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marimasse

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Risposte pubblicato da marimasse

  1. Decoder satellitare con hard disk + videoregistratore con hard disk + decoder dig.terrestre + zero paytv. Analisi programmazione canali non a pagamento + quotidiana registrazione delle cose potenzialmente interessanti (il più delle volte in orari impraticabili) --> creazione di un database di programmi... guardabili cui attingere la sera nell'orario più comodo, dalle 20.30 alle 23 circa, saltando a piè pari non solo le interruzioni di vario genere ma anche le parti non interessanti.

  2. In effetti le auto oggi son progettate proprio per 8 anni/250.000 km (ovviamente non è che a 9 anni cadono a pezzi, ma comunque vedo che superata quell'età cominciano ad essere costose da mantenere e bisognose di frequenti riparazioni).
  3. Su questo però vorrei fare un riflessione. Va bene cercare "nell'intorno" il distributore meno caro, ma senza esagerare ... Mi pare un rimedio persino maggiore del male

    A questo proposito propongo una riflessione anch'io.

    Si parla tanto di automobilisti incaxxati, sul piede di guerra ecc. ecc. Allora, dico io, se uno è sul piede di guerra vuol dire che vuole combattere per ottenere un certo risultato, no? Di norma un... combattente NON si diverte; anzi, per la causa mette a rischio la sua persona in maniera più o meno pesante. Per fortuna, la battaglia sui prezzi è (per il momento) ben lontana dal comportare rischi per l'incolumità fisica, ma richiede al più qualche piccolo sacrificio, come ad esempio allungare un po' la strada per fare rifornimento in un certo distributore o rimandare l'acquisto di un'auto nuova, depennare qualche viaggio domenicale e così via. "Sacrifici" per modo di dire, visto che si traducono quasi sempre in cospicui ed immediati risparmi di denaro.

    Se anche, a volte, come nel caso di cui tu parli, il puro risparmio va perduto, resta il fatto che chi si comporta così dà un segnale forte e chiaro a chi di dovere, ovvero FA qualche cosa di concreto invece di limitarsi a brontolare.

  4. Grazie per la lezione di economia, peccato che la benzina sia leggermente più importante di un Tom Tom o di un Ipod

    Inutile dire: boicottate e non usate la macchina... porca miseria c'è gente che DEVE usare la macchina e non ha alternative, sopratutto perchè il pubblico fa veramente schifo...

    A parte l'ironia, che mi sembra abbastanza fuori luogo, non capisco per quale ragione si debbano affrontare le questioni con atteggiamenti esasperati ed estremistici.

    Mi pareva di essere stato chiaro nel parlare di intasamenti stradali nel fine settimana, vacanze e feste comandate. Mi sono riferito molto esplicitamente, in altre parole, a quelle occasioni in cui l'uso della macchina poco o NULLA ha a che fare con il concetto di BISOGNO, ma piuttosto con lo svago ed il divertimento (si fa per dire, sai che divertimento farsi spennare al distributore, al casello, al semaforo, all'autovelox e poi starsene anche qualche bella ora in coda). Situazioni in cui, insomma, l'uso dell'auto non è poi così diverso dall'uso di iPod e TomTom.

    So benissimo che ci sono moltissime persone che DEVONO usare l'automobile per lavorare e non hanno alternative. Io per primo appartengo a tale categoria; non potrei assolutamente rinunciare al mezzo di trasporto privato, anche se a dire il vero ho potuto negli ultimi tempi, con un po' di buona volontà, ridurre gli spostamenti "necessari" organizzandoli un po' meglio. Però il sabato e la domenica NON "devo" andare in giro per forza, ho innumerevoli alternative; in occasione dei recenti ponti festivi (25 aprile e 2 giugno, quando la tv ha mostrato ciclopici incolonnamenti un po' ovunque) NESSUNO mi ha costretto a prendere l'auto e mettermi in viaggio, ma ho POTUTO benissimo starmene vicino a casa SENZA alcun effetto negativo sul lavoro o sulle finanze familiari. Queste ultime, anzi, ne hanno tratto un palpabile beneficio; per non parlare del sistema nervoso, che ha molto volentieri "rinunciato" a chissà quanti giramenti di sfere.

    Siccome non credo assolutamente di essere una persona speciale o chissà perché diversa dalle altre, sono portato a ritenere che anche gli altri possano benissimo, VOLENDO, fare altrettanto. Se non lo fanno vuol dire che non vogliono; indubbiamente ne hanno pieno diritto, contenti loro... basta che non pretendano di farmi credere che "devono".

    Tutto qua. Nessuna lezione. Per quanto riguarda la presenza di "qualche deficiente ... che sta speculando per coprire le proprie incapacità o perché nessuno ha le palle di dirgli basta", su tale presenza non ho alcun dubbio. Sono però convinto che l'unico modo per "dire basta" alle speculazioni di un qualsiasi venditore sia contrastarle con i fatti, ovvero riducendo la quantità di merce acquistata. Se uno fa lo speculatore, difficilmente sarà sensibile a concetti come correttezza, onestà e così via; l'unica campana che le sue orecchie sentono è quella dei quattrini.

  5. Fossi proprietario di giacimenti petroliferi e vedessi che, pur aumentando i prezzi, i profitti non calano, credo che aumenterei senz'altro.

    Anzi, ben sapendo che i miei giacimenti hanno una data di scadenza, considererei come una manna dal cielo una eventuale riduzione della domanda senza riduzione dei profitti. Ciò si tradurrebbe, per me, nello slittamento in avanti dell'esaurimento delle mie scorte.

    Insomma, se possedessi una collezione esclusiva di mille irripetibili bottiglie di vino da vendere e tutti le volessero comprare e si dimostrassero disposti a pagare qualunque prezzo io decida, sceglierei un prezzo talmente alto da scoraggiare gli acquisti ma NON troppo. In tal modo le mie mille bottiglie mi durerebbero molto di più e mi permetterebbero di trarne un profitto complessivo mooolto maggiore.

    Ogni merce viene venduta al prezzo più alto che i compratori dimostrano, coi fatti, di essere disposti a pagare. Una regola che conosce benissimo da decenni, ad esempio, chi vende e tassa i carburanti nostrani: gli automobilisti brontolano all'infinito, ma poi vanno al distributore (anche al più caro della zona, "cosa vuoi che siano 5 o 6 centesimi di differenza") e fanno buoni buoni il loro bel pieno con cui intasare le strade nei fine settimana e nelle feste comandate, dimostrando in tal modo di accettare il prezzo imposto e soprattutto dimostrando a chi di dovere che il limite NON è stato raggiunto e che quindi il prezzo può essere aumentato ancora...

  6. Se ha 5 anni non è di oggi. Scommetto che non lo fanno più. E la sostituta, FAPata, farà a malappena i 16.

    Oltre al fatto di essere fappata, l'eventuale sostituta di oggi avrebbe inevitabilmente circa 40-50 cavalli in più, probabilmente ancora più determinanti del fap nell'aumentare i consumi.

    Una ragione in più per tenermela il più a lungo possibile, usandola il meno possibile. Avessi avuto idea, 5 anni fa, della miriade di norme stradali sempre più isteriche ed insulse in arrivo, mi sarei tenuto senz'altro l'auto precedente, che oggi avrebbe 300mila km, sarebbe in perfetto stato di conservazione e, con i suoi 20km/l secchi, mi farebbe venire ancora meno voglia di cambiamenti. Senza contare, piccolo particolare, la ventina di migliaia di euro aggiuntivi che mi ritroverei in tasca e che potrei spendere, ad esempio, per installare un signor impianto fotovoltaico, mooolto più degno di una simile spesa.

  7. ...L'auto in USA è oltre la pura commodity. E' necessità per la stragrande maggioranza della popolazione, che viaggia per decine e decine di miglia nella migliore delle ipotesi solo per recarsi al lavoro o per fare la spesa...
  8. La Prius indubbiamente non è male; ho letto che viaggia sui 5.5litri per 100 km, un consumo medio indubbiamente discreto e praticamente inarrivabile per la maggior parte delle auto a benzina. Si tratta, peraltro, di un consumo leggermente SUPERIORE a quello che io negli ultimi vent'anni ho sempre regolarmente ottenuto dalle mie auto diesel compresa quella attuale, una berlina 2mila 13Ocv 4.75metri e 16OOkg.

    .

    Moltissime auto diesel recenti più piccole e leggere della mia (ci vuole poco), se guidate come si deve, si avvicinano senza difficoltà ai QUATTRO l/1OOkm, senza bisogno di... sdoppiare il motore, con tutte le potenziali rogne e complicanze che ciò inevitabilmente comporta.

    .

    Resto convinto che l'auto ibrida sia ancora ben lontana dal rappresentare qualcosa di veramente innovativo. L'idea è indubbiamente assai buona, addirittura ovvia per certi versi, ma deve essere sviluppata parecchio, ad esempio accoppiando la trazione elettrica al motore diesel (il motore a scoppio con il rendimento termodinamico più elevato) usato però NON per muovere il veicolo in alternativa ai motori elettrici ma per produrre, operando in condizioni di massimo rendimento, numero di giri pressoché costante, massima silenziosità e minime/controllatissime emissioni, energia elettrica per questi ultimi. Una combinazione basata su tecnologia già esistente che con ogni probabilità prima o poi, quando i tempi saranno commercialmente maturi, salterà fuori come un coniglio dal cilindro e verrà spacciata come sensazionale "scoperta", con relativo corredo di incentivi rottamazione, progressive tassazioni e limitazioni d'uso per le auto... antiquate ("vecchie" di qualche anno) con conseguente azzeramento del loro valore commerciale residuo, spot pubblicitari inneggianti al bravo cittadino che, per il bene del mondo, butta alle ortiche l'ennesima carrettata di quattrini...

    Per il momento, però, tanta meraviglia può senz'altro aspettare. Finché, nonostante il prezzo a 1.5euro/litro e oltre, gli acquisti di carburante calano di poco o nulla e le automobili nuove incapaci di scendere sotto i 7-8-9l/1OOkm si vendono senza particolari difficoltà, NON esiste ALCUNA ragione per mettere sul mercato veicoli veramente degni di essere chiamati "innovativi". Perché mai si dovrebbe?

  9. ...L’America è a una svolta. Con il prezzo della benzina a un dollaro al litro, gli statunitensi hanno cominciato a mettere un freno allo spreco di energia...

    Se non vado errato, un dollaro corrisponde a meno di 70centesimi di euro!

    Un prezzo raggiunto dopo "recenti aumenti del 40%"!

    Mi viene in mente un solo commento: ALLA BUON'ORA!

    Mi domando come si possa pensare che gli sprechi di energia diminuiscano se gli abitanti di un paesello come gli usa pagano il carburante meno della metà di quanto lo pagano gli altri. Poveretti, devono cominciare anche loro a preoccuparsi dei loro stratosferici, incommensurabili, sprechi che da quasi un secolo prosciugano le risorse del pianeta? Ma come mi dispiace, forse si dovrebbe pensare ad una colletta...

    ...lo shock costringerebbe interi paesi a diventare "verdi" molto più rapidamente di quanto stiano facendo... Ma questo non può avvenire in 24 mesi. Ecco perché le previsioni sono fosche...
    Risparmiare energia è una cosa che TUTTI possiamo fare e che non richiede 24 mesi e neanche 12 e neanche 3: si può fare subito, immediatamente, in tutte le case, in tutte le famiglie. Tutti i paesi occidentali (per non parlare del paesello di cui sopra) si sono abituati non tanto a "consumare" energia, quanto piuttosto a SPRECARNE quantitativi via via più massicci. Questa potrebbe essere, paradossalmente, una specie di fortuna: se siamo abituati a sprecare alla grande vuol dire che potremmo ridurre parecchio i consumi anche SOLO riducendo ed eliminando gli sprechi, ovvero SENZA fare sacrifici particolarmente significativi. Tenere spenta la luce di una stanza vuota, spegnere il televisore quando non lo si sta guardando, fare andare la lavatrice solo quando è davvero piena ecc. NON sono "sacrifici", non peggiorano la concreta qualità della vita. Certo, prima si comincia meglio è: se una malattia curabile viene presa per tempo si può adottare una cura più blanda e sopportabile, ma se si aspetta l'ultimo momento la cura dovrà essere per forza assai più drastica e forse non più capace di portare a guarigione.
    ...ci sarà una ristrutturazione delle reti, un taglio delle rotte, una riduzione delle flotte aeree"...
    Non mi sembrano cattive notizie. Se ci siamo ubriacati arrivando al punto di intasare i cieli di aeroplani in buona misura vuoti, bisognerà pure cominciare a disintossicarsi...
    ...Quest'anno si prevede che negli Usa il consumo di carburante calerà per la prima volta dal 1991... Il mondo potrebbe risparmiare il 25 per cento del petrolio adottando alcuni semplici accorgimenti...
    A parte le isterie circa i limiti di velocità (piuttosto che circolare ovunque a 50 all'ora senza neanche poter usare la marcia più lunga mi sembra molto più intelligente abolire una parte dei viaggi e degli spostamenti superflui), gli accorgimenti dovrebbero essere ovvi. Nonostante tale ovvietà, però, continuiamo ad essere circondati da "esperti" che ci dicono in tutti i modi che i consumi devono aumentare, che un'automobile che fa 12-14km/l ha consumi "buoni", che possiamo comprare oggi e pagare in futuro, come se le due cose potessero essere indipendenti l'una dall'altra. Una specie di "dottore" che dice all'alcolizzato "se vuoi sentirti meglio devi bere qualche bicchiere in più, il vino fa buon sangue".

    Se il petrolio a 200 dollari e oltre servirà a spazzare via queste stronxate ipocrite e suicide PRIMA del punto di non ritorno, magari tutto sommato sarà un bene.

  10. Ripeto, con i carburanti non funzionano le logiche di concorrenza del libero mercato del "compro là che costa meno e tutti abbassano i prezzi". Perchè NON ESISTE il libero mercato nei carburanti, è solo una facciata per coprire un cartello. Difatti a parte qualche distributore (frequentatissimi, nonostante le apparenze) che fa ribassi di 2-3 cent (e non ache 10 come capita in Francia) TUTTE le compagnie sono allineate, millesimo più millesimo meno. E anche funzionasse, l'unico guadagno che fai sparire è quello del benzinaio.

    Come già detto, io ho una visione assai diversa. Oggi, a differenza di quanto accadeva anni fa, un gestore di distributore non affiliato a una grande compagnia PUÒ praticare un prezzo autonomamente deciso CONTRO il volere delle grandi compagnie e dei loro cartelli, che guarda caso ostacolano in tutti modi possibili l'apertura e l'attività dei suddetti distributori. Certo non si tratta di grandi cifre, ma quegli sconti altro non sono che una piccola crepa in cui il consumatore dovrebbe infilare il proprio grimaldello, allargando la crepa e portando, magari, a sconti superiori.

    Per quanto riguarda il funzionamento, il guadagno del benzinaio non sarebbe l'unico a ridursi ma solo il PRIMO e non è detto che ciò sia un male. Guarda caso proprio recentemente ho letto sui giornali di benzinai affiliati che hanno... deciso di mettere in atto una metodica e ferma protesta nei confronti delle compagnie affinché queste rivedano le loro politiche commerciali e consentano anche a loro di vendere il carburante a prezzi più bassi. Chissà perché proprio adesso, solo adesso, dopo decenni in cui MAI hanno protestato se non con qualche ridicolo "sciopero" rigorosamente infrasettimanale (= perdita zero) e comunque sempre contro lo stato e mai contro i loro fornitori...

    Non sarà perché solo in tempi recenti hanno visto i loro fatturati calare in maniera sensibile a causa della presenza dei distributori bianchi? Perché solo in tempi recenti tanta gente ha cominciato a fare rifornimento metodicamente ALTROVE, ovvero presso tali distributori, che una volta NON esistevano?

    L'esistenza di un cartello è fuori discussione, ma i... cartellonisti non possono permettersi di ignorare tutto e tutti; in fin dei conti il loro potere è basato esclusivamente sulle vendite. Dalle mie parti una grossa compagnia ha intentato cause sfruttando tutti i possibili cavilli burocratici per far chiudere un distributore bianco molto frequentato... mi pare un dato assai significativo.

    Alla base c'è sempre il consumatore con le sue scelte. Se il distributore di marca vende meno ALLORA il benzinaio lavora meno e ALLORA il benzinaio si incaxxa con chi gli impedisce di essere concorrenziale e ALLORA il benzinaio inizia davvero a farsi sentire sul serio e SOLO ALLORA, forse, gli speculatori hanno qualche motivo per essere un po' meno ingordi.

    Mi pare che gli avvenimenti degli ultimi 3 o 4 decenni dimostrino in maniera inequivocabile che se il consumatore non agisce (perché non può, come accadeva in regime di ufficiale monopolio, oppure perché non vuole o non ci crede, come accade oggi per molti) e si limita a brontolare NULLA di NULLA può scalfire le speculazioni.

    In ogni caso, prima di rassegnarsi all'idea che una certa cosa sia totalmente inutile bisognerebbe almeno provare a farla sul serio e per un certo prolungato periodo di tempo. A meno che, appunto, di "provare davvero" non si abbia alcuna voglia.

  11. ... visto che nella pratica le aziende petrolifere sono un cartello riconosciuto che specula sul fatto che non abbiamo alternative, il giochetto non funziona. Si possono disertare in massa a turno i distributori, ma il massimo che si otterrebbe sarebbe 2 massimo 3 cents di contentino...

    Mah, per me non è affatto giochino. E', piuttosto, l'UNICO strumento legale che abbiamo, come consumatori, per influenzare il mercato. Uno strumento potentissimo, il più potente, per la semplice ragione che il mercato dipende totalmente dal consumatore. Forse il mercato è l'unica cosa che, da semplici cittadini, possiamo davvero influenzare.

    Peccato che il consumatore, però, sia ancora ben lontano dall'esserne consapevole e, soprattutto, dall'essere abituato ed intenzionato ad esercitare con metodo questo suo potere, preferendo brontolare e aspettare che "qualcuno" arrivi dall'alto a castigare i cattivi e sistemare le cose. Credo si tratti in buona misura di un retaggio culturale che ci si porta appresso da tempo immemorabile e fin da piccoli. La mamma, la maestra, il professore, il preside, il prete, il sindaco, i carabinieri, il vescovo, il ministro, il governo, il presidente, lo stato, il papa, il padre eterno: sempre a qualcuno di loro spetta il compito di provvedere. Noi, poveretti, "nulla possiamo fare", "non abbiamo alternative" e quindi... nulla facciamo; un modo come un altro per chiamarsi fuori dalla questione. Una variante, molto gettonata, consiste nel proporre soluzioni drastiche e ciclopiche (tutti a piedi per una settimana, blocchiamo l'autostrada UNA domenica mattina, disertiamo in massa tutti i distributori di quel marchio...) tanto gratificanti e facili a dirsi quanto impossibili o insignificanti all'atto pratico.

    Non è vero che "non abbiamo alternative", esse ci sono eccome: magari non comodissime e dilettevoli, ma ci sono. Possiamo benissimo NON comprare l'auto nuova e tenerci quella "vecchia" che funziona ancora alla grande; possiamo fare rifornimento dove il carburante costa meno; possiamo eliminare una parte degli spostamenti NON necessari e così via. POSSIAMO, anche subito, nessuno ce lo impedisce, ma NON lo facciamo.

    Per quanto debole, la legge che genera la liberalizzazione del mercato dei carburanti ESISTE GIÀ da tempo, come da tempo ESISTONO sul territorio distributori sempre più numerosi che praticano prezzi meno alti, a volte anche di 6-8 centesimi (12O-15O lire). La liberalizzazione e la concorrenza, però, NON POSSONO funzionare SENZA il contributo attivo del consumatore, che quotidianamente castighi chi specula. Il consumatore passivo, che aspetta l'intervento di... terzi, NON FAVORISCE la liberalizzazione ma il suo esatto contrario e, infatti, l'esatto contrario ottiene.

    risparmiare va bene...però ho visto dei controsensi mostruosi... colonna interminabile di gente in fila per mettere la benzina...il risparmio (secondo me) di un pieno te lo fotti tutto per fare la fila!...

    Non metto in dubbio, però voglio fare un'osservazione. Si parla tanto di automobilisti incaxxati, sul piede di guerra ecc. ecc. Allora, dico io, se uno è sul piede di guerra vuol dire che vuole combattere per ottenere un certo risultato, no? Di norma un combattente NON si diverte; anzi, per la causa mette a rischio la sua persona in maniera più o meno pesante. Per fortuna, la battaglia sui prezzi è (per il momento) ben lontana dal comportare rischi per l'incolumità fisica, ma si limita a richiedere qualche piccolo sacrificio, come ad esempio allungare un po' la strada per fare rifornimento in un certo distributore o sopportare un po' di coda (magari molto più corta di quelle che si fanno ogni giorno per andare al lavoro) o rimandare l'acquisto di un'auto nuova, depennare qualche viaggio domenicale e così via. "Sacrifici" per modo di dire, visto che si traducono quasi sempre in cospicui risparmi di denaro. Se anche a volte il puro risparmio va perduto, resta il fatto che si dà un segnale forte e chiaro a chi di dovere, ovvero si FA qualche cosa invece di limitarsi a brontolare. Sempre che, appunto, non si preferisca limitarsi al molto meno impegnativo brontolio.

  12. ...fino a quando sto ... petrolio salirà verticalmente di valore prima che succeda un macello della madonna?...

    Si potrebbe rispondere indirettamente alla domanda riportandola su scala diversa: a quanto dovrebbe arrivare il prezzo di un litro di carburante per provocare, in italia, una sensibile riduzione (neanche drastica, ma sensibile, diciamo almeno del 40%) del traffico NON relativo alle attività lavorative e un drastico calo delle vendite di quelle automobili anche "medie" che, a scapito di un roboante numero di psico-cavalli, NON riescono assolutamente nell'uso quotidiano a superare la media effettiva di 12-14km/l?

    Quanto dovrebbe costare il carburante per indurre un grande numero di automobilisti a dire "adesso mi sono rotto" e quindi a DEPENNARE qualche viaggio "di piacere" già programmato, a NON mettersi in autostrada per il rito del fine settimana, a RIDURRE in maniera sostanziosa le uscite notturne serali e i viaggi di 50km per andare al centro commerciale, a SOSPENDERE e rimandare a tempi da definire il quasi deciso acquisto della macchina nuova ecc. ecc.?

    Negli ultimi tempi il prezzo del gasolio è praticamente raddoppiato eppure NULLA di tutto ciò è accaduto. Anzi, i recenti ponti festivi (prima dei quali non sono ovviamente mancati i tradizionali aumenti speculativi) ci hanno mostrato ingorghi stradali senza precedenti...

  13. Io credo che nelle varie battute di caccia alla ricerca delle colpe si debba anche, onestamente, includere il fatto che NOI, pur avendo in mano come consumatori un potere mooolto più grande di quello che abbiamo come elettori, NON lo sappiamo e in buona misura non lo vogliamo adoperare affatto.

    .

    Combattere l'inflazione e le speculazioni brontolando, continuando a comprare come prima e votando per qualche politico più o meno ipocrita nella speranza che egli un domani faccia qualcosa che un dopodomani possa in qualche modo influire positivamente sui prezzi delle merci mi sembra una... strategia come minimo assai contorta e decisamente tutt'altro che tempestiva e affidabile.

    Per non parlare delle nostrane e fin troppo numerose (non sarà per via dei generosi contributi pubblici che ricevono?) associazioni a... difesa del consumatore, che mi pare abbiano una concezione assai curiosa del loro ruolo. Esse infatti mi sembrano convinte che la loro missione consista nel comunicare tempestivamente ai consumatori la natura e l'entità dei rincari e nel calcolare di volta in volta la spesa aggiuntiva annuale che dai rincari deriverà. Cosa che fanno

    regolarmente. Praticamente l'unica.

    Molto più diretto, immediato e conveniente (anche da un punto di vista squisitamente monetario) sarebbe, invece, brontolare meno e agire nei confronti delle merci che costano troppo, SMETTENDO di comprare quelle che non sono indispensabili e RIDUCENDO sensibilmente gli acquisti delle altre. Il tale negozio alza i prezzi in maniera esagerata? Non serve (e nemmeno è giusto) insultare o bloccare o spaccare; molto più semplicemente e legittimamente, NON si va più in quel negozio fino a che i prezzi non tornano a posto. Al supermercato i pomodori costano il 5O% in più? NON li compro, li lascio lì, li mangi lo speculatore. Il distributore che pratica prezzi più alti, ANCHE DI POCO, rispetto ai distributori della zona dovrebbe rimanere deserto, invece viene regolarmente frequentato da moltissimi compratori i quali, ci mancherebbe, se interpellati si producono immediatamente in calorose proteste verbali nei confronti di quegli stessi prezzi che stanno pagando pur potendo pagare meno a pochi km di distanza. Con la bocca si protesta, con il portafoglio si approva; in questo mondo in cui il mercato è la vera divinità che TUTTI venerano con l'intercessione dei sacerdoti pubblicitari, pesa di più la parola o il portafoglio?

    .

    Certo, quanto sopra comporterebbe un po' di SACRIFICIO (cosa che oggi è decisamente fuori moda), però avrebbe un effetto incommensurabilmente più concreto e rapido di qualunque protesta, voto politico, manifestazione di piazza ecc. D'altra parte, un piccolo sacrificio spontaneo oggi dovrebbe essere preferibile ad un colossale sacrificio inevitabile domani. Dovrebbe...

  14. ...Prepariamoci per un brusco risveglio nell'occidente...

    Il risveglio potrebbe benissimo, a mio modesto avviso, essere più o meno brusco. Dipende da quanto noi gente comune (lavoratori e consumatori, non parassiti speculatori) sapremo contribuire, nel nostro piccolo, alla indispensabile inversione di tendenza. Se si comincia a frenare gradualmente PRIMA di arrivare alla inevitabile curva, la si può superare senza ribaltamenti.

    Se ho il problema della pressione alta posso prendere provvedimenti per tempo, spontaneamente, in prima persona, facendo una serie di ragionevoli sacrifici (smettere di mangiare/bere certe cose, ridurre certe attività...); il mio tenore di vita indubbiamente cambia, si abbassa, perché non vivo più a ruota libera come prima, ma posso continuare a campare in maniera tutto sommato completa, soddisfacente.

    In alternativa posso continuare a comportarmi come sempre, senza rinunciare ad alcuna delle mie acquisite abitudini, magari aspettando che "qualcuno faccia qualcosa" e imprecando quotidianamente contro tutti i colpevoli della mia ipertensione (cibi industriali, società dei consumi, stress lavorativo ecc ecc...), fino al giorno in cui un bell'ictus cerebrale mi darà in un istante una bella ridimensionata; dopo di che sarò costretto a vivere (se mi va bene) in maniera più o meno drasticamente disastrata, magari incapace di parlare o di uscire di casa da solo o peggio ancora.

    Sbaglierò, ma io credo che oggi più che mai il cittadino abbia potere di influenzare le cose, non tanto in quanto elettore (al di là degli slogan, da qualsiasi parte si voti nulla di significativamente intelligente accade) quanto come consumatore, compratore o non compratore di beni e servizi.

    Ad esempio, per ridurre drasticamente il numero dei camion sulle strade basterebbe smettere di comprare le merci che assurdamente viaggiano per migliaia di km; comprare merce che proviene da 100km invece che da 1500 NON è un sacrificio che ti distrugge la vita, eppure se anche solo metà dei consumatori lo facesse si otterrebbe un effetto "stradale" di gran lunga più rapido e concreto di quello teoricamente ottenibile aspettando le elezioni e votando per qualcuno che in campagna elettorale dichiara di avere l'INTENZIONE di fare, prima o poi, "qualcosa" per ridurre il grottesco quantitativo dei pericolosissimi camion.

  15. Personalmente credo che il crollo economico sia iniziato quando, tempo fa, abbiamo iniziato ad abbandonare gradualmente le abitudini economiche dei nostri genitori e nonni i quali, guarda caso, con la loro mentalità "antiquata" (non si compra se non si hanno già in tasca i soldi per pagare, non si comprano cose non necessarie, non si butta via ciò che ancora funziona...) hanno gettato le basi per tutto il nostro benessere.

    Una volta la nostra economia era indubbiamente molto più modesta ma, piccolo particolare, era REALE, concreta. La gente era effettivamente padrona di quel poco che possedeva. Oggi invece è tutto più ricco, sfavillante, abbondante ma virtuale, fasullo. La gente "esibisce" le cose ma NON le possiede perché le deve ancora pagare e non sa assolutamente (nessuno può saperlo) se riuscirà a pagarle. Inoltre moltissime persone, specie giovani, pur dotate di bei vestiti e cellulari ed auto seminuove ecc., non hanno da parte risparmi e quindi NON sono in grado di affrontare quelle difficoltà che inevitabilmente la vita metterà loro davanti.

    I nonni, spendendo molto meno di quanto avrebbero potuto, accumularono dei risparmi; i figli, spendendo i risparmi dei nonni e quasi abolendo lo scomodo concetto di risparmio, si sono concessi un tenore di vita molto più elevato; i nipoti hanno cominciato a "spendere" con grande disinvoltura soldi che NON posseggono e che sperano di guadagnare in futuro, illudendosi che, come la onesta pubblicità insegna, comprare e pagare possano essere due cose distinte.

    Poi ci si stupisce se tanti bisnipoti, adolescenti, sono lontani anni luce dal capire che il denaro non si trova sotto il cuscino la mattina. Come si può imparare una cosa che nessuno insegna?

    Finché non hai pagato NON hai comprato. Finché non hai pagato possiedi soltanto debiti. Una comunità in cui la gente possiede più debiti che beni non è, a mio parere, all'inizio del proprio crollo economico, ma parecchio più avanti. Spero peraltro, anche se faccio sempre più fatica, di sbagliarmi pesantemente.

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