Una pista inadeguata, modello PlayStation e tanti disservizi
Parterre d'eccezione: anche Brad Pitt e Michael Jordan
MotoGp e il baraccone di Laguna Seca
Poca sicurezza, ma tanto fascino
dal nostro inviato CORRADO ZUNINO
MONTEREY - Il cantante americano che sbaglia la nota dell'inno, si scusa e riparte due tonalità più alte devono averlo preso nello stesso posto dove hanno preso i tavoli in compensato della sala stampa, i cronometri ciechi dei box, gli autisti delle ambulanze che non sanno dov'e la sala medica e prendono indicazioni dal team manager romagnolo Fausto Gresini, che la California su una cartina geografica la confonde.
Non funziona niente allo "Usa Gp", ottava gara dell'anno del motomondiale piena di fascino, attenzioni mediatiche, speranze industriali e di immancabili visitatori vip: Brad Pitt, Michael Jordan. Si può scherzare sui biglietti controllati direttamente dall'auto, metodo capace di creare file lunghe dieci chilometri. E anche sulla mancanza di una qualsiasi struttura ricettiva che non sia una baracca, ma, di fronte a moto e ragazzi che sfilano a 250 l'ora dentro muretti di cemento, bisogna fermarsi e cambiare tutto. Solo il fatto che a Laguna Seca si perdano ottanta chilometri sulle velocità massime di questi bolidi da 990 centimetri cubici mostra come la pista breve e stretta sia straordinariamente inadeguata alle potenze dell'attuale MotoGp.
Il fascino di Laguna Seca è totale, la strada di montagna che ti conduce qui, i piloti che si spogliano nei box da terremotati, come d'altronde si è fatto fino a quando, erano gli anni Ottanta, il motociclismo non è diventato uno "sport show". E poi l'autodromo nel canyon che si snoda intorno a una lago, una laguna, regala un'impressione abbacinante. Così il circuito, bellissimo. La curva uno, secca a sinistra, la salita del "cavatappi", il "corkscrew" che ha trasformato questa pista in un'icona mondiale, e la sua discesa con una curva cieca che se non la interpreti ti fai male come Melandri. Le contropendenze ricordano Assen, le staccate in discesa un gioco della PlayStation. Ma per far tornare qui la MotoGp non bastano Brad Pitt e la speranza di vendere qualche moto in più a un mercato ricco: bisogna togliere muretti e allargare spazi in almeno tre punti, bisogna abbattere una casa di proprietà della Red Bull, sponsor del circuito, per creare una nuova via di fuga. Bisogna investire denaro e ascoltare un po' di più gli europei, che di motociclismo su pista ne sanno qualcosa in più. Questa pista è così bella e importante che non si può lasciare che una tappa fondamentale somigli così da vicino a una pericolosa sagra di paese.
(10 luglio 2005)
repubblica.it