-
Numero contenuti pubblicati
6629 -
Iscritto il
-
Ultima visita
Tipo di contenuto
Forum
Galleria
Calendario
Download
Articoli del sito
Store
Blog
Tutti i contenuti di Albizzie
-
perchè? una persona così è meglio perderla che trovarla, buon per loro. amica di serie Z. se io mi faccio 1000 donne diverse all'anno (magari) verrei invidiato dai miei amici, se mi farei 1000 omoni sarei considerato da serie B. ma dimme te!!!
-
io mi chiedo... se due persone etero anziane di 65 e 55 decidessero di sposarsi solo per poter convivere risparmiando qualcosa, il che succede ogni giorno, avresti/e postato l'articolo???
-
allora, se parlo della mia esperienza studentesca, parlerei di 20 anni fa quindi non mi dilungo, ma fino a quando partecipai, parlai solo di cattolicesimo con frati e preti. le mie figlie nelle elementari hanno avuto indottrinamento puro di religione cattolica, una impartita direttamente da una suora. per le scuole medie idem. per le superiori starò a vedere da quest'anno.
-
guarda che la scuola l'abbiamo fatta tutti e non parlerei di moda ma come minimo di menefreghismo, al massimo di insofferenza. se poi vogliamo parlare di decisioni dettate dall'immaturità, dall'essere giovani e sentirsi 'contro' posso anche capirti. ma alla fine la scelta non fa che rispecchiare le presenze della domenica mattina in chiesa facilmente verificabili.
-
Alle superiori dal 2001 ad oggi triplicate le rinunce La regione con meno adesioni è il Lazio Religione, sempre meno studenti Per uno su tre l'ora alternativa Solo un milione e mezzo di ragazzi segue l'insegnamento di SALVO INTRAVAIA Cala l'interesse degli studenti italiani per l'ora di religione. Nelle scuole superiori infatti la percentuale di ragazzi e ragazze che hanno deciso di non seguire la materia è salito dall'11, 7 per cento del 2001 al 37,6 dell'ultimo anno scolastico. Ormai, uno studente delle superiori su tre non frequenta. Il dato emerge dalle cosiddette "Rilevazioni integrative" - la raccolta, scuola per scuola, dei dati riguardanti l'istruzione statale e non statale in Italia - che il ministero dell'Istruzione effettua ogni anno. Secondo i dati di viale Trastevere, relativi alla quasi totalità delle istituzioni scolastiche presenti nel territorio nazionale (il 97,6 per cento), nell'anno scolastico 2004/2005 su un totale di 2.426.052 studenti delle scuole secondarie di secondo grado solo 1.513.819 hanno scelto di frequentare l'ora di religione. Oltre 900 mila, tra ragazzi e ragazze, una volta a settimana sono stati dirottati a svolgere attività alternative, che le scuole hanno l'obbligo di organizzare per coloro che "non si avvalgono", come vengono definiti nel linguaggio scolastico burocratico. Negli ultimi anni, il numero degli alunni che durante l'ora di religione escono dalla classe è cresciuto vertiginosamente, raggiungendo, quest'anno, percentuali a due cifre in quasi tutti gli ordini di scuola. Solo a titolo di esempio, in alcune classi del liceo classico Mamiani di Roma, negli ultimi anni il numero di coloro che all'ingresso del prof di religione hanno preferito uscire dalla classe è stato addirittura superiore a quello dei compagni che restavano in aula. Il tutto, mentre il governo Berlusconi, per la prima volta nella storia repubblicana, ha varato l'immissione in ruolo di 15 mila insegnanti di religione cattolica in tre anni, con i primi 9.229 che prenderanno servizio dal prossimo primo settembre. Per loro è stata prevista una procedura concorsuale ad hoc svolta nei mesi scorsi a livello regionale, con graduatorie per singola diocesi. Una vera manna caduta dal cielo per gli interessati, finora precari, visto che in alcune regioni (come in Lombardia) il numero dei candidati è stato inferiore, o di poco superiore, ai posti messi a concorso. Voglia di laicità, alunni stranieri - e nostrani - seguaci di altre confessioni, o disinteresse per la religione a scuola: cosa determina la fuga dalle classi? Probabilmente a provocare l'esodo durante le attività dedicate alla "cura dell'anima" è un mix di cause. L'ingresso nelle classi italiane di migliaia di alunni stranieri provenienti dai paesi asiatici e africani, passati in vent'anni (dal 1983/1984 al 2003/2004) da 6.104 a 282.683, ha certamente avuto il suo peso, ma probabilmente non basta a spiegare la fuga che si registra nel passaggio dalla scuola media al superiore. Nella scuola dell'infanzia, infatti, il numero dei piccoli che non seguono le lezioni di Religione sfiora il 10 per cento. Percentuale che cala al 6,1 per cento alla primaria (l'ex elementare) per crescere nuovamente alla secondaria di primo grado (11,2 per cento, alla scuola media). Nella scuola secondaria di secondo si registra un vero esodo dalle classi, con il 37,6 per cento di ragazzi che a scuola preferisce fare altro anziché Religione. Percentuale che si accresce nelle classi terminali e non varia praticamente se si prendono in considerazione i dati delle sole ragazze. Nelle regioni del Centro-Sud, a eccezione del Lazio, il fenomeno è tradizionalmente più contenuto rispetto alle regioni del Nord, dove in Liguria si sfiora il 50 per cento. (11 agosto 2005) repubblica.it
-
è la notizia riportata 3 post più su. di questi ENORMI vantaggi ho i miei dubbi. perchè dovrebbero averne di più?
-
ma l'hai letto tutto l'articolo? perche non sottolinei questo che è molto più importante delle fregole della dottoressa?
-
per me la sicurezza in linea generale non è determinante per le vendite, ma è solo immagine. insomma, ad esempio a parità di prezzi, venderebbe di più un'auto con 10 airbag ma 100cv, che la stessa offerta con 4 airbag ma 150cv? e la bmw a chi lo darebbe il motore? alla mini? ad esempio l'audi a3 e la golfV montano lo stesso motore da 140cv la passat monta lo stesso v6tdi della A4 ma con una manciata di cavalli in più, praticamente il contrario di quello che auspichi.
-
...oppure lo dovranno comprare.
-
beh, uno sta in moto l'altro seduto in auto... 'nzomma...
-
Fanali posteriori con apertura a portafoglio. Cosa ne pensate?
Albizzie ha risposto a una domanda in Riparazione, Manutenzione e Cura dell'Auto
che già i portelloni posteriori sono talemnte piccoli che si vede sempre meno, s eci mettiamo pur l'ingombro delle luci posteriori addio. e poi? tutto questo per cosa? quali sarebbero i vantaggi? -
in effetti è un (altro) punto che non era contemplato nel contratto con gli italiani, quindi non esiste.
-
..e non so quanti, nella civilissima italia, non invocherebbero la pena di morte per un violentatore di un/una minorenne (omosessuale o etero che sia)
-
ma dove sarebbe la notizia scomoda (se non per l'iran)?
-
...............................
-
veramente, nell'articolo viene riportato come il testo di un'email, ovvero il pensiero di una persona singola, che come ha fatto notare lo scrittore è sbagliato, a suo modo di vedere, sia per i meridionali sia per gli islamici. di quello che dici della tua città non ho dubbi, ma mi piacerebbe anche qualche testimonianza diretta.
-
Piccoli razzisti crescono, anche da noi Sapete chi sono i razzisti? Gente che, «in base a un'arbitraria gerarchia delle popolazioni umane, attribuisce superiori qualità biologiche e culturali a una razza, legittimando discriminazioni nei confronti di altre razze considerate inferiori» (dizionario Zingarelli). Sapete dove queste idee hanno portato il mondo? In un mare di guai. Osama e soci, per esempio, sono pericolosi razzisti professionisti. Ma tra di noi s'allenano alcuni dilettanti: e la buona fede non li giustifica. Chi dice oggi che i musulmani sono per natura traditori e aggressivi domani dirà che i neri sono pigri e violenti e gli ebrei infidi e rapaci. Ho ricevuto una email in cui, seriamente, mi si spiega che gli islamici in Europa sono come i meridionali a Milano: non cambieranno mai. Avanti così, e vedrete dove andiamo a finire. I mercanti di morte sperano questo: che i razzisti dilettanti - per incoscienza o per ignoranza - trasformino in «militanti fondamentalisti» musulmani che non lo sono. Lo so: certi discorsi, per adulti di media cultura, sono innocua «antropologia estiva». Ma sugli ingenui e sui ragazzi fanno presa: si comincia con le battute da bar e si finisce con una svastica sul giubbotto. Se avete letto fin qui - non sono sicuro: qualcuno avrà già buttato il giornale dandomi dello stupido o del buonista (che è peggio) - starete pensando: d'accordo, ma la cultura islamica ha prodotto moschee che sono diventate centri di reclutamento terrorista; ha seminato morte per il mondo, a cominciare dall'Iraq; e un quinto dei musulmani britannici, secondo un sondaggio, simpatizza con i terroristi. E' vero, purtroppo, ed è tragico. Alcune persone in Europa, coprendo i propri crimini dietro un paravento religioso, hanno fatto cose gravissime, e una parte dei correligionari li giustifica. Si comportano così perché sono musulmani e la loro indole è quella (vendicativa, aggressiva)? No: si comportano così perché hanno vissuto in ambienti sbagliati, che noi abbiamo tollerato. Sbagliando. Avanti, diciamolo: se il «multiculturalismo» porta a questo, ne facciamo a meno. Meglio un'onesta integrazione, basata su alcuni punti fermi. Chi sceglie di vivere in Europa - cristiano o islamico, ebreo o ateo - deve sapere che i nostri Paesi hanno certe regole. Eccono alcune: il terrorismo è un crimine, così come la propaganda (eppure su internet continua impunemente, anche da server europei). I luoghi di culto sono fatti per pregare, non per complottare. Le scuole devono insegnare, non indottrinare. I diritti delle donne non sono un optional. La libertà d'opinione, nemmeno. Infine, e fondamentale: l'equidistanza non basta. Ai musulmani pacifici e onesti che vivono tra noi - ce ne sono - ora si chiede coraggio: devono dire da che parte stanno. «Né con Osama né con l'Occidente» non è una risposta. E', per noi, un'offesa; e, per loro, l'ammissione di una sconfitta. Ecco: queste cose si possono - scusate: si devono - dire. Ma condannare i musulmani in quanto musulmani, o gli arabi in quanto arabi, non si deve e non si può. Sere fa ero a cena con un italiano che, parlando dei fatti di Londra, sibilava: «Tutti a casa, i bastardi!»; e un inglese - bianco, anzi latteo - che rispondeva, con l'accento di Stanlio e Ollio: «Ma sono GIA' a casa! Quei musulmani sono miei concittadini. Hanno in tasca un passaporto britannico come me! E sono milioni. Dobbiamo convincerli, e punirli quand'è il caso. Non possiamo buttarli a mare!». Domanda: se ci arrivano gli inglesi, perché noi no? Beppe Severgnini Dal Corriere della Sera di giovedì 28 luglio 2005
-
Testi scolastici a rate e per posta.. ma... A patto che siano di un solo fornitore, Mondadori. http://www.corriere.it/Primo_Piano/...28/stella.shtml I libri scolastici in conflitto d’interessi Non è solo Berlusconi, il quale pattuglia appena può antiquari e gioiellerie, a fare regalini agli amici, come il prezioso orologio Longines impacchettato per tutti i deputati l’ultimo Natale. Càpita a volte che siano gli amici a fare regalini a lui. Letizia Moratti e le Poste Italiane, ad esempio, per il prossimo compleanno che il Cavaliere festeggia in coincidenza con l’apertura delle scuole, hanno deciso di donargli la possibilità di sbaragliare anche il mercato dei libri scolastici. Uno dei pochi settori, col commercio dei coleotteri o la produzione di mostarda mantovana, nel quale non si era ancora cimentato. Cosa rappresentino i libri scolastici è presto detto: con 400 milioni di euro l’anno di fatturato, sono una fetta di un terzo circa dell’intero mercato del libro. Ma, ciò che più conta, sono la boccata di ossigeno che una volta l’anno permette alle piccole librerie sparse per la provincia italiana, dove si vende il 28% scarso di tutti i volumi, di tirare il fiato e non abbassare le saracinesche vinte dalla sciatta indifferenza di un paese che legge poco come il nostro. Tanto per capirci: in molti casi, nelle cittadine del Nord come del Mezzogiorno, l’incasso per i testi adottati dalle elementari alle medie superiori può superare il 60% degli introiti annuali. Il costo di questi libri imposti agli studenti, del resto, è spesso elevato se non, in certi casi, stratosferico. Basti dire che la «dote» di un ragazzino di prima media può costare oltre 300 euro, quella di un ragazzo delle commerciali intorno ai 350, di un liceale anche 500. Un peso che in questi anni di vacche magre può essere, per molte famiglie, esorbitante. Al punto di incidere, nei casi più gravosi, perfino sulla scelta di molti studenti di abbandonare la scuola. Per non dire delle code interminabili che ogni genitore si deve sobbarcare ogni anno per rastrellare tutto il bagaglio editoriale necessario ai figli. Va da sé che ogni iniziativa per alleviare questa soma sulle spalle delle famiglie, magari tenendo conto anche delle esigenze delle piccole librerie locali che sono un patrimonio preziosissimo (si pensi alla Calabria, alla Basilicata o al Molise dove sono meno di una ogni 100 mila abitanti) è la benvenuta. E così è andata, infatti, con l’iniziativa delle Poste Italiane che, tra cori di consensi, hanno distribuito 5 milioni di locandine e avvisi vari per segnalare agli istituti scolastici e alle famiglie italiane la possibilità di ordinare i testi, via internet o via telefono, per poi comodamente riceverli a casa portati dal postino. Con l’optional di poter rateizzare il pagamento in 12 mesi al tasso del 7.5%. Che non sarà basso, visto che il tetto massimo sarebbe il 7,77%, ma potrebbe aiutare molte famiglie a sopportare meglio l’impatto della spesa supplementare autunnale. Fin qui, tutto ok. Ma il bello deve ancora arrivare. A chi hanno deciso di affidare l’operazione, infatti, il ministero della Pubblica Istruzione e le Poste Italiane? Voi direte: avranno fatto una gara d’appalto. Macché. Avranno sentito gli editori? No, tranne uno: indovinate quale. Avranno consultato i librai? Neppure: «Manco una telefonata», spiega furente Rodrigo Diaz, presidente dell’Ali, l’Associazione librai italiani, «abbiamo saputo tutto a cose fatte e tutti i telegrammi mandati alla Moratti o a Letta non hanno avuto risposta. E’ stata una cosa sporca». Avranno sondato il mercato per vedere chi è il più forte nel commercio di libri on-line? «Assolutamente no», risponde Mauro Zerbini, amministratore delegato di Ibs, gruppo Longanesi, «il nostro è il sito di questo tipo più visitato d’Italia, a giugno abbiamo avuto 991 mila contatti e nel 2004 abbiamo fatturato 13,2 milioni di euro. Ma non abbiamo avuto dal ministero o dalle poste neppure una telefonata. Neppure una. Abbiamo saputo tutto a cose fatte». Ma allora, come è stato scelto il fornitore di tutto quel bendidio di libri? E’ quello che chiede in una interrogazione, tra gli altri, il senatore Stefano Passigli. Il quale, oltre ad accusare la Moratti poiché «il suddetto servizio postula che Poste Italiane abbiano ottenuto dal ministero la lista delle adozioni dei testi con largo anticipo su tutte le librerie», ha anche presentato un esposto ad Antonio Catricalà, l’ex segretario generale di Palazzo Chigi nominato presidente dell’Autorità per la concorrenza e il mercato. Il fortunato fornitore prescelto per il businness è infatti «Bol». Una società di vendita di libri on-line che fattura meno della metà di Ibs (5,5 milioni contro 13,2), ha meno della metà dei contatti internet (a giugno 434 mila contro 991 mila) ma, per pura coincidenza, appartiene alla Mondadori. Cioè alla casa editrice di proprietà del «principale» di Letizia Moratti, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Che le Poste Italiane vogliano bene al capo del governo non è un mistero. Prima di questo piacerino, per dire, avevano già fatto un accordo per mettere a disposizione di Mediolanum, la banca del premier, i loro 14 mila sportelli col risultato di trasformare una banca virtuale, quale era fino ad allora quella presieduta da Ennio Doris, nell’istituto di credito con la maggiore copertura territoriale. Non bastasse, Massimo Sarmi, l’amministratore delegato etichettato come vicino ad An e in particolare a Gianfranco Fini, era arrivato al punto di invitare a Roma il capo del governo, poco prima di Natale, all’inaugurazione del più bello e avveniristico ufficio postale d’Italia. Un gioiello che ruotava intorno al Sistema Informatico Livelli Virtuali di Integrazione Operativa. Ma che meraviglia di acronimo: S.i.l.v.i.o.! Gian Antonio Stella 28 luglio 2005 ogni mio commento mi sembra fuori luogo
-
aho, ma io già scrivo ner dialetto mio. uffa.
-
scherzi??? da interista sono antisamp. avete tutta la mia solidarietà sportiva e la penso come jacques: vi siente comprati una partita già vinta. piuttosto, cosmi è stato cacciaot oppure aveva sentito puzza di bruciato?
-
parliamone, parliamone
-
è da ieri sera che controllo il siti chiacchieroni per l'ufficialità che invece non arriva.... in più c'è da chiedersi, ma in quale cazzarola di campionato giocheremo? tra fallite, retrocesse arriveremo a 16? grazie a lega e figc.
-
io non dico gatto, se non ce l'ho nel sacco. intanto abbiamo sbolognato davids in inghilterra: che delusione quel giocatore!