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marimasse

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  1. Per quanto mi riguarda, io tendo ad essere contrario a quei cosiddetti "rimedi" che partono dal presupposto che il volume del trasporto su gomma nostrano, già grottescamente smisurato, non possa essere in alcun modo ridimensionato, ma anzi sia "destinato" ad aumentare. Mi disturba molto, insomma, che si parli della spropositata onnipresenza di camion su tutte le nostre strade così come si parla, ad esempio, dei terremoti o del sole che sorge/tramonta ad una certa ora: qualcosa che non dipende da noi, ma che noi possiamo e dobbiamo soltanto accettare. Mi piacerebbe ci si preoccupasse per PRIMA COSA di attuare alcuni seri e concreti interventi per ridurre sensibilmente il traffico pesante e POI, casomai, di fare nuove strade. Esattamente come mi piacerebbe che, ad esempio, la costruzione di discariche ed inceneritori venisse pianificata DOPO aver ottimizzato al massimo le procedure di produzione, differenziazione, raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Ovviamente non sono cose che si possano fare dall'oggi al domani (nemmeno un'autostrada o una galleria o una discarica...), ma se mai si parte mai si arriva. Però se si facesse così, ci sarebbe il... rischio che non poche nuove strade (e rotatorie e discariche e opere varie) si rivelassero non più necessarie; il che sarebbe un gran bene per l'ambiente, per coloro che ci abitano (=tutti noi), per le finanze pubbliche e anche per la sicurezza stradale vera, che non è quella degli obblighi/divieti isterici e delle relative multe esattoriali. Non a caso quando ci fu l'ultima, deliziosa, "agitazione" dei camionisti (quella grazie alla quale, tra l'altro, il prezzo del gasolio poté schizzare in alto, facendo di fatto pagare agli automobilisti le concessioni fiscali elargite ai trasportatori), le strade per qualche giorno, come per magia, sembrarono deserte e mooolto meno pericolose, anche se a nessuno, pensa un po', venne in mente di fare qualche bella statistica sul numero di incidenti... Tendo quindi ad osteggiare, eccome, tutte quelle "opere" che vengono spacciate per nobili e disinteressate, finalizzate al presunto bene della collettività, quando invece hanno un sapore diametralmente opposto. Se in una casa fredda perché piena di spifferi e finestre socchiuse arrivasse un "esperto" che, per risolvere il problema, proponesse di installare un impianto di riscaldamento parecchio più potente, tanto da garantire la possibilità di tenere addirittura qualche finestra spalancata, io di certo osteggerei tale proposta. Specialmente se saltasse fuori che l'esperto trae un qualche tornaconto dalla vendita di caldaie e tubi e termostati e combustibili...
  2. In molti degli ultimi messaggi mi pare di aver riscontrato, in buona misura, le stesse mie considerazioni e convinzioni. Da un lato non è razionalmente pensabile eliminare i trasporti su gomma (io non lo penso di certo), ma dall'altro mi pare evidente che, quando si parla di traffico merci e di costruzione di nuove strade, buonissima parte di ciò che ci viene spacciato per "necessario" e "inevitabile" non lo è affatto: è solo più comodo, più conveniente (per qualcuno), più remunerativo. I metodi per ridurre sensibilmente i volumi del traffico merci (e i relativi pesantissimi, ma curiosamente mai colpevolizzati, effetti in termini di pericolo stradale ed inquinamento) ci sarebbero eccome, come dimostra il fatto che nonostante la capillarità della nostra rete stradale abbiamo un traffico su gomma che non conosce eguali all'estero. Evidentemente questa è una di quelle rare cose in cui, guarda caso, non si deve prendere esempio dagli stranieri. Basterebbe che ci fosse la volontà di farlo. Esattamente come accade, ad es., al fumatore o bevitore o giocatore o aspiratore incallito, il quale ha sempre a portata di mano la possibilità di fumare o bere o giocare o aspirare meno, ma se non vuole farlo mai e poi mai lo farà, trovando innumerevoli verosimili "motivazioni" con cui giustificare a se stesso ed al prossimo la sua (complice) "impotenza" di fronte alla situazione.
  3. Giustissimo. Però se si eliminasse una buona parte dei trasporti stradali a lunga distanza si otterrebbe una drastica riduzione del numero dei bestioni circolanti sulle autostrade e sulle strade di primaria importanza, con innegabili e cospicui benefici in termini di sicurezza e inquinamento (anche se, a quanto pare, sicurezza e inquinamento sono importanti solo quando si tratta di imporre limiti di velocità, superbolli, divieti di circolazione...). Inoltre, per trasportare le merci da Monfalcone a Padova non servirebbe necessariamente usare un gigantesco autoarticolato... Ancor meno sensato mi sembra, però, presumere che i trasporti debbano e possano aumentare all'infinito e che di conseguenza le strade debbano diventare sempre più numerose e larghe e onnipresenti. Un po' come pensare (pensiero peraltro assai diffuso) che tutte le aziende debbano sempre crescere, aumentando vendite e fatturati. Certo, se mi piace tanto la cioccolata io posso anche raccontarmi la storiella che essa mi fa bene e che "devo" mangiarne ogni giorno e che più ne mangio meglio starò; senza dubbio vivrò un periodo di grandi piacevoli mangiate, dopo di che mi ritroverò ad avere seri problemi di salute difficilmente reversibili.
  4. Infatti io non ho parlato di abolizione del traffico merci, ma di razionalizzazione. Ho fatto l'esempio dei generi alimentari perché è il più evidente e senza dubbio tutt'altro che marginale.
  5. ...oppure, forse, con una maggiore razionalizzazione degli stessi e non solo di quelli. Io non credo che si possa definire "brutale abbattimento dello stile di vita", ad esempio, comprare acqua minerale e cibi provenienti da 100km anziché da mille o 5mila o 30mila. Quando al supermercato non compro la frutta o la verdura che proviene da chissà dove io non mi sento un idealista e tanto meno mi sento penalizzato nel mio tenore di vita. Per la stessa ragione, ad esempio, non credo sia un "sacrificio" spegnere la luce o il riscaldamento nelle stanze vuote o regolare il termostato a 19-20° tenendo addosso un maglione anzichè impostare 22-24° e stare in maglietta. Per me questo si chiama stile di vita più razionale e proprio per ciò più verosimilmente durevole nel tempo. Non a caso, mi pare che lo stile di vita "allegro" degli ultimi tempi abbia già iniziato a mostrare i suoi effetti sul medio termine; per moltissime famiglie il brutale abbattimento è già arrivato. Una grossa parte dei km che i camion percorrono è costituita da viaggi che si potrebbero benissimo eliminare SENZA mortificare il tenore di vita di nessuno. A parte ovviamente i camionisti (che peraltro con i giusti tempi e metodi potrebbero trovare altre occupazioni), ma l'interesse dei pochi non deve prevalere su quello della collettività, no? Inoltre, per quanto mi riguarda, non credo proprio che si possa definire "miglioramento del tenore di vita" il costante aumento di pericolosi, invadenti ed anche inquinanti mezzi pesanti sulle strade e nemmeno la continua costruzione di nuove strade in cui essi possano proliferare. Non mi sembra una questione di idealismo, ma una cosa molto concreta. Certo, se io potessi soddisfare tutti i miei capricci mentre ALTRE persone si beccano gli effetti collaterali negativi (autostrade o discariche o inceneritori o odori mefitici o sostanze pericolose o potenti campi elettromagnetici o altro sotto casa) allora sarebbe una pacchia, però sarebbe appunto una utopia. Alla quale peraltro sembrano credere davvero in molti.
  6. Per quanto riguarda il tunnel rimando all'articolo seguente, con particolare riferimento alla parte in cui si parla della ditta norvegese e della sua proposta. Mestre, la tangenziale costa troppo poco? Non piace
  7. Non credo sia molto corretto attribuire a terzi affermazioni che NON sono state fatte ed atteggiamenti estremistici che NON sono stati assunti. Io MAI ho scritto che le opere pubbliche non si debbano fare, preservando sempre e comunque la proprietà privata. Ho semplicemente detto e pienamente confermo che per me sono importanti anche i diritti delle persone che dalla costruzione di un'opera pubblica ottengono in cambio la vita rovinata. Un conto è avere un inceneritore a 1km da casa (specie se in quell'inceneritore vanno a finire anche le proprie immondizie), un conto è avere un'autostrada a 6corsie perennemente frequentate a qualche cinquantina di metri. Vuol dire, tanto per fare un banale esempio, che a casa tua MAI PIÙ avrai modo di sentire un po' di silenzio, a qualunque ora del giorno o della notte; vuol dire che in estate dovrai tenere le finestre chiuse, a meno che non trovi piacevole l'incessante rumore di fondo (mi piacerebbe sapere QUANTE persone hanno una concreta idea di che cosa voglia dire passare tutto il giorno sul bordo di una autostrada). Per il passante di Mestre, così come per tante altre situazioni meno congestionate ma simili, si potrebbero trovare anche soluzioni diverse; magari meno "facili", meno comode, meno convenienti dal punto di vista speculativo/politico, ma diverse. In tanti casi, ad esempio, potrebbe bastare rendere più scorrevole il traffico su una certa strada cosiddetta "statale" sfoltendo opportunamente la selva di semafori, passaggi pedonali, limiti 50 che di fatto la rendono percorribile solo a passo d'uomo e realizzando sottopassi o altre simili strutture. Nel caso di Mestre, in particolare, un'impresa straniera (mi pare del nord europa) specializzata in tunnel sotterranei che ha già risolto egregiamente in giro per il mondo problemi simili aveva presentato un progetto per un passante sotterraneo che sarebbe stato realizzato in tempi più rapidi e senza arrecare alcun danno ai terreni ed alle costruzioni esistenti. Non dico che soluzioni alternative si possano sempre trovare, ma certamente non si trovano quando nemmeno vengono cercate. Quando sento di qualcuno che protesta per la costruzione di un inceneritore io non mi scandalizzo affatto, perché trovo del tutto comprensibile che una persona cerchi di evitare che la vita della sua famiglia venga irreversibilmente danneggiata. Ben pochi hanno la possibilità di dire "pazienza, compriamo un'altra casa da un'altra parte". Dal mio punto di vista, ad esempio, si dovrebbe dire alla gente di un certo territorio "signori, avete due possibilità: o riducete assai la quantità di rifiuti che producete OPPURE costruiremo un inceneritore". Pensare poi che tutte le cosiddette opere di pubblica utilità vengano realizzate nell'esclusivo interesse del popolo mi sembra come minimo assai ingenuo, per non dire ipocrita. A meno che non si sia davvero convinti, ad esempio, che nessuna delle innumerevoli rotatorie o piste ciclabili che si vedono sorgere come funghi un po' ovunque sia realizzata al solo scopo di intascare finanziamenti di qualche genere. Per quanto riguarda la ragionevolezza delle procedure di esproprio e dei risarcimenti, facendo ricerche in rete ho trovato informazioni e testimonianze che sinceramente NON mi sembrano confermare tale tesi. Se io vengo e, per il bene della collettività, ti porto via la tua automobile di 5anni (che funziona bene senza crearti problemi) e ti "risarcisco" con una cifra pari al valore ATTUALE dell'auto, diciamo ad esempio 5mila euro, dicendoti "così puoi comprartene un'altra", ti senti trattato correttamente?
  8. In giro per l'italia, tradotto nei vari dialetti pur conservando lo stesso azzeccatissimo significato, c'è un detto che recita più o meno come segue: è facile accettare le supposte quando infilate nel deretano altrui Credo sia la risposta più opportuna, tra quelle che mi vengono in mente, da dare a chi sostiene che la costruzione di una qualunque opera pubblica, da qualcuno (disinteressatamente...) ritenuta utile per tutti, dovrebbe essere fatta senza minimamente preoccuparsi delle persone che da tale opera pubblica possono avere la vita rovinata. Peggio per loro, che non rompano l'anima. Il bello è che tra i sostenitori di tale delicata strategia si trovano anche parecchi individui che, in altri contesti, sono pronti ad assumere fieramente il ruolo di difensori ad oltranza delle minoranze oppure a sostenere che "se anche una sola ingiustizia viene evitata..." ecc. ecc. Si vede che coloro che hanno la sorte di possedere un pezzo di terra o una casa (comprati con i proventi di attività criminali?) in un luogo in cui qualcun altro (che abita altrove) "decide" che "serve" la rotatoria o la pista ciclabile o la circonvallazione ecc. appartengono ad una minoranza che NON è degna di difesa né di rispetto.
  9. A proposito del passante di Mestre, devo dire che proprio non posso fare a meno di pensare alle centinaia di famiglie che, grazie a tale magnificente opera, si sono ritrovate senza possibilità di scampo (a meno che non milionarie) a vivere non più in campagna o comunque in un ambito relativamente tranquillo ma, piccolo cambiamento irreversibile, a una manciata di metri da una autostrada tra le più larghe e frequentate della nazione, incessantemente percorsa da un flusso interminabile di mezzi pesanti. Con l'ulteriore soddisfazione, in caso di protesta, di essere additate dal prossimo come persone meschine, lamentose ed egoiste. Per il passante si sono fatti 1148 "espropri": un giorno ti arriva una carta in cui si dice che una parte del tuo terreno ti verrà tolta, punto e basta. Se non rompi le scatole ti verrà dato, con la dovuta calma, un "risarcimento" un po' più alto del valore di mercato (ovviamente da terzi stabilito), altrimenti peggio per te. Se proprio non ti rassegni puoi sempre vendere la proprietà (che, grazie alla nuova autostrada, vanterà una folta schiera di acquirenti) e comprarti un'altra casa altrove.
  10. Non sono un ingegnere, anche se ci sono andato abbastanza vicino, avendo superato a suo tempo due terzi degli esami universitari necessari. In linea di massima porto l'auto dal meccanico solo per gli interventi che non sono assolutamente in grado di effettuare da solo per mancanza di attrezzatura o di competenza specifica. Mi sono procurato il CD d'officina della mia auto, nel quale tutte le procedure di manutenzione e riparazione sono dettagliatamente descritte con tanto di illustrazioni. Cerco quindi di arrangiarmi per tutte le cose che si possono fare con una dotazione... domestica (garage, banco di lavoro, cassetta degli attrezzi ben fornita, compressore, tempo e pazienza). Fanno eccezione i cambi di olio e relativo filtro; pur potendo essere eseguiti a casa (lo facevo tanti anni fa) mi creerebbero problemi per lo smaltimento. Ultimamente però mi sono accorto che presso i negozi di autoricambi si trova a 16euro al chilo lo stesso olio che il meccanico l'ultima volta mi ha messo in conto a 20euro al chilo, per cui non escludo che in futuro io possa riesumare antiche abitudini.
  11. Perché, non sarebbe già un effetto positivo? Perché no? Gli stabilimenti in Cina e Vietnam non sono forse stai aperti perché noi consumatori abbiamo cominciato a comprare le cose che costavano meno senza guardare la loro provenienza, magari lasciandoci allegramente e consapevolmente prendere in giro da certe scritte "made in Italy" di cui conoscevamo e conosciamo benissimo il significato reale? Ripeto, abbiamo molto più potere come consumatori che come elettori; non dico che sia una bella cosa, ma al momento è così. Però, come la tua stessa risposta in qualche modo sottolinea, non siamo affatto consapevoli di questo potere e soprattutto non siamo disposti ad usarlo, specie se ciò implica qualche sacrificio.
  12. Proprio qui sta il punto cui io mi riferisco quando dico che non sappiamo (o forse non vogliamo) usare il potere che abbiamo. Per cultura o per pigrizia vorremmo sempre che arrivasse qualcuno dall'alto (la mamma, la maestra, il professore, il preside, il sindaco, il garante, il ministro, il governo, il papa, il padre eterno) a castigare i cattivi e a sistemare le cose per noi e in questa attesa ci facciamo gli affari nostri, raccontandoci la comoda storiella secondo cui "noi nulla possiamo fare", un modo come un altro per escludere a priori qualunque nostra responsabilità relativamente a quanto ci accade intorno. Un'altra strategia molto gettonata consiste nell'uso della parola "bisognerebbe", abbinata alla proposta di mega proteste collettive, "scioperi" di vario genere, adunate, manifestazioni colossali e così via, ben sapendo sotto sotto che tali iniziative NON sono oggettivamente realizzabili ed usando questa "attesa" come ulteriore motivo per avvalorare la tesi del "nulla possiamo fare". Io non credo affatto che NON ci sia alcuna scelta. Le scelte ci sono, ma possono richiedere da parte nostra un certo qual sacrificio che noi, SE davvero volessimo usare il nostro potere, DOVREMMO essere disposti a fare, anche perché in questa nostra era basata sullo spreco si tratta di sacrifici per modo di dire, il più delle volte indegni di essere chiamati tali. Io sono stato fin da bambino un grande mangiatore di frutta, in particolare di mele e pesche. Per anni ho avuto l'abitudine di comprare le pesche noci, ovviamente in estate, al ritmo di 5-8kg circa alla settimana, mangiandomele praticamente tutte da solo. Negli ultimi anni, però, difficilmente trovo pesche che abbiano i requisiti che ritengo essenziali: provenienza da un centinaio di km al massimo, buona qualità, prezzo ragionevole. Mi capita molto spesso di andare al supermercato e trovare SOLO pesche noci che vengono da chissà dove oppure che non sono buone oppure che costano uno sproposito. A quel punto potrei benissimo dire di "non avere scelta", visto che altre pesche da comprare NON ci sono. Invece la scelta c'è: NON compro le pesche, le lascio là oppure, se proprio non riesco a stare senza, invece di 5kg ne compro uno. Un metodo che si può benissimo applicare alla stragrande maggioranza dei consumi, senza bisogno di chissà quali sovrastrutture. Nel mio piccolo, esercito il mio potere di consumatore e, tra l'altro, mi restano in tasca bei quattrini (un ottimo... incentivo) che posso usare in altro modo.
  13. Sarebbe però interessante sapere quanti di quei prodotti andati via come il pane sono stati effettivamente pagati senza ricorrere a finanziamenti (parola che oggi va molto di moda come sostituta di "debiti") di sorta. Indubbiamente il contrasto tra la grande crisi raccontata e l'apparentemente nulla crisi osservata è vistoso. Forse tanta gente ha in tasca molti più quattrini di quello che dice. Forse ci sono persone che pensano di concedersi un ultimo ballo sfrenato prima che l'acqua raggiunga il ponte. Forse ci sono persone che, non avendo ancora avuto segnali di crisi nel proprio orticello, pensano che la crisi non li sfiorerà nemmeno e che quindi non sia il caso di mettere da parte i soldi per essere in grado di affrontare senza troppo panico le difficoltà che l'immediato futuro potrebbe riservare. Forse la crisi è un'invenzione dei giornalisti (non mancano certo di fantasia) e in realtà le cose continueranno ad andare più o meno come sono andate finora. Chi vivrà avrà l'onore di vedere. Chi non avrà debiti potrà farlo meglio. Chi non avrà debiti e avrà qualche palanca da parte potrà farlo meglio ancora.
  14. Senza alcun dubbio la nostra società si è alquanto rincoxxxxnita negli utlimi decenni, passando da una economia basata sul binomio consumo/risparmio e su un benessere concreto di medio livello ad una fanta-economia basata sul binomio spreco/debito e su un conseguente benessere molto più elevato ma finto, nel quale la gente esibisce tante cose che NON possiede, per la semplice ragione che NON le ha pagate. Ciò vale sia per l'imprenditore che la mattina parte dalla sua villona (da pagare) e col macchinone (da pagare) si reca al capannone (da pagare), sia per il giovane operaio che non appena avuta in mano la prima busta paga è andato dal concessionario ed ha ordinato la macchina nuova impegnandosi a versare un paio di anni di futuri (e quindi per nulla certi) stipendi oppure allo stesso modo ha "comprato" il cellulare, il televisore, il computer o addirittura la vacanza con la fidanzata. Non mi sembra però corretto attribuire le "colpe" di questo andazzo solo a terzi, presunti cattivi che dall'alto giocano a dadi con la vita della gente comune. Nel momento in cui la massaia (tanto per fare un esempio) compra il tale prodotto dove esso costa meno, senza stare a preoccuparsi del "perché" esso costi meno, senza minimamente domandarsi se comprando quel prodotto piuttosto di un altro farà perdere il posto di lavoro a qualcuno ecc. ecc., ecco che la massaia non si comporta poi così diversamente dal grande imprenditore che sposta la produzione in capo al mondo per spendere meno... Il fatto è che oggi, rispetto ai secoli passati, noi gente del popolo abbiamo un potere che nessun nostro antenato ha avuto: siamo, nel bene e nel male, dei consumatori e abbiamo molto più potere come tali che, ad esempio, come elettori. Compriamo meno carburante e il carburante rapidamente cala di prezzo; quando mai si potrebbe ottenere un simile risultato agendo sul fronte elettorale? Proprio per questa ragione, che ci piaccia o meno, siamo molto più "attivi" e in qualche modo corresponsabili di quanto ci piaccia pensare.
  15. Se oltre alla selvaggia legge del mercato vigesse anche, almeno un po', la legge dell'onestà di comportamento, iniziative del genere non esisterebbero. Indubbiamente bisogna avere una certa quale... mentalità per accalcarsi per delle ore facendo magari anche a pugni per comprare un cellulare o qualche altro aggeggio profondamente superfluo, ma ancor più... evoluta mentalità bisogna avere per organizzare premeditatamente una tale situazione. Oltre tutto alla facciaccia bella di tutti quei commercianti che, non perché meno onesti ma solo perché meno pieni di quattrini, anche volendo non potrebbero assolutamente permettersi di fare altrettanto.
  16. Io ci metterei anche le parole storpiate italianizzando verbi inglesi come ad esempio "to realize" (rendersi conto), allegramente... tradotto in "realizzare" senza tenere conto del fatto che realizzare in italiano esiste già e vuol dire tutt'altro. Sono da sempre avverso ad ogni tipo di estremismo o fanatismo, per cui concordo anch'io sul fatto che nulla ci sia di male nell'uso di qualche parola straniera, specie quando NON esiste una parola italiana di pari significato. Mi viene in mente ad esempio il termine "file" che, come tanti altri vocaboli di stampo tecnico/informatico, non possono essere efficacemente tradotti in italiano se non con scomodi e forzosi giri di parole. Mi disturba invece moltissimo (sarà anche l'età) l'uso gratuito e compiaciuto di parole inglesi del tutto superflue. Ci sono moltitudini di persone che sembrano del tutto incapaci di formulare una frase di media lunghezza senza infilarci una parola inglese. Ecco allora che non si può andare ad una riunione, ma solo ad un meeting, non si può descrivere o installare un dispositivo o uno strumento ma solo un device e così via. Concordo anche sulla penosità ormai raggiunta in genere dall'italiano ufficialmente parlato (alla radio e in tv) e soprattutto scritto, che a suon di abolizione di forme verbali e di sms-zzazzione si sta gradualmente rudimentalizzando in nome di una "semplificazione" che nasconde, neanche tanto bene, una sempre maggiore ignoranza (intesa in senso letterale). Il che è un vero peccato, perché avremmo una lingua molto articolata, ricca di forme espressive e proprio per questo adatta a meglio fare il suo mestiere, ovvero permettere alle persone di comunicare efficacemente e pienamente tra loro. D'altra parte, come si può pensare che i giovani usino correttamente una lingua (tempi verbali, costruzione corretta di un periodo, uso della punteggiatura...) che NESSUNO insegna loro, a cominciare da tanti sedicenti giornalisti, scrittori, oratori?
  17. Anch'io in passato la pensavo così, ma poi ho notato che la questione è un po' più articolata, perché al supermercato (e non solo) si trova, sempre più spesso per non dire quasi sempre, frutta e verdura di stagione proveniente dai luoghi più remoti ed assurdi. Non di rado mi è capitato di trovare, ad esempio, pesche o albicocche "straniere" come unica scelta in giugno, non a Natale. Insomma, nel mio giardino ho una pianta con (poche) albicocche mature, vado al supermercato e mi vengono proposte esclusivamente albicocche africane, oppure albicocche locali che costano il doppio di quelle africane??? Ovviamente, per quanto mi riguarda, mi guardo bene dal comprare tale mercanzia, ma noto che nonostante ciò essa viene venduta senza particolari problemi. Mi convinco sempre più, pertanto, di una cosa: pur avendo in mano, come consumatori, un potere mooolto più grande di quello che abbiamo al momento come elettori e quindi molto più grande e concreto di quello che i nostri antenati abbiano mai avuto in passato (è uno dei pochi lati positivi di questo nostro mondo), siamo ancora lontani anni luce dal saperlo e soprattutto dal volerlo adoperare. Forse per cultura, forse per pigrizia, forse per entrambe le cose, noi vorremmo sempre che arrivasse qualcuno dall'alto (la mamma, la maestra, il professore, il preside, il sindaco, il governatore, il ministro, il governo, il papa, il padre eterno) a "castigare i cattivi" e a sistemare le cose per noi e in questa attesa trascorriamo la nostra vita, raccontandoci la confortante storiella secondo cui nulla possiamo fare e quindi nulla facendo se non brontolare. Il tutto mentre i... cattivi, ovviamente, se la spassano alla grande e le cose restano da sistemare. Vergognose speculazioni gonfiano truffaldinamente i prezzi di qualche bene di consumo? Si brontola, si brontola, ma non si riducono gli acquisti di quel bene, perché questo comporterebbe un sacrificio che, per quanto piccolo, praticamente nessuno è disposto a fare. Un esempio fin troppo lampante è il caso carburanti...
  18. Credo che di questi tempi una "proposta commerciale" o una pubblicità che non sia una presa in giro sia tanto facile da trovare quanto un cetaceo selvatico sulle Dolomiti.
  19. Credo che di questi tempi una "proposta commerciale" o una pubblicità che non sia una presa in giro sia tanto facile da trovare quanto un cetaceo selvatico sulle Dolomiti.
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