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Mamma mia, che nostalgia la Calibra! Ce l'aveva un vicino di casa dei miei nonni quando ero piccolo, di colore bianco. Per me era semplicemente l'auto più bella del mondo (ricordo che poi la sostituì con una coupè giapponese di colore nero, ma non ricordo quale). Gran bel design, di quando le coupè erano coupè e non balenottere travestite
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Grazie per aver apprezzato Si, il giornalista mi aveva contattato previamente chiedendomi se poteva utilizzare le mie foto. Il commento l'ho letto e mi ha colpito. Senza dubbio è una preziosa testimonianza di chi all'epoca, seppur per brevissimo tempo, ha saggiato di persona la Bugatti Automobili di Artioli.
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Artioli rimase presidente della Lotus fino alla fine di gennaio 1996, quando poi la vendette alla malese Proton. Non so se quello fu l'estremo tentativo di trovare dei fondi per salvare la Bugatti (che aveva chiuso i battenti solo 4 mesi prima), fatto sta che non ci riuscì e, soprattutto, non riuscì nell'intento di trovare qualche altro finanziatore (si parlava di Andrea Bonomi).
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Deve essere stato un bell'evento, seppur organizzato in fretta. Mi sarebbe piaciuto prendere parte, ma purtroppo non l'ho saputo fino a qualche tempo dopo. Speriamo si possa ripetere, lo meritano i dipendenti e lo merita lo stabilimento !!
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Aggiungo altre due foto alla discussione. Sono entrambe delle reliquie della Bugatti di Campogalliano . La prima, è il blocchetto con i fogli da compilare in caso di ferie e permessi. La seconda, molto più pregiata, è il camice indossato dagli ingegneri del reparto progettazione. Ancora nuovo. E' come fare un salto nel tempo di 25 anni, indossandolo. Per completezza, aggiungo nome e numero di telefono del custode dello stabile (su richiesta esplicita dello stesso): EZIO - 338 9313173
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Grazie della condivisione sylar . Gran bell'intervista, anche se veramente troppo triste....
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Ti ringrazio. In merito alla tua domanda, ti rispondo che basta chiamarlo e accordarsi con lui. E' sempre ben disposto ad accogliere estimatori della Bugatti Automobili e di quello che ha rapresentato, ormai 20 anni or sono . A proposito, allego per voi un video molto interessante. E' stato girato nella primavera di quest'anno dal signor Simon Kidston, che si occupa di compravendita di auto d'epoca, assicurazioni e che, ho scoperto, gira anche dei video molto interessanti. Il video a cui mi riferisco nella fattispecie, non può che riguardare la Bugatti EB110. E' molto interessante (seppur troppo breve), perchè ci sono le interviste - tra gli altri - a Romano Artioli e al collaudatore Loris Bicocchi e immagini dell'epoca. Guardatevelo tutto !! http://www.kidston.com/view_movie.php?id=48
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Vero, aggiungo inoltre che il principio di tutto avvenne indicativamente verso la metà del 1986. Le figure coinvolte erano 4: Ferruccio Lamborghini, Jean-Marc Borel (finanziere francese, grande appassionato di auto), Romano Artioli e Paolo Stanzani. A quanto pare (lo lessi, ma non ricordo dove), fu Jean-Marc Borel a proporre due nomi di Case automobilistiche, ormai defunte, da poter resuscitare: Bugatti e Isotta Fraschini. Si optò per Bugatti, soprattutto grazie alla volontà e al desiderio di Artioli. Al che, sentiti i piani grandiosi di Artioli, Lamborghini abbandonò subito il progetto e si defilò, perchè si aspettava qualcosa di meno ambizioso e grandioso. Stanzani invece ruppe i legami con Artioli poco tempo dopo, nel 1990, per divergenze interne. In seguito il suo posto fu preso dall'ing. Materazzi (uno dei padri della Ferrari F40). Capitolo Dauer: essi comprarono le EB110 non terminate al momento della bancarotta, qualche telaio in carbonio e altre parti di ricambio. La produzione della prima EB110 arrivò verso la fine del 1998 e proseguì fin verso il 2000 o 2001. Non so quante EB110 costruì la Dauer - che tra l'altro è fallita nel 2008 - ma suppongo che i telai in carbonio che non utilizzò, li rivendette in seguito alla B.Engineering (o magari ne comprano una parte la Dauer e una parte la B.Engineering al momento del fallimento dell Bugatti). Tutte chicche molto interessanti (che io già sapevo ), grazie molte per averle condivise! Ne aggiungo un altro paio: - Artioli, amante dei combustibili alternativi e meno inquinanti, incoraggiò la sperimentazione della celebre EB110 a metano. L'aspetto più interessante di questa vettura, oltre logicamente al suo sistema di alimentazione, fu la velocità che raggiunse: 345 km/h contro i 342 km/h toccati dalla versione a benzina! - Una EB110 stabilì vicino alla città di Oulu in Finlandia il record mondiale di velocità sul ghiaccio (attraversando un mare ghiacciato), toccando i 296 km/h.
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Sinceramente non saprei dire esattamente se le EB112 prodotte a Campogalliano siano state 2 oppure 3. Io propendo però per le 2 unità. O, quantomeno, 2 unità sicuramente marcianti e forse una prototipo (marciante ?). L'unico fatto certo era che questo siluro da oltre cinque metri di lunghezza, era dotato dello stesso motore della EB110 a cui erano state tolte le quattro turbine, per una potenza che si assestava intorno ai 450 cavalli.
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Forse è vero che il numero di EB110 vendute in 3 anni di produzione (circa 150) non rappresentava il numero che la dirigenza si era prefisso, ma la vera chiave di volta era rappresentata dalla EB112, la cui produzione è stata rimandata parecchie volte. Sarebbe dovuta uscire ufficialmente ad inizio '95, fatto sta che a settembre '95 ancora non era in produzione e la fabbrica ha fatto in tempo a fallire. Ciò non toglie che gli investimenti di Artioli furono sontuosi, forse fin troppo, considerando il periodo di tempo molto breve. Il progetto del centro commerciale, alle cui spalle c'era la figura di Lapo Elkann, è naufragato proprio a causa della crisi. All'interno dello stabilimento c'è una ricostruzione del progetto di questo centro commerciale. Da un lato sono dispiaciuto che non si sia realizzato, perchè avrebbe dato lavoro ad un po' di persone, dall'altro sono felice perchè avrebbe snaturato lo stabilimento e la sua storia. Il tutto IMHO, naturalmente. Interessante questa notizia. In effetti lo stabilimento non sembra ben coibentato, però c'è da considerare anche che negli anni '80 il discorso classe energetica/risparmio non era d'attualità come oggi. Quoto tutto ciò che scrivi. Mi permetto solo di puntualizzare che la EB118 fu progettata quando la Bugati era già della VW, non c'entra con la Bugatti Automobili di Campogalliano. La Veyron, per quanto sia stata per lungo tempo l'auto più veloce del mondo, l'ho sempre vista come un freddo robot, senza anima, costruita solo per poter dire: "L'auto più potente c'è l'abbiamo noi!" Nonostante a suo tempo anche la EB110 fosse stata progettata per essere l'auto più veloce al mondo (record poi stracciato dalla McLaren F1), questa aveva un fervore e una passione tutt'altro che glaciali come la Veyron. La vicina B.Engineering, con la sua Edonis, voleva ricreare lo spirito della EB110, più nel piccolo (in termini di unità), ma non c'è riuscita, almeno finora. Come ho scritto poco sopra infatti, la Edonis non ha mai ottentuto l'omologazione, rimanendo pressochè allo stato di prototipo. Non sono andato a visitare la B.Engineering, ma so che dovrebbero avere 3/4 telai in carbonio originali della EB110, prodotti come sappiamo dalla francese Aerospatiale. Si, il prototipo a cui fai riferimento è quello di Bertone. C'erano poi il prototipo di Giugiaro e quello ancor più avvenieristico di Paolo Martin. Artioli scelse il prototipo di Gandini, salvo poi farlo rivedere (specie nel frontale) dall'architetto Benedini, che lo ammorbidì parecchio ed eliminò gli ormai obsoleti fari a scomparsa, inserendo anche una piccola presa d'aria a forma di ferro di cavallo, come sulle le Bugatti di Ettore.
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Ti assicuro che queste voci non sono leggende o aneddoti da bar. Purtroppo sono la triste realtà. La storia che vi è dietro il fallimento è fatta di tradimenti e doppi giochi, con il fine unico di far saltare tutto. Evidentemente sono riusciti nell'intento. Credo che la "ferita" della Bugatti di Campogalliano non si rimarginerà mai. Se non riportando la Bugatti stessa di nuovo qui, a Campogalliano, il che è pura utopia, purtroppo. Si, la Edonis fu costruita, ormai quasi 15 anni fa, dalla B.Engineering di Borel. Il capannone tra l'altro è situato proprio dietro alla fabbrica Bugatti. Da qual che so, la Edonis non è mai riuscita ad ottenere l'omologazione, venendo costruita in soli due esemplari (uno di colore rosso e uno oro/arancione). Ora l'azienda sopravvive (credo) di riparazioni e manutenzione delle EB110 in giro per il mondo.
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Diciamo che Bugatti, con la super-sportiva più veloce al mondo EB110 e con la ammiraglia più veloce al mondo EB112 (stroncata poco prima che nascesse), stava iniziando a dare fastidio. Forse fin troppo fastidio....
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Frase verissima. Grazie dell'apprezzamento! I giornali sono li perchè c'è ancora il custode dello stabilimento (lo stesso dal 1990 ad oggi) che lo "mantiene in vita". I giornali deve averli portati lui, magari per dei lavoretti o soltanto per leggerli. Si, tutto svuotato. I progetti e gran parte dei disegni tecnici della EB110 sono stati portati via da Jean-Marc Borel, il co-fondatore di Bugatti Automobili e il fondatore della B.Engineering che sorge lì a fianco. In tal modo possono riparare le varie EB110 in giro per il mondo senza problemi. Anche i macchinari sono stati portati via, ma chissà dove sono finiti...
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Visita alla ex fabbrica Bugatti Automobili di Campogalliano
nella discussione ha aggiunto the_gallas27 in Auto Epoca
A seguito della mia seconda visita dell’ex stabilimento Bugatti di Campogalliano in maggio 2015 – questa volta con potente macchina fotografica al seguito – ritengo doveroso modificare questa mia discussione integrandola con foto migliori delle precedenti (scattate con uno smartphone…), più altre nuove. In questo modo mi auguro che il lettore apprezzerà, ma soprattutto coglierà, ancora di più la magia di questo luogo, che non è solo una fabbrica abbandonata, ma LA fabbrica dove si produsse l’ultima vera Bugatti sanguigna e passionale, prima che un’altra Casa ne facesse di lei un mero sfoggio di tecnologia totalmente asettica, un robot “senz’anima”, in contrasto con colei che la precedette. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- “Hic Sunt Leones”, tradotto letteralmente dal latino all’italiano significa “Qui ci sono i leoni”. Si dice che questa locuzione fosse utilizzata sulle carte geografiche dagli antichi romani, in riferimento al territorio africano, non tanto riferendosi ai felini che abitano quelle terre, quanto per i popoli che si batterono strenuamente e ferocemente (come dei leoni, appunto) all’avanzata romanica. Tornerò su questa frase alla fine….. L’avventura della Bugatti Automobili S.P.A. è durata una batter di ciglia (1987-1995, anche se la commercializzazione della prima vettura - la EB110 - è avvenuta nel 1992), ma per chi ci ha lavorato, per coloro che hanno preso parte a questa realtà, questi anni sono sembrati un sogno. Un sogno che hanno interrotto troppo presto e troppo bruscamente. Quello che vedrete è ciò che rimane dell’ex impero di Artioli. Iniziamo la visita! Nulla fu lasciato al caso, nemmeno la toponomastica. Inoltre il paese di Campogalliano, in quel periodo, attuò un gemellaggio con la città di Molsheim (che il sindaco successivo al fallimento, cancellò): L’insegna al di fuori della fabbrica troneggia, di un blu che ancor oggi non tende ad appassire: Per accedere all’interno bisognava citofonare, oppure inserire una tessera magnetica: L’edifico cilindrico, visto da lontano: I clienti parcheggiavano la vettura in questo parcheggio (i dipendenti in un altro, sulla sinistra): E poi accedevano all’interno dell’edificio a forma di parallelepipedo, attraverso un ingresso ora sommerso dalla vegetazione: Fotografia dell'epoca che mostra i due edifici e l'ingresso: (IMMAGINE TRATTA DAL SITO: Benedini & Partners) La sbarra d’ingresso per chi accedeva con la vettura: La sicurezza prima di tutto!: Scorcio di fabbrica dalla collinetta: L’edificio a forma di parallelepipedo, sede della dirigenza: Vialetto d’ingresso (poco dopo inizia il ciottolato bianco): REPARTO DIRIGENZA e PROGETTAZIONE Si entra da qua, l’uscita sul retro, quella da cui accedeva il personale la mattina: Questo è il punto in cui si congiungono i due edifici, quello cilindrico e quello a parallelepipedo: Hall principale, dove venivano accolti i visitatori: Ecco come si presenta l’ingresso principale, visto dall’interno: Un tempo qui era presente il busto di Ettore Bugatti, prima che qualche delinquente lo rubasse: La scrivania gestita dalle segretarie. Chissà quante chiamate sono passate da qui…Ecco ciò che rimane della strumentazione dell’epoca: A fianco è ancora presente la bandiera del Giappone, ricordo della presentazione della EB110 nel Pese del Sol Levante nel 1993: Vista panoramica della main hall (i lampadari sono una chicca): Fotografia dell'epoca che mostra la main hall: (IMMAGINE TRATTA DAL SITO: Benedini & Partners) Sala riunioni: Piccola salettina sul retro (non so cosa ci fosse…): Locale allarme: Sulla sinistra (dalla hall) si accede a quello che era il salone dei ricevimenti e dei grandi eventi, come presentazione di nuove vetture e cene di gala. Mi dispiace non aver scattato una foto migliore con il grandangolo, perché questo salone, da solo, “vale il prezzo del biglietto” da tanto è magnificente: Vi sono ancora affissi i manifesti dell’epoca, che raffigurano alcuni prodotti del brand “Creazioni Ettore Bugatti”, come il profumo Bugatti, gli occhiali da sole, lo spumante, i servizi da tè e caffè, ecc.: Da notare lo stile grandioso del soffitto, disegnato dall’architetto Benedini ispirandosi ai cerchi di una Bugatti Type 59. Mai visto niente di così grandioso: In un angolo sono ancora presenti tazzine di caffè, presumibilmente risalenti all’ultimo evento qui svolto: Per salire al primo e al secondo piano si utilizzavano gli ascensori: 1° PIANO Salite le scale, ci ritroviamo al primo piano. Quella che vedrete era la sede creativa e progettuale della Bugatti. Qua gli ingegneri progettarono la leggendaria EB110 e la splendida EB112. L’accesso era consentito solo al personale autorizzato: Una volta ottenuta l’autorizzazione, si sarebbero aperte le porte: E si sarebbe acceduti a questa stanza. Magnifica: Fotografia dell'epoca che mostra uno scorcio di sala, con i tecnici al lavoro: (IMMAGINE TRATTA DAL SITO: Benedini & Partners) Un po’ di preistoria informatica, d’altronde si parla di primi anni ’90…: Il corridoio del primo piano, che unisce i due edifici: Anche qui, tecnologia preistorica non meglio identificata (elaboratori, presumo): Armadi, armadi, nient’altro che armadi. Le pareti sono gli armadi stessi. Non potevo misurarli, ma ad occhio e croce sono alti almeno 3,50m, il che obbligava ad utilizzare scalette metalliche per accedere ai ripiani più alti. Sinceramente non comprendo l’esigenza di tutto questo spazio a disposizione. Un tempo, tra un armadio e l’altro, c’erano bellissimi disegni raffiguranti Bugatti del passato e altri stilemi Bugatti, ora sono totalmente spoglie.: Tutto il contenuto di questi armadi venne portato via dopo il fallimento, tranne questi faldoni. In essi sono contenuti tutti gli ordini effettuati dall'azienda tra il 1988 e il 1991: Il bagno al primo piano. L'ingresso porta i segni inequivocabili del sisma che colpì l'Emilia-Romagna nel 2012...: Lattine "vintage" al suo interno, bevute in uno degli ultimi momenti di pausa al lavoro: 2° PIANO Ecco la sala progettazione al secondo piano. Purtroppo la copertura del tetto è degradata dal tempo e dall'usura, con i conseguenti effetti. Davvero un peccato lasciarla così....: ...vedendo come era all'epoca: (IMMAGINE TRATTA DAL SITO: Benedini & Partners) Il corridoio del secondo piano: I bellissimi oblò che illuminano il locale. E' anche da scelte come queste che questo stabilimento fu definito "il più bello stabilimento automobilistico della sue epoca": Dettaglio: Grande stanza, presumibilmente luogo di alcuni vertici dirigenziali: Un luogo magico, il prossimo. La sede dell'ufficio del Presidente, Romano Artioli: Ecco come appariva l'ufficio del presiedente a chi solcava la soglia d'ingresso (da notare il vaso con la pianta, tutt'ora presente nel medesimo punto): (IMMAGINE TRATTA DAL SITO: Benedini & Partners) La stanza comunicante: Questa era la saletta dedicata, probabilmente, ai meeting con i clienti e i soci. Eccola in una foto dell'epoca, con protagonista il Presidente Artioli: Vista d'insieme dei due locali: Fotografia dell'epoca che mostra le due stanze. (IMMAGINE TRATTA DAL SITO: Benedini & Partners) Avviso che ormai non viene più rispettato.....: La fabbrica vista dall'alto del tetto: Porzione di pista di prova: Ma ora scendiamo ed usciamo, per dirigerci all'edificio che sta di fronte, ovvero il reparto di prova motori e trasmissione. REPARTO PROVE MOTORI, TRASMISSIONE ED EMISSIONI Vista dei due edifici. Nello specifico, quello color blu di Francia era il reparto delle prove motori, mentre quello bianco era il reparto dedito a trasmissione ed emissioni. Tutti i reparti avevano un nome e un numero di riferimento. In questo caso PM4 significa "Prove Motori 4": Iniziamo proprio da questo reparto. Qui dentro venivano testati i motori in ogni modo possibile (celebri i test di durata che duravano giorni e giorni): Interno sala (N.B.: purtroppo non disponevo del flash per la macchina fotografica, così sono dovuto ricorrere al cellulare in questi reparti): Quel che resta dei cavi all'esterno....: Altro reparto PM: Stesso locale, all'epoca. Qui eravamo ad inizio 1991, con la EB110 prototipo ancora con le linee di Gandini: Spostiamoci nell'edificio adiacente. Subito incontriamo il Laboratorio Emissioni: Vista della sala con le apparecchiature dedicate: Ciò che rimane delle apparecchiature dell'epoca: Interno sala, dove c'era il banco su rulli: Relazione su scarichi sperimentali: Sala parecchio "ingolfata" di lamiere, condutture e tubi: Taniche Bugatti. Chissà cosa contenevano...: Taniche "sponsor" della ELF, utilizzate per indicare il percorso da seguire all'esterno dello stabilimento: Un po’ di foto dell’esterno. Su questa parete c’erano gli sponsor e il grande logo Bugatti. Era anche lo sfondo prediletto delle foto scattate per la presentazione delle vetture e di quelle consegnate ai clienti (ad esempio la EB100 SS gialla consegnata a Michael Schumacher): Alcuni tra i fornitori "sponsor": E quel che rimane del logo, che a differenza di quanto si potrebbe pensare, non si è scolorito né è venuto via. E’ stato semplicemente coperto da un grande adesivo di colore blu, su volontà del curatore fallimentare. Ma sta inesorabilmente riemergendo….: Un paio di foto dell'epoca, scattate davanti a questo edificio: Ed infine, dirigiamoci verso l'ultimo edificio, i capannoni dove si assemblava la EB110. REPARTO PRODUZIONE, ASSEMBLAGGIO ED ESPERIENZA Reparto Produzione 2 e 3: Carrellata dell'interno del Reparto di Produzione: Foto dell'epoca del reparto: Sempre Reparto Produzione: Parte dell'unico macchinario rimasto: Quadro di controllo: Qui c'era il resto: Come si può notare in questa rara foto dei tempi: Lampada di ispezione delle vetture. Sono ancora tutte qui: Questo non saprei dire a cosa servisse (colonnina dell'acqua per gli operai?): Grandangolo dei due reparti produttivi appena visti: Locale magazzino, vuoto: Il reparto Esperienza, dove si mettevano a frutto nuove idee applicate all'auto: Immagini che fanno male... Archivio Esperienza: Innumerevoli disegni tecnici della EB110 e EB112 alla rinfusa: Altri faldoni, trattati come fossero carta straccia: Nella stanza a fianco sono presenti quadri elettrici e condotti vari: Reparto verniciatura (anche se le scocche arrivavano già verniciate, che sappia io da Bra (con)...): Qui venivano posizionati i contenitori con i pezzi delle vetture: I bagni del reparto produzione ed esperienza: SM 13. Sviluppo Motori 13? Altro magazzino. Non so che pezzi siano quelli sopra gli scaffali: In fondo la porta per accedere alla mensa, comune a operai e dirigenti. La scalinata per accedervi: Due raffigurazioni presenti in sala mensa. Anche qui automobili!: Qualche foto dell'esterno. I capannoni mostravano con fierezza e una certa ridondanza il logo di Ettore Bugatti: Qui si univano i due reparti, produzione ed esperienza (il primo, sulla destra, presente fin dalla nascita dello stabilimento, il secondo costruito in un secondo momento): Da più lontano: Due reparti diversi sia nelle lavorazioni che nell'architettura: L'edificio circolare della progettazione visto da dietro: Ingresso sul retro, da cui si accedeva direttamente ai reparti produttivi (presumo che i camion passassero da qui). La scritta "Bugatti Automobili" era identica a quella sul davanti, ma negli anni è stata rubata lettera per lettera....: Ed ora, per concludere, immagini che accrescono ulteriormente la nostalgia. Questo foto sono il ritratto della quotidianità di una delle aziende più speciali della propria epoca. Una quotidianità spezzata all’improvviso, come un ciclone che si porta via tutto, lasciando solo misere macerie. Un quadernetto sulla scrivania d'ingresso con le chiamate da effettuare in tale giornata. L’ultima data riportata risale al luglio del 1995 (l'inizio della fine, potremmo dire). Questa pagina è invece datata 07/03/1995: Il quaderno con il riepilogo delle chiamate ricevute e passate in quella giornata (questa pagina specifica è relativa ad un giorno di febbraio 1995): Quadernetto raccoglitore con gli ultimi veri Campioni della F1: Il foglio di una comunicazione interna, diramato e firmato dall’architetto Benedini in persona: Una raccomandata e un blocchetto di fatture: Una chicca. Questo poster riepiloga le relazioni e il tipo di relazioni tra le maggiori case automobilistiche nel 1991: Un calendario del 1993, ancora affisso in un ufficio della dirigenza. Su tutto, spiccano i giorni di prova a Nardò. Dopo quelle prove la Bugatti EB110 si fregiò del titolo di “Auto più veloce al mondo”, con le stratosferiche velocità di 342 km/h per la versione GT e di 351 km/h per la versione SS, poco tempo dopo: Una comunicazione interna, presente nei faldoni lasciati in dirigenza. Nella fattispecie, si parlava degli snodi delle sospensioni: Un foglio nel reparto assemblaggio con il riepilogo dei numeri interni di tutti i dipendenti dell'azienda al 10/04/1995: La pubblicità di un’agenzia di viaggi (tutt’ora esistente) in cui si proponeva una vacanza in Giordania: Una “Gazzetta dello sport” dell’11/09/1995 (pochi giorni prima della bancarotta): Un autentico PEZZO DA MUSEO. La porta originale della prima fabbrica Bugatti fondata a Molsheim da Ettore Bugatti. Molsheim 1909 - Campogalliano 1990 E' posta in fondo alla scalinata che conduce alla sala mensa. Viene da piangere solo a vederla......Pensare cosa voleva rappresentare e sapere com'è andata a finire.... Fax inviato il 22 settembre 1995 Chissà quanti pensieri si affollavano nella mente di una persona che stava vedendo trasformarsi il proprio sogna divenuto realtà sprofondare in un incubo... Comunque siano successe certe cose, rimane la nostalgia per qualcosa che era e non è più potuto essere, in un'epoca che era e non sarà più. Ed infine la foto più triste ma forse, paradossalmente, più significativa ed emozionante di tutte. Ricordate la frase con cui ho iniziato il “tour virtuale” e con cui ho detto che avrei concluso? Eccola. Una pagina di un calendario, risalente al settembre del 1995. E sulla data del 23 settembre, cerchiata in blu (un blu ormai scolorito dal tempo ma ancora presente), qualcuno scrisse: HIC SUNT LEONES Qui ci sono i leoni. Leoni che hanno vissuto un sogno e che hanno combattuto per mantenerlo in vita. Come gli Africani durante l’invasione delle loro terre da parte dei Romani. In entrambi i casi, sappiamo com’è andata a finire. L’importante però, anche se l’avversario è più grosso e forte di te e non hai scampo, è combattere come un leone, per non essere mai dimenticato. Bugatti Automobili S.P.A. fallì ufficialmente il 23 settembre 1995. Con lei se ne andò il sogno di un visionario diventato il sogno comune delle 240 persone che ivi lavorarono. E con lei se ne andò anche una parte di automobilismo Italiano, sanguigno, passionale e insuperabile, che troppo spesso - oggi - possiamo solo ricordare. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Qualche riferimento a pagine e video Il miglior sito dedicato alla Bugatti Automobili SpA. Foto dell'epoca, registro di tutte le auto vendute (con relative foto) e dei prototipi. Un appassionato non può trovare niente di meglio! The Bugatti EB110 Registry Bellissimo documento dal titolo "Bugatti in Italia". Tutto da leggere, ma la parte che più interessa a noi inizia a pagina 28. PDF da scaricare dal sito dell'AISA - Associazione Italiana per la Storia dell'Automobile AISA - Associazione Italiana per la storia dell?Automobile Video dell'epoca, realizzato all'incirca nel 1993/1994, molto interessante perchè mostra uno spaccato di realtà dell'azienda: Video sulla Bugatti di Artioli, con interviste al Presidente, al collaudatore Bicocchi e al Capo Progettista iniziale della EB110, Stanzani. Una gemma rara e preziosa, di quella che può considerarsi a tutti gli effetti una delle più belle avventure automobilistiche di ogni epoca: Video realizzato nel maggio 2014 dal collezionista, broker e venditore svizzero Kidston, con interviste importanti (Artioli, Bicocchi, Sighinolfi, Trombi, Pavesi), due EB110, una GT e una SS, più qualche spezzone di filmato d'epoca: ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Per coloro che volessero visitare come me questo autentico "tempio" dell'automobilismo, ecco nome e numero di telefono del custode dello stabile (su richiesta esplicita dello stesso): EZIO - 338 9313173 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ALTRE NOTIZIE, APPROFONDIMENTI, OPINIONI E TESTIMONIANZE, SEGUIRANNO NELLE PAGINE SUCCESSIVE ! GRAZIE A TUTTI PER LA LETTURA E IL CONTRIBUTO.- 176 risposte
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Chi ha parlato di problema ? Io ho semplicemente scritto che, IMHO, automobili intorno ai 3,5 metri di lunghezza e alte tra i 148 e i 155cm e con i fari anteriori che quasi toccano i montanti, sono quantomeno "caricate" un po' troppo nel design. Però, ribadisco, ben venga la sicurezza, uno dei motivi del design delle auto odierne. L'abitabilità per me non è una priorità, tantomeno i contenuti multimediali, per cui su quelli non mi soffermo. Lasciami, però, avere un po' di nostalgia per certe linee di 20/30 anni fa, con i musi tesi, bassi, squadrati e i corpi vettura spesso "acquattati".
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Wow, quanti interventi ! Ciò che avete scritto è vero, l'altezza è aumentata per praticità, per abitabilità, per sicurezza....io aggiungerei anche per moda. Proprio ieri ero davanti ad uno stand con esposte, tra le altre, la nuova Renault Twingo e la nuova Mini. La prima è un'auto che mi ha colpito, quando lessi la notizia i mesi scorsi, per la scelta degli ingegneri Renault di piazzare sia il motore che la trasmissione dietro al guidatore. Ieri ho potuto finalmente vederla dal vivo, per la prima volta. Ebbene, il mio primo pensiero è stato: "Ma questa è una utilitaria o una piccola monovolume ??". Corta e alta. Troppo alta, sformata. Tornato a casa sono andato a leggere le sue dimensioni: 359*164*155. Esatto, 155 centimetri di altezza. Su un'auto di tre metri e mezzo....bah. La nuova Mini, poi, preferisco non commentarla nemmeno. Ormai è diventata una caricatura. Insomma, ben vengano sicurezza ed abitabilità, però basta fare auto segmento A e B alte come dei Doblò !! C'è da ritrovare un po' la semplicità e la purezza di certe linee e forme, che è andata persa da almeno una decina di anni. Io, nel frattempo, ringrazio dio per averci dato il mondo dell'usato .....
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Mi permetto di dire la mia in questo argomento, pur non avendo alcuna conoscenza e competenza in termini di design e di conoscenze tecniche. In sostanza, mi baso solo su ciò che vedo. Non voglio cominciare la discussione partendo dalla "preistoria" dell'automobile, altrimenti mi complicherei troppo la vita. E poi il titolo del topic parla espressamente di design anni '80, quindi tanto vale iniziare da li. Ebbene, comincio da questo caposaldo: il design delle auto di oggi mi fa rabbrividire (forte come affermazione, nevvero). Nel senso che se fossi obbligato da qualcuno ad acquistare un'auto scegliendola dal listino del nuovo probabilmente direi: "Stai scherzando, vero? Ma chi le ha disegnate queste "automobili"!?" Tralasciando l'aspetto personalità - per il quale mi limito a dire che anche parecchie auto anni '80 erano "understated" -, io credo che quello su cui maggiormente dovremmo riflettere sia l'aspetto proporzioni e forme. Faccio un esempio, a tal proposito. Prendiamo due utilitarie, una vecchiotta e una moderna, ma della stessa Casa e "parenti prossime". Le prime che mi sono venute in mente sono la Peugeot 106 (1991) e la Peugeot 108 (2014). Prendiamo le dimensioni di entrambe (Lun, Lar, Alt in cm). Peugeot 106: 356, 158, 137 Peugeot 108: 348, 162, 146 Allora, cosa si deduce: lunghezza pressochè identica, larghezza pressochè identica, altezza......mmmhh....9 cm in più. Perchè così tanto sviluppo verticale in più? Cosa si cela dietro ad un innalzamento del corpo vettura così importante? Abitabilità? Davvero le auto di venti anni fa erano così scomode da dover alzare la loro carrozzeria di 9cm ? E perchè, per tentare di sminuire le forme, di camuffarle all'occhio umano, si è deciso di piazzare la fanaleria anteriore di ogni auto in prossimità dei montanti, dando loro una discutibile forma verticale? Probabilmente, gira e rigira, si torna sempre all'imposizione europea: cofano alto per non frantumare le ossa al pedone. La mia risposta è priva di ogni intento polemica, sia chiaro. Però è pregna di nostalgia. Il design automobilistico compreso nella decade 1985-1995 lo rivorrei subito, qua, ora nei listini del nuovo.
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@ISO-8707: mi spiace, ma certi frontali a muso di tapiro non li digerisco proprio. A volerla dire proprio tutta, i frontali delle auto non mi piacciono più da quando sono state introdotte le norme per la salvaguardia dei pedoni, che hanno obbligano tutte le auto ad avere frontali alti come dei camion e, di conseguenza, ad alzare tutto il corpo vettura per cercare di dare una certa "armonia" alla linea. Di linee belle penetranti non ce ne sono più... A conferma di ciò che dico, basti pensare che le utilitarie degli anni '90 erano alte circa 135/140 cm, ora sono alte 145/150 cm.....sigh...... Però qualcosa devo farmi andare bene alla fine ehehe ! @Turbogimmo: abito in provincia di Pavia, il Ticino lo conosco abbastanza bene ma non posso dire altrettanto delle discoteche !
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Sacra verità, dovrei provarle prima di giudicare in maniera più definitiva . Il problema è trovare qualcuno disposto a farmelo fare e, soprattutto, certe auto è già un'impresa trovarle in vendita (per es. la Sirion Sport 1.5...) e metti che è a 500 km da casa mia, sarebbe quantomeno azzardato fare tutta quella strada solo per provare quell'auto....
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Eh si, ha ragione mich, Bauhaus. Purtroppo una Mazda MX-5 non rientrerebbe nei vincoli che ho scritto all'inizio del topic, nella fattispecie la voce "consumo" ! Lo so che sarebbe una scelta ottima, come divertimento, ma come auto da tutti i giorni.... Vedo che nessuno ha fatto considerazioni riguardo alla Daihatsu Copen: non potrebbe considerasi, seppur idealmente, una MX-5 in miniatura? Motore 1.3 da 87 CV e peso piuma grazie anche al largo impiego dell'alluminio....nessuno di voi l'ha mai guidata o provata da passeggero ? Thanks!
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@TonyH: caspiterina, come ho fatto a non pensare alla 500 Twinair?! E' vero, non è un mostro di potenza, però è leggera. Altra auto da aggiungere alla lista ! @mich: io a guidare le auto con i guanti sono un campione ! Pensa che il 90% delle volte, i rettilinei in extraurbano li faccio tutti a 80 km/h, massimo 85. I 90 non li tocco quasi mai. In compenso però provo una libidine assoluta ("doppia libidine, libidine assoluta" alla Calà) ad affrontare più o meno allegramente le curve.
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No, non l'avevo ancora scritto. Beh...di preciso non lo so, ma considera che chi mi "sponsorizza" (ovvero genitori e nonni, come regalo di laurea) vorrebbero acquistarmi un'auto nuova, cosa che invece io non voglio anche perchè di auto attualmente sul mercato non mi attira neanche mezza. Idicativamente diciamo 6500/7500€ dai!
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Ringrazio ancora tutti per gli interventi ! @Turbogimmo: il discorso motore turbo-temperatura non l'avevo mai affrontato, grazie per avermelo fatto presente! So che la semplicità di un motore aspirato non ha eguali, però il fascino della fata turbina..eheheh @Sadman: è vero, il motore VW 1.2 Tsi mi hanno detto essere valido, da più parti. Un ottimo compromesso tra sportività e ottimi costi di esercizio. Peccato che venga montato su automobili che io considero brutte (a dir la verità le considero molto più che brutte....) come, appunto, la Seat Ibiza. L'unica Ibiza che mi piace è la seconda serie, di fine anni '90, poi è andata sempre in peggio come linea . @mich: il FIRE è sempre un'ottimo motore, però la mia paura è che sia troppo assetato di benzina. Non so se i 15,5 km/l che mi sono prefissato sono fattibili, ma lo spero... @Fabione90: ma nooo, perchè lavastoviglie a rotelle ? Dai, qualche soddisfazione la danno e poi (IMHO) sono belle e appaganti da vedere! @Led zeppelin: è vero, sapevo dell'esistenza della Mazda 2 1.5 da 103 CV, ma l'ho sempre tenuta in disparte perchè non mi riesce a conquistare del tutto, esteticamente parlando. @TonyH: Saxò 1.6 8v VTS? Per carità, bellissima esteticamente, però dubito fortemente che sia "astemia" come la voglio io ! @RiRino: l'unica MINI che prenderei è quella vera, pre-BMW . Senza offesa per nessuno eh!
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@Turbogimmo: sai se il motore è lo stesso della Panda 100HP? Comunque è carina quella Punto Sporting! @mich: infatti, secondo me rovinano non poco la linea di un'auto. Si ok, sono più pratiche, ma tanto io sono il guidatore, non il passeggero ! La Roadster sembra un'ottima auto anche a me. Diciamo che è tra le più papabili (specie per il motore sovralimentato ). Peccato solo per quel cambio, altrimenti non avrei avuto alcun dubbio nella scelta....
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