellaio sotto casa ti sta antipatico e magari è caro, ci fai lo stesso la spesa o magari preferisci fare 100 metri più in là per andare dal concorrente??? ecco, non vedo differenza con la nestlè o con altre multinazionali che oltre ad aver produzoni poco chiare, drogano il mercato e non rispettano le basilari regole della concorrenza. fino a quando posso scegliere, lo faccio.
  10. si. speriamo che sia più carino di come lo hai disegnato tu ad ogni modo sulla targa e sul servizio c'è scritto SEDICI a lettere. ah, il logo è quello con l'alloro intorno.
  11. a me sebra che siano i numeri 1 e 6 con la scritta "sedici" sovrapposta nella parte inferiore insomma, non sapevano se scriverlo a lettere e numeri, hanno pensato bene di metterli entrambi.
  12. non c'entra, direttamente, con il boicottaggio, ma voglio fare pubblicità ad una rticolo di interesse generale: Si tratta di prodotti della Nestlè che scadono a settembre 2006 La multinazionale: "Nessun problema, contenitori già sostituiti" Maxi sequestro di latte per bimbi avariato dalla vernice sull'etichetta Durissimo Alemanno: "Incredibile rischiare con i bambini" ROMA - Dalle prime ore di questa mattina gli uomini del corpo forestale dello Stato sono impegnati in tutta Italia per sequestrare circa 30 milioni di litri di latte per bambini della Nestlè: praticamente tutto il quantitativo disponibile con scadenza settembre 2006. A firmare l'ordinanza di sequestro è stato il procuratore capo di Ascoli Ponticelli, titolare dell'inchiesta. Il latte risulta avariato dalla vernice utilizzata per la stampa della confezione e non riguarda il latte in polvere. Queste le tipologie di latte sotto sequestro: Mio; Mio Cereali; Nidina 2; Nidina 1 (quest'ultimo con scadenza maggio 2006). Un primo sequestro di due milioni di litri riguardante solo latte Mio e Nidina 2 era avvenuto il 9 novembre, ora però le analisi hanno accertato che tutte le confezioni in scadenza a settembre 2006 sono contaminate e quindi vanno ritirate dal mercato. In realtà, spiegano dalla Forestale, non è ancora stato stabilito se la sostanza sia tossica o meno ma aveva comunque alterato il latte: da qui la necessità di ritirarlo. Oltre che nei supermercati, negozi e farmacie, i sequestri sono in corso anche nei magazzini di stoccaggio. La Nestlè, fanno comunque sapere dalla Forestale, ha già sostituito il contenitore incriminato: i prodotti sugli scaffali dei negozi con scadenza da ottobre 2006 possono quindi essere acquistati senza alcun problema. Una circostanza confermata dalla stessa multinazionale, che poi - in un comunicato - afferma che "in base alle dichiarazioni del fornitore delle confezioni e a un'analisi rigorosa effettuata sui dati disponibili da enti indipendenti, non si ritiene che la presenza di ITX rilevata nei prodotti analizzati costituisca un rischio per la salute". Duro invece il commento del ministro dell'Agricoltura, Gianni Alemanno: "E' incredibile - dichiara - che soggetti particolarmente indifesi, come i bambini, siano sottoposti a rischi tanto grandi su un prodotto così diffuso come il latte. Oltre a proseguire i controlli, bisognerà accertare subito quali danni possa causare, se usato per un tempo prolungato, il composto chimico che ha contaminato il latte e intervenire con le cure appropriate". Il ministro auspica poi l'estensione dell'indagine al resto d'Europa. E sulla vicenda interviene anche la Coldiretti: "Con un aumento di prezzo fino a 16 volte nel passaggio dalla stalla al biberon è particolarmente grave che vi siano dubbi sulla qualità finale del latte messo in vendita", - è scritto in un comunicato dell'rganizzazione. "Un litro di latte che alla stalla viene pagato 0,33 euro al litro, neanche il costo di metà caffè al bar, viene a costare fino a 5,5 euro nel biberon dopo essere stato acquistato nelle confezioni commerciali in vendita". (22 novembre 2005)
  13. basta fare una ricerca su google: +/- così:
  14. bravo, quello che ho tentato di dire un paio di post fa. siamo sicuri che con ginevra ad uno sputo dal confine, con il Motorshow che è una manna per i giovani, da notare che sono entrambe a cadenza annuale, ci sia pubblico e interesse per tutte le case mondiali a tornare in italia?
  15. forse c'è da chiedersi se l'italia (milano/torino/roma) si può permettere un altro salone mondiale degno di questo nome, fermo restando il MS unico nel suo genere. c'è tutta questa potenzialità di mercato???
  16. 1) pvt 2) eccezionalmente con topic su altre sezioni. basta OT.
  17. ho tagliato, per evitare repliche, repliche delle repliche, repliche delle repliche delle repliche..................... se hai altre rimostranze, non qui dentro.
  18. Albizzie

    Fiera Milano: sequestrati scooter

    bene. se la cosa avrà dei riscontri oggettivi, speriamo che le indagini si allarghino a tutti i campi.
  19. dopo l'opera di pulizia vediamo chi si prende un warn!
  20. basta qui con le divagazioni ed i luoghi comuni.
  21. intanto si comincia a vedre in giro: http://www.lanciaclerici.it/
  22. il bello che sul sito fiat non c'è nessun logo! c'è solo la scritta FIAT. anzi, sul sito argentino in alto c'è quello a 4 rombi, in basso quello rotondo. in più è impossossibile capire dalle foto MINUSCOLE se il logo sulle auto nuove, hanno l'alloro o no: avranno problemi di banda pure loro.
  23. essù... ma non vi ci state accanendo troppo??? qui sul forum c'è uno che in sign ha lo stemma alfa che si inchiappetta quello bmw. e ne ho visti in giro altri che fanno esattamente l'opposto. fossero questi i problemi
  24. la strada invita ad accelerare, da quel che ho letto e se ho capito il punto, è anche in discesa, a 2 corsie per senso di marcia, guardarail nel mezzo, ma senza corsia d'emergenza e con numerose entrate private laterali. alle del mattino, 150 sono tanti per noi merdacce normali e sono tantini per uno come fisico.
  25. perdonato, mio caro, sei perdonato. in italia già ci sono molte, troppe, leggi interpretabili. almeno i limiti, pur se demenziali e ingiusti, facciamo che siano uguali per tutti. ah, per la cronaca io quel pezzo di strada la percorro normalmente sui 100, ampiamente oltre i limiti permessi.
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